Dietro alle quinte della fanfiction! Tutto quello che avreste voluto sapere e anche
qualcosa in più?
TUM-TUM, TUM-TUM…
Hinata:« Uno, due,
tre, prova… uno, due, tre, prova, prova… ma funziona questo coso? »
Maka:« Si chiama
microfono e funziona benissimo… sempre che tu non lo spacchi adesso! »
Hinata:« Scusa, ma
sono un po’ nervosa… di solito io rimango sempre dietro le quinte, è la prima
volta che mi espongo così… »
Maka:« Capisco… ma
che fine hanno fatto gli altri? Sono in ritardo e la diretta comincia fra poco… »
Hinata:« Non so… »
Maka:« Io quelli li
strozzo! Una come fa a fare un’intervista se mancano
gli intervistati? »
Hinata:« Ehm… non
so, stavolta non posso intervenire… »
Maka:« Uffa!!!
Mancano due minuti scarsi! Dove si sono cacciati quei tre???
»
« ECCOMI QUA, MISERI MORTALI! LA VOSTRA
DIVINITÁ È QUI PER RISOLVERE LA SITUAZIONE! »
Hinata:« Black Star?
Ma non dovevo essere intervistata con Lucy, Simon e
Kevin? »
La maestra d’armi di Soul guarda agitatissima
l’orologio.
Maka:« Diavolo è
tardissimo… sarebbe un grossissimo problema fare l’intervista con lui? »
Hinata:« Con Black
Star? No, nessun problema per me, dopotutto è il mio personaggio preferito dell’anime… »
Black Star:« E COME
POTREBBE ESSERE ALTRIMENTI? »
Maka:« Va bene
allora, accomodati lì che stiamo per cominciare… »
Dalla regia si diffonde una voce
familiare dagli altoparlanti.
« Pronti al
conto alla rovescia, stiamo per andare in onda… meno otto, otto, otto… »
Maka:« KID! FAI UN
CONTO ALLA ROVESCIA DECENTE, NON SI CAPISCE QUANDO COMINCIAMO! »
Kid:« Dalla mia bocca non può uscire un numero
asimmetrico… ehi! Cosa fai? »
Dei rumori poco rassicuranti si
diffondono in sala. Hinata inizia a pentirsi di aver accettato di essere
intervistata. La voce di Kid si sente ancora, ma in lontananza.
Kid:« È maleducazione rubare i microfoni! »
Soul:« Ok, il conto ve lo faccio io! Meno tre, due,
uno… IN ONDA!!! »
Maka dissimula più che può un
gocciolone imbarazzato che gli scende dalla fronte e sfodera il più finto
sorriso del suo repertorio.
Maka:« Benvenuti
allo speciale capitolo extra di “Polvere Incantata”! Vi presentiamo in questa
esclusiva intervista in stile “Le Iene” due ospiti d’eccezione! La prima è
colei che sta sempre dietro le quinte, l’autrice della
storia, Hinata 92… »
Hinata:« Ciao a
tutti!!! »
Maka:« … mentre
l’altro è… »
Black Star:« IL
GRANDISSIMO ME NON HA BISOGNO DI PRESENTAZIONI!!! »
Hinata:« … »
La faccia perplessa di Hinata è
uno spettacolo, vista la sua varietà d’espressioni comica di natura che chi ha
avuto la possibilità di ammirare di persona conosce bene e ammira.
A quanto pare scrivere di Black Star non è esattamente lo
stesso che averci a che fare di persona.
Maka:« … se… dunque,
dicevamo, l’altro ospite è Black Star, che si è già ampiamente presentato da
solo. Direi che potremmo anche cominciare… regia, mandatemi la
schermata stile Iene! »
Un separé compare fra i due
intervistati. Il colore giallo canarino lascia pochi dubbi su chi sia l’addetta
alle scenografie. L’intervistatrice sospira, Black Star è esaltato come sempre,
Hinata trattiene a stento una risatina.
Maka:« Bene,
cominciamo! Nome! »
Hinata:« Hinata 92 »
Black Star:« BLACK
STAR, IL SOLO, L’UNICO, L’INIMITABILE!!! »
Hinata:« Ti sta
tutto quello sulla carta d’identità? »
Maka:« Non
cominciamo a divagare! Ho una scaletta da seguire! »
Hinata:« Chiedo
scusa, non ho saputo resistere… »
Maka:« Andiamo
avanti… età! »
Hinata:« 20 anni di
pura pazzia! »
Black Star:« FIN DA
QUANDO ESISTE L’UNIVERSO! »
Maka:« Professione!
»
Hinata:« Studentessa
universitaria e aspirante scrittrice! »
Black Star:« DIVINITÁ
ASSOLUTA, LUCE DELL’UNIVERSO, GRANDIOSO STERMINATORE DI
DEMONI!!! E, QUANDO IL SUPREMO ME NON È TROPPO IMPEGNATO, ANCHE STUDENTE ALLA SHIBUSEN!
»
Hinata:« Diavolo,
dovrò rivedere il curriculum… questo sfigura troppo in confronto al suo… »
Black Star:« CHIUNQUE
SFIGURA TROPPO DI FRONTE ALLA LUCE INDESCRIVIBILE DEL
DIVINO ME! »
Maka:« Ehm… Black
Star… non ti pare di stare esagerando un
pochino? »
Black Star:« ASSOLUTAMENTE
NO! »
Una porta si spalanca sbattendo
rumorosamente. Tutti si voltano, ma Black Star impallidisce all’istante.
