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Autore: Anastasia_Malfoy    24/10/2012    4 recensioni
Draco ed Harry hanno sempre avuto una relazione difficile, ma è ancora peggio adesso che si odiano anche a causa dei ricordi che la guerra ha portato con sé. Tornare per l’ottavo anno alla scuola dove sono stati uccisi i loro amici non sarebbe stato facile, ma i problemi di controllo della rabbia di Harry minacciano la sua stessa vita. Quando un incidente durante la lezione di Pozioni lascerà i due uniti in un Legame, non avranno altra scelta se non quella di imparare a vivere come una persona sola.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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“Quando l’innocenza è morta e sepolta, questi saranno i momenti in cui guarderemo indietro. Siamo sotto una luce che non scomparirà, sta arrivando il domani ma non cambierà niente, perché certi giorni restano per sempre importanti. Il ricordo di stare qui con te è uno di quelli che mi porterò per tutta la vita, perché certi giorni restano per sempre importanti.”

The Wanted

 

 

 

 

-Draco?-

-Che c’è, Potter?- sospirò Malfoy, appoggiandosi con la schiena contro un albero e socchiudendo gli occhi verso Harry a causa del sole.

-Dopo questo festival, mi vogliono ad una festa al ministero.- disse Harry senza entusiasmo. Malfoy si alzò un po’, togliendosi gli occhiali da sole  e alzando le sopracciglia.

-E cosa hai detto a Kingsley?- chiese, un po’ distante. Harry scrollò le spalle con nonchalance.

-Gli ho detto che ci sarei andato.- disse, prendendo uno sorso dalla sua bottiglietta d’acqua.

-Cosa? Perché l’hai fatto? Sai che dovrò venire con te e tutti al ministero mi odiano!- disse Draco con rabbia.

Harry deglutì, annuendo ed alzandosi, facendo un cenno a Draco di seguirlo così che nessun’altro ascoltasse la loro conversazione come al solito.

-Tu sei il motivo per cui ho accettato. Tu vieni al ministero con me, fai la tua magia e gli mostri l’uomo che sei diventato. Se riesci a convincere me, Draco, puoi convincere loro, credimi.- disse Harry, mentre camminavano.

Per essere la Scozia, il tempo era dannatamente glorioso. Gli studenti più giovani punzecchiavano la Piovra Gigante nel lago, alcuni degli studenti un po’ più vecchi andavano a nuotare e pomiciare tutto il giorno sotto il sole.  Gli studenti dell’ottavo anno, invece, si rilassavano provando a tenere il passo con il loro pazzesco carico di lavoro, incluso il festival.

Le cose si stavano ultimando, i palchi erano stati messi in piedi e chiusi con incantesimi di guardia ministeriali così che nessuno degli studenti potesse entrare, visto che le apparecchiature, le pedane e gli altoparlanti erano stati portati dentro strettamente da operai e furgoni di compagnie babbane. Perciò l’unica cosa che il consiglio studentesco, i due Caposcuola e Draco e Harry dovevano fare era quella di restare fuori per supervisionare quando arrivavano i nuovi carichi.

Se il sole durava abbastanza a lungo e tutto procedeva come previsto, stavano per trovarsi in una settimana ‘migliore di quella di Glastonbury’, come diceva Draco. E ovviamente, il ragazzo se ne stava prendendo tutto il merito… con l’eccezione che le braccia possenti di Ron ed Hermione trascinavano dei pacchi e delle casse enormi per tutto il giardino per metterli al loro posto ogni giorno.

C’era voluto un sacco di tempo prima di avere un effettivo lasciapassare dal ministero. C’era il problema dell’alcol tra giovani e del fumo, la sicurezza e le regole. Avevano dovuto pure far firmare dei contratti con quelli di Cooperazione Internazionale e con i dipartimenti di Controllo degli Immigrati e delle creature magiche in caso qualche stupido idiota avesse portato un biglietto in più per un cucciolo di Drago.

