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Autore: Kysa    04/05/2007    3 recensioni
Terza parte della saga, signori e signore. La battaglia fra Harry Potter e i Mangiamorte subisce nuove mutazioni con l'entrata in scena di personaggi ambigui che minacciano la nuova vita del bambino sopravvissuto, mentre il giovane Tom Riddle, ormai al suo ultimo anno a Hogwarts, rischia di rovinare la sua esistenza per colpa del suo passato. Ancora Harry Potter e i suoi compagni nell'ennesima guerra, in uno sfondo di amori e tragici avvenimenti. Buona lettura.
Genere: Drammatico, Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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"...Then from on high, somewhere in the distance
There's a voice that calls... remember who you are
If you lose yourself, your courage soon will follow
So be strong tonight...
Remember who you are."
Brian Adams, Sound the Bugle.

 

 





Sabato, più precisamente a pochi rintocchi dalle tre di mattina.
A Dark Hell Manor il giovane Tom Riddle si sporgeva da una terrazza di pietra del primo piano per osservare l'esercito di Mangiamorte raccoltisi nel cortile sottostante, prima dei labirinti di siepi.
Erano così tanti...
Chiuse gli occhi e strinse fra le dita l'anello di Claire, pensando intensamente a lei.
Coraggio. Lei avrebbe saputo ispirare anche un coniglio.
- Prendi.-
Riaprì gli occhi per vedere la sua bacchetta, fra le mani di Voldemort.
Gliela stava restituendo?
- Non si sa mai cosa può accadere.- gli disse, senza mutare espressione.
- E cosa ti fa credere che non la userò su di te?- lo sfidò, riprendendosela.
- Una fede semplice e sicura.-
- E sarebbe?-
- Il fatto che i rombi su di te non hanno effetto.-
- E per questo secondo te automaticamente io non sarei in grado di attaccarti.-
- Sei sveglio Thomas.- frecciò Voldemort, infilandosi il cappuccio - Forza, mancano pochi minuti all'incontro e Harry non apprezza i ritardi.-
Harry non apprezza i ritardi.
Quelle frasi.
Era una settimana che viveva con suo padre e in Tom era nata una dolorosa sicurezza.
Suo padre conosceva Harry forse molto meglio di lui.
La cosa lo atterriva.
Lo faceva sentire ogni volta tagliato fuori.
Ma era ora di andare.

A Hogwarts Harry Potter si sporse dalla finestra della Torre Oscura, in sala riunioni.
Il cortile era lucido di fiaccole e luci, sorrette dal suo esercito di Auror.
Tom. Non faceva che pensarci.
Voldemort aveva chiesto un incontro e per la prima volta nella storia Auror e Mangiamorte si sarebbero messi gli uni di fronte agli altri con intenzioni neutrali.
Sapeva che doveva aspettarsi di tutto dal Lord Oscuro, per questo Duncan aveva insistito perché fosse accompagnato al luogo dell'incontro da una scorta numerosa.
Se si doveva scatenare guerra aperta, aveva detto il capo degli Auror, allora non sarai solo.
L'Ordine della Fenice per primo aveva raggiunto la scuola di magia, per accompagnarli, custodirli, proteggerli.
Ma non era per se stesso che Harry temeva.
- Noi siamo pronti.-
Ron gli mise una mano sulla spalla - Harry...dobbiamo andare. Sono quasi le tre.-
Potter guardò il cielo un'ultima volta.
Tante stelle, ma anche delle nubi gonfie e nere.
- Allora, tutto da capo un'ultima volta.- li fermò Hermione perentoria - Mentre noi ne discutiamo, l'Ordine e le altre squadre saranno attorno a noi, nascosti ovunque, Duncan compreso. Lucilla viene con noi, mentre Jeager si apposterà fra gli alberi.-
- Perfetto. Al minimo segno di trappola facciamo partire i fuochi d'artificio.- annuì Edward - Inoltre qua a sorvegliare la scuola restano Caesar e gli altri, perciò non dovremmo avere problemi.-
- E invece un problema ce l'avete.-
Gli Auror si voltarono verso la porta d'ingresso.
Damon, Cloe, Trix e Asher erano sulla soglia.
- Andate a riprendere Tom, vero?- sbottò la King.
- E quando pensavate di dircelo?- chiese anche Trix.
- E' un incontro. Una sicura trappola.- spiegò Tristan - Tornate a letto.-
- Non ci penso neanche.- sibilò Damon, gli occhi letteralmente ghiacciati - E' da una settimana che non ci dite più niente, che non abbiamo sue notizie e adesso andate a riprenderlo e noi dovremmo restare qua? Non credo proprio.-
- Senza contare che ci sarà anche mio padre, ne sono sicuro.- finì Asher, nervoso - Non conoscete i sistemi dei mannari, con me eviterete un bel po' di guai. Farò in modo che non vedano.-
- Voi siete matti e siete dei ragazzini.- disse loro la Mcgranitt, intervenuta con gli altri insegnanti - Non ve lo lasceremo fare! Solo perché ora siete tutti maggiorenni non significa che possiate fare come volete! Se ne occuperanno gli Auror del signor Riddle!-
Damon non spostò lo sguardo da Harry e Draco.
