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Autore: ornylumi    13/10/2012    5 recensioni
Una notte stellata, un matrimonio appena svoltosi e lo sfarzo di una ricchissima villa sono l'occasione migliore per chiedere la mano a una donna. Almeno, questo è ciò che crede Lucius Malfoy, che proprio quella notte decide di fare la sua proposta a Narcissa. Quello che non sa è quanto gli ultimi eventi stiano cambiando a fondo la sua fidanzata, al punto da far emergere pensieri e paure mai espresse. Prima del grande passo, diventa necessario mettere sulla bilancia aspettative e promesse, sentimenti e desideri di rivalsa. Fino a rispondere a un'unica domanda cruciale: l'amore basta?
--Seconda classificata al contest "Raccontami il tuo OTP", giudicata da Shallo, e al contest "Ti sposerò perché..." di Violet Acquarius --
Prima classificata al contest "Edite e inedite - Non i soliti personaggi!" di REAwhereverIgo
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Una settimana dopo il matrimonio della primogenita, casa Black era ritornata silenziosa e cupa come nei giorni della sua ascesa, quando non c’erano bambine chiassose a rallegrarla né ragazze in piena crisi adolescenziale. Ora che era rimasta sola, Narcissa sentiva il peso delle aspettative genitoriali gravare completamente su di sé, e reagiva nel solo modo in cui era capace: tenendosi tutto dentro, insieme all’amarezza che l’accompagnava da giorni e parlando il meno possibile. Cygnus e Druella non avevano preso bene la notizia del suo non-matrimonio, com’era prevedibile; pur non facendo scenate o alzando la voce – d’altra parte, non l’avevano fatto neanche quando Andromeda era andata via di casa – il loro disappunto era stato palese, e non le avevano imposto di tornare sui propri passi solo perché speravano che avesse già un nuovo pretendente. Nessuno le aveva chiesto il motivo di quella rinuncia, né lei l’aveva spiegato. Rivivere i momenti di quella notte sarebbe stato troppo doloroso, avrebbe fatto sgorgare quelle lacrime che tratteneva fin da allora e non aveva alcuna voglia di mostrare. Forse, pensava sempre più spesso, l’orgoglio di Lucius era riuscito a contagiarla.

Passava il tempo trascinandosi da una stanza all’altra, cercando inutilmente di concentrarsi su un libro o un incantesimo e rifiutandosi di vedere chiunque, persino quelle che fino a poco prima considerava sue amiche. Era certa che nessuna di loro avrebbe capito, l’avrebbero creduta una pazza a rinunciare a Lucius Malfoy e magari avrebbero anche cercato di approfittarne. Se c’era qualcuno che avrebbe voluto vicino, erano le sue sorelle. Le mancava tremendamente l’esuberanza di Bellatrix di cui tanto si lamentava, il suo cinismo e i suoi consigli senza senso erano pur sempre meglio di quell’insopportabile silenzio. In più, seppure non l’avrebbe mai ammesso con nessuno, le mancava anche Andromeda; era sempre stata la più comprensiva, l’unica a cui poter raccontare tutto con la certezza di non essere giudicata, e un tempo sembrava che il loro rapporto sarebbe durato per sempre. Invece, anche lei l’aveva abbandonata, voltando le spalle all’intera famiglia per sposare un Mezzosangue e rinnegare se stessa. Forse era stata proprio Narcissa, in quell’occasione, a non essere in grado di capirla e a puntare il dito contro di lei, senza chiedersi cosa l’avesse spinta a tanto e cosa doveva aver provato. Ammise di non essere forte come sua sorella, perché si era rifiutata di perdonarla e persino di rivederla quando lei gliel’aveva chiesto.

Da quando Andromeda aveva fatto le valigie, la sua stanza era rimasta chiusa come lei l’aveva lasciata, senza che nessuno osasse mai entrarvi o soltanto nominarla. Fu proprio davanti alla sua porta che Narcissa si ritrovò quel giorno, mentre cercava di dimenticare che una settimana prima la sua vita era cambiata per sempre. Senza un vero perché, né una reale intenzione di farlo, spinse la maniglia ed entrò. Era una stanza buia e silenziosa, come il resto della casa, ma aveva un che di rassicurante come il ricordo di loro due insieme. Si sedette sul letto, accarezzando le coperte impolverate, e per la prima volta dopo tanto tempo si concesse di piangere; fu straziante, liberatorio e al tempo stesso bellissimo.

