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Autore: Maricuz_M    21/10/2012    6 recensioni
Dopo una delusione amorosa, c’è chi dice “Si chiude una porta, si apre un portone” oppure chi afferma “Meglio soli che male accompagnati”.
Ebbene, Eleonora fa parte di quest’ultimo gruppo di persone.
Le sue giornate, però, la porteranno in situazioni che la convinceranno a cambiare idea e, cosa non meno importante, a non fidarsi delle docce, dei marciapiedi e degli ascensori. O anche di alcuni suoi amici che si divertono a mixare il suo nome con quello dei suoi conoscenti, giusto per suddividersi in team e supportare coppie diverse in cui lei, ovviamente, rappresenta la parte femminile.
Dal secondo capitolo:
“Elle, guardati le spalle.”
“Ci manca pure che la sfiga mi attacchi da dietro.”
“La sfiga attacca dove vuole lei, mica dove vuoi tu.”
“Sennò come ti coglie impreparata? Vuoi una telefonata a casa, la prossima volta?”
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Little Revenge

“Aspetta, aspetta.. eh?” è così che Michele interrompe la mia spiegazione, lasciandomi con le mani a mezz’aria e la bocca spalancata. La chiudo, poi sospiro col naso.
“Allora.”
“Sì.” Dice deciso, fissandomi con i suoi occhioni verdi.
Ricomincio ad illustrargli i metodi per risolvere i suoi esercizi per casa, cercando di farglielo capire anche con qualche schema e qualche esempio. Lui mi guarda e segue il mio discorso, con la fronte aggrottata e le dita di una mano fra i capelli biondi. Via via che il tempo passa, i suoi muscoli facciali si rilassano e una piccola luce di comprensione si fa spazio nel suo sguardo.
“Ci sei?” chiedo, alzando le sopracciglia.
Lui annuisce lentamente “Credo di sì. Più o meno. Fammi provare..”  sbatte la mano sul foglio per trascinarselo sotto il naso e cominciare a svolgere uno degli esercizi.                      
Dopo circa tre quarti d’ora ci alziamo entrambi, lui mentre sistema il materiale nella sua tracolla chiacchierando allegramente “E quindi, dopo averci chiesto che cazzo avevamo fatto negli scorsi due anni, ha cominciato a parlarci delle sue cinque tartarughe. Aspetta, come si chiamavano? Raffaello, Donatello, Michelangelo, Leonardo.. E non mi ricordo la quinta. Vabè.”
Lo guardo, sbattendo semplicemente le palpebre “..Ma perché?”
“Te lo sai?” mi chiede retoricamente, fermandosi addirittura per cercare il contatto visivo con me e rendere meglio il concetto “Io no.”
Scuoto la testa “Capitava anche a me che i professori cominciassero a parlare della loro vita, ma con che coraggio puoi dare a delle tartarughe i nomi delle tartarughe ninja?”
“Beh, ha senso.”
“Sì, ma non lo dire ai tuoi alunni, per Dio! Come fanno poi a prenderti sul serio? Poi si lamentano se si prendono certe libertà..”
“Su questo ti do ragione.” Afferra la borsa e si avvia verso l’ingresso, con me a seguito. Probabilmente si prova più a suo agio lui che io stessa, in casa mia. Si volta non appena arriva davanti alla porta e mi sorride allegro “Grazie, come al solito. Cosa farei senza di te?”
“Niente. Non a matematica, perlomeno.” Dico, facendolo ridacchiare. Sorrido divertita anche io e apro la porta con calma, azionando il suo sopracciglio destro, che si alza.
“Mi stai cacciando?” chiede scherzando, spingendo di nuovo la porta affinché torni nuovamente chiusa. Ok, ha voglia di giocare.
“Se così fosse?”
