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Autore: hinata 92    10/10/2012    4 recensioni
Nuovi arrivi alla Shibusen: un'arma che ha appena scoperto i suoi poteri e che nasconde un enorme segreto; un maestro senza arma a cui non interessa nulla delle lezioni e un'altra arma alla quale è stata nascosta la verità per molto tempo...
Molti nemici li attendono, ma forse solo uno è reale... quello che si nasconde nell'ombra e attende...
Tutti i protagonisti e tanti nuovi personaggi in una saga avventurosa e divertente in puro stile Soul Eater!!!
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Black Star, Death the Kid, Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Polvere incantata'
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Dietro alle quinte della fanfiction

Dietro alle quinte della fanfiction! Tutto quello che avreste voluto sapere e anche qualcosa in più?

 

 

 

TUM-TUM, TUM-TUM…

 

Hinata:« Uno, due, tre, prova… uno, due, tre, prova, prova… ma funziona questo coso? »

Maka:« Si chiama microfono e funziona benissimo… sempre che tu non lo spacchi adesso! »

Hinata:« Scusa, ma sono un po’ nervosa… di solito io rimango sempre dietro le quinte, è la prima volta che mi espongo così… »

Maka:« Capisco… ma che fine hanno fatto gli altri? Sono in ritardo e la diretta comincia fra poco… »

Hinata:« Non so… »

Maka:« Io quelli li strozzo! Una come fa a fare un’intervista se mancano gli intervistati? »

Hinata:« Ehm… non so, stavolta non posso intervenire… »

Maka:« Uffa!!! Mancano due minuti scarsi! Dove si sono cacciati quei tre??? »

« ECCOMI QUA, MISERI MORTALI! LA VOSTRA DIVINITÁ È QUI PER RISOLVERE LA SITUAZIONE! »

Hinata:« Black Star? Ma non dovevo essere intervistata con Lucy, Simon e Kevin? »

 

La maestra d’armi di Soul guarda agitatissima l’orologio.

 

Maka:« Diavolo è tardissimo… sarebbe un grossissimo problema fare l’intervista con lui? »

Hinata:« Con Black Star? No, nessun problema per me, dopotutto è il mio personaggio preferito dell’anime… »

Black Star:« E COME POTREBBE ESSERE ALTRIMENTI? »

Maka:« Va bene allora, accomodati lì che stiamo per cominciare… »

 

Dalla regia si diffonde una voce familiare dagli altoparlanti.

 

« Pronti al conto alla rovescia, stiamo per andare in onda… meno otto, otto, otto… »

Maka:« KID! FAI UN CONTO ALLA ROVESCIA DECENTE, NON SI CAPISCE QUANDO COMINCIAMO! »

Kid:« Dalla mia bocca non può uscire un numero asimmetrico… ehi! Cosa fai? »

 

Dei rumori poco rassicuranti si diffondono in sala. Hinata inizia a pentirsi di aver accettato di essere intervistata. La voce di Kid si sente ancora, ma in lontananza.

 

Kid:« È maleducazione rubare i microfoni! »

Soul:« Ok, il conto ve lo faccio io! Meno tre, due, uno… IN ONDA!!! »

 

Maka dissimula più che può un gocciolone imbarazzato che gli scende dalla fronte e sfodera il più finto sorriso del suo repertorio.

 

Maka:« Benvenuti allo speciale capitolo extra di “Polvere Incantata”! Vi presentiamo in questa esclusiva intervista in stile “Le Iene” due ospiti d’eccezione! La prima è colei che sta sempre dietro le quinte, l’autrice della storia, Hinata 92… »

Hinata:« Ciao a tutti!!! »

Maka:« … mentre l’altro è… »

Black Star:« IL GRANDISSIMO ME NON HA BISOGNO DI PRESENTAZIONI!!! »

Hinata:« … »

 

La faccia perplessa di Hinata è uno spettacolo, vista la sua varietà d’espressioni comica di natura che chi ha avuto la possibilità di ammirare di persona conosce bene e ammira. A quanto pare scrivere di Black Star non è esattamente lo stesso che averci a che fare di persona.

 

Maka:« … se… dunque, dicevamo, l’altro ospite è Black Star, che si è già ampiamente presentato da solo. Direi che potremmo anche cominciare… regia, mandatemi la schermata stile Iene! »

 

Un separé compare fra i due intervistati. Il colore giallo canarino lascia pochi dubbi su chi sia l’addetta alle scenografie. L’intervistatrice sospira, Black Star è esaltato come sempre, Hinata trattiene a stento una risatina.

 

Maka:« Bene, cominciamo! Nome! »

 

Hinata:« Hinata 92 »

Black Star:« BLACK STAR, IL SOLO, L’UNICO, L’INIMITABILE!!! »

 

Hinata:« Ti sta tutto quello sulla carta d’identità? »

Maka:« Non cominciamo a divagare! Ho una scaletta da seguire! »

Hinata:« Chiedo scusa, non ho saputo resistere… »

 

Maka:« Andiamo avanti… età! »

 

Hinata:« 20 anni di pura pazzia! »

Black Star:« FIN DA QUANDO ESISTE L’UNIVERSO! »

 

Maka:« Professione! »

 

Hinata:« Studentessa universitaria e aspirante scrittrice! »

Black Star:« DIVINITÁ ASSOLUTA, LUCE DELL’UNIVERSO, GRANDIOSO STERMINATORE DI DEMONI!!! E, QUANDO IL SUPREMO ME NON È TROPPO IMPEGNATO, ANCHE STUDENTE ALLA SHIBUSEN! »

 

Hinata:« Diavolo, dovrò rivedere il curriculum… questo sfigura troppo in confronto al suo… »

Black Star:« CHIUNQUE SFIGURA TROPPO DI FRONTE ALLA LUCE INDESCRIVIBILE DEL DIVINO ME! »

Maka:« Ehm… Black Star… non ti pare di stare esagerando un pochino? »

Black Star:« ASSOLUTAMENTE NO! »

 

Una porta si spalanca sbattendo rumorosamente. Tutti si voltano, ma Black Star impallidisce all’istante.

