Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: foREVerA7X    22/10/2012    2 recensioni
Vi siete mai fermati a pensare quanta gente vive una relazione a distanza vedendosi poche volte? bene è il caso di Andy e Alicia. Amiche dalle elementari separate alle superiori per il lavoro dei genitori che le vede costrette a salutarsi, ma Andy capirà una cosa da quella giornata.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
HAPPY BIRTHDAY
 
Frederick P.O.V.
 
Strinsi il foglietto che mi aveva appena dato e la guardai sorridente mentre se ne andava con sua madre a casa. Per fortuna che stava bene, se no sua madre mi avrebbe ucciso seriamente.
Mi voltai infilando le mani in tasca insieme al foglietto e mi incamminai verso la mia classe che avevo abbandonato per seguire Andy.
Ancora non mi capacito del perché sia così scontrosa con tutti, infondo è una bella ragazza e anche simpatica, nonché pazza e con le sue idee e opinioni che difficilmente puoi controbattere. Sembra tanto quella pazza della mia cugina. Chissà come starà ora che si è trasferita dall’altra parte del continente. Feci spallucce sbuffando una risata e mi avvia al bagno, era da quando stavo con Andy che non ci andavo e avevo un impellente bisogno di svuotarmi. Tirai l’acqua ed uscii dal bagno, ma venni fermato da Kat che mi spinse contro la porta di quest’ultimo facendomi sbattere la testa, e dai suoi amici. Ci mancavano solo loro ora
- Rick, ti ho visto con quella ragazza. Che mi combini? – rise tenendomi contro la porta del bagno e scatenando le risate degli altri. Che cazzo avevano da ridere quei cazzoni? – Quante volte ti ho detto che non devi sconfinare Rick? Tieni le mani apposto. – mi picchiettò sul petto con l’indice guardando il punto esatto dove affondava, per poi tirarmi un pugno in pieno stomaco ed uscire seguito da quei bastardi dei suoi amici ridendo e lasciandomi ad agonizzare a terra. In un solo giorno mi ero preso un occhio nero, un pugno nello stomaco e mi probabilmente mi stava venendo anche la febbre. Fanculo.
Kat era il mio migliore amico alle medie, ma da quando siamo andati al liceo ed è diventato capitano della squadra di football, non fa altro che prendersela con me. non ho mai capito il perché. Inizialmente pensavo fosse per attirare la mia attenzione, o quella degli altri e farsi vedere grande ai loro occhi, ma più andava avanti e più capivo che non era per quello. Lo mi considera una minaccia per il suo “territorio”. Le ragazze. Ma può stare tranquillo, a me quel mondo non mi interessa. Sono più propenso alla musica e all’arte, oltre che all’amicizia e non ci penso minimamente di mettermi con una di quelle oche senza cervello che sbavano in cerca di un cazzo da succhiare o di un uccello da scoparsi.
Mi alzò tossendo e mi appoggio al lavandino sciacquandomi la faccia per poi guardarmi allo specchio. Un occhio leggermente nero e il sangue che cola dalla bocca, beh poteva andar… meglio stare zitti. Esco dal bagno e ritorno in classe che condivido con Andy e appena entro la professoressa e un paio di ragazzi mi guardano male.
- Bene signor Simons, si è degnato di rientrare in classe a quanto vedo, stavamo per mandare una squadra di soccorso a cercarla… - una risata partì dalla classe che venne prontamente zittita da quella megera della professoressa di storia. - ma dov’è la signorina Collins? – mi superò con lo sguardo e poi tornò a sedersi aspettando una risposta.
- L’infermiera l’ha fatta tornare a casa perché aveva la febbre e stava poco bene. – mi avviai al mio banco vicino al muro e mi sedetti appoggiando la testa tra le braccia.
- Oh che peccato, proprio oggi che era il suo compleanno. Va beh speriamo si riprenda per la verifica di domani. – si voltò e io risi sbuffando dal naso. – Ha qualcosa da ridire giovanotto? – alzai lo sguardo verso di lei. Si che ho qualcosa da ridire cazzo. Come può essere così bastarda e menefreghista, infischiandosene della salute di una sua alunna per una stupida verifica?
- Nulla professoressa, ma l’infermiera le ha consigliato una settimana a casa, quindi per la sua verifica, mi sa proprio che non potrà esserci. – lei mi guardò abbassando il gessetto e sospirando.
- Bene vorrà dire che la recupererà quando ritornerà in classe. A proposito,  c‘è nessuno che sa dove abita? Per portarle i compiti? – si guardò intorno, mentre nessuno rispondeva. Ipocrita.
- Per lei è più importante lo studio della salute di una sua alunna? – la guardai riposando la testa sulle braccia e sospirando, aspettando che esplodesse.
- Come ti permetti di dire questo? L’istruzione è importante Simons e tu dovresti saperlo bene. – ecco che ritorno alla carica con la storia della mia bocciatura.
- Glieli porto io i compiti se la smette di farmi la predica, se no la sua intelligenza verrà sprecata e Andy non potrà usufruire delle sue perle di saggezza. – la professoressa mi tirò dietro il gessetto che finì contro il muro dietro di me. non ha mai avuto mira quella donna.
- Insolente. Sei solo un insolente, sbruffone… -
- Allora vuole che glieli porti i compiti o no? – la interruppi sbuffando e socchiudendo gli occhi. lei mi urlò dietro di tutto e di più e quando si fu placata, e le mie orecchie poterono smettere di sanguinare, mi diede il permesso di andare a portarle i compiti. Si voltò incazzata e riprese a fare lezione.
Tra la sclerata di Andy e la mia, questa lezione era stata la migliore della mia vita. E per concludere la giornata al meglio, mi mancava solo una cosa da fare.
 