Neanche l'aveva sentita.
- Se dieci anni fa Voldemort avesse preso Ron...- sussurrò in direzione del bambino sopravvissuto - Se dieci anni ti avesse preso il tuo migliore amico...avresti ascoltato gli Auror che ti dicevano di startene a casa?-
Già, quell'età in cui si è impotenti Harry non se l'era scordata.
Si rivedeva in quei quattro paia d'occhi.
Così tanta forza, così tanto coraggio...che niente poteva spegnere.
"Facciamoli venire."
Harry rise, sentendo la voce di Draco in testa.
"Siamo d'accordo..." e lo guardò spegnere la sigaretta, indifferente "Forse questa notte grandinerà."
"Probabile Sfregiato."
Harry tornò serio, volgendosi verso i ragazzi.
- Vestitevi.- ordinò - Ma Leiandros vi terrà sotto stretto controllo.-
- Cosa?!- sbottò la Mcgranitt - Potter ma non puoi!-
- Sono studenti, non Auror!- berciò anche Piton.
- E sono maggiorenni.- replicò il bambino sopravvissuto, infilandosi il mantello - Hanno poteri che potrebbero servirmi. Beatrix di certo non rischia niente e dubito che qualcuno le si avvicinerà tanto da poterle tagliare la testa e Cloe e Damon sapranno fiutare il pericolo, anche se come ho detto staranno indietro con Leiandros. C'è anche Lucilla.-
- Continuo a dirlo, non puoi farlo!- gracchiò la professoressa di Trasfigurazione - Albus dì qualcosa!-
Il preside Silente puntò lo sguardo azzurro sugli studenti...per poi passare a Harry.
Se c'era una cosa che il vecchio mago negli anni aveva conosciuto molto bene, è il desiderio dei bambini, dei giovani...di lottare per ottenere la pace. O per riconquistare affetti perduti.
- E' pericoloso, Harry.- gli disse - La presenza di Tom e dei ragazzi potrebbe offuscare la tua capacità di giudizio. Nonostante questo però...la loro stessa presenza potrebbe anche spingere questa spedizione nel senso giusto. Come hai detto tu, sono ragazzi in gamba e io confido che Leiandros Cameron e Lucilla saranno più che sufficienti, per difendervi tutti.-
- Quindi le sta bene?- fece Ron stupito.
- Col tempo ho imparato a confidare nelle potenzialità dei giovani.- sorrise Silente, bonario - Ma mi raccomando, Harry. Attenzione.-
- Si.- annuì il bambino sopravvissuto - Le faccio avere notizie il prima possibile.-
- Siete pronti voi quattro?- chiese Hermione, alla fine.
E tutti e quattro annuirono.
Si andava a riprendere Tom.


Kensington Gardens.
I giardini di Kensington erano immersi in una sorta di lattiginosa nebbiolina, sospesa a pochi metri da terra.
Da quel confine, buio totale.
Un distacco notevole, da ombra impenetrabile a un pallore spettrale.
Ogni parte in causa, entrando da punti diversi del parco, conosceva alla perfezione il punto d'incontro.
I Kensington Gardens infatti erano stati separati dai giardini immensi di Hyde Park nel 1689.
Il confine tra i due parchi era anche il punto di ritrovo delle due fazioni, il Serpentine Bridge, ponte separatorio del lago Serpentine e del LongWater.
Per gli Auror, che passarono dalle entrate a est, l'atmosfera era resa più tesa dalle luci pallide accese ovunque, grazie all'impianto d'illuminazione del parco, inoltre percorrendo il sentiero accanto a Round Pond, un lago artificiale quasi al centro del parco, anatre e cigni addormentati si svegliarono di botto, agitandosi e mettendo in allarme gli animi.
Più a ovest del lago, verso Kensington Palace, i Mangiamorte attraversarono i passaggi ricoperti di pietre lisce ed eleganti, passando di fronte alla statua della regina Vittoria, come un silenzioso sciame di gatti neri.
Testimone del loro passaggio fu anche la statua di Peter Pan.
Poi finalmente il Serpentine Bridge apparve di fronte a tutti.
Sospeso sull'acqua, i pilastri immersi nella nebbia, come se fosse stato sospeso anche nel tempo.
Lampade piombate a forma sferica rendevano ancora più marmorea l'atmosfera.
Alcuni cigni addormentati passarono sotto le arcate, sparendo...
Poco per volta le figure ammantate raggiunsero le sponde del ponte...e le varcarono.
I primi a distinguersi, Harry Potter e Lord Voldemort.
Ognuno a bacchetta bassa, capo dritto, ma molti a volto coperto.
Nelle file dei Mangiamorte si poteva vedere anche Fenrir Greyback, così più alto dei maghi umani.
L'unica vestita di bianco era Lucilla dei Lancaster, accanto al bambino sopravvissuto.
Arrivati a due metri di distanza, si fermarono tutti.
