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Autore: sihu    07/10/2012    3 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Non ho scuse, ma sono tornata. A breve avrete il finale di questa storia.
Ringrazio chiunque avrà ancora la voglia - e la pazienza - per leggere le righe che seguono.

Grazie mille!!!!

CAPITOLO 69

RINTANATI IN BIBLIOTECA

 

Da una delle torri più alte del castello magico James guardava la pioggia primaverile picchiettare sul vetro, sbuffando di tanto in tanto. Negli ultimi mesi erano successe talmente tante cose che riuscire a fermarsi per tirare il fiato e fare il punto della situazione sembrava quasi strano. Era ancora chiaro, benchè fossero finite da tempo le lezioni pomeridiane. La bella stagione stava arrivando e con lei gli esami che preoccupavano gran parte degli studenti del castello, ma nessuno del loro gruppo sembrava farci troppo caso. Nemmeno Lily, Severus e Remus, i più ligi al dovere. C’era una guerra in corso nel mondo reale e loro, gli unici studenti del castello che ne erano sufficientemente coscienti, dovevano fare di tutto per fermarla prima che facesse troppe vittime. Il passato, o meglio il futuro, non doveva ripetersi. Gli altri erano impegnati con le punizioni del nuovo ed eccentrico professore di Difesa Contro le Arti Oscure. Lui, siccome ferito, era bloccato nella biblioteca a sfogliare vecchi ed impolverati volumi dimenticati dal mondo e da chiunque altro sano di mente. Parole, paragrafi e interi capitoli si susseguivano noiosi ed inutili. Persino Lily aveva deciso di seguire Harry nella ricerca di quegli aggeggi magici che li avrebbero liberati una volta per tutti da quella grandissima seccatura di Voldemord. Solo lui era rimasto indietro, immobile ed inutile quando i fantasmi che infestavano la scuola di magia ed i libri che stava sfogliando distratto. I guaritori del San Mungo erano stati chiari con James: per un mese interno avrebbe dovuto portare le stampelle, di conseguenza niente avventure per lui. Lì per lì il ragazzo non aveva trovato nulla da obiettare. Almeno non prima di aver provato ad usare quella sottospecie di aggeggi infernali per muoversi. Fin dall’inizio camminare si era rivelato difficoltoso. Una lenta agonia. James, cercando di ignorare le risate degli amici, aveva provato a contrattare una riduzione della pena. Naturalmente i guaritori erano stati irremovibili, ed il ragazzo era finito a girare da solo le pagine di vecchi tomi ingialliti dal tempo nella biblioteca del castello. Di tanto in tanto qualcuno accettava di lasciare la ricerca, fino ad ora inutile, per fargli compagnia. Lo sventurato di turno quel particolare pomeriggio era il paziente Remus.

“Credo sia assurdo. State cercando di distruggere uno dei maghi più pericolosi al mondo e io devo restare in biblioteca.” brontolò James, senza alzare gli occhi dal volume che stava consultando, un enorme libro sulle famiglie magiche più note nel quale speravano di trovare indicazioni su qualche altra reliquia appartenuta alla famiglia di Tom. L’anello, così come il medaglione, si erano rivelati un buco nell’acqua. I ragazzi avevano visitato entrambi i posti, senza trovare traccia degli oggetti o degli incantesimi che Harry ricordava fossero stati messi a protezione. 

“Non li ha ancora creati.” Aveva concluso Frank, alzando le spalle. Quella frase era una sorta di condanna per loro. Improvvisamente si erano resi conto di non avere nessun vantaggio reale sul loro acerrimo nemico.

“Abbiamo cambiato troppo questo tempo. Potrebbe non crearli mai o crearne altri.” aveva continuato Hermione, lasciandosi cadere a sedere nella sala comune. Per qualche attimo era caduto il silenzio, ma era chiaro quale fosse il pensiero comune. Se Voldemort era riuscito ad incontrare la versione adulta di Bellatrix, sicuramente gli aveva letto nella mente ed ora sapeva ogni cosa. Il vantaggio che avevano su di lui era cancellato, perso per sempre. L’unico modo per anticipare le sue mosse era studiare, capire cosa avrebbe potuto scegliere e dove nasconderlo.

