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Autore: DeaPotteriana    20/09/2012    3 recensioni
Questa fanfiction era già stata postata, ma ho deciso di riscriverla completamente, in quanto non mi sembrava...mia. Quindi questa è la Re-edizione de "L'Ultima Black".
E se Sirius Black avesse avuto una figlia?
Questa è una raccolta di avvenimenti della vita di Helena Kaitlyn Black, una vita difficile, passata nella rabbia, nel dolore e nella solitudine. Una vita passata senza genitori, con una famiglia dura e razzista e un padrino troppo buono per riuscire a gestire la figlioccia.
Questa storia narra di questo e di molto altro. Narra di un'amicizia eterna, una scuola che fa da casa e una Casa che non sembra adatta a Kait; parla di una guerra in arrivo, di lacrime trattenute a stento e di lutti strazianti. È solo una fanfiction, ma immaginate come sarebbe stata la vita della figlia di Sirius Black, se solo fosse esistita.
Non siete curiosi?
Vorrei dimostrare, in questa storia, che a volte il dolore toglie il fiato, che l'amore spesso non basta e che essere un eroe ha sempre il suo prezzo. Spero di riuscirci.
EDIT: STORIA INCOMPIUTA, NEGLI ULTIMI 2 CAPITOLI SPIEGO COME FINISCE.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Black, I fondatori, Il trio protagonista | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Isn't that what a great story does? Makes you feel?'
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Okay, ammetto che questo capitolo non mi convince un granché... è che volevo togliermi questo primo anno dal mezzo e passare avanti. Spero non sia una schifezza completa D:
( avverto che ho fatto un bel po' di salti temporali)

Tormenta, non mi odiare per il comportamento di Kait, ok? ç.ç Ci sto lavorando xD


Le parti in corsivo (in realtà qui c'è solo una frase xD ) sono il futuro, ok?

Enjoy!

:3

 

Il tempo passa

 