Voldemort stava nascosto sotto il cappuccio del mantello e non poté trattenere un sorriso.
Dio, quanto erano caduti in basso.
Un tempo lui e Harry avrebbero riso davanti alla follia della possibilità di un mutuo scambio.
E ora invece...costretti anche quello.
E dall'espressione del suo nemico, dal lampo nei suoi occhi smeraldini, Voldemort capì che non c'era collera più grande di quella di Harry Potter, in quella mattina senza stelle né sogni.
- Avete portato i vostri rombi?- chiese Vanessa Lestrange.
- E voi avete portato i vostri?- replicò Ron.
- Spero non ci abbiate fatto venire qua per niente.- sibilò la strega, mostrando con alterigia una smorfia di palese disgusto - Trattare con mezzosangue e Auror è già abbastanza vergognoso.-
- Un'altra parola e non vedrai sorgere il sole Vanessa.-
La voce del bambino sopravvissuto colpì l'orda dei Mangiamorte del tutto impreparata.
- Patti chiari amicizia lunga.- continuò Harry - Questa pagliacciata l'avete voluta voi, facciamo questa cosa e che sia finita alla svelta ma una sola parola sbagliata e giuro che trasformerò questi giardini in un lago di lava. E voi ci finirete a sguazzare dentro, sono stato abbastanza chiaro?-
Dalle file di Voldemort si levò un mormorio minaccioso, gli Auror invece avevano già le mani sulle spade.
Perciò alla fine l'unica cosa da fare fu pacificare, per il momento, quegli animi bollenti.
E il Lord Oscuro conosceva un solo modo per farlo.
- Calma i tuoi uomini Harry.- gli disse, pacato - Non siamo qua per combattere.-
Ma purtroppo per Riddle innescò una miccia che non sarebbe stato facile spegnere.
Infatti il bambino sopravvissuto aspettava solo una parola, un accenno...e così si avvicinò, senza paura, senza indecisione.
A un metro da Voldemort, aveva la sensazione di volerlo uccidere a mani nude.
- Calmarmi?- gli ringhiò fra i denti - Calmarmi? Tu vieni a dirmi di calmarmi? Infame bastardo, l'hai rapito davanti a tutta Londra e vieni a dirmi di mantenere il sangue freddo? Ti giuro che non sarò soddisfatto finché non avrò sentito le ossa spazzarsi sotto le mie dita!-
Voldemort levò un sopracciglio.
- Oh, siamo giunti a questo...una rissa?-
Lo scherno fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Harry aveva la mano alta, serrata a pugno, che il suo Bracciale del Destino schizzò indietro, impedendogli di sferrare il colpo. Si voltò con ira verso Draco, ma Malfoy non gli prestò attenzione, avvicinatosi con Lucilla, Ron, Edward e la squadra di Gary.
- Finiamola.- ordinò la Lancaster perentoria - Fateci vedere i rombi.-
- Vi ho chiamato io, come ha detto Harry.- le ricordò Voldemort - Sei diventata diffidente mia cara.-
- Quando si tratta di te la diffidenza è d'obbligo.- rispose, osservando Rafeus Lestrange dondolarle sotto al naso un sacco di velluto pieno di rombi - Allora, sarebbero questi i Pugna Laeta?-
- Esatto.-
- Dov'è Tom?- s'intromise Harry.
Voldemort assottigliò le palpebre - Mio figlio sta bene.-
- Hai un bel coraggio a chiamarlo tuo figlio, dopo tutto quello che hai fatto!-
- Sfregiato non siamo qua per una seduta famigliare.- Draco lo prese per il polso, serrando la presa con forza - Ma se entro due minuti Tom non si vede possiamo prenderci la briga e il piacere aggiungo, di comportarci di conseguenza.-
- Cugino, non sai in che guai ti stai cacciando.- lo minacciò Rafeus.
- Come sta il braccio?- soffiò Harry allora.
Mancò poco che scattasse anche Lestrange, con la bacchetta naturalmente, che gli altri dovettero di nuovo fermarlo.
Insomma, era un continuo attacca e difesa, un continuo di scherni ed esplosioni di liti
- La pagherete cara, ricordatevelo!- li minacciò anche Theodor Nott, sempre più corpulento e folle.
- Quello non ha mai capito un cazzo in vita sua.-
A mugugnare quella frase era stato Blaise Zabini, rimasto indietro con Duncan e la squadra di Kingsley, rintanati nella costruzione dell'Albert Memorial, posto su una collinetta poco lontana dal lago, da cui si godeva di un'ottima visuale.
Fra gli alberi, su un pino folto e scuro, Jeager e Asher si gingillavano nell'attesa di qualche fuoco d'artificio, anche se il giovane principe aveva i suoi dubbi che suo padre se ne sarebbe stato fermo, docile e tranquillo, di fronte a Potter.
Serrò i denti, stringendo anche con forza la mano sulla balestra.
