Per ognuno che ci lascia, c'è qualcuno che veglia.
Il pendolo di Hogwarts stava scoccando le dieci di sera di
quell'infausto giorno di funerali quando Thomas Maximilian Riddle rimise piede
nella Scuola di Magia.
Gazza non c'era. E fuori in giardino non aveva visto
nemmeno Hagrid e Thor.
Strano.
Se non altro avrebbe sfangato l'ennesima
strigliata, anche se dubitava che la Mcgranitt non gli avrebbe tolto il
distintivo di Caposcuola e una caterva di punti, tanto da spedire Grifondoro
perfino in fondo alla catena alimentare.
Posò la mano sul portone
dell'ingresso.
Ora accanto all'anello dei King, che non era mai riuscito a
sfilarsi, alla sua mano sinistra si era aggiunto un anello d'argento spesso, con
una pietra nera e ovale, che riluceva alla luce delle fiaccole del castello come
una perla.
Ricordò con un sorriso che non era né di gioia né di trionfo le
ultime parole che Voldemort gli aveva rivolto.
- Nessuno è mai riuscito a
ingannarmi tanto bene. Nemmeno Harry.-
Il Lord Oscuro aveva perso il suo
erede.
Da non credersi.
Un uomo come lui, abituato a scontrarsi con un
bambino sopravvissuto che prendeva la vita come una guerra continua... non aveva
saputo contrastare invece qualcosa come il sentimento del
sacrificio.
Probabilmente suo padre non l'aveva mai neanche preso in
considerazione.
Troppo debole. Troppo vigliacco come impulso.
E invece suo
figlio l'aveva battuto su tutta la linea.
- Non finisce qui fra noi,
Thomas.-
Si sbagliava. Si sbagliava ancora.
- Non ti permetterò
di voltarmi le spalle così.-
Tom scosse il capo, entrando della Sala
dell'Ingresso. Non c'era nessuno.
Guardò le clessidre delle Case.
Altra
cosa curiosa. I punti erano invariati.
- Potrai crederti furbo ma c'è
sempre un modo per aggirare anche il patto più solido che mente umana abbia mai
potuto concepire. E io lo troverò. Non ti lascerò commettere questa follia,
Thomas.-
Follia.
Follia perdere un erede che avrebbe preferito morire
piuttosto che seguire la sua causa.
Era incredibile il senso di possesso che
un genitore poteva dimostrare su un figlio, quasi questo fosse un
oggetto.
Dritto all'ufficio della Mcgranitt, sapeva bene cosa lo aspettava ma
una volta fermo dietro l'angolo qualcosa gli disse di fermarsi. Una sensazione
raggelante gli aveva bloccato le gambe a terra, come massi di granito.
La
porta poco dopo si spalancò e Tom sentì la voce di Piton.
- Non si può andare
avanti così!- sbottò la voce ansiosa e rabbiosa del professore di Pozioni - Fai
come credi Minerva, ma dobbiamo sbrigarci! Ormai l'Ordine è riunito! Non
possiamo perdere un secondo di più!-
- Se andiamo via tutti chi resterà qua
Severus?- replicò la strega con tono saccente, ma nel contempo preoccupato -
Silente è già andato a Grimmauld Place, così come Harry e gli altri Auror. Non
possiamo lasciare tutto nelle mani della professoressa Sinistra! E per caso ci
fossero degli attacchi? Il signor Riddle ancora non è tornato!-
- In questo
momento la nostra preoccupazione deve andare ai prigionieri!-
- E lasciamo la
scuola scoperta in questo modo? Senti, comincia ad avviarti. Io mi riunisco con
Horace e la Sprite, cercheremo di trovare una soluzione.-
- Perfetto.-
Tom vide Piton farsi apparire un mantello nero sulle spalle.
- Fammi
sapere se avete notizie, va bene?-
- Certo.-
Piton sparì lungo il
corridoio apposto e Tom corse via, per tornare a
Grifondoro.
Prigionieri?