 

« BLACK STAR! TU, MALEDETTO SCHIFOSO… SAI CHE HO UCCISO PER MOLTO MENO, VERO??? »

« Calmati, Kevin, credo che siamo in diretta… »

Kevin:« NON ME NE FREGA NIENTE DELLA DIRETTA, LUCY!!! QUESTO SPORCO DOPPIOGIOCHISTA CI HA RINCHIUSO TUTTI E TRE NEL CAMERINO PER AVERE LA SCENA TUTTA PER LUI!!! MI STUPISCO CHE NON ABBIA SEGREGATO ANCHE L’AUTRICE!!! »

Maka:« Addio alla scaletta… »

 

Mentre Maka butta via il copione rassegnata, Hinata si volta a braccia incrociate verso Black Star con l’intenzione di fargli uno sguardo malefico. Purtroppo come al solito non ci riesce e decide di optare per una faccia impassibile.

 

Hinata:« È vera questa storia? »

Simon:« Dubiti di noi? »

Hinata:« Assolutamente no, ma voglio sentirlo dalle sue labbra… »

Black Star:« COME OSATE ACCUSARE UNA DIVINITÁ??? »

Hinata:« Black Star… questo da te non me l’aspettavo proprio! »

Black Star:« CHE COS’È, UNA SFIDA? »

Hinata:« Ci mancherebbe altro, io ho la forza, come dico da sempre, di un bradipo addormentato con un braccio ingessato, fisicamente non ci sarebbe storia… »

Black Star:« E VORREI VEDERE! »

Hinata:« … ma ti ricordo che sono l’autrice… e che non ci metto davvero nulla a crearti un avversario fatto su misura per te! »

 

Black Star deglutisce rumorosamente. In un raro attimo di lucidità mentale afferra la vera pericolosità della minaccia.

 

Hinata:« Ma dato che sono una persona pacifica, per questa volta farò così… »

 

La divinità non ha il tempo di tirare un sospiro di sollievo che l’autrice gli dà una leggera spintarella verso l’uscita.

 

Hinata:« Ragazzi, è tutto vostro! »

Black Star:« Cosa? No! »

Hinata:« Preferisci che mi occupi io di te? »

 

Kevin si scrocchia rumorosamente le dita, Simon è lieto, una volta tanto, di tirare fuori il suo violino non per suonare ma per fare una bella scazzottata. Black Star inizia giustamente a sudare freddo mentre Kevin, con un sorriso tutto fuorché rassicurante, chiude la porta che dà sul corridoio. I rumori di scazzottate si sentono anche con l’insonorizzazione della sala registrazione.

Per salvare il salvabile Maka si piazza di fronte alla telecamera e inizia a inchinarsi a ripetizione scusandosi ripetutamente con tutti i lettori. Hinata, sul suo sgabello, non sa bene che fare e per la prima volta capisce veramente come si sente Chrona ad avere a che fare tutti i giorni con questa manica di pazzi.

Mentre fuori dall’inquadratura si scatena l’inferno, Lucy scavalca l’incontro di boxe e faticosamente entra nello studio indenne.

 

Lucy:« Permesso, si può? Credo che non abbiano bisogno di me e non amo molto le scene di sangue… »

Maka:« Prego, tanto ormai… »

Hinata:« Sinceramente non amo il sangue neanch’io, finché si tratta di descriverlo ok, ma vederlo è tutta un’altra cosa… »

 

Dai rumori e dalle urla l’incontro di boxe è rapidamente degenerato in puro wrestling. Hinata fa una smorfia, pentendosi della sua scelta. Forse Black Star si sarebbe fatto meno male se gli avesse trovato lei un avversario, ad esempio Stain in assetto da verifica, come aveva in mente all’inizio. Lucy non trova nemmeno il coraggio di guardare la porta chiusa e Maka, alzando gli occhi al soffitto, ringrazia solo che il tutto stia avvenendo fuori della inquadratura della telecamera.

Finalmente i rumori poco rassicuranti finiscono. Kevin e Simon entrano, senza un graffio e visibilmente soddisfatti. Per la frazione di secondo dove le fu possibile vederlo, Black Star ricordò molto all’autrice la puntata dell’anime dove la divinità aveva tentato di rubare le risposte del compito in classe di Stain. Era conciato allo stesso modo.

 

Hinata:« Non ricordavo di averli fatti così violenti… »

Maka:« Ok, ricominciamo da capo, va bene? Chiediamo ancora scusa ai lettori per gli incresciosi inconvenienti… pronti per l’intervista? »

Hinata:« Certo! »

Lucy:« Sì! »

Simon:« Sicuro! »

Kevin:« Siamo qui per questo! »

 

Maka sospira e recupera la sua scaletta.

 

Maka:« Nome! »

 

Hinata:« Hinata 92 »

Lucy:« Lucy Gin »

Simon:« Simon Emanuel Onpu »

Kevin:« Hai dimenticato il “Duca”, mio caro… »

 

Simon diventa tutto rosso e gli ringhia vivacemente, ma Lucy minaccia di lasciarli entrambi senza cena se non la piantano immediatamente e nello studio torna la pace. Hinata è fiera di averle dato un caratterino tale da farsi rispettare anche da quei due.

