"...Then from on high, somewhere in the distance
There's a voice that calls... remember who you are
If you lose yourself, your courage soon will follow
So be strong tonight...
Remember who you are."
Brian Adams, Sound the Bugle.
Sabato, più precisamente a pochi rintocchi
dalle tre di mattina.
A Dark Hell Manor il giovane Tom Riddle si sporgeva da
una terrazza di pietra del primo piano per osservare l'esercito di Mangiamorte
raccoltisi nel cortile sottostante, prima dei labirinti di siepi.
Erano così
tanti...
Chiuse gli occhi e strinse fra le dita l'anello di Claire, pensando
intensamente a lei.
Coraggio. Lei avrebbe saputo ispirare anche un
coniglio.
- Prendi.-
Riaprì gli occhi per vedere la sua bacchetta, fra le
mani di Voldemort.
Gliela stava restituendo?
- Non si sa mai cosa può
accadere.- gli disse, senza mutare espressione.
- E cosa ti fa credere che
non la userò su di te?- lo sfidò, riprendendosela.
- Una fede semplice e
sicura.-
- E sarebbe?-
- Il fatto che i rombi su di te non hanno
effetto.-
- E per questo secondo te automaticamente io non sarei in grado di
attaccarti.-
- Sei sveglio Thomas.- frecciò Voldemort, infilandosi il
cappuccio - Forza, mancano pochi minuti all'incontro e Harry non apprezza i
ritardi.-
Harry non apprezza i ritardi.
Quelle frasi.
Era una
settimana che viveva con suo padre e in Tom era nata una dolorosa
sicurezza.
Suo padre conosceva Harry forse molto meglio di lui.
La cosa lo
atterriva.
Lo faceva sentire ogni volta tagliato fuori.
Ma era ora di
andare.
A Hogwarts Harry Potter si sporse dalla finestra della Torre
Oscura, in sala riunioni.
Il cortile era lucido di fiaccole e luci, sorrette
dal suo esercito di Auror.
Tom. Non faceva che
pensarci.
Voldemort aveva chiesto un incontro e per la prima volta nella
storia Auror e Mangiamorte si sarebbero messi gli uni di fronte agli altri con
intenzioni neutrali.
Sapeva che doveva aspettarsi di tutto dal Lord Oscuro,
per questo Duncan aveva insistito perché fosse accompagnato al luogo
dell'incontro da una scorta numerosa.
Se si doveva scatenare guerra
aperta, aveva detto il capo degli Auror, allora non sarai
solo.
L'Ordine della Fenice per primo aveva raggiunto la scuola di
magia, per accompagnarli, custodirli, proteggerli.
Ma non era per se stesso
che Harry temeva.
- Noi siamo pronti.-
Ron gli mise una mano sulla spalla
- Harry...dobbiamo andare. Sono quasi le tre.-
Potter guardò il cielo
un'ultima volta.
Tante stelle, ma anche delle nubi gonfie e nere.
-
Allora, tutto da capo un'ultima volta.- li fermò Hermione perentoria - Mentre
noi ne discutiamo, l'Ordine e le altre squadre saranno attorno a noi, nascosti
ovunque, Duncan compreso. Lucilla viene con noi, mentre Jeager si apposterà fra
gli alberi.-
- Perfetto. Al minimo segno di trappola facciamo partire i
fuochi d'artificio.- annuì Edward - Inoltre qua a sorvegliare la scuola restano
Caesar e gli altri, perciò non dovremmo avere problemi.-
- E invece un
problema ce l'avete.-
Gli Auror si voltarono verso la porta
d'ingresso.
Damon, Cloe, Trix e Asher erano sulla soglia.
- Andate a
riprendere Tom, vero?- sbottò la King.
- E quando pensavate di dircelo?-
chiese anche Trix.
- E' un incontro. Una sicura trappola.- spiegò Tristan -
Tornate a letto.-
- Non ci penso neanche.- sibilò Damon, gli occhi
letteralmente ghiacciati - E' da una settimana che non ci dite più niente, che
non abbiamo sue notizie e adesso andate a riprenderlo e noi dovremmo restare
qua? Non credo proprio.-
- Senza contare che ci sarà anche mio padre, ne sono
sicuro.- finì Asher, nervoso - Non conoscete i sistemi dei mannari, con me
eviterete un bel po' di guai. Farò in modo che non vedano.-
- Voi siete matti
e siete dei ragazzini.- disse loro la Mcgranitt, intervenuta con gli altri
insegnanti - Non ve lo lasceremo fare! Solo perché ora siete tutti maggiorenni
non significa che possiate fare come volete! Se ne occuperanno gli Auror del
signor Riddle!-
Damon non spostò lo sguardo da Harry e Draco.
Neanche
l'aveva sentita.
- Se dieci anni fa Voldemort avesse preso Ron...- sussurrò
in direzione del bambino sopravvissuto - Se dieci anni ti avesse preso il tuo
migliore amico...avresti ascoltato gli Auror che ti dicevano di startene a
casa?-
Già, quell'età in cui si è impotenti Harry non se l'era
scordata.
Si rivedeva in quei quattro paia d'occhi.
