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Autore: Stayandbelieve    27/10/2012    2 recensioni
La storia riguarda un'edizione precedente a quella di cui si parla nel romanzo originale. I personaggi sono per la maggior parte originali. I protagonisti sono perciò tributi e tutti coloro che un'edizione implica. Mi farebbe piacere un parere. Grazie e buona lettura.
"lo rivedrai, lo sai vero?"
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quando riaprii gli occhi dovevano esser passate almeno cinque o sei ore. Sentii delle voci in corridoio e mi avvicinai alla porta. Abbassai cautamente la maniglia per non far rumore e la tirai leggermente verso di me, in modo da poter vedere, tramite una piccola fessura, se ci fosse effettivamente qualcuno o se lo avessi solo immaginato, ancora frastornata dal sonno. Proprio lì, seduti a terra, tre o quattro metri più avanti della mia stanza, con la schiena appoggiata al muro del corridoio, c’erano le due persone che meno mi sarei aspettata di vedere: Logan e Ryan. Sentivo le loro voci anche se non molto distintamente, e cercai di seguire comunque il discorso dal punto scomodo in cui mi trovavo. “..sono stato allenato sin da piccolo per questo, io.. semplicemente dovevo.” - Logan sospirò e rispose - “Capisco, molti ragazzi del distretto sono stati allenati per diventare tributi, non devi sentirti in colpa per questo. Io l’anno scorso sono sopravvissuto ed ero solo un ragazzo del distretto 4, decisamente svantaggiato per fisico ed allenamento rispetto a te” - spiegò senza esitazioni il mio migliore amico. - “E lei allora? sei disposto davvero ad aiutarmi anche se c’è lei?” - Disse Ryan con un sorriso che si spense ancor prima di nascere. - “Andiamo, da quanto la conosci?” - Logan sorrise; La conosceva da sempre,o da quanto la memoria gli permettesse di ricordare, e da più di quanto, probabilmente, in quel momento avrebbe voluto ammettere. “Da parecchi anni e, no, non credo vorrei davvero che sopravvivessi se significasse non vederla tornare; Però, se le cose fossero separate, si che vorrei che sopravvivessi ad ogni costo. Tuttavia, favoritismi a parte, cercherò sul serio di fare il possibile per farti tornare indietro, hai diritto alla tua vita come tutti gli altri tributi.” Si alzò e gli diede una pacca sulla spalla; Anche l’altro si alzò e notai quanto fossero assurdamente simili. Logan aveva gli occhi azzurri, mentre l’altro neri, e Ryan era fisicamente più allenato di Log; Per il resto però, taglio di capelli, altezza e sorriso, ora che vedevo il primo vero sorriso di Ryan sin dalla mietitura, erano molto simili. I due si separarono e non capii le loro reali intenzioni fino a quando non me le trovai davanti, letteralmente : Logan stava andando nella sua stanza, Ryan nella mia. Riuscii ad evitare la figura della spia perchè ebbi l’idea fenomenale di aprire di colpo la porta prima che il ragazzo si rendesse conto che non era chiusa,  in modo da dare l’impressione che stessi uscendo per qualche motivo puramente casuale. Si fermò di colpo davanti alla porta con il braccio alzato come se stesse per bussare, evidentemente spiazzato. Rimasi ferma immobile a mia volta e alzai lo sguardo, devo ammetterlo, di almeno quindici centimetri, per poterlo guardare in faccia. Avevo immaginato che avrei certamente detto una frase a effetto, una di quelle per cui si rimane a riflettere almeno venti secondi, e di conseguenza esordii con - Che vuoi? - già..come stavo dicendo, frase ad effetto. -Io..- Rispose. -Posso entrare?- Lo guardaii con uno sguardo che esprimeva un misto tra sorpresa, rabbia, sorpresa, curiosità, sorpresa. -La mia stanza è uguale alla tua. - Ribattei a mia volta. -Io non credo.- Sorrise. -A meno che tu non abbia tirato fuori tutti i vestiti dai cassetti, lasciandoli sparsi per tutta la stanza; Allora si, in quel caso sono uguali.-
