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Autore: Kiki May    28/09/2012    9 recensioni
Questa fanfiction segue gli eventi del film "The Avengers". Loki ha scontato la sua pena nelle carceri di Asgard e Thor č divenuto re: per i due č giunto il momento di ritrovarsi.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10.





La morte degli dči










Un tremore continuo percorreva le belle mani di Loki, che si stringevano e tormentavano di graffi, nel tentativo di dominare una sofferenza irriducibile. Mani pallide, fredde, come la lapide di marmo che rendeva omaggio a Thor Odinson, martello degli dči, fulmine in battaglia, re saggio e luce di Asgard.
Luce di Loki, il bastardo, fabbricante di menzogne immobile, esangue, dinanzi al tributo monumentale.
“L’hanno realizzata a Midgard.” Sussurrň Sif, con voce rotta dalla commozione. I passi lievi di eterna fanciulla echeggiavano nella sala del trono. “Le statue esterne … sono state commissionate agli artisti del regno, ma questa lapide č arrivata da Midgard, rimarrŕ per sempre qui.”
Loki non replicň.
Continuň a graffiarsi i palmi delle mani, incurante del sangue che lordava le unghie. Una voce dentro di lui – ferale, remota – gli imponeva di distruggere il marmo, spezzare il collo di Sif; di annegare Asgard intera in un mare di lacrime e morire ai piedi del fiume che aveva lambito l’imbarcazione del re.
Ad occhi chiusi, riusciva ancora a sentire il tepore delle fiamme alte che bruciavano la carne del fratello. Il fumo aspro, il vento tra i capelli.
“Vermi infami.” Mormorň, rabbiosamente. “Anche loro sono responsabili della sua morte! Per averlo chiamato al loro servizio, schierato nelle loro inutili battaglie. Che muoiano, i dannati! Che muoiano tutti!”
“LOKI!” gridň Sif, lo sguardo fiammeggiante d’ira. “Se Thor potesse sentirti si vergognerebbe di te!”
Il dio dell’Inganno si voltň di scatto, inclinando il capo come un felino incuriosito.
Strinse gli occhi, fronteggiando quelli di Sif che lo fissavano con nobile superioritŕ. Trattenne una battuta di spregio, improvvisamente provato dalla vicinanza dell’antica amica del fratello.
“Ti ammirava molto …” esalň, assente. “Ammirava la tua caparbietŕ, la tua indipendenza.” Aggiunse, portando una mano al capo per lo sfinimento.
Sif lo avvicinň senza esitare.
Lo fece accomodare sul trono dorato e strinse le sue braccia brevemente, con forza. Loki poté scorgere il segno delle lacrime che le avevano rigato il volto.
“Č stato un onore combattere al suo fianco.”
“Combattere!” ringhiň il fabbricante di menzogne, esasperato. “Non ha fatto altro che combattere! Ed č stato uno scellerato, un cieco! Avrebbe dovuto prevedere un inganno finale di Thanos! Avrebbe dovuto tenere l’armatura allacciata sino all’arrivo in tenda e sgozzare con gusto i traditori che l’avrebbero accompagnato! Dannato gigante!”
Lo schiaffo della dea guerriera interruppe il monologo amaro.
Loki non riuscě piů a trattenere le lacrime.
“Perché non sono morto assieme a lui?” domandň, piů dolce.
“Thor č stato un generale eccellente ed un re lungimirante. Si č guadagnato l’ingresso nella sala degli dči, nel Valhalla che ha accolto suo padre. E ti ha protetto, perché tu potessi continuare la sua opera.”
“Sciocchezze!” sbraitň il dio, allontanandosi dal trono che pareva scottare sotto le membra. “Io sono portatore di caos! Sono creatore di menzogne e distruttore di regole! Pensare a me come continuatore dell’opera di Thor č pura follia!”
Sif prese fiato, calma.
“Eppure ci sono stati giorni in cui avresti dato tutto ciň che possedevi per essere come Thor, per sedere al suo posto.”
“Come osi?!” urlň Loki, senza controllo.
E si sentě quasi soffocare nella veste nera che lo avvolgeva. Dovette cadere sulle ginocchia, premere le mani contro lo stomaco, per impedirsi di piangere ancora.
Sif provň pena.
Si chinň accanto a lui e prese le mani lacerate dai graffi.
“Il mio amato … il mio amato …”
“Č caduto in battaglia.”
“Oh Odino, ti prego! Portami da lui!”
Loki e Sif non si abbracciavano da millenni, da quando erano entrambi dči bambini e Sif portava lunghe trecce bionde sulla schiena. I singhiozzi li piegarono insieme.
La dea guerriera scacciň le lacrime, vergognosamente.
“Lui ti amava, ti amava tanto. Se scegliessi di continuare la sua opera, sarebbe il piů grande omaggio che –“
“Loki č Loki.” Replicň il dio, amaramente. “Ed ora č solo, solo per sempre.” Aggiunse, rialzandosi a stento.
Volse lo sguardo al trono che aveva tanto bramato, alle sue mani bluastre, incancellabile segno delle sue origini mostruose, alla lapide dedicata a Thor.
“Addio, Sif.” Mormorň poi, con fermezza sofferta. “Il mio posto non č qui e il governo di Asgard non mi appartiene.” Disse, combattendo l’avido desiderio che ancora sentiva nel cuore, distruggendo se stesso. “Farai un ottimo lavoro nel seguire le orme di mio fratello e governerai, combatterai – morirai – con grande onore, come lui. Io partirň al tramonto, dopo l’ultimo rogo funebre. Mi perderň nei Nove Regni come un vagabondo, poiché questo č il destino di un dio che non appartiene a nessun luogo.”
Sif portň il pugno al cuore un’ultima volta.