Così tanta forza, così
tanto coraggio...che niente poteva spegnere.
"Facciamoli venire."
Harry
rise, sentendo la voce di Draco in testa.
"Siamo d'accordo..." e lo guardò
spegnere la sigaretta, indifferente "Forse questa notte
grandinerà."
"Probabile Sfregiato."
Harry tornò serio, volgendosi verso i
ragazzi.
- Vestitevi.- ordinò - Ma Leiandros vi terrà sotto stretto
controllo.-
- Cosa?!- sbottò la Mcgranitt - Potter ma non puoi!-
- Sono
studenti, non Auror!- berciò anche Piton.
- E sono maggiorenni.- replicò il
bambino sopravvissuto, infilandosi il mantello - Hanno poteri che potrebbero
servirmi. Beatrix di certo non rischia niente e dubito che qualcuno le si
avvicinerà tanto da poterle tagliare la testa e Cloe e Damon sapranno fiutare il
pericolo, anche se come ho detto staranno indietro con Leiandros. C'è anche
Lucilla.-
- Continuo a dirlo, non puoi farlo!- gracchiò la professoressa di
Trasfigurazione - Albus dì qualcosa!-
Il preside Silente puntò lo sguardo
azzurro sugli studenti...per poi passare a Harry.
Se c'era una cosa che il
vecchio mago negli anni aveva conosciuto molto bene, è il desiderio dei bambini,
dei giovani...di lottare per ottenere la pace. O per riconquistare affetti
perduti.
- E' pericoloso, Harry.- gli disse - La presenza di Tom e dei
ragazzi potrebbe offuscare la tua capacità di giudizio. Nonostante questo
però...la loro stessa presenza potrebbe anche spingere questa spedizione nel
senso giusto. Come hai detto tu, sono ragazzi in gamba e io confido che
Leiandros Cameron e Lucilla saranno più che sufficienti, per difendervi
tutti.-
- Quindi le sta bene?- fece Ron stupito.
- Col tempo ho imparato a
confidare nelle potenzialità dei giovani.- sorrise Silente, bonario - Ma mi
raccomando, Harry. Attenzione.-
- Si.- annuì il bambino sopravvissuto - Le
faccio avere notizie il prima possibile.-
- Siete pronti voi quattro?- chiese
Hermione, alla fine.
E tutti e quattro annuirono.
Si andava a riprendere
Tom.
Kensington Gardens.
I giardini di Kensington erano immersi in
una sorta di lattiginosa nebbiolina, sospesa a pochi metri da terra.
Da quel
confine, buio totale.
Un distacco notevole, da ombra impenetrabile a un
pallore spettrale.
Ogni parte in causa, entrando da punti diversi del parco,
conosceva alla perfezione il punto d'incontro.
I Kensington Gardens infatti
erano stati separati dai giardini immensi di Hyde Park nel 1689.
Il confine
tra i due parchi era anche il punto di ritrovo delle due fazioni, il Serpentine
Bridge, ponte separatorio del lago Serpentine e del LongWater.
Per gli
Auror, che passarono dalle entrate a est, l'atmosfera era resa più tesa dalle
luci pallide accese ovunque, grazie all'impianto d'illuminazione del parco,
inoltre percorrendo il sentiero accanto a Round Pond, un lago artificiale quasi
al centro del parco, anatre e cigni addormentati si svegliarono di botto,
agitandosi e mettendo in allarme gli animi.
Più a ovest del lago, verso
Kensington Palace, i Mangiamorte attraversarono i passaggi ricoperti di pietre
lisce ed eleganti, passando di fronte alla statua della regina Vittoria, come un
silenzioso sciame di gatti neri.
Testimone del loro passaggio fu anche la
statua di Peter Pan.
Poi finalmente il Serpentine Bridge apparve di fronte a
tutti.
Sospeso sull'acqua, i pilastri immersi nella nebbia, come se fosse
stato sospeso anche nel tempo.
Lampade piombate a forma sferica rendevano
ancora più marmorea l'atmosfera.
Alcuni cigni addormentati passarono sotto le
arcate, sparendo...
Poco per volta le figure ammantate raggiunsero le sponde
del ponte...e le varcarono.
I primi a distinguersi, Harry Potter e Lord
Voldemort.
Ognuno a bacchetta bassa, capo dritto, ma molti a volto
coperto.
Nelle file dei Mangiamorte si poteva vedere anche Fenrir Greyback,
così più alto dei maghi umani.
L'unica vestita di bianco era Lucilla dei
Lancaster, accanto al bambino sopravvissuto.
Arrivati a due metri di
distanza, si fermarono tutti.
Voldemort stava nascosto sotto il cappuccio del
mantello e non poté trattenere un sorriso.
Dio, quanto erano caduti in
basso.
Un tempo lui e Harry avrebbero riso davanti alla follia della
possibilità di un mutuo scambio.
E ora invece...costretti anche quello.
E
dall'espressione del suo nemico, dal lampo nei suoi occhi smeraldini, Voldemort
capì che non c'era collera più grande di quella di Harry Potter, in quella
mattina senza stelle né sogni.
