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Autore: Miss Fitzy    05/10/2012    2 recensioni
Sembrava una giornata come tante. Come reagirebbe Kyouko se le si presentasse davanti Shotaro con un'assurda richiesta: tornare con lui dai suoi genitori a Kyoto? Cosa risponderà la nostra protagonista? Perchè Sho vuole tornare a Kyoto e , soprattutto, con lei? Infine : come prenderà la notizia Ren. Questa e altre risposte vi attendono in quella che è in assoluto la mia prima fan fiction. Spero vi piaccia, buona lettura!!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kyoko Mogami, Ren Tsuruga, Sho Fuwa
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Yoshiki  Nakamura; questa storia è stata scritta senza scopi di lucro.
 
Ciao!! Eccomi con il secondo capitolo: avrei voluto aggiornare prima scusatemi! Grazie per tutti quelli che mi stanno seguendo!
 
 
Kyouko non riusciva a raccapezzarsi, quella situazione era assurda:   - Devo parlarti.- ...   - è importante-  , Sho le aveva proprio detto quelle parole e non aveva la minima idea di cosa mai volesse parlarle. Già il solo fatto che fosse andato deliberamente a cercarla era un qualcosa di atipico ma , ancora di più, quell'espressione seria e le parole " per favore " non erano decisamente da lui. Fuori c'era ad aspettarli un macchina scura, vi salirono e per tutto il tragitto fino all'appartamento rimasero in silenzio. Una volta arrivati il cantante le fece segno di seguirlo. Kyouko obbedì ma non appena rivide quell'edificio iniziò a provare una rabbia incontrollabile che cresceva sempre più man mano che vi si addentravano : l'ultima volta che era stata lì, infatti, era stato quando, distrutta e col cuore a pezzi, aveva fatto in fretta e furia le valigie dopo aver scoperto il "tradimento" di Sho. Erano giusto arrivati di fronte alla porta dell'appartamento quando il ragazzo si voltò e la vide sul punto di esplodere: " sembra quasi che sia a pronta a saltarmi addosso da un momento all'altro per picchiarmi selvaggiamente" pensò sospirando, - Entra- le disse infine. La ragazza, cercando di trattenersi dallo spaccargli  la testa contro lo stipite della porta ( e si! Il biondo aveva perfettamente afferrato cosa le stesse passando per il cervello) , lo seguì e , varcata la soglia, mille ricordi iniziarono ad affollarle la mente. Si vedeva ancora lì tra quelle stanze intenta a lavare, stirare, cucinare e a fare-ogni-sorta-di-cosa-che-una-brava-casalinga/servetta-doveva-fare , le sembrava ancora ieri quando cercava di corrompere il biondo con budini alla fragola e programmi comici per farlo restare a casa. Passarono davanti a quella che una volta era stata la sua camera e la invase una profonda amerezza : come aveva potuto essere così stupida da rinunciare a tutto  per farsi solo usare come una cameriera? Non avrebbe mai potuto perdonarlo per tutto il male che le aveva fatto, " allora cosa ci faceva lì?", sentì la voglia di tornarsene a casa " Al diavolo Shotaro!", poi si ricordò della sua faccia seria di poco prima e si fermò nel mezzo del corridoio, lo sguardo ancora rivolto alla sua ex stanza , chi sa se c'era ancora il suo letto dentro , " Aaaa ma cosa vado a pensare! Questa non è più casa mia! Ora casa mia è al ristorante Durayama" pensò ai due anziani coniugi che per lei erano diventati  come dei genitori e si addolcì. La sua vita adesso le piaceva, era felice! Sho l'aveva osservata tutto il tempo con la coda dell'occhio e quando la vide fissare quella camera disse:
-  Tutto è come lo hai lasciato- quando la ragazza lo guardò stupita aggiunse con un ghigno - Ci sono ancora un paio di mutandine con le fatine, le hai dimenticate qui... BIMBA!!-  rise soddisfatto vedendola diventare color porpora ( sia per l'imbarazzo che per la rabbia) e dandole le spalle andò in cucina.
" Ecco che fine avevano fatto le mie mutande preferite!" pensò, mordendosi le labbra per impedirsi di urlare. Ora riconosceva il solito Shotaro : idiota e arrogante, per un attimo aveva pensato che le luci degli studi televisivi gli avessero fritto il già bacato cervello, ma probabilmente quel fare serio era stato un qualcosa di passeggiero. " Non abbassare la guardia. Non farti ingannare da questo celebroleso" continuava a ripetersi seguendo il biondo che intanto, aperto il frigorifero, stava bevendo da una bottiglia d'acqua.
- Siediti- quasi le ordinò indicandole col mento il divano.
Lei, molto seccata, vi si lasciò cadere sopra : - Allora? Cosa vuoi?-
Il ragazzo non rispose, continuò a squadrarla di sbieco con una faccia che faceva trasparire indecisione, quasi stesse affrontando un conflitto interiore, " che faccio? Glielo dico o no? Ormai l'ho fatta venire fin qui... o la va o la specca!" e risoluto afferrò una sedia e, messala al  contrario, si sedette di fronte a Kyouko appoggiando i gomiti sulla spalliera.
