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Autore: __Sayuri__    28/09/2012    3 recensioni
[post-Thor] [pre-The Avengers]
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I film della Marvel ci hanno mostrato i due volti diversi di Loki e la sua 'metamorfosi' senza rivelarci cosa è accaduto nel mezzo, quando si è lasciato cadere nel vuoto. Con questa storia proverò a riempire questo buco narrativo utilizzando tanta fantasia e vari riferimenti ai film stessi, ai fumetti e alla mitologia nordica.
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[COMPLETA]
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[Questa fanfiction ha partecipato al contest "La notte degli Oscar" indetto su Writers Arena Rewind, vincendo il premio speciale 'Momenti di Gloria']
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Loki, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 - Sopravvivere
Capitolo 2 - Sopravvivere





Il tempo ha smesso di scorrere, e Loki ne ha ormai perso ogni percezione.

Con inesorabile lentezza l'Oblio lo sta inghiottendo, vincendo le ultime resistenze della sua coscienza. Quel gelido vuoto così ineffabile, ed allo stesso tempo così inarrestabile, gli è penetrato fin dentro l'anima e lo sta consumando dall'interno. Per quanto provi a rimanere lucido, gli ultimi giorni trascorsi iniziano a sfumare in un groviglio indefinito di sentimenti svuotati e parole spezzate, mentre la sua vita ad Asgard gli appare sempre più come un ricordo lontano, quasi inafferrabile. Si sforza di rammentare i nomi, le voci e i volti delle persone che dovrebbe conoscere, ma nella sua mente prendono forma solo suoni indistinti e immagini sfocate, che non hanno più nulla di familiare. Si sente avvolto ed intrappolato dalle spire di una nebbia asfissiante, come se si fosse smarrito nei margini indefiniti di un sogno, dal quale non riesce più a svegliarsi.

Un'ombra.

Ecco cos'è rimasto di lui, del suo passato, dei suoi piani.



Si maledice per la milionesima volta, quel genere di pensieri non lo aiuterà di certo a migliorare la sua situazione. Deve riuscire a tutti i costi a mantenere viva la rabbia che fino a pochi giorni prima bruciava dolorosamente nel suo petto, e che ora è ridotta ad una flebile fiammella. Poco importa se quasi non ricorda più nemmeno il motivo di tanto odio; sentire qualcosa, qualsiasi cosa, gli è indispensabile per restare vivo ancora per un po', il più a lungo possibile, e pensare. Deve trovare una via d'uscita. Arrendersi e accettare l'inevitabile non rientra tra le sue opzioni, non ancora, e finché avrà anche un minimo barlume di lucidità dovrà approfittarne.

Il suo corpo, ormai totalmente paralizzato, non gli è più di nessun aiuto, ma la sua mente, seppur pesantemente intorpidita, in profondità è rimasta vigile e operosa, come una brace ancora brulicante di calore sepolta sotto il carbone ormai spento. Quel processo mentale così astratto e puro, libero da ogni influenza interna ed esterna, gli ha permesso di comprendere un'assoluta verità: per tutta la vita gli sono state insegnate unicamente menzogne.

Non esistono solo i Nove Regni.

Lo spazio, al di fuori del 'suo' universo, non è vuoto, come credeva, anzi. Evidentemente le radici e i rami di Yggdrasill si estendono molto più in là quanto gli sia stato insegnato, come ha potuto constatare con i suoi stessi occhi. Nel suo vagare senza meta, inaspettatamente, ha visto l'oscurità riempirsi di puntini luminosi e, incredulo, mentre si addentrava in quella porzione inesplorata di spazio, ha incrociato il suo moto con quello di innumerevoli stelle e pianeti; alcuni enormi, di cui poteva persino avvertire il calore, ed altri dalle dimensioni contenute di piccoli asteroidi.

Può esserci qualcosa di vivo, sopra uno di quei pianeti. Deve solo sperare di passare abbastanza vicino alla loro orbita, per esserne attirato dalla massa e tentare di raggiungerne la superficie sfruttando la forza gravitazionale. Forse è troppo debole per farcela, e anche ammesso che ci riesca di certo non resterà illeso, ma è la sua unica e ultima speranza.
Si impone di non pensare a chi o cosa possa abitare quei mondi sconosciuti, decidendo che al momento non è quella la questione fondamentale da risolvere.

