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Autore: Chanel483    08/10/2012    1 recensioni
Questa non è una Draco/ Hermione come le altre.
Non c'è nessun principe delle serpi, ne nessuna regina di Grifondoro. C'è Draco, che non ha mai frequentato Hogwarts, che è stato addestrato per compiere il compito affidatogli dal suo padrone. E poi c'è Hermione, confusa per una miriade di emozioni che non capisce, spaventata dalla guerra che incombe.
È una What if? E se Draco arrivasse ad Hogwarts al sesto anno, con il compito di uccidere Silente?
Genere: Guerra, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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-Salvare Hermione – parte I
<< Deve pur esserci una soluzione! >> esclamò Harry per la trecentesima volta, continuando a fare avanti e indietro tra la porta dell’ufficio di Silente e la sua scrivania.
<< Ora calmati, Potter! >> esclamò la McGranitt alquanto infastidita:<< Mi farai venire l’emicrania. Siediti e cerchiamo una soluzione >>.
Il ragazzo borbottò con tono infastidito, ma si mise comunque a sedere accanto a Ron, dalla parte opposta della scrivania rispetto a Silente.
<< E lei cosa consiglia di fare? >> domandò il rosso che aveva un aspetto davvero preoccupante, bianco come un lenzuolo e con gli occhi sgranati.
La professoressa prese un lungo sospiro e si voltò verso il preside:<< Hai dei biscotti, Albus? >> domandò in tono accalorato.
<< Ovviamente, Minerva >> le rispose Silente, porgendole con un sorriso una scatola di latta rotonda.
La donna annuì con fare solenne e - dopo aver tolto il coperchio - la porse ad Harry e Ron:<< Prendete un biscotto >> ordinò. I due non ebbero coraggio di rifiutare e un silenzio meditabondo cadde nella sala una volta che tutti e quattro iniziarono a mangiucchiare il proprio biscotto.
Harry non resistette che qualche secondo:<< Vi prego, troviamo un piano! >> esclamò agitato, sul punto di ricominciare a fare avanti e indietro.
<< Harry, la professoressa McGranitt ha ragione >> disse Silente in tono pacato:<< non devi perdere la calma, solo a mente lucida possiamo trovare un piano >>.
<< E allora perché non lo abbiamo già trovato!? >> domandò frustrato ed anche un po’ infastidito.
<< Perché tu non sei calmo, Potter! >>.
<< Ha ragione, scusi professoressa >> disse Harry chinando il capo e ripromettendosi di rimanere in silenzio per i minuti successivi.
<< Molto meglio. >> convenne la donna, prima di congiungere le mani in grembo e spostare lo sguardo verso Silente:<< Pensi sia il caso di avvertire il Ministero? >> chiese.
Il preside si passò una mano sulla lunga barba argentata:<< Non lo ritengo necessario >> rispose dopo aver riflettuto qualche secondo.
<< Come non lo ritiene necessario? >> domandò Ron con voce acuta, prima di guardarsi intorno imbarazzato e schiarirsi la gola:<< Volevo dire… perché non dovrebbe essere necessario? Che altro modo abbiamo di salvarla? >> ritentò con voce decisamente più profonda e… mascolina.
<< Mi correggo, signor Weasley, ho utilizzato le parole in modo errato; volevo dire che non lo ritengo opportuno. Dopo gli avvenimenti dello scorso anno, preferirei che il Ministero non si immischiasse negli affari di Hogwarts >> si spiegò il professore pacatamente.
<< E allora come facciamo? >> chiese concitatamente Harry, mandando al diavolo la promessa che si era fatto.
Silente si sistemò gli occhialetti a mezzaluna sul naso e incrociò le mani sulla scrivania, spostando lo sguardo tra i due ragazzi che aveva davanti:<< La nostra unica possibilità, è riporre questa missione nelle mani dell’Ordine della Fenice >>.
 
<< Durerà ancora molto? >>.
<< Di cosa stai parlando, cara? >>.
<< Di questa farsa della prigioniera. Per quanto ancora sarò rinchiusa tra queste quattro mura? >>.
