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Autore: Finnick_    19/09/2012    1 recensioni
Panem: i Giochi non esistono più. Capitol City è stata sconfitta.
E' la verità? Oppure l'attuale governo mantiene ancora fredde apparenze che facilitano la rinascita di una nuova generazione?
Mellark-Everdeen, Odair-Cresta. I ragazzi di una generazione che sfiderà la nuova Capitol 13.
Che gli Hunger Games risorgano, tributi.
Ambientazione: dopo "Il canto della rivolta".
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Forse l’ha detto perché sa che per noi è finita e che possiamo solo contare sulla salvezza di Merope e Chays.
Forse l’ha detto per farmi sentire meno sola, per sentirsi meno solo. Ma glielo leggo negli occhi chiari: non è il segno della resa. Non molla.
Continuo a guardarlo mentre estraggo una freccia dalla faretra.
-al mio tre- mi dice. Io annuisco cominciando a sentire la tensione farsi più tagliente di una lama.
-uno- alza il tridente a mezz’aria. Continuiamo a guardarci negli occhi e in un attimo mi attanaglia il terrore di non voler più distogliere lo sguardo.
-due- Sono tutti troppo vicini. Riesco quasi a sentire la lama della lancia di Wenna sulla mia pelle. Sto per incoccare la freccia, ma Finnick mi trattiene.
-due- ripete, come incitandomi a sopportare qualche altro secondo di attesa.
Vedo il tridente di Grun che si avvicina pericolosamente a Finnick.
E’ allora che lui grida: -tre!-
Lo faccio: abbandono il suo sguardo. L’ho bevuto tutto fino all’ultima goccia, l’ho intrappolato dentro di me. Adesso mi accompagna, da questo momento fino alla mia morte imminente.
Mi volto di scatto e lancio la prima freccia. Ferisco di striscio la ragazza del 2 che mi sta correndo contro come una furia. Intanto la lancia di Wenna mi ha trovata.
Lancio un urlo che spezza la confusione delle armi che cozzano e mi prendo la gamba con entrambi le mani, facendo ciondolare l’arco. Estraggo piano la lancia dalla gamba e mi mordo le labbra mentre sento il dolore incredibilmente acuto che mi squassa il corpo. Il sangue scende a fiotti, ma non ho il tempo di rifletterci su.
Wenna, disarmata,  si lancia addosso a me e mi atterra.
Rotoliamo per qualche metro finchè non sbatto con la schiena contro la Cornucopia. Non sento più la gamba o forse sento troppo dolore per rendermene conto.
Wenna mi preme con le sue braccia robuste contro la superficie di metallo e io non ho la forza di replicare.
-troppo facile- mi dice in faccia, quasi ridendo.
 Allunga un braccio a cercare la faretra alle mie spalle e in quel momento allenta la presa sul braccio sinistro.
Trovo la forza di tirarle un pugno in pieno volto, facendola rantolare di lato. Non stacca la presa dal mio braccio destro, ma afferro una freccia nella faretra con l’altro e la uso come coltello. La infilo nel braccio che mi tiene ferma. Lei molla improvvisamente la presa e grida di dolore tenendosi il braccio.
Mi alzo con una fatica immensa, cercando ti tenermi in piedi sulla sola gamba funzionante.
Rimango appoggiata alla parete della Cornucopia e intanto stordisco Wenna con un calcio più forte possibile diretto alla sua scatola cranica.
Non sento nessun colpo di cannone, quindi non è ancora morta, ma per il momento non mi da più fastidio. Poi alzo lo sguardo al di là del corpo di Wenna e vedo Finnick che combatte da solo contro la ragazza del 2 e Grun. Lei si tiene il braccio che le ho ferito e Finnick riesce, in un momento di libertà dagli attacchi di Grun, a trafiggerla col tridente. Adesso il cannone spara un colpo. Per la ragazza del 2. Poi altri due, ma non riesco a capire a chi siano diretti.
Intanto Grun è tornato all’attacco e ha colpito allo stomaco Finnick con il manico del tridente. Finnick cade sulle ginocchia e Grun lo stende del tutto con un una ginocchiata ben mirata sotto il mento.
Scatto immediatamente e mi getto addosso a Grun. Gli sono attaccata addosso come una sanguisuga e lui si dimena e agita il tridente in aria per togliersi il mio peso di dosso.
Solo che Finnick non si rialza.
Respira a fatica e si contorce in lenti movimenti.
Grun mi molla una gomitata e finisco a terra dietro di lui.