Andy P.O.V.
 
- Andy per l’amor del cielo torna a letto. Se non riposi come pensi di guarire? – mia madre mi guardò con sguardo fiero, ma dolce allo stesso tempo, mentre me ne stavo seduta in panciolle sul divano a guardare la televisione tutta imbacuccata dalla testa ai piedi. Le diedi un occhiata pregante facendo il labbro tremulo.
- Ti prego. Tanto ho una settimana per rimettermi, così ha detto l’infermiera. –
- Andy… - mi rimproverò guardandomi questa volta di traverso come si fa con i cani quando fanno qualcosa di sbagliato.
- Scherzavo mamma, scherzavo. – mi faceva paura quando usava quello sguardo insieme alla sua voce bassa per rimproverarmi, ma le volevo bene. – Finisco il programma e vado. Però posso stare anche qui, infondo sono coperta e qua c’è più caldo che in camera mia… qua c’è il camino. – la guardai supplichevole e lei alzò il dito per rimproverarmi, ma si bloccò subito riprendendo fiato. Forse avevo fatto centro?
- In effetti hai ragione, in camera tua si gela di notte, figuriamoci di giorno. – si guardò intorno e mi sorrise mettendomi altri cuscini vicino, insieme ad una coperta. – E va bene, ma non ti affaticare chiaro? Io devo uscire un attimo a fare la spesa e poi stasera mangiamo il tuo piatto preferito. Infondo è il tuo compleanno, con o senza febbre. – mi diede un bacio sulla fronte e mi sorrise uscendo di casa chiudendo la porta.
Finalmente. Casa dolce casa e finalmente da sola. Mi tolsi un po’di coperte e un po’di cuscini che mi soffocavano e mi allargai sul divano. Resta così per pochi minuti, poi ripresi le coperte e mi coprii. Su questo mia mamma aveva ragione, devo restare al caldo.
Nemmeno il tempo di formulare il pensiero del calduccio che suonò il campanello e mi fece sbuffare. Di sicuro era mia mamma che aveva dimenticato qualcosa, cellulare o chiavi della macchina, se non le chiavi di casa. Era l’unico motivo per il quale aveva suonato. Mi alzai tirandomi dietro la coperta e andando ad aprire la porta.
- Mamma hai dimenticato le… - mi caddero le chiavi di mano non vedendo mia madre davanti a me, ma bensì gli occhi nocciola di Rick che mi sorrideva appoggiato allo stipite della porta bagnato come un pulcino. – Credevo… -
- Mi spiace per te, ma non sono tua mamma, ma in compenso ti ho portato un regalo… Anzi due, più un supplizio. – lo guardai e lui fece lo stesso. – Mi fai entrare, o devo stare qua a congelarmi le chiappe? – rise, ma io non ci trovavo nulla di buffo. Lui stava li fuori bagnato zuppo, leggermente rosso in viso e con un probabile fiatone per la corsa e lui rideva? Aspetta… come diavolo sapeva dove abitavo? Lo presi per la maglietta e lo tirai dentro per poi sbatterlo contro la porta chiusa di casa.
- Che cazzo ci fai qui? Come sapevi dove abitavo? Ammettilo mi stai seguendo. – gli lasciai la maglia accorgendomi della cattiveria con lui lo avevo trattato e mi allontanai da lui… che stava sorridendo?!
- Andy calmati cavolo. – rise divertito e mi si avvicinò mostrandomi dei fogli. – Ti ho portato i compiti i storia e delle altre materie che so che segui, spero che questo non sia un peccato punibile con un altro pugno nero? – rise posando il foglio con i compiti sul mobiletto con sopra le foto e le cianfrusaglie di mia mamma. Mi fece sorridere e abbassai la guardia, infondo era l’unico che sapeva capirmi, anche se non so come. – E in più… - sorrise e mi mostrò un pacco morbido nascosto da una carta rossa traslucida e una confezione di alta pasticceria. – Tanti auguri, Andy. – lo guardai aggrottando le sopracciglia e tenendomi al muro. Lui posò a terra le due cose e mi venne vicino. – Stai bene An… dy? – lo stavo per fulminare, ma si era ricordato, quindi lasciai passare. Mi tenni a lui perché non sentivo le gambe essendo debole per la febbre e lui mi accompagnò sul divano coprendomi con le coperte e mettendomi una pezza bagnata in testa. Da quando tutta questa premura e confidenza? Devo ammettere che però mi piace.