« BLACK STAR! TU, MALEDETTO SCHIFOSO… SAI CHE
HO UCCISO PER MOLTO MENO, VERO??? »
« Calmati, Kevin, credo che siamo in diretta… »
Kevin:« NON ME NE
FREGA NIENTE DELLA DIRETTA, LUCY!!! QUESTO SPORCO DOPPIOGIOCHISTA CI HA RINCHIUSO TUTTI E TRE NEL CAMERINO PER AVERE LA SCENA
TUTTA PER LUI!!! MI STUPISCO CHE NON ABBIA SEGREGATO
ANCHE L’AUTRICE!!! »
Maka:« Addio alla
scaletta… »
Mentre Maka butta via il copione rassegnata, Hinata si volta a braccia incrociate
verso Black Star con l’intenzione di fargli uno sguardo malefico. Purtroppo
come al solito non ci riesce e decide di optare per
una faccia impassibile.
Hinata:« È vera
questa storia? »
Simon:« Dubiti di
noi? »
Hinata:« Assolutamente
no, ma voglio sentirlo dalle sue labbra… »
Black Star:« COME
OSATE ACCUSARE UNA DIVINITÁ??? »
Hinata:« Black Star…
questo da te non me l’aspettavo proprio! »
Black Star:« CHE
COS’È, UNA SFIDA? »
Hinata:« Ci
mancherebbe altro, io ho la forza, come dico da sempre, di un bradipo
addormentato con un braccio ingessato, fisicamente non ci sarebbe storia… »
Black Star:« E
VORREI VEDERE! »
Hinata:« … ma ti
ricordo che sono l’autrice… e che non ci metto davvero nulla a crearti un
avversario fatto su misura per te! »
Black Star deglutisce
rumorosamente. In un raro attimo di lucidità mentale afferra la vera
pericolosità della minaccia.
Hinata:« Ma dato che
sono una persona pacifica, per questa volta farò così… »
La divinità non ha il tempo di
tirare un sospiro di sollievo che l’autrice gli dà una
leggera spintarella verso l’uscita.
Hinata:« Ragazzi, è
tutto vostro! »
Black Star:« Cosa?
No! »
Hinata:« Preferisci
che mi occupi io di te? »
Kevin si scrocchia rumorosamente
le dita, Simon è lieto, una volta tanto, di tirare fuori il suo violino non per
suonare ma per fare una bella scazzottata. Black Star inizia giustamente a
sudare freddo mentre Kevin, con un sorriso tutto fuorché rassicurante, chiude
la porta che dà sul corridoio. I rumori di scazzottate si sentono anche con
l’insonorizzazione della sala registrazione.
Per salvare il salvabile Maka si
piazza di fronte alla telecamera e inizia a inchinarsi a ripetizione scusandosi
ripetutamente con tutti i lettori. Hinata, sul suo sgabello, non sa bene che
fare e per la prima volta capisce veramente come si sente Chrona ad avere a che
fare tutti i giorni con questa manica di pazzi.
Mentre fuori dall’inquadratura si
scatena l’inferno, Lucy scavalca l’incontro di boxe e faticosamente entra nello
studio indenne.
Lucy:« Permesso, si
può? Credo che non abbiano bisogno di me e non amo molto le scene di sangue… »
Maka:« Prego, tanto
ormai… »
Hinata:« Sinceramente
non amo il sangue neanch’io, finché si tratta di
descriverlo ok, ma vederlo è tutta un’altra cosa… »
Dai rumori e dalle urla
l’incontro di boxe è rapidamente degenerato in puro wrestling. Hinata fa una
smorfia, pentendosi della sua scelta. Forse Black Star si sarebbe fatto meno
male se gli avesse trovato lei un avversario, ad esempio Stain in assetto da
verifica, come aveva in mente all’inizio. Lucy non trova nemmeno il coraggio di
guardare la porta chiusa e Maka, alzando gli occhi al soffitto, ringrazia solo
che il tutto stia avvenendo fuori della inquadratura
della telecamera.
Finalmente i rumori poco
rassicuranti finiscono. Kevin e Simon entrano, senza un graffio e visibilmente
soddisfatti. Per la frazione di secondo dove le fu possibile vederlo, Black
Star ricordò molto all’autrice la puntata dell’anime
dove la divinità aveva tentato di rubare le risposte del compito in classe di
Stain. Era conciato allo stesso modo.
Hinata:« Non
ricordavo di averli fatti così violenti… »
Maka:« Ok,
ricominciamo da capo, va bene? Chiediamo ancora scusa ai lettori per gli
incresciosi inconvenienti… pronti per l’intervista? »
Hinata:« Certo! »
Lucy:« Sì! »
Simon:« Sicuro! »
Kevin:« Siamo qui
per questo! »
Maka sospira e recupera la sua
scaletta.
Maka:« Nome! »
Hinata:« Hinata 92 »
Lucy:« Lucy Gin »
Simon:« Simon
Emanuel Onpu »
Kevin:« Hai
dimenticato il “Duca”, mio caro… »
Simon diventa tutto rosso e gli
ringhia vivacemente, ma Lucy minaccia di lasciarli entrambi senza cena se non
la piantano immediatamente e nello studio torna la pace. Hinata è fiera di
averle dato un caratterino tale da farsi rispettare anche da quei due.
Maka:« Dicevamo… »
Kevin:« Kevin Akai »
Maka:« Età! »
Hinata:« 20 »
Lucy:« 15 »
Simon:« 18 »
Kevin:« 15… a
proposito, me lo sono sempre chiesto: perché Simon è più grande di noi? »
Hinata:« Un errore
di distrazione… ho scritto per caso che era maggiorenne in uno dei primi
capitoli per fargli fare un’uscita ad effetto dall’aula e non mi sono accorta
della differenza fino a quando una lettrice non me l’ha fatto notare… sono
partita da questa scusa per farlo ripetente! »
Simon:« Ah, grazie
tante! »
Maka:« Scusate, ma
per le domande ci sarà spazio più tardi! Ora dovrei continuare con la mia
scaletta! »
Hinata & Kevin:« Scusaci!
»
Maka:« Professione!