“Mi offenderei e..” si blocca, non appena nel corridoio fa la sua comparsa Azzurra. Più o meno è la stessa reazione di mia sorella, che fissa il suo sguardo sorpreso –o per meglio dire: terrorizzato- su quello del ragazzo alla mia sinistra. Ed io non so se scoppiare a ridere o rimanere immobile ad osservare la scena. Ricordate la patologica e incommensurabile timidezza di mia sorella? Alterno lo sguardo: passo da lei a lui e viceversa, osservando le rispettive espressioni. Lei non muove un muscolo neanche a pagarla, lui passa da un momento di smarrimento a quello di studio, per poi concludere con una certa soddisfazione e sfrontatezza. Tutto questo nel giro di tre secondi.
“Ciao.” Dice semplicemente Michele, con un lieve sorrisetto dipinto sulle labbra.
Vedo Azzurra diventare rossa come un peperone e cercare di nasconderlo piegando la testa, facendole coprire il viso con quei capelli mossi e scuri che si ritrova. Abbozza un sorriso e alza di poco una mano, giusto per ricambiare il saluto, poi fugge in cucina, scomparendo.
Dopo un breve lasso di tempo in cui il ragazzo continua a guardare l’esatta posizione dove Azzurra è andata nel panico e io lo scruto aggrottando la fronte, mi schiarisco la voce “Mike..”
“Non ricordavo avessi una sorella.” Afferma, a bassa voce. Almeno ha la decenza di non farsi sentire dalla diretta interessata.
“Non ricordo di avertelo detto.. Non credevo fosse rilevante.” Rispondo, sbattendo le palpebre.
“Quanti anni ha?”
“E’ del ’96.”
“Bene, bene..”
“Che stai tramando? Ci vuoi provare con lei?!”
“L’hai detto tu.”
“No.” Scuoto la testa con decisione “Puoi anche scordartelo. E poi non ti considererebbe nemmeno.”
“Ehi, guarda che sono un bravo ragazzo, mi conosci!” si anima, gonfiando il petto “E poi scusami, perché non dovrebbe considerarmi?” Semplice: perché non riescea considerare nessuno, a causa della sua timidezza. Comunicale qualcosa tramite un disegno, allora ne riparliamo.
“Perché no.” Riassumo. Tanto.
Lui scuote la testa e mi guarda male ed io scoppio a ridere dopo la sua affermazione “Sei solo gelosa.”
“Sì, certo. Dev’esser per quello.” Lo assecondo.
“Me ne vado.” Dice, riaprendo la porta “Qui nessuno mi apprezza o mi permette di essere apprezzato.”
“Vai, vai.” Ridacchio, spingendolo fuori. Per un momento barcolla, poi riacquista l’equilibro e fa un passo verso di me per baciarmi sulla guancia.
“Ci sentiamo per la prossima.”
“Certo.” Sorrido.
Chiusa la porta, non ho neanche il tempo di voltarmi. Azzurra è già davanti a me che mi lancia fulmini e saette con gli occhi, manco fosse un Thor al femminile.
“Mi hai imbrogliata. Hai fatto finta di chiudere la porta per farmi uscire allo scoperto.” Sibila, a denti stretti.
“Uhm.. Veramente no, ha fatto tutto lui. Te lo giuro.”
“Certo, come no..”
“Non credermi, va bene, ma dammi retta: stai attenta.” Inizio a sventolare l’indice di fronte alla sua espressione corrucciata “Michele ci proverà con te e ti aggiungerà su facebook. Probabilmente, sarà disposto a venire spesso qui, anche quando non ci sarò.”
“Addirittura..” borbotta imbarazzata.  Non è per niente abituata a cose del genere. Chi lo sarebbe? Come mi è uscita fuori, pare il programma di uno stalker.
“Pf, questo è il minimo..” spaventiamola, sì.
“Te l’ha detto lui?” chiede, terrorizzata. Povera la mia piccola ed innocente sorellina.
“No, ma immagino lo farà.”
“Allora pregherò affinché non succeda niente di tutto questo.” Così dicendo, si volta per tornare in camera. Ma, purtroppo per lei, non sono soddisfatta. La seguo in silenzio, facendola sussultare quando si accorge di me dopo un minuto buono.
“Non ti piace?” domando, confusa.