- Come fai a sapere… - mi zittì mettendomi un dito sulle labbra. Lo guardai e lui sorrise mettendosi in ginocchio vicino a me incrociando le braccia e posandoci sopra la testa.
- Calma ti spiego tutto, se solo ti rilassi e ti riposi okay? – gli annuì e lui sorrise nuovamente. – Ho chiesto il tuo indirizzo in segreteria per portarti i compiti di quella serpe di storia e me lo hanno dato, per il compleanno è stata la professoressa che ha detto che ti sei ammalata proprio nel giorno del tuo compleanno. Io ho solo ascoltato e ho fatto tesoro di queste parole. – mi sorrise e si alzò tornando alla porta. Lo seguii con lo sguardo fino a che potevo, e poi tornò davanti a me con probabilmente la torta e quel pacchetto rosso che mi posò sul ventre. - È per te, spero ti piccia. – mi guardò e io spostai lo sguardo da lui al regalo che mi aveva fatto. Mi sedetti meglio sul divano appoggiando la schiena sul bracciolo e scartai quel pacchetto morbido e duro allo stesso tempo.
Spalancai gli occhi e lo passai dal regalo a Rick e viceversa per più di una volta, poi senza fregarmene gli saltai al collo stringendolo forte e ringraziandolo infinitamente. Come era possibile tutto questo? Come sapeva ciò che mi piaceva?
- Come…? – lo guardai commossa per ciò che aveva fatto e lui mi interruppe sedendosi a terra.
- Sei stata complicata, ma te l’ho detto, mi interessa sapere come sei e più o meno ti conosco da come ti comporti in classe e ero sicuro che quella felpa non ce l’avevi dato che non te l’ho mai vista addosso in questi mesi, sbaglio? – tolsi la felpa e la vidi sfuocata per via delle lacrime che gli riempivano gli occhi. – Mi sa che ho azzeccato. – sorrise lui e io lo strinse ancora di più facendo cadere la carta del regalo stringendo tra di noi la felpa. Era nera con il logo della mia band preferita sul retro e con i cinque Deathbat dei componenti  sul davanti. La volevo da tanto tempo, ma non ero mai riuscita a trovarla in giro. Lui mi sorrise e mi accarezzò la schiena per poi staccarmi e sorridermi. – Guarda meglio dentro la carta, hai scordato un pezzo. – gli sorrisi a quelle parole e presi la carta facendo agire su di essa la forza di gravità per permettere a quello che c’era dentro di cadere e li vidi.
Mi chinai sul quei due pezzi di carta e saltai in piedi sul divano urlando.
- I BIGLIETTI PER IL CONCERTO DEI AVENGED SEVENFOLD! -
 
 
 
 
 
 
*Vee corner*
Sono passati due mesi e vi chiedo perdono, ma ero ad un punto morto.
Ora grazie all’aiuto della mia piccola May (piccola è riduttivo, dato che è più grande di me) sono riuscita a tirarmi fuori e a produrre questo capitolo.
È un po’più lungo degli altri, ma servirà per la buona riuscita della storia e per spiegare altre cose che si svolgeranno in futuro.
Ho voluto introdurre il capitolo con il punto di vista di Rick, mi sembrava carino prendere un po’in considerazione anche lui dato che era mi serviva per il continuo del capitolo.
Ora voglio ringraziare tutti quelli che nonostante la mia assenza mi hanno tenuta nelle preferite e nelle seguite, oltre che nelle ricordate e tutti quelli che mi hanno recensito.
Spero di rivedere una vostra recensione anche in questo capitolo se vi fa piacere.
Grazie a tutti per la vostra immensa pazienza.
foREVer
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: foREVerA7X