- Avete portato i vostri rombi?- chiese
Vanessa Lestrange.
- E voi avete portato i vostri?- replicò Ron.
- Spero
non ci abbiate fatto venire qua per niente.- sibilò la strega, mostrando con
alterigia una smorfia di palese disgusto - Trattare con mezzosangue e Auror è
già abbastanza vergognoso.-
- Un'altra parola e non vedrai sorgere il sole
Vanessa.-
La voce del bambino sopravvissuto colpì l'orda dei Mangiamorte del
tutto impreparata.
- Patti chiari amicizia lunga.- continuò Harry - Questa
pagliacciata l'avete voluta voi, facciamo questa cosa e che sia finita alla
svelta ma una sola parola sbagliata e giuro che trasformerò questi giardini in
un lago di lava. E voi ci finirete a sguazzare dentro, sono stato abbastanza
chiaro?-
Dalle file di Voldemort si levò un mormorio minaccioso, gli Auror
invece avevano già le mani sulle spade.
Perciò alla fine l'unica cosa da fare
fu pacificare, per il momento, quegli animi bollenti.
E il Lord Oscuro
conosceva un solo modo per farlo.
- Calma i tuoi uomini Harry.- gli disse,
pacato - Non siamo qua per combattere.-
Ma purtroppo per Riddle innescò una
miccia che non sarebbe stato facile spegnere.
Infatti il bambino
sopravvissuto aspettava solo una parola, un accenno...e così si avvicinò, senza
paura, senza indecisione.
A un metro da Voldemort, aveva la sensazione di
volerlo uccidere a mani nude.
- Calmarmi?- gli ringhiò fra i denti -
Calmarmi? Tu vieni a dirmi di calmarmi? Infame bastardo, l'hai rapito davanti a
tutta Londra e vieni a dirmi di mantenere il sangue freddo? Ti giuro che non
sarò soddisfatto finché non avrò sentito le ossa spazzarsi sotto le mie
dita!-
Voldemort levò un sopracciglio.
- Oh, siamo giunti a questo...una
rissa?-
Lo scherno fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Harry aveva
la mano alta, serrata a pugno, che il suo Bracciale del Destino schizzò
indietro, impedendogli di sferrare il colpo. Si voltò con ira verso Draco, ma
Malfoy non gli prestò attenzione, avvicinatosi con Lucilla, Ron, Edward e la
squadra di Gary.
- Finiamola.- ordinò la Lancaster perentoria - Fateci vedere
i rombi.-
- Vi ho chiamato io, come ha detto Harry.- le ricordò Voldemort -
Sei diventata diffidente mia cara.-
- Quando si tratta di te la diffidenza è
d'obbligo.- rispose, osservando Rafeus Lestrange dondolarle sotto al naso un
sacco di velluto pieno di rombi - Allora, sarebbero questi i Pugna Laeta?-
-
Esatto.-
- Dov'è Tom?- s'intromise Harry.
Voldemort assottigliò le
palpebre - Mio figlio sta bene.-
- Hai un bel coraggio a chiamarlo tuo
figlio, dopo tutto quello che hai fatto!-
- Sfregiato non siamo qua per una
seduta famigliare.- Draco lo prese per il polso, serrando la presa con forza -
Ma se entro due minuti Tom non si vede possiamo prenderci la briga e il piacere
aggiungo, di comportarci di conseguenza.-
- Cugino, non sai in che guai ti
stai cacciando.- lo minacciò Rafeus.
- Come sta il braccio?- soffiò Harry
allora.
Mancò poco che scattasse anche Lestrange, con la bacchetta
naturalmente, che gli altri dovettero di nuovo fermarlo.
Insomma, era un
continuo attacca e difesa, un continuo di scherni ed esplosioni di liti
- La
pagherete cara, ricordatevelo!- li minacciò anche Theodor Nott, sempre più
corpulento e folle.
- Quello non ha mai capito un cazzo in vita sua.-
A
mugugnare quella frase era stato Blaise Zabini, rimasto indietro con Duncan e la
squadra di Kingsley, rintanati nella costruzione dell'Albert Memorial, posto su
una collinetta poco lontana dal lago, da cui si godeva di un'ottima
visuale.
Fra gli alberi, su un pino folto e scuro, Jeager e Asher si
gingillavano nell'attesa di qualche fuoco d'artificio, anche se il giovane
principe aveva i suoi dubbi che suo padre se ne sarebbe stato fermo, docile e
tranquillo, di fronte a Potter.
Serrò i denti, stringendo anche con forza la
mano sulla balestra.
- Piano cucciolo di lupo.- gli disse Crenshaw, senza
staccare gli occhi dalla scena - Che vuoi fare? Ammazzarlo?-
- Fa conto che
lui ha ucciso me.-
- Rendergli la pariglia ti farà sentire meglio?-
- Cosa
sei? Un demone o un pastore?-
Jeager rise, vedendo dei movimenti nelle file
dei Mangiamorte.
Arrivava!
Si mise fra le labbra un fischietto che non
produsse, ad orecchio umano, mannaro o vampiro, alcun suono.