Si volta verso di me, stesa a terra e impotente, e mi sputa addosso. Cerco di indietreggiare spingendomi coi gomiti e la gamba sana, mentre Finnick si rialza e chiama l’attenzione del tributo del 10 su di se.
Grun, al centro tra noi due, si allontana di poco per squadrarci meglio e ride:
-tutti e due gli eroi di Panem alla mia mercè-
Cerco di alzarmi, ma non ci riesco. La gamba fa troppo male e la mia vista comincia ad annebbiarsi.
“Qui muori tu, Mellark. Qui muoio io” le parole di Finnick mi ronzano in testa come un’orrenda profezia.
-lui- dice indicando Finnick col tridente.
-e lei- mi punta la sua arma contro.
-chi uccido per primo?- continua beffardo. Ce la farà, penso. Chiunque uccida prima sarà uno strazio per l’uno o per l’altra.
-cominciamo dall’affascinante Finnick Odair- dice poi, dandomi le spalle –la Mellark non si alzerà ancora per un po’- conclude.
Non vedo più Finnick, Grun adesso è davanti a me e mi è d’impedimento anche solo per lanciare un ultimo sguardo a Finnick. Non so se è meglio o peggio non vederlo morire. Mi sento impotente. Le forze mi stanno abbandonando.
-Finnick- bisbiglio. Sento gli occhi riempirsi di lacrime. Poi vedo il tridente di Grun sollevato in aria. Sta per colpire. Chiudo gli occhi di scatto. Due lacrime mi scendono sulle guance mentre il tridente si abbassa.
Dopo pochi secondi il cannone spara un colpo.
Follia.
La follia mi pervade, non penso e non ragiono più. La follia è l’unica sensazione capace di restituirmi le forze per alzarmi, senza farmi sentire il dolore alla gamba e al naso che suppongo sia fratturato.
Incocco una freccia, miro al cuore di Grun e lancio.
L’ho colpito alle spalle, da vigliacca, ma non mi interessa. Lui ha ucciso Finnick, il mio Finnick.
Non grida, non geme. Ha un lieve rantolo di agonia e casca all’indietro verso di me.
I suoi occhi iniettati di sangue mi fissano terrorizzati.
-hai vinto, Stella Verde- ansima prima di rimanere pietrificato. Un altro colpo di cannone.
Non ho vinto proprio niente, penso mentre i miei occhi continuano a rimanere su quel volto orridamente esangue.
Ti ho ucciso, ma tu hai ucciso l’amore della mia vita. Ho perso. Ho perso in tutti i modi in cui potevo perdere. Quest’arena non ha più senso, tanto meglio morire.
Cade un’altra lacrima, che si deposita sul collo di Grun.
Quando alzo lo sguardo mi sento cedere.
E’ tutto il contrario di quello che credevo fosse successo: Merope è a terra, col tridente di Grun infilato nell’addome. Respira ancora e Finnick le sta estraendo lentamente le punte dal corpo insanguinato.
Mi avvicino e finisco in ginocchio accanto a lei. Lascio andare arco e faretra a terra.
-Rue- dice e allunga una mano verso di me. Gliela prendo e lei la stringe con decisione.
Finnick le tiene la testa in grembo e le sorregge le spalle un tempo così forti.
-si è sacrificata- dice Finnick, con voce spezzata –Grun non l’ha vista. Lei mi è saltata davanti e si è presa l’attacco diretto a me- Gli cade una lacrima.
Stringo anch’io la mano di Merope con tutte le forze.
-mi hai salvato la vita- le dice senza muoversi di un millimetro. Lei ridacchia:
-dovevate fidarvi un po’ di più di me- poi mi guarda –tutti e due-
L’ha sempre saputo, fin dal primo giorno in cui ci siamo conosciute e in cui siamo diventate alleate. Ha sempre saputo che non mi fidavo così tanto di lei. E adesso scopro che si è buttata a difendere Finnick, quando io non potevo.
-salvatevi, per piacere- continua –trovate il modo di andarvene, mi seccherebbe essermi fatta uccidere per niente. Chiaro?-
Io esito, non perché non voglia risponderle, ma perché la mia voce risulterebbe troppo incrinata.
-chiaro?- ripete lei.
-chiaro- rispondiamo all’unisono io e Finnick.
Merope continua a sorridere e ridacchiare. Poi non lo fa più. Non dice più niente e i suoi occhi fissano il cielo. Il rombo del cannone spara.