Elizabeth alzò gli occhi al cielo e porse ad Hermione la ciottola con la zuppa di verdure:<< Sono passati solo tre giorni. Per quanto ne so potresti non rivedere la luce del sole per mesi, tesoro >> disse con un filo di malcelato sadismo nella voce.
La riccia sbuffò e mandò giù una consistente sorsata di zuppa, cercando di non far notare quanto in realtà fosse affamata:<< Ma esattamente, cosa staremmo aspettando? >> domandò dopo qualche istante di silenzio.
<< Che il tuo principe azzurro venga a salvarti, non è così che dite voi babbani? >> disse la donna che nel frattempo si era accomodata sulla brandina e si osservava svogliatamente le unghie.
<< E chi sarebbe il mio principe azzurro? >> chiese Hermione, arricciando il naso pronunciando quel nome.
<< Ma Harry Potter, naturalmente! >>.
La riccia arrossì leggermente e s’imbronciò:<< Harry non è il mio principe azzurro. È il mio migliore amico. E comunque non metterebbe mai a repentaglio la sua vita per venirmi a salvare, sa che è una cosa stupida ed avventata >>.
Elizabeth si lasciò andare in una risata che poteva quasi sembrare dolce:<< Oh, piccola mia. Così intelligente eppure così ingenua… e tu credi veramente che tutti siano in grado di ragionare a mente fredda quando la vita dei loro cari è in pericolo? >>.
La domanda della donna lasciò Hermione interdetta. Aggrottò le sopracciglia e smise di mangiare, concentrata per trovare un risposta:<< Harry non è uno stupido. Analizzerà la situazione ed arriverà alla conclusione che venirmi a prendere sarebbe una vera sciocchezza >>.
<< Oppure correrà a salvare la sua amichetta >>.
La ragazza sbuffò e nascose il viso dietro la scodella. Quella mangiamorte aveva schifosamente ragione, Harry soffriva di una forte forma della “sindrome dell’eroe”, che lo portava a cacciarsi nelle situazioni più assurde e pericolose allo scopo di salvare se stesso, i suoi amici e, più in generale, l’intero universo. Chi sarebbe stato in grado di farlo desistere dall’andare a salvare la sua migliore amica dalle grinfie del suo acerrimo nemico? Nessuno.
Terminò in silenzio il suo esiguo pasto - la zuppa ed una pagnotta di pane - e lasciò la ciottola sul tavolo. In tutto questo Elizabeth non si era mossa dalla sua posizione, continuando a far dondolare i piedi ricoperti dagli stivali neri, oltre la sponda del letto.
<< Hai finito? >>.
<< Sì >>.
<< Ottimo, allora ci vediamo a cena >>.
La donna si diede una spinta con il bacino e balzò in piedi, per poi dirigersi verso il tavolo e recuperare i resti del pranzo di Hermione:<< Posso fare una domanda? >>.
<< Certo, cucciola >>.
La riccia prese un lungo sospiro e chiuse un istante gli occhi:<< Se Harry venisse a prendermi, cosa gli succederebbe? >> domandò.
Senza preavviso, Elizabeth scoppiò in una risata sguaiata, che non si addiceva affatto ad una che, come lei, dosava sempre modi e parole:<< Non vedo l’ora di scoprirlo, tesorino! >> esclamò prima di uscire dalla stanza, lasciandosi alle spalle solo l’eco della sua risata.
Hermione rimase attonita ad osservare la porta chiusa, senza riuscire a muovere un muscolo. Stette immobile diversi minuti, con gli occhi sgranati ed il cuori in gola, senza essere neanche in grado di ragionare su ciò che le stava succedendo.
Quando ne fu in grado si trascinò fino alla brandina e vi cadde sopra, senza forze. Strinse forte gli occhi per non piangere e la mente le si affollò dei visi dei suoi amici, gli occhi verdi di Harry, il sorriso di Ron, i capelli di Ginny e i gioielli improbabili di Luna.
Quasi senza pensarci allungò una mano e sfiorò il fermaglio che aveva tra i capelli. Lui, aveva bisogno di lui.
 
<< Professore! Quanto tempo! >>.
