Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: Nisi    27/09/2012    7 recensioni
Sono rimasta molto colpita dal numero 47 del manga. E ho deciso che mi sarebbe piaciuto scrivere qualcosa su quel che potrebbe succedere quando Maya si reca a Izu. Pericolo melassa, però un po' stemperato da un Masumi che riesce a venire a patti coi suoi sentimenti con un pizzico di autoironia e con una Maya che alla fine perde un po' della sua ingenuità.
Niente spoiler.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I tre volti della Dea'
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E sono ancora a Izu, sembra che sia passata un’eternità e non solamente pochi giorni.
Siccome sono tecnicamente senza lavoro fino all’inizio di settembre, questo venerdì mattina dopo essermi fatto una doccia, sbarbato come si deve e vestito, mi sono messo in macchina sul presto e sono qui.
L’estate volge al termine, oggi il cielo è nuvoloso e non promette niente di buono.
Ancora una volta mi trovo a girellare per casa come un’anima in pena, sono proprio un innamorato ansioso e geloso. Controllo che tutto sia perfetto per lei.
Anche in questo caso una nuova fornitura di parfait aspetta di essere mangiata, il frigo è pieno di cibo.
L’unica cosa che è cambiata rispetto all’altra volta è la pila di lingerie nell’armadio, biancheria che mi piacerebbe oltremodo vederle addosso. Ho reinterpretato l’idea di Mizuki a modo mio e dopo aver visto quei pizzi in mano alla mia segretaria sono tornato al Lumine Est per conto mio a fare qualche acquisto; devo ammettere che scegliere quei capi così delicati e allo stesso tempo stuzzicanti mi è piaciuto parecchio.
Completano il quadro le rose scarlatte, naturalmente.
Non c’è verso di leggere, sono troppo nervoso e non riesco a concentrarmi. E’ meglio che non beva perché vorrei poter avere un minimo di controllo e non voglio farla scappare a gambe levate. Ridi, satiro, ridi di me, non me ne importa. Mi lascio cadere sul divano, le gambe appoggiate al bracciolo.
Un tuono, comincia a piovere. E’ un acquazzone in piena regola, talmente forte che devo chiudere le imposte per non farmi allagare la casa. Immagino che Maya non si sia mossa con un tempo così brutto. Mi metto il cuore in pace, forse arriverà domani. Riprovo a leggere un libro che ho pescato a caso dalla libreria e mi rimetto sul divano.
Leggo, ma in realtà non capisco niente. Penso di aver letto la pagina numero tre almeno cinque volte, ma non mi ricordo nulla. Metto il libro da parte e sospiro.
Non posso far pulire dieci volte una casa che è già perfettamente a posto e il tempo sembra non passare mai. Mi sto appisolando, ma il suono del campanello mi fa sobbalzare.
Maya!
E’ arrivata.
Mi precipito ad aprire la porta e me la vedo davanti, grondante d’acqua. Non mi interessa niente se bagna dappertutto, la tiro dentro  e la stringo a me. “Maya, Maya, Maya” è l’unica cosa  che sembro in grado di dire, il mio viso nascosto nei suoi capelli fradici. Meno male che l’amore non ha sempre bisogno di parole e finalmente, finalmente dopo tanto tempo, unisco le mie labbra alle sue in un bacio. Non un bacio rubato, o affrettato, ma un bacio vero e incredibilmente caldo.
Per la prima volta, sto baciando la mia fidanzata.
Le mie labbra sono sui suoi occhi, sul naso, la bocca il collo e la fronte mentre lei ride felice e non fa niente per fermarmi o per liberarsi dalla mia stretta. E ritorno alle labbra… e ancora, e ancora, e ancora, mentre il sangue mi si incendia nelle vene e io mi sento vivo e tremendamente felice di esserlo.
Ora siamo l’una di fronte all’altra.
“Benvenuta a Izu, Maya. Benvenuta a casa.”
“Grazie, Masumi.”
E ci sorridiamo a vicenda, gli occhi negli occhi. Quanto sei bella quando sei felice, amore mio.
La voglia di baciarla fino a far  perdere i sensi a entrambi… e oltre, è tanta, ma la mia giovane fidanzata - adoro chiamarla così - è bagnata come un pulcino e non mi piacerebbe si ammalasse proprio adesso. Ci è capitato di tutto, ci mancherebbe solo che si prendesse la febbre la prima volta che riusciamo a stare assieme sul serio. Vado a prendere un asciugamano di spugna e glielo passo sui capelli, poi la spedisco in bagno senza troppi complimenti a togliersi quegli abiti bagnati e a mettere qualcosa di asciutto, possibilmente che la riscaldi.
Nel frattempo le preparo una tazza di tè, che le metto in mano non appena ricompare tutta infagottata in una tuta.
“Mmmmhhh, sexy.” commento ridendo.