Perché te ne sei andata, Andromeda? Perché non sei qui con me, a consolarmi e darmi consigli? È per amore che ci hai lasciati, lo so… Lo stesso amore che mi fa piangere adesso. La polvere accolse quelle lacrime trattenute troppo a lungo, mentre distesa su quel letto si chiedeva cosa avrebbe risposto sua sorella. Aveva fatto bene, aveva sbagliato? No, probabilmente non le avrebbe detto nessuna delle due cose. La risposta era dentro di lei e nessun altro poteva conoscerla. Quando gli occhi iniziarono lentamente ad asciugarsi, Narcissa si tirò su e prese nuovamente il controllo di sé, come riusciva a fare ogni volta. Sapeva bene perché aveva detto di no a Lucius, anche se non riusciva a esprimerlo, e quelle motivazioni erano ancora valide dentro di lei. Non poteva sposare un uomo così pieno di sé, che si credeva infallibile e la pretendeva allo stesso modo di un bel soprammobile; non poteva, anche se lo amava. Sarebbe stato difficile, forse nessun altro avrebbe preso il posto di Lucius nel suo cuore… Eppure sarebbe sopravvissuta, con la consapevolezza che un matrimonio come quello non poteva significare felicità.

“Signorina Cissy…”

Sobbalzò sentendosi chiamare, convinta che nessuno oltre lei sarebbe mai entrato in quella stanza. Invece, sulla soglia, incontrò gli occhi grandi e sporgenti dell’elfo di famiglia che la fissavano nel buio, chiedendole il permesso di parlare.

“Sì?”

“C’è una visita per lei…”

“Oh, Tucker, ti avevo chiesto di non far entrare nessuno! Non sono in vena di visite”.

“Tucker lo sa, ma il signor Malfoy ha insistito tanto che… Tucker non è riuscito a trattenerlo, chiede perdono!” La testa dell’elfo partì dritta contro lo stipite della porta, pronta a punirsi per la sua disobbedienza. Narcissa non riuscì a sopportare quell’immagine violenta, così afferrò Tucker con forza per costringerlo a smettere.

“Basta, non fa niente!” gridò. “Fallo entrare”.

L’elfo annuì mesto e dolorante, poi si spostò per lasciar passare il visitatore. La prima impressione di Narcissa nel rivederlo fu che era molto cambiato: meno curato del solito, con lo sguardo spento e senza traccia della sua strafottenza. Subito dopo, una speranza che non voleva assecondare cominciò a impossessarsi di lei, facendole battere il cuore all’impazzata.

“Che ci fai qui?” gli chiese, sperando che la voce non tradisse le sue emozioni.

“Volevo parlarti. Posso entrare?”

Non aveva molto senso chiederlo dal momento che era già nella stanza, ma Narcissa lo apprezzò comunque e gli fece senno di sedersi. Era strano trovarsi lì, sul letto di Andromeda, a discutere con l’uomo che un tempo credeva di sposare.

“Come stai?” le chiese senza guardarla, anche se era seduta a poca distanza da lui. Fissava le pareti della stanza senza realmente vederle, e probabilmente non sapeva neppure dove si trovassero.

“Bene” mentì lei, fingendosi molto interessata a una cucitura delle lenzuola.

“Io no”.

L’aveva detto con molto candore, senza preoccuparsi di come quella frase poteva apparire all’esterno. Stava davvero ammettendo di stare male senza di lei? O voleva solo farla sentire in colpa? Narcissa restò in silenzio, senza mostrarsi dispiaciuta né tantomeno pentita.

“C’è una cosa che non ti ho detto, l’altra sera”.

“Sarebbe?” La speranza nel suo cuore si fece più viva che mai; fa’ che non sia un’altra accusa, pregò.

