Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Salsero    08/05/2007    4 recensioni
Un ragazzo che non ha mai provato emozioni, si ritrova improvvisamente ad affrontare quelli che sono i problemi della vita in sole due settimane. In un viaggio studio a Londra conosce quello che è il terrore, il dolore, e specialmente L'AMORE!!!
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

15.

Il panorama da quassù è magnifico. Si vede l’intero Tamigi che attraversa la città. Il Big Bag con il suo ponte. Per non parlare dell’immensa Westminster Hall. Peccato che a rovinare questo bel momento con Barbara c’è il fatto che Luca ha gia scopato. Non so perché questo mi faccia sentire incazzato. Non è per i 50 euro. È perché mi ha battuto. Di nuovo.

“Ehi, che ti prende?” dice Barbara al mio fianco.

“Eh, boh… niente.”4

“Stai pensando a quei, vero?” esclama sorridendo.

“Eh? No, no” rispondo frettoloso. Troppo frettoloso.

Mi stringe il braccio a se. “Suvvia, chi ti dice che un giorno non lo faremo pure noi.”

Sorrido. Le do un bacio sulle labbra. Pur di stare con te, aspetterei tutta la vita.

“Davvero?”

“Beh, non tutta la vita ma una buona parte di sicuro…”

Fa la parte dell’offesa e mi da uno schiaffo. Rido. La bacio. La stringo. La amo.

Il giro panoramico finisce. Scendiamo dalla torre.

Gigi ci viene in contro. “Bene, ragazzi, noi siamo sempre dove sta il muretto. Andate la mentre aspetto gli altri.”

“Okay” rispondo. Ci avviamo, mano nella mano, verso l’uscita.

Una volta usciti vediamo Luca e Dona seduti sul muretto e si stavano tenendo per mano.

“Ehm, perché non ci andiamo a prendere un gelato?” domando.

“Si, è meglio” risponde, probabilmente imbarazzata anche lei.

Così ci avviamo verso una gelateria dall’altra parte della strada. Quasi non finisco sotto ad un pullman. Ancora mi devo abituare a questo senso contrario di portare le auto. Fuori alla gelateria le dico di aspettarmi mentre prendo i gelati.

“Perché?” domanda.

“Nel caso ci chiamino” rispondo.

Entro nel bar e vado alla cassa.

“Yes?” fa il cassiere.

Cazzo. Mi sono scordato che sto a Londra.

“Ehm… T- two ice-cream” dico rozzamente alzando due dita in alto.

“Okay” risponde il cassiere sorridendo al fatto che fossi straniero. “Italian?” domanda.

“Oh, yes” rispondo.

“Roma?”

“Oh, no… Napoli… Naples.”

Appena dico questa parola la sua espressione cambia improvvisamente. Da simpatico diventa scorbutico. Mi da il resto quasi sbattendomelo in faccia. Io so perché: noi napoletani appariamo sempre per gente cattiva, pezzi di merda in poche parole. È vero che Napoli ha i suoi problemi ma non tutti sono camorristi!

Sento un urlo. Conosco la voce: è Barbara.

Corro fuori.

Ma che cazzo…? È sparita. Mi guardo attorno. Eccola. Oh, mio Dio. Ma chi sono quelli? Quattro ragazzi stanno girando in un viale portando via Barbara.

Corro dietro di loro.

Appena giro nel vicolo, per poco non vengo colpito da un cazzotto. Lo schivo grazie ai miei riflessi. Guardo gli assalitori: Jessie e i suoi stronzissimi amici. Barbara è bloccata da uno di loro che le mette una mano davanti alla bocca.

“Ciao, moccioso” fa Jessie sorridendo.

“Stronzo, come va?” faccio.

Il suo sorrido sparisce.

“Hai due ball molto grandi, lo sai?”

“Si, è se il tuo amico non toglie quelle sporche mani dalla mia ragazza gliele metto in testa.”

Questa ha attaccato.

Jessie mi punta il dito contro. “Pestatelo.”

Quello che teneva Barbara la gettò su Jessie che la imprigionò nuovamente. I tre amici dello stronzo mi vennero incontro.

Questo viaggio è la cosa più inimmaginabile che mi sia capitata. Perché cazzo tutte le emozioni di una vita dovevano capitare in una botta? E come se non bastasse, devo anche pestare questi idioti. Ma questa volta non posso tirarmi indietro.

Schivo il cazzotto del più grosso e lo stendo con un solo calcio nelle palle. Gli altri due cercano di colpirmi. Non ci riescono. Una da un cazzotto a vuoto e l’altro nel muro. Quest’ultimo lo stendo prendendo un mattone e gettandoglielo in testa. L’altro con un calcio nello stomaco e un cazzotto in testa.

Guardo Jessie. “Liberala se non vuoi fare una brutta fine anche tu.”

“No, non è possibile. Come…?”

“Fino adesso ti ho avvertito” lo interrompo. “Ora liberala e vattene.”

Ma Jessie non ubbidisce mettendosi una mano in tasca e cacciando un coltello, che punta alla gola di Barbara.

“E ora?” ringhia.

Merda.

Sbam! Un mattone colpisce sulla testa di Jessie, facendolo svenire. Guardo vero l’entrata del vicolo e vedo Luca.

“Ehilà, è da tempo che non ci si vede” sorride.

Rido. “Sporco figlio di puttana, come sempre nel momento giusto, vero?” Gli batto il cinque.

“E gia.”

Vado da Barbara che si è alzata in piedi.

“Come va?”

“Bene, bene.”

“Si, ma ora andiamo che una persona deve pagare una scommessa” dice Luca mentre ci avviamo verso il gruppo.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Salsero