Tutti i numeri erano stati sistemati e avevano pure ordinato i turni di servizio per i palchi e le loro performance. Le tende, i caravan, gli chalet e le aree per il campeggio erano state chiuse sulle colline e le foreste che circondavano il castello e gli era stato detto che, finché l’edificio scolastico era mantenuto intatto insieme alla tomba di Silente, potevano fare tutto quello che volevano con il posto.

L’unica cosa che dovevano ancora sistemare era un efficiente processo di pulizia una volta conclusa la settimana.

Il festival era stato programmato per iniziare tra tre giorni ma parecchi maghi e streghe avevano già iniziato a riempire Hogsmeade e i villaggi vicini, restando negli hotel e nelle locande così da non dover percorrere lunghe distanze solo il giorno prima.

Draco ed Hermione erano riusciti ad organizzare un accordo per gli sconti con Madama Rosmerta così che non si lamentasse sulla quantità di ragazzi residenti nel pub. Aberforth era felice di accoglierli alla Testa di Porco ovviamente, almeno finché i ‘dannati Neanderthal’ la smettessero di provare a dare la marijuana alle sue capre.

Oltre questi piccoli problemi, Hogwarts e le aree circostanti stavano facendo soldi a palate per i turisti, mentre gli insegnanti e gli studenti si preparavano per gli esami finali prima che iniziassero le vacanze.

Agli studenti era stato dato il permesso di assistere al festival dal terzo anno in su e quasi tutti i ragazzi dai tredici anni in su stavano restando nei rispettivi dormitori per la settimana del festival.

La Professoressa McGranitt non sarebbe rimasta per l’evento, ma aveva nominato Piton come vicepreside e l’aveva convinto a sorvegliare i ragazzi per la settimana, con un aumento di paga molto alto e un giorno di permesso ogni venerdì. Lumacorno non era stato felice di dover prendere una lezione in più nel suo calendario condiviso col Professor Piton, ma di nuovo, il vecchio strambo era stato zittito con uno stipendio più alto e la promessa di ananas candito ogni giorno per sei settimane da parte degli elfi domestici.

-Non ne vorranno sapere niente, Potter, ascoltami bene. Mi odieranno.- disse Draco in maniera apatica. Harry alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa.

-Amico, sei sempre presuntuoso e arrogante e l’unica volta che ti voglio sicuro di te è quando scegli di iniziare ad avere a cuore quello che pensa la gente di te?- chiese Harry esasperato e Draco gli scoccò un’occhiataccia.

La loro relazione era ancora un po’ tesa ma Harry non aveva detto più niente riguardo al bacio nei giorni passati ed erano persino stati in grado di avere un paio di conversazioni che non fossero ridicolamente imbarazzanti.

Draco non era ancora più vicino a capire i suoi sentimenti per Harry, o per la specie maschile in generale. Ma era sicuro di una cosa. Voleva Harry Potter.. e non in modo amichevole del genere ‘voglio essere il tuo migliore amico’. Ed era sicuro che la Granger lo sapesse perché la beccava spesso a studiare le sue espressioni facciali e i suoi movimenti quando pensava che lui non la stesse guardando. Lo metteva a disagio e come se fosse ancora più sotto pressione per provare a sistemare i pensieri che aveva in testa.

-Stavo pensando, Malfoy, che ne pensi di andare da uno psichiatra?- chiese Harry con leggera esitazione. Gli occhi di Draco si spalancarono e si fermò, costringendo Harry a fermarsi di conseguenza.

-Mi stai prendendo per il culo? Non anche tu! Capisco mia madre che mi dice che sono pazzo, la Granger me lo ricorda sempre e Weasley me lo dice in faccia, insultandomi. L’argomento preferito di mio padre era lo stato della mia salute mentale… ma tu?- disse, arrabbiato e un po’ tradito, dovendo essere onesto.