“Sei impossibile!” sbotta e ride anche lei. Ora le nostre battute non ci fanno più male, non sono più artigli piantati nel cuore, ma carezze che lo placano e lo rilassano.
“Bevi un po’ di tè, ti farà bene.”
Per una volta, ubbidisce senza protestare.
Poi lei mi guarda in faccia e io ricambio il suo sguardo; entrambi capiamo al volo che non è più tempo di scherzare e il riso muore sulle nostre labbra.
Le tendo la mano e sussurro: “Ho bisogno di averti vicino, Maya.”
“Anche io,” Diventa rossa, ma mi tende la mano a sua volta, ci sediamo sul divano e la prendo tra le braccia, facendola stendere su di me, proprio come quella sera.
Trema un po’, la mia Maya, e anche le mie mani mentre comincio piano ad accarezzarle i capelli. Faccio finta di niente, ma ancora una volta sono molto, troppo consapevole delle sue forme contro il mio corpo, anche se penalizzate da quella tuta. Maya non dice niente, non si muove, ma sento il suo respiro accelerato.
Non voglio forzarla, non voglio rovinare tutto prima ancora che inizi, ma posso cercare di darle un piccolo… spunto.
La scosto delicatamente da me, prendendola per le braccia e la faccio sedere sulle mie cosce. “Solo un attimo, amore.” Mi guarda un po’ stranita, ma non dice niente. Mi fissa con attenzione e si fa di brace quando mi vede cominciare a slacciare lentamente la camicia, bottone dopo bottone, e invitandola silenziosamente a riprendere quello che avevamo lasciato in sospeso quella sera, sul terrazzo. “Fa molto caldo qui, non trovi, Maya?” e scosto i lembi di stoffa permettendole un’ottima visuale del mio petto nudo. Cerca di dire qualcosa, ma dalla sua bocca esce un suono gracchiante. Ma mi guarda, mi scruta, fissa la mia pelle con uno sguardo inequivocabile che da solo mi mozza il fiato. Maya, è proprio vero che sei diventata una donna. Attendo con pazienza, gli occhi nei suoi occhi e quando sento la sua mano fresca posarsi su di me, fremo e gemo piano. E’ curiosa, Maya, e le sue carezze sono così piacevoli ed eccitanti. Ma non mi è mai piaciuto essere passivo e stasera voglio dedicarmi a lei, quindi la fermo ancora una volta. “Maya” le sussurro all’orecchio “Apri la zip della felpa per me. Solo un pochino.”
Un brivido la percorre, ma fa quel che le chiedo. “Così va bene?” domanda esitante.
“Ancora un po’, ti prego.”
Apre la cerniera fino al petto. “Così va bene, amore mio.”
Le prendo il viso tra le mani e le do un bacio sulla guancia. Un bacio innocente, che però si sposta sul suo collo scoperto e innocente non è più, la mia mano scivola lungo la gola mentre noto che il reggiseno che Maya indossa sotto la felpa non è certo quello di una ragazzina.
La sento sospirare e accarezzarmi le spalle. La camicia è scivolata e io ne approfitto per togliermela e lanciarla da qualche parte perché sento davvero un gran caldo, visto che lei a ora è seduta su di me e siamo così intimamente vicini. Mi impossesso della sua bocca e la bacio a lungo, profondamente e senza fretta perché finalmente sono sicuro che nessuno arriverà a disturbare e io voglio godermi Maya il più possibile.
Il mio autocontrollo è ai minimi termini, fra qualche secondo pronuncerò la frase di rito: “Se vuoi che mi fermi, dillo ora perché se continuiamo così non sarò più in grado di farlo”, ma lei mi precede e si stacca da me. Lo sapevo, me lo aspettavo, l’avevo messo in conto.
E’ ancora giovane e per lei è troppo presto per pensare di arrivare fino in fondo ora.
Il suo volto è in fiamme, le sue labbra sono gonfie, i suoi occhi brillano di uno sguardo languido, tuttavia la sua timidezza c’è ancora, ma le parole che sento non sono proprio quelle che mi aspetto di udire: “Qui non è comodo… mi si stanno addormentando le gambe. Non possiamo andare in un posto più…”
Deglutisco rumorosamente, quasi quasi il satiro fa la hola e lo zittisco, almeno per il momento. Mi mordo le labbra mentre le mie mani le sfiorano la pelle morbida delle sue guance. Brucio, anzi, ardo. “C’è il mio letto, se vuoi…”
Paonazza fa di sì con la testa, anche se ora non osa guardarmi in viso. “Penso vada bene.”
Anche a me va benissimo, tesoro.
Senza attendere oltre, la prendo tra le braccia. Non le chiedo se è sicura, se ci vuole ripensare, che posso aspettare. E’ vero, posso aspettare, ma sembra che Maya non voglia farlo, a giudicare dalle parole che mi ha appena detto, e allora non voglio farlo nemmeno io.