 

“James, hai le stampelle..” rispose pazientemente Remus, senza alzare gli occhi dal libro che stava sfogliando. Il licantropo aveva scelto un volume che parlava della geografia del paese natale del signore Oscuro. Più dettagli sapevano, più sarebbe stato semplice anticipare le sue mosse. Anche quel tomo, ad ogni modo, fini a quel momento non si era rivelato molto interessante. Tutto quello che vi trovava erano descrizioni oniriche e fantasiose, dove si divagava in panorami leggendari senza dare spazio  alla realtà oggettiva. In poche parole, inutile e noioso.

“Non nominare quegli aggeggi.. Se potessi muovermi liberamente sarei più utile alla causa”. brontolò James, nervoso. Nonostante fosse cerco che gli amici non gliene facessero una colpa, non riusciva a smettere di pensare che il suo rapimento ed il suo conseguente soggiorno in ospedale avessero rallentato troppo la ricerca. Avevano perso del tempo prezioso ed ora forse il loro nemico aveva un vantaggio su di loro.

“Se la smettessi di lamentarti e dessi un’occhiata a quei libri allora si che saresti utile alla causa.” rispose Remus, pacato, senza perdere nemmeno un briciolo del suo famoso autocontrollo.

“Remus, c’è più polvere su queste pagine che nella soffitta di mia nonna dopo che l’ultimo elfo domestico ha lasciato la casa.” insistette James, tossendo via la polvere che aveva respirato dopo aver girato l’ultima pagina.

“Molto divertente, ora smettila di lamentarti.” esclamò Remus con un tono che non lasciava spazio ad ulteriori repliche. James non rispose, ma borbottò qualcosa a mezza voce.

“Ora so cose della mia famiglia che non avrei mai immaginato. Ed anche di quella di Frank e Sirius, ma niente che ci possa aiutare in qualche modo.” continuò James, deciso ad averla vinta. L’amico sospirò, lasciandogli l’ultima parola, deciso ad ignorarlo perchè la facesse finita e la smettesse di protestare.

Remus aveva accettato di passare il pomeriggio con James nella speranza che la compagnia di qualcuno lo convincesse ad essere un po’ meno polemico, fallendo miseramente nel suo proposito. Certo, il licantropo aveva messo in preventivo che l’amico sarebbe stato annoiato, insofferente a causa delle stampelle e  difficile da sopportare, ma non era arrivato a immaginare fino a quale punto.

“Trovo assurdo che tutti cerchino tranne me.” mormorò James, parlando da solo. Remus sospirò, esasperato. Non aveva nessuna voglia di spiegare all’amico un’altra volta, l’ennesima, che muovendosi con le stampelle avrebbe messo in pericolo se stesso, rallentato la ricerca e fatto preoccupare inutilmente tutti quanti. Stava proprio per dire all’amico di chiudere il becco e di mettersi a leggere, quando l’arrivo di Regulus lo interruppe.

“Buongiorno.” esclamò il ragazzo, entrando solo nella grande sala quasi deserta.

“Regulus?” chiesero James e Remus quasi all’unisono, entrambi stupiti.

“Sono venuto a darti il cambio Remus, Harry ed Hermione vogliono che li raggiungi nella stanza del professore.” spiegò il nuovo arrivato, senza dilungarsi. Troppi dettagli su una missione alla quale non avrebbe potuto prendere parte avrebbero solo infastidito un già abbastanza irritato James. 

“Non sono un bambino al quale serve la baby sitter.” sbuffò l’interessato, tornando a concentrare tutta la sua attenzione sul libro che stava sfogliando. 