-È solo perché io..-

-Mi vuoi bene. T’importa di me. Vuoi aiutarmi, vuoi aggiustarmi, vuoi che mi entrino in testa e mi sistemino, be’, no! No, io non ci torno lì. Mi rifiuto di parlare con quei mostri un’altra v..-

-Hey! Hey, basta! Non ti stavo costringendo, calmati!- disse Harry con gentilezza quando Draco iniziò a chiudersi di nuovo. Il flusso di parole che veniva dalla sua bocca attraverso schiocchi acuti e veloci lo stava facendo tremare leggermente.

Harry afferrò le spalle di Draco e lo tenne fermo, schiaffeggiandogli piano il volto per ottenere la sua attenzione.

-Voglio solo che tu sia felice.- disse Harry seriamente, facendo un sorriso triste a Draco.

-Be’, questa cosa non mi farà stare meglio, Potter. Non puoi aggiustarmi.- riuscì a dire Malfoy quando i suoi occhi azzurro ghiaccio tornarono a fuoco e si posarono su quelli verdi di Harry.

-Non voglio aggiustarti, Draco, voglio solo essere sicuro che tu stia bene… questa situazione è difficile per me quanto lo è per te. Non è come se possiamo prenderci del tempo per stare da soli, no?- ragionò Harry fermo, ma con tenerezza, lasciando cadere le braccia dalle spalle di Draco e inspirando in maniera stanca.

-Vuoi allontanarti da me?- chiese Draco, abbassando lo sguardo a terra e trascinando i piedi, mettendo le mani nelle tasche dei suoi pantaloni di cotone color cachi.

-No, non voglio allontanarmi da te, mai, Malfoy. Ma mi fotte il cervello che non possiamo litigare e andare a nasconderci da qualche altra parte per nasconderci e fare chiarezza. Non abbiamo dello spazio l’uno dall’altro, è difficile distinguere tra sentimenti e pensieri per provare a capire cosa sta succedendo quando siamo costretti a stare insieme ventiquattro ore su ventiquattro.- spiegò Harry saggiamente ed era quasi travolgente quello che avevano passato negli ultimi undici mesi.

Non troppo tempo prima era stato Draco a dirgli di darsi una regolata e pensare alla propria identità. Era stato Draco ad aiutarlo nei suoi problemi emotivi e di rabbia.

Adesso Harry si stava confrontando con questo ragazzo insicuro, spaventato del suo futuro, della sua sessualità e di quello che il mondo avrebbe pensato di lui quando avrebbe finalmente dovuto affrontarlo fuori da Hogwarts e da quella piccola bolla che avevano inconsciamente creato attorno a loro.

-E… a che ci siamo dovremmo parlare di cosa faremo dopo il diploma.- aggiunse Harry, sentendosi improvvisamente insicuro.

Draco alzò di nuovo la testa e i suoi occhi erano pensierosi, un po’ sorpresi, per una qualche ragione.

-Se non vuoi fare questa audizione, potremmo prendere un appartamento a Londra o qualcosa del genere.- disse Draco, scrollando le spalle e sembrando leggermente nervoso, il che era una rarità perché Malfoy non mostrava mai le sue emozioni.

-Non voglio fare quest’audizione, ma se è il tuo sogno o quello che vuoi allora andremo in America.- disse Harry una volta soltanto, senza capire che questa era un’altra cosa su cui doveva decidersi Draco.

-Sarebbe fantastico, ma starei meglio in un nuovo dipartimento… Kingsley mi ha già offerto un lavoro. Questo se vuoi una vita babbana di periferia sul Tamigi?- brontolò Draco, leggermente ferito nell’orgoglio dal fatto di essere orribilmente a suo agio nello stare in Inghilterra solo perché lo voleva, con estrema chiarezza, Harry.

-Kingsley ti ha offerto un lavoro?- chiese Harry, sorpreso, e Draco ghignò leggermente, festeggiando per il fatto che aveva una qualche specie di piano tacito per il futuro prossimo. Almeno una cosa era stata sistemata, allora.