Ninfadora Tonks trotterellò nell’ufficio del preside di Hogwarts - facendo cadere, nell’ordine, un appendiabiti, un vaso, il trespolo di Fanny e tre oggetti ronzanti dall’aspetto fragile - seguita da Remus Lupin, Malocchio Moody e Kingsley Shekelbot.
<< Ninfadora, cara, accomodati! >> la invitò Silente, incurante del caos che la giovane si era lasciata alle spalle.
<< Professore, la prego, non mi… >> iniziò Tonks, subito interrotta dal preside.
<< “Chiamare Ninfadora” >> continuò lui al suo posto, lasciandosi sfuggire un risatina:<< lo so, lo so. È solo che lo ritengo un così bel nome che… >>.
Fu il turno di Malocchio per zittirlo:<< Sì, certo! Tutto questo è molto commuovente ma se magari pensassimo alla signorina Granger prima che di lei non rimanga nulla da salvare... >> borbottò lasciandosi cadere su una sedia e facendo correre il suo occhio magico avanti e indietro per tutta la stanza.
Anche Remus prese posto, alzando gli occhi al cielo:<< Nonostante non apprezzi affatto i suoi modi, convengo con Alastor. Dobbiamo pensare ad Hermione >>.
<< Oh sì! >> esclamò Tonks, mentre i suoi capelli assumevano un accesa tonalità di azzurro:<< Hermione è in pericolo! Dobbiamo muoverci per aiutarla >>.
<< Ovviamente >> convenne l'anziano preside:<< ma dobbiamo agire con calma. Non posso conoscere i piani di Lord Voldemort, ma se le mie intuizioni sono esatte – e, senza peccare di modestia, posso dire che quasi sicuramente lo sono – il suo scopo è quello di far correre il signor Potter in soccorso della sua amica e, purtroppo, se conosco Harry, sarebbe una cosa davvero da lui >>.
<< Potter non può essere così sconsiderato! >> grugnì Malocchio, scuotendo la testa con forza.
<< Lo spero davvero Alastor, lo spero davvero... >>.
 
<< Esigo di parlare con Draco >>.
Elizabeth alzò gli occhi al cielo, mentre poggiava la colazione di Hermione sul tavolo traballante:<< E con quale autorità pensi di poter “esigere” qualcosa, qui dentro? >>.
Hermione arricciò il naso, infastidita:<< Ma è mio diritto! >> si lamentò.
<< Piccina, penso che tu non abbia ancora compreso a pieno la tua situazione... >> la riprese bonariamente la donna, facendole un cenno perché si avvicinasse al tavolo e mangiasse ciò che le aveva portato, ovvero una manciata di biscotti stantii ed una tazza di the.
La riccia si trascinò fino al tavolo e si mise a sedere, mentre l'altra si accomodava sulla brandina:<< Capisco benissimo la situazione! >> rispose addentando un biscotto che sapeva di cartone:<< E penso di avere il diritto di vedere Draco >>.
<< Una sfuriata in questo momento non sarebbe affatto produttiva >>.
<< E cosa frega a voi se urlo contro Draco o lo affatturo!? >> esclamò arrabbiata, battendo i piedi a terra:<< Ormai ha portato a termine il suo compito, no? Vivo o morto che vi importa? >>.
Elizabeth alzò gli occhi al cielo, con l'espressione di una mamma che cerca di trovare la pazienza per spiegare al figlio qualcosa di elementare:<< Hermione, tesoro, credevo di avertelo già spiegato. Tutto questo fa parte di un piano molto più grande, l'Oscuro Signore non ha alcun interesse per te in particolare, mia piccola mezzosangue, tu servi per arrivare a... >> ma qui si interruppe con una specie di singulto, posandosi una mano davanti alle labbra.
<< … ad Harry >> terminò per lei Hermione, ormai del tutto dimentica della sua colazione:<< volete usarmi per arrivare ad Harry! >>.
<< Pensala come vuoi, cucciola. >> esclamò la donna, balzando in piedi di colpo di fretta:<< Se non la vuoi me ne posso andare. >> aggiunse raccogliendo il vassoio con i resti della colazione della ragazza, praticamente intatta:<< Parlerò con Draco e gli domanderò se vuole incontrarti, per intanto ci rivediamo a pranzo >> aggiunse prima di chiudersi la porta alle spalle.
