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Autore: Chappy_    15/10/2012    10 recensioni
Prendete un "Principe dei Nani" qualsiasi: figo, testardo e per di più idiota.
Prendete poi la solita "Dea dei Giganti": acida, bellissima, ma insicura su ogni cosa.
Prendete anche, se volete, un'"autrice": sadica, stramba e fuori di melone, quale la sottoscritta.
Incastrateli per bene tra di loro (Attenzione: l’attrito tra le loro teste potrebbe rivelarsi FATALE), in una cornice meno comica e con una spruzzata di romanticismo in più; aggiungete una carrellata di situazioni assurde, svolte inaspettate e scelte difficili, capaci di mettere a dura prova anche il rapporto più solido e, infine, amalgamate il tutto…
Il risultato? Non sarà nulla di ciò che vi aspettate! Soprattutto se si ha a disposizione un anno, nel quale ogni cosa può accadere!
Tra vecchi e nuovi ostacoli, faide familiari, gelosie e tanto, tanto love-love, riusciranno i nostri cari "All Hanshin Kyojin" a buttare giù la maschera di storica coppia comica e farci vedere un'altra faccia dell'amore?
Perché si sa, anche la testa più dura, con l'aiuto di un cuore sincero, può ammorbidirsi.
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atsushi Otani, Nuovo personaggio, Risa Koizumi, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lovely★Idiots '
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Osservo la porta di legno di ciliegio, liscia e levigata, davanti a me, aprirsi lentamente. E, in un attimo, sono investita da una luce abbagliante.
La folla di persone sedute, e disposte ai due lati della grande sala luminosa, è divisa da un lungo tappeto bianco, che si estende per tutta la navata centrale, cosparso di petali di ciliegio, che imprimono un delizioso profumo in tutta la sala.
Con il cuore a mille, accompagnata dalla musica lenta della marcia nuziale, m' impongo di mettere un piede davanti all' altro, sorreggendomi con tutte le mie forze al bouquet di fiori di campo tra le mie mani, e sentendomi quasi galleggiare nel mio lungo abito bianco fluttuante, cosparso di mille diamanti luccicanti.
Con la vaga consapevolezza di stare sorridendo come un' ebete, il mio sguardo vaga sul palchetto in fondo alla navata, in cerca di qualcosa, o qualcuno, soffermandosi solo per un istante sui volti sorridenti dei miei amici, e di quelli commossi dei miei genitori.
Poi, lo trovo.
Il suo sguardo è dei più luminosi e felici che io abbia mai visto. In questo momento, sono sicura che sia il riflesso del mio.
E' come un sogno...
Non stacco gli occhi dai suoi, color caramello, nemmeno per un secondo, e solo quando lui mi porge la mano, mi accorgo di essere arrivata a destinazione.
La afferro e la stringo, intrecciando le mie dita alle sue.
Qualcuno si schiarisce la gola, ed entrambi ci voltiamo verso il nostro idolo, Umibozu, elegantissimo nel suo smoking, e col microfono in mano.
"Vuoi tu, Risa Koizumi, prendere come tuo legittimo sposo, il qui presente Atsushi Otani, per amarlo ed onorarlo per il resto della vostra vita? Yo!"
"Lo voglio!" vedo il mio innamorato sorridere radioso, alle mie parole.
"E tu, Atsushi Otani, vuoi prendere la qui presente Risa Koizumi, come tua legittima sposa, per amarla ed onorarla, per il resto della vostra vita? Yo!" 
Ecco, ci siamo.
Mi sta fissando con occhi innamorati, e io attendo trepidante quella parola, quella singola parola che mi renderà più felice di qualsiasi altra cosa, mentre lui, dolcemente, schiude le labbra..
"Oink!"
"Eh? Un maiale?"
Una smorfia di confusione, deforma il mio volto sorridente. Rimango a fissarlo interdetta, mentre lui continua a sorridermi con uno sguardo dolcissimo.
"Oink! Oink!"
Ma... Non capisco... Non ha alcun senso.
Perché mai, Otani dovrebbe...


