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Autore: SilviAngel    17/09/2012    10 recensioni
Qualcosa di assurdo era successo.
Per quanto Stiles fosse oramai avvezzo a considerare l’assurdo la sua quotidianità, quello era troppo anche per lui.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Scritto e pubblicato di getto, se è pieno di ORRORI ditemelo e domani lo rimetto a posto.
Buona lettura.

 
Cap. 3
“Strategie da cucciolo”
 
Osservando Derek che ancora ringhiava alla volta della finestra, via di uscita ovvia e naturale di Isaac, Stiles si avvicinò “Resta qui. Vado ad accordarmi per domani con mio padre e torno” e si fiondò di sotto.
 
“Ehi pa’” lo riscosse dall’ascolto della TV “tutto ok, era solo la finestra che sbatteva per il vento. Beh, io vado la letto. Domani… a che ora vai in ufficio? Io rientrerò dalla scuola prima perché due insegnati sono impegnati in corsi fuori sede, che ne facciamo di Derek?”
“Figliolo, io devo essere in centrale per le nove e devo darti ragione, quel cucciolo sembra addestrato, quindi penso che potremo lasciarlo libero nel giardino sul retro. Prima di andare gli lascio cibo e acqua” e tornando a seguire la trasmissione sportiva, augurò la buona notte al ragazzo.
 
Rientrato in camera socchiuse la porta e si lanciò sul letto.
“Domani mattina dovrai restare per un po’ con lo sceriffo, ti conviene comportarti bene. Ha detto che ti lascerà scorrazzare libero nel prato dietro casa, almeno non starai al chiuso, immagino che non ti piacerebbe”
Un woaf sancì l’accordo, appena prima di riprendere quegli uggiolii strappalacrime che Derek aveva scoperto funzionare alla perfezione con gli umani.  Beh almeno con gli umani che non sapevano chi lui fosse in realtà, ma valeva la pena tentare e puntando le zampe sulla trapunta che sporgeva dal letto iniziò la recita.
 
E Derek si appuntò che non era rilevante se l’umano fosse a conoscenza o meno del fatto che lui era un lupo grande, grosso e cattivo: gli occhi da cucciolo battevano qualunque consapevolezza e infatti dopo neppure una manciata di secondi, eccolo alzarsi in volo verso la superficie morbida e accogliente del materasso.
Stiles lo adagiò accanto a sé, portando poi le braccia in alto e usando le mani come appoggio per la nuca.
Il moro approfittò di questa posizione e si stese lungo il torso, piegando il collo e appoggiando il muso esattamente dove sentiva martellare il suo cuore e per destarlo da pensieri che sembravano averlo portato lontano – e la paura e il fastidio che questi lo stessero accompagnando verso un altro lupo erano in crescita costante – borbottò qualche verso casuale.
Il ragazzo volse il capo puntando il mento sul petto “Che c’è?”
Il maggiore non sapeva come fargli intendere che desiderava gli raccontasse cosa diavolo fosse successo in quella stanza. Tra la rabbia che montava con furia e il proprio abbaiare nelle orecchie, Derek non aveva captato le parole, ma solo il battito dei cuori e aveva poi visto il viso arrossato di Stiles, gli mancavano troppi tasselli e non voleva mettersi a immaginare.
Provò a rilasciare un piccolo ringhio, forse così il castano lo avrebbe ricollegato a quelli sentiti poco prima.
 
Derek stava iniziando a considerarsi un fottuto genio delle tecniche canine. Anche questa volta riuscì nel suo intento e Stiles partì a raccontare come un treno.
“Non so perché stessi abbaiando, ma penso avessi intuito che non fossi solo. Quando sono entrato e mi sono trovato Isaac davanti, non sapevo che pensare. Fino ad ora eri l’unico a comparirmi in camera ad orari inopportuni, è sempre stata una tua personale prerogativa” e avvertendo la testolina muoversi sul proprio torace, come prima sul divano, una mano abbandonò il precedente posto e riprese ad accarezzarlo lentamente.
“Derek” attirandone l’attenzione per poi continuare “so che non è facile comunicare… ma alla fine un giorno è già passato! Non è andata tanto male, vero? Cioè immagino sia stato un trauma, ma sei vivo e al sicuro. Poi domani è venerdì, ho la giornata breve al liceo e poco dopo pranzo sarò a casa”
 
