Capitolo
3 – Mon petit
Maurice
25 luglio 2009
Sono nei pressi
della prua della nave, quasi stile
Titanic e mi domando quanto possa essere assurda questa storia
dell’eredità.
Stiamo andando in Sardegna come previsto, Jean ed io. Abbiamo speso
tanti soldi
e non è neanche una vacanza, davvero fantastico tutto
ciò.
A guardarlo da
qui, dove sono seduta con il fedele
portatile, Jean sembra uno di quegli uomini di mare che hanno visto
già tutto
nella vita, che niente oramai può meravigliarli. Mettiamoci
anche che la sua
barba fa tanto di Capitano, sempre del Titanic ovviamente, ringiovanito
di
qualche abbondante decennio.
Mi ha
rassicurato sul viaggio, su tutto come sempre, ma io
sono perennemente tormentata e non riesco mai ad essere sicura delle
mie
scelte.
Quanto
è stato saggio prendere questa nave?
26 luglio 2009
Siamo a
Cagliari da ieri!!!! Incredibile questa città,
forse potrei viverci. Jean ha prenotato un albergo davvero incantevole,
piccolo, economico e accogliente. Mi sento in vacanza, che bello!
Comunque
torniamo ai fatti che agitano la mia vita: La
celeberrima eredità!
Ieri appena
giunti a destinazione siamo andati all’Istituto
Penitenziario Santa Maria e ci ha accolto un ragazzo che aveva
più o meno la
nostra età. Era però estremamente basso e parlava
in dialetto, sembrava un tipo
alla mano e anche molto simpatico. Ci ha accompagnato fino
all’ufficio del
Direttore che non sembrava propriamente felice della nostra visita,
forse aveva
da fare…..
Comunque ci ha
consegnato uno scatolone malconcio,
ricoperto quasi intermente di nastro adesivo e dopo averci fatto
firmare una
decina di fogli siamo usciti. Avevamo la nostra eredità tra
le braccia.
Emozionante!
Lo scatolone
era abbastanza pesante motivo per cui Jean
lo ha portato da solo fino al nostro albergo, senza prendere nessun
mezzo di
trasporto. Che eroe!!
Si ma non
dilunghiamoci troppo in quisquiglie …
“Apertura
dello scatolone” :
-
1 kg di farina,
-
3 stampini per
fare i muffin,
-
1 teglia da
forno consumata e …sporca!!!,
-
2 completi da
lavoro impolverati e maleodoranti,
-
1 album
fotografico ingiallito,
-
1 busta da
lettera (forse contenente informazioni preziose),
-
1 cartellina
piena all’inverosimile di scartoffie varie (ancora da
analizzare….).
WOW! Che puzza
assurda, non potete neanche immaginare.
Jean ha osservato tutto attentamente manco fosse Indiana Jones di
fronte a un
reperto archeologico che cambierà la storia. Io sinceramente
sono delusa…..
“Apertura
della lettera” :
Sig.re
Jean Silvot & Sig.na Marla Silvot,
vi
prego di accettare questo poco che ho da offrirvi, non sono stata una
brava
persona in vita, ma ciò che ci lega vi da diritto ad avere
almeno un piccolo
ricordo di me. Non ho potuto, per motivi credo ovvi, venire a trovarvi
di
persona per ringraziarvi di cuore.
Renzo Retti
Ok, ed ora? Che
significa? Questa persona ci conosce, ma
non ci ha mai visti?
“Lettura
dei documenti nella cartellina” :
1.
Un vecchio
documento riguardo un appartamento di proprietà di Renzo
Rietti a Cagliari, poi
passato allo Stato.
2.
Una cartella
clinica dell’Ospedale Penitenziario con copia del Certificato
di Morte.
Ecco fino a
questo punto tutto nella norma, se così
vogliamo dire. Poi a leggere l’intestazione del documento
seguente a me si è
gelato il sangue. E a dirla tutta anche Jean, normalmente impassibile,
è
impallidito e mi ha strappato il foglio di mano.
Era un
documento di adozione in piena regola, anche se ad
uno sguardo più attento c’era qualcosa che non
andava. Sicuramente non si
trattava dell’originale, ma non sembrava neanche una copia.
Onestamente a me
pareva un fac-simile….
Ed
infatti…..era il documento di adozione di un gatto!!!
Il nostro gatto Maurice!!!
Non ci posso
credere siamo venuti fin qui per l’eredità
che quest’uomo ha lasciato al nostro gatto, adottato 9 anni
fa!
O mio Dio!
Torniamo a casa Jean, per favore!
Dopo questa
storia mi è quasi venuta voglia di studiare,
il che ha dell’incredibile. Ma soprattutto cosa ci fa un
gatto con quella
roba?! Getto tutto lo giuro e non dico niente a Maurice!