“Non ti ho chiesto di sposarmi perché era una scelta naturale, come quella che ha unito Rodolphus a tua sorella. Non te l’ho chiesto nemmeno perché volevo una moglie bella di cui vantarmi, come credevi tu. Lo davo per scontato, ma ho sbagliato a non dirtelo subito”.

Narcissa annuì, spostando lentamente lo sguardo verso di lui che continuava a fissare il muro. Le sembrò bello e stranamente dolce, come non era mai stato prima. “E allora perché me l’hai chiesto?” volle sapere.

“Perché ti amo”. Glielo rivelò così, senza pensarci due volte e senza esitazione nella voce. Narcissa realizzò solo allora che non gliel’aveva mai detto, non in maniera così esplicita.

“Mi dispiace per quello che ti ho detto. Ero arrabbiato, ti ho accusato di qualcosa che neppure pensavo. Anzi, più che arrabbiato ero terrorizzato dall’idea di perderti”.

Narcissa restò senza parole. Aveva aspettato così tanto di sentirlo parlare così, quella sera e i giorni seguenti, che aveva finito per rinunciarvi. “Perché non me l’hai detto prima?” gli chiese.

“Perché sono uno sciocco. Sai quanto mi costa mostrarmi debole, persino a te che mi conosci meglio di tutti gli altri. Credevo che avrei perso la tua stima”.

La ragazza sorrise, riscoprendo finalmente l’uomo che l’aveva conquistata. Sì, Lucius era orgoglioso, ma aveva trovato il coraggio di chiederle scusa pur di non perderla. “Sei sciocco davvero” gli disse, emozionata. “Ti stimo proprio perché sei umano, e non ti vergogni di dimostrarmelo”.

“Perdonami” continuò, voltandosi finalmente verso di lei seppure con gli occhi bassi. “Non importa se non vuoi sposarmi, ma resta con me. Questi giorni sono stati un inferno”.

Narcissa non riuscì più a mostrarsi inflessibile, né ad ascoltare oltre quello che aveva da dire. Gli sollevò il mento con la mano e lo costrinse a guardarla negli occhi, prima di avvicinarsi e baciarlo dolcemente sulle labbra. “Certo che ti perdono” gli disse. “A proposito, ce l’hai ancora quell’anello?”

Lucius sorrise, infilò la mano in tasca e ne tirò fuori per la seconda volta quella scatolina, lasciandola sul letto accanto a lei. “È qui, ed è tuo. Se e quando lo vorrai, lui saprà aspettare”.

“Non ha bisogno di aspettare” sussurrò lei, aprendo la scatola e tendendo l’anello a Lucius per chiedergli di farglielo indossare.

“Mi stai dicendo di sì?” Anche lui era emozionato, e visibilmente felice.

“Certo che sì… Ti amo anch’io”. La mano di Lucius ora tremava leggermente, mentre prendeva quella di Cissy. L’anello era quasi al suo anulare quando lei lo fermò.

“Promettimi solo una cosa” gli disse. “Che mi proteggerai, e lo stesso farai con i nostri figli, qualsiasi cosa accada. Che loro non dovranno soffrire per le tue scelte, e che noi verremo prima di tutto il resto. Se me lo prometti, io ti sarò accanto qualsiasi esse siano”.

Lucius la guardò negli occhi e la risposta era già sulle sue labbra, concepita da giorni e senza più dubbi a trattenerla: “Te lo prometto. Vieni già prima di tutto il resto”.

Dopo quell’ammissione non ci fu più bisogno di parole. L’anello tornò al posto che gli spettava, scintillante nelle sue sfumature azzurre e pronto a restarci per lunghissimi anni. E un letto impolverato, simbolo del dolore e di un affetto finito, divenne il solo testimone di un amore senza ombre.


Si sposarono qualche mese dopo, circondati dalla gioia dei loro familiari e di tutti i conoscenti, con Abraxas Malfoy in prima fila ad applaudire. Entrambi si giurarono fedeltà senza alcun rimorso, felici e convinti fino in fondo della loro scelta. Narcissa non sapeva quanto quel giorno fosse andata vicina alla verità, quanto suo figlio sarebbe stato costretto a subire e quante promesse Lucius non avrebbe mantenuto. Ma avevano l’amore, e sarebbe bastato.