 
 
 









 
Cap.1  Un nuovo inizio




... fare il verso di un maiale ...?




Il suono della sveglia, interrompe il magnifico sogno che stavo facendo, riportandomi bruscamente alla realtà.
Mi rigiro nel letto, cercandola a tentoni sul comodino, infastidita da quel rumore.
‘Nooo...’, penso, agitandomi nel letto. Non voglio aprire gli occhi, voglio trattenere quelle immagini dolcissime con me...
Alla fine li apro, e osservo l' oggetto a forma di maialino rosa, e il numero che lampeggia a intermittenza sulla pancia: Le 8:16.
Spengo la sveglia, tornando a riabbracciare il cuscino.
"Otani..." mugugno, stiracchiandomi. Sorrido involontariamente, non appena chiudo gli occhi, ripensando al sogno di stanotte.
Wow... E' stato davvero... dolcissim-
Eh?
Apro gli occhi di scatto. Le 8:16?
Mi tiro su a sedere, improvvisamente in preda al panico.
Prendo tra le mani la sveglia, e mi accorgo della triste verità: Le 8:16.
LE 8:16!!!!
EHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH????????!!
"TU, STUPIDISSIMA SVEGLIA!!" strillo, talmente forte da fare tremare le pareti della mia stanza.
"Le 8:16??... LE 8:16??????? Ma chi cavolo te l' ha chiesto di suonare a quest' ora??!” urlo rabbiosamente, sbatacchiando quel maiale grassoccio, “Ha un cervello tutto suo questo affare! Decidi tu quando suonare, adesso??!"
Neanche ho finito di parlare che, come per prendersi gioco di me, quello si mette a suonare di nuovo.
"Ma cosa stavo pensando, quando ti ho comprato?! Altro che carino, sei solo un rottame!" 
Quello, imperterrito, continua a grugnire alti e sonori  ‘Oink’.
"Aaaaaaahh, e non guardarmi con quella faccia, chiaro?! Stupido aggeggio da strapazzo!"
Per tutta risposta, tramuta il numero sei nel sette, e smette di suonare.
 Lo osservo interdetta per un attimo, e poi scaravento l' oggetto dall' altra parte della stanza.
Va a sbattere contro la porta, e rimbalza per terra, ribadendo un ultimo e sonoro ‘Oink’.
Un secondo dopo, si sente bussare alla porta.
"Risa?" sento la voce di mia madre chiamarmi, "Tutto bene, tesoro?”
Apre la porta nello stesso momento in cui io, con uno scatto fulmineo, mi alzo dal letto e mi dirigo verso l' armadio, inciampando un paio di volte per la fretta.
'Cavolo, cavolo!! Non ho niente da mettere, e sono in enorme, enormissimo ritardo!'
"Ma come, ancora non sei pronta?!" sospira, scuotendo lievemente la testa.
"Stamattina non dovevi andare a prendere Nobu- chan all' aeroporto, insieme agli altri?"
"Si, ma quell' affare inutile non ha funzionato!" urlo disperata, indicando la sveglia che giace sul pavimento accanto alla porta.
"Insomma, ma cos' è questo baccano? Nee- san, devi proprio fare la spacca-timpani sin dal primo giorno dell' anno?"
Mio fratello Takato, 15 anni, compare sulla soglia, intento a masticare una chewingam, con la sua solita aria annoiata.
"Taci!" sbotto sbrigativa,con il panico nella voce, senza neanche girarmi a degnarlo di uno sguardo,  gettando alla rinfusa gli abiti sul letto.
'Cosa mi metto, cosa cavolo mi metto!!??...'
"Sai, dovresti prenderti un calmante. Sembri troppo agitata" dice, gonfiando la gomma da masticare e facendola scoppiare con un botto sonoro.
Per tutta risposta, volto lentamente la testa e gli ringhio contro, fulminandolo con un' occhiata assassina.
"Disperditi, idiota! Non vedi che sono occupata?!"
"Mi chiedo come faccia una persona come Otani-san, a stare con una sciroccata come te."
Questo è troppo.