-Perché così sorpreso, Potter, non pensi che sarei sexy dietro una scrivania?- disse con una voce ridicolamente civettuola, e Harry alzò gli occhi al cielo, spingendo il ragazzo di lato e mettendosi un po’ a correre per avere del vantaggio prima che Draco si riprendesse e cominciasse a corrergli dietro.

 

 

 

 

-No, idiota! Voglio Proudfoot al cancello cinque, il lago deve essere controllato. Ho già confiscato una bustina di cocaina ad un quindicenne!- gridò Hermione attraverso il microfono attaccato ad un lato della sua testa sotto i capelli.

-Granger, smetti di fare la stronza. Lo copro io questo lato. Va a goderti un po’ di musica.- disse Draco, seccato, annuendo verso la guardia vicina di comunicare a qualcuno l’ordine recente. Il ragazzo afferrò il braccio della ragazza, girandola così da dargli la schiena e spingendola via dallo stress.

La spinse verso il pubblico che cantava accompagnando le Sorelle Stravagarie, che stavano esibendo un’interpretazione di ‘Remedy’ della cantante babbana Little Boots.

-Ti piace sul serio, vero?- disse Harry con un sorriso, porgendo un nuovo microfono ad un’altra guardia che aveva rotto il suo.

-La tollero, Potter, è ancora una Grifondoro moralista e so-tutto-io.- ribatté l’altro, ma Harry sapeva che Draco stava mentendo.

-Come vuoi. Il gruppo di Ron giù al lago ha perso la connessione con i loro microfoni, perciò ho mandato Ginny per dargliene di nuovi. È il nostro turno tra dieci minuti, quindi dobbiamo andare al palco uno adesso.- disse Harry e Malfoy annuì, prendendo il microfono dalla sua bocca e posandolo sul mento mentre Harry rimuoveva le cuffie col microfono e correva sull’erba.

 

 

 

 

Harry era nervoso ma non era la prima volta che parlava di fronte a migliaia di persone e sicuramente non sarebbe stata l’ultima.

-Come va qui?- chiese, aggiustando il microfono mentre Ginny prendeva il suo stand, spostando i capelli dalle spalle e portandoli dietro il collo, prima di asciugarsi la fronte.

La folla urlò fino al punto in cui si potevano quasi vedere le onde sonore nell’aria pomeridiana.

-Presumo che vi state divertendo, allora.- ridacchiò Ginny, guardando verso Harry e sorridendogli dolcemente, dicendogli di essere grata.

-Be’, praticamente questa è una delle mie band babbane preferite e so che tutti adorerete questa canzone… a meno che non siete stranamente religiosi o qualcosa del genere, ma anche in quel caso, probabilmente l’adorerete lo stesso.- disse.

A Harry piaceva pensare di conoscere Ginny più di ogni altro. Nonostante alla fine si fosse rivelata distruttiva, la loro breve relazione era stata molto forte e mutualmente piacevole. Si erano amati molto, se non nel modo che avevano voluto e nonostante Ginny fosse sicura di sé, sapeva sempre quando Ginny era nervosa.

-Okay.- lei verso il ragazzo alla batteria, così la musica iniziò.

-Give me a second I
I need to get my story straight
My friends are in the bathroom
Getting higher than the Empire State
My lover she’s waiting for me
Just across the bar
My seats been taken by some sunglasses
Asking ’bout a scar-

Harry prese il suo posto quando lei terminò la sua parte e la folla cominciò ad esultare.

-And I know I gave it to you months ago
I know you’re trying to forget
But between the drinks and subtle things
The holes in my apologies
You know I’m trying hard to take it back-

Entrambi arrivarono a prendere le note giuste e il ritmo rallentò mentre I due si sorrisero attraverso il palco.

-So if by the time the bar closes
And you feel like falling down
I’ll carry you home

Tonight
We are young
So let’s set the world on fire
We can burn brighter
Than the sun- cantarono il ritornello insieme e Harry prese il microfono dallo stand del microfono.
Iniziarono a muoversi di più a ritmo della musica, battendo i piedi e sorridendosi, e cantando mentre il pubblico dimenava le braccia e saltava ai momenti opportuni.