Finendo di parlare, Stiles si spostò mettendosi su un fianco, continuando a coccolarlo “Nel pomeriggio se ti va possiamo… non lo so… decidi tu, ma anche decidessi non potresti farmelo sapere. Merda!” e tornando con la schiena al letto si coprì il viso con entrambe le mani.
Derek non seppe spiegarsi questo gesto e si mise in piedi.
“Cazzo! Sono nei casini!” spostò di poco le mani e vide Derek che lo fissava in attesa di capire di cosa stesse parlando e così Stiles decise di confidarsi “Isaac mi ha chiesto di… non è vero, in realtà non ha domandato si è limitato ad informarmi che domani mi passerà a prendere alle otto. Alle otto! Capisci? Detta così suona in modo stupido, certo non è l’ora il problema… il problema è che… è che…”
Il ragazzo si interruppe perché un ringhiare nato come un sussurro stava lentamente diventando un suono cupo e così stonato se rapportato al cucciolo che era lì con lui “Derek? Calmati, sono io quello che dovrebbe ringhiare dalla frustrazione! Ma ti rendi conto? Io, io uscire con quel… quel… Ok, non è niente male a seguito della cura di ormoni lupeschi che gli hai fornito. È simpatico e dolce, a modo suo! E poi è dannatamente sexy, non come t… OMG! Sentimi, sembro una checca mestruata!” i ringhi salirono ancora di tono e abbassando lo sguardo, Stiles vide luccicare nella penombra le zanne e gli occhi volgere lentamente al rosso.
Deglutendo preoccupato, il castano si mise seduto e allungò cauto e lento le mani verso i lati del muso circondandolo con tocco leggero e bisbigliò “Derek, calmo… shh… calmo” e fissandolo negli occhi, poco per volta riuscì a placarlo.
“Sai che faccio? Vado a farmi una doccia, non che mi serva una doccia fredda, sia ben chiaro, ma potrebbe essere utile per schiarirmi le idee. Resta qui, ok?” e alzandosi uscì dalla stanza.
 
Pochi minuti dopo, dallo spazio al di là della parete giunse il rumore dell’acqua che scorreva.
Dannazione, Derek si era lasciato prendere la mano da… da quel casino di pensieri che gli frullavano in testa da quando aveva visto Stiles messo alle strette dal beta in quel vicolo. Nessuno doveva neppure provare a pensare di fare una cosa del genere perché… quel ragazzino logorroico, petulante e ipocondriaco era affar suo. Solo e unicamente affar suo!
La cosa complicata, visto l’attuale sua situazione, stava nel farglielo capire o quanto meno nel rovinare la serata ad Isaac.
In quell’istante il suono dell’acqua in caduta si arrestò e poco dopo Stiles, con solo un asciugamano rosso fuoco legato in vita, apparve nella camera. Volse le spalle a Derek e si mise a cercare qualcosa nei suoi cassetti.
Dove diavolo teneva nascosto quelle spalle e quegli addominali? Si ritrovò a pensare Derek mentre si faceva violenza distogliendo lo sguardo, dato che, come un lampo, si era ricordato che i cuccioli non portavano i pantaloni e non poteva correre rischi!
 
“Non guardarlo! Non guardarlo!” si ripeteva nella testa il moro “Guarda altro, oh toh! La luna… bravo, guarda la luna fuori dalla finestra” e quando finalmente quel disco d’avorio aveva occupato i suoi occhi, ecco che la voce di Stiles lo chiamò e continuò a farlo fino a che non ne ottenne l’attenzione “Domani tocca anche a te! Ora non ho tempo, è tardi e voglio andare a dormire, ma domani non bel bagno non te lo leva nessuno!” e con in mano quello che con tutta probabilità era il suo pigiama, intimò al lupo di voltarsi “Forza girati! Devo cambiarmi”
 
Derek ringraziò l’ordine e si dedicò a studiare con attenzione ogni centimetro del muro e quando sentì dei rumori, pensando che avesse finito, si rigirò. Errore!
O meglio vi era uno Stiles in boxer che con tranquillità si muoveva da un capo all’altro della camera per rimettere insieme l’occorrente per la scuola e Derek non gli guardò il sedere, no!
Neppure un po’!
“Dio, doveva pure avere un culo da infarto!” gli suggerì quella mente distorta che il moro si ritrovava e per tentare di salvare il salvabile, si abbassò e infilò il muso sotto il bordo del cuscino, portando le zampe a coprirne i lati, così da fuggire ogni tentazione di sbirciare.
 