- Piano cucciolo di lupo.- gli disse Crenshaw, senza staccare gli occhi dalla scena - Che vuoi fare? Ammazzarlo?-
- Fa conto che lui ha ucciso me.-
- Rendergli la pariglia ti farà sentire meglio?-
- Cosa sei? Un demone o un pastore?-
Jeager rise, vedendo dei movimenti nelle file dei Mangiamorte.
Arrivava!
Si mise fra le labbra un fischietto che non produsse, ad orecchio umano, mannaro o vampiro, alcun suono.
Ma Leiandros Cameron, appostato in fondo all'armata degli Auror, percepì nitidamente quel suono.
Si volse appena sopra la spalla, strizzando l'occhio a Trix, Damon e Cloe, ammantati sotto il Mantello dell'Invisibilità.
- Arriva.- sussurrò loro - Mi raccomando. Nervi saldi ragazzi.-
Aguzzando la vista col cuore in gola i tre finalmente lo rividero.
Fra le tante maschere di teschi dei Mangiamorte, ne uscì Tom, anche lui vestito di nero, anche lui coperto dal cappuccio...che però non riuscì a celare il sorriso che gli salì alle labbra quando passò accanto al padre, che non lo bloccò mai, per correre ad abbracciare Lucilla, Draco, Harry...e tutti gli altri.
- Nessun graffio?- gli chiese Malfoy, controllandolo.
- Tutto benissimo.- rispose, sorridendo con gioia al cugino e al bambino sopravvissuto - Sto benissimo.-
- Ne dubitavate?- ironizzò Voldemort.
- Meglio che non ti dica cosa penso.- gli ringhiò Potter fra i denti, tenendosi vicino Tom.
- Se non ricordo male ti avevo avvisato.- disse allora il Lord Oscuro, cominciando ad irritarsi - Ti avevo detto di badarci e invece gli Illuminati hanno continuato ad entrare a Hogwarts.-
- Si ma in quel cratere non ci sei entrato tu a cercarlo, o sbaglio?- urlò allora Harry, ora i due nemici più vicini che mai, pronti a sputarsi in faccia ogni briciola di rabbia, con Tom schiacciato letteralmente in mezzo.
- Ehi, ehi!- sbottò il grifone, notando con la coda dell'occhio Rafeus e Vanessa pronti ad attaccare - Siamo qua per i Pugna Laeta!-
- Si fottano.- sibilò Harry, continuando a spingere, come per arrivare finalmente a Voldemort.
- E va bene, adesso basta.- Lucilla riprese Potter per la spalla, spingendolo leggermente indietro - Sono stufa. Ci avete fatto portare qua tutti i rombi, adesso Tom dicci come diavolo funzionano e facciamola finita.-
- Tenete i vostri cani al guinzaglio.- gli occhi rossi di Voldemort lampeggiarono - Un passo falso e non saremo gli unici a perdere la calma.-
- Lo stesso vale per te.- gli disse Lucilla, indifferente - Allora?-
Voldemort guardò il figlio e con un'espressione eloquente lo invitò ad esporre la questione.
- Prego.- e levò il braccio, per lasciarlo fare.
- Bhè...- Tom si sentì addosso gli sguardi di tutti gli Auror - Ecco...chi ha i rombi?-
Ron alzò il sacchetto - Ti servono ora Tom?-
- No, ancora un secondo. Dunque, una premessa...usando il Legilimens mi sono finalmente ricordato quale fosse il primario utilizzo dei rombi. Prima ancora di essere Poli Negativi per l'animazione dei fantocci di Mezzafaccia sono...delle pedine di un gioco.-
E tacque, attendendo le reazioni degli Auror.
Come suo padre, anche Harry lo fissò con un sopracciglio alzato.
- Un gioco.- ribatté - Stai scherzando.-
- No. Purtroppo no.- sibilò Voldemort con una nota di schifo al cubo nella voce - Il Legilimens l'ho fatto io.-
- Un gioco.- disse ancora Tristan, accanto a Lucilla e Draco - Che tipo di gioco?-
- Tipo dama, ma con quattro pedine. E non si gioca in orizzontale.- continuò Tom, riacquistando sicurezza - Ecco, i rombi sono le pedine del gioco, il Pugna Laeta. È un vecchio gioco romano, mi ricordo che Grimaldentis ci giocava spesso davanti...bhè, alla mia cella nei Sotterranei...-
- Oddio.- alitò Hermione, sbattendo gli occhi - Adesso ricordo anche io...-
- Vero?- la incalzò il giovane Grifondoro - Ti ricordi che le pedine si componevano in un rombo più grande?-
- Aspetta, aspetta...- lo fermò Harry - Piano mostriciattolo, ricomincia da capo. Stai dicendo che l'esercito dei Pugna Laeta di Grimaldentis è formato da questi rombi che in realtà sono pedine di un gioco romano?-
- Esatto.- rispose Voldemort, per il figlio - I rombi non si possono distruggere, ma si possono eliminare sotto forma di pedine. Quindi l'unico modo per sistemare l'esercito di Augustus è giocando con i suoi rombi, di conseguenza eliminando i suoi uomini mossa per mossa.-
- Mi hai fatto venire fin qua a quest'ora per giocare a una partita a dama?- esplose allora Harry.
