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Autore: maude17    16/09/2012    7 recensioni
Città nuova, amici nuovi, scuola nuova. Andare a vivere a Bayville era un proprio e vero cambiamento per Caroline Ryan, ma è proprio ciò a cui sua madre l’aveva costretta. E ora Caroline era obbligata a lasciare il suo migliore amico, Justin, e tutta la sua vita per andare in Tennessee. Tutto però nella nuova scuola sembra smentire quello che aveva letto su internet, ma niente è come sembra, come le aveva ricordato Derek, un compagno di scuola; infatti tutto inizia a peggiorare dall’arrivo di Scott Lafferty, giocatore di football incredibilmente bello quanto stronzo, che insieme alla sua banda di bulli la iniziano a tormentare senza un evidente motivo. E il fondo viene toccato in quel maledetto giorno in cui tutto a scuola cambiò.
E cosa può esserci di così grave da far mettere da parte i rancori reciproci di Caroline e Scott?
Cosa può accadere da far ribaltare la situazione e da far apparire Scott per quello che è davvero e non solo per lo stronzo della scuola?
E quando Caroline si accorgerà di non odiarlo più come prima, che accadrà?
In fondo lei era una normalissima nuova arrivata.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 1___Il primo giorno, di nuovo




-Ciao, tu devi essere la ragazza nuova!-, una ragazza alta come un tappo mi si parò davanti spaventandomi e facendomi quasi cadere dalle mani la mappa della nuova scuola.
-Si, mi chiamo Caroline-, dissi tendendole la mano.
-Felicia, piacere-, rispose stringendomela con la sua. –Sono la presidentessa del comitato di benvenuto per le nuove iscrizioni-, disse con un sorrisino a trentadue denti e con una voce squittente scompigliandosi leggermente le punte dei lunghi capelli neri.
Io annuii semplicemente facendole segno di andare avanti.
-Sono qui per ricordarti che se ti servisse aiuto per qualsiasi cosa, compiti, libri, scorciatoie per arrivare in classe, commenti imbarazzanti sui vari professori o anche solo compagnia per il pranzo, questo è il mio numero di cellulare, non esitare a mandarmi un messaggio-, mi sorrise cordiale lei porgendomi un foglietto sul quale aveva scritto appunto il suo numero.
Lo presi timida e le sorrisi. –Grazie mille-
Era una ragazza così gentile che mi meravigliai sinceramente degli articoli che avevo letto precedentemente su internet dove decretavano quella scuola come un covo di criminali adolescenti.
-Che cos’hai alla prima?-, le chiesi. A parte la voce un po’ troppo squillante era l’unica persona che “conoscevo” in quella scuola e ci tenevo a fare amicizia.
Dovevo mettere da parte per una volta la mia insicurezza.
-Inglese-, sbuffò.
-Oh-, mormorai delusa.
-Che c’è? Tu che hai?-
-Storia-, mi morsi un labbro. Nonostante storia fosse la mia materia preferita, insieme a matematica, avrei preferito avere la prima ora insieme a lei, almeno non sarei stata da sola tutto il tempo ad arrossire in continuazione.
