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Autore: Demoiselle An_ne    13/09/2012    8 recensioni
Questa è una storia di tenebre, luci, amori e dolori.
Cosa sarebbe successo se Oscar si fosse vista portar via il suo André? Si sarebbe accorta prima di sentimenti da sempre assopiti?
E se André avesse incontrato qualcuno così vicino alla figura di Oscar, eppure così lontano? Come sarebbero andate le cose?
Questa storia non intende cambiare lo splendido affresco tracciato dalla Ikeda, è un modo per vedere le cose sotto una luce un po' differente.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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"André, stasera usciamo di nuovo. Torniamo a trovare la tua amica, che ne dici?"
Alain era piombato lì nei dormitori e con la sua discutibile delicatezza di sempre, aveva ridestato l'amico da una lettura di Rousseau. André si era stropicciato gli occhi intorpidito e con tono stascicato aveva detto "Di già? In questi giorni sei insaziabile...
Ad ogni modo, che voleva Oscar?", lo spudorato soldato studiò a lungo l'amico per decidere se dire o meno la verità...ma poi riflettendoci, come avrebbe potuto? Impossibile, André si sarebbe messo a sbraitare solo al pensiero di lui che attaccava deliberatamente il bel comandante. No, meglio lasciar stare.
"Ma nulla, stai tranquillo... Piuttosto, che mi dici? Stasera andiamo?" La scintilla si accese nello sguardo di André, come una vecchia casa abbandonata che improvvisamente si bagna della prima luce mattutina. Non c'erano dubbi, Eléonor doveva averlo risvegliato, si convinse Alain.
"Per me va bene, cerchiamo solo di non farci scoprire. Sai, non vorrei che Oscar..."
"Oh ma dai! Quella frigida del comandante non si accorgerà di nulla..." la risata simile a un latrato che seguì fece germogliare in André una rabbia glaciale e dal gusto amaro.
"Non rivolgerti a lei in quel modo." le parole di André giunsero alle orecchie di Alain come un secco colpo d'ascia. Sempre ostinato il suo amico, per quanto ferito potesse sentirsi mai avrebbe ammesso il nome della causa di tanto travaglio interiore: Oscar. Incredibile come ciò che più danneggia tanto più attrae, pensò Alain.
"Ehi, era così per dire. Non lo faccio più, promesso!" il tono era ironico, ma sapendo di aver toccato un nervo scoperto nel dirlo pose le mani davanti a sé come una sorta di scudo.
André grugnì un "sì" rilassandosi appena, lo sguardo ancora adombrato.
Le parole graffianti di Alain lo avevano colpito, Oscar frigida? Cosa ne sapeva lui di tutto quel bagaglio pesante come un macigno che Oscar si portava dietro? Non era stata colpa sua, ma della sua educazione. Inoltre lei non era tipo da svelarsi agli altri tanto facilmente, ma a lui era stato concesso di vedere un pezzetto di quella Oscar addormentata; o meglio tramortita e appiattita dal rigido mondo in cui era stata costretta ad adattarsi per non soccombere. André aveva visto una cosa che nessuno aveva mai visto in lei, forse neanche Oscar stessa: l'ardore. Sì, l'ardore che le dilaniava il petto ogni volta che il nome del conte svedese s'insinuava in qualche conversazione o che questi le rivolgesse uno sguardo o un sorriso. 
Per quanto doloroso fosse André dovette ammettere a se stesso che vederla concedersi quelle debolezze gli aveva procurato anche un piccolo piacere e quel piccolo piacere si era poi tramutato in un flebile richiamo di speranza.
Sperava che un giorno quell'ardore cambiasse direzione, che si volgesse a lui. 
Dunque no, Oscar non poteva essere frigida. Anzi.
"André, tieniti pronto"
"Sono sempre pronto".


Oscar non poteva crederci, ma come le era venuto in mente? Non avrebbe dovuto farlo, invece eccola lì. Una stupida, ecco cos'era. Seguire André per far cosa? Riportarlo indietro? Con quale motivazione?