- Vedi un'altra soluzione?- ironizzò il Lord Oscuro.
- Perciò l'unico modo per eliminare il suo esercito è mangiargli le pedine.- alitò Jess Mckay - E come facciamo?-
- Bhè, prima di tutto giocheremo la partita non per vincere, ma solo per finire. Alla fine rimane una sola pedina, quella del vincitore, che poi scompare da sola. Il problemino è che noi abbiamo...- Tom scosse la testa, dannandosi - Il problema è che i Mangiamorte hanno trovato in tutto 144 pezzi. Voi quanti ne avete?-
- 112 qui.- disse Ron - Più i venti che ha Tristan, trovati l'altra mattina dalle fate nella Foresta Proibita.-
- Li manda coi gufi, lo sapete?- chiese Voldemort.
- Si e sappiamo che i gufi passano sul Tower Bridge. Pensiamo anche che fra gl'ingranaggi ci sia un portale per raggiungere l'Arca ma non abbiamo ancora trovato niente.- concluse Lucilla.
- 132 e 144...Dio, solo 276 pezzi. Cazzo.- sbottò Tom - Chissà dove sono gli altri...-
- Come sarebbe solo?- fece Draco - Quante sono le pedine?-
- 570.- e Tom incassò la testa nelle spalle, in attesa di una sfuriata storica...ma più o meno tutti si limitarono a sbiancare. Ebbe anche l'impressione di sentire un "Nooooo" nella notte, forse di Duncan Gillespie.
- Perché non piantiamo a quell'uomo un pugnale in gola e non la facciamo finita?- se ne uscì Fenrir Greyback.
- Odio sottolineare l'ovvio ma mi sembra la proposta più sensata.- sentenziò Hermione, incrociando le braccia - Questa faccenda rischia di andare avanti per mesi e nel frattempo quei Poli possono finire nelle mani di chiunque.-
- Si ma anche se Mezzafaccia morisse l'esercito andrebbe avanti lo stesso.- le spiegò Lucilla - Si tratta di Voluptas Incantazio. L'incantesimo di un mago che prosegue anche dopo la sua morte.-
- Nemmeno tu puoi farci niente?- le chiese la Grifoncina.
- Io neanche dovrei essere qua.- replicò la Lancaster.
- Perciò l'unica è giocarsi questa partita.- finì Harry con un sospiro - Ma bene, che meraviglia.-
- Vogliamo andare avanti?- ruggì Voldemort - Io non ho tutta la giornata da perdere.-
- Che altro hai da fare? Massacrare qualche mezzosangue?- lo sfidò Potter.
- La finiamo?- lo zittì di nuovo Lucilla - Forza Tom, continua a spiegarci le regole.-
- Ok...bhè, prima di tutto bisogna aprire i rombi. Perché si mostri il segno della pedina...si, quelli a metà...e dovete girarlo mettendo le dita sugli spigoli...- mentre parlava faceva vedere come fare, sotto al naso degli Auror - Come se fosse un cubo di Rubik. Ecco, appena scatta s'illumina il simbolo.-
- Questo cos'è?- chiese Lucilla, tenendo un rombo aperto sul palmo - E perché il tuo brilla di blu e il mio di rosso?-
- Per distinguerli da quelli dell'altra fazione, ecco tutto. Quelli dei Mangiamorte sono blu, i nostri rossi.- continuò, ignorando Rafeus che schioccava la lingua irritato - Ora vi spiego i simboli. Naturalmente il gioco è romano, quindi ci sono immagini che richiamano leggende o dei.-
Frugò nel sacco che gli teneva Vanessa e ne estrasse un pedone. - Ecco, il pedone normale è questo, un cerchio tagliato in due fa una freccia. È la pedina più semplice. Si muove senza costrizioni ma non può "mangiare".-
- Questo cos'è?- chiese Tristan, porgendogli un altro rombo.
- Lupo.- spiegò il grifone - Il lupo si muove solo in avanti e mangia sia lupi che pedoni.-
- Chimera?- Hermione alzò un'altra pedina - Giusto? È la chimera vero?-
- Si, la chimera mangia pedoni, lupi e altre chimere. Si muove in diagonale. E l'ultimo...ecco, questo è il fulmine, simbolo di Zeus. Questa mangia tutto ma non gli altri fulmini a meno che questi non siano accanto a un pedone. E alla fine dei 570 pezzi ne rimane solo uno, di un solo colore, che indica il vincitore.-
- Cosa che a noi non frega.- soffiò Harry.
- Già.-
- Ok, va bene...ma come si dispongono? Non c'è una base?-
- Faccio io.-
Ormai erano tutti radunati in cerchio attorno a Tom che aveva mescolato i loro rombi tutti insieme.
Tirò poi fuori la bacchetta, facendo sobbalzare i Mangiamorte e quindi lanciò il sacco di velluto in aria.
Bastò un rapido colpo di un incantesimo a loro sconosciuto.