 

Maka:« Dicevamo… »

Kevin:« Kevin Akai »

 

Maka:« Età! »

 

Hinata:« 20 »

Lucy:« 15 »

Simon:« 18 »

Kevin:« 15… a proposito, me lo sono sempre chiesto: perché Simon è più grande di noi? »

Hinata:« Un errore di distrazione… ho scritto per caso che era maggiorenne in uno dei primi capitoli per fargli fare un’uscita ad effetto dall’aula e non mi sono accorta della differenza fino a quando una lettrice non me l’ha fatto notare… sono partita da questa scusa per farlo ripetente! »

Simon:« Ah, grazie tante! »

Maka:« Scusate, ma per le domande ci sarà spazio più tardi! Ora dovrei continuare con la mia scaletta! »

Hinata & Kevin:« Scusaci! »

 

Maka:« Professione! »

 

Hinata:« Studentessa universitaria e aspirante scrittrice… ma ancora molto lontana dall’obiettivo, purtroppo! »

Lucy:« Studentessa alla Shibusen! »

Simon:« Studente alla Shibusen, violinista e, da poco, Veggente! »

Kevin:« Studente alla Shibusen! »

 

Maka:« Per accontentare orientali e occidentali, gruppo sanguigno e segno zodiacale! »

 

Hinata:« AB, cancro. »

Lucy:« 0, cancro »

Simon:« AB, leone »

Kevin:« AB, cancro. »

Simon:« Ehi, ma com’è che Lucy ha il tuo stesso segno zodiacale e io lo stesso gruppo sanguigno? E perché Kevin ha addirittura entrambi??? »

Hinata:« Forse perché Kevin mi somiglia molto… ma a pensarci bene anche voi due, anche se in modi diversi! Senti, Maka, che ne dici se abbandoniamo questo metodo e passiamo a un’intervista più tradizionale? »

Maka:« Tanto ormai qui ognuno fa quello che vuole… »

 

La ragazza butta definitivamente via la scaletta e gli intervistati si mettono seduti per terra in cerchio.

 

Maka:« Ma prima… pubblicità! Non cambiate canale! »

 

Tsubaki:« Il caffè non vi dà la carica che vi aspettavate? »

Chrona:« P-p-provate la miscela di Zio Bob! »

BJ:« Bravi!!! »

Ragnarok:« Ma che bravi e bravi! Dove sono i biscotti e i pasticcini? Che razza di caffè è senza dolcetti??? »

Chrona:« Ragnarok! N-n-on dovevi venire fuori ora! Non so più come comportarmi… »

 

Mentre lo stacco pubblicitario va letteralmente a rotoli, dietro le quinte Liz aggiusta il trucco alle signore (con le proteste di Hinata che, come sempre, di trucchi e parrucchi non ne vuole proprio sapere), Patty dà l’ultimo tocco d’autore alle scenografie con una bella pennellata di giallo limone e Maka s’accorda con Soul e Kid dalla regia. Il piccolo Shinigami non smette un secondo di sbraitare sul fatto che vuole un programma più simmetrico. Apparentemente nessuno si preoccupa più di Black Star moribondo appena fuori dalla porta.

Con nonchalance Tsubaki trascina via Chrona e Ragnarok e il programma riprende.

 

Maka:« Bene, continuiamo l’intervista! Allora, Hinata, domanda ovvia: come è nata l’idea di questa storia? »

Hinata:« Dunque… direi da un mix di ansia, stress, indigestione serale di anime e crisi d’astinenza dalla scrittura. »

 

Tutti la guardano senza capire. Hinata sorride convinta di aver riassunto tutto in modo semplice ed efficace. Poi, notando le facce, si rende conto che forse non è stata così chiara come aveva immaginato.

 

Hinata:« Ops, ogni tanto lo faccio, scusate! Dico frasi ad effetto incomprensibili per riassumere discorsi lunghissimi… devo spiegare tutto punto per punto, eh? »

Maka:« Sarebbe gradito, in effetti… »

Kevin:« Scusa un attimo, hai detto che avevi fatto un’indigestione di anime… sei forse un kishin??? »

Hinata:« Eh? Ma no, cos’hai capito, ci mancherebbe altro! Anime inteso come “cartone animato giapponese”! »

Lucy:« Aaaaaah, in effetti mi stavo preoccupando un po’ anch’io… »

Hinata:« Quanta poca fiducia avete nella vostra autrice… dicevo, ero in pieno periodo maturità, per cui con stress e ansia al massimo, quando su rai4 iniziarono a trasmettere il cartone (va bene così, Kevin?) di Soul Eater. Sembrava interessante, ma l’orario notturno non era proprio l’ideale, così finiva sempre che mi cercavo le puntate su internet un paio di giorni dopo la trasmissione e me li guardavo alle nove di sera. E a causa di questo credo avvenne il pasticcio… »

Maka:« Ovvero? »

Hinata:« Una notte mi sognai una cosa un po’ strana, tipo che ero un’arma che si trasformava in un arco e in falce e che ero impugnata niente poco di meno che da… Soul! »

 

Facce sconvolte in sala. Non si può vedere, ma dalla regia anche l’interpellato è rimasto sconvolto dalla rivelazione. Hinata si rende conto di aver causato un certo imbarazzo.