“Cos’è, vuoi fare l’agente matrimoniale, adesso?” sbuffa, sedendosi alla scrivania.
“No, era una semplice domanda.” Mi sistemo sul letto “Non dire che è brutto, perché non ci credo manco se lo giuri sui tuoi disegni, e poi è simpatico! Almeno con me..”
“E’ un montato. E comunque, non rompere! Anche se mi interessasse non sarebbero fatti tuoi.” Detto ciò, afferra il lapis e si mette a disegnare, un gesto che significa all’incirca: ora ti puoi eclissare, ciao.
Sospiro e mi alzo, cedendo immediatamente, poi esco dalla stanza senza dirle nient’altro. Inutile sprecare fiato. Per adesso non le piace, e anche se gli piacesse già non me lo direbbe di certo. Insistere la indisporrebbe solamente.
Canticchiando tra me e me, entro nella mia stanza diretta verso il computer, che è spento da circa quattro giorni. Un bel record, considerando gli anni in cui viviamo. Mi accomodo e attendo l’accensione battendo le dita sul tavolo a ritmo, poi sposto la mano sul mouse e inizio a navigare sul web. Dopo un minuto, già sento il bisogno di mettere la musica. La canzone che ho scelto è una delle tante che ho sentito al compleanno di Ginevra che, a proposito, è stato bellissimo. Giuro che non dimenticherò mai la felicità della mia amica che gli ho visto avere quella sera.
Pensandoci, sorrido spontaneamente, fino a quando non sento il suono della chat. Non mi mancava per niente.
Quando vedo che è Samuele a scrivermi, aggrotto la fronte.
Ciao!
Ehi!
Come stai?” cosa vuoi, Samu?
Bene, bene.. Tu?
Piuttosto bene. Volevo chiederti..” ecco “Per l’ultimo dell’anno hai programmi? Ho chiesto a Simon, dice che ancora non ne avete manco parlato.
Infatti, è così.” Giusto, siamo al quattordici Dicembre, sarebbe anche l’ora di prepararsi “Comunque io non ho idea di cosa fare. Perché?
Dannazione, per colpa di quelle stronze di Gin e Manu mi viene in mente il Samunora e mi sento a disagio a parlare con lui. Sospiro, iniziando a leggere la risposta del mio ex-vicino di casa.
Capisco. Ascolta, l’ho già accennato a Simon, ti andrebbe di venire con noi ad una festa? Ovviamente l’invito è anche per Marco, Roberto, Ginevra e Manuela..
Con noi?” con noi intende il suo, di gruppo? Quindi Damiano, Filippo, Jonathan e Sonia?
Yes! Il mio gruppo.”
Ah.” Dico semplicemente. Non ho voglia di vedere Damiano. Non ce la faccio davvero a trovargli un lato positivo oltre l’aspetto fisico, sinceramente.
Ti scoccia..?
No, no! Anzi, ti ringrazio per l’invito! Ne parlerò con gli altri.” E aggiungo anche uno smile.
Perfetto! Basta che date la conferma entro il ventidue..”
Dov’è la festa?
In una casa un po’ in periferia. Mi è capitato di andare ad un evento là, una volta. Un bel posto, anche se fuori dal mondo!
“Almeno i vicini non romperanno..”
E’ quello il bello!
C’è un costo?
Sì, ma non sono sicuro se sia di quindici o venti euro. Sai no, cibo, bevande varie tra cui gli alcolici..” eh, chissà quanti alcolici “Ma poi non paghi nulla, non è tipo locale che paghi entrata e bevuta.”
Bene, riferirò.” Sospiro, riprendendo a battere le dita sulla superficie della scrivania. Sarà traumatico dire a quei rompiscatole dei miei amici che Samuele mi ha contattata per invitarmi ad una festa per l’ultimo dell’anno. Già li vedo ad insinuare tutti, tranne Manuela. Lei non spererebbe mai che io e Samuele provassimo qualcosa l’uno per l’altra, non è così masochista da augurarselo. Sono sicura che il suo interesse per lui non è prettamente fisico.
Ottimo! Adesso vado, ci risentiamo!” Lo saluto anche io, poi tornare a cazzeggiare e ad annoiarmi su facebook.
 