»
Hinata:« Studentessa
universitaria e aspirante scrittrice… ma ancora molto lontana dall’obiettivo,
purtroppo! »
Lucy:« Studentessa
alla Shibusen! »
Simon:« Studente
alla Shibusen, violinista e, da poco, Veggente! »
Kevin:« Studente
alla Shibusen! »
Maka:« Per
accontentare orientali e occidentali, gruppo sanguigno e segno zodiacale! »
Hinata:« AB, cancro.
»
Lucy:« 0, cancro »
Simon:« AB, leone »
Kevin:« AB, cancro.
»
Simon:« Ehi, ma
com’è che Lucy ha il tuo stesso segno zodiacale e io lo stesso gruppo
sanguigno? E perché Kevin ha addirittura entrambi??? »
Hinata:« Forse
perché Kevin mi somiglia molto… ma a pensarci bene anche voi due, anche se in
modi diversi! Senti, Maka, che ne dici se abbandoniamo questo metodo e passiamo
a un’intervista più tradizionale? »
Maka:« Tanto ormai
qui ognuno fa quello che vuole… »
La ragazza butta definitivamente
via la scaletta e gli intervistati si mettono seduti per terra in cerchio.
Maka:« Ma prima…
pubblicità! Non cambiate canale! »
Tsubaki:« Il caffè
non vi dà la carica che vi aspettavate? »
Chrona:« P-p-provate la miscela di Zio Bob! »
BJ:« Bravi!!! »
Ragnarok:« Ma che
bravi e bravi! Dove sono i biscotti e i pasticcini? Che razza di caffè è senza
dolcetti??? »
Chrona:« Ragnarok! N-n-on dovevi venire fuori ora!
Non so più come comportarmi… »
Mentre lo stacco pubblicitario va
letteralmente a rotoli, dietro le quinte Liz aggiusta
il trucco alle signore (con le proteste di Hinata che, come sempre, di trucchi
e parrucchi non ne vuole proprio sapere), Patty dà
l’ultimo tocco d’autore alle scenografie con una bella pennellata di giallo
limone e Maka s’accorda con Soul e Kid dalla regia. Il piccolo Shinigami non
smette un secondo di sbraitare sul fatto che vuole un programma più simmetrico.
Apparentemente nessuno si preoccupa più di Black Star moribondo appena fuori dalla
porta.
Con nonchalance Tsubaki trascina via Chrona e Ragnarok e il programma riprende.
Maka:« Bene,
continuiamo l’intervista! Allora, Hinata, domanda ovvia: come
è nata l’idea di questa storia? »
Hinata:« Dunque…
direi da un mix di ansia, stress, indigestione serale di anime e crisi
d’astinenza dalla scrittura. »
Tutti la guardano senza capire.
Hinata sorride convinta di aver riassunto tutto in modo semplice ed efficace.
Poi, notando le facce, si rende conto che forse non è stata
così chiara come aveva immaginato.
Hinata:« Ops, ogni tanto lo faccio, scusate! Dico frasi ad effetto incomprensibili per riassumere discorsi
lunghissimi… devo spiegare tutto punto per punto, eh? »
Maka:« Sarebbe
gradito, in effetti… »
Kevin:« Scusa un
attimo, hai detto che avevi fatto un’indigestione
di anime… sei forse un kishin??? »
Hinata:« Eh? Ma no,
cos’hai capito, ci mancherebbe altro! Anime inteso
come “cartone animato giapponese”! »
Lucy:« Aaaaaah, in effetti mi stavo preoccupando un po’ anch’io… »
Hinata:« Quanta poca
fiducia avete nella vostra autrice… dicevo, ero in pieno periodo maturità, per
cui con stress e ansia al massimo, quando su rai4 iniziarono a trasmettere il cartone (va bene così, Kevin?) di Soul
Eater. Sembrava interessante, ma l’orario notturno non era proprio l’ideale,
così finiva sempre che mi cercavo le puntate su internet un paio di giorni dopo
la trasmissione e me li guardavo alle nove di sera. E a causa di questo credo
avvenne il pasticcio… »
Maka:« Ovvero? »
Hinata:« Una notte
mi sognai una cosa un po’ strana, tipo che ero un’arma che si trasformava in un
arco e in falce e che ero impugnata niente poco di meno che da… Soul! »
Facce sconvolte in sala. Non si
può vedere, ma dalla regia anche l’interpellato è rimasto sconvolto dalla
rivelazione. Hinata si rende conto di aver causato un certo imbarazzo.
Hinata:« Bè? La maggior parte delle mie storie hanno
origine da sogni o incubi che faccio di notte… »
Kevin:« Mai pensato
di fare un giro da uno psicanalista? »
Hinata:« Per tua
informazione ho studiato anche qualcosa di psicanalisi e uno dei miei autori
preferiti è un certo Jung, uno degli allievi di
Freud… »
Maka:« Ok,
tralasciamo le sedute psicanalitiche, non ho un lettino per farvi stendere! Dicevi, Hinata? »
Hinata:« Che
ripensando al sogno durante una noiosa sessione d’interrogazione di filosofia,
mi venne spontaneo afferrare una penna e senza neanche rendermene conto iniziai
a scribacchiare un incipit di una fanfiction… non è
esattamente quello che poi avete letto, nel primo prototipo quella che poi
sarebbe diventata Lucy si rimaterializzava come
sonnifero in mezzo a un macabro campo di battaglia e veniva accolta da quello
che sarebbe stato poi Simon… »
Simon:« Un attimo! Ma da dove è saltato fuori il sonnifero? Non hai detto che
nel tuo sogno c’erano arco e falce? »
Hinata:« Prima ho
detto che ero in crisi d’astinenza dalla scrittura, no? In
effetti quando era stato il momento di cominciare la quinta superiore,
avevo promesso a me stessa di non lasciarmi distrarre da cose non strettamente
indispensabili… in questo, con un enorme sforzo di volontà, avevo incluso anche
la scrittura, visto che era mia abitudine portarmi nello zaino dei quaderni che
poi riempivo di storie nei momenti morti, come le ore buca oppure le
interrogazioni di filosofia… quante di quelle storie ho scritto durante le
interrogazioni di filosofia! Devo molto al quel professore, sapete? Comunque ero stata troppo ottimista: anche se la mia mano era a
riposo, la mia mente continuava a inventare storie quasi contro la mia volontà.