 

Hinata:« ? La maggior parte delle mie storie hanno origine da sogni o incubi che faccio di notte… »

Kevin:« Mai pensato di fare un giro da uno psicanalista? »

Hinata:« Per tua informazione ho studiato anche qualcosa di psicanalisi e uno dei miei autori preferiti è un certo Jung, uno degli allievi di Freud… »

Maka:« Ok, tralasciamo le sedute psicanalitiche, non ho un lettino per farvi stendere! Dicevi, Hinata? »

Hinata:« Che ripensando al sogno durante una noiosa sessione d’interrogazione di filosofia, mi venne spontaneo afferrare una penna e senza neanche rendermene conto iniziai a scribacchiare un incipit di una fanfiction… non è esattamente quello che poi avete letto, nel primo prototipo quella che poi sarebbe diventata Lucy si rimaterializzava come sonnifero in mezzo a un macabro campo di battaglia e veniva accolta da quello che sarebbe stato poi Simon… »

Simon:« Un attimo! Ma da dove è saltato fuori il sonnifero? Non hai detto che nel tuo sogno c’erano arco e falce? »

Hinata:« Prima ho detto che ero in crisi d’astinenza dalla scrittura, no? In effetti quando era stato il momento di cominciare la quinta superiore, avevo promesso a me stessa di non lasciarmi distrarre da cose non strettamente indispensabili… in questo, con un enorme sforzo di volontà, avevo incluso anche la scrittura, visto che era mia abitudine portarmi nello zaino dei quaderni che poi riempivo di storie nei momenti morti, come le ore buca oppure le interrogazioni di filosofia… quante di quelle storie ho scritto durante le interrogazioni di filosofia! Devo molto al quel professore, sapete? Comunque ero stata troppo ottimista: anche se la mia mano era a riposo, la mia mente continuava a inventare storie quasi contro la mia volontà. Credo di aver ideato almeno quattro fanfiction, in quel periodo… fra queste, ce n’era una basata sull’anime di Blue Dragon, che avevo cominciato a seguire entusiasmata perché l’autore era Akira Toriyama, l’autore di Dragon Ball. Avevo creato un personaggio la cui ombra era una farfalla che spargeva una polvere argentata che faceva addormentare gli avversari e che via via, nel corso di un processo di crescita, scopriva di poter usare altre polveri, come una dorata per guarire gli alleati e una color cremisi per uccidere. Come mi fosse venuto in mente, all’epoca, non me lo ricordo… comunque, il progetto di scriverci sopra una vera e propria storia venne accantonato presto. L’anime si era rivelato una schifezza, ma questi sono dettagli. L’idea del sonnifero argentato, però, la ritenevo buona e mi venne spontaneo riciclarla per questa storia.»

Kevin:« Interessante… quindi sia i miei poteri che quelli di Lucy vengono da un’altra storia mai scritta? »

Hinata:« Esatto. Comunque mi bloccai quasi subito, memore della promessa che mi ero fatta di non lasciarmi distrarre. Però l’incipit mi sembrava buono, così lo trascrissi al computer e tenni il file in un angolo della mia chiavetta, quella che porto sempre in tasca con me ovunque vado. Ma anche se non ci lavoravo materialmente, spesso con la testa ci tornavo e cominciavo ad aggiungere tutti gli elementi che poi sarebbero diventati parte integrante della storia. Il fatto che abbia iniziato a studiare la trama quando ero solo all’inizio dell’anime giustifica un po’ perché nella mia storia non si parla di Aracnophobia e di tutto quello che è accaduto dopo… avrei voluto inserirli, ma ormai la base della mia storia era già così ben definita che mi dispiaceva modificarla e la lasciai così! Non appena finito l’anno mi rimisi all’opera ed è nato tutto questo! Ho deciso di fare una long fic proprio per riprendere la mano dopo un anno che non scrivevo più… e per imparare finalmente a scrivere direttamente al computer senza passare prima per un foglio! Ero stufa di perdere pomeriggi a copiare pagine e pagine di quaderni! »

Lucy:« Io avrei un’altra domanda… come hai ideato tutti i personaggi? E i loro nomi? Sono molto curiosa di sapere come siamo nati… »

 

Hinata scoppia a ridere.

 

Hinata:« Avete ancora tempo? Perché, in certi versi, è più lunga e complessa questa storia della fanfiction vera e propria! »

 

I presenti annuiscono e l’autrice sospira. Sa che quello che sta per dire sconvolgerà i lettori e i suoi stessi personaggi. Per un attimo si chiede se non avrebbe fatto meglio a fare un corso di karate prima di accettare l’intervista. Poi sospira di nuovo.

Avranno pietà della loro autrice. O no?

 

Hinata:« Come siano nati Lucy e Simon direi che è chiaro… forse è più interessante la storia dei loro nomi! »

Simon:« Non sono sicuro di voler sentire… »

Hinata:« Ti capisco, il tuo è stato quello che mi ha fatto penare di più… »

Kevin:« Andiamo bene… »

Hinata:« Quando ho preparato in classe quel bozzetto d’incipit, mi sono subito resa conto che mi servivano dei nomi. Non potevo certo chiamare i personaggi, per quanto solo due, “quella lì” e “quello lì”! Ma, dato che per i nomi ho una fantasia a dir poco pessima, ho fatto l’unica cosa che potevo fare durante la lezione per trovare un’ispirazione senza destar sospetti! »

Simon:« Ovvero? »

Hinata:« Ho preso due libri dallo zaino e ho sfogliato a caso. Uno era il quaderno d’inglese, e l’occhio mi cadde su una poesia di Wordsworth, “A Lucy”, … »

 

Lucy sorride. Pare gradire l’origine poetica del suo nome.

 

Hinata:« … l’altro era il libro di filosofia e, aprendo a caso il volume, saltò fuori il capitolo su Immanuel Kant! Pasticciando leggermente col nome, saltò fuori Emanuel, che mi piaceva decisamente di più, e lo tenni. »

Kevin:« Quindi il secondo di nome di Simon… in realtà è il primo, cronologicamente parlando? »

Hinata:« Esatto! Sinceramente dovevano essere solo nomi provvisori, per cui uno valeva l’altro… ma fu la mia leggendaria distrazione a renderli definitivi! »

Maka:« Cioè? »

Hinata:« Devo confessare che non tenni esattamente fede alla mia promessa… e iniziai a scrivere sì alla fine dell’anno scolastico, ma in quella settimana che precede l’esame di maturità! L’incipit divenne subito quello che già conoscete, e continuai a usare il nome di Lucy… per Simon il problema non si poneva ancora, visto che compare solo al terzo capitolo e in quella settimana scrissi solo il primo e il secondo! L’intenzione era poi quella di sostituirlo con un nome giapponese… »