Dopo varie chiamate e messaggi minatori, mi ritrovo seduta sul divano insieme a Simon, Roberto e Ginevra e, visto che ci sono, colgo l’occasione per parlargli della festa. Le loro improvvisate dopotutto devono essere accompagnate da qualche discorso con un senso, non solo di frasi a caso. Dopo aver parlato per venti minuti buoni di ciò, espongo anche altri pensieri, quali il mio disappunto sulla presenza di Damiano.
“Non lo sopporto. E’ bravo solo lui!” mi sfogo, allargando anche le braccia e guardandoli come se volessi giustificare la mia antipatia.
“Elle, lo sai benissimo che non è bravo solo lui.” Dice il chitarrista, parlandomi come una maestra dell’asilo “Anche perché l’unico bravo, sono io.”
Scuoto la testa e guardo la coppia, sperando che dicano qualcosa di più serio rispetto alle perle di Simon. Roberto sembra stia pensando alle mie parole, e dopo un po’ pare essere d’accordo con me “Beh, sì, però in fondo non sembra una così brutta persona. E’ abbastanza simpatico, non è male.”
Alzo un sopracciglio scettica, poi realizzo che quello che sta parlando è Roberto, che come mia sorella vede del buono in tutti. Anzi, forse è pure peggio, visto che neanche ad Azzurra è piaciuto Damiano, dopo averlo conosciuto al supermercato.
“Io” Gin attira l’attenzione di tutti, e dicendo solamente il soggetto della frase “penso che tutto questo sia molto, molto.. Damianora.”
Mentre Simon scoppia a ridere come un cretino, io spalanco occhi e bocca “Cosa?!”
“Sì, dai, è chiaro. C’è molto più che un’antipatia, dietro. Non hai mai accettato che lui non si sia mai particolarmente accorto di te al liceo, per questo ripieghi sul suo egocentrismo cronico. E inoltre, sotto sotto, provi ancora qualcosa. E’ normale, eh! Non te ne devi vergognare!” sia io che il suo ragazzo la guardiamo, non del tutto convinti. Se proprio devo dirla tutta, io non sono convinta per niente.
“Rob, che cazzo le hai dato?”
“Giuro che io non c’entro niente.”
“Ok, dai,” torna a parlare Simon “escludiamo che ad Eleonora piaccia ancora, però non mi sembra l’abbia ignorata, l’altra sera. Non mi stupirei se le chiedesse di uscire.”
“Beh, in quel caso sarebbero cazzi amari per Samuele e Filippo! E io non voglio che siano cazzi amari per loro, specialmente per il signor non-sono-un-modello-ma-potrei-esserlo. Filinora tutta la vita!” esulta infine la mia amica, sotto il mio sguardo allibito.
“Ah, sì, mi avevi detto la cosa del Samunora e del Filinora..” ridacchia Roberto, rivolto verso Ginevra. No, perché si diverte pure lui, adesso? Dannazione!
“Tra l’altro il fatto che Samu si sia fatto sentire proprio con lei per dirle della festa è un po’ sospetto!” si illumina Simon, entrando nelle vesti di detective, poi si volta verso di me facendomi gli occhi dolci, trattenendosi dallo scoppiare a ridere “Forse vuole darti il bacio della mezzanotte! Che romantico!”
“Ma smettila..” borbotto, aggrottando la fronte.
“Eh, no. Il bacio della mezzanotte deve darlo a Filippo!” protesta la bionda.
“E se invece glielo desse Damiano?” ipotizza Roberto.
“No, io sono Filinora con tendenze Samunora.” Afferma deciso Simon.
“Filinora.”
“Filinora anche io, ma dico che con lei ci proverà Damiano.” Roberto incrocia le braccia “Simon, vuoi scommettere?”
BANG.
L’esca è stata lanciata, e subito Simon si protende in avanti, abboccando. Vi ricordo lo spirito competitivo di Simon, non si sa mai “Cosa?”
“Fate con calma..” mormoro io, accavallando le gambe.
“Definiamo prima le condizioni.”
“Ok. Che Damiano ci proverà con Elle è appurato. Specifichiamo: se Damiano proverà a baciare Elle, allora la vittoria è tua, altrimenti..”
“Altrimenti è tua.” Annuisce il castano, sorridendo sicuro “Cosa vuoi?”
“Io voglio essere il più bello del gruppo.” Dice, serio. Dopo un paio di secondi, sia io che Ginevra iniziamo a ridere come pazze “Ehi, che ridete?!”
“Scusami, Simon, ma è una cazzata.” Affermo immediatamente “Mica lo decide Roberto chi è il più bello.”
