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Autore: Elhrion    03/10/2012    1 recensioni
"Potrei allontanarmi dalla creatura che ho davanti, ma dentro di me, l’istinto mi dice che sembra essere in difficoltà."
Un racconto. Gli unici protagonisti sono gli animali, due specie, mescolati in una storia piena di regole ed emozioni..
Genere: Angst, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qual è la regola delle creature umane? Di certo non ‘mangia per non essere mangiato’..
Sopraggiungono avidamente e.. come mai uccidono altri esseri viventi, se poi non è per mangiarli?
Per quale motivo hanno sterminato.. la mia famiglia?

Rimasi con il fiato sospeso ancora per un attimo.
Di cosa dovevo preoccuparmi, adesso? Degli esseri umani che si stavano avvicinando, o di rischiare ancora la vita per qualche altro inaspettato incontro? Quel lupo non poteva essersi dileguato così.

So di trovarmi in un posto che non mi appartiene.
Un lupo non esce allo scoperto se non è con un branco al seguito. Allora perché?
Perché era solo, intrappolato in quell’inferno? Gli altri suoi compagni avrebbero dovuto aiutarlo.
Che siano fuggiti tutti per via della presenza degli umani?
 
Una cosa era comunque sicura, dovevo andarmene subito da lì.

Cercai di alzarmi, con le zampe ancora impregnate di rosso scuro.
Avevo il dorso dolorante per via del contraccolpo e in bocca il sapore ferroso del sangue.
Come prima cosa decisi di levarmi di dosso l’odore di quel lupo.
Andai in una pozzanghera formatasi giorni prima e cercai di levarmi il sangue come potevo, stando attenta a non bagnarmi troppo, per poi così non tremare dal freddo.
Adesso non mi restava che trovare un posto riparato e lontano da possibili pericoli per passare la notte.
..Ma dove?
Tastai con le zampe il terreno, per trovare un posto adatto dove scavare una fossa, quando ne trovai una già pronta.. ma era la tana di un coniglio. L’animaletto fiutò, uscì ed appena mi vide rintanò con uno scatto, tremando per esser stato così vicino ad un suo predatore.
Almeno adesso sapevo di non avere più quell’odore. La fragranza che avevo ora poteva sembrare un misto tra olezzo di fango ed erba bagnata.
Proseguendo sempre e comunque con cautela, trovai un grande tronco cavo, accatastato tra i sassi ed il terreno. Decisi che per quella notte sarebbe stato il posto abbastanza indiscreto che stavo cercando.
Inoltrandomi più vicino, vidi delle bacche viola dall’apparenza appetitosa. Ne staccai 3 con la zampa, aiutandomi col muso e le portai in bocca fino al mio nuovo nascondiglio. Entrai con un balzo dentro il tronco tramite la fessura in superficie, fortunatamente abbastanza grande per me.
Annusai i dintorni e cercai una posizione comoda in cui mettermi, quindi mi accovacciai coprendomi con la coda e mangiai da subito una delle 3 bacche. Le rimanenti le avrei lasciate come cibo di scorta.

Cercai di immaginarmi l’odore dei miei fratelli, il loro calore accanto, per quel poco che ne potessi ricordare e malinconicamente mi addormentai.
  
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