"FUORI- DALLA- MIA -STANZAAA!!!" urlo istericamente, iniziando a lanciare oggetti al suo indirizzo.
"Hei, ma che-" sbotta lui, occupato a scansare la miriade di oggetti, ed evitando per poco che il portafotografie con la foto di Otani vestito da cheerleader di qualche anno prima, gli faccia un bernoccolo in testa.
"TU SEI PAZZA!!"
"HO DETTO FUORI DI QUI!!"
"ADESSO PIANTATELA, TUTTI E DUE!!!"
Io e mio fratello ci raggeliamo all' istante, voltandoci a guardare increduli mia madre. Molto raramente la mamma si mette ad urlare.
"Tu!" punta severa un dito contro Takato, che trasalisce, "Smettila di infastidire tua sorella!"
"E tu!" punta il dito verso di me, e trasalisco anch' io, "Piantala di perdere tempo, e sbrigati se vuoi vedere Nobu- chan!"
"Si, mamma." mormoriamo io e mio fratello all' unisono, con una vocina sottomessa,  come quando eravamo piccoli.
Poi, senza che la mamma se ne accorga, ci lanciamo di sottecchi un' occhiataccia.





 
***



 

Meno di mezz' ora dopo, sto correndo in bicicletta a velocità disumana, per le strade innevate di Osaka, dirigendomi verso l' aeroporto.
Mi chiamo Risa Koizumi, e ho 19 anni.
Sono alta, per la mia età, anzi, direi piuttosto di esserlo sempre stata, sin da bambina, rispetto alla media delle mie coetanee: 1,73 cm.
Questo, per molto tempo, ha rappresentato un vero e proprio complesso per me, dato che venivo sempre messa in ultima fila alle cerimonie scolastiche, venivo chiamata 'Gigantessa', 'Dio dei Giganti' eccetera, eccetera... Ma soprattutto, mi ha messa in difficoltà di fronte ad una certa, ehm... ‘questione spinosa’.
Non ho mai avuto granché fortuna, con i ragazzi.
Non ero ( e a dire la verità, non lo sono tutt' ora) come si dice, ‘un genio della femminilità’. La maggior parte dei maschi della mia classe, non riusciva a vedermi come una ragazza, a causa della mia altezza.
Ma, ad essere sincera, credo che c' entrasse anche il mio carattere un tantiiiino esuberante. Un tantino.
E comunque, come potevo biasimarli? Diavolo, non riuscivo neanch' io a vedermi come una donna!
Certe volte, è addirittura accaduto, che neanche si avvicinavano a me! Ogni individuo di sesso maschile nel raggio di un chilometro, si teneva alla larga, per paura che io mi potessi innamorare di uno di loro. Mai viceversa.
Beh, che dire? Ce ne vuole, per innamorarsi di una come me. Persino il mio-
"Ah!"
Interrompo istantaneamente i miei pensieri, e trattengo bruscamente il respiro, vedendo una figura spuntare all' improvviso, proprio davanti a me.
Prima che io possa frenare, la ruota davanti della bici gira in modo brusco sul terreno ghiacciato, e un secondo dopo, faccio un salto degno di un canguro addomesticato.
Il tempo sembra scorrere al rallentatore. Non so dire di preciso dopo quanto, ma improvvisamente, avverto un suono acuto rimbombare contro la mia tempia, e mi rendo conto di essere atterrata su qualcosa di duro.
Apro gli occhi, e scopro che la cosa dura sulla quale sono distesa è il petto di una persona. Un ragazzo.
All'apparenza all' incirca della mia età, penso, mentre lui si tira su a sedere, mugugnando, con il volto contratto e gli occhi chiusi.
Mi accorgo che si sta massaggiando la testa. Cazzo.
In un secondo, il panico si impossessa di me.
"Oh, merda!... M-mi, mi, mi dis-dispiace, i-io..."  il nervosismo è palpabile, nella mia voce.
‘E adesso che faccio, che faccio!?’ penso, in preda all' agitazione
Non ho proprio idea di come comportarmi, in una situazione del genere!