- Dissipatio!-
Il sacco di velluto esplose letteralmente, i rombi volarono ovunque ma quando cominciarono a ricadere su di loro, fu come se una strana forza alata cominciasse a raccoglierli tutti. Dopo una serie di fluidi movimenti, davanti agli sguardi sconvolti di entrambe le fazioni, le pedine si accozzarono tutte in un incastro perfetto.
E ciò che ne rimase fu un rombo bianco decine di volte più grande, ricoperto di simboli luminosi rossi e blu.
- Merlino aiutaci.- bofonchiò Blaise da lontano, osservando la scena - C'è proprio un sacco di gente con nulla da fare tutto il giorno. Fancazzisti...andassero tutti in malora.-
- Siamo nei guai gente.- ringhiò Sirius, accanto a Zabini e Duncan - Nei guai fino al collo.-
- Bene.- Tom si fece indietro, guardando il suo lavoro - Mi sembra di aver fatto tutto correttamente...-
- Come accidenti si fa a giocare con quel bidone messo in questo modo?- sbraitò Rafeus - E' un rombo gigante! Non puoi metterli per orizzontale come ogni stramaledetta dama?-
- Se potessi non credi che l'avrei già fatto?- ironizzò Tom sarcastico.
- Maledizione, io ti...-
- Per favore.- li placò Vanessa, sentendo gli occhi di Voldemort addosso.
- Io avrei una domanda.- s'intromise Edward.
- Se una volta incastrati i pezzi così possono rubarceli?- lo prevenne Riddle - Si.-
- Ottimo.- Dalton levò le mani - Gente, dove lo nascondiamo adesso questo coso?-
- La Gringott non va bene?- propose Tom.
- Certo e quando devo aggiungere altri pezzi mi presento io ai folletti?- fece Voldemort - Scordatelo Thomas.-
- E allora dove vuoi metterlo? A Dark Hell Manor?- seguì Harry - Ora sei tu che devi scordartelo.-
- Hai altre proposte?-
- Certo che ne ho.-
- Sentiamole.-
- L'ufficio Misteri. Non hai mai avuto difficoltà ad entrarci.- disse Potter sarcastico - O sbaglio?-
- Un conto era entrarci una notte per rubare una profezia.- gli fece notare Voldemort - Un altro è entrarci regolarmente.-
- Un posto isolato. A cui gl'Illuminati non pensino.- disse Hermione, sovrastando le varie proposte - L'ultimo che a Grimaldentis verrebbe in mente.-
- La sede dell'Ordine della Fenice?- frecciò Vanessa scrutandola con alterigia.
- Pensavo a qualcuno neutrale.- si spiegò meglio la Grifoncina - Forse la Dama Nera.-
- I gagia non hanno mai apprezzato i nostri problemi, signorina Hargrave.- soffiò Voldemort soave - E non credo che nemmeno tu potresti convincerli. Qua di neutrale vedo solo un demone di stirpe e non sei tu, mia adorata.- aggiunse, verso Lucilla - Parlo del signor Cameron.-
- Leiandros.- Harry si girò insieme a tutti gli altri, imprecando perché Voldemort aveva percepito la presenza del demone puro, nonostante fosse bene nascosto sotto il mantello - Lui potrebbe nasconderlo in un posto sicuro.-
- E creare due portali appositi.- finì la Lancaster - Che si aprano solo per lo scopo della partita.-
- Per noi va bene.- disse Voldemort - Harry? Credi che potrebbe andarti come proposta?-
- Non fare il viscido con me.-
- E tu non fare il ragazzino. Sono quasi le quattro e mezza.-
- Te lo ripeto, hai qualcos'altro da fare per caso?-
- No, ma stare così allo scoperto mi piace poco, specialmente contando la presenza di Thomas.- sibilò allora acidamente il Lord Oscuro - O l'idea che mio figlio deve essere protetto ancora non ti è entrata bene in testa?-
- A te invece non è entrata in testa l'idea che la fonte dei suoi guai sei tu!-
- Senti senti...se vigilassi come devi forse...-
E andarono avanti a discutere, ma Tom per una volta non stette a sentirli. Troppo felice di rivedere Draco e tutti gli altri, stava ancora in prima fila quando insieme a Leiandros arrivarono di volata anche Trix, Cloe e Damon.
Le due ragazze gli volarono letteralmente fra le braccia, stringendolo tanto da mozzargli il fiato, mentre Howthorne attese il suo turno...che quella sera sfortunatamente non venne.
- Dio che paura che avevo!- Claire lo baciò fino a non poterne più, continuando a stringerlo, a piangere e a ridere.
- Sei sicuro di stare bene?- lo incalzò anche Beatrix più volte - Davvero non ti hanno fatto niente? E hai mangiato vero? Dormivi?-
- State tranquilli, sto benissimo!- rispose, felice e finalmente a casa, insieme ai suoi amici - Ma perché siete qui? Chi vi ha dato il permesso?-
- Harry!-
Damon invece taceva.
Oltre al vociare che non si placava, avvertì il quotidiano sentore di sonnolenza.
Poi i suoi occhi azzurri divennero vacui, lontani.
E le immagini cominciarono a sfrecciare, a sciamare.