Entro in camera mia e la faccio sdraiare delicatamente sul materasso, mi stendo accanto a lei; siamo girati sul fianco a guardarci e ci sorridiamo. Le accarezzo il viso e cerco di riprendere un po’ il fiato. “Ti amo” sillabo. “Lo so”, mi risponde “Lo vedo in ogni cosa che fai e lo sento in ogni parola che dici. E ti amo anche io.”
Lo so, Maya, lo so, e tu non hai idea di quanto questo mi renda felice.
Non abbiamo ammirato le stelle sul balcone, né siamo scesi in spiaggia.
E’ stata la notte più bella della mia vita. Ho amato Maya intensamente  mettendoci tutto l’amore che provo per lei e Maya mi ha ricambiato con naturalezza e passione. L’ho assaggiata e gustata, avevo fame di lei e sono sazio, per ora. Le nostre anime si sono unite, finalmente, dopo tanta sofferenza. Le ho dato il mio cuore, la mia mente, la mia anima, il mio corpo. Le ho affidato la mia vita e so che è in buone mani.
La notte è ormai lontana e lei dorme tranquilla: si è presa tutto il letto, oltre al mio cuore e a tutto il resto, e io sono confinato in un angolino.
Mi  sono alzato stamane per fare il bagno. Le ho lasciato un messaggio sul cuscino chiedendole di raggiungermi per provare assieme la vasca in cipresso, ma lei non si è svegliata. L’ho aspettata fino a quasi perdere i sensi in quel bagno bollente, poi dato che sapevo benissimo con chi avevo a che fare, ho indossato i boxer e mi sono infilato nel letto accanto a lei, che continuava beata a dormire.
Le accarezzo piano la pelle e le poso un bacio sulla spalla nuda. Abbiamo fatto tanta strada, io e Maya: quando ci siamo conosciuti tu eri un’adolescente acerba e io un affarista senza scrupoli che aveva perso ogni speranza. Ora siamo semplicemente… noi.
* * *
E’ passato un anno e mezzo da quella notte magica. Ah, se a qualcuno interessasse, i piccoli granchi della spiaggia di Izu Maya li ha visti solamente un paio di giorni dopo.
Di notti come quella ce ne sono tante altre e tante ce ne saranno. Ora Maya è mia moglie, ci siamo sposati con una cerimonia semplice e siamo andati a passare la nostra luna di miele nel paese della Dea Scarlatta, il luogo in cui il nostro amore ha cominciato a fiorire di un’eterna fioritura, proprio come i susini che crescono in quel luogo incantato e fuori dal tempo. Le parole pronunciate da Akoya ora hanno un significato sempre più profondo che si rinnova ogni volta che siamo insieme. Per esempio, la sera quando a Maya capita di bruciare la cena o quando lava le sue magliette rosse con la mia biancheria. Ci piace la vita semplice.
Al momento è impegnata nella rappresentazione della Dea Scarlatta. Si alterna con Ayumi Himekawa. Alla fine, infatti, la signora Tsukikage ha deciso che entrambe le interpretazioni erano molto valide, quindi tutt’e due sono diventate le Dea. Oppure che ognuna delle due rappresenta un diverso aspetto di quella divinità. Aveva ragione, la signora, come sempre. Entrambe le Dee sono conturbanti e affascinanti e trascinano gli spettatori con la loro magia.
Nei libri dicono sempre “non pensavo si potesse amare così”, io dico che dopo tanto tempo sono sempre più preso da lei e starle lontano non mi fa bene. Mizuki dice che quando lei non c’è, ritorno il vecchio Masumi Hayami che terrorizzava tutta la Daito. Tranne lei, ovvio.
Non è che sia cambiato, forse grazie a Maya mi sono rimpossessato di me stesso.
Eisuke Hayami lo sento, ogni tanto. I nostri rapporti sono ancora tesi, ma piano piano stanno migliorando. Ogni tanto lui mi chiede di riconsiderare quella questione, ma non insiste. Questa storia lo ha molto segnato e forse sta cambiando. Quel che è certo è che è sinceramente affezionato a mia moglie e ogni tanto si trovano a mangiare quei tremendi gelati che sembrano adorare entrambi. Strano che a nessuno dei due venga mai mal di pancia.
Comunque, si vedrà.
La notizia della rottura del mio fidanzamento con Shiori è passata in secondo piano, quasi fosse solo una conseguenza del fatto che io abbia dato le dimissioni sia da figlio di Eisuke Hayami che da Presidente della Daito Art Production.
Volete sapere cosa ne è stato di Shiori? A quanto mi ha fatto sapere l’autrice di questa storia, sta bene ed è felice. Vi racconterà lei come sono andate le cose per la signora Kawahara - ora Shiori si chiama così - ma so per certo che non ha più avuto svenimenti.
Quanto a me, ho cominciato a lavorare con Mitamura e la situazione finanziaria ora è stabilmente in attivo. Circa sei mesi fa Mitamura mi ha proposto di diventare suo socio alla pari e la ditta ha cambiato ragione sociale. Ora si chiama Mita&Fuji, Inc.
Mi chiamo Masumi Fujimura e sono un uomo felice.
 