Kaitlyn sbuffò, fingendosi arrabbiata. “Ma non è possibile! Mi batti sempre!” esclamò accettando l’aiuto dato dalla mano di Jackson e rimettendosi in piedi. “Arrenditi, Kay! Non vincerai mai, non con me!”
“Ragazzi!” li richiamò Moody. “Gli esaminatori saranno qui a momenti. Preparatevi.”
Jackson sospirò. “O la va, o la spacca!” citò un proverbio babbano. Pareva spaventato, al contrario di Kaitlyn. Lei sapeva di poterci riuscire.
~
“Ce l’abbiamo fattaaaaaaaaa! Terranno aperto il progetto!” urlò Jackson abbracciando Kait e facendole fare una giravolta. “Sei stata grande!”
La Black rise di gusto, abbracciando l’amico a sua volta. Si sentiva bene, si sentiva leggera. Jackson non fece altro che complimentarsi con lei, sebbene il suo sorriso valesse più di mille parole.
Quello di Malocchio, però... quello valeva anni di allenamento.
~
Era sera e tutti i ragazzi erano rintanati nelle rispettive Sale Comuni. Fuori faceva davvero freddo, essendo gennaio; il vento si era alzato e il suo sibilo arrivava attutito alle orecchie di Kait, che guardava fuori dalla finestra, mentre decine di Grifondoro impiegavano il tempo in modi ben più intelligenti. C'era chi studiava, come Hermione, c'era chi giocava a scacchi dei maghi o chi rideva seduto sui divani accanto al fuoco, chiacchierando con gli amici.
Kait, isolata dagli altri, non si era mai sentita così sola. Grifondoro... mai aveva pensato di trovarsi così male in quella Casa. O meglio, lei era contentissima di essere lì e le piaceva tantissimo la Casa Rosso-Oro. A momenti le mancava il cugino e lo sentiva distante, ma pareva che l’intera Hogwarts si sforzasse per farla sentire accettata. Sebbene fosse l’Unità delle Case e avesse scelto lei stessa di stare a Grifondoro, quella sera Kait capì cosa voleva dire sentirsi fuori posto. La giovane Black era una ragazzina forte e coraggiosa, per quanto a tredici anni lo si potesse essere, ma al tempo stesso era riservata, ogni tanto fredda e spesso distaccata. Non era sicura che Grifondoro fosse la Casa giusta per lei. Ma allora qual era?
Kaitlyn era una persona laboriosa, che non aveva paura della fatica, né fisica né mentale; Tosca l’avrebbe accolta a braccia aperte, però non l’aveva voluta, non tanto quanto Godric! Come la madre, Kait possedeva un'acuta intelligenza e riusciva sempre a trovare significati nascosti ai più. Priscilla Corvonero però non l'aveva accettata. La Black era ambiziosa e non esitava a giocare sporco pur di raggiungere i risultati sperati. Avrebbe dovuto forse andare a Serpeverde, come ripeteva sempre Salazar? Effettivamente, tutta la famiglia del padre, a parte quest'ultimo, era finita nella Casa Verde-Argento. E Salazar era l’unico, oltre a Godric, ad aver cercato di potarla nella sua casa, senza abbastanza volontà, però. A Kait era parso... svogliato. Come se Kaitlyn non valesse la pena di tutti quegli sforzi, come se lei non meritasse troppo dispendio di energie.
Mentre Godric, invece, l'aveva voluta con sé con tutte le sue forze. Godric in persona si era disturbato per averla nella sua Casa: perché? C'era forse un motivo?
~
Mi domando com’è vivere una vita tranquilla,”* disse Ron un giorno di primavera, alludendo al fatto che Hagrid sembrasse pronto ad accudire un cucciolo di drago, fortunatamente non ancora nato. Kait scoppiò a ridere e Harry si fece trascinare dalla sua allegria. Hermione era troppo presa dagli esami per poter anche solo pensare di sorridere. Potter e Black si fissarono negli occhi, pensando entrambi a tutto il tempo speso a girovagare per la scuola, sotto il mantello dell’invisibilità, quando la luna era ormai alta nel cielo. I due avevano deciso di non parlarne con Hermione, che li avrebbe fermati, o con Ron, che si sarebbe offeso a causa del mancato invito a partecipare.
Quella notte Harry e Kait si diressero verso il parco del castello. Si distesero sull’erba umida, coperti dal mantello dell’invisibilità, e rimasero lì, a guardare le stelle.
“Quella è Sirio, la vedi? La più luminosa... e quella laggiù invece è la costellazione del Drago; è da lì che Draco ha preso il nome,” esclamò Kait indicando con un dito le stelle e spiegando successivamente che l’intera famiglia Black prendeva nomi dalle stelle, a parte qualche rara eccezione. “Mio padre si chiama Sirius, da Sirio! Mio zio Regulus, poi c’è Draco, Andromeda, Bellatrix - la vedi? E’ quella stella laggiù!”
“Ma perché tu non hai il nome di una stella?” domandò Harry voltando il viso verso l’amica, senza avere il coraggio di ammettere che, per lui, Kait era una vista molto più piacevole di quella del cielo. La Black fece un’espressione indifferente. “Mio padre non... Apprezzava molto la famiglia, diciamo così. Dare a me e ai miei fratelli nomi... “Normali” era un modo per sfidarli.”
“Hai fratelli?” esclamò incredulo Potter. Kaitlyn annuì, sussurrando un “avevo”. Non aveva mai parlato di quella notte, con nessuno, nemmeno con Remus o Regulus. Hermione, Draco, Ron, Jackson... ne erano tutti all’oscuro. Kait non seppe mai con che coraggio cominciò a parlare. Ma lo fece, lo fece per quella che parve un’eternità. Lo fece piangendo e Harry ne rimase basito, - e leggermente terrorizzato - perché non l’aveva mai vista con il volto pieno di lacrime. Il solo sentire quanto dolore aveva provato l’amica bastò a farlo stare male, a fargli desiderare di poterle togliere la sofferenza.
Bastò a fargli capire quanto, realmente, lui tenesse alla ragazza.
“E quando mi svegliai, ero su un letto d’ospedale e loro... Erano...” Kait fece un respiro profondo. “Erano morti.”
Harry la strinse in un forte abbraccio, mentre l’amica si lasciava andare in singhiozzi. “Quindi è per questo che ti fai chiamare con il tuo secondo nome?”
“Quando mia sorella è morta ho... Deciso di cambiare nome... Nuova vita nuovo nome. E comunque... Era l’unico modo che avevo per andare avanti, l’unico.”
E, improvvisamente, Harry seppe perché, mesi prima, Silente lo avesse pregato di non raccontare a Kait dello Specchio delle Brame. “Le causerebbe soltanto altro dolore”, aveva detto il preside. E ora Potter capiva il perché.
~
"Non ho mai smesso di amarti... solo di dimostrartelo!"
~
Il giorno dopo Kait fu sempre di ottimo umore, fin dalla mattina, quando si svegliò nel suo letto e si sentì estremamente più leggera; parlare l’aveva liberata di un peso enorme. Così si diresse saltellando in Sala Grande, scoccando luminosi sorrisi a chiunque incrociasse sul suo cammino. Scendendo le scale incontrò il professor Piton, lo salutò ridendo e gli augurò buona giornata. Severus ebbe la sensazione di essere preso in giro, ma poi capì che la Black non l'aveva trattato così per creare fastidio, no, ma semplicemente perché era... felice.
Abbassando lo sguardo sui suoi piedi tornò ai sotterranei, nell'aula di pozioni. Lui non era felice da tempo. Guardò - come accadeva quasi ogni giorno - la foto di Lily Evans che teneva nascosta in un cassetto della cattedra.
No, lui non era felice da tempo. E per tanto tempo ancora non lo sarebbe stato.