La riccia sbuffò con forza e mollò un pugno sul tavolo che, come ovvio, le procurò solo un forte dolore alla mano. Ancora più infastidita, tornò alla branda massaggiandosi la parte lesa, mentre il suo cervello lavorava freneticamente.
Se in quel momento si fosse trovata Draco sotto mano, probabilmente lo avrebbe schiantato o – più soddisfacentemente – strangolato. La razionalità con cui all'inizio aveva valutato la situazione, era del tutto scomparsa dopo quasi sei giorni di reclusione. Tutto ciò a cui riusciva a pensare in quel momento era che Draco l'aveva usata e tradita, mentre Harry avrebbe probabilmente presto rischiato la pelle per andarla a salvare.
Chiuse gli occhi e si strofinò le palpebre con le mani, quanto avrebbe dato per una doccia! E potersi togliere i vestiti che aveva addosso e gli ricordavano terribilmente lui: la sua sciarpa, il golf con i colori della sua Casa ed il fermaglio che gli aveva regalato lui stesso.
Si lasciò cadere sulla brandina e si raggomitolò su se stessa. Non poteva fare nulla, era del tutto impotente.
 
Harry Potter sedeva in sala comune, la schiena abbandonata contro la schienale della poltrona e gli occhi persi tra le fiamme del camino. Erano passati sei giorni - sei dannatissimi giorni - e nessuno – nessuno! - si era deciso a fare qualcosa.
Silente diceva che l'Odine si era già mobilitato, lui e i ragazzi dell'Esercito di Silente si erano incontrati più di una volta ed anche la McGranitt cercava di tranquillizzarli in continuazione ma, in pratica, Hermione era ancora tra le mani dei mangiamorte e Draco Malfoy sembrava scomparso dalla faccia della Terra.
Dannazione, si sentiva così inutile!
Si tolse gli occhiali e si massaggiò con due dita la radice del naso. In quel momento sentì una mano leggera sfiorargli appena i capelli; sollevò lo sguardo e trovò il viso un po' stanco ma sorridente della sua ragazza:<< Ehi >> la salutò, mentre lei si allungava appena per dargli un rapido bacio a fior di labbra.
<< Ciao >> rispose Ginny:<< sono venuta a chiamarti, sono tutti pronti >>.
Harry annuì e si mise in piedi, per poi seguirla su per le scale del dormitorio maschile. Come già successo in quegli ultimi giorni, la stanza era quasi del tutto occupata da studenti di Tassorosso, Corvonero e Grifondoro, delle età più disparate. Il ragazzo si guardò un po' intorno, intercettando i cenni di saluto degli altri, poi andò a sedersi sul letto di Ron, accanto al rosso.
<< Allora >> esordì mentre la stanza era caduta in un silenzio di tomba:<< ci sono novità? >> chiese.
Senza preavviso, Lavanda scattò in piedi, alzando la mano come se fosse a lezione:<< Noi abbiamo scoperto una cosa! >> esclamò palesemente eccitata, tirando sù anche Calì e Padma.
<< Ehm... ok, parla >> concesse Harry un po' stranito, facendole un cenno con la mano.