Credo di aver ideato almeno quattro fanfiction, in
quel periodo… fra queste, ce n’era una basata sull’anime
di Blue Dragon, che avevo cominciato a seguire
entusiasmata perché l’autore era Akira Toriyama, l’autore di Dragon Ball. Avevo creato un
personaggio la cui ombra era una farfalla che spargeva una polvere argentata
che faceva addormentare gli avversari e che via via,
nel corso di un processo di crescita, scopriva di poter usare altre polveri,
come una dorata per guarire gli alleati e una color cremisi
per uccidere. Come mi fosse venuto in mente, all’epoca, non me lo ricordo…
comunque, il progetto di scriverci sopra una vera e propria storia venne accantonato presto. L’anime
si era rivelato una schifezza, ma questi sono dettagli. L’idea del sonnifero
argentato, però, la ritenevo buona e mi venne spontaneo riciclarla per questa
storia.»
Kevin:« Interessante…
quindi sia i miei poteri che quelli di Lucy vengono da un’altra storia mai
scritta? »
Hinata:« Esatto.
Comunque mi bloccai quasi subito, memore della promessa che mi ero fatta di non
lasciarmi distrarre. Però l’incipit mi sembrava buono,
così lo trascrissi al computer e tenni il file in un angolo della mia
chiavetta, quella che porto sempre in tasca con me ovunque vado. Ma anche se non ci lavoravo materialmente, spesso con la
testa ci tornavo e cominciavo ad aggiungere tutti gli elementi che poi
sarebbero diventati parte integrante della storia. Il fatto che abbia iniziato
a studiare la trama quando ero solo all’inizio dell’anime
giustifica un po’ perché nella mia storia non si parla di Aracnophobia
e di tutto quello che è accaduto dopo… avrei voluto inserirli, ma ormai la base
della mia storia era già così ben definita che mi dispiaceva modificarla e la
lasciai così! Non appena finito l’anno mi rimisi all’opera
ed è nato tutto questo! Ho deciso di fare una long fic
proprio per riprendere la mano dopo un anno che non scrivevo più… e per
imparare finalmente a scrivere direttamente al computer senza passare prima per
un foglio! Ero stufa di perdere pomeriggi a copiare pagine e pagine
di quaderni! »
Lucy:« Io avrei
un’altra domanda… come hai ideato tutti i personaggi? E i loro nomi? Sono molto
curiosa di sapere come siamo nati… »
Hinata scoppia a ridere.
Hinata:« Avete
ancora tempo? Perché, in certi versi, è più lunga e complessa questa storia
della fanfiction vera e propria! »
I presenti annuiscono e l’autrice
sospira. Sa che quello che sta per dire sconvolgerà i lettori e i suoi stessi
personaggi. Per un attimo si chiede se non avrebbe fatto meglio a fare un corso di karate prima di accettare l’intervista. Poi
sospira di nuovo.
Avranno pietà della loro autrice.
O no?
Hinata:« Come siano
nati Lucy e Simon direi che è chiaro… forse è più interessante la storia dei
loro nomi! »
Simon:« Non sono
sicuro di voler sentire… »
Hinata:« Ti capisco,
il tuo è stato quello che mi ha fatto penare di più… »
Kevin:« Andiamo
bene… »
Hinata:« Quando ho
preparato in classe quel bozzetto d’incipit, mi sono subito resa conto che mi
servivano dei nomi. Non potevo certo chiamare i personaggi, per quanto solo
due, “quella lì” e “quello lì”! Ma, dato
che per i nomi ho una fantasia a dir poco pessima, ho fatto l’unica cosa
che potevo fare durante la lezione per trovare un’ispirazione senza destar
sospetti! »
Simon:« Ovvero? »
Hinata:« Ho preso
due libri dallo zaino e ho sfogliato a caso. Uno era il quaderno d’inglese, e
l’occhio mi cadde su una poesia di Wordsworth, “A
Lucy”, … »
Lucy sorride. Pare
gradire l’origine poetica del suo nome.
Hinata:« … l’altro
era il libro di filosofia e, aprendo a caso il volume, saltò fuori il capitolo
su Immanuel Kant! Pasticciando leggermente col nome,
saltò fuori Emanuel, che mi piaceva decisamente di
più, e lo tenni. »
Kevin:« Quindi il
secondo di nome di Simon… in realtà è il primo, cronologicamente parlando? »
Hinata:« Esatto!