Ma Leiandros
Cameron, appostato in fondo all'armata degli Auror, percepì nitidamente quel
suono.
Si volse appena sopra la spalla, strizzando l'occhio a Trix, Damon e
Cloe, ammantati sotto il Mantello dell'Invisibilità.
- Arriva.- sussurrò loro
- Mi raccomando. Nervi saldi ragazzi.-
Aguzzando la vista col cuore in gola i
tre finalmente lo rividero.
Fra le tante maschere di teschi dei Mangiamorte,
ne uscì Tom, anche lui vestito di nero, anche lui coperto dal cappuccio...che
però non riuscì a celare il sorriso che gli salì alle labbra quando passò
accanto al padre, che non lo bloccò mai, per correre ad abbracciare Lucilla,
Draco, Harry...e tutti gli altri.
- Nessun graffio?- gli chiese Malfoy,
controllandolo.
- Tutto benissimo.- rispose, sorridendo con gioia al cugino e
al bambino sopravvissuto - Sto benissimo.-
- Ne dubitavate?- ironizzò
Voldemort.
- Meglio che non ti dica cosa penso.- gli ringhiò Potter fra i
denti, tenendosi vicino Tom.
- Se non ricordo male ti avevo avvisato.- disse
allora il Lord Oscuro, cominciando ad irritarsi - Ti avevo detto di badarci e
invece gli Illuminati hanno continuato ad entrare a Hogwarts.-
- Si ma in
quel cratere non ci sei entrato tu a cercarlo, o sbaglio?- urlò allora Harry,
ora i due nemici più vicini che mai, pronti a sputarsi in faccia ogni briciola
di rabbia, con Tom schiacciato letteralmente in mezzo.
- Ehi, ehi!- sbottò il
grifone, notando con la coda dell'occhio Rafeus e Vanessa pronti ad attaccare -
Siamo qua per i Pugna Laeta!-
- Si fottano.- sibilò Harry, continuando a
spingere, come per arrivare finalmente a Voldemort.
- E va bene, adesso
basta.- Lucilla riprese Potter per la spalla, spingendolo leggermente indietro -
Sono stufa. Ci avete fatto portare qua tutti i rombi, adesso Tom dicci come
diavolo funzionano e facciamola finita.-
- Tenete i vostri cani al
guinzaglio.- gli occhi rossi di Voldemort lampeggiarono - Un passo falso e non
saremo gli unici a perdere la calma.-
- Lo stesso vale per te.- gli disse
Lucilla, indifferente - Allora?-
Voldemort guardò il figlio e con
un'espressione eloquente lo invitò ad esporre la questione.
- Prego.- e levò
il braccio, per lasciarlo fare.
- Bhè...- Tom si sentì addosso gli sguardi di
tutti gli Auror - Ecco...chi ha i rombi?-
Ron alzò il sacchetto - Ti servono
ora Tom?-
- No, ancora un secondo. Dunque, una premessa...usando il
Legilimens mi sono finalmente ricordato quale fosse il primario utilizzo dei
rombi. Prima ancora di essere Poli Negativi per l'animazione dei fantocci di
Mezzafaccia sono...delle pedine di un gioco.-
E tacque, attendendo le
reazioni degli Auror.
Come suo padre, anche Harry lo fissò con un
sopracciglio alzato.
- Un gioco.- ribatté - Stai scherzando.-
- No.
Purtroppo no.- sibilò Voldemort con una nota di schifo al cubo nella voce - Il
Legilimens l'ho fatto io.-
- Un gioco.- disse ancora Tristan, accanto a
Lucilla e Draco - Che tipo di gioco?-
- Tipo dama, ma con quattro pedine. E
non si gioca in orizzontale.- continuò Tom, riacquistando sicurezza - Ecco, i
rombi sono le pedine del gioco, il Pugna Laeta. È un vecchio gioco romano, mi
ricordo che Grimaldentis ci giocava spesso davanti...bhè, alla mia cella nei
Sotterranei...-
- Oddio.- alitò Hermione, sbattendo gli occhi - Adesso
ricordo anche io...-
- Vero?- la incalzò il giovane Grifondoro - Ti ricordi
che le pedine si componevano in un rombo più grande?-
- Aspetta, aspetta...-
lo fermò Harry - Piano mostriciattolo, ricomincia da capo. Stai dicendo che
l'esercito dei Pugna Laeta di Grimaldentis è formato da questi rombi che in
realtà sono pedine di un gioco romano?-
- Esatto.- rispose Voldemort, per il
figlio - I rombi non si possono distruggere, ma si possono eliminare sotto forma
di pedine. Quindi l'unico modo per sistemare l'esercito di Augustus è giocando
con i suoi rombi, di conseguenza eliminando i suoi uomini mossa per mossa.-
-
Mi hai fatto venire fin qua a quest'ora per giocare a una partita a dama?-
esplose allora Harry.
- Vedi un'altra soluzione?- ironizzò il Lord
Oscuro.