La bionda fece un lungo sospiro e cercò di assumere un'espressione seria:<< Ho... abbiamo, io e Calì, pensato che sarebbe stato apportuno fare un paio di ricerche e... beh, abbiamo chiesto a Padma se conosceva bene qualcuno di Serpeverde ma lei ha detto di no, però ha chiesto un po' in giro e Anthony ha detto che Miranda, la migliore amica di Lisa, la sua ragazza, conosce Leanne, che è di Tassorosso ed è amica di Ernie che è prefetto e quindi conosce la Parkinson. Gli abbiamo chiesto di chiederle qualche informazione ma lui ha detto che lei non gli avrebbe raccontato nulla, perché praticamente si odiano, però ha anche aggiunto che se ci serviva qualcuno di Serpeverde, Andrew conosce bene Morag che è una corvonero ma è purosangue e ha un fratello più piccolo a serpeverde. Così abbiamo chiesto a Morag e lei ci ha portato da suo fratello che però è un po' troppo piccolo per conoscere i pettegolezzi della sua casa, però ha un'amica, Asteria Greengrass che ha una sorella, Daphne, che frequenta lo stesso anno di Malfoy. Beh, alla fine siamo riuscite a parlare con questa e le abbiamo chiesto cosa sa di Draco. Per prima cosa ha detto che le fa davvero schifo che un purosangue come Malfoy stia con Hermione che è... beh... non è purosangue, anche perché lui è il promesso sposo di sua sorella – Merlino, non capirò mai questa storia dei matrimoni combinati! – poi però si è decisa a parlarmi della gente che lui frequenta e dice che è spesso con Theodore Nott e, probabilmente, - o per fortuna, come ha detto quell'oca – tradisce Hermione con una certa... Juno Gaunt, solo che... beh, nessuna di noi tre ne ha mai sentito parlare >>.
Tutti rimasero ammutoliti per diversi minuti. Lavanda aveva parlato tutto quel tempo senza nemmeno perdere fiato e perfino i diretti interessati si erano persi in quel groviglio di nomi. Dopo diversi battiti di ciglia e qualche sospiro confuso, tutti si voltarono verso Harry – non meno confuso degli altri – in attesa del suo verdetto.
Capendo di dover dire qualcosa, il moro si schiarì la gola:<< Oh, allora... >> poi si bloccò di colpo, aggrottando le sopracciglia:<< aspetta, come hai detto che si chiama la ragazza? >>.
<< Juno Gaunt >> rispose Lavanda annuendo con fermezza, come se nemmeno si fosse accorta della reazione che il suo discorso aveva suscitato.
Il moro sbatté le palpebre confuso:<< Hai detto... Gaunt? >> chiese convinto di non aver capito bene.
<< Esattamente >> gli rispose lei con un sorrisone.
<< Oh... beh... >> balbettò Harry, aggrottando le sopracciglia:<< io... devo... Ron, verresti un momento? >> domandò al suo migliore amico, afferrandolo per una manica e trascinandolo in un angolo della stanza, l'unico spazio che non fosse occupato dai suoi compagni.
<< Ehi, che succede? >> gli domandò il rosso a bassa voce, in modo che nessuno lo sentisse.
Lui si passò una mano sul volto in un gesto stanco e confuso:<< Io non... non sono sicuro ma... ti ho detto che durante le nostre lezioni Silente mi ha mostrato qualcosa anche della famiglia di Voldemort, no? Ecco... beh, sua madre si chiamava Merepe... Gaunt >> spiegò.
Ron ci impiegò qualche secondo a capire cosa quello volesse dire ma, appena ci arrivò, sgranò gli occhi ed iniziò a balbettare:<< M-ma... ma questo... questo vuol dire... >>.
Harry annuì con aria grave:<< Vuol dire che questa Juno è parente di Voldemort. Non può essere la sorella perché sua madre è morta dandolo alla luce – o almeno, così tutti dicono – ma anche suo zio è morto, lo ha ucciso lui stesso e viveva da solo... e poi anche se avesse avuto un figlio prima di morire non avrebbe certo diciassette anni... >>.
<< Magari sua madre aveva altri parenti... >> tentò il rosso, spremendosi le meningi.
L'altro scosse la testa:<< Non credo, Tom stesso, da bambino, era convinto di non avere alcun parente; nessuno era mai andato a trovarlo in orfanatrofio né gli aveva mai scritto... >>.
Ron annuì piano tra sé, cercando di far lavorare il suo cervello per trovare una soluzione. C'era la possibilità che si fosse data quel nome da sola, magari per dimostrare fedeltà alla causa, magari i genitori erano forti sostenitori di Colui-che-non-deve-essere-nominato e glielo avevano dato come... boh, secondo nome! Si sa che i fanatici possono avere delle idee abbastanza... particolari...
<< Sai qual'è la soluzione, vero? >> domandò alla fine, dopo diversi secondi di silenzio.