Lucy:« E poi cos’è successo? »

Hinata:« Presa dall’entusiasmo di aver finito finalmente la maturità, pubblicai il capitolo su EFP senza pensarci due volte! Solo dopo i primi commenti mi ricordai di non aver cambiato il nome alla protagonista, ma ormai era troppo tardi! È per questo che vi ho dato cognomi giapponesi ben studiati… per ricordarmi una volta per tutte di controllare prima di pubblicare! »

Maka:« Però poi Emanuel è diventato Simon… »

Hinata:« Se fosse stato per me saresti rimasto Emanuel! Solo che volli far leggere il terzo capitolo in anteprima alla mia beta, Sakurax16 che mi commenta ogni capitolo, e a un’altra ragazza che si era mostrata entusiasta per la storia, ovvero Zawa Chan, ed entrambe mi dissero subito che il nome faceva schifo e che dovevo cambiarlo! Protestai per un po’, ma alla fine acconsentii, a patto che mi aiutassero a sceglierne uno nuovo. In quella discussione uscì Kevin, e lo scelsi subito per la seconda arma, ma il problema del nuovo nome di Emanuel rimaneva. Alla fine mi stufai, presi libri e dvd e scelsi tre nomi che sottoposi al loro giudizio: Simon, Jared ed Henry. Sapete bene cosa uscì dal sondaggio. Giusto per curiosità, Simon è il nome di uno dei gemelli de “Le cronache di Spiderwick”. »

Maka:« Però il nome di Emanuel non è scomparso… »

Hinata:« In effetti no, mi dispiaceva buttarlo via così, dopotutto avevo creato gran parte della trama pensando a lui con quel nome! Così, giusto per fare un dispetto a quelle due che me lo avevano bocciato, glielo reinserii come secondo nome nel nono capitolo! E dato che era molto altisonante e in effetti un po’ fuori moda, presi lo spunto per dare a Simon la sua nobiltà e tratteggiare la sua famiglia, che a parte la zia era rimasta un po’ all’oscuro fino a quel momento. »

 

Simon è rimasto un po’ scioccato da tutte quelle rivelazioni in una botta sola. Kevin prende la palla al balzo per distrarlo un po’.

 

Kevin:« A proposito, e la fantomatica zia di Simon? »

Hinata:« Ah, lei… ammetto di essermi divertita molto! In realtà l’avevo accennata nel terzo capitolo e mi serviva solo come pretesto per giustificare la testardaggine dei genitori di Simon nel tenere il figlio legato alla Shibusen… non avrei mai pensato che sarebbe diventata un personaggio così cruciale! Poi a un certo punto mi sono incartata con la trama e ho pensato bene di rileggermi tutta la storia per trovare eventuali spunti… e la zia mi è sembrata perfetta! È la stessa logica con cui poi ho deciso di far risaltare fuori Rachel, la sorella di Simon, che avevo giusto solo nominato in un capitolo! Anche se per lei, a dirla tutta, mi sono ispirata molto a una mia ex compagna di classe, combinazione di nome Rachele, boccolosa ma mora, che non si faceva mai mettere i piedi in testa da nessuno… d’accordo, non avrà avuto i fucili come Rachel, ma praticava kick boxing! »

Lucy:« Ma questa zia avrà un volto! O almeno un nome! »

Hinata:« Sono stata molto tentata di farla comparire nell’ultimo capitolo, ma poi ho pensato che avrebbe perso molto del suo fascino. No, non vi dirò né aspetto né nome, ma sappiate che comunque avevo strutturato il suo personaggio come tutti gli altri! »

Maka:« E cosa ci dici degli altri personaggi che hai inserito? Il Kishin, Sarktos e Pamela? »

Hinata:« Non ricordo esattamente come sia saltato fuori il Kishin… ma era presente fin dall’inizio, come si può notare dalla presentazione su EFP! Ed era presente fin da subito anche Sarktos, anche se non aveva questo nome… , a dirla tutta non aveva neanche un nome! Ritornando a James, comunque, sappiate che le storie che trattano di perdite di memoria mi hanno sempre fatto impazzire e quindi non potevo non inserirla! Per il suo carattere quando era preda della follia, vi dirò, mi ha ispirato il carattere Rave che c’è su word… l’ho visto e ho pensato “Tu sarai la voce del mio Kishin!”. Poi il resto è nato pian piano… »

Lucy:« Avevi deciso fin da subito che sarebbe stato mio nonno? »

Hinata:« Non così di preciso. Avevo deciso di farlo tuo parente, magari un tuo lontano cugino… ricordo che l’ispirazione per la famosa frase “Io sono l’arma che non ferisce. Io sono l’arma che non uccide” mi è venuta in pullman mentre andavo all’università. A quel punto volevo un colpo di scena degno di questo nome. Anche se non ho mai visto il film, mi venne immediatamente in mente la battuta di Star Wars “Io sono tuo padre”, e, chissà perché, mi è venuto da immaginarmi la faccia di Luke se invece la battuta fosse stata: “Io sono tuo nonno!!! e magari con il cattivone che si toglieva la maschera e si rivelava un nonnetto decrepito… la cosa mi ha fatto così ridere che ho deciso che la scena sarebbe stata più o meno così! »

Maka:« E perché chiamarlo proprio James? »

Hinata:« Non ho rivelato subito il suo nome… perché volevo pensarci bene, non volevo fare la stessa cosa di Lucy e Simon! E così mi sono presa un po’ di tempo… avevo deciso che volevo un nome inglese, come quello di Lucy. E, anche se so che una mia fedele lettrice a questo punto mi odierà perché aveva immaginato che avessi tratto il nome dal famoso 007, devo confessare che il nome viene… dal papà di Harry Potter! »

 

In sala cala il silenzio.