Sinceramente dovevano essere solo nomi provvisori, per cui uno valeva l’altro…
ma fu la mia leggendaria distrazione a renderli definitivi! »
Maka:« Cioè? »
Hinata:« Devo
confessare che non tenni esattamente fede alla mia promessa… e iniziai a
scrivere sì alla fine dell’anno scolastico, ma in quella settimana che precede
l’esame di maturità! L’incipit divenne subito quello
che già conoscete, e continuai a usare il nome di Lucy… per Simon il problema
non si poneva ancora, visto che compare solo al terzo capitolo e in quella
settimana scrissi solo il primo e il secondo! L’intenzione era poi quella di
sostituirlo con un nome giapponese… »
Lucy:« E poi cos’è
successo? »
Hinata:« Presa
dall’entusiasmo di aver finito finalmente la maturità, pubblicai il capitolo su
EFP senza pensarci due volte! Solo dopo i primi commenti mi ricordai di non
aver cambiato il nome alla protagonista, ma ormai era
troppo tardi! È per questo che vi ho dato cognomi giapponesi ben studiati… per
ricordarmi una volta per tutte di controllare prima di
pubblicare! »
Maka:« Però poi
Emanuel è diventato Simon… »
Hinata:« Se fosse
stato per me saresti rimasto Emanuel! Solo che volli far leggere il terzo
capitolo in anteprima alla mia beta,
Sakurax16 che mi commenta ogni capitolo, e a un’altra ragazza che si era
mostrata entusiasta per la storia, ovvero Zawa Chan, ed entrambe mi dissero subito che il nome faceva
schifo e che dovevo cambiarlo! Protestai per un po’, ma alla fine acconsentii,
a patto che mi aiutassero a sceglierne uno nuovo. In quella discussione uscì
Kevin, e lo scelsi subito per la seconda arma, ma il problema del nuovo nome di
Emanuel rimaneva. Alla fine mi stufai, presi libri e dvd e scelsi tre nomi che
sottoposi al loro giudizio: Simon, Jared ed Henry. Sapete bene cosa uscì dal sondaggio. Giusto per
curiosità, Simon è il nome di uno dei gemelli de “Le cronache di Spiderwick”. »
Maka:« Però il nome
di Emanuel non è scomparso… »
Hinata:« In effetti
no, mi dispiaceva buttarlo via così, dopotutto avevo creato gran parte della
trama pensando a lui con quel nome! Così, giusto per fare un dispetto a quelle due che me lo avevano bocciato, glielo reinserii come
secondo nome nel nono capitolo! E dato che era molto
altisonante e in effetti un po’ fuori moda, presi lo spunto per dare a Simon la
sua nobiltà e tratteggiare la sua famiglia, che a parte la zia era rimasta un
po’ all’oscuro fino a quel momento. »
Simon è rimasto un po’ scioccato
da tutte quelle rivelazioni in una botta sola. Kevin prende la palla al balzo per
distrarlo un po’.
Kevin:« A proposito,
e la fantomatica zia di Simon? »
Hinata:« Ah, lei…
ammetto di essermi divertita molto! In realtà l’avevo accennata nel terzo
capitolo e mi serviva solo come pretesto per giustificare la testardaggine dei
genitori di Simon nel tenere il figlio legato alla Shibusen… non avrei mai
pensato che sarebbe diventata un personaggio così cruciale! Poi a un certo
punto mi sono incartata con la trama e ho pensato bene di rileggermi tutta la
storia per trovare eventuali spunti… e la zia mi è sembrata perfetta! È la
stessa logica con cui poi ho deciso di far risaltare fuori Rachel, la sorella
di Simon, che avevo giusto solo nominato in un capitolo! Anche se per lei, a
dirla tutta, mi sono ispirata molto a una mia ex compagna di classe,
combinazione di nome Rachele, boccolosa ma mora, che
non si faceva mai mettere i piedi in testa da nessuno… d’accordo, non avrà
avuto i fucili come Rachel, ma praticava kick boxing! »
Lucy:« Ma questa zia
avrà un volto! O almeno un nome! »
Hinata:« Sono stata
molto tentata di farla comparire nell’ultimo capitolo, ma poi ho pensato che
avrebbe perso molto del suo fascino. No, non vi dirò né aspetto né nome, ma
sappiate che comunque avevo strutturato il suo
personaggio come tutti gli altri! »
Maka:« E cosa ci
dici degli altri personaggi che hai inserito? Il Kishin, Sarktos e Pamela? »
Hinata:« Non ricordo
esattamente come sia saltato fuori il Kishin… ma era presente fin dall’inizio,
come si può notare dalla presentazione su EFP! Ed era presente fin da subito
anche Sarktos, anche se non aveva questo nome… bè, a
dirla tutta non aveva neanche un nome! Ritornando a James, comunque, sappiate
che le storie che trattano di perdite di memoria mi hanno sempre fatto
impazzire e quindi non potevo non inserirla! Per il suo carattere quando era
preda della follia, vi dirò, mi ha ispirato il carattere Rave che c’è su word…
l’ho visto e ho pensato “Tu sarai la voce del mio Kishin!”. Poi il resto è nato
pian piano… »
Lucy:« Avevi deciso
fin da subito che sarebbe stato mio nonno? »
Hinata:« Non così di
preciso. Avevo deciso di farlo tuo parente, magari un tuo
lontano cugino… ricordo che l’ispirazione per la famosa frase “Io sono l’arma che non ferisce. Io sono l’arma che non
uccide” mi è venuta in pullman mentre andavo
all’università. A quel punto volevo un colpo di scena degno
di questo nome. Anche se non ho mai visto il film, mi venne immediatamente in
mente la battuta di Star Wars “Io sono tuo padre”, e, chissà perché, mi è venuto da immaginarmi
la faccia di Luke se invece la battuta fosse stata: “Io sono tuo nonno!!!” e magari con
il cattivone che si toglieva la maschera e si
rivelava un nonnetto decrepito… la cosa mi ha fatto
così ridere che ho deciso che la scena sarebbe stata più o meno così! »
Maka:« E perché
chiamarlo proprio James? »
Hinata:« Non ho
rivelato subito il suo nome… perché volevo pensarci bene, non volevo fare la
stessa cosa di Lucy e Simon! E così mi sono presa un po’ di tempo… avevo deciso
che volevo un nome inglese, come quello di Lucy. E, anche se so che una mia
fedele lettrice a questo punto mi odierà perché aveva immaginato che avessi
tratto il nome dal famoso 007, devo confessare che il nome viene… dal papà di
Harry Potter! »
In sala cala il silenzio.
