Aria fresca sulla pelle.
Gazelle non comprese immediatamente il reale significato di questa nuova sensazione: immaginate un giorno di aprire gli occhi, scoprendo così di aver vissuto per tutta la vita tenendoli chiusi. Mentre alberi sradicati e zolle di terra smosse giacevano inerti come cadaveri senza vita accanto a lui, l'essere un tempo celestiale e ora assai più umano di quanto si fosse mai immaginato si alzò in piedi. Non senza difficoltà: barcollò tre volte e incespicò per altre cinque, prima di poter muovere qualche passo con una seppur timida abilità.
Come un bambino che impara a camminare.
Gazelle studiò sbigottito i palmi delle sue mani, osservando estasiato la rete di solchi che ne attraversava la superficie: una qualsiasi chiromante avrebbe detto che in nessun essere umano era presente una linea simiana come quella del Custode. Ma non era tutto: a Gazelle erano mostrati colori del mondo di solito negati alle persone normali.
Ma questo lui ancora non lo sapeva.
Il ragazzo dai capelli corvini e dagli occhi blu come il cielo senza nuvole guardò in alto, cercando con lo sguardo la sua casa. Non la vide e il suo sorriso si curvò all'ingiù, mentre una prima fitta di nostalgia si faceva sentire dentro il suo cuore. Ma non sarebbe durata molto: c'era così tanto da vivere, così tanto da scoprire! Già respirare era una cosa del tutto nuova per Gazelle: il ritmico aumentare e diminuire del volume nella sua cassa toracica lo lasciò dapprima stupefatto, poi euforico. Era una così bella sensazione!
E i profumi, poi! Gli aromi di pino, muschio e persino quello fragrante di un pic-nic a due chilometri di distanza lo estasiarono. Stava andando in visibilio, e con così poco!
Poi, arrivò il momento cruciale.
Gazelle dischiuse le labbra e prese fiato.
E fu così che udì per la prima volta la sua voce. Un'incredibile esplosione di musicalità, leggerezza e armonia, quasi come la melodia pittrice tanto agognata dai poeti di un tempo.
- Uau. -
Quella strana sensazione trafisse Alex come una lancia, dritta nel cuore.
Cosa era successo? Come se...
Come se due mondi si fossero appena scontrati.
- Ehi,scemo. Mi hai sentito? -
La voce di Anselm. Fastidiosa come unghie passate su una lavagna. Ma stavolta c'era qualcosa di diverso, qualcosa di...indecifrabile.
- Zitto. -
La faccia brufolosa di quell'adolescente così spocchioso si contrasse in uno spasmo involontario, la sorpresa dipinta a caratteri cubitali sul suo volto.
- ...cosa hai detto? -
Un coro di migliaia di voci esplose nella testa di Alex, costringendolo a portarsi le mani alla testa: le imprecazioni di Anselm nemmeno lo sfiorarono, in quel momento.
L'intero cosmo gli stava sussurrando alle orecchie i suoi innumerevoli segreti.
Fu questione di un attimo, dopodiché Alex svenne crollando a terra.
I suoi compagni e la sua professoressa lo guardarono con spavento, correndo a soccorrerlo.
Se solo avessero saputo cosa era appena successo, avrebbero desiderato anche loro di essere incoscienti. Magari per il resto dei tempi a venire.
Nessuno di questi avvenimenti fu percepito da Gazelle, che ora rincorreva una lepre in preda all'euforia e allo stupore più assoluti. Se poco prima camminava a fatica, ora saltava e scattava al pari di un atleta olimpionico: in pochi minuti catturò la sua preda e la tenne tra le mani.
La lepre, incredibilmente, parve non avere paura di lui. In un certo senso lo riconobbe, e un profondo senso di calma invase il suo cuore.
- Va', ora. - disse Gazelle, posandola per terra. Questa lo guardò con un misto di meraviglia e riverenza, emozioni alquanto inusuali in un animale, e si allontanò a piccoli balzi.
Il Custode si erse davanti alla radura di fronte a lui, spalancò le braccia e si sentì vivo. Come mai prima d'ora.