"Sono davvero, davvero mortificata! E' successo tutto così in fretta, non ho avuto neanche il tempo di frenare!..."
Le parole mi escono a raffica, non riesco a nascondere la mia ansia.
"Stai bene?!" gli chiedo poi, preoccupata, porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
Ma lui, a volto chino, neanche la vede. Si alza lentamente, sempre tenendo una mano tra i folti capelli neri.
Noto distrattamente che è più alto di me di qualche spanna.
"T-tutto ok?..." sento la mia voce, carica di nervosismo, tremare leggermente dalla preoccupazione.
"Sta tranquilla..." mormora con voce rauca, dopo un attimo di esitazione, "Non è nulla. Tutto..."
Alza la testa e mi guarda. Spalanca gli occhi.
"Wow..."
"Eh?" chiedo, confusa.
Continua a fissarmi con sguardo vacuo, mentre le sue guance si tingono improvvisamente di rosso.
Mi sento prendere dallo sconforto. Deve aver sbattuto forte la testa… Sarà sicuramente sotto shock!
'Mio dio, che cosa ho fatto?!'
"Ehm… S- sicuro che vada tutto bene?..." riesco a chiedergli, in un sussurro angosciato.
Alle mie parole, lui sembra riprendersi da quello stato di trance.
"Eh? Come? Ah, s-si tutto... Tutto bene, sto bene..." scuote leggermente la testa. Dev’ essere ancora in stato confusionale.
Mi sento assalire dai sensi di colpa.
"E' tutta colpa mia! Ti sono finita addosso, che imbranata!!" esclamo, a capo chino e mani giunte.
“Ti prego, perdonami!!”
Lui mi osserva con sguardo indecifrabile, per un lungo istante. Poi, inaspettatamente, scoppia a ridere fragorosamente.
Alzo il volto e lo guardo a mia volta con aria confusa, che un secondo dopo si tramuta in orrore.
'Oh mio dio, allora è davvero sotto shock! Merda, merda!!'
"Ma no, sta tranquilla. Non è successo nulla." dice, abbozzando un sorriso, " Anzi, scusami tu, se sono spuntato all' improvviso. Giustamente ti sei trovata in difficoltà a manovrare la bici, anche per via della neve."
Per un attimo rimango interdetta dalla reazione di questo tizio. Mi aspettavo che iniziasse ad insultarmi, come minimo!
"N-no no, la colpa è anche mia che ero sovrappensiero!" dico infine, portandomi una mano dietro la nuca.
"Comunque, come và la testa?” chiedo, osservandolo attentamente in volto, “Vuoi che andiamo in ospedale per controllare che sia tutto apposto?..."
"No, davvero. Non sento più nulla! L' importante è che tu non ti sia fatta male. Per fortuna il mio corpo ha attutito la caduta!"
Si apre in un sorriso, mostrando una fila di denti dritti e bianchissimi. Quasi senza rendermene conto, sento le mie labbra incurvarsi spontaneamente all’ insù.
Mi lascio sfuggire un sospiro di sollievo. Davvero, mi sento sollevata.
"Scusami ancora. Mi dispiace davvero…"
"Non è nulla." ripete lui, porgendomi la mano, " Comunque, io sono Haruki*. Haruki Akamura."
"Risa Koizumi.", mi presento io con un largo sorriso, stringendogliela a mia volta.
"Sai Koizumi, anche se non è propriamente il massimo, considerata la situazione, devo dire che è un piacere fare la tua conoscenza!"
Mi esce una risatina, "Hai ragione! Anche per me è un piacere conoscerti, nonostante tutto!"
"Comunque sia, come mai correvi così di fretta?” mi chiede, senza smettere di sorridere, “Avevi qualche appuntamen-?"
Lo interrompo, trattenendo bruscamente il respiro.
"NOBU!" urlo, a pieni polmoni.
Corro verso la bici e la tiro su immediatamente, mettendomi a cavalcioni su di essa.
Mi volto verso di lui, "Devo proprio andare, sono in ritardo! E' stato un piacere, ci si vede! E scusami ancora!" esclamo, allontanandomi frettolosamente.