“Oh my God! Derek! Non dirmi che ti ho traumatizzato? Ahahah… sono solo in mutande! Aspetta… dove diavolo sono finiti i pantaloni? Ah eccoli!” dopo qualche secondo riprese “Ecco ora sono presentabile, puoi guardare”
E lui lo fece, secondo errore.
Stiles era ancora lì mezzo nudo! Ed era così attraente che Derek tornò a fissare il muro stendendosi su un fianco.
 
Maledicendosi mille e mille volte per quei pensieri che vorticavano impazziti, Derek avvertì il materasso muoversi a causa del corpo di Stiles che si stava stendendo e una mano dannatamente grande e calda si mosse sul suo dorso e sul fianco “Ehi, si può sapere che ti è preso? Forse è perché è tanto tempo che sei abituato a stare da solo. Ti sei dimenticato cosa significa dividere i tuoi spazi con altre persone. Ok, a volte è tremendo, ma spesso è piacevole, ti fa sentire parte di qualcosa”
Mentre le parole del ragazzo si infrangevano sul musetto del lupo, immagini di una vita precedente inondarono la mente di Derek: la sua bella casa, piena di voci e di risate, a volte di urla di suo padre quando lo faceva arrabbiare; il pavimento sempre sporco di impronte infangate, la madre che si lamentava dalla cucina e il profumino del pranzo appena preparato. Tutte cose che non erano più.
Derek si girò pancia sotto, stendendo le zampe anteriori e lasciandoci cadere sopra il capo.
“Domani sera farai il bravo qui a casa?” domandò con speranza il giovane.
Sovrappensiero, il moro scosse la testa a destra e a sinistra.
“Cosa diavolo fai?” quasi urlò guardandolo con occhi sgranati “Non azzardarti a farlo quando c’è mio padre! Ma sei scemo a rispondere così? Lasciamo perdere, se non vuoi restare qui, posso portarti per qualche ora da Scott?”
Derek fece di nuovo per negare, ma si trattenne e alzando gli occhi verso il viso di Stiles, sfoderò la sua arma migliore: lo sguardo da cucciolo infreddolito e abbandonato sul ciglio della strada.
“Non ci provare, non attacca!” e mettendosi supino si sottrasse allo sguardo struggente.
Con assoluta nonchalance, Derek iniziò a strisciare sempre più verso il fianco scoperto di Stiles finché non vi aderì.
“Ehi” si limitò a dire Stiles abbassando un braccio e infilando le dita nella sua pelliccia “Lo sai che sei diabolicamente morbido?”
A quelle parole, il lupacchiotto si strusciò sulla sua pelle nuda e avvertì con chiarezza il brivido che ne scaturì.
“Quando tornerai in te, avrò materiale per ricattarti per i prossimi quindici anni, lo sai vero? Ahahah… ma ora è meglio dormire, domani sarà una giornata lunga e difficile! Derek… ultima cosa poi ti lascio in pace”
E il cucciolo volse la testolina verso il ragazzo, che quasi imbarazzato cercò di guardare altrove “Ma se domani sera dovessi… diciamo difendermi da un approccio un po’ eccessivo, c’è qualcosa che potrei fare? Oltre a riempirmi le tasche di strozzalupo! Isaac è troppo forte per me!”
Le labbra del moro si tirarono mostrando i denti – chiaro sintomo che non fosse entusiasta di tale eventualità – e pensando a come far capire cosa aveva in mente, decise di osare.
Si alzò sulle zampe e dopo aver appurato di avere su di sé gli occhi castani, con la zampa posteriore sfiorò il cavallo dei pantaloni di Stiles.
“Mi stai consigliando un calcio nelle palle?” domandò ironico.
Scosse il muso.
“E allora cosa?” sempre più incuriosito.
Mosse allora l’arto anteriore e con questo diede due buffetti sull’addome del ragazzo.
“Non capisco Derek”
Il lupo ripeté il gesto lasciando più tempo tra i due tocchi affinché comprendesse che non erano in numero casuale.
“AH! Non uno, ma due calci nelle palle?”
Derek annuì.
 
 
   
 
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