Anime & Manga > Lupin III
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Autore: LoScrittoreMisteriosoX    24/09/2012    7 recensioni
Lupin Terzo è morto da oltre dieci anni... ma allora chi si presenterà a rubare il Diario da Vinci nel museo di Tokyo?
Figlio del fantomatico Lupin Terzo, il diciassettenne Arsenio Lupin Quarto avrà un solo obbiettivo: superare suo padre e diventare il miglior Arsenio della storia! Tesori da rubare, donne da sedurre, pericolosi criminali, cospirazioni e i primi amori saranno le sue più grandi sfide... Riuscirà nell'impresa il nostro giovane ladro?
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« Hai fatto la scelta giusta, figliolo. » commentò Zenigata consegnando la ragazza ad un agente vicino ed estraendo le manette, pronto ad arrestare il figlio della sua nemesi.
Ad un tratto, notò un ghigno nel volto del ragazzo. « Scusa Nonnino. » sorrise Lupin per l'ennesima volta, indietreggiando con le braccia leggermente alzate e le mani aperte, « Ma non è nelle mie intenzioni farmi catturare. Del resto... “ladro una volta, ladro per sempre”, non è così? »
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo uno
    Un anno dopo...

 

Il sole del pomeriggio splendeva alto nel cielo azzurro di Tokyo, donando alla gigantesca metropoli un calore tranquillo e piacevole, perfetto per una bella passeggiata dedita a sgranchirsi un po' le gambe.

Fischiettando un motivetto allegro mentre controllava la busta della spesa, Lupin, travestito da comune ragazzo con i capelli scuri, gli occhi verdi ed un paio di occhiali, uscì dal mini-market lasciando che le porte scorrevoli si chiudessero dietro di lui.

« Direi che c'è tutto. » borbottò infilandosi un bastoncino ricoperto di cioccolato fra i denti, mettendosi poi a mordicchiarlo con piacere, « E adesso dove andiamo? »

Aveva ancora un sacco di tempo a disposizione e, ad essere onesti, non aveva voglia di tornare a casa. Ma non era perché non gli piaceva, anzi, stava bene finché aveva della bella compagnia, ma più che altro era perché se fosse tornato la sua mente si sarebbe automaticamente proiettata sul prossimo furto nonostante questi fosse completamente pronto.

Così, con uno stiracchiarsi annoiato e uno sbadiglio, Lupin prese una direzione a caso e si mise a camminare.

Era ormai passato un anno dal suo grande debutto nel mondo della criminalità, facendo tornare la famiglia Arsenio negli incubi di ricchi milionari o uomini potenti che possedevano grandi tesori. Dalle sue fonti, non appena i media annunciarono che Lupin era tornato, chiunque aveva un tesoro importante iniziò a reclutare compagnie di sicurezza privata d'élite e ad installare sistemi di sorveglianza all'avanguardia pregando in ginocchio che ciò fosse abbastanza. Alcuni avevano perfino assoldato assassini.

Come andarono a finire tutti quei tentativi di protezione da Lupin? Be' partendo subito dal presupposto che grazie a quelle vampate di panico generale individuare chi aveva qualcosa di valore era diventato davvero uno scherzo. Cioé, quante persone si potevano permettere mercenari e sistemi di sicurezza di nuova generazione? In ogni caso, e ovviamente, uno dopo l'altro, fallirono miseramente. Le compagnie e i sistemi di sicurezza venivano aggirati, la polizia ingannata e gli assassini presi in scacco facendoli finire in trappole dove presto sarebbero stati raggiunti dalle autorità.

Ben presto il mondo si rese conto che solo una persona poteva tenere testa a quel ladro così inafferrabile, che solo una persona aveva un briciolo di possibilità e di esperienza per acciuffare ciò che era inaciuffabile. Ben presto, l'Ispettore Koichi Zenigata tornò ad essere una presenza fondamentale anzi, vitale, per la cattura di Lupin.

Peccato che, come con il padre, anche quest'ultimo finiva con il venire ingannato dal figlio della sua nemesi, facendolo spesso rimanere con l'amaro in bocca e un solo nome nelle grida: “Lupin!”. Però, almeno ci andava vicino. Più di una volta l'intuito e gli anni di Zenigata avevano anticipato Lupin, rendendo estremamente difficili colpi perfettamente pianificati Ma del resto è proprio questo che da' quel pizzico di pepe in più alla criminalità, no?

Insomma, tutto sommato, ogni cosa stava andando a gonfie vele.

All'improvviso un sinistro risolino strappò Lupin dai suoi pensieri, facendogli rizzare le orecchie come un cane farebbe quando sentiva qualcosa che non andava.