Cosa diavolo era successo?
In un lampo fece la
prima cosa che gli passò per la testa. Entrò nella sala comune della torre,
interruppe un Prefetto del quinto anno intento in una mano di poker con le
sorelle Gilmore e gli consegnò un messaggio da portare alla Mcgranitt, dove
l'avvisava che era tornato e stava bene. Aggiunse inoltre che andava alla sede
dell'Ordine.
Fatto quello scappò di nuovo fuori dalla scuola e si
Smaterializzò via.
Quando riapparve, era in un vicolo di Grimmauld
Place.
Il numero 12 era dall'altra parte della strada.
Entrò come una
furia, facendo scattare tutti gli allarmi della casa ma quando gl'incantesimi
cercarono di spingerlo fuori cozzarono contro una barriera nera, creata
dall'anello che gli aveva dato suo padre.
Gli allarmi continuarono a
squillare fino a quando, agitando la bacchetta, cessarono di far chiasso.
-
Cosa diavolo succede?-
Kingsley Shacklebolt apparve nell'anticamera, con
sguardo terreo.
- Merlino, sei tu.- sospirò, passandosi una mano fra i
capelli - Meno male, stai bene.-
- Chi è Kingsley?- la voce agitata di Molly
Weasley fece tremare ancora di più Tom, che quando si ritrovò abbracciato a
Mamma Weasley rischiò il soffocamento.
- Meno male sei salvo!- alitò la
strega, stringendolo sempre più forte - Eravamo così preoccupati! Caro dove sei
stato? Ti hanno fatto del male? Come sei scappato?-
- Molly, ti prego.-
Kingsley la staccò dal giovane Riddle - Avanti, venite in salone. Tom ci sono i
tuoi amici.-
- Qualcuno mi dice cos'è successo?- l'interruppe il grifone,
senza dargli tempo di ribattere - Ho sentito dalla Mcgranitt che è successo
qualcosa! I ragazzi si sono fatti male?-
L'occhiata che Molly e Shacklebolt
si scambiarono ebbe il potere di trasformargli il sangue in ghiaccio.
Era
successo qualcosa di grave.
Senza attendere oltre li scostò di volata e corse
nel salone.
Beatrix, seduta sul divano, appena lo vide tirò un incosciente
sospiro di sollievo.
Damon, Cloe e William si aggiravano per la
stanza.
Degona invece, seduta in poltrona, lasciò andare il libro e corse da
lui.
Per la prima volta da settimane lo abbracciò forte, piangendo.
Poi si
staccò e gli tirò un pugno sul petto, rabbiosa.
- Dove sei stato?!- urlò
quasi, continuando a piangere - E' tutto il giorno che ti cerchiamo!-
Riddle,
addolorato, cercò di calmarsi. Fissando anche i compagni, capì dai loro sguardi
che la cosa era più grave di quanto apparisse.
- Cos'è successo?- mormorò
allora, sgomento.
- E' successo che quando te ne sei andato da Wizards'
Graveyard per andare chissà dove Draco è stato catturato dai Mangiamorte.- gli
disse Beatrix, tornando a guardare vacuamente la finestra oltre le spalle di
Damon, incurante degli occhi sgranati di Tom - La febbre deve aver facilitato la
cattura. Vanessa Lestrange ha mandato un messaggio a Harry prima di cena.
Inoltre i Mangiamorte devono essersi alleati con Mezzafaccia, secondo gli Auror,
perché quando lo stesso messaggio della Lestrange è stato recapitato a Hermione,
che era a Lane Street, c'è stato un attacco. Mezzafaccia ha preso lei, Elettra,
Pansy e Ophelia.-
Tom poggiò una mano sullo stipite della porta.
Quasi non
stava in piedi.
- I bambini?- chiese, con voce spettrale.
- Catturati.-
rispose Damon.
I Mangiamorte e Mezzafaccia.
E lui per tutto il pomeriggio
era stato rintanato nella torre di Dark Hell Manor.