-Tonight
We are young
So let’s set the world on fire
We can burn brighter
Than the sun

Now I know that I’m not
All that you got
I guess that I
I just thought maybe we could find new ways to fall apart
But our friends are back
So let’s raise a cup
Cause I found someone to carry me home

Tonight
We are young
So let’s the set the world on fire
We can burn brighter
Than the sun

Tonight
We are young
So let’s set the world on fire
We can burn brighter
Than the sun

Carry me home tonight
Just carry me home tonight
Carry me home tonight
Just carry me home tonight

The world is on my side
I have no reason to run
So will someone come and carry me home tonight
The angels never arrived
But I can hear the choir
So will someone come and carry me home

Tonight
We are young
So let’s set the world on fire
We can burn brighter
Than the sun

Tonight
We are young
So let’s set the world on fire
We can burn brighter
Than the sun-

La musica rallentò e Ginny attraversò il palco, prese la mano di Harry e fece un sorriso enorme.

-So if by the time the bar closes
And you feel like falling down
I’ll carry you home tonight-

 

 

 

 

La settimana era stata gloriosa e nonostante Draco l’avesse fatto quasi piangere con la sua esibizione di ‘Green Eyes’ di Joe Brooks (Harry aveva poi dovuto rimproverare Hermione per le sue ovvie scelte musicali per i due), le cose stavano andando bene.

C’erano stati un paio di casi di alcol tra i minori, ma Piton era intervenuto subito e dal primo giorno nessuno aveva più osato toccare alcun tipo di alcol se avevano meno di 18 anni.

Harry amava il giorno, stare sotto il sole e leggere e ascoltare la musica rimbombante dai palchi tutti intorno a lui. E la notte era ancora meglio visto che arrivava il turno degli altri organizzatori e poteva sedersi nelle aree musicali con i suoi amici, attorno a un falò per bere qualche drink.

Quell’atmosfera era contagiosa e stupefacente e quell’estate si stava rivelando piuttosto gloriosa per essere un posto freddo come la Scozia. Avevano sempre passato delle estati calde ad Hogwarts, quindi non era una vera e propria sorpresa.

La settimana era quasi finita, però, e nonostante il progetto per l’unità era stato un vero successo, e avevano anche guadagnato una folle quantità di denaro per Hogwarts, c’era un’aria di depressione nell’aria.

I numeri danza erano stati messi in scena, gli atti stavano cominciando a riempirsi e le ultime band si sarebbero esibite in tarda notte prima di ritirarsi nei loro hotel e locande a Hogsmeade prima di tornare a casa la mattina dopo.

-Be’, propongo un brindisi alla Granger. Nonostante sia una stronza moralista e una so-tutto-io manipolatrice, si è rotta il suo piccolo culo baldanzoso per organizzare questa cosa e…-

-E la adori, sul serio.- disse Harry, punzecchiando Draco, un po’ alticcio, e provocando una risata alle persone sedute attorno al falò.

La notte si stava chiudendo e si vedevano le stelle sopra le loro teste, che brillavano in modo complesso contro quel cielo scuro accecante.

-Non la adoro, Potter, te l’ho già det..-

-A Hermione.- lo interruppe Ron prima che Draco iniziasse a sbraitare. Quest’ultimo mise il broncio, un po’ brillo, ma alzando comunque la sua bottiglia di birra.

-Il Troll Notturno che tutti noi conosciamo e adoriamo.- aggiunse Draco sarcasticamente e Hermione alzò gli occhi al cielo, sorridendogli e mandandogli un bacio di scherno, che lui fece finta di afferrare dal suo volto e metterlo in tasca.

-E io propongo un brindisi al ragazzino emo, che è praticamente la personificazione del ‘vedo tutto nero’…-

Draco scoccò un’occhiataccia a Pansy, facendole alzare gli occhi al cielo.