La ragazza deglutì vedendosi i suoi occhi appuntati addosso da una così breve distanza e , irritata, fece per alzarsi sbottando : - Bene se non hai niente da dirmi io andrei a casa , non ho tempo da perdere con gli idioti... - ciò che lui le disse la fece risedere dov'era.
- Mi ha telefonato mia madre- .
" Cosa?" a quanto ne sapesse Shotaro non aveva più sentito i genitori dopo che era scappato a Tokyo con lei. Stava per chiedergli spiegazoni quando il ragazzo parlò di nuovo:
- Mio padre sta male. Deve essere operato al più presto e i medici hanno detto che si tratta di un'operazione rischiosa... potrebbe non farcela.-
Ora si spiegava tutto... capiva il perchè la sua espressione gli fosse sembrata tanto strana, triste.  
Sho non aveva mai avuto un buon rapporto con il padre, era un uomo autoritario e severo  che lo aveva sempre guardato con un aria di sufficienza e insoddisfazione. Probabilmente non aveva una grande considerazione di lui ma nonostante ciò, in quanto suo unico figlio,  avrebbe dovuto ereditare il Ryokan che la loro famiglia mandava avanti da generazioni. Shotaro, però, non aveva alcuna intenzione di lasciarsi incastrare nella gestione del caratteristico albergo giapponese nè tantomeno sposare una ragazza che i suoi  avrebbero scelto per lui: il suo sogno era di diventare il cantante più famoso e acclamato della nazione ! Quando lo aveva detto al padre questi, furioso, lo aveva preso a schiaffi ed egli , per tutta risposta, era fuggito a Tokyo portando con sè Kyouko. Da allora ogni rapporto con i genitori  era cessato. Adesso , dopo non poca fatica, era riuscito a raggiungere il suo obiettivo: era un idol tra i più conosciuti e ammirati! Poteva esserne orgoglioso, nessuno lo avrebbe mai più fatto sentire un fallito, un incapace. Pensava di essersi ormai lasiato tutto alle spalle, di poter finalmente tenere la testa alta e affrontare chiunque si fosse messo sulla sua strada... eppure, quando aveva chiamato sua madre , si era sentito mancare la terra sotto i piedi. Il pensiero di ritrovarsi ancora faccia faccia con quell'uomo lo metteva a disagio e ( anche se non lo avrebbe mai ammesso) lo terrorizzava. Però quell'uomo era pur sempre suo padre e non poteva far finta di niente di fronte ad una situazione del genere. Lo doveva fare! Doveva tornare a Kyoto. Quando era giunto a questa conclusione si era anche accorto che poteva farlo solo in un modo.
- Cosa pensi di fare adesso?- disse la ragazza rompendo il silenzio.
Lui la guardò, esitante, e poi risoluto rispose: - Partirò per Kyoto il prima possibile ma...-
- Ma?-
- Verresti con me?-
Kyouko restò basita : non avrebbe mai  immaginato che Sho le avrebbe fatto una simile richiesta considerando il fatto che, da mesi ,si erano dichiarati guerra. Poi , riflettendoci, si rese conto che la cosa non era poi così senza senso: lei era l'unica a cui Shotaro poteva rivolgersi, la sola che conosceva la loro situazione  familiare in quanto era stata "adottata" da quella famiglia quando la madre l'aveva abbandonata. Aveva vissuto con i Fuwa per anni!
Quando Sho si accorse dell'incomprensione stampata sul viso della ragazza si sforzò di spiegarele il perchè della sua richiesta, visibilmente  imbarazzato:
- Non voglio andarci da solo, non sono sicuro di farcela-
Kyouko sgranò gli occhi colpita dalla sincerità del suo ex amico d'infanzia, incapace di aggiungere altro che un - Oh-
- Non so come affrontarli ma se ci sarai tu sono sicuro che sarà più facile: hanno sempre avuto una prelidizione per te, tu eri quella obbediente mentre io il figlio scansafatiche.- disse con un sorrisetto amaro.  "Inoltre sei l'unica di cui mi possa fidare, la sola che mi conosce veramente" avrebbe voluto aggiungere, ma tacque troppo orgoglioso per farlo.
La rgazza rimase in silenzio con un'espressione mortalmente seria. Era combattuta: " come poteva pensare quell'idiota che avrebbe accettato?", " perchè mai avrebbe dovuto aiutarlo dopo tutto quello che le aveva fatto?" . Le dispiaceva sinceramente che il signor Fuwa si trovasse in quelle condizioni ma poteva questo bastare per passare sopra al fatto che nutriva un odio viscerale nei confronti di Shotaro?
- Io parto dopodomani . Pensaci.- così dicendo il biondo le porse un bigliettino con il suo numero di telefono e la scortò di sotto dove la stessa auto scura di prima la riportò a casa.
Quella notte non riuscì a chiudere occhio.
 
Aspetto di sentire la vostra opinione! Secondo voi:
A) Dovrei continuare a scrivere
B) Dovrei finirla con questo strazio e dedicarmi ad altro ( il lavoro ai ferri ad esempio)
Fatemi sapere.. ci terrei molto!
  
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