Kait si era accomodata al tavolo Grifondoro. Si stava servendo una fetta di torta al limone, quando vide entrare in Sala Grande suo cugino, che le si diresse incontro, un sorriso arrogante sulle labbra. Si chinò su di lei e le posò un lieve bacio sulla testa. "Come stai, cugina?" domandò facendola alzare e abbracciandola. Kaitlyn fissò Draco, rispondendo alla domanda e tranquillizzandolo. Non era mai stata meglio!
Il cambiamento d'umore della dodicene non passò inosservato, chiunque in tutta Hogwarts capì che qualcosa di bello le era accaduto, senza che nessuno, però, ne sapesse il motivo. A lezione di Pozioni fu calma per l'intera durata dell'ora, senza disturbare o dar fastidio al professor Piton, il quale la fissava sempre più confuso e curioso. Nell'ora di Trasfigurazione, invece, non solo la Black si dimostrò davvero brava, riuscendo a svolgere l'esercizio al primo tentativo, - forse questo era merito di Moody, però - ma prese perfino più appunti di Hermione, consegnò un tema arretrato e si complimentò con l'insegnante per l'interessante lezione. La McGrannitt non riuscì quasi a crederci, quell'umore splendido era senza senso. Arrivò perfino, di soppiatto e senza farsi notare dagli altri professori, a chiedere a Severus se le avesse rifilato una pozione. L'uomo rispose, ghignando da perfetto Serpeverde, che se le avesse mai potuto dare una pozione, le avrebbe fatto bere il Distillato di Morte Vivente.
"Divertente," mormorò ironica Minerva, allontanandosi impettita. Si era appena rintanata nel suo ufficio per provvedere a delle scartoffie che Silente non aveva potuto finire, costretto ad andare al Ministero, quando le apparve di fronte la ragazzina dai capelli neri - come il suo nome - che le aveva occupato i pensieri per tutta la mattina.
"Signorina Black, si accomo..." stava ancora parlando, quando dietro della dodicenne comparvero Potter, Granger e Weasley. Avevano tutti e quattro il fiato corto ed avevano evidentemente corso. Domandarono alla McGrannitt di parlare con Silente e l'insegnante s'indispettì: potevano benissimo confidarsi con lei! Dopotutto, era Direttrice di Grifondoro, no? Forse solo la Black avrebbe potuto avere qualche problema, essendo l’Unità delle Case. Ma gli altri?
Stava per ritornare ai suoi doveri di Vice Preside, quando Potter sputò finalmente il rospo.
La Pietra Filosofale.
Oh be', da lei non avrebbero saputo nulla!
~
Ricominciarono a correre.
Kaitlyn tirò la manica di Harry, costringendolo a fermarsi. "Senti, per ieri notte..."

Il Bambino Che E' Sopravvissuto arrossì leggermente, ma riprese il controllo in pochi e brevi secondi. "Piton sta per rubare la pietra! Ci penseremo dopo!"
E, di nuovo fianco a fianco, ricominciarono a correre.