 

Ed ecco la fine della storia, spero sia all'altezza del resto e che non risulti troppo melensa (un po' lo è rispetto ai miei standard, ma era inevitabile!) Riporto qui il giudizio, ringraziando nuovamente la giudicia e tutti coloro che hanno letto e recensito ^^ Alla prossima!


Giudizio ottenuto:

Seconda classificata parimerito

Ornylumi con L'amore non basta

Grammatica e sintassi 15/15 La storia è scritta benissimo, è perfetta, non ho trovato errori. Inizialmente, ti avevo segnalato l'assenza della virgola dopo il discorso diretto, però mi sono documentata e visto che regna l'anarchia in materia non mi sono sentita di penalizzarti su un qualcosa che è frutto di convenzioni editoriali.

Stile e lessico 18,5/20 Premetto che mi piace come scrivi. Lo stile è semplice, scorrevole, ho letto e riletto la storia più volte senza accusare pesantezza (e non è facile, data la lunghezza delle pagine). Ti confesso che come ho aperto il file volevo sotterrarmi, però poi le pagine sono volate via con piacere ed ho amato la tua storia.
Ti ho tolto un mezzo punto per l'uso di Mezzosangue riferito a Ted Tonks. Ora, so perfettamente che nella traduzione italiana è definito così, però, ecco avrei apprezzato di più l'uso di Sanguesporco/Sanguemarcio, più coerente con il Mudblood della versione inglese. Più che altro perché parliamo di persone che seguono Voldemort che è un Mezzosangue (Halfblood) e per quanto lui magari non andasse a declamare in giro il suo stato di sangue, era evidente a tutte le famiglie Purosangue inglesi (visto che erano poche e per lo più mezze imparentate) che lui non era dei loro.
L'uso di Sanguesporco/Sanguemarcio sarebbe stata un'accortezza che avrei apprezzato moltissimo.
Un punto te l'ho tolto per il dialogo tra Lucius e Abraxas. Non fraintendermi, l'ho amato nei contenuti, però il formalismo del “padre”, “madre”, stride con l'uso del tu. Se non ci sono problemi che Abraxas usi il tu verso Lucius, non si può dire il contrario, sarebbe stato apprezzabile l'uso del lei, o il più arcaico e di derivazione francese voi, nelle occasioni in cui Lucius si rivolge al padre.

Originalità 5/5 Ti do punteggio pieno, perché ho letto diverse Lucius/Narcissa e non ho mai visto Narcissa così matura in età post-adolescenziale. Di solito, viene descritta come una ragazzina vanitosa che non vede l'ora di sposarsi, per cui lei che rifiuta Lucius ti ha fatto guardagnare punti, così come Lucius che per amore mette da parte l'orgoglio, seguendo i saggi consigli di suo padre. Vogliamo parlare di Abraxas? L'ho amato. Tutti vorremmo avere un padre nobile e saggio come lui (viene da chiedersi come possa il figlio fare quella fine e commettere quegli errori, ma va beh...). Mi piace questo padre Purosangue, nobile e saggio, che invita il figlio a ragionare e lo fa maturare. Punteggio pieno, non c'è che dire.

IC dei personaggi 9/10 Parto subito dal punto che ti ho tolto. Riguarda l'IC di Narcissa. Nel giudizio sull'Originalità ti ho già detto quanto ho amato Narcissa, tuttavia, mi riesce difficile immaginarla che alza la voce contro Lucius, durante il matrimonio della sorella, in giardino, mentre gli ospiti vanno via. Narcissa nei libri parla poco, è vero, ma spesso le basta uno sguardo per farsi capire. Avrei immaginato lei che fosse titubante, piena di dubbi, magari che trattenesse le lacrime per orgoglio, ma non che alzasse la voce, tutto qui, poco nobile, poco da Black. Mi dispiace per questa piccola pecca di Narcissa, perché solo per Lucius ti saresti meritata il punteggio pieno. Lui è così... Malfoy! È arrogante, presuntuoso, spocchioso e prima di accorgersi di aver sbagliato deve sbattere contro il muro. Solo suo padre è l'unico ad avere sufficiente autorità da potersi permettere di fargli notare gli errori. Lucius è perfetto, Narcissa molto ben delineata, peccato per alcuni scatti che sono poco da lei. Avresti potuto far notare l'inusualità di tale stato, che ne so, che lei era così sconvolta per quello che si sentiva dire da non accorgersi che stava alzando la voce fin oltre il livello consentito ad una strega per bene, o in un altro modo che sottolineasse il fatto che Narcissa non è solita urlare o litigare con Lucius.

