“Mera sei pronta? La cena sarà servita tra sette minuti, sii
puntuale!”
Marian non si era nemmeno preoccupata di aprire la porta o di
mandare delle servitrici per riferire alla figlia di non fare tardi, fece da sé
salendo le scale, giunse fin dietro la grande camera della fanciulla e scandì
bene le parole per evitare qualsiasi incomprensione: non ne poteva più dei suoi
capricci! Di tutta risposta, la giovane rispose di sì sbuffando rumorosamente e
sperava che la madre non entrasse in camera vedendola vestita in modo poco
consono per una cena di classe, visto che non stava andando lì. A quel punto,
con grande sorpresa della fanciulla, una scossa anticipò un raggio azzurro che
mandò all’aria tutti gli oggetti e cosmetici che vi erano sulla scrivania e
quando Mera si avvicinò con occhi scrutatori per capire cosa fosse successo,
sospirò più tranquilla riconoscendo quei fluenti capelli rossi.
“Ti sembra il modo di entrare nella camera di una principessa?”
Lo disse scherzando e velando un sorrisetto e la fanciulla,
finita di fatto al suolo, si alzò lentamente scotolandosi il lungo vestito
candido.
“Sapevo di non dover mettere questo vestito…”
“E’ delizioso!”
“Ed anche scomodo! Non ti invidio per niente”
“Non mi invidierei neppure io, comunque… dov’è tuo fratello?”
Carian guardò l’orologio di lusso della camera della
principessa ed annuendo apparentemente soddisfatta, le fece notare dei fumi
provenienti dalla foresta di Kubara.
“Ci aspettano lì, afferra il mio braccio e cercherò di teletrasportarmi
fin laggiù”
“Non sei ancora pratica di questo incantesimo eh?”
“Sto migliorando, lentamente ma sto migliorando…”
Entrambe risero divertite ma non vi era più molto tempo per le
chiacchiere, Mera strinse dunque la mano dell’amica e la lasciò concentrare: un
cumulo di energia azzurra inondò la stanza ed una ventata d’aria fresca avvolse
le due fanciulle. Prima che si potesse completare l’incantesimo però, una voce
proveniente da dietro la porte fece trasalire le fuggitive.
“Aspettate!”
Mera si portò una mano alla fronte per la propria
sbadataggine, aveva completamente scordato di avvertire il suo piccolo ed umile
animale da compagnia che l’aveva sempre protetta ed aiutata anche nei momento
più bui.
“Ruphis! Scusami tanto, è che sono ancora un po’ nervosa per
tutto quello che sta succedendo”
Il draghetto arrivò svolazzando mostrando il suo aspetto
piuttosto malridotto: le squame erano rovinate ed una fascia gli copriva
entrambi gli occhi.
“Sapevo che sarebbe successo, ti tenevo d’occhio! Allora,
posso venire?”
Mera osservò l’amica che non sembrava avere nulla in contrario
seppur in un primo si mostrò sorpresa di vederlo, dunque le si avvicinarono
tutti e si smaterializzarono magicamente.
Il viaggio nel vuoto fu abbastanza traumatico: Ruphis era
abituato ma Mera restò qualche secondo in più in ginocchio a tossire sperando
di non vomitare. Quando si ricompose, si aggregò ai presenti tenendo le mani
dietro la schiena, si sentiva piuttosto in imbarazzo. Colei che fra tutti prese
la parola fu Carian che con aria trionfante annunciava l’esito positivo di un
viaggio che aveva intrapreso insieme al fratello.
“Molto bene, non abbiamo molto tempo quindi sarò rapida: siamo
riusciti a trovare il modo di aprire il varco che ha intrappolato Valerian e
Liz!”
Seguì un urlo di gioia generale ma questa era solo la prima
delle notizie.
“Ad ogni modo non hop richiesto questo meeting solo per dirvi
questo, ebbene ho bisogno dell’appoggio di tutti quanti i presenti per andare
fino in fondo a questa storia, una storia che finirà quando diremo noi!”
Altro urlo generale, Carian era proprio una grande leader.
“Dunque… sappiamo come aprire il varco ed intrufolarci in
quella dimensione, il problema è che non sappiamo come uscirne!”
Le urla di gloria ed i volti sorridenti si trasformarono in
facce perplesse e con adesso ben più di un dubbio a voler perseguire una strada
la cui fine non aveva neppure uno spiraglio di luce. A rispondere alla ragazza
fu proprio Golden che stringendo l’elsa della sua arma sembrava il più
determinato di tutti.
“Puoi garantire che arriveremo lì dove Valerian è finito?”
“Assolutamente sì!”
“Dunque potremo rivederlo?”