 

Hinata:« , non solo, volevo un nome inglese e James è il più anglosassone che la mia mente malata mi abbia suggerito… però una cosa la devo fare! »

 

L’autrice si alza e, davanti alla telecamera, chiede ripetutamente e sinceramente scusa a Jan Itor 19 che sa benissimo di aver deluso infinitamente.

 

Maka:« Ok… e Sarktos? »

 

Hinata si riprende e torna a sedersi.

 

Hinata:« Il nome l’ho ideato senza aiuti… e si vede, infatti fa schifo, come quello di Blaze, del resto! Ma tornando al nostro Lord, pur non avendo ancora idee chiare su di lui, la sua presenza mi era chiara e incombeva sulla storia fin dall’inizio… anzi, a essere precisi, prima di lui c'era Pamela, ovvero il cubo di Rubik, che era talmente fondamentale nella mia testa che all'inizio doveva addirittura essere il titolo della storia! Poi però mi sembrava troppo crudele far aspettare i lettori ben 20 capitoli per capire il senso del titolo e ho optato per quello attuale, dove l’attesa era “solo” di 4… »

Maka:« E il cubo di Rubik da dove è saltato fuori? Non mi pare che ci sia nell’anime… »

Hinata:« Sono rimasta affascinata da un amico che è un genio a completarli… ormai è talmente bravo che memorizza le facce, si benda e cerca di completarlo a memoria, è un genio! E così, osservandolo mentre completava un cubo in 15 secondi cronometrati, non so… mi è venuta voglia d’inserire questa cosa nella storia! Ma Sarktos ha avuto parecchie vicissitudini… per qualche tempo avevo deciso che non fosse figlio di una strega, ma che fosse stato allevato da una di esse e che da bambino fosse stato sottoposto a strani esperimenti. Poi mi sono detta che di complicazioni ce n’erano già a sufficienza! »

Kevin:« Ok, fino a qui tutto chiaro… ma io? Hai parlato dell’origine di tutti i personaggi tranne che della mia! »

 

Hinata sorride e lo guarda intenerita. Kevin si preoccupa, non sa più cosa aspettarsi da questa pazza autrice.

 

Hinata:« Scusami, ti ho dato un po’ per scontato, ma la verità è che precisamente non ricordo come e quando ti ho creato… ad esclusione di quell’incipit in classe, da quanto mi ricordo ci sei sempre stato! Sei nato abbastanza spontaneamente, probabilmente perché volevo evitare il classico stereotipo del maestro e dell’arma di sesso opposto che si mettono insieme per forza… volevo mettere almeno un po’ d’indecisione! Però non sono sicura neanche di questa spiegazione… o forse volevo una squadra che fosse un po’ come quella di Kid… oh, insomma, non lo so! Ci sei e basta! »

 

Kevin sembra impassibile, ma l’autrice, che lo conosce meglio di chiunque altro, sa che c’è rimasto un po’ male e decide di essere sincera fino in fondo.

 

Hinata:« È vero che non so esattamente come ti ho creato, e di questo mi scuso con te e con i lettori, ma quello che so è che a te, come anche a Lucy e Simon, ho voluto donare qualcosa di mio, nel carattere o nell’aspetto, nei pregi o nei difetti, per rendervi più vivi e veri di quanto non abbia mai fatto con qualunque altro personaggio da me creato. E sono molto fiera di voi, perché a volte avevo delle idee e non riuscivo a scriverle perché mi rendevo conto che avrei forzato il vostro carattere. Credo che per uno scrittore la cosa più bella sia quando i suoi personaggi si ribellano, perché sono vivi e vitali e hanno un carattere ben formato… »

Simon:« A questo punto, devi dirci cosa abbiamo in comune con te… »

Hinata:« Certo! Cominciamo con Lucy… »

 

La ragazza alza la testa, tutta attenta.

 

Hinata:« … ti ho donato la mia passione per i bambini, il mio desiderio di cantare, il senso di responsabilità a volte esasperante, la tendenza a sacrificarti per gli altri in silenzio, a volte in modo esagerato e irresponsabile, e quella timidezza che a volte, inaspettatamente, si trasforma in coraggio nei momenti più impensati. E anche la mia ingenuità e il fatto di dimostrare molti meno anni di quelli che hai in realtà, anche se sono caratteristiche che poi ho donato a tutti i Majikkudasuto, compresi Kevin e James… »

 

Lucy sembra soddisfatta. Hinata rivolge la sua attenzione a Simon.

 

Hinata:« Simon, ammetto che a te ho donato alcuni dei miei difetti peggiori: siamo entrambi distratti, presi da passioni per cui a volte sembriamo scordarci del mondo che ci circonda, entrambi ci demoralizziamo abbastanza facilmente, ci sentiamo sostanzialmente inutili e di peso per chi ci circonda, ci chiediamo almeno una volta alla settimana se le persone che ci circondano starebbero meglio senza di noi fra i piedi e spesso abbiamo bisogno di essere rassicurati da altri sul nostro comportamento. E odiamo entrambi la velocità. »

Simon:« Tu però, per quanto distratta dalla scrittura, non ti sei fatta bocciare tre volte… »

 

Hinata scoppia a ridere.

 

Hinata:« Touchè. Anche questo bisogno di puntualizzare ogni minima cosa, che a volte sfocia un po’ in una tendenza a lamentarsi e a piangersi addosso, deriva da me. Siamo fatti un po’ così: a parole ci lamentiamo di continuo, dichiariamo spesso di voler mollare quello che stiamo facendo, ma poi non lo facciamo mai, anzi, coi fatti dimostriamo di essere più determinati che mai. Ma se è vero che ti ho dato una buona dose dei miei difetti, è vero anche che ti ho donato un mio piccolo sogno perduto… »

Simon:« Credo di non aver capito… »

Hinata:« Ce l’hai appoggiato sulle ginocchia. »

 

Il ragazzo abbassa lo sguardo.