- Perciò l'unico modo per eliminare il suo esercito è mangiargli le
pedine.- alitò Jess Mckay - E come facciamo?-
- Bhè, prima di tutto
giocheremo la partita non per vincere, ma solo per finire. Alla fine rimane una
sola pedina, quella del vincitore, che poi scompare da sola. Il problemino è che
noi abbiamo...- Tom scosse la testa, dannandosi - Il problema è che i
Mangiamorte hanno trovato in tutto 144 pezzi. Voi quanti ne avete?-
- 112
qui.- disse Ron - Più i venti che ha Tristan, trovati l'altra mattina dalle fate
nella Foresta Proibita.-
- Li manda coi gufi, lo sapete?- chiese
Voldemort.
- Si e sappiamo che i gufi passano sul Tower Bridge. Pensiamo
anche che fra gl'ingranaggi ci sia un portale per raggiungere l'Arca ma non
abbiamo ancora trovato niente.- concluse Lucilla.
- 132 e 144...Dio, solo 276
pezzi. Cazzo.- sbottò Tom - Chissà dove sono gli altri...-
- Come sarebbe
solo?- fece Draco - Quante sono le pedine?-
- 570.- e Tom incassò la testa
nelle spalle, in attesa di una sfuriata storica...ma più o meno tutti si
limitarono a sbiancare. Ebbe anche l'impressione di sentire un
"Nooooo" nella notte, forse di Duncan Gillespie.
-
Perché non piantiamo a quell'uomo un pugnale in gola e non la facciamo finita?-
se ne uscì Fenrir Greyback.
- Odio sottolineare l'ovvio ma mi sembra la
proposta più sensata.- sentenziò Hermione, incrociando le braccia - Questa
faccenda rischia di andare avanti per mesi e nel frattempo quei Poli possono
finire nelle mani di chiunque.-
- Si ma anche se Mezzafaccia morisse
l'esercito andrebbe avanti lo stesso.- le spiegò Lucilla - Si tratta di Voluptas
Incantazio. L'incantesimo di un mago che prosegue anche dopo la sua morte.-
-
Nemmeno tu puoi farci niente?- le chiese la Grifoncina.
- Io neanche dovrei
essere qua.- replicò la Lancaster.
- Perciò l'unica è giocarsi questa
partita.- finì Harry con un sospiro - Ma bene, che meraviglia.-
- Vogliamo
andare avanti?- ruggì Voldemort - Io non ho tutta la giornata da perdere.-
-
Che altro hai da fare? Massacrare qualche mezzosangue?- lo sfidò Potter.
- La
finiamo?- lo zittì di nuovo Lucilla - Forza Tom, continua a spiegarci le
regole.-
- Ok...bhè, prima di tutto bisogna aprire i rombi. Perché si mostri
il segno della pedina...si, quelli a metà...e dovete girarlo mettendo le dita
sugli spigoli...- mentre parlava faceva vedere come fare, sotto al naso degli
Auror - Come se fosse un cubo di Rubik. Ecco, appena scatta s'illumina il
simbolo.-
- Questo cos'è?- chiese Lucilla, tenendo un rombo aperto sul palmo
- E perché il tuo brilla di blu e il mio di rosso?-
- Per distinguerli da
quelli dell'altra fazione, ecco tutto. Quelli dei Mangiamorte sono blu, i nostri
rossi.- continuò, ignorando Rafeus che schioccava la lingua irritato - Ora vi
spiego i simboli. Naturalmente il gioco è romano, quindi ci sono immagini che
richiamano leggende o dei.-
Frugò nel sacco che gli teneva Vanessa e ne
estrasse un pedone. - Ecco, il pedone normale è questo, un cerchio tagliato in
due fa una freccia. È la pedina più semplice. Si muove senza costrizioni ma non
può "mangiare".-
- Questo cos'è?- chiese Tristan, porgendogli un altro
rombo.
- Lupo.- spiegò il grifone - Il lupo si muove solo in avanti e mangia
sia lupi che pedoni.-
- Chimera?- Hermione alzò un'altra pedina - Giusto? È
la chimera vero?-
- Si, la chimera mangia pedoni, lupi e altre chimere. Si
muove in diagonale. E l'ultimo...ecco, questo è il fulmine, simbolo di Zeus.
Questa mangia tutto ma non gli altri fulmini a meno che questi non siano accanto
a un pedone. E alla fine dei 570 pezzi ne rimane solo uno, di un solo colore,
che indica il vincitore.-
- Cosa che a noi non frega.- soffiò Harry.
-
Già.-
- Ok, va bene...ma come si dispongono? Non c'è una base?-
- Faccio
io.-
Ormai erano tutti radunati in cerchio attorno a Tom che aveva mescolato
i loro rombi tutti insieme.
Tirò poi fuori la bacchetta, facendo sobbalzare i
Mangiamorte e quindi lanciò il sacco di velluto in aria.
Bastò un rapido
colpo di un incantesimo a loro sconosciuto.
- Dissipatio!-
Il sacco di
velluto esplose letteralmente, i rombi volarono ovunque ma quando cominciarono a
ricadere su di loro, fu come se una strana forza alata cominciasse a
raccoglierli tutti. Dopo una serie di fluidi movimenti, davanti agli sguardi
sconvolti di entrambe le fazioni, le pedine si accozzarono tutte in un incastro
perfetto.