"Ci si vede!" urla lui in risposta.
Ridacchio tra me e me. Però, che tipo simpatico!
Qualunque altra persona, avrebbe reagito in modo totalmente diverso dal suo, l' avrebbe presa sicuramente male, e si sarebbe arrabbiata.
Ma lui si è dimostrato davvero gentile… Non come un certo ragazzo di mia conoscenza, che non avrebbe esitato a sputare peste e corna contro di me!
Si, quell' Haruki è davvero una brava persona. E poi, è anche carino...
Beh, non carino in quel senso, eh! Solo... carino, ecco.
Comunque sia, stavolta sarà meglio che mantenga un certo limite di velocità, nonostante sia in forte ritardo.




 
***



 
"Ecco, sta arrivando! Koizumi senpaii!"
La voce di Seiko mi giunge alla mia sinistra, e li trovo tutti a pochi metri da me, fuori dal Kansai Airport Station, che guardano nella mia direzione. Stavano aspettando solo me.
Scendo dalla bici e la blocco col catenaccio al parcheggio, mentre faccio un sorrisone a Seiko, che mi sta correndo incontro.
"Buon anno nuovo, Koizumi senpaii!!" strilla una volta che mi ha raggiunta, e congiunge le sue mani con le mie.
"Buon anno anche a te, Seiko!" esclamo io, stringendole a mia volta, "E' da tanto tempo che non ci vediamo!"
Sono colpita, come tutte le altre volte che la vedo, da quanto è carina la mia amica Seiko. Anche se lei, in realtà è un lui - e più precisamente, Seischirou -, non posso fare a meno di essere anche un po' invidiosa, della sua bellezza così femminile.
In confronto a lei, io sembro un manico di scopa travestito da maschiaccio.
Gli altri intanto ci stanno raggiungendo, e li saluto con un sorrisone a trentatré denti, augurando ad ognuno di loro buon anno nuovo.
Benché sia in ritardo già dal primo giorno dell' anno, e nonostante il brusco risveglio, sono di ottimo umore, altroché! L' incontro con Haruki, mi ha risollevato il morale.
"Mi dispiace, sono in ritardo..." mi porto una mano dietro la nuca, sorridendo un po' nervosa.
"Tranquilla, Nobuko- san non è ancora arrivata." mi dice Suzuki. Mi esce un sospiro di sollievo.
Seiko si avvicina a me, scuotendo leggermente la testa,sussurrandomi nell' orecchio,"Credo che il senpai Nakao stia per avere un infarto... Non ha una bella cera!"
Mi volto, e vedo il mio amico che, pallidissimo - quasi cadaverico -, ad intermittenza fa qualche passo avanti, poi torna indietro, fa un giro su sé stesso e guarda l' orologio, per poi ricominciare daccapo.
Io non so davvero se ridere o essere preoccupata.
"M-ma non appena vedrà Nobu- chan, si sentirà meglio... n-non è vero?" mormora Chiharu, trattenendo a stento le lacrime.
"Ma certo senpai Chiharu, starà benissimo, sta tranquilla!"
Rido sonoramente. I miei amici.
Sono così contenta di vederli... Seiko, Nakao, Chiharu, Suzuki...
"Riiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiisaaaaaaaaa!!"
Beh. Questo è un' eccezione.
La sua voce squillante mi fracassa i timpani, e un secondo dopo, Haruka si getta su di me e mi stritola in un abbraccio mozzafiato.
Arrossisco di botto, "Ha-Haruka... mi stai soffocando..."
"Oh, scusa!" ancora sorridente scioglie l' abbraccio, un po' riluttante.
"Buon anno nuovo, bellissima!"
"Ehm, grazie Haruka, buon anno anche a te-"
"E' così bello rivederti dopo tanto tempo, Risa! Mi sei mancata tanto!"
Mi esce una risata nervosa,"Eh eh, ehm... Guarda che è Nobu-chan a ritornare da un lungo viaggio, non io..."