Utilizzo del prompt 5/5 Ti sei meritata punteggio pieno, il “lieto evento” non è solo la cornice della prima scena, non è neanche solo il finale, ma soprattutto è un interrogativo che attraversa tutta la storia: il matrimonio è un lieto evento? Basta l'amore a renderlo lieto? Sono sufficienti le convenzioni sociali? Forse serve qualcosa per rendere tale evento lieto, felice, sereno: la fiducia che tutto andrà bene, che gli sposi si staranno vicini nel bene e nel male, comunque andranno le cose, che non si verrà lasciati per qualcos'altro. Narcissa se lo domanda e Lucius deve capire che la risposta è l'amore, perché come dice Abraxas, senza quel lieto evento si è solo dei vecchi con il whisky ed un bastone ricurvo.
Credo che tu abbia fatto un ottimo uso del prompt, facendolo entrare nella storia, rendendolo respirabile, oltre che semplicemente citato.

Convincimento della Giudicia 10/10 È bastata la Rowling a farmi credere che Lucius e Narcissa fossero una coppia meravigliosa, la tua bella storia me lo ha confermato ulteriormente. Potrei dire che è facile quando si gioca con le coppie canon, perché tutti gli indizi necessari sono nei libri, che convincere la Giudicia su una coppia fanon o crack sia altamente più difficile, ma non è così. Certo, è indubbiamente vero che una parte del sentiero è indicato nei libri, però molto si basa sulla storia in sé, su come vengono strutturati i personaggi e sulle situazioni che si creano. Ecco, non faccio fatica a credere che le cose possano essere andate nel modo da te descritto. La storia è credibile e per questo ti meriti il punteggio pieno.

Gradimento personale 8/10 Qui giochi in casa, lo devo ammettere. Lucius/Narcissa sono uno dei miei OTP, probabilmente il mio primo OTP. Non per niente la prima one-shot che ho pubblicato su Efp era proprio su Narcissa, per dirti quanto ami il personaggio e la coppia. Mi sono arrogata il diritto di toglierti un punto, ricorrendo proprio al più soggettivo dei parametri di giuizio, perché Bellatrix/Rodolphus è il mio OTP ed io non credo che Bellatrix non amasse Rodolphus. Loro, a mio avviso, erano molto più che innamorati, loro erano complici ad un livello di intensità tale, da essere più unico che raro. Hanno combattuto insieme fino alla fine e leggere che lei non lo amasse mi rattrista abbastanza.
So che è molto diffuso il cliché per cui Bellatrix amava l'Oscuro Signore e non le importava nulla di Rodolphus. Ho letto storie in cui loro due si tradiscono a vicenda, ma sebbene io non metta in dubbio la passione di Bellatrix per Voldemort, mi riesce difficile credere che lei non amasse anche suo marito. Penso che fosse una situazione molto più complessa di un triangolo, in cui ci sono sentimenti come l'amore, l'ambizione, la fedeltà (agli ideali), il fascino per il potere, il desiderio di sangue che unisce i coniugi Lestrange a Voldemort, al punto da farli diventare tra i suoi fedeli della cerchia più stretta.
L'idea che il loro matrimonio fosse solo di convenienza mi sembra un cliché, che per carità è legittimo usare, però ecco, non mi piace molto il modo in cui lo hai utilizzato.
Ti ho tolto un altro punto perché hai lasciato Narcissa sola. Mentre Lucius parla con Abraxas (e ho adorato il loro dialogo), mi sarei aspettata qualcosa del genere anche a casa Black. È vero che Narcissa è introversa, però lo è anche Lucius, eppure hai trovato il modo di far apparire la famiglia Malfoy. Chissà perché la famiglia Black è sempre così difficile da rappresentare?

Totale: 70,5/75

   
 
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