-Sei con il professor Miller? Nell’aula 108?-
Annuii solamente.
-Oh beh allora sei vicina alla mia, io sono alla 112! Ti accompagno?-
-Certo! Mi farebbe molto piacere, sai, sono un po’ terrorizzata-
-Noo! Non si capiva-, ridacchiò ironica.
Risi anche io mentre l’affiancai dopo aver chiuso il mio armadietto, e ci incamminammo insieme verso l’aula.
-Il professor Miller è il professore più buono di tutta la scuola, è come un secondo padre per tutti noi. Fidati, entro poco tempo lo adorerai!-
-Spero, adoro storia!-, esclamai entusiasta.
Per un po’ di tempo camminammo in silenzio, mentre delle orde di ragazzi ci passavano accanto: chi ridendo tranquillamente, chi correndo perché in ritardo per la lezione.
La nuova scuola non era male, certo a parte l’orribile colore giallo crema che ricopriva praticamente tutte le pareti e i banchi di un orribile verde oliva; ma a parte il pessimo gusto di chi l’aveva arredata era una bella struttura. Le aule erano grandi ed erano presenti molte vetrate che illuminavano l’ambiente. Un’altra cosa positiva di quella scuola era l’assenza delle divise scolastiche: una cosa che proprio non rimpiangevo della vecchia scuola. Infatti a Durstend ci facevano indossare orrende divise blu acceso: gonna, camicetta bianca, giacchetta (solo in inverno) e ballerine per le ragazze; pantaloni, camicia bianca, cravatta e giacchetta (anche questa solo in inverno) per i ragazzi. In poche parole eravamo un esercito di enormi Puffi.
-Come mai vi siete trasferiti?-, interruppe i miei pensieri Felicia.
-Vuoi la verità? Non ne ho idea. Mia madre un giorno è saltata su con il voler cambiare vita perché si era stancata della solita cittadina di campagna e così abbiamo fatto i bagagli e siamo partite-
Lei mi guardò allibita per un attimo. –E tuo padre l’ha seguita così? Senza dire niente?-
Abbassai leggermente lo sguardo. –Mio padre è morto due anni fa. Tumore-, mormorai triste.
-Oh … mi dispiace Caroline, non volevo-
-Tranquilla, non potevi sapere-, sorrisi debolmente.
La verità era che parlare di mio padre era ancora molto difficile, quasi come se fosse morto solo da una settimana e non da due anni. Il cancro alla prostata lo aveva distrutto e io e mia madre lo avevamo guardato spegnersi ogni giorno sempre di più fino al suo ultimo respiro il 5 settembre.
Sospirai pesantemente e poi chiesi a Felicia della sua di famiglia.
-Oh, non siamo niente di speciale. Mia mamma è una di quelle donne tutto lavoro e non la vedo quasi mai, in poche parole vivo solo con mio padre … e mio fratello ovviamente-, sorrise dolcemente.
-Come si chiama?-
-Sean, ha un anno in meno di me e lo adoro, è il mio schiavetto-
Ridemmo entrambe e subito dopo Felicia si fermò.
-Eccoci, aula 108! Buona lezione, Caroline! Ci vediamo a pranzo se ti va-, mi salutò mentre si allontanava quasi di corsa: di sicuro era in ritardo per colpa mia.
-Sicuro! Grazie ancora!-, esclamai salutandola con la mano ed entrando in classe per la mia prima lezione.