“Io voglio solo che lui sappia che io sono il più bello, che mi frega di voi?” sembra un bambino pestifero, ma va bene.
“Oh, Simon.” L’espressione di Roberto perde tutta la tranquillità precedente “Non potevo immaginare che.. Insomma.. Ascoltami,” gli posa una mano sul ginocchio, guardandolo intensamente “Se vuoi che io pensi che tu sia bello basta dirlo, non c’è bisogno di una scommessa. Non vorrei però che dopo ti illudessi che anche io provi qualcosa per te.”
“Che anche io provi qualc.. Ma che cazzo hai capito?!” sbotta Simon, togliendo schifato la mano di Roberto dal suo corpo, mentre quest’ultimo cerca in tutti i modi di rimanere serio “Non voglio che tu creda che io sia più bello! Io voglio che tu sia consapevole che ti batto in bellezza!”
Roberto scuote la testa “Perché ti nascondi?” ed io sono in difficoltà. Non capita spesso che scherzi in questo modo, a volte mi fa addirittura uno strano effetto. Più volte ho ribadito che nel suo modo di essere c’è sempre qualcosa di superiore, di altezzoso, per questo mi ritrovo sorpresa nelle occasioni in cui si mostra così normale, come noi. E’ una mia idea, ovviamente. In realtà è proprio lui il più normale del team.
“Ma chi cazzo si nasconde?!” urla, con voce acuta “Smettila di scherzare!”
“Io non scherzo, sei tu che lo fai.”
“Io non.. Ma..” dopo un paio di secondi passati a boccheggiare come un pesce rosso, il chitarrista riabilita i propri neuroni e se ne esce con un “Non sono gay!”
Risate.
Ci blocchiamo solo quando sentiamo una parta sbattersi e dei passi veloci e apparentemente arrabbiati per il corridoio. Ci voltiamo tutti contemporaneamente, notando poi la presenza di mia sorella, a dir poco furente, sulla soglia.
“Quel cretino mi ha aggiunta su facebook!”
“Chi è quel cretino?” chiede curioso Simon, l’unico che prima non stava ridendo fino alle lacrime.
“Il cretino a cui dà ripetizioni Eleonora.”
“Ah, Michele!” capisco, finalmente, poi sorrido “E accetta la richiesta, allora.”
“Ho già rifiutato.” Dice, scrollando le spalle.
“No, spiegatemi.” Ginevra guarda me e Azzurra “Michele ha aggiunto Azzurra. C’è un motivo per cui lei gli dà del cretino?”
“In pratica oggi si sono visti per sbaglio. Azzurra non ha gradito, Michele sì. Gli ho chiesto se ci avrebbe provato, perché il suo sguardo mi diceva questo quindi volevo una conferma, e lui non ha negato. Penso che l’amicizia su facebook per lui sia il primo passo per avvicinarsi a lei.”
“Signore e signori, vi presento il Micurra! No, meglio Azzele.”
“Non diciamo cavolate. E poi sono orribili entrambi.” Borbotta Azzurra, arrossendo di colpo.
“E’ la stessa cosa che ha detto tua sorella sul Filinora!”
Spalanco la bocca, alzo una mano, ma è troppo tardi. Azzurra inclina la testa “Filinora? Mia sorella c’ha il ragazzo?”
“L’avrà.”
“Chi è questo Filippo?”
“Un figo della Madonna. Più bello di lui.” Risponde Ginevra, indicando il suo ragazzo, per niente offeso dalla sua affermazione. Santo.
“Ah, beh..” annuisce Azzurra, apprezzando l’immagine nella sua mente. Il cambiamento che ha il comportamento di mia sorella con le persone che conosce bene è sconvolgente, e noto con piacere che anche in presenza di Roberto si sta sciogliendo. Sorriderei, ma stanno ancora sparlando di quello che per loro sarà il mio ragazzo. Per maggioranza di voti.
“Che poi è il migliore amico di Samuele!” aggiunge Simon, lanciando occhiate euforiche ad Azzurra “E non è finita. Forse anche Samuele va dietro a lei!”
“Non ci credo!”
“Credici.”
“Avete finito?” esplodo, completamente rossa “Potete parlare della mia finta vita sentimentale tra di voi? Mi mette ansia!”
Tutti mi guardano per un po’ senza dir niente, poi Azzurra si siede sul divano accanto a Ginevra, chiedendo dettagli che ovviamente la mia amica le dà. Sbuffo e tiro fuori il cellulare, giusto per concentrarmi su qualcosa che non sia la loro conversazione, e vedo un messaggio che non avevo sentito arrivare a causa del silenzioso. Ghigno, quando leggo.
 