 

Simon:« Tu… volevi suonare il violino? »

 

L’autrice annuisce.

 

Hinata:« Quel suono mi ha sempre affascinata, anche ora. Figurati, a quattro anni mi misi in testa quest’idea, ma i miei non erano d’accordo, perché il violino è uno strumento delicato, che va adattato alla lunghezza del braccio… non erano disposti a cambiarmi il violino ogni anno, costava troppo! Ma vista la mia insistenza, mi misero davanti a una scelta: studiare un qualsiasi altro strumento o smettere del tutto. E io nella mia testardaggine scelsi la seconda, forse un po’ stupidamente, visto che ora non so neanche leggere uno spartito… »

 

Kevin ridacchia leggermente, immaginandosi una bambina di quattro anni impuntarsi in quel modo. Hinata lo guarda con un pizzico di malizia.

 

Hinata:« Sei l’ultimo a poter criticare in fatto di testardaggine, o sbaglio? Lo so bene… hai ereditato tutta la mia! Qualcuno ha la bontà di chiamarla determinazione, ma spesso finisce che m’impunto su qualcosa che ritengo importante e prima di togliermi certe idee… passano tranquillamente anni, ammesso e non concesso che ci si riesca! E credetemi, sono davvero poche le cose su cui ho cambiato idea! »

Kevin:« Solo questo? »

Hinata:« Quanto sei ingenuo… tu in pratica sei me, solo senza timidezza, senza peli sulla lingua, senza paura di dire veramente cosa pensi, con un po’ più di self control… e molto più aggressivo, questo te lo concedo! Diciamo che sei la mia parte inconscia, quella che vorrebbe insultare o picchiare qualcuno e non può per motivi sociali… Freud sarebbe molto fiero di te… »

 

Kevin sembra colpito dalla rivelazione, perdendo un po’ del suo sangue freddo.

 

Hinata:« Lunatici allo stesso modo, passiamo dal panico più puro a una freddezza razionale di cui poi ci stupiamo anche noi… per di più siamo negati in cucina e matematica e soffriamo entrambi d’insonnia! »

Kevin:« Lanci anche tu le sveglie dalla finestra? »

Hinata:« No, ma sono veramente contenta del fatto che tu lo faccia anche per me! No, non lancio sveglie dalla finestra, dal settimo piano non è consigliabile… però faccio di meglio, continuo a dormire senza neanche spegnerle! »

Kevin:« Ah, però… dovrei provarci anch’io, in fondo la sveglia non è che… »

Hinata:« … un inutile oggetto ticchettante! »

 

Kevin è sorpreso che Hinata gli abbia rubato le parole di bocca, poi sembra finalmente capire cosa intendesse l’autrice dichiarando di essere la stessa persona e le fa un occhiolino complice, che lei restituisce quasi contemporaneamente.

 

Hinata:« Come se tutto questo non bastasse, ho creato fin dall’inizio uno schema comportamentale per voi tre. Simon tende a dire sempre la verità, in qualunque caso… il massimo che può fare è nascondere qualcosa, per esempio quando si parla della sua famiglia o quando ha nascosto la lettera a Lucy, ma non ha mai mentito nemmeno una volta durante tutta la storia. Questo a volte lo fa litigare con Kevin, che invece, se ritiene che non ci sia altro modo per risolvere una situazione, non si fa scrupoli a mentire. Lucy invece cerca di bilanciare le due cose, ma tenendo le bugie come ultima risorsa. E questo è veramente tutto quello che c’è da dire su di voi. »

Lucy:« E le musiche? »

Hinata:« Intendi quelle che ho inserito nei capitoli? Sono per la maggior parte soundtrack di altri anime o telefilm… solo nell’ultimo c’è effettivamente una melodia di Soul Eater! Non ho messo canzoni cantate perché temevo distraessero troppo dalla lettura… ma sono sempre i brani che immaginavo che voi suonaste nelle varie scene, e non è mai stata mia intenzione renderli un tema dei capitoli… la storia si apprezza benissimo anche senza! »

 

Maka riprende per un attimo il suo copione.

 

Maka:« Allora direi che possiamo passare alle domande del pubblico… »

Hinata:« Sono pronta, spara! »

 

Un proiettile sfiora i capelli dell’autrice, andandosi a infilare nella parete alle sue spalle. Dopo un attimo di comprensibile shock, Hinata si riprende e inizia a gridare.

 

Hinata:« Era solo un modo di dire, Patty, non c’era bisogno di prendermi alla lettera, non sto mica scrivendo le vostre avventure!!! »

 

Maka decide saggiamente di ignorare la scena e va avanti come se nulla fosse successo.

 

Maka:« Bene, la prima è di Jan Itor 19… e chiede come mai Lucy, nel suo villaggio, non sapesse niente di armi o della Shibusen, visto che sono entità normalissime nel mondo di Soul Eater. »

Hinata:« All’inizio non avevo pensato precisamente a questa cosa… volevo solo mostrare come poteva reagire una persona qualunque nel trovarsi improvvisamente coinvolta in prima persona negli straordinari scontri di questo anime. Poi, creando la storia di Lucy, la spiegazione può essere questa: il villaggio è già abbastanza isolato di suo (nell’ultimo capitolo specifico che si trova fra le montagne) e per di più i genitori della ragazza hanno fatto di tutto per tenerla lontana dai kishin… probabilmente hanno chiesto agli abitanti di non rivelarle mai nulla che riguardasse Death City! »

 

Maka si annota la risposta, ma Hinata continua.