Scoppiai sul serio a ridere come non avevo fatto dall’orribile vista della piazza la mattina precedente. Mi spostai e gli feci segno di entrare. -Ehi, mi dispiace per prima..- Dissi tornando seria. -Scusami tu, non.. non volevo farmi conoscere così, di solito sono più .. simpatico.- Concluse iniziando a frugare nel beautycase accanto all’armadio. -Si ma infatti appena ti ho visto, voglio dire, quando ti sei offerto come tributo, sai, con lo sguardo freddo, sei salito sul palco senza che nessuno ti dicesse niente.. la prima cosa che ho pensato di te è stata, “wow, lui si che è simpatico.”- Sorrisi. Non mi fidavo, non sarei mai caduta nei suoi trucchetti, voglio dire, o morivo io, o moriva lui. Qualcosa però mi ispirava fiducia, perciò, immaginai che potessi per lo meno provare a trovare qualcuno per un’alleanza o qualcosa di simile, così magari non sarei morta subito. Si mise a ridere anche lui mentre era alle prese con alcune spazzole per capelli, pettini e prodotti vari. - “Riesci a stare fermo per due minuti!?” - chiesi scherzando e togliendogli di mano le spazzole. -Che ragazza suscettibile..- Mi prese in giro spostandosi e alzando le braccia come in modo di scuse, molto finte. - “Credo che dovresti parlargli comunque.” - Esclamò tutt’a un tratto. -Come scusa?- Domandai. -”Si insomma, vai a chiarire con Logan.. non è.. non credo sia contento che abbiate discusso.”- Mi si gelò il sangue. -Non sono affari tuoi se io e Logan discutiamo, grazie.- Forse lo dissi con un tono un po’ troppo glaciale visto che Ryan rispose solo - “Ok, ci vediamo domani.” - e uscì direttamente dalla mia camera. Rimasi lì, sola e ancora con le spazzole in mano; Avevo esagerato, stava solo cercando di aiutarmi, ma dopotutto, che ne sapevo io di lui e delle sue intenzioni?
Tirai furiosamente le spazzole contro il muro, dalla parte opposta della stanza e mi chiusi la porta alle spalle dirigendomi verso la camera di Logan. Bussai, piuttosto rumorosamente, senza pensare che probabilmente il mio migliore amico stava dormendo. Per fortuna era sveglio, e quando aprì la porta si ritrovo davanti una ragazza nervosa e fremente. Era a torso nudo, ma ero abituata a vederlo così al distretto, perciò non mi scomposi minimamente e lo abbracciai in punta di piedi gettandogli le braccia al collo. Istintivamente mi sollevo di alcuni centimetri da terra stringendomi. - “Mi dispiace, ero solo arrabbiata, arrabbiata perchè ce l’ho col mondo,perchè l’anno scorso è capitato a te, e so che sembrerà un’affermazione ipocrita ma sono stata malissimo, in ansia ogni singolo giorno e ora..” - Mi interruppe. - “Lo so.” Era la seconda volta che sapevo di non aver bisogno di aggiungere nient’altro, mi bastava che fosse lì e che avesse capito, per il resto, ci sarebbe stato ancora un altro po’ di tempo.

La mattina seguente, mi risvegliai nella mia stanza. Ero ancora vestita come il giorno precedente; Di sicuro mi ero addormentata in camera di Logan ed era stato lui a mettermi a letto. Mi alzai un po’ frastornata, mi lavaii e cambiai gli abiti, indossando un paio di pantaloni blu con un taglio stretto e una camicetta bianca piuttosto semplice. Andai nel vagone ristorante e mi accorsi che c’era solo la signora dalla pelle argentata e i capelli blu. Ora che la guardavo bene, era bella; non un segno di preoccupazione sul volto, non un minimo di stanchezza; Forse era questa la differenza maggiore tra le donne del distretto e quelle di Capitol. - “Buongiorno.” - Esclamai. Alzò lo sguardo e sorrise educatamente. - “Buongiorno a te Annabeth, vieni a fare colazione?” - Domandò guardandomi. - “Si, grazie. Qual è il suo nome?” - Chiesi a mia volta sedendomi; Non ricordavo nemmeno se alla mietitura ne avesse fatto menzione, presa com’ero dal momento. - “Sono Evelyn, e sono l’accompagnatrice del distretto quattro da quest’anno, fino a data da stabilirsi.” - Poi mi sorrise gentilmente,di nuovo e immaginai che se davvero era una persona gentile, saremmo potute andare d’accordo. - Non manca molto ormai all’arrivo a Capitol, mangia qualunque cosa tu voglia; Devi sembrare in ottima forma quando ti vedranno.” - “Grazie.” - Risposi, iniziando a mangiare un pò di tutto quello che mi sembrava buono. Il tempo volò, mentre continuavo la conoscenza dell’accompagnatrice: eravamo arrivati a Capitol; era ora di scendere dal treno e affrontare una nuova realtà.

  
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