“Certo!”
“Allora io ci sto, mi deve due volte la vita e non la scamperà liscia cambiando
dimensione!”
Carian annuì contenta attendendo altri consensi, quindi parlò Ruphis:
“Valerian si è dimostrato un grande uomo ed ha dimostrato come
neppure la natura demoniaca batte un cuore pure. Ci siamo tutti sacrificati per
il Saar in un certo senso ma non è giusto che sia lui a pagarne il prezzo più
di chiunque altro!”
Tutti i presenti ascoltarono in silenzio quelle parole e
capirono che il draghetto avesse terribilmente ragione, non potevano
abbandonarlo al suo destino. Fu il turno del piccolo Phylis di fianco a Golden
dunque, lo stesso che con Liz difendeva le terre del Monte Metista, Tarus.
“Io devo ritrovare Liz! Senza la mia padrona mi sento perduto…”
Solo allora Carian si accorse effettivamente della sua
presenza e senza neppure parlare espresse le sue perplessità col solo sguardo.
Golden sorrise ed allargando le mani parlò:
“Non chiedetemi come, ma l’ho trovato sulle rive del Ventus
che chiedeva disperatamente dell’acqua, diceva di non aver un motivo per vivere
senza Liz… magari può servire, nel caso sbagli lo uccidiamo!”
L’umanoide osservò in malo modo lo spadaccino ma in effetti
era la verità: per quanto abile non avrebbe potuto nulla contro quel gruppo.
Carian era però ancora perplessa.
“Ma cerca Liz!”
“Ma lasciagli cercare chi gli pare…”
Risero tutti ed il piccoletto abbassò il capo grattandosi la
testa e si allontanò andandosi a sedere in un masso lì nei pressi.
“Basta
che ci sono Mera e Carian…”
Golden lo beccò subito.
“Hai detto qualcosa?!”
“Ma figurati!”
Mancava dunque una sola persona a parlare, l’unica che
effettivamente non aveva bisogno di dire nulla, tutti in quel gruppo sapevano
che cosa fosse nato tra Mera e Valerian, forse l’unica a non averlo ancora
capito era proprio la giovane principessa.
“Io… io voglio sdebitarmi, non posso tollerare il fatto che
abbia combattuto per me e per il nostro mondo mentre io cercavo di
distruggerlo. Io… io lo salverò, come lui ha salvato me!”
Era quello il gruppo che sarebbe partito verso una dimensione
ignota, Carian, Mera, Golden, Ruphis e Tarus in un tempo sconosciuto, in un
luogo in cui il Saar probabilmente non esisteva neppure. Ognuno aveva fatto una
scelta consapevole dei rischi, in quel momento non importava altro: avrebbero
salvato Valerian in un modo o nell’altro.
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Lontano da Kubara, Danarius scriveva qualcosa su una pergamena
con aria spaventata, continuava a guardarsi intorno ed in particolare non perdeva di vista l’entrata
della camera come se temesse l’arrivo di qualcuno indesiderato. Poi un
tonfo riecheggiò nelle sue orecchie e trasalì al punto da avere quasi un mancamento.
“La promessa
è vincolante, la promessa vi lega alla morte così come alla vita ed i
cacciatori della notte sono destinati a portare a compimento la promessa:
l’eredità demoniaca… deve essere recuperata! Un anno e delle vostre anime non
rimarrà che un’esistenza tra questo mondo e la dimensione del Vuoto”
Lo stregone era in ginocchio con gli occhi colmi di lacrime,
non avrebbe dovuto allora e non sarebbe dovuto sopravvivere poi, ma era così: i
cacciatori della notte erano vincolati… per sempre.
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I capelli argentati erano smossi dal vento e dall’energia, e la
riva del mare osservata dai suoi occhi grigi sembrava ritrarsi al loro
cospetto. Javia strinse i pugni e serrò la mascella quando udì qualcosa di
maledetto e terrificante avvicinarsi dopo ormai troppo tempo di attesa. Era brutale e senza
sentimenti, mortale e priva di qualsiasi forma, ma lo stregone non aveva paura, lui non aveva mai dimenticato la Promessa.
“I Cacciatori della Notte sono vincolati… per sempre”
Chiuse gli occhi ma poi si lasciò andare ad un sorriso: no,
lui era sempre stato superiore a quel patto e l’avrebbe dimostrato.
In continenti diversi, con ideali differenti ma si sarebbero
incontrati ancora per arrivare all’anello che congiungeva bene e male e che
manteneva l’equilibrio di cui aveva bisogno il Saar.
Per una volta il demone aveva salvato il mondo, adesso toccava
al mondo riuscire a salvare il demone.
Fine