~
“Pix,” disse Kait trasformando la sua voce, con i suoi poteri di metaphormagus, in quella del fantasma dei Serpeverde. “Il Barone Sanguinario ha le sue buone ragioni per rendersi invisibile.”**
I tre undicenni sorrisero all’indirizzo dell’amica. Kaitlyn, quando ci si metteva, sapeva essere una vera strega.
~
“Oh ti prego, no!”
“Kait!” la riprese Harry sussurrando. “Tu stessa hai detto di saper cantare!”
“Sì, ma l’ho fatto una sola volta e comunque io odio cantare! Era mia sorella a farlo, io ballavo!”
Hermione si voltò di scatto. “Hai una sorella?!” Ron le fece segno di tacere e, chissà come, la Granger parve capire. Mimò all’amico una sola parola, con le labbra e lui annuì. Hermione abbassò lo sguardo, rattristata.
“Kait, ti prego! Il cane - Fuffy - si sveglierà, altrimenti!”
“OKAY! Ma non chiedermelo mai più!”
Forse Harry era di parte, ma gli sembrò di non aver mai udito una voce più bella.
~
“Allora, Harry, tu prendi il posto di quell’alfiere, e tu, Hermione, mettiti vicino a lui, al posto di quella torre.”
“E tu?”
“Io farò il cavallo. Kait, regina.”
Kaitlyn sorrise. “Proprio la pedina adatta a me!”
~
“Hermione, tu resta qui con Ron. Io vado avanti con Harry.”
~
“Oh, Priscilla, aiutami tu! Quali sono le pozioni giuste?”
“Spiacente, piccola. Devi cavartela da sola.”
~
“Kait, sei sicura?”
“Se ho davvero preso qualcosa da mia madre e, ancor di più, da Priscilla, allora sì. Sono sicura. Bevi.”
~
Per il magico quartetto di Grifondoro le vacanze arrivarono con una velocità spaventosa, creando un senso di pace in Ron e Hermione, indifferenza in Kait e nausea in Harry. Quest'ultimo si chiese, disteso sul sedile dello scompartimento dell'Espresso, appoggiato con la testa sulle ginocchia di Kaitlyn, se le cose con i Dursley sarebbero andate meglio, ora che poteva minacciarli con la bacchetta, che poi alla fine non avrebbe mai usato. Beh, la magia poteva risultare vantaggiosa, no? Passare quel tempo ad Hogwarts l'aveva trasformato... Harry era cambiato nel profondo; aveva capito il vero significato di “Casa" e aveva trovato una famiglia. Aveva conosciuto amici fantastici, come Ron e Hermione e poi... be'...
Poi c'era Kaitlyn.
Che era forse l'unica cosa che davvero, davvero gli importava.
La ragazza in questione lo riscosse dai suoi pensieri, accarezzandogli i capelli con fare materno. O forse non materno, ma... da fidanzata, quasi. Non era certo di ciò che la spingesse ad agire in quel modo, però non disse nulla, godendosi le carezze. Hermione sorrise, parlando delle sue prossime vacanze, le quali sarebbero state molto interessanti e piene di studio e bla bla bla.
Harry non prestava più attenzione alle parole dell'amica, troppo distratto dalle dolci carezze della Black. Sotto quelle mani si sentiva molto tranquillo, quasi come se tutte le tristezze del mondo fossero scomparse. Anni dopo, Potter avrebbe descritto Kait come la sua Anti-Dissennatori. Gli infondeva allegria, anziché dolore, tristezza e poi... qualcosa gli si muoveva, dentro, nello stomaco. Farfalle? I gufi gli sembravano più appropriati, a parer suo. Il ragazzino fissò la sua migliore amica, mentre la moretta ricambiava lo sguardo.
“Siamo arrivati!" la voce di Ron li riportò bruscamente alla realtà e Kait sobbalzò. Un movimento - subito seguito da un lamento - arrivò forte e chiaro dalle sue ginocchia, o meglio, da Harry. Si alzarono, prendendo i loro bagagli, poi scesero dal treno, rapidi, silenziosi, sorridenti e felici e... amici. 