A sentire le stronzate di
suo padre.
- Figlio di puttana!-
Il suo pugno si scontrò contro la parete.
Inutile il dolore, se non porta a qualcosa, gli aveva detto una volta
Hermione. Si volse con una maschera di collera stampata in faccia.
Avevano
ragione lei e Harry, non c'era più tempo per le mezza misure.
Con passo
pesante attraversò tutta la casa, seguito dai giovani maghi che gli stavano a
debita distanza, e quando spalancò la porta della cucina gli Auror quasi
estrassero le bacchette.
Erano così tanti che molti si erano arroccati nella
sala da pranzo accanto.
- Dove sei stato?- gli chiese Ron, seduto a tavola
col volto sfigurato dal terrore.
- Signor Riddle!- lo apostrofò anche Piton,
che era appena arrivato - Non puoi andartene in giro come e quando ti salta in
testa! Avresti potuto essere catturato!-
Tom lo ignorò e si fece abbracciare
da sua zia Andromeda e da Narcissa, che lo strinse forte.
Lui ricambiò con
uno sguardo pieno di dolore.
- Mi dispiace zia.- mormorò in un soffio.
La
bellissima Lady Narcissa Malfoy scosse il capo, tornando a sedersi.
- Non è
stata colpa tua.-
- E' vero che sono stati catturati tutti?- e si volse verso
il preside e gli Auror - Com'è potuto succedere?-
- Hanno capito dove
colpire.- si limitò a dire Edward, seduto davanti a Ron con un bicchiere di
whisky fra le dita.
- Dove sono?-
- Sappiamo solo che le ragazze e i
bambini sono sull'Arca.- gli disse Sirius, passandogli una sedia - Draco per
quel che ne sappiamo potrebbe essere ovunque.-
- Cosa volete fare?- li
incalzò - Ce l'avrete un piano!-
Ron rise amaramente, tenendosi la testa fra
le mani.
Solo allora Tom si guardò attorno. Dov'era Harry?
- Dov'è?-
chiese subito.
- Di là.- Edward indicò la stanza accanto - Visto che...Pansy
è incinta...- e Ron tremò di nuovo, fissando un punto imprecisato del tavolo coi
chiari occhi sgranati -...non le accadrà nulla. I bambini la proteggono. Se
stanno tutte con lei, neanche a Ophelia, Hermione ed Elettra accadrà qualcosa.
Sono furbe, sanno che non devono staccarsi da Pansy. Lucas e
Glory invece sono sotto la protezione messa loro da Lucilla...il problema è
che anche lei è sparita. Come Cameron e gli altri. Tristan è partito mezz'ora
fa, per andare a cercarli.-
- La mamma è sparita?- allibì Riddle, fissando
anche Degona - Cosa significa?-
- Non lo sappiamo.- sospirò Sirius - Il fatto
è che per attaccare l'Arca dobbiamo attraversare il portale che non siamo
riusciti a trovare. Inoltre Draco stava male. Se lo lasciamo nelle mani dei
Lestrange potrebbero ucciderlo.-
- Perciò entro stanotte troviamo Malfoy.-
scandì Duncan serio - E domani mattina si va al Tower Bridge.-
- Si ma non
sappiamo come diavolo trovare quel portale.- ringhiò Clay - Io non lo trovo, non
so che farci, uccidetemi ma non riesco a sentirlo! È come se fosse nascosto
dietro un maledetto velo.-
- Ci va una parola d'ordine.- disse Damon
all'improvviso.
Tutti gli Auror, compresi alcuni che venivano dalle altre
regioni, lo fissarono increduli.
- Come lo sai, signor Howthorne?- gli
chiese Piton.
- Me l'ha detto...Asteria McAdams.- abbozzò.
- Cosa? E tu lo
sapevi e non ci hai detto nulla?- sbraitò Asher inferocito.
- Me...l'ha
detto...da poco.- continuò.
- Te l'avrà detto prima di suicidarsi, c'era
tempo!- fece anche Cloe irritata.