-Ma è un BAMF coraggioso e sono piuttosto orgogliosa di dire che è… l’amichetto di legame del mio migliore amico.- disse lei felicemente, facendo un sorriso enorme mentre gli altri alzavano i loro bicchieri un’altra volta.

Harry sembrò sinceramente grato e annuì con rispetto verso Pansy, che annuì in risposta.

-Ne ho una io! Ne ho una, giusto… io brindo all’ottavo anno. È stato una merda, ma noi siamo stati fantastici e mentre ci incamminiamo verso l’imminente noia dell’età adulta, posso onestamente dire di essere felice di aver imparato qualcosa, di aver passato gli esami e poter finalmente essere di nuovo un fottuto adolescente!- urlò Ron e tutti esultarono, ridendo e facendo cin cin con i loro drink, buttandoli tutti giù d’un sorso per rispetto alla battuta di Ron.

Blaise fece l’occhiolino a Pansy e le mise un braccio attorno alle spalle, lasciando danzare i suoi occhi affettuosi su tutti con luce e felicità.

-Amen a pel di carota. Amen a quello che hai detto, cazzo.-

 

 

Harry inspirò profondamente e si appoggiò al lavandino, schizzandosi il viso con gocce di acqua fresca.

Alzò la testa, guardando un paio di perle d’acqua cadergli dalle ciglia, seguendole con gli occhi mentre stillavano un percorso piccolo e intricato sulla sua mascella, fermandosi nell’avallamento sulla sua clavicola.

Il suo sguardo inconscio scese dal suo petto nudo fino alle ferite appena visibili sui suoi polsi. Simbolo d’ira e il costante promemoria del modo in cui la lama aveva tagliato quelle vene blu, che erano state riparate e unite insieme nel suo braccio come i rami di un albero, o linee più piccole di una ragnatela.

Era strano, normalmente una persona si sarebbe dovuta sentire protetta nella propria pelle, sicura che niente avrebbe potuto aprirsi un varco come aveva fatto quella lama… ma Harry lo sapeva. Sapeva quanto fosse facile spezzare quella pelle, tagliare la carne e rompere in modo molto facile un vaso che porta ancora più sangue.

C’erano anche altre ferite, oltre quelle ovvie. Una riga lunga e bianca partiva dalla sua spalla e scompariva sotto l’ascella dove era svenuto da bambino ed era finito su un coltello da macellaio che usciva dalla raccolta immacolata di Petunia. Era stata una delle poche volte che aveva visto apprensione e preoccupazione negli occhi di sua zia a causa sua.

Si, ricordava bene quel giorno.

Aveva tredici anni ed era stato circa tre settimane prima che Zia Marge arrivasse a Private Drive. Harry aveva appena finito di estirpare l’erbacce dal giardino, una delle sue faccende, e si era preso una pausa per prendere un bicchiere d’acqua dal rubinetto e riposare un po’ i muscoli.

Ma Petunia aveva pulito di recente le piastrelle del pavimento della cucina e quando Harry si era girato per posare il bicchiere nel lavandino per metterlo a lavare, i suoi muscoli tremavano come mai prima e gli era girata la testa, non riuscendo a far fluire l’ossigeno ai polmoni.

Mentre cadeva in avanti, il coltello che stava sul piano di marmo della cucina gli fece una grossa ferita sulla spalla, prima di colpire il pavimento.

Quando era tornato in sé, Petunia era inginocchiata accanto a lui, sembrando completamente terrorizzata. Lui aveva invece sentito il sangue caldo e molto umido appiccicargli la camicia al petto.

-Harry..- aveva gemuto, con gli occhi piccoli spalancati e fissi sul punto dal quale stava sgorgando il liquido cremisi.

-Non riesco a muoverla.. toglimi la camicia.- era riuscito a dire nonostante il dolore. Il bruciore era orribile, come se qualcuno gli stesse sfregando del sale sulla carne ferita.