E quando Tom se ne accorse insieme a Claire e Beatrix, era tardi: perché se la Diurna, esattamente come Milo e Asher, avvertì un ronzio...come di api, la King sentì una massa magica del tutto informe avvicinarsi a loro.
Dal cielo.
Ronzio...un ronzio quasi assordante.
E non erano api.
Damon lo vide nella sua visione.
Artigli. Corna, coda. Occhi iniettati di sangue.
E ghigno d'inferno.
Erano già arrivati.
Mangiamorte e Auror alzarono il viso al cielo cupo, quando il Legimors riprese contatto con la realtà.
- TUTTI A TERRA!-
Accadde tutto in un istante.
La prima esplosione centrò in pieno il parapetto del ponte, proprio all'altezza di Lucilla.
Una seconda esplosione sospinse con la sua forza d'urto Hermione, fino a farla cadere ai piedi del rombo.
Dopo di che la pioggia di palle di fuoco, le vere provocatrici delle esplosioni, divenne costante e sopra le teste di Mangiamorte e Auror si ricreò uno stormo di Diavoletti del Tartaro tanto denso da non far vedere più nemmeno il cielo.
Più agili e veloci perfino dei folletti alati, i piccoli mostri sfrecciavano su di loro ad una velocità incredibile, lasciando cogliere solo la loro immagine residua ma ben presto cominciarono ad attaccare.
Guardandosi attorno disperato Harry vide Tom nascosto sotto il mantello di suo padre, Milo e Jess che si occupavano di Cloe e Trix mentre Damon restava chiuso fra Tristan e Clay.
Erano troppo allo scoperto.
Non avevano un posto dove nascondersi, per replicare agli attacchi che partivano dalle loro bacchette senza un bersaglio preciso, finendo per andare a vuoto.
Era difficile respingerli, senza contare la forza fisica dei diavoletti.
Si abbattevano su una vittima in picchiata e la portavano in alto, dove ne arrivavano altri come avvoltoi per graffiare, ferire e uccidere, quindi ti rigettavano a terra, com'era già successo a parecchi Mangiamorte distratti.
- Bisogna nascondere il rombo Lucilla!- urlò alla demone, usando uno scudo.
- Va bene!- replicò, tenendosi i capelli affinché non le finissero sul viso - Porto via il rombo a Leiandros, torno subito! Cerca di proteggerli, capito!?-
Non era facile.
Lo sciame divenne più violento quando Voldemort ne distrusse almeno un quarto con un colpo di bacchetta.
Ripresero ad attaccare più inferociti di prima ma non erano soli.
Tristan, giocando di spada, vide che Duncan e tutto l'Ordine erano alle prese con degli Illuminati in rosso.
Volgendosi indietro, anche alle spalle dei Mangiamorte ne stavano arrivando.
Volevano il rombo...
Grimaldentis temeva per il suo esercito. Ma per lui era tardi.
Leiandros sparì all'istante, portandosi via il prezioso tesoro.
Da lontano, nella notte, si sentì un grido lacerante.
Era Grimaldentis. Alle spalle dei Mangiamorte e avanzava con la mano sinistra bassa, il Guanto di Minegon irradiato di energia.
- Oh cazzo.- sibilò Draco, pulendosi il sangue dal sopracciglio che gli colava sul viso - Sfregiato...arriva!-
- Che facciamo?- alitò anche Ron, decapitando l'ultimo diavoletto che gli era arrivato a tiro - Quello ci fa saltare tutti per aria!-
- Herm?- disse infine Harry, fissando la strega ansioso.
Ma la Grifoncina non sembrava accorgersi di loro.
Vedeva solo Grimaldentis avanzare.
Lo vedeva camminare. Respirare. Vivere.
Mentre suo nonno era morto. Per colpa sua.
Incanto Demonicus.
Era la sua occasione...
La sua vendetta era a portata di mano.
Aveva ragione il Giocattolaio.
Le anime più pericolose sono quelle dei disperati.
Perché non sai mai quando toccheranno il fondo della loro disperazione.
Estrasse un coltello, pronta a passarselo sulla mano, a impegnare il suo sangue, a dannarlo...
Fortunatamente per lei, per Draco, per tutti...Harry la prevenne.
Concentrò la sua forza in luce verde nelle mani e la scagliò sopra le teste dei Mangiamorte. Questo creò uno sbalzo d'aria tale da fermare l'assalto di Grimaldentis e dei suoi Illuminati ma non li fermò per molto.
Un paio di attacchi del Guanto e il ponte non avrebbe retto.
- Schifoso.- sibilò Hermione, accucciandosi insieme agli altri dietro alle macerie del parapetto del ponte - Dovevi lasciare fare a me Harry!-
- Non è il momento di mettersi a pasticciare con la magia oscura!- replicò, abbassando la testa per evitare l'ennesima palla di fuoco dei diavoletti - Dannazione, qualcuno stermini questi bastardi!-
- Dove cavolo è Jeager quando serve!-
Un'altra bordata di fuoco li prese in pieno e gl'Illuminati avanzavano.