"E poi, sai, ti trovo ancora più bella dall' ultima volta che ti ho vista!" mi fa l' occhiolino.
"Su, su..." dico io sventolando una mano, tenendomi una guancia bruciante con l' altra, fingendo imbarazzo, ma in realtà lusingata, "Così mi fai arrossire..."
"Nauseabondo".
Gonfio le guance, infastidita, voltandomi verso il proprietario di quella voce irritante, che conosco ormai fin troppo bene.
Atsushi Otani, 18 anni, altezza ( se così vogliamo chiamarla... ) 1,58 cm.
Il mio ragazzo.
"Come sarebbe a dire 'nauseabondo'??!" mi scaglio immediatamente contro di lui, "Ti sembra un commento da fare sulla tua splendida ragazza?!"
"Uhmm... Splendida ragazza, splendida ragazza..." fa lui, mano davanti alla fronte, fingendo di cercare qualcuno, "Io non vedo nessuno che corrisponda a questa  descrizio- ow ow ow ow!!..."
Dopo avergli tolto il berretto, gli sto tirando due ciocche dei suoi capelli ramati, dopodiché soffio via soddisfatta qualche ciuffo che mi è rimasto sul palmo della mano.
"FA MALE, SCEMA!"
Potrebbe sembrare strano, agli occhi degli altri.
Una coppia formata da una lei molto alta e un lui molto basso, diciamocelo, non ti aspetteresti di vederla ad ogni angolo della strada.
E fidatevi se vi dico, che all' inizio, la nostra differenza d' altezza ha rappresentato molto più che un complesso, per Otani. E' stato un vero e proprio ostacolo.
Ho dovuto sudare sette camicie, e ben due rifiuti da parte del nanetto, affinché alla fine ci mettessimo finalmente insieme.
"Meglio sbrigarsi, Nobu-chan starà per arrivare!" dice improvvisamente Nakao, controllando l' orario sul cellulare, la voce carica di agitazione. Sorrido, sentendo un moto d' affetto per il mio amico.
Arriviamo dentro l' aeroporto, e ci sediamo su una panca.
Chiharu e Suzuki stanno discutendo sottovoce, così come Seiko e Haruka, che al contrario, discutono animatamente.
Otani è seduto accanto a me a braccia conserte, e ogni tanto mi lancia occhiate di sottecchi.
Nakao si torce le mani, nervoso, "Dovrebbe essere già qui... Non vorrei che i voli vengano ritardati, dato che oggi è il primo giorno dell' anno..."
"Nobu ce l' avrebbe fatto sapere, Nakao..."  cerco di rincuorarlo, ma in realtà mi sento nervosa anch' io, "Sta tranquillo, sono sicura che a momenti-"
"Guardate lì!" m' interrompe Seiko, indicando il cartellone con gli orari dei voli di andata e ritorno.
Il volo di Hokkaido delle 9:45 era già arrivato. 
Quindi voleva dire che...
"Ehi, mi dite perché avete tutti quelle facce serie?"
Al suono di quella voce familiare, tutti quanti trasaliamo e alziamo di scatto la testa contemporaneamente.
"NOBU-CHAN!!" gridiamo all' unisono, e in un attimo sono tra le sue braccia, che piango come una disperata, ma di felicità.
"Su su, dai non piangere, per così poco... ", dice lei, dandomi pacche affettuose sulla schiena. Ma il suo tono è materno, come al solito, e anche se non la posso vedere in faccia, sono sicura che stia sorridendo.
Tiro su forte col naso, " So-sono così fe-felicee!... Nobuuu ...!" mi stacco dalla sua spalla, continuando a frignare senza ritegno.
Lei scuote la testa, sospirando, "Sei sempre la solita!"
"Nobu-chan..."
"Nakao-chi..."
I due si guardano negli occhi per un tempo infinito. E' come se il mondo, intorno a loro, fosse improvvisamente scomparso.
Poi si sorridono, e lentamente si abbracciano, come aggrappandosi l' uno all' altra.
"Mi sei mancata tanto..." mormora lui dopo un momento, tra i suoi capelli.
"Tu di più..."