 
Fine – owari – the end – fin
 
 
Ecco qua, ho scritto la fine anche di Benvenuta.
Spero vi sia piaciuta quanto a me è piaciuto scriverla (quindi un bel po’).
Grazie a chi ha letto (tanti!), a coloro che hanno inserito la fanfic tra le preferite, seguite o ricordate.
Un grazie ancora più sentito per chi ha buttato via del tempo per lasciarmi una recensione. Mi avete dato una grande mano con le vostre impressioni, ve ne sono davvero grata.

Ma me la spiegate una cosa, cari lettori miei? Perché il capitolo del satiro che prende il sopravvento è quello che è stato meno recensito, ma è il più letto? E' da un po' che ci penso a chiedervelo, ma non riesco a capire.  

Per la cronaca, la mia nipotina è nata dieci giorni fa, è molto carina e fa tutte quelle cose orribili che i bambini di quell’età devono fare per stare bene, quindi scoppia di salute.
 
Come avrete certamente capito ci sarà una terza storia a chiudere la serie e sarà su Shiori.
Ecco, la prenderò terribilmente in giro e gliene farò passare di ogni, finirà letteralmente nella melma, ma un cavaliere un po’ sui generis arriverà a salvarla. Ovviamente sarà la più irriverente e dissacratoria tra le tre fan fiction, ma spero che la cosa non vi spiaccia più di tanto.
 
Un po’ di capitoli sono già pronti, ma la pubblicazione comincerà quando tutta la storia sarà più o meno scritta, in modo da non fare passare tre secoli tra un aggiornamento e l’altro.
 
Eccovi il riassunto de “La rieducazione di Shiori Takamiya (ovvero l’oggettiva osservazione della realtà)”:
 
“E’ piuttosto improbabile che in questi boschi lei possa incontrare l’imperatore del Giappone e consorte, quindi l’abito da cerimonia non è richiesto.”
Shiori lo guardò male, agitandogli sotto il naso un maglione di pile. “Questo abbigliamento non mi dona affatto.”
Kenji si tolse gli occhiali e le diede una buona occhiata. “E’ bella lo stesso. E badi, questo non è un complimento, ma una oggettiva osservazione della realtà!”
 
 
Non è umanamente possibile che in una persona sola si concentrino tanti difetti: piattola, lagna, viziata, macigno, pallista, intrigante, nevrotica, cozza…
Ci ho pensato su e sono giunta alla conclusione che Shiori l’abbiano fatta diventare così.
Quindi quello che ci vuole è qualcuno che la rieduchi, nella fattispecie un serioso ingegnere con una spiccata tendenza alle gaffes.
 
 
 
Grazie ancora per il tempo che avete dedicato a “Benvenuta”.
Alla prossima!
Ni
 
   
 
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