Finalmente la campanella di inizio pausa pranzo era suonata. Stavo scoppiando e mi girava la testa. Troppi nomi, troppi programmi con cui mettermi in pari, troppe presentazioni imbarazzanti.
Certo, Felicia aveva detto che il professor Miller era adorabile, ma dopo l’imbarazzante figura di quella mattina con la presentazione che mi aveva obbligato a fare, ero sicura che lo avrei odiato a morte. Alla seconda e terza ora avevo inglese e la professoressa Halliwell era una donna davvero simpatica! Alla quarta avevo avuto biologia, già la materia di per sé era orribile a mio parere, insegnata poi da quel mollusco del signor Collins lo sarebbe stata ancora di più.
Entrai in tutta fretta nella mensa: tutte queste novità mi avevano messo un certo languorino. Presi il mio vassoio e mi misi in fila, mentre con lo sguardo osservavo la stanza. Era davvero grande, piena di tavoli rossi a cui erano seduti tutti i vari gruppetti della scuola: ma fin qui nessuna novità.
-Ciao cara, che cosa desideri?-, mi chiese gentilmente la signora della mensa, una donna sulla cinquantina, un po’ in carne, con i capelli grigi raccolti in un elegante chignon e coperti da una retina.
-Un po’ di crocchette di pollo e l’insalata grazie-, le sorrisi.
-Ecco a te, buon appetito!-, mi servì tutto in due ciotole separate che mi porse e che io appoggiai sul vassoio bianco che avevo preso. Mi allontanai velocemente per fare spazio agli altri e andai a prendermi un succo di frutta e con lo sguardo cercai Felicia: al tavolo con altre due ragazze e un ragazzo.
Timidamente mi incamminai verso di loro.
-Ciao!-
-Ciao Caroline! Siediti pure! Loro sono Derek, Allison e Mara-, mi presentò gli altri che mi salutarono sorridendomi quando vennero nominati dall’amica.
Mi sedetti e bevetti un sorso di succo.
-Allora Caroline, com’è andato il tuo primo giorno di scuola?-, mi chiese Allison.
-Te lo dirò con sicurezza quando sarà completamente finito-, sorrisi. –Per il momento non c’è male comunque-
-Piano a dirlo. Appena scoprirai gli oscuri segreti della Bayville!-, disse sarcastico Derek.
-Derek! Non dirle così che la spaventi ancora prima di incominciare!-, lo richiamò Mara.
-Che oscuri segreti?-, chiesi curiosa.
-Non intendeva niente, esagera sempre-, sbuffò Felicia.
-Okay, oscuri no. Ma niente è come sembra qui-, riprese serio lui addentando un pezzo di pane.
Okay, quel ragazzo metteva i brividi.
-Non fare il tragico-, ridacchiò Mara.
Io sorrisi debolmente e incominciai a mangiare l’insalata.
-Allora Caroline! Raccontaci un po’ di te!-, esclamò Allison entusiasta.
E il pranzo passò così: io che parlavo della mia vita e loro che mi ascoltavano curiosi facendo qualche commento.
Dopo circa un’ora ci salutammo e io mi diressi alla palestra: solo due ore di ginnastica e finalmente a casa! Appena vi giunsi andai nello spogliatoio dove un gruppo di ragazze mi guardarono curiose.
-Tu devi essere la ragazza nuova!-, esclamarono e una, dopo che ebbero fatto un breve giro di presentazioni, mi si avvicinò. Non mi ricordavo già più il suo nome e dire che me lo aveva detto solo due minuti prima. La ragazza notando la mia espressione confusa dovette capire il mio piccolo intoppo.
-Sono Danielle-, ridacchiò porgendomi la mano.
-Piacere! Caroline come avrai capito!-, sorrisi.
-Allora, come ti trovi qui?-
-Non male per il momento, sono tutti disponibili-
-Certo, aspetta e vedrai-
-Che significa? Sei la seconda persona che mi da un avvertimento del genere oggi-
-Niente, voglio solo dire che non proprio tutti lo sono. C’è un gruppetto a scuola di bulli che hanno creato non poco scompiglio-
-Ecco di che parlavano gli articoli che ho letto su internet-
-Si …-, mormorò con un sorriso amaro mentre uscivamo dagli spogliatoi. –Sono come la macchia nera della Bayville-, sbuffò.
-Beh, niente è perfetto no?-
Lei rise allegra. –Si, mi piace il tuo modo di pensare!-
Mentre mi guardavo intorno notai in disparte un ragazzo molto alto, castano, con un paio di cuffiette nelle orecchie che si scaldava le caviglie. Era bello, accidenti se lo era. Naso perfetto, mascella squadrata, labbra non troppo carnose e simmetriche, leggermente abbronzato, con le spalle da nuotatore di delfino e una vita sottile, con due gambe muscolose e chilometriche. Sarà stato un metro e novanta, un metro e novanta di tanta roba.
-Attenta che fra un po’ ti esce la bava alla bocca!-, mi richiamò Danielle.
Mi ricomposi subito e, arrossendo, spostai lo sguardo.
-Si chiama Scott Lafferty e indovina?-
-Capitano della squadra di football, fidanzato con la capo cheerleaders?-
-Noo! Ma come hai fatto ad indovinare?-, ridemmo entrambe di gusto mentre una ragazza castana con i capelli lisci come degli spaghetti si spappolava contro le labbra del sopracitato. Si poteva vedere perfettamente la lingua di lei che entrava nella bocca di lui. Da voltastomaco.
-Sto per vomitare-, dissi per l’appunto.
-Ti ci dovrai abituare! E si stanno anche contenendo-
-Addirittura?-, chiesi ironica mentre incominciavamo a correre per la palestra.
-Si, sono da rinchiudere. Fanno schifo dal gran che sono molesti-, sbuffò.
Ridacchiai leggermente. Si da rinchiudere, magari solo lei, lui era troppo bello per non essere visto.