“Andiamo James, qui da solo ti annoierai a morte. Lascia che ti faccia un po’ di compagnia.” replicò Regulus, paziente. Prima che l’altro potesse protestate si lasciò cadere su una sede vicina a quella di James e cominciò a guardare il libro ancora aperto che fino a qualche momento prima stava consultando il licantropo.

“Tanti auguri!” mormorò Remus, cogliendo al volo l’occasione e scappando prima che il fratello minore di Sirius potesse cambiare idea.

“Molto divertente..” protestò James, offeso.

I due ragazzi ripreso a sfogliare volumi, senza dire nulla. James era imbronciato, l’altro aspettava paziente. Fu Regulus a rompere il silenzio.

“Sai, conosco Piton da tanto.” inizio l’ormai ex serpeverde.

“Che fortuna..” esclamò James, alzando gli occhi al cielo. Per quanto le rivalità fossero ormai superate e i rapporti fossero diventati sorprendentemente civili, parlare di Piton lo irritava ancora. Amava Lily, la sua Lily, e lui ne era irrimediabilmente geloso.

“Credo che il suo cambiamento sia sorprendente.” continuò Regulus, ignorando l’astio e l’irritazione dell’altro. Era un Black dopo tutto, e se voleva parlare di qualcosa non c’era nulla che poteva dissuaderlo. 

“Se lo dici tu..” mormorò James distratto. Si voltò appena verso Regulus, quanto bastava per incontrare la sua espressione strafottente e decisa. La stessa di Sirius. Sbuffò e portò nuovamente gli occhi al soffitto, riflettendo che quei due dannati Black - tre se contavano anche la versione adulta arrivata da chissà quale mondo - lo avrebbero portato alla pazzia prima o poi.

“Non sei curioso di sapere perchè?” chiese Regulus, portandosi di fronte all’amico in modo che questi non avesse possibilità di sfuggire ai suoi sguardi indagatori.

“Onestamente? No, nemmeno un po’.” rispose James, arrendendosi all’evidenza. Regulus non lo avrebbe mai lasciato in pace, tanto valeva mettersi l’anima in pace e dargli una risposta.

“Tu sai qualcosa.” concluse Regulus, mettendosi comodo per aspettare il resto della storia. Aveva tutto il tempo del mondo.Con Piton alla fine aveva deciso di lasciare perdere, ma non avrebbe commesso lo stesso errore con James. 

“Si vede così tanto?” Sbuffò il grifondoro, dandosi mentalmente dello stupido per essersi fatto scoprire come un principiante.

Regulus finse di riflettere appena sulla domanda dell’amico, poi scoppiò a ridere.

“Abbastanza.” dichiarò Regulus, incitando James a continuare il racconto.

“Era innamorato di Lily, ma ha capito che non può averla.” raccontò James, con la voce appena incrinata dalla gelosia. Regulus strabuzzò gli occhi, ma non fece commenti. 

Nella sua mente si stavano facendo largo moltissime domande. Avrebbe voluto chiedere se era stato Piton in persona a confessare questo a James, e ancora, quando lo aveva fatto.

“Non ha senso, perchè dovrebbe stare dalla tua parte allora?” chiese alla fine Regulus, cercando di ritrovare la sua ben nota discrezione.

“Se non può amarla almeno può esserle amico.” spiegò James, con amarezza. 

“Ma tu non riuscirai mai a fidarti veramente di lui, dico bene?” completò Regulus, sospirando. Riusciva a leggere il sospetto verso Piton negli occhi dell’amico. Lo stesso Piton, dopo tutto, aveva dichiarato che non sarebbe mai potuto essere amico di uno come Potter. Non aveva pronunciato la parola ladro, ma era evidente che Severus incolpava James di avergli portato via la sua amata Lily.