Hinata:« Bè, non solo, volevo un nome inglese e James è il più
anglosassone che la mia mente malata mi abbia suggerito… però una cosa la devo
fare! »
L’autrice si alza e, davanti alla
telecamera, chiede ripetutamente e sinceramente scusa a Jan Itor
19 che sa benissimo di aver deluso infinitamente.
Maka:« Ok… e
Sarktos? »
Hinata si riprende e torna a
sedersi.
Hinata:« Il nome
l’ho ideato senza aiuti… e si vede, infatti fa schifo, come quello di Blaze,
del resto! Ma tornando al nostro Lord, pur non avendo ancora idee chiare su di
lui, la sua presenza mi era chiara e incombeva sulla storia fin dall’inizio…
anzi, a essere precisi, prima di lui c'era Pamela, ovvero
il cubo di Rubik, che era talmente fondamentale nella
mia testa che all'inizio doveva addirittura essere il titolo della storia! Poi
però mi sembrava troppo crudele far aspettare i lettori ben 20
capitoli per capire il senso del titolo e ho optato per quello attuale, dove
l’attesa era “solo” di 4… »
Maka:« E il cubo di Rubik da dove è saltato fuori? Non mi pare che ci sia nell’anime… »
Hinata:« Sono
rimasta affascinata da un amico che è un genio a completarli… ormai è talmente
bravo che memorizza le facce, si benda e cerca di completarlo a memoria, è un
genio! E così, osservandolo mentre completava un cubo in 15
secondi cronometrati, non so… mi è venuta voglia d’inserire questa cosa nella
storia! Ma Sarktos ha avuto parecchie vicissitudini…
per qualche tempo avevo deciso che non fosse figlio di una strega, ma che fosse
stato allevato da una di esse e che da bambino fosse stato sottoposto a strani
esperimenti. Poi mi sono detta che di complicazioni ce n’erano già a
sufficienza! »
Kevin:« Ok, fino a
qui tutto chiaro… ma io? Hai parlato dell’origine di tutti i personaggi tranne
che della mia! »
Hinata sorride e lo guarda
intenerita. Kevin si preoccupa, non sa più cosa aspettarsi da questa pazza
autrice.
Hinata:« Scusami, ti
ho dato un po’ per scontato, ma la verità è che precisamente non ricordo come e
quando ti ho creato… ad esclusione di quell’incipit in classe, da quanto mi
ricordo ci sei sempre stato! Sei nato abbastanza
spontaneamente, probabilmente perché volevo evitare il classico stereotipo del
maestro e dell’arma di sesso opposto che si mettono insieme per forza… volevo
mettere almeno un po’ d’indecisione! Però non sono
sicura neanche di questa spiegazione… o forse volevo una squadra che fosse un
po’ come quella di Kid… oh, insomma, non lo so! Ci sei e basta! »
Kevin sembra impassibile, ma
l’autrice, che lo conosce meglio di chiunque altro, sa che c’è rimasto un po’
male e decide di essere sincera fino in fondo.
Hinata:« È vero che
non so esattamente come ti ho creato, e di questo mi scuso con te e con i
lettori, ma quello che so è che a te, come anche a Lucy e Simon, ho voluto
donare qualcosa di mio, nel carattere o nell’aspetto, nei pregi o nei difetti,
per rendervi più vivi e veri di quanto non abbia mai fatto con qualunque altro
personaggio da me creato. E sono molto fiera di voi, perché a volte avevo delle
idee e non riuscivo a scriverle perché mi rendevo conto che avrei forzato il vostro
carattere. Credo che per uno scrittore la cosa più bella sia quando i suoi
personaggi si ribellano, perché sono vivi e vitali e hanno un carattere ben
formato… »
Simon:« A questo
punto, devi dirci cosa abbiamo in comune con te… »
Hinata:« Certo!
Cominciamo con Lucy… »
La ragazza alza la testa, tutta
attenta.
Hinata:« … ti ho
donato la mia passione per i bambini, il mio desiderio di cantare, il senso di
responsabilità a volte esasperante, la tendenza a sacrificarti per gli altri in
silenzio, a volte in modo esagerato e irresponsabile, e quella timidezza che a
volte, inaspettatamente, si trasforma in coraggio nei momenti più impensati. E
anche la mia ingenuità e il fatto di dimostrare molti meno anni di quelli che
hai in realtà, anche se sono caratteristiche che poi ho donato a tutti i Majikkudasuto, compresi Kevin e James…
»
Lucy sembra soddisfatta. Hinata
rivolge la sua attenzione a Simon.
Hinata:« Simon,
ammetto che a te ho donato alcuni dei miei difetti peggiori: siamo entrambi
distratti, presi da passioni per cui a volte sembriamo scordarci del mondo che
ci circonda, entrambi ci demoralizziamo abbastanza facilmente, ci sentiamo
sostanzialmente inutili e di peso per chi ci circonda, ci chiediamo almeno una
volta alla settimana se le persone che ci circondano starebbero meglio senza di
noi fra i piedi e spesso abbiamo bisogno di essere rassicurati da altri sul
nostro comportamento. E odiamo entrambi la velocità. »
Simon:« Tu però, per
quanto distratta dalla scrittura, non ti sei fatta bocciare tre volte… »
Hinata scoppia a ridere.
Hinata:« Touchè. Anche questo bisogno di puntualizzare ogni minima
cosa, che a volte sfocia un po’ in una tendenza a lamentarsi e a piangersi
addosso, deriva da me. Siamo fatti un po’ così: a parole ci lamentiamo di
continuo, dichiariamo spesso di voler mollare quello che stiamo facendo, ma poi
non lo facciamo mai, anzi, coi fatti dimostriamo di
essere più determinati che mai. Ma se è vero che ti ho dato una buona dose dei
miei difetti, è vero anche che ti ho donato un mio piccolo sogno perduto… »
Simon:« Credo di non
aver capito… »
Hinata:« Ce l’hai
appoggiato sulle ginocchia. »
Il ragazzo abbassa lo sguardo.