Le sue dita lunghe, sottili e tremolanti avevano sbottonato la camicia in modo gentile ma debole e lei era rimasta senza fiato, portando le mani sporche di sangue al volto per lo shock di quanto fosse profonda la ferita.

-Devi chiamare un’ambulanza, Zia Petunia.- disse Harry con più chiarezza.

Era stata l’unica volta che aveva visto un lato diverso in lei, e lei non aveva mai lasciato il suo fianco quando avevano passato tutto il giorno in ospedale e poteva giurare di averle visto afferrargli la mano quando l’infermiera gli stava chiudendo la ferita con i punti… ma non poteva esserne sicuro, il dolore l’aveva distratto un po’.

Poi c’erano le altre ferite che aveva ottenuto nel corso degli anni, quelle per tutti i guai in cui si era messo da adolescente.

C’erano le piccole linee sulle nocche incallite dove le chiavi volanti lo avevano graffiato durante il primo anno, un debole rossore sulla sua gamba dove si era tagliato quando aveva provato a entrare nella Stamberga Strillante per salvare Sirius. Aveva una ferita chirurgica sul fianco, da dove gli avevano tolto l’appendice quando aveva dieci anni, l’anno prima che conoscesse Hagrid.

E aveva capito che nonostante le sua braccia più forti, e la sua pancia fosse più tonica e indurita, il suo corpo lo faceva vedere per quello che era.. non un eroe. Solo una persona. Una persona che aveva dovuto sopportare un mucchio di stronzate e aveva portato il peso del mondo quando era ancora troppo giovane.

Non era dispiaciuto con se stesso, ma a volte si odiava per aver lasciato morire i suoi amici…

E se il mondo potesse vederlo adesso, ferito, stanco e… gay. Lo amerebbero tanto quanto adoravano l’immagine che i media dipingevano del famigerato Bambino Sopravvissuto?

-Sai che guardarsi allo specchio per troppo tempo conta come inquietante, vero?-

La voce addolcita di Draco viaggiò per l’aria, attraversandogli i padiglioni auricolari e svegliandolo dalla sua quasi trance.

Harry non si mosse da dove stava, però, e i suoi occhi erano fissi sui suoi polsi, sulla carne ricresciuta male che stava ancora guarendo.

-A cosa pensavi?- chiese Draco, con un’espressione pensierosa a corrugargli le rughe appena lì sul suo volto pallido.  Harry fece un respiro che sembrò fargli male per una qualche ragione, asciugandosi l’acqua sul suo sopracciglio.

-Sto pensando alla mia stupidità.- rispose lui, facendo scattare gli occhi verdi verso di lui attraverso lo specchio.

-Ah, certo. Dimenticavo che sei un ragazzino emo ossessionato da se stesso… cresci, Potter, il modo è andato avanti, non è colpa tua se sono morte tutte quelle persone e lo sai.- disse Draco, cinico e Harry represse la sua irritazione, costringendosi a ignorare il commento mentre afferrava una tovaglia dall’attaccapanni e si asciugava il viso, avvolgendola attorno il suo collo dopo.

-Come sta tua madre?- chiese Harry, cambiando argomento. Draco sospirò, sedendosi sul bordo della vasca da bagno e poggiando la testa al muro, scrollando le spalle.

-Bene, per quanto possa stare bene. Ha il cervello fottuto tanto quanto il tuo a volte, Potter.- disse Malfoy, con una smorfia amara sulla bocca e Harry sorrise tristemente, alzando gli occhi al cielo.

-Anche tu sei nei casini, non lo dimenticare, Draco. Eri in questa lotta prima che tutto questo iniziasse, la ragione non è mai da una parte sola e ne hai date tante quante ne hai ricevuto, se ricordo correttamente.- ribatté Harry, buttando la tovaglia a terra e muovendosi per uscire dal bagno.

Però la mano pallida di Draco afferrò il suo polso e Harry si bloccò, abbassando lo sguardo verso dove era seduto Draco.