Il letto di Thor era ancora un mare d’oro e porpora. Tra le lenzuola ricche che solleticavano il corpo, Loki aveva sospirato di piacere e sognato sogni impossibili, assieme a Thor che desiderava la pace duratura e dei figli.
Una felicitŕ intoccabile.
“Sapevo che saresti passato di qui …” esalň Frigga, pallida e tremante dinanzi al baldacchino. “Lo amavi piů di tutti.”
Loki serrň i pugni. Volse lo sguardo altrove, distante.
“Non devi andare.” Lo pregň Frigga, senza fiato. “Sei mio figlio e non voglio perdere anche te. Non devi andare!”
“Non posso restare.”
La dea madre prese il volto del figlio perduto, mai rinnegato. Lo baciň sulle guance che sapevano ancora di lacrime, salutandolo in silenzio.
Loki chiuse gli occhi, raggiunse il terrazzo che dava sul mare.







“Poiché mi ami resterai sempre al mio fianco, fratello.”
Loki premette il volto contro i cuscini e celň un sorriso segreto, che divertě Thor e compiacque il suo ego.
“Tu mi ami, vero?”


Un tempo aveva giurato d’amarlo, nonostante i contrasti. – Non dubitare mai del mio amore – Poi l’aveva insultato, tradito con le stesse labbra che avevano pronunciato voti di fedeltŕ eterna, con le stesse labbra che l’avevano baciato. Erano seguite lotte sanguinose, coltellate a tradimento. La luce affettuosa negli occhi di Thor aveva vacillato e la follia in quelli di Loki aveva raggiunto il culmine.
La prigione aveva eretto nuove barriere, eppure la tenerezza di Thor, la sua preoccupazione costante ed il solo pensiero della sua pelle, delle sue braccia, avevano salvato Loki dalla perdizione.
Non dubitare mai, fratello.
Unico amore dell’esistenza, unico alleato.
Per sempre lontano, nella Sala degli Eroi.















~



Note
E siamo quasi giunti al termine della storia. Spero l'abbiate apprezzata. Non disperate, cercherň di fare prestissimo col seguito!

  
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