Ginnastica passò, bene o male, in fretta, Danielle era molto simpatica e mi ispirava fiducia, al contrario del signor James che sembrava il tipico insegnante schiavo del football e maschilista.
Il nostro bellissimo compagno non aveva fatto un bel niente in quelle ore, correva e basta ascoltando musica con un’aria molto da “sono figo, guardatemi e invidiatemi”. Si, bello e presuntuoso, ovvio.
Dopo essermi data una sciacquata e aver salutato Danielle, mi incamminai verso la mia macchina, quando venni richiamata da una voce maschile.
-Ehi, ragazza nuova!-, mi voltai e mi bloccai sul colpo. Era Scott Lafferty.
Che voleva da me? Perché mi parlava? Ero già in iperventilazione.
-S-si?-, balbettai.
-Sai, hai proprio una bellissima maglia bianca-, esclamò un suo amico appena spuntato dal nulla e con le mani dietro alla schiena.
Lo guardai come se fosse scemo. –Eh?-, mi guardai la maglia.
-Già, mi dispiace quasi-
-Ti dispiace che?-, alzai lo sguardo ma non feci in tempo, vidi tutto rosso.
E un attimo dopo qualcosa di gelato mi si infranse addosso, sui vestiti, sui capelli, sulla faccia. Succo d’arancia rossa, dal sapore.
-Benvenuta alla Bayville!-
Mi pulii gli occhi con le mani e li aprii in tempo per vedere l’amico di Scott buttare nel pattume un bicchiere di carta e lo stesso Scott sghignazzare battendo una pacca sulla spalla al suo amico.
-Ora andrà a casa a piangere!-, esclamò.
Io ero ancora pietrificata sul posto senza dire una parola mentre le risate di chi mi era intorno mi incominciarono a giungere all’orecchio. Mi guardai intorno spaesata e appena mi ripresi corsi via, cercando di trattenere le lacrime per l’umiliazione appena subita. Mi rintanai in macchina e ne feci cadere solo alcune, per la frustrazione.
Stavo quasi per pensare che dopotutto quel giorno non era andato male, ma sapevo che non era detto niente finché non avessi raggiunto camera mia. E come volevasi dimostrare: avevo ragione.
Una cosa era sicura, pensai mentre mettevo in moto, me l’avrebbero pagata.



Spazio dell’autrice:

Salve a tutti! :D

Eccomi qui, come promesso dopo tre giorni col primo capitolo!
Qui si inizia a intravedere la figura maschile :D Scott Lafferty! <3
Io personalmente lo AMO e me lo immagino come questo ragazzo:
Caroline invece me la immagino molto simile alla bellissima Hayden Panettiere *w*
Mi farebbe piacere sapere che ne pensate e come ve li immaginate voi :D
Inoltre vi consiglio di non lasciarvi ingannare dalle apparenze, come dicono anche i nostri personaggi :3
Si inizia anche ad intravedere anche un po’ di più del carattere di Caroline e appaiono tre personaggi importanti: Felicia, Danielle (che saranno le compagne di avventure della povera Car) e Derek (ricordatevi bene questo nome perché non sparirà :D).
Beh allora, spero che vi sia piaciuto questo capitolo e che continuerete a leggere di Caroline e Scott :D
Se volete lasciare un commento è sempre bene accetto così posso sapere le vostre opinioni e correggerlo dove è meglio! :3


Alla prossima settimana! :D


MaudeScott.
  
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