Passò un momento di assoluto silenzio in cui nessuno dei due osò anche solo respirare… prima che Draco si alzasse lentamente.

La vicinanza stava togliendo il respiro a Harry.. letteralmente. Sentiva il petto stringersi e chiudersi. Lo sguardo scese verso le labbra di Draco e le ciglia si solleticarono le guance quando il respiro di Draco soffiò sul suo volto, facendolo rabbrividire leggermente.

-Ho pensato..- disse Draco, più vicino a un sussurro, e, oh, quelle labbra seducenti si muovevano appena mentre parlava.

-E credo di avere bisogni di capire qualcosa.. io non..-

-Draco…-

-Non muoverti.- disse l’altro, mettendo per un secondo un dito sulla bocca di Harry per farlo stare zitto, prima che la mano sfiorasse di lato il viso di Harry e si fermasse poi a coppa sulla curva del suo collo.

-Non dire niente. Voglio solo vedere una cosa per un secondo.- disse Draco. Il calore stava irradiando Harry nonostante l’aria fredda del bagno e la sua mancanza di vestiti sulla parte superiore del suo corpo.

Poi gli occhi di Draco si chiusero completamente ed era sicuro di aver emesso un piccolo gemito di passione repressa prima che la bocca di Draco fosse di nuovo sulla sua.

Era il tocco più leggero con cui iniziare prima che Draco ghermisse il labbro inferiore di Harry, lasciandolo andare e poi tenendogli il collo fermo, per baciarlo come si doveva.

Il calore era pazzesco in quel momento e il modo in cui le loro bocche si adattavano l’una sull’altra in modo ruvido, consumate da qualcosa che andava oltre il loro controllo… e di nuovo, Harry non riusciva a trovare una parte di se che potesse spingere via Draco.

Niente poteva fargli venire la voglia di chiudere quel momento, comunque, anche se avrebbe mandato tutto completamente a puttane… tutta quella situazione era fottutamente peccaminosa e Harry non poteva averne abbastanza.

Sentiva il bisogno di Draco di farlo, la pura passione nel modo in cui il ragazzo gli spinse la schiena contro il muro era abbastanza per sapere che Malfoy stava mentendo quando diceva di essere sicuro della sua sessualità.

Il petto duro, sexy e muscoloso impassibilmente stretto contro il suo, le unghia che gli solleticavano la baso dello scalpo, i capelli chiusi tra le sue mani e, Dannazione, quel corpo.

Cosa gli stava facendo? Harry lo odiava e lo amava da morire allo stesso tempo.

E poi, all’improvviso, Harry riuscì ad allontanarsi, piegando la testa mentre quella di Draco scivolò fino a poggiare la fronte sulla spalla di Harry. I loro corpi erano ancora stretti l’uno contro l’altro e il freddo proveniente dalle piastrelle sul muro era solo un’altra sensazione sulla pelle calda di Harry.

-Smettila.- riuscì a dire Harry in un sussurro tremolante.

Draco alzò debolmente la testa per appoggiare la fronte su quella dell’altro ragazzo, unendo i loro respiri, con i nasi che si toccavano e le mani di Draco che stringevano ancora i capelli alla base del collo di Harry.

-Questo è il problema follemente enorme, Potter… non credo di poterlo fare.-

 

Spazio Traduttrice: Salve a tutti! È mercoledì! Yeah! *si da una pacca sulla spalla, orgogliosa di se stessa*. Si sono orgogliosa. Credevo di non riuscire a pubblicare per oggi. Invece ce l’ho fatta!

Allora, questo è uno dei miei capitoli preferiti. L’ultima scena credo di averla riletta almeno venti volte. Draco è troppo cucciolo. =w=

Quindi boh.

Ringrazio chi preferisce/segue/ricorda. Vi adoro. Oh, e la Deanna manda i suoi saluti e ringrazia tutti per i complimenti!!! :D

 

A presto,

Micaela.

   
 
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