« Eddai bambolina... » ridacchiò una voce proveniente da uno dei vicoli, « Non essere così fredda, esci con noi! »

Il motivetto di Lupin gli morì in un lungo fischio acuto. Wow, finalmente poteva vedere in azione quei famosi teppistelli “insisti che tanto ti dice comunque di no”, com'è che si chiamavano? Poveri disperati?

Curioso, si Lupin avvicinò e lanciò un occhio dentro al vicolo, trovando -come si aspettava dall'intensità delle risate e dalle voci- sei ragazzi dall'aspetto poco rassicurante disposti a cerchio attorno ad una deliziosa signorina dagli incantevoli occhi nocciola e dei corti capelli di un bel castano ramato. Ovvio come il sole che era fatto apposta in modo che, se la ragazza avesse voluto andarsene, non sarebbe andata via tanto facilmente.

Lupin si fermò qualche istante ad osservare la tipa... era davvero carina, certo... ma era sicura di averla già vista, ma dove?

Non riuscendo a farselo venire in mente, Lupin si appoggiò al muretto fuori dalla vista di quei brutti ceffi e rimase ad ascoltarli mentre continuavano a fare proposte indecenti e richieste di appuntamenti di gruppo in luoghi isolati, mostrando chiaramente le loro perverse intenzioni.

E vedendo il volto scocciato della ragazza, Lupin sospirò. « Dovrebbero trovare un modo più elegante per provarci con il gentil sesso. » mormorò uscendo allo scoperto, armandosi di un falso sorriso a trentadue denti dispiaciuto.

Immediatamente, gli sguardi si posarono su di lui. « Eccoti! » esclamò poi facendosi spazio fra le occhiataccie in cagnesco dei teppisti nel vederlo avvicinarsi con così tanta cordialità, « Dov'eri sparita, ti stavo cercando ovunque! » continuò afferrando la mano della ragazza e trascinandola via, « Scusate, e grazie per aver badato a lei! » ridacchiò mostrandosi umilmente dispiaciuto, « Ora andia- »

« E tu chi sei? » domandò la ragazza guardandolo storto.

La scena si gelò all'istante, lasciando i due ragazzi stretti per mano nel bel mezzo del cerchio di teppisti, tutti ora con un seccato ringhio sulle labbra. Con ogni probabilità, quel tentato scherzetto non gli era piaciuto affatto.

« Ma come? » tentò di recuperare Lupin, pensando fosse ovvio l'aiuto arrivato dal cielo, « Oggi dovevamo uscire a fare shopping, non ricordi? » i suoi occhi stavano letteralmente mandando messaggi in codice sul fatto di sostenere il gioco.

« Non ti conosco. » disse ancora la sconosciuta, allontanando la mano.

« Oh, andiamo! » borbottò Lupin, « Voglio dire, volevo solo aiutarti! »

« Non ne ho bisogno. » rispose la ragazza dandogli le spalle, pronta ad uscire dei vicolo. Ma come fece un passo di troppo, tre teppisti le sbarrarono la strada.

« Non così in fretta, bambolina. » sorrisero avanzando con prepotenza, « Ancora non ci hai detto di sì... sai com'è, non ci accontentiamo di semplici soldi come ricompensa. »

« I patti sono stati chiari. » disse la sconosciuta, per nulla intimorita, « Non voglio sentire modifiche sul pagamento o altro. » si mosse i capelli dietro le spalle con una mano, mostrando un evidente segno di disinteressamento. « Ora andatevene e non fatevi mai più vedere. »

« Altrimenti che fai? » ridacchiò quello al centro.

Per tutta risposta, la ragazza scattò in avanti e donò all'uomo un pugno dritto nello stomaco, colpendolo talmente forte da spiazzarlo per poi farlo cadere al suolo privo di sensi. « Altrimenti faccio questo. » disse la ragazza senza battere ciglio. Sembrava odiare a morte stare là in mezzo, non vedendo l'ora di andarsene.

Dopo qualche attimo di sorpresa iniziale, l'uomo alla sua sinistra gridò. « Ammazziamola! » ringhiò caricandola con un gancio che venne facilmente schivato, ricambiato poi con un colpo secco del dorso della mano sul collo, stordendolo all'istante.

Senza mostrare alcuna pietà o emozione, la ragazza si girò verso quello a destra. « Ne vuoi anch- » le parole gli morirono in bocca quando lo vide armato di una pistola carica e puntata su di lei. A quella distanza, era impossibile avvicinarsi senza fargli premere il grilletto, voluto o presa di panico che fosse non poteva rischiare di far alzare uno sparo nel bel mezzo di una città.

Indecisa sul cosa fare, la ragazza rimase immobile osservando l'uomo puntarle l'arma addosso finché, ad un tratto, un calcio disarmò il teppista e gli fece perdere l'equilibrio, dando così il tempo al misterioso assalitore di eseguire un secondo calcio che lo colpì dritto in faccia, mandandolo K.O.