Harry annuì, un po' abbattuto:<< Andare da Silente. >>.
Fecero velocemente sloggiare tutti dalla stanza – Ginny inclusa – con la scusa di dover parlare tra loro e la promessa di richiamarli se ci fossero state novità. Dopo una decina di minuti, erano ad osservare i gargoyle che facevano da guardi all'ufficio del preside.
<< Piume di zuccero >> ordinò il moro, memore dell'ultima lezione privata. Come consueto le statue si fecero da parte, lasciando liberi i due di salire le scale e raggiungere l'ufficio.
La fretta e l'agitazione furono tali da fargli dimenticare persino le buone maniere, facendogli spalancare la porta senza bussare, con l'unico risultato di trovarsi in mezzo a quella che, a tutti gli effetti, sembrava una riunione dell'Ordine della Fenice.
<< Oh... >> fu tutto ciò che riuscì a dire Harry, vedendo i volti di Silente, Piton, la McGranitt, Lupin, Tonks, Malocchio e addirittura Arthur Weasley voltarsi verso di lui.
Fortunatamente nessun – tranne forse Piton e Malocchio – sembrarono infastiditi per l'interruzione:<< Oh, Harry, signor Weasley! Entrate, entrate pure! >> li invitò il preside, con un cenno un po' plateale della mano.
<< Papà? >> chiese insicuro Ron, strabuzzando gli occhi alla vista del padre che sicuramente non avrebbe dovuto essere a scuola.
Arthur si avvicinò ai due allargando le braccia per stringerli brevemente, mentre anche Remus si apprestava a fare lo stesso e Tonks gli schioccava due baci sulle guance a testa:<< Harry, Ron! State bene? Ginny sta bene? Mi dispiace così tanto per ciò che è successo ad Hermione... >>.
I due però continuavano a non capire così Silente si avvicinò per dare un minimo di spiagazione:<< Come vi avevo detto, ho mobilitato l'intero ordine per trovare la signorina Granger e, giusto questo pomeriggio, abbiamo avuto qualche novità: pare che il signor Malfoy, scomparso lo stesso giorno, non si trovi a Villa Malfoy, né ci sia mai andato in questi giorni >>.
L'ipotesi di Harry non vacillò neanche un attimo; se, come sospettava, Draco era un mangiamorte, non sarebbe sicuramente tornato a casa sua anzi, più probabilmente, si sarebbe nascosto in uno dei covi assieme agli altri.
<< Anche noi abbiamo delle notizie >> annunciò sicuro, procurandosi un alzata di sopracciglio da Piton ed uno sguardo interessato da tutti gli altri.
<< Avanti Potter, illuminaci! >> lo spronò il professore di pozioni con tono sprezzante.
Impegnandosi per ignorarlo il ragazzo prese un lungo respiro:<< Siamo venuti a sapere che Draco Malfoy si... vedeva spesso con una ragazza di Serpeverde, una certa Juno Gaunt. >> spiegò convinto di creare lo stupore generale ma non suscitando alcuna reazione esagerata:<< Ma... Gaunt è... è il cognome... >> proseguì molto meno sicuro, scrutando uno ad uno i volti dei presenti.
Silente a quel punto prese un lungo respiro e si passò una mano sulla lunga barba, per poi tornare a sedersi alla scrivania:<< Harry, signor Weasley, prendete una sedia e mettetevi comodi; c'è una cosa che dovete sapere, ma non credo sarà piacevole... >>.

Eccomi (:
Allora, come potete immaginare, se c'è una parte prima del capitolo, ci sarà anche un parte seconda. Mi dispiace che sia uscito un po' corto ma non avrei potuto divederlo diversamente e il capitolo tutto insieme era veramente troppo lungo e lo avrei pubblicato tra un paio di settimane. Non mi sembrava il caso!
Per quanto riguarda il capitolo so che non è molto dinamico e non succede nulla di nuovo. Nemmeno nel prossimo, probabilmente, ci sarà molta azione, ma nel successivo entreremo nel vivo della storia :D
Quindi ci vediamo al prossimo capitolo,
un bacio,
Chanel

  
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