Sulla riva ovest del Serpentine Bridge cominciò a consumarsi un acceso duello fra Mangiamorte e Illuminati, come avveniva anche da est, dove l'Ordine si batteva con le unghie e coi denti.
Grimaldentis però s'era fatto strada...fino ad arrivare, fra fuoco e fiamme, a pochi metri da loro.
Guardò Voldemort e Tom con pieno disgusto.
Per poi fissare anche Harry, attraverso la sua maschera, pieno di odio.
- Quanto sei caduto in basso, bambino sopravvissuto.-
- Mi sa che qua nessuno può permettersi di parlare di bassezze.- soffiò Lord Voldemort, sarcastico.
- Tu per primo.- aggiunse Potter, verso Grimaldentis - Quasi due settimane fa sei stato nel Sunset.-
- Ad ammazzare gagia?- ghignò Mezzafaccia - Te l'hanno detto, ne sono lusingato.-
Faith.
Quello non era diverso da Voldemort, si ritrovò a pensare.
Aveva fatto ammazzare dei bambini di otto e quattro anni.
E anche la sua piccola Faith sarebbe morta se...se...
Serrò i denti, furibondo.
- Non penserete davvero che vi lascerò annientare facilmente il mio esercito.- proseguì Mezzafaccia, poi batté le mani nella direzione di Tom - Complimenti, ti sei ricordato tutto. Lo sapevo che avrei dovuto ammazzarti già anni fa ma se pensi che ti lascerò continuare la ridicola crociata di tuo padre ti sbagli di grosso.-
- Siamo d'accordo su qualcosa. Io non la continuerò infatti.- rispose il grifone - Ma questo non l'hai mai capito.-
- E pensi che ti creda?-
- Me ne frego di cosa pensi.- sibilò, tremando.
- Hn.- Grimaldentis levò gli occhi suoi sui diavoletti del Tartaro - Vi faranno a pazzi. Carne frasca da macello.-
- La fai troppo facile Augustus.- rise Voldemort biecamente - Hai l'ala scoperta ormai.-
Quello emise un gemito raschiato, pieno di disappunto.
- Anche tu Tom. La tua ala scoperta è tuo figlio e prima o poi riuscirò ad ucciderlo! Farete tutti la fine che meritate! Mangiamorte e Auror...siete i traditori della stirpe dei maghi!- poi levò la mano in alto, fermando i suoi Illuminati.
Per un attimo la battaglia si fece silenziosa, anche i diavoletti svolazzavano immobili, attendendo ordini.
- Ritroverò i miei rombi.- minacciò - Non potete fermarmi.-
- Sparisca.- l'avvisò Harry.
- Sei finito bambino sopravvissuto.- l'ammonì, dandogli le spalle - E con te anche tutti i tuoi amici. La profezia del vostro Legimors parlava chiaro. Finirete per marcire all'inferno a causa della vostra stessa corruzione! E quando accadrà, ricordati di guardarti indietro. Io sarò dietro di te...con la mano al collo del tuo protetto.- e rise, in direzione di Tom, facendolo gelare - Allora non ci sarà più nessuno a proteggerti Serpens. Né tuo padre, né quella gagia, né i tuoi amici dai poteri maledetti...né Harry Potter. Siete finiti.-

L'alba raggiunse Kensington Gardens con un debole raggio di luce.
I resti della battaglia affumicavano di morte e sangue quei giardini.
Gl'Illuminati erano spariti, Mangiamorte e Auror raccoglievano i loro feriti.
Harry Potter osservava la spada della sua famiglia, la lama sporca di sangue...poi si volse, passando un braccio al collo di Tom e stringendolo forte.
Finalmente.
- Tutto bene?- gli chiese Riddle.
- Si. E tu?-
- Tutto ok.-
I passi dei Mangiamorte risvegliarono tutti. Se ne stavano andando anche loro.
Voldemort era l'ultimo a chiudere la fila.
E sembrava attendere.
- Vogliamo combattere per vedere chi se lo porta a casa?- l'apostrofò Harry acidamente.
Il Lord Oscuro non rispose.
Fissava suo figlio.
Poi rinfoderò la bacchetta.
- Lucilla mi ha riferito l'ubicazione del rombo. Continueremo a giocare la partita, Harry.-
- Bene.- rispose piccato - C'è qualcos'altro?-
- Si. Thomas deve terminare l'anno a Hogwarts. È fondamentale.-
La confusione di Tom si lesse nella sua espressione, nelle sue iridi. Perfino nel tremore delle sue spalle.
Lo lasciava libero.
- Dov'è il trucco?- sibilò Potter.
- In questo.- l'avvisò Voldemort - Un graffio, un graffio solo...e provvederò a rifare lo stesso a tuo figlio dieci volte, Harry. E adesso vi saluto.-
Dopo di che si Smaterializzò via.
Senza più una parola.
Sparirono tutti, cadaveri, feriti e spie appostate nell'ombra.
Nei giardini rimasero solo gli Auror...e questo volta all'appello non mancava nessuno.

 

 

 

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