E ciò che ne rimase fu un rombo bianco decine di volte più grande,
ricoperto di simboli luminosi rossi e blu.
- Merlino aiutaci.- bofonchiò
Blaise da lontano, osservando la scena - C'è proprio un sacco di gente con nulla
da fare tutto il giorno. Fancazzisti...andassero tutti in malora.-
- Siamo
nei guai gente.- ringhiò Sirius, accanto a Zabini e Duncan - Nei guai fino al
collo.-
- Bene.- Tom si fece indietro, guardando il suo lavoro - Mi sembra di
aver fatto tutto correttamente...-
- Come accidenti si fa a giocare con quel
bidone messo in questo modo?- sbraitò Rafeus - E' un rombo gigante! Non puoi
metterli per orizzontale come ogni stramaledetta dama?-
- Se potessi non
credi che l'avrei già fatto?- ironizzò Tom sarcastico.
- Maledizione, io
ti...-
- Per favore.- li placò Vanessa, sentendo gli occhi di Voldemort
addosso.
- Io avrei una domanda.- s'intromise Edward.
- Se una volta
incastrati i pezzi così possono rubarceli?- lo prevenne Riddle - Si.-
-
Ottimo.- Dalton levò le mani - Gente, dove lo nascondiamo adesso questo
coso?-
- La Gringott non va bene?- propose Tom.
- Certo e quando devo
aggiungere altri pezzi mi presento io ai folletti?- fece Voldemort - Scordatelo
Thomas.-
- E allora dove vuoi metterlo? A Dark Hell Manor?- seguì Harry - Ora
sei tu che devi scordartelo.-
- Hai altre proposte?-
- Certo che ne
ho.-
- Sentiamole.-
- L'ufficio Misteri. Non hai mai avuto difficoltà ad
entrarci.- disse Potter sarcastico - O sbaglio?-
- Un conto era entrarci una
notte per rubare una profezia.- gli fece notare Voldemort - Un altro è entrarci
regolarmente.-
- Un posto isolato. A cui gl'Illuminati non pensino.- disse
Hermione, sovrastando le varie proposte - L'ultimo che a Grimaldentis verrebbe
in mente.-
- La sede dell'Ordine della Fenice?- frecciò Vanessa scrutandola
con alterigia.
- Pensavo a qualcuno neutrale.- si spiegò meglio la Grifoncina
- Forse la Dama Nera.-
- I gagia non hanno mai apprezzato i nostri problemi,
signorina Hargrave.- soffiò Voldemort soave - E non credo che nemmeno tu
potresti convincerli. Qua di neutrale vedo solo un demone di stirpe e non sei
tu, mia adorata.- aggiunse, verso Lucilla - Parlo del signor Cameron.-
-
Leiandros.- Harry si girò insieme a tutti gli altri, imprecando perché Voldemort
aveva percepito la presenza del demone puro, nonostante fosse bene nascosto
sotto il mantello - Lui potrebbe nasconderlo in un posto sicuro.-
- E creare
due portali appositi.- finì la Lancaster - Che si aprano solo per lo scopo della
partita.-
- Per noi va bene.- disse Voldemort - Harry? Credi che potrebbe
andarti come proposta?-
- Non fare il viscido con me.-
- E tu non fare il
ragazzino. Sono quasi le quattro e mezza.-
- Te lo ripeto, hai qualcos'altro
da fare per caso?-
- No, ma stare così allo scoperto mi piace poco,
specialmente contando la presenza di Thomas.- sibilò allora acidamente il Lord
Oscuro - O l'idea che mio figlio deve essere protetto ancora non ti è entrata
bene in testa?-
- A te invece non è entrata in testa l'idea che la fonte dei
suoi guai sei tu!-
- Senti senti...se vigilassi come devi forse...-
E
andarono avanti a discutere, ma Tom per una volta non stette a sentirli. Troppo
felice di rivedere Draco e tutti gli altri, stava ancora in prima fila quando
insieme a Leiandros arrivarono di volata anche Trix, Cloe e Damon.
Le due
ragazze gli volarono letteralmente fra le braccia, stringendolo tanto da
mozzargli il fiato, mentre Howthorne attese il suo turno...che quella sera
sfortunatamente non venne.
- Dio che paura che avevo!- Claire lo baciò fino a
non poterne più, continuando a stringerlo, a piangere e a ridere.
- Sei
sicuro di stare bene?- lo incalzò anche Beatrix più volte - Davvero non ti hanno
fatto niente? E hai mangiato vero? Dormivi?-
- State tranquilli, sto
benissimo!- rispose, felice e finalmente a casa, insieme ai suoi amici - Ma
perché siete qui? Chi vi ha dato il permesso?-
- Harry!-
Damon invece
taceva.
Oltre al vociare che non si placava, avvertì il quotidiano sentore di
sonnolenza.
Poi i suoi occhi azzurri divennero vacui, lontani.
E le
immagini cominciarono a sfrecciare, a sciamare.
E quando Tom se ne accorse
insieme a Claire e Beatrix, era tardi: perché se la Diurna, esattamente come
Milo e Asher, avvertì un ronzio...come di api, la King sentì una massa magica
del tutto informe avvicinarsi a loro.