Alzano il volto e si guardano ancora per un istante, prima di baciarsi appassionatamente, proprio davanti a noi.
Arrossisco violentemente. Non avevo mai visto un bacio così, dal vivo.
Vicino a me, sento Otani irrigidirsi, e con la coda dell' occhio noto che anche lui è diventato rosso.
"Ti amo."
"Anch' io ti amo, Nakao-chi."
A turno accogliamo la nostra amica, mentre Nakao si offre di aiutarla con i bagagli.
Nel pomeriggio, dopo che Nobu ebbe salutato per bene la famiglia, decidiamo di andare tutti quanti al tempio.
C' è un' aria diversa nel nostro gruppo, adesso che Nobu è con noi. E' come se tutti i tasselli di un puzzle, fossero a loro posto, e questo fosse finalmente completo.
Sento che le cose andranno sempre per il meglio, d' ora in avanti. Ogni volta che ho Nobu accanto a me, mi sento molto più sicura.
Sono così euforica! Sento che niente e nessuno può scalfire il mio buonumore, nemmeno lo sguardo ostile dipinto sul volto del mio ragazzo.
"Sai..." dico a Nobu, come per scusarmi,"E' una fortuna che tu sia arrivata con qualche minuto di ritardo... Non mi sarei mai perdonata di non essere riuscita a vederti al tuo arrivo!"
"Tranquilla." mi dice lei, dopo un attimo di sorpresa alle mie parole, "Sapevo che avresti ritardato, non me la sarei presa comunque." mi fa un sorriso, che ricambio automaticamente.
"Qualcuno ha fatto le ore piccole stanotte, eh?"
Mi giro verso Otani, e noto che mi sta guardando di sottecchi, con un sorrisetto. Sbuffo sonoramente.
Che faccia tosta!
Stanotte ho dormito si e no quattro ore, per colpa di questo nano!
Dato che l' ultimo dell' anno si era deciso di passarlo in famiglia, mi sentivo un po' giù, perché avrei preferito passarlo con Otani, come l' anno scorso.
Ero indecisa se chiamarlo o no, non sapendo se stesse già dormendo, dato che l' indomani ci dovevamo alzare presto.
Ma proprio mentre alla fine avevo deciso di chiamarlo, almeno per fargli gi auguri, inaspettatamente è arrivata una sua chiamata.
Ci siamo fatti gli auguri a vicenda e abbiamo parlato, perdendo la cognizione del tempo.
Alla fine, dopo che era più o meno tre ore e mezza che parlavamo, e dopo che lui si è lamentato del fatto che era ore ormai che lo trattenevo al telefono ( tsk, macché, era lui che mi dava discorso! ), verso le quattro del mattino abbiamo staccato, dandoci reciprocamente la buonanotte. 
E quindi ovviamente, non mi sono svegliata stamattina, e ho dato la colpa alla sveglia.
Ma decido di non dare corda alla sua provocazione.
"Figurati." rispondo con fare annoiato, sventolando una mano con noncuranza.
"Ti sei dimenticata di puntare la sveglia, vero?"
Non rispondo.
"Ah! Lo sapevo io!" esulta, puntandomi un dito contro, " Sei proprio senza speranza..."scuote leggermente la testa, ridacchiando sfacciatamente.
Lo guardo, truce. Buonumore svanito.
"Forse mi sarei svegliata prima, se un certo signorino, non mi avesse tenuta al telefono fino alle quattro del mattino, per augurarmi buon anno nuovo!" sbotto, stizzita.
Lui diventa improvvisamente tutto rosso, e agitato si volta verso i nostri amici, che guardano la scena ridendo sotto i baffi.
"E- ehi... M- mi avevi detto che anche tu stavi per chiamarmi!"
Faccio finta di non aver sentito, e mi avvicino a Nobu, prendendomela a braccetto ed esortandola animatamente a parlarmi di Hokkaido.
"Ehi!" sbotta Otani rivolto alla mia schiena, decisamente seccato dal fatto che lo stia ignorando.
Continuo a fare finta di nulla, mentre Haruka mi prende l' altro braccio, spiegandomi che il piccoletto è spuntato solamente due minuti prima che arrivassi io.