 

Hinata:« A proposito, visto che Jan Itor 19 mi ha fatto in passato notare un’altra imprecisione, approfitto dello spazio per specificarla anche agli altri lettori. Nel capitolo 23, quello con la giostrina scambia-poteri, ho dichiarato che Soul e Simon non erano più compatibili perché Simon era diventato un’arma. Detta così in effetti la cosa genera confusione, perché anche Liz e Patty sono entrambe armi eppure si usano tranquillamente a vicenda senza alcun problema. Quello che invece intendevo dire io era che Simon in quel capitolo aveva preso una parte dell’anima di Kevin… e dato che Soul e Kevin non sono compatibili, di conseguenza in quel momento non lo erano più neanche Soul e Simon. Scusate il pasticcio… »

Maka:« Ok, allora passiamo alla prossima e ultima domanda… è di Tokorothx3. Chiede se Kevin e' mai stato innamorato di Lucy. »

Hinata:« Qui non c’è bisogno di me, lo si può chiedere al diretto interessato! »

 

Kevin arrossisce di botto, rendendosi conto che Liz è dietro la telecamera e lo sta guardando malissimo. Il ragazzo nota con preoccupazione che la Thompson è armata di tutta la trousse di trucchi. E, come se non bastasse, al suo fianco c’è Patty, pronta ad essere impugnata all’occorrenza.

 

Kevin:« Non posso negare che quando ci siamo conosciuti non mi abbia… colpito… »

 

Hinata nota che anche Liz è prontissima a colpire il suo ragazzo. Con pettine e spazzola, però.

 

Kevin:« … e che per un po’ di tempo sono stato un po’ confuso nei suoi confronti… ma quando ho conosciuto Liz, pian piano mi sono reso conto che, per quanto ammirassi Lucy e provassi una profonda riconoscenza nei suoi confronti, questo era ben lontano da quel sentimento che chiamano amore… »

 

Liz ha abbassato la spazzola, ha le lacrime agli occhi, profondamente commossa. Hinata è fiera che il suo piccolo alter-ego abbia ereditato da lei anche la propensione alla poesia. Tuttavia Kevin, diventato più rosso dei suoi capelli, non riesce più a completare la frase e l’autrice decide saggiamente di cambiare discorso.

 

Hinata:« A proposito di Tokoroth, in previsione di questo capitolo qualche tempo fa le ho chiesto di fare un lavoretto… una sorpresa che ora vi mostro, non smettendo mai di ringraziarla per l’impegno e il magnifico risultato! »

 

L’autrice tira fuori una pergamena e la srotola di fronte alla telecamera.

 

 

Hinata:« E che qualcuno venga a dirmi che non è un capolavoro, se ne ha il coraggio! »

 

Un applauso in sala accoglie l’opera. Oltre allo sbattere delle mani, Hinata si accorge anche che qualcuno sta bussando alla porta. Si alza e va ad aprire.

 

Hinata:« Black Star! Oh, cavolo, ci siamo dimenticati di lui! Per favore, che qualcuno lo aiuti! »

 

Di malavoglia, Kevin lo trascina dentro affidandolo alle amorevoli cure di Liz e Tsubaki. Patty ha già pronti i cerotti, ovviamente gialli.

 

Tsubaki:« Sta cercando di dire qualcosa… »

Hinata:« Sì? »

Tsubaki:« Dice… bello, ma nulla è più grande del sottoscritto! »

Kevin:« Quando fa così mi viene voglia di rispedirlo fuori! »

 

Hinata sorride, lieta che Black Star sia sempre il solito, dopotutto.

 

Maka:« Ci sarebbe ancora una domanda… »

Hinata:« Eh? Davvero? »

Maka:« Ma questa è da parte nostra… »

 

Hinata è un po’ perplessa.

 

Maka:« … visto che ci siamo trovati bene a lavorare insieme, la domanda è d’obbligo! Ci sarà un seguito di “Polvere incantata”? »

Hinata:« Anche io mi sono trovata molto bene a lavorare con voi! Non so… ora voglio dedicarmi a una storia originale che ho rimandato per ben due anni e a cui questa fanfiction mi ha preparata dopo un anno forzato di inattività dalla scrittura creativa… ma ammetto che un paio di ideuzze per un eventuale ritorno ci sarebbero eccome! Insomma: non subito, ma più avanti perché no? »

Tutti:« Evviva!!! »

 

Hinata li guarda tutti, uno per uno, felice e malinconica insieme. Sì, spera proprio un giorno di poter tornare a scrivere delle loro avventure…

 

 

 

…e, ritornando a scrivere in prima persona, devo purtroppo annunciarvi che stavolta è davvero la fine. Spero che questa originale Guida alla lettura vi abbia divertito e vi abbia fatto conoscere qualcosa in più sulla storia e anche su di me. Forse adesso smetterete di pensare che sia solo un’autrice sadica che si diverte a sconvolgervi sempre con nuovi colpi di scena! Ma ammetto che è una cosa che mi piace, è una piccola sfida fra me e voi lettori… non importa se non sempre l’ho vinta, è stato bello aver giocato e sognato con tutti voi!

Non starò a ringraziarvi tutti uno per uno, l’ho già fatto nello scorso capitolo. Spero solo di rivedervi in qualche altra mia storia, mi sono davvero affezionata a tutti voi. Forse ne farò un sequel, forse no, ma credo che una pausa ci voglia. Grazie a tutti per il sostegno che mi avete dato fino alla fine. Davvero. Non sapete la fatica che ci vuole nel cliccare il flag che decreta la fine di questa storia… ma spero che Lucy, Simon, Kevin e tutti gli altri vi abbiano donato qualche ora di serenità e di svago. E che vi siano entrati nel cuore come hanno fatto con me.

Grazie ancora a tutti! E, stavolta davvero per l’ultima volta, …

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

  
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