Kait si voltò, dopo aver salutato i suoi migliori amici, e cercò con lo sguardo i Serpeverde. Remus l'aveva avvertita che avrebbe fatto un leggero ritardo, perciò perché non approfittarne per salutare come si deve il cugino e i suoi compagni? Draco, Blaise, Daphne, Pansy, Theo e tanti altri che l'aspettavano sorridendo. E mentre si avviava a passo svelto verso di loro, un pensiero le sfiorò la mente per un secondo e uno soltanto: "Che bella, la mia Famiglia!"

Quella vera poteva anche essere morta tanti anni prima, suo padre poteva anche dover scontare l'ergastolo; il suo padrino poteva anche essere infelice per la sua sfortunata natura, ma Kait possedeva comunque - e sempre avrebbe potuto farci affidamento - la famiglia più bella che avesse mai desiderato.
Hogwarts era questo. La giovane se ne rese conto realmente solo in quel momento, anche se probabilmente lo sapeva da sempre. La scuola di Hogwarts era e sempre sarebbe stata una casa, una famiglia, per i suoi alunni e i suoi professori.
"Ci sarà un party a casa mia, tra tre settimane. Siete tutti invitati: ci saranno tutti i purosangue d'Inghilterra. Sarà STREPITOSO!" esclamò Pansy Parkinson enfatizzando sull'ultima parola. Kait represse una smorfia, mentre con la coda dell'occhio vedeva Draco fare lo stesso. Entrambi odiavano quel tipo di feste, ingessate e insipide. Non si poteva fare niente, bisogna essere educati e perfetti come ogni adulto Purosangue si aspettava da loro. Si costrinsero ad accettare l'invito, - rifiutare sarebbe stata una grossa scortesia, nonché un affronto nei confronti della famiglia che organizzava l'evento - poi Kait ringraziò per l'offerta e salutò gli amici Serpeverde. Prima di allontanarsi abbracciò il cugino Draco, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo ed inspirando il buon profumo del ragazzo ormai dodicenne. Anche Kait lo era, dato che il suo compleanno era appena in settembre.
 "Sappi che ti voglio bene e che se avrai bisogno di me io ci sarò. Te lo prometto. Parola di Helena Kaitlyn Black." 
Detto questo, con un groppo in gola non indifferente, la giovane si allontanò verso l'uscita della stazione, trascinando con sé il proprio baule.
La ragazzina non dovette attendere molto, perché dopo soli due minuti, da un punto imprecisato della via, apparì Remus, quasi per "magia". 
Appena Kait incrociò lo sguardo felice e al tempo stesso stanco - come appariva ormai spesso - del padrino, mollò di scatto i bagagli, lasciandoli in mezzo al marciapiede, e corse incontro all'uomo dal volto scavato e dai vestiti logori. Gli saltò in braccio, attaccandosi a lui come un Koala e non accennando a voler mollare la presa, mentre urlava il suo nome e scoppiava in una risata simile ad un latrato. Remus la strinse a sé come se ne andasse della sua vita, posando le mani sulla schiena della figlioccia e poi, con un colpo di bacchetta non visto dai Babbani, smaterializzandosi, con accanto la bambina e i bagagli.
Erano a casa.


 

*Ron lo dice davvero, nel libro :3
** qui a dirlo è Harry, ma anche questa è una citazione del libro.
Spero di non aver fatto confusione con le età... e spero che vi piaccia.


 

PRIMO ANNO CONCLUSO!



Vorrei ringraziare chi ha messo questa storia tra le preferite:
Amisa, ARAYA479PA3, clacla_97, iaele santin, Minnie Weasley, Quadrifoglio27 (a cui va un ringraziamento speciale), Queen of the Night, Sandyblack94, tata92, ToujoursPurBlack.
Ringrazio anche chi l'ha messa tra le seguite:
Allice_rosalie_black, brando, clacla_97, Emerlith, esmecullen, Fred_Deeks_Ben, Ginny_P, giuly_bu, HaileyB, Isterica, Iulia_E_Rose, Jeis (che ringrazio anche per aver commentato lo scorso capitolo), Lady Boleyn, marco121184, medahmalfoy_, Mimy, Muffin alla Carota, namina89, Nene_92, Nihalooney, sackiko_chan, Sadako Kurokawa, Tintinalie, Tormenta (che ringrazio per esserci sempre e per sopportare i miei scleri), valepassion95 e VSRB.

Grazie a tutti, davvero. Non so che farei senza di voi.
S
  
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