Ora deve solo sopravvivere.

Non può più contare molto sulla sua vista, anche se ha ancora gli occhi sbarrati, ma riesce comunque a percepire l'approssimarsi dei corpi celesti, avvertendone la massa, il calore e il movimento. Dopo aver attraversato una zona pressoché vuota, finalmente, sente qualcosa provenire dalle sue spalle. Concentra i suoi sensi in quella direzione, affannosamente, tentando di decifrare quella fonte di energia per stabilire di cosa si tratti.

Non sembra una stella, né un pianeta; ha una massa troppo piccola e rarefatta, priva di un nucleo centrale, e non emette un calore sufficiente nemmeno per essere una meteora. E si muove velocemente. Troppo velocemente, e senza seguire un'orbita precisa. 

Infastidito, Loki mette a tacere una voce nella sua testa, zittendo quel campanello d'allarme a cui negli ultimi tempi non ha mai dato retta, ignorando il suo stesso istinto. Se fosse più lucido, si ricorderebbe che questo comportamento gli ha recato solo guai, ma è ormai incapace di ragionare e non si rende conto del pericolo a cui sta andando incontro.

Qualunque cosa sia, e qualsiasi forma di vita ospiti quell'oggetto non identificato, lo deve fermare, ad ogni costo.

L'unica cosa che può fare, però, è cercare di attirarne l'attenzione, quindi raccoglie i pochi frammenti di energia che gli sono rimasti e si prepara a creare la sua ultima illusione. Deve ricreare la visione di qualcosa di grande ed imponente, così da facilitare il suo avvistamento, e mentre scava furiosamente nella sua memoria riesce a trovare solo un'immagine adatta a quello scopo.

Quando avverte che l'oggetto è ormai vicinissimo rilascia le sue energie di colpo, che si condensano e danno vita ad una perfetta proiezione di Asgard, che appare ancora più luminosa e inarrivabile, in mezzo a quell'oscurità immota. Si sorprende dell'incredibile verosimiglianza della sua illusione, la più grande che abbia mai creato, e per un istante riesce perfino a sentire gli odori e i suoni che per tanti anni hanno dato un ritmo alla sua vita; poi tutto ripiomba bruscamente nel buio e nel silenzio.

Stremato, prova a resistere ancora un momento, attendendo speranzoso un qualche cambiamento, ma è ormai privo di forze, e sente la soffocante cappa dell'incoscienza gravargli sulla testa, senza pietà.

Quando ormai si sta per arrendere all'Oblio, avverte il mutamento che stava aspettando.

All'improvviso sente la sua schiena urtare contro qualcosa, poi tutto il suo corpo impatta contro una superficie fredda e ruvida, fermando finalmente il suo vagabondare in una nuvola di polvere e detriti. Un istante prima di perdere i sensi, distingue un rumore di passi alle sue spalle.

Non è più solo.

Qualcuno si sta avvicinando.







 ***





Angolo autrice

Rieccomi di rientro dalle vacanze, ed ecco il nuovo capitolo! Finalmente comincia l'azione! (più o meno... ^^) Come avrete intuito (spero), la mia intenzione è coprire il 'buco narrativo' tra la fine di 'Thor' e l'inizio di 'The Avengers', provando a raccontare [leggi: 'inventando di sana pianta' XD] cosa è successo a Loki nel frattempo. Non so perché mi sia imbarcata in un'impresa così ardua, né perché abbia iniziato a scrivere usando il tempo presente, che trovo difficilissimo da usare[puro masochismo], ma spero davvero di tirarne fuori qualcosa di decente e verosimile.

Portate pazienza, comunque, è molto probabile che non aggiornerò con grande frequenza, dato che da ora in poi il gioco si fa davvero duro, e mantenere l'IC senza cadere nel ridicolo sarà un'impresa. [aiuto O_O] Critiche e consigli sono ben accette. :3

Come sempre, grazie a Blue_moon per il banner! *O*


Alla prossima!

Sayuri





   
 
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