Dal cielo.
Ronzio...un ronzio
quasi assordante.
E non erano api.
Damon lo vide nella sua
visione.
Artigli. Corna, coda. Occhi iniettati di sangue.
E ghigno
d'inferno.
Erano già arrivati.
Mangiamorte e Auror alzarono il viso al
cielo cupo, quando il Legimors riprese contatto con la realtà.
- TUTTI A
TERRA!-
Accadde tutto in un istante.
La prima esplosione centrò in pieno
il parapetto del ponte, proprio all'altezza di Lucilla.
Una seconda
esplosione sospinse con la sua forza d'urto Hermione, fino a farla cadere ai
piedi del rombo.
Dopo di che la pioggia di palle di fuoco, le vere
provocatrici delle esplosioni, divenne costante e sopra le teste di Mangiamorte
e Auror si ricreò uno stormo di Diavoletti del Tartaro tanto denso da non far
vedere più nemmeno il cielo.
Più agili e veloci perfino dei folletti alati, i
piccoli mostri sfrecciavano su di loro ad una velocità incredibile, lasciando
cogliere solo la loro immagine residua ma ben presto cominciarono ad
attaccare.
Guardandosi attorno disperato Harry vide Tom nascosto sotto il
mantello di suo padre, Milo e Jess che si occupavano di Cloe e Trix mentre Damon
restava chiuso fra Tristan e Clay.
Erano troppo allo scoperto.
Non avevano
un posto dove nascondersi, per replicare agli attacchi che partivano dalle loro
bacchette senza un bersaglio preciso, finendo per andare a vuoto.
Era
difficile respingerli, senza contare la forza fisica dei diavoletti.
Si
abbattevano su una vittima in picchiata e la portavano in alto, dove ne
arrivavano altri come avvoltoi per graffiare, ferire e uccidere, quindi ti
rigettavano a terra, com'era già successo a parecchi Mangiamorte distratti.
-
Bisogna nascondere il rombo Lucilla!- urlò alla demone, usando uno scudo.
-
Va bene!- replicò, tenendosi i capelli affinché non le finissero sul viso -
Porto via il rombo a Leiandros, torno subito! Cerca di proteggerli,
capito!?-
Non era facile.
Lo sciame divenne più violento quando Voldemort
ne distrusse almeno un quarto con un colpo di bacchetta.
Ripresero ad
attaccare più inferociti di prima ma non erano soli.
Tristan, giocando di
spada, vide che Duncan e tutto l'Ordine erano alle prese con degli Illuminati in
rosso.
Volgendosi indietro, anche alle spalle dei Mangiamorte ne stavano
arrivando.
Volevano il rombo...
Grimaldentis temeva per il suo esercito.
Ma per lui era tardi.
Leiandros sparì all'istante, portandosi via il prezioso
tesoro.
Da lontano, nella notte, si sentì un grido lacerante.
Era
Grimaldentis. Alle spalle dei Mangiamorte e avanzava con la mano sinistra bassa,
il Guanto di Minegon irradiato di energia.
- Oh cazzo.- sibilò Draco,
pulendosi il sangue dal sopracciglio che gli colava sul viso -
Sfregiato...arriva!-
- Che facciamo?- alitò anche Ron, decapitando l'ultimo
diavoletto che gli era arrivato a tiro - Quello ci fa saltare tutti per
aria!-
- Herm?- disse infine Harry, fissando la strega ansioso.
Ma la
Grifoncina non sembrava accorgersi di loro.
Vedeva solo Grimaldentis
avanzare.
Lo vedeva camminare. Respirare. Vivere.
Mentre suo nonno era
morto. Per colpa sua.
Incanto Demonicus.
Era la
sua occasione...
La sua vendetta era a portata di mano.
Aveva ragione il
Giocattolaio.
Le anime più pericolose sono quelle dei disperati.
Perché
non sai mai quando toccheranno il fondo della loro disperazione.
Estrasse un
coltello, pronta a passarselo sulla mano, a impegnare il suo sangue, a
dannarlo...
Fortunatamente per lei, per Draco, per tutti...Harry la
prevenne.
Concentrò la sua forza in luce verde nelle mani e la scagliò sopra
le teste dei Mangiamorte. Questo creò uno sbalzo d'aria tale da fermare
l'assalto di Grimaldentis e dei suoi Illuminati ma non li fermò per molto.
Un
paio di attacchi del Guanto e il ponte non avrebbe retto.
- Schifoso.- sibilò
Hermione, accucciandosi insieme agli altri dietro alle macerie del parapetto del
ponte - Dovevi lasciare fare a me Harry!-
- Non è il momento di mettersi a
pasticciare con la magia oscura!- replicò, abbassando la testa per evitare
l'ennesima palla di fuoco dei diavoletti - Dannazione, qualcuno stermini questi
bastardi!-
- Dove cavolo è Jeager quando serve!-
Un'altra bordata di fuoco
li prese in pieno e gl'Illuminati avanzavano.
