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Autore: SofiDubhe94    27/10/2012    4 recensioni
Finnick Odair aveva diciannove anni.
Annie Cresta diciassette, ma Annie Cresta era stata sorteggiata per la Settantesima Edizione degli Hunger Games.
Finnick Odair avrebbe dovuto farle da mentore, riportarla a casa: VIVA.
Questo è Panem. Questo è il Distretto 4.
Questa è la storia di come Annie Cresta tornò a casa.
Felici Hunger Games e che la fortuna possa sempre essere a vostro favore.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FINNICK ODAIR. GIORNO DELLA MIETITURA. ORE 2.00
Nello svegliarmi mi aggrappo al lenzuolo perché mi aiuti a girarmi sul fianco sinistro. Aspetto di mettere a fuoco la stanza in cui mi trovo, ma non la riconosco subito e nemmeno ricordo a quale amante appartenga. L’unica cosa certa è che sono solo.
La solitudine è la mia salvezza.
È tremendo non avere radici che ti ancorino ad una realtà sicura e dolce. La mia vita non è quella di un Vincitore, la mia vita è quella di un prigioniero tra i peggio trattati.
Mi siedo, il buio non è assoluto, perché dalla grande finestra alla mia destra filtra una fredda luce azzurrognola, probabilmente dei lampioni e delle insegne di Capitol City, la città che non dorme mai. Questo pomeriggio ci sarà la Mietitura per gli Hunger Games in tutti i dodici Distretti di Panem ed io devo essere nel 4 il prima possibile, perché sarò Mentore anche quest’anno, perché anche quest’anno vedrò morire due dei miei concittadini, due ragazzini innocenti. Un po’ come lo ero io, cinque anni fa.
Sospiro e accendo la luce, visto che ormai sono sveglio mi conviene prepararmi e prendere il primo treno per il mio Distretto. Mi vesto in fretta, non voglio passare in questa casa nemmeno un istante di troppo; stipo tutte le mie cose in un borsone assolutamente antiestetico – per i parametri della Capitale – ed esco dalla camera da letto.
La donna è seduta su una sedia della cucina che devo attraversare per uscire, non è vecchia ma ha sicuramente trent’anni contro i miei diciannove.
            “Vai già via?” mi domanda con un tono strascicato, tra il lamentoso e nostalgico, condito dal buffo accento di Capitol City.
Questa donna non somiglia ad Eve, quella persona che ogni anni sorteggia i nomi dei Tributi nel mio Distretto, quella persona che cinque anni fa ha estratto il mio.
            “Devo” rispondo freddamente “Mi aspettano nel mio Distretto”.
Lei si alza, mi circonda la vita con le braccia, aderendo quanto più possibile con il suo corpo al mio e mi bacia sulle labbra.
            “Promettimi che ci vedremo ancora” sussurra al mio orecchio, senza ancora sciogliere l’abbraccio.
            “Non prima della fine degli Hunger Games” rispondo.
Il treno sembra immobile, ma la sua velocità è elevatissima, per lo meno arriverò presto a casa. Mi manca il mio Distretto. Preferivo quel tipo di prigionia a questo. Mi manca nuotare nelle piscine, mi manca andare a pesca, stare insieme alla mia gente.
Sospiro nuovamente. Non vorrei partecipare ancora alla Mietitura, non voglio vedere gli occhi dei ragazzi che saranno sorteggiati, sono sempre stati occhi vacui e terrorizzati, lucidi di lacrime. Quasi tutti i Tributi del Distretto 4 sperano sempre che nell’arena ci siano enormi quantità d’acqua perché siamo i migliori a nuotare, ma raramente è così.
Io sono stato l’ultimo dei Vincitori del mio Distretto anche se ogni anni spero che sopravviva qualcuno.
Gli Hunger Games servono solo a schiavizzarci, ad annullare il nostro essere: la Capitale ride delle nostre morti.
Ancora il sole non è sorto ma fuori c’è già un po’ di luce nel cielo. Arriverò presto e forse avrò anche il tempo di andare a nuotare prima di riprendere il mio ruolo di Mentore. Dovrei cercare di dormire un po’, ma so già che sarebbe tempo sprecato.
Vedrò Annie Cresta? Quest’anno ha diciassette anni, solo un altro e sarà salva. Devo pregare e sperare che Eve non sorteggi proprio il suo nome.