“Infatti, è stupido ma sono terribilmente geloso.” confessò James, prendendo la testa tra le mani. Quella dichiarazione lo liberava di un grosso peso. Fino a quel momento la gelosia era stata un sentimento a lui estraneo. Aveva sempre condiviso tutto con gli amici. Oggetti magici, pranzi, cene e libri. Con Sirius persino qualche ragazza. Tuttavia i sentimenti che provava per Lily erano diversi, più forti di qualsiasi altra cosa avesse provato prima. Era certo che anche lei ricambiasse il suo amore, e che nessuno avrebbe mai potuto portargliela via, ma sapere che qualcun altro al mondo provava per lei un sentimento altrettanto forte lo rendeva pazzo. Severus si era dimostrato molto generoso nei suoi confronti, quasi leale, ma lui proprio non riusciva a perdonargli di amare la sua Lily.

“Credo sia normale, la ami..” suggerì Regulus, con una punta di invidia. Non era geloso di Lily in particolare ma del rapporto che legava i due ragazzi. Quello che gli mancava, per quanto folle potesse sembrare in quella situazione e con una guerra in corso, era una persona da amare. Non un amico o un fratello, ma una ragazza. 

“Si, hai ragione.” concluse James, sorridendo. Parlare con Regulus gli aveva fatto bene.  Lo aveva messo di buon umore ed era anche riuscito a fargli superare l’ingiustizia di essere confinato tra gli scaffali come un topo di biblioteca.

“Sai, credo che dietro a tutto questo ci sia ancora lo zampino di Harry.” mormorò Regulus dopo averci pensato un po’ su.

“Dici?” domandò James, fissando l’amico che tracciava linee casuali su un foglio pieno di appunti senza senso.

“Credimi, quel ragazzo sa essere convincente. Se non fosse stato per lui non mi sarei unito a voi. Avrei subito il silenzio e probabilmente avrei finito con il fare una pessima fine.” spiegò Regulus, raccontando forse per la prima volta un po’ di quello che aveva passato prima di unirsi al loro gruppo. James sorrise, senza dire nulla. 

“Beh, è il mio ragazzo..” esclamò alla fine, tornando a studiare il libro. 

 

Raggiungere il resto del gruppo in biblioteca non era stato per nulla facile per Remus. Tanto per iniziare aveva dovuto superare un folto gruppo di Serpeverde che lo avevano scrutato in modo cupo, quasi sapessero quali fossero le sue reali intenzioni. Il licantropo aveva fatto del suo meglio per ignorarli ed era passato oltre. Una rissa con i serpeverde non avrebbe certo aiutato la loro causa. Dopo le serpi era stata la volta della McGranitt che gli aveva fatto un terzo grado circa i suoi programmi per il pomeriggio. 

“Non cominciate a passare un po’ troppo tempo con il nuovo professore?” aveva chiesto la donna, sospettosa. Remus era arrossito fino alle orecchie.

“Non saprei, Madama. Mi spiace, ma sono in ritardo..” aveva biascicato il ragazzo, cercando di essere convincente. La donna lo aveva scrutato in modo torvo, poi aveva alzato le spalle. 

“Ne parlerò con Silente” aveva concluso, allontanandosi più furiosa che mai.

Remus aveva tirato il fiato, ricordandosi solo in quel momento che Silente non era a conoscenza del loro vero piano e che Harry sarebbe stato costretto ad inventarsi qualcosa. Più pensieroso che mai aveva ripreso a correre verso l’ufficio di Sirius. Ad interromperlo questa volta era stato il prefetto di Tassorosso.

“Non si corre a questo modo nei corridoi. 10 punti in meno per Grifondoro.” esclamò il ragazzo, con un ghigno soddisfatto sul viso.

Remus incassò il colpo senza protestare. 

 

“Eccomi ragazzi.” esclamò aprendo la porta dello studio di Sirius. Gli amici erano tutti là, intorno alla scrivania. Per la prima volta da giorni Harry sembrava davvero di buon umore. Avevano trovato qualcosa, c’era una traccia.

“Era ora. Bene arrivato Remus, pronto per andare in missione?” chiese Frank, con un ghigno divertito dipinto sul volto.

  
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