Eppure lei era lì, a seguirli furtiva e silenziosa più delle stesse tenebre che li avvolgevano. Lasciò che il suo corpo aderisse a quel lurido muro mentre l'umidità le perforava la schiena, non poteva rischiare d'esser vista. Anche se lì ci fossero stati dei rovi contro cui ripararsi li avrebbe sfruttati senza indugio, l'orgoglio prima di tutto. Non avrebbe di certo retto l'umiliazione, né tantomeno lo scherno che Alain o André stesso le avrebbero rovesciato addosso come acqua gelida vedendola lì.
Li vide dal suo angolo buio entrare con spensieratezza in quel luogo di perdizione, si calò il cappuccio della scura mantella sugli occhi ed entrò. 
Non appena vide le possenti schiene dei suoi soldati sparire oltre la scricchiolante scala a chiocciola si avvicinò alla cortigiana col viso martoriato da un pesante mascherone di trucco.
"Cosa posso fare per te, giovanotto?"
"Sono con i giovani che sono appena saliti di sopra..."
"Amico di Alain?" Oscar annuì, le mancavano le parole ed era sul punto di ripensarci.
"Una cosa di gruppo, eh?" la donna sorrise mostrando un ghigno malizioso che fece accapponare la pelle della povera Oscar...
"Sali pure". Prima che le gambe prendessero l'iniziativa e la trascinassero via Oscar salì i gradini due a due, una volta in cima si guardò intorno spaesata, e adesso? A risolverle il problema fu un tono concitato che avrebbe riconosciuto ovunque. Con passo felpato si avvicinò alla porta socchiusa alla sua destra.
"Perché non mi ascolti? Eléonor, ti prego, vieni via con me. Abbandona questo posto, puoi cambiare. Tu non sei destinata a questo luogo concepito per il piacere altrui..."
"Scappare? E per andare dove? Mio marito mi troverebbe, si vendicherebbe. André è pericoloso, lì fuori non c'è più posto per me. Non dopo ciò che sono diventata..." la voce di Eléonor era stanca, troppo. Come poteva permettere a quel ragazzo sbucato dal nulla e che di lei nulla sapeva, di esporsi tanto? Sarebbe stato stupido ed egoistico da parte sua. Aveva già giocato a dadi con la sua vita e il destino aveva vinto beffandosi di lei, per quanto cercasse di rialzarsi continuava a cadere e non avrebbe permesso ad André di cadere con lei.
"Non è vero, lì fuori qualcosa sta cambiando. Se non ti ribelli anche tu, marcirai qui dentro. Desideri questo?", André non aveva intenzione di cedere. L'avrebbe salvata a qualunque condizione.
"No, ovviamente, Ma tu cosa vuoi da me? Perché lo fai? Non credevo che saresti tornato eppure l'hai fatto"
"Non lo so"
"Sì, invece"
"Mi ricordi qualcuno, ti basta?"
"Ma io non sono lei"
"Lo so"
"E allora?"
"E allora, lasciati aiutare!" André era disperato, voleva fare qualcosa per quella creatura a cui la sorte aveva voltato le spalle, desiderava riuscire con lei dove con la sua amata era stato impossibile.
La strada è sempre decisa, non però in senso fatalistico. Sono il nostro continuo respirare, i gesti piccoli o improvvisi e grandi che siano, lo scorrere imperterrito del tempo a deciderla naturalmente.
Fu un gesto di Eléonor a decidere il percorso futuro di tutti loro.
Repentina si avvicinò ad André e affondando le mani nei suoi capelli corvini, andò col volto teso alla ricerca delle sue labbra.
Labbra da prima timide ed ingenue che poi si schiusero audaci alla ricerca del bacio interrotto la volta precedente. 
Per qualche attimo, qualche secolo, André dimenticò tutto e si abbandonò alle onde di quel momento che lo schiantavano senza sosta contro le rocce della sua disperazione. Per un po' riuscì a credere di aver trovato la pace tanto auspicata, fu davvero poco. 