Simon:« Tu… volevi
suonare il violino? »
L’autrice annuisce.
Hinata:« Quel suono
mi ha sempre affascinata, anche ora. Figurati, a quattro anni mi misi in testa
quest’idea, ma i miei non erano d’accordo, perché il violino è uno strumento
delicato, che va adattato alla lunghezza del braccio… non erano disposti a
cambiarmi il violino ogni anno, costava troppo! Ma
vista la mia insistenza, mi misero davanti a una scelta: studiare un qualsiasi
altro strumento o smettere del tutto. E io nella mia
testardaggine scelsi la seconda, forse un po’ stupidamente, visto che ora non
so neanche leggere uno spartito… »
Kevin ridacchia leggermente,
immaginandosi una bambina di quattro anni impuntarsi in quel modo. Hinata lo
guarda con un pizzico di malizia.
Hinata:« Sei
l’ultimo a poter criticare in fatto di testardaggine, o sbaglio? Lo so bene…
hai ereditato tutta la mia! Qualcuno ha la bontà di chiamarla determinazione,
ma spesso finisce che m’impunto su qualcosa che ritengo importante e prima di
togliermi certe idee… passano tranquillamente anni, ammesso e non concesso che
ci si riesca! E credetemi, sono davvero poche le cose su cui ho cambiato idea!
»
Kevin:« Solo questo?
»
Hinata:« Quanto sei
ingenuo… tu in pratica sei me, solo
senza timidezza, senza peli sulla lingua, senza paura di dire veramente cosa
pensi, con un po’ più di self control… e molto più
aggressivo, questo te lo concedo! Diciamo che sei la mia parte inconscia,
quella che vorrebbe insultare o picchiare qualcuno e non può per motivi
sociali… Freud sarebbe molto fiero di te… »
Kevin sembra colpito dalla
rivelazione, perdendo un po’ del suo sangue freddo.
Hinata:« Lunatici
allo stesso modo, passiamo dal panico più puro a una freddezza razionale di cui
poi ci stupiamo anche noi… per di più siamo negati in cucina e matematica e
soffriamo entrambi d’insonnia! »
Kevin:« Lanci anche
tu le sveglie dalla finestra? »
Hinata:« No, ma sono
veramente contenta del fatto che tu lo faccia anche per me! No, non lancio
sveglie dalla finestra, dal settimo piano non è consigliabile… però faccio di
meglio, continuo a dormire senza neanche spegnerle! »
Kevin:« Ah, però…
dovrei provarci anch’io, in fondo la sveglia non è che… »
Hinata:« … un
inutile oggetto ticchettante! »
Kevin è sorpreso che Hinata gli
abbia rubato le parole di bocca, poi sembra finalmente capire cosa intendesse
l’autrice dichiarando di essere la stessa persona e le fa un occhiolino
complice, che lei restituisce quasi contemporaneamente.
Hinata:« Come se
tutto questo non bastasse, ho creato fin dall’inizio uno schema comportamentale
per voi tre. Simon tende a dire sempre la verità, in
qualunque caso… il massimo che può fare è nascondere qualcosa, per esempio
quando si parla della sua famiglia o quando ha nascosto la lettera a Lucy, ma
non ha mai mentito nemmeno una volta durante tutta la storia. Questo a volte lo
fa litigare con Kevin, che invece, se ritiene che non ci sia altro modo per
risolvere una situazione, non si fa scrupoli a mentire. Lucy invece cerca di
bilanciare le due cose, ma tenendo le bugie come ultima risorsa. E questo è
veramente tutto quello che c’è da dire su di voi. »
Lucy:« E le musiche?
»
Hinata:« Intendi quelle
che ho inserito nei capitoli? Sono per la maggior parte soundtrack
di altri anime o telefilm… solo nell’ultimo c’è effettivamente una melodia di
Soul Eater! Non ho messo canzoni cantate perché temevo distraessero troppo
dalla lettura… ma sono sempre i brani che immaginavo che voi suonaste nelle
varie scene, e non è mai stata mia intenzione renderli un tema dei capitoli… la
storia si apprezza benissimo anche senza! »
Maka riprende per un attimo il
suo copione.
Maka:« Allora direi
che possiamo passare alle domande del pubblico… »
Hinata:« Sono
pronta, spara! »
Un proiettile sfiora i capelli
dell’autrice, andandosi a infilare nella parete alle sue spalle. Dopo un attimo
di comprensibile shock, Hinata si riprende e inizia a gridare.
Hinata:« Era solo un
modo di dire, Patty, non c’era bisogno di prendermi alla lettera, non sto mica
scrivendo le vostre avventure!!! »
Maka decide saggiamente di
ignorare la scena e va avanti come se nulla fosse successo.
Maka:« Bene, la
prima è di Jan Itor 19… e chiede come mai Lucy,
nel suo villaggio, non sapesse niente di armi o della Shibusen, visto che sono
entità normalissime nel mondo di Soul Eater. »
Hinata:« All’inizio
non avevo pensato precisamente a questa cosa… volevo solo mostrare come poteva
reagire una persona qualunque nel trovarsi improvvisamente coinvolta in prima
persona negli straordinari scontri di questo anime. Poi, creando la storia di
Lucy, la spiegazione può essere questa: il villaggio è già abbastanza isolato
di suo (nell’ultimo capitolo specifico che si trova fra le montagne) e per di
più i genitori della ragazza hanno fatto di tutto per tenerla lontana dai
kishin… probabilmente hanno chiesto agli abitanti di non rivelarle mai nulla
che riguardasse Death City! »
Maka si annota la risposta, ma Hinata continua.