Mi dai il numero di tua sorella?
Immagina i miei occhioni verdi tristi, perché mi ha rifiutato su fb. :(
Giuro che sarò un gentiluomo, con lei.

 
Ah, fidati Michele. Ora come ora ti permetterei di sposarla solo per fargliela pagare.
Nel mio messaggio di risposta, solo delle cifre.
 
 


Ok, niente appunti sul capitolo, mi sembra.
Insomma, che ne dite? Riassumendo brevemente: Michele vede Azzurra. Lui è felice, lei no. Samuele invita Elle e il suo gruppo ad una festa per l’ultimo dell’anno (questo capitolo si svolge il 15 Dicembre). Simon, Ginevra e Roberto fanno visita ad Eleonora, nasce il Damianora (oltre all’Azzele/Micurra, entrambe possibilità orribili), Azzurra viene a conoscenza della vita sentimentale di Eleonora creata dai suoi amici. Eleonora si vendica (ecco spiegato il titolo del capitolo) dando il numero di sua sorella a Michele, che gliel’aveva chiesto per sms.
Chiaro, no?
E a voi è piaciuto? Se non è così, vi chiedo di aspettare il 26. In base a quello che mi dite nelle recensioni, posso affermare con certezza che sarà di vostro gradimento. :P Secondo voi perché?
 
Ringrazio come al solito tutti, mi date una soddisfazione enorme. Se non ci foste voi, cancellerei tutto questo. Non so neanche dove voglio arrivare veramente, ma ci siete voi, pochi ma buoni, che mi spingete a continuare. :)
Grazie davvero.
 
Come ho detto, ci vediamo il 26, Venerdì.
Adesso vado a giocare la prima partita di campionato. *-*
Alla prossima!
 
Maricuz
 
Ps: Vi lascio un’altra domanda. Che ne direste di un nuovo personaggio, un giorno?
   
 
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