"EHI!!" urla lui ancora più forte, per farsi sentire.
Mi volto.
"...Oh. Scusami tanto Ottonani, davvero, non ti avevo visto!" mi porto una mano alla bocca, fingendo un' espressione mortificata.
"COME MI HAI CHIAMATO??!"
Non tolgo la mano dalle labbra, per nascondere il mezzo sorriso, "Sai com'è, sei così..." mi blocco, in cerca della parola giusta, "... ristretto".
Tutti scoppiano a ridere, tranne il mio ragazzo che, da paonazzo, diventa cremisi dalla testa ai piedi.
"TU-!"
"Forse tua madre non si è accorta che stava gettando anche te in lavatrice, insieme a tutti i vestiti?"
"IO TI AMMAZZO!"
"Oppure ci sei caduto dentro?" continuo, fingendo di pensarci su.
"KOIZUMI!"
"O forse-" ma non finisco la frase, che mi arriva un pugno in testa da Otani. Ahi.
"MI HAI FATTO MALE, CRETINO!" gli urlo in faccia, mentre mi massaggio la nuca.
"Te lo meriti, stupida! E' questo il modo di trattare il tuo ragazzo?!"
"Intendi quello che mi ha appena colpito in testa?!" domando sarcasticamente io.
"Sei stata tu ad incominciare, con la storia della lavatrice!"
"Hai cominciato tu, a prendermi in giro perché non mi sono puntata la sveglia!"
"Se sei una ritardata non è mica colpa mia!"
"Adesso basta, volete piantarla voi due!?" si intromette seccata una terza voce: Nobu-chan.
"Diamoci una mossa, o non arriveremo mai al tempio!"
Dopo un' ultima occhiataccia rivolta all' indirizzo del mio ragazzo, mi volto dall' altra parte e incrocio le braccia, superandolo spedita a grandi passi.
"Cavolo... Ma che le prende?!" lo sento mormorare da dietro le spalle.
"Accidenti. Quei due sono tali e quali a come li ho lasciati..." sospira a denti stretti Nobu, prendendo a braccetto Nakao.
"In fondo, sono rimasti ancora gli 'All Hanshin Kiyojin' di un tempo." le sorride lui, in tono affettuoso.
Ha ragione. Io ed Otani, un tempo venivamo chiamati come quel famoso duo comico ( "La Gigantessa ed il Nano", per l' appunto), non solo per via delle nostre altezze, ma anche per i nostri continui battibecchi, che facevano divertire tutta la scuola. Ma quel tempo è passato, ormai.
Stiamo insieme da un anno e mezzo. Ne abbiamo passate tante, ma nonostante questo, i nostri sketch comici continuano. Infondo, non siamo cambiati.
Ma adesso, un nuovo anno è iniziato.
Ed io so - oh, eccome se lo so! -, che in un anno, può cambiare tutto














ANGOLINO AUTRICE
Buonsalve a tutti! ^-^ 
Come dire, sono strafelice, eccitata e allo stesso tempo terrorizzata di essere qui! XD 
Era da tempo che desideravo postare qualcosa, e a quanto pare ci sono riuscita! Yuppiiiyeee!!!:D ( anche se è una mezza petecchia lo so! ç_ç)
Il titolo è tratto dall' omonima canzone dei "The Ready Set". (:
* Haruki NON è un personaggio inventato da me ( solo il cognome lo è), ma è il protagonista di una storia extra della Nakahara, ( tra l' altro stupenda *_* ), presente in uno dei volumi del manga.
Ho deciso di inserirlo nella storia, ma per quanto tempo e in quale ruolo, non posso rivelarlo per adesso XD
Spero di aggiornare il prima possibile coi capitoli, cercherò di affrettare i tempi, poiché questo progetto prevede più di venti capitoli, penso.
Ad ogni modo, spero che recensiate, anche per aiutarmi a migliorare, le critiche costruttive sono ben accette :)
Un bacio, e al prossimo capitolo!
  
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