« Come ho detto. » disse Lupin battendo le mani nello stesso modo in cui farebbe qualcuno dopo aver concluso le pulizie, « Volevo solo aiutarti. »

Sorpresa, la ragazza lo fissò per un po' prima di guardare gli altre tre teppisti, trovandoli a terra, anch'essi svenuti. « Potevo benissimo farcela da sola. » borbottò fredda.

« Anche contro il tipo armato di pistola? » sorrise Lupin, « Non importa come la vedi, sarebbe bastato un passo falso e quello ti avrebbe sparato... e di sicuro le tue arti marziali non ti avrebbero salvato da un proiettile in pieno petto. »

« E tu? Come li hai sconfitti? » domandò la ragazza incrociando le braccia, « Affrontare tre teppisti più uno armato non è cosa che un semplice civile sa fare. »

« Ma io non sono un semplice civile. » ridacchiò il ladro facendo le spallucce, « Te, invece? Non è molto sicuro per una ragazza presentarsi in un appuntamento con sei ragazzi dall'aspetto per nulla rassicurante... Inoltre ho sentito parlare di una ricompensa, quindi di certo gli avrai chiesto di fare qualcosa... »

« Cose riservate, non ti dovrebbero interessare. »

« Se ti affidi a della gentaglia come loro, allora è sicuro che non si tratta di cose così riservate. Sfortunatamente sono un curiosone e scommetto che quando si risveglieranno, saranno al mio completo servizio. » disse Lupin sedendosi su uno degli uomini a terra, « Con le buone o con le cattive. »

La ragazza sospirò. « Informazioni. » rispose appoggiandosi al muretto, « Informazioni su Lupin Quarto. »

« E perché cerchi informazioni su di lui? Quel bellissimo quanto magnifico ladro? »

« Perché ho un conto in sospeso con quel farabutto. Devo fargliela pagare, e con gli interessi. Salati interessi. » aggiunse la ragazza con tono arrabbiato. Accipicchia, qualsiasi cosa avesse a che fare con Lupin, doveva essere una cosa davvero seria. Con la mente il ragazzo ripercorse la sua vita all'indietro, alla ricerca di un qualche fatto che avrebbe potuto far arrabbiare una fanciulla come lei.

« Cosa ti ha fatto? » domandò Lupin, ora più curioso.

Improvvisamente, un grido seguito dal suono di innumerevoli passi falciò l'aria.

« Devono essere quelli! » urlò un uomo spuntando dall'altra parte del vicolo, indicandoli ad una folla di teppisti armati con le più svariate armi da combattimento da strada. « Addosso! »

Era ovvio che si trattavano dei rinforzi dei teppisti che aveva pestato, ma Lupin non capì come avessero fatto a trovarli finché non vide uno degli uomini svenuti con il cellulare in mano. Maledizione, per colpa della discussione non l'aveva notato.

« Qui la vedo brutta! » esclamò poi saltando in piedi e correndo dal lato opposto di quella folla urlante fatta di barbari da strada lanciati verso di loro, « Scappiamo! »

Ma, ignorandolo, la sconosciuta sogghignò. « Una Zenigata non scappa mai quando si tratta di combattere. »

Al suono di quelle parole, Lupin si bloccò sul posto. « Prego? » domandò girandosi verso di lei, sicuro di non aver capito bene, « Hai detto “Zenigata”? »

« Esattamente. » disse la ragazza allargando le gambe e muovendo un pugno leggermente in avanti, mostrando una fiera posa da combattimento in stile arti marziali. « Il mio nome è Allison Zenigata, figlia del grande Ispettore Koichi Zenigata, e sarò colei che catturerà Arsenio Lupin Quarto! » gridò con determinazione e il ghigno che si allargava, come eccitata per averlo detto, « E proprio stasera, sarà la mia grande occasione! Ci ho messo un anno intero per convincere mio padre a farmi riammettere nelle sue operazioni per la cattura di Lupin... Non posso di certo farmi battere da questi teppisti da quattro soldi. »

Allison Zenigata? Primo bacio rubato? Fargliela pagare?

Come un'onda che si infrangeva su una scogliera, ad un tratto la memoria di Lupin scattò, e di colpo riconobbe la ragazza davanti a lui: ecco dove l'aveva vista! Era la stessa del museo di Tokyo un anno fa! Allison Zenigata! Ora capiva il senso del nome “Ally”! E il perché ce l'aveva così tanto con lui...

« Aspetta, che cosa? » esclamò Lupin a mascella spalancata, « Tu sei sua figlia?! » Quella bellezza, figlia di Nonnino?!