Hinata:« A
proposito, visto che Jan Itor 19 mi ha fatto in
passato notare un’altra imprecisione, approfitto dello spazio per specificarla
anche agli altri lettori. Nel capitolo 23, quello con
la giostrina scambia-poteri,
ho dichiarato che Soul e Simon non erano più compatibili perché Simon era diventato un’arma. Detta così in effetti la cosa genera confusione, perché anche Liz e
Patty sono entrambe armi eppure si usano tranquillamente a vicenda senza alcun
problema. Quello che invece intendevo dire io era che
Simon in quel capitolo aveva preso una parte dell’anima di Kevin… e dato che
Soul e Kevin non sono compatibili, di conseguenza in quel momento non lo erano
più neanche Soul e Simon. Scusate il pasticcio… »
Maka:« Ok, allora
passiamo alla prossima e ultima domanda… è di Tokorothx3. Chiede se Kevin
e' mai stato innamorato di Lucy. »
Hinata:« Qui non c’è
bisogno di me, lo si può chiedere al diretto interessato! »
Kevin arrossisce di botto,
rendendosi conto che Liz è dietro la telecamera e lo sta guardando malissimo.
Il ragazzo nota con preoccupazione che la Thompson è armata di tutta la trousse
di trucchi. E, come se non bastasse, al suo fianco c’è Patty, pronta ad essere impugnata all’occorrenza.
Kevin:« Non posso
negare che quando ci siamo conosciuti non mi abbia… colpito… »
Hinata nota che anche Liz è
prontissima a colpire il suo ragazzo.
Con pettine e spazzola, però.
Kevin:« … e che per
un po’ di tempo sono stato un po’ confuso nei suoi confronti… ma quando ho
conosciuto Liz, pian piano mi sono reso conto che, per quanto ammirassi Lucy e
provassi una profonda riconoscenza nei suoi confronti, questo era ben lontano
da quel sentimento che chiamano amore… »
Liz ha abbassato la spazzola, ha
le lacrime agli occhi, profondamente commossa. Hinata è fiera che il suo
piccolo alter-ego abbia ereditato da lei anche la propensione alla poesia.
Tuttavia Kevin, diventato più rosso dei suoi capelli, non riesce più a
completare la frase e l’autrice decide saggiamente di cambiare discorso.
Hinata:« A proposito
di Tokoroth, in previsione di questo capitolo qualche
tempo fa le ho chiesto di fare un lavoretto… una sorpresa che ora vi mostro,
non smettendo mai di ringraziarla per l’impegno e il magnifico risultato! »
L’autrice tira fuori una
pergamena e la srotola di fronte alla telecamera.
Hinata:« E che
qualcuno venga a dirmi che non è un capolavoro, se ne ha il coraggio! »
Un applauso in sala accoglie
l’opera. Oltre allo sbattere delle mani, Hinata si accorge anche che qualcuno
sta bussando alla porta. Si alza e va ad aprire.
Hinata:« Black Star!
Oh, cavolo, ci siamo dimenticati di lui! Per favore, che qualcuno lo aiuti! »
Di malavoglia, Kevin lo trascina
dentro affidandolo alle amorevoli cure di Liz e Tsubaki. Patty ha già pronti i
cerotti, ovviamente gialli.
Tsubaki:« Sta
cercando di dire qualcosa… »
Hinata:« Sì? »
Tsubaki:« Dice…
bello, ma nulla è più grande del sottoscritto! »
Kevin:« Quando fa
così mi viene voglia di rispedirlo fuori! »
Hinata sorride, lieta che Black
Star sia sempre il solito, dopotutto.
Maka:« Ci sarebbe
ancora una domanda… »
Hinata:« Eh?
Davvero? »
Maka:« Ma questa è
da parte nostra… »
Hinata è un po’ perplessa.
Maka:« … visto che
ci siamo trovati bene a lavorare insieme, la domanda è d’obbligo! Ci sarà un
seguito di “Polvere incantata”? »
Hinata:« Anche io mi
sono trovata molto bene a lavorare con voi! Non so… ora voglio dedicarmi a una
storia originale che ho rimandato per ben due anni e a cui
questa fanfiction mi ha preparata dopo un anno
forzato di inattività dalla scrittura creativa… ma ammetto che un paio di ideuzze per un eventuale ritorno ci sarebbero eccome!
Insomma: non subito, ma più avanti perché no? »
Tutti:« Evviva!!! »
Hinata li guarda tutti, uno per
uno, felice e malinconica insieme. Sì, spera proprio
un giorno di poter tornare a scrivere delle loro avventure…
…e,
ritornando a scrivere in prima persona, devo purtroppo annunciarvi che stavolta
è davvero la fine. Spero che questa originale Guida
alla lettura vi abbia divertito e vi abbia fatto conoscere qualcosa in più
sulla storia e anche su di me. Forse adesso smetterete di pensare che sia solo
un’autrice sadica che si diverte a sconvolgervi sempre con nuovi colpi di
scena! Ma ammetto che è una cosa che mi piace, è una
piccola sfida fra me e voi lettori… non importa se non sempre l’ho vinta, è
stato bello aver giocato e sognato con tutti voi!
Non starò
a ringraziarvi tutti uno per uno, l’ho già fatto nello
scorso capitolo. Spero solo di rivedervi in qualche altra mia storia, mi sono
davvero affezionata a tutti voi. Forse ne farò un sequel, forse no, ma credo
che una pausa ci voglia. Grazie a tutti per il sostegno che mi avete dato fino
alla fine. Davvero. Non sapete la fatica che ci vuole nel cliccare il flag che decreta la fine di questa storia… ma spero che
Lucy, Simon, Kevin e tutti gli altri vi abbiano donato qualche ora di serenità
e di svago. E che vi siano entrati nel cuore come hanno fatto con me.
Grazie
ancora a tutti! E, stavolta davvero per l’ultima volta, …
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hinata
92