"No, Elé non posso..."
Oscar questo non lo vide però, si fermò a quel bacio e chiuse la porta. Era fuori dal suo mondo, fuori da André e questo perché la sua ostinazione le aveva sempre impedito di vedere il legame che realmente la univa al suo attendente. La stessa persona che con lei aveva diviso una vita, adesso era un uomo e lei riusciva finalmente a rendersene conto. Troppo tardi.
Vederlo lì lasciarsi andare tra le braccia di un'altra era stato un duro colpo. Una ferita di cui sarebbe potuta perire lì davanti, André l'aveva sostituita con una cortigiana. Una donna che di sicuro con sapienza avrebbe saputo soddisfare i suoi bisogni.
Una donna cresciuta come una donna, una persona che di certo non si sarebbe lasciata pregare. Si maledì per essersi intrufolata lì e si maledì ancor di più per non aver arrestato le lacrime che come sale su ferite mai sanate le scorrevano sul viso.
Ma perché pingeva? Non era "solo" André quello che aveva visto? Lei non aveva diritti su di lui, doveva accettarlo.
Cercò dentro di sé la forza per rianimarsi quando sentì la porta della camera adiacente aprirsi con un sinistro cigolio.
"Ciao, Marguerite! E' sempre un piacere venirti a trovare, a presto!"
"Ciao, Alain...quando vuoi..." le voci impastate dal piacere erano ammorbidite, ma il tono di Alain era inimitabile. 
Doveva nascondersi, non aveva tempo di pensare, ma dove?
 Poi la vide, la porta più vicina recava un fazzoletto giallo attaccato alla consunta maniglia. Entrò, non sapeva ancora in che guaio si era andata a cacciare.
Fulminea chiuse la porta e ciò che vide le fece capire di esser finita in un grosso guaio.
Una cortigiana non propriamente vestita intenta a ricomporsi.
"Ehi, tu! Non si bussa? Non hai visto il fazzoletto giallo? Significa che non sono ancora pronta a ricevere!"
Oscar si scusò con un cenno del capo, il cappuccio scivolò via rivelandola.
"Oh, ripensandoci...che bel soldato! Con te verrei anche senza compenso..." seguì una risata carica di malizia che ad Oscar non piacque affatto, la ragazza cominciò a girarle intorno come un leone che avvista la sua preda.
"A dire il vero, io..." si era cacciata in trappola da sola, che idiota!
"Mettiti comodo, su!" con forza sorprendente la cortigiana spinse un'Oscar sempre più disgustata e allarmata contro il letto...
"No, non hai capito, ho sbagliato stanza...devo andare", la porta era fuori discussione...doveva fuggire dalla finestra.
"Uffa, alle altre tutto il divertimento e a me? Sono brava sai?"
"Non lo metto in dubbio..." ma cosa le toccava dire e sentire? Non avrebbe più messo piede in un bordello in vita sua! Approfittò del momentaneo gongolare di quell'assatanata per dire "Ma vedi se mi trovano qui saranno guai...fammi scappare dalla finestra e prometto che tornerò!" 
"Promesso?" quel tono languido le imponeva di fuggire, Oscar annuì e tanto bastò per convincere la sua nuova spasimante.
Una volta fuori lasciò che l'aria fresca le lacerasse i polmoni, per le prigioni della mente c'era tempo...adesso doveva solo correre e precedere André e gli altri.


André era ancora a metà tra lo scombussolato e il soddisfatto quando si avviò verso l'uscita con Alain, stava già calcolando quante ore sarebbe riuscito a dormire...
"Ehi, tu!" André si voltò sorpreso, "Sì?"
"Il ragazzo che era con voi, dov'è?"
"Quale ragazzo?"
"Quello che vi ha raggiunti poco dopo... Mi pare fosse biondo..."
André batté le palpebre confuso, non c'erano giovani biondi con loro...
Sgomento si rese conto che solo una persona poteva averli seguiti.
Oscar.
  
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