Sulla riva ovest del Serpentine
Bridge cominciò a consumarsi un acceso duello fra Mangiamorte e Illuminati, come
avveniva anche da est, dove l'Ordine si batteva con le unghie e coi
denti.
Grimaldentis però s'era fatto strada...fino ad arrivare, fra fuoco e
fiamme, a pochi metri da loro.
Guardò Voldemort e Tom con pieno
disgusto.
Per poi fissare anche Harry, attraverso la sua maschera, pieno di
odio.
- Quanto sei caduto in basso, bambino sopravvissuto.-
- Mi sa che
qua nessuno può permettersi di parlare di bassezze.- soffiò Lord Voldemort,
sarcastico.
- Tu per primo.- aggiunse Potter, verso Grimaldentis - Quasi due
settimane fa sei stato nel Sunset.-
- Ad ammazzare gagia?- ghignò Mezzafaccia
- Te l'hanno detto, ne sono lusingato.-
Faith.
Quello non era
diverso da Voldemort, si ritrovò a pensare.
Aveva fatto ammazzare dei bambini
di otto e quattro anni.
E anche la sua piccola Faith sarebbe morta
se...se...
Serrò i denti, furibondo.
- Non penserete davvero che vi
lascerò annientare facilmente il mio esercito.- proseguì Mezzafaccia, poi batté
le mani nella direzione di Tom - Complimenti, ti sei ricordato tutto. Lo sapevo
che avrei dovuto ammazzarti già anni fa ma se pensi che ti lascerò continuare la
ridicola crociata di tuo padre ti sbagli di grosso.-
- Siamo d'accordo su
qualcosa. Io non la continuerò infatti.- rispose il grifone - Ma questo non
l'hai mai capito.-
- E pensi che ti creda?-
- Me ne frego di cosa pensi.-
sibilò, tremando.
- Hn.- Grimaldentis levò gli occhi suoi sui diavoletti del
Tartaro - Vi faranno a pazzi. Carne frasca da macello.-
- La fai troppo
facile Augustus.- rise Voldemort biecamente - Hai l'ala scoperta
ormai.-
Quello emise un gemito raschiato, pieno di disappunto.
- Anche tu
Tom. La tua ala scoperta è tuo figlio e prima o poi riuscirò ad ucciderlo!
Farete tutti la fine che meritate! Mangiamorte e Auror...siete i traditori della
stirpe dei maghi!- poi levò la mano in alto, fermando i suoi Illuminati.
Per
un attimo la battaglia si fece silenziosa, anche i diavoletti svolazzavano
immobili, attendendo ordini.
- Ritroverò i miei rombi.- minacciò - Non potete
fermarmi.-
- Sparisca.- l'avvisò Harry.
- Sei finito bambino
sopravvissuto.- l'ammonì, dandogli le spalle - E con te anche tutti i tuoi
amici. La profezia del vostro Legimors parlava chiaro. Finirete per marcire
all'inferno a causa della vostra stessa corruzione! E quando accadrà, ricordati
di guardarti indietro. Io sarò dietro di te...con la mano al collo del tuo
protetto.- e rise, in direzione di Tom, facendolo gelare - Allora non ci sarà
più nessuno a proteggerti Serpens. Né tuo padre, né quella gagia, né i tuoi
amici dai poteri maledetti...né Harry Potter. Siete finiti.-
L'alba raggiunse Kensington Gardens con un debole raggio
di luce.
I resti della battaglia affumicavano di morte e sangue quei
giardini.
Gl'Illuminati erano spariti, Mangiamorte e Auror raccoglievano i
loro feriti.
Harry Potter osservava la spada della sua famiglia, la lama
sporca di sangue...poi si volse, passando un braccio al collo di Tom e
stringendolo forte.
Finalmente.
- Tutto bene?- gli chiese Riddle.
- Si.
E tu?-
- Tutto ok.-
I passi dei Mangiamorte risvegliarono tutti. Se ne
stavano andando anche loro.
Voldemort era l'ultimo a chiudere la fila.
E
sembrava attendere.
- Vogliamo combattere per vedere chi se lo porta a casa?-
l'apostrofò Harry acidamente.
Il Lord Oscuro non rispose.
Fissava suo
figlio.
Poi rinfoderò la bacchetta.
- Lucilla mi ha riferito l'ubicazione
del rombo. Continueremo a giocare la partita, Harry.-
- Bene.- rispose
piccato - C'è qualcos'altro?-
- Si. Thomas deve terminare l'anno a Hogwarts.
È fondamentale.-
La confusione di Tom si lesse nella sua espressione, nelle
sue iridi. Perfino nel tremore delle sue spalle.
Lo lasciava libero.
-
Dov'è il trucco?- sibilò Potter.
- In questo.- l'avvisò Voldemort - Un
graffio, un graffio solo...e provvederò a rifare lo stesso a tuo figlio dieci
volte, Harry. E adesso vi saluto.-
Dopo di che si Smaterializzò via.
Senza
più una parola.
Sparirono tutti, cadaveri, feriti e spie appostate
nell'ombra.
Nei giardini rimasero solo gli Auror...e questo volta all'appello
non mancava nessuno.
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