Un pensiero fulmineo mi passa per la testa. Se questo è il colpo per Merope, per chi era il primo che ho sentito? Non ho il coraggio di alzare lo sguardo, così aiuto Finnick ad alzarsi. Lui prende il tridente di Grun, guarda il bottone e sospira. Mentre ci dirigiamo verso la Cornucopia arrivano gli Overcraft che volano sulle nostre teste. Scorgo Chays appoggiato alla parete della Cornucopia, col volto pallido e l’aria sconvolta.
La spada nella sua mano è insanguinata.
Cinque bracci meccanici calano sulla piazza. Raccolgono Jack, dietro alla colonna, la ragazza del 2, Grun, Wenna (ecco per chi era il rombo del cannone), Liana e Merope. Solo ora mi accorgo della presenza della ragazza dell’8, ex compagna di Klinger. Dev’essere morta sotto i colpi di Chays o di Finnick. Assistiamo alla terribile scena del corpo straziato di Merope che viene sollevato fino a scomparire. Io, Finnick e Chays, adesso affiancati, baciamo tre dita della mano e le portiamo verso il corpo di Merope che sta scomparendo. Chays lo fa anche per Wenna.
Poi alzo il dito indice della mano destra al cielo.
Questo è il mio segno di riconoscimento e Finnick mi accompagna nel gesto.
 
Quella sera cadiamo tutti stremati a terra.
Siamo all’interno della Cornucopia, protetti da .. chi? Nessuno. Perché all’interno dell’arena siamo rimasti solo noi. Chays, Finnick ed io.
Ci è rimasto un solo zainetto. Ci mangiamo tutta la frutta secca che c’era all’interno e ci spalmiamo sulle ferite quel poco di medicina rimasta di Aldous e Haymitch. Pian piano il dolore si fa meno intenso, ma adesso abbiamo sete. Due sorsi ciascuno dalla borraccia e ci dobbiamo accontentare. Se vogliamo sopravvivere anche alla giornata successiva.
Adesso la domanda è: come ne veniamo fuori? Siamo rimasti noi tre. Ho accanto a me le persone che più amo al mondo. Immagino già mia madre e mio padre che piangono davanti alla tv per l’imminente scomparsa dei loro figli e immagino Annie soffocata dal dolore su una sedia solitaria.
Certo non ci uccideremo, quindi di cosa moriremo? Di fame e di sete.
A questo punto dobbiamo solo guardarci negli occhi e vederci morire giorno dopo giorno. In tutta Capitol 13 saranno già partite le scommesse per vedere chi sarà il primo che si porteranno via la fame e la sete.
La notte compare nel cielo il simbolo di Capitol City: mostra i morti di oggi, ma li conosciamo fin troppo bene e ci rifiutiamo di guardare.
Mentre ci lasciamo andare al buio della Cornucopia, una voce potente aleggia sulle nostre teste. La sentiamo per la prima volta dall’inizio dei Giochi.
-attenzione, tributi, attenzione. Vi comunichiamo che le arene A, B e C sono state .. chiuse, per la vostra sicurezza, essendo gli ultimi tre tributi rimasti. Buona permanenza nell’arena D. E possa la fortuna sempre essere a vostro favore-
E addio.
Siamo chiusi in un castello dove non abbiamo cibo e acqua e dove sanno perfettamente che non ci scanneremo fino alla morte. Ormai non ci stupisce più niente, nemmeno questo annuncio. Tanto non ci saremo mossi di un millimetro.
Proviamo a dormire, per ingannare quel poco tempo che ci rimane da vivere. Vorrei sapere come sta gioendo la Coin in questo momento. Il risultato che sta ottenendo è un’edizione degli Hunger Games con 24 caduti. E ci riuscirà sempre più man mano che i minuti passano.
Finnick mi tiene la mano per tutto il tempo. Non ci stacchiamo mai. Chays dorme sulle mie gambe e io ogni tanto gli accarezzo i capelli. Fisso il vuoto, non riesco a dormire quasi mai.
Quando sembra che i miei occhi si assopiscano finalmente un po’, Chays fa un improvviso scossone e mi fa muovere di scatto verso Finnick.
Sbatto contro qualcosa a terra e mi mordo le labbra per evitare di imprecare.
Quando guardo in cosa sono incappata, scorgo una maniglia.
Lascio la mano di Finnick che si sveglia piano. Sposto le nostre armi e la scatola vuota di frutta secca e rimango a bocca aperta.
Guardo Finnick.
-una botola- dico, capendo cosa può voler dire.
  
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