Annie Cresta è meravigliosa. I suoi occhi verdemare sono i più lucenti che io abbia mai visto, potrei stare ad osservarla ore senza stancarmi, ma non potrei sopportare di condannarla. Se il Presidente Snow dovesse malauguratamente venire a sapere quanto i miei sentimenti per lei siano profondi lo userebbe per ricattarmi più di quanto già non faccia.
Sono un prigioniero.
Alla stazione c’è Eve ad aspettarmi, è strano che sia qui così presto, ma da un lato ne sono assolutamente felice. Eve è mia amica, nonostante tutto. Mi abbraccia come se fossi suo figlio e capisco che è arrivata così presto solo per vedere me.
            “Ciao, Finnick” mormora, posandomi una mano sulla guancia, è un gesto così materno questo “Come stai?”.
            “Potrei stare meglio, Eve” dico, sorridendole “Hai voglia di portarmi questo a casa?” aggiungo poi indicando il borsone sulla mia spalla “Vorrei tanto andare a nuotare”.
Eve ordina ad uno dei pacificatori che l’accompagnano di prendere il mio borsone, quindi annuisce: “Vai pure a nuotare, Finn, ma non fare tardi, oggi abbiamo la Mietitura” mi ricorda.
            “Grazie, Eve, ti adoro!”.
Le volto le spalle e mi dirigo a passo spedito verso le piscine pubbliche di cui possiamo disporre a nostro piacimento, non saranno nemmeno le sei del mattino. L’acqua mi rilassa, nuotare mi rilassa.
Mentre attraverso il mio Distretto addormentato penso a quanto mi piacerebbe poter vivere sempre qui, senza dover passare di casa in casa, di amante in amante.
Odio la mia vita. Odio ciò che mi hanno fatto i cittadini di Capitol City, odio l’oggetto in cui mi hanno trasformato. Odio che tutti quanti pensino che sia io a volere tutto questo. Ma non posso ribellarmi. Ormai questo è Finnick Odair, Vincitore della Sessantacinquesima Edizione degli Hunger Games.
Quando arrivo alla piscina che preferisco c’è già qualcuno che ci sta nuotando dentro, una ragazza, ma chi potrebbe essere? Chi nuoterebbe mai a quest’ora, nel giorno della Mietitura?
Attendo, in piedi vicino al bordo, prima o poi dovrà riemergere dall’acqua.
Nuota davvero bene, questa ragazza, sembra un delfino, possiede un’eleganza unica nei movimenti, così fluidi e perfetti. Sono assolutamente incantato dal legame che questa ragazza ha con l’acqua: in lei c’è quello che dovrebbe essere il vero spirito del Distretto 4.
E poi la vedo arrivare al bordo, qui appoggiarsi, prendendo ampi respiri: è Annie Cresta.
Mi sento le gambe molli quando vedo i suoi occhi color verdemare appena arrossati dal sale alzarsi su di me. Il suo viso rappresenta la dolcezza e la tenacia. Oltre al tormento dei diciassette anni.
Mi inginocchio, di modo che i nostri occhi siano allo stesso livello, i nostri occhi del medesimo colore.
            “Non pensavo che qualcun altro fosse tanto folle da nuotare a quest’ora!” le dico, con un sorriso enorme, il migliore che posso sfoggiare e forse persino il più seducente.
Esce dall’acqua in modo agile, dandomi le spalle. È ancora vestita ma adesso gli abiti bagnati aderiscono al suo corpo snello. Si porta i lunghi capelli castani su una spalla e li strizza per eliminare l’acqua superflua. Non dice nulla. Non credo voglia essere scortese, ma non sembra nemmeno contenta di esporsi. Sa che parlare con Finnick Odair non sempre è la scelta vincente.
            “Annie” mormoro.
Voglio almeno che sappia che conosco il suo nome. Lo desidero ardentemente. Quel nome mi ha riempito gola e orecchie per settimane e forse anche per mesi, quel nome mi ha salvato nei periodi più bui della mia vita.
            “Non ti chiami Annie?” domando allora, non tanto perché ho paura di essermi sbagliato quanto perché non vorrei si spaventasse. Quando si tratta di parlare con lei perdo tutta la mia arte del sedurre.
            “Sono Annie Cresta” risponde con tono freddo e distaccato, ruotando parzialmente il viso verso di me: i suoi occhi verdemare mi colpiscono come un dardo.
            “Nuoti veramente bene, sicuramente meglio di me!” le dico, sorridendo. Vorrei farle capire che sono suo amico, di certo non nemico.
Rimane interdetta un istante, poi: “Grazie, Finnick”.
Sentire il mio nome sulle sue labbra è la più bella sensazione mai provata.
 
  
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