La ragazza non rispose, troppo occupata ad evitare i primi due assalitori e riempirli di calci e pugni. In quell'istante Lupin intuì che era il momento di fuggire, scappare prima che succedesse qualcosa ed Allison lo riconoscesse, ma ad un tratto dei teppisti che avevano avuto la decenza di aggirarli, uscirono dall'altro lato del vicolo e sbarrarono anche l'ultima uscita, rendendo impossibile andarsene da lì senza combattere.

« Okay... » borbottò Lupin preparando i muscoli, « Questo ruberà un sacco di tempo. »

 

 

Lavorare per la Hound Corporation non era esattamente la sua miglior prospettiva di vita, ma quelli pagavano profumatamente, quindi andava bene.

Ormai aveva fatto così tanti lavori per loro che sapeva a memoria ogni dettaglio dell'edificio, così, una volta uscito dall'ascensore, Logan si diresse verso la sala riunioni senza nemmeno aspettare le istruzioni della segretaria che lo stava aspettando, ignorando inoltre le sue richieste di spegnere la sigaretta.

Rapido e abituato a fare lo stesso percorso ogni volta che veniva chiamato, Logan attraversò le porte della sala riunioni e si sedette sulla sedia a capo della lunga tavola di vetro, mettendosi faccia a faccia con il suo cliente: Oscar Hound.

« Ti vedo bene, Logan Bishop. » sorrise il presidente della Hound Corporation,

« Evita le formalità e dimmi subito che devo fare. » schioccò Logan rapido e letale come una frusta, « Chi devo uccidere? »

Oscar rise di gusto mentre faceva segno ad una delle tante guardie nella sala di farsi avanti, porgendo a Logan una cartella con un bersaglio e un assegno con una cifra a dieci zeri.

« Questo sarà il tuo ultimo incarico. » continuò Oscar senza smettere di sorridere, « E dato che fino ad ora mi hai sempre lasciato soddisfatto, ho voluto darti come regalo d'addio una generosa ricompensa e un bersaglio degno del miglior assassino del mondo. »

Aperta la cartella, Logan lanciò uno sguardo scettico all'uomo. « E' un ragazzino. » disse leggermente irritato, sentendosi preso in giro.

« Sì, ma come hai potuto vedere dai rapporti, polizia e altri assassini non sono mai riusciti a prenderlo. E' come un fantasma nella nebbia. »

Logan sospirò. « Sarà l'ultimo? » domandò leggendo il resto delle informazioni.

« Sarà l'ultimo. » ripeté Oscar.

« Allora va bene. » disse Logan alzandosi e gettando la cartella nel bel mezzo della tavola, facendo sfilare dalla busta la foto del suo obbiettivo che scivolò fino a fermarsi davanti ad Oscar, « Lo ucciderò, ma che questo sia veramente l'ultimo, intesi? Non voglio avere più nulla a che fare con voi. » disse dando poi le spalle e dirigendosi verso l'uscita, imprecando sotto voce della mostruosità che stava per fare.

Oscar invece trasformò il suo sorriso in un ghigno mentre osservava dall'alto in basso la foto, una foto di un ragazzo dai capelli castani e gli color ambra, la foto di Arsenio Lupin IV.
 


Angolo dell'autore:

Come al solito, grazie a tutti e le mie sentite scuse per il ritardo del capitolo nonostante fosse pronto... diciamo che, sfortunatamete, ho avuto parecchi ritardi... spero mi perdoniate con l'arrivo della mitica figlia di Zenigata! :D
Grazie ai miei primi due recensori e a chi l'ha messo nelle seguite!
Non ho altro da dire... alla prossima!


Allison Zenigata

 

Nome: Allison Zenigata

Sesso: Femmina
Altezza: 172 cm
Peso: 60 kg
Capelli: castano ramato
Occhi: nocciola
Professione: ispettore di polizia indipendente / studente
Nazionalità: giapponese – americana
Età: 17

Carattere: in breve è la classica ragazza determinata pronta a tutto per raggiungere il suo obbiettivo. Arrogante e spigolosa, Allison è una ragazza forte guidata da una forza di volontà impressionate. Ma, alla sua prima situazione imbarazzante finisce con l'arrossire e perdere ogni forza, diventando una dolce e indifesa fanciulla. Utilizzando un'espressione giapponese, è una tsundere.

 

Abilità:
- Mente geniale e grande intuito;
- Ottima poliziotta;
-Abile nel combattimento ravvicinato e a distanza;

Parenti :
-Koichi Zenigata (Padre, attivo);
-Sarah Zenigata (Madre, deceduta);


Arma preferita: Colt M1911
Il suo motto: "Lupin, sciagurato e playboy che non sei altro!"
Curiosità: Allison è un'amante dei thriller e gialli. Va' pazza per lo spezzatino di manzo mentre il suo eroe è Sherlock Holmes.

  
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