- No...ecco...me l'ha detto dopo...- e
incassò subito la testa nelle spalle.
Ora su tutti regnava il silenzio più
totale.
- Come dopo?- fece Beatrix sbattendo le ciglia.
- Ci...ci ho
parlato tre ore fa.- buttò lì, deciso ad affondare la sua reputazione di sano di
mente.
Tom infatti, per un attimo, ebbe la tentazione di andare a mettergli
una mano sulla fronte.
Forse lo psicologo poi non era stata un'idea del tutto
deficiente.
- E' morta l'altro giorno, lo sai vero?- gli ricordò Piton, con
tono che si usa coi bambini testardi.
- Va bene, lo so che sembro pazzo ma è
la verità!- sbottò allora il Legimors - Il giorno in cui è morta ha scritto
un nome sulla lavagna della professoressa Mcgranitt e prima di cena sono salito
sulla Torre di Astronomia. Le ho parlato e...-
-...e tu parli con
Non-Vivi.- sussurrò Milo di punto in bianco, zittendo la
cagnara degli Auror increduli.
- I Non-cosa?- riecheggiò la signora
Weasley.
- Dio Santo, tu parli con gli spiriti ragazzo!- scattò anche
Calendulah Roberts, dallo Yorkshire.
- Può parlire con chi vuole, anche con
le salme, non è questo l'importante adesso!- l'interruppe Sirius frettoloso,
alzandosi di scatto e correndogli incontro - Damon, dimmi la parola
d'ordine per l'Arca.-
- Miranda.-
- Perfetto.- annuì Black, lanciando le
spade a Kingsley e Gary Smith e passando accanto a Remus, già pronto a partire -
Signori diamoci una mossa. Harry ha detto che abbiamo tutta la notte per riunire
tutti gli Auror necessari.-
- Quindi Harry...viene?- chiese Tom.
Sirius
imprecò fra i denti - Ancora non lo so. E' di là che cerca di capire dov'è
Draco, anche se non so come.-
In quella baraonda di spade, bacchette,
dichiarazioni di vendetta e guerra, Tom riuscì a entrare nella sala da pranzo,
col cuore in gola e l'anima rivolta a suo cugino. Se solo avessero torto un
capello a Draco...
A causa delle tende tirate, vide solo la sagoma di Harry
Potter, messo di tre quarti contro la finestra, solo quando i suoi occhi blu si
abituarono alla penombra.
Solo la luce del lampione davanti alla palazzina
delineava il contorno del corpo del suo padrino.
- Avanti, avanti...- diceva
a bassa voce - Tieni gli occhi aperti...ce la puoi fare...-
Tom si affiancò a
suo zio Lucius, in piedi contro la tavola a fumare da un lungo bocchino.
Il
signor Malfoy gli posò una mano sulla spalla, poi tornò ad aspirare l'acre fumo,
quasi un calmante, quando entrarono anche Narcissa, Andromeda, Sirius e
Remus.
- Su...dai...- Harry serrò la mascella - Devi darmi una mano...-
-
Cosa fa?- sussurrò Andromeda.
- Parla con Draco, credo.- le rispose Tom.
-
Cosa riesci a vedere?- gli chiese Sirius.
Harry Potter, fissando fuori dai
vetri, in realtà vedeva tutt'altro.
- Stanza di pietra, mattoni scuri,
soffitto basso. Una sola finestrella, sbarrata.-
- Va avanti Potter.- lo
incitò Lucius Malfoy.
- Non c'è molto.- Harry serrò le mascelle - Vedo che
c'è qualcosa che brucia nell'aria. Ha un odore terribile, lo sta facendo star
male. Sono delle bacchette contorte, rosso intenso.-
- Erba Draga.- disse
subito Remus - Il fratello di Ron confermerà. Si usa per sedare i draghi.-
-
Ecco perché non riesce a liberarsi, non è solo febbre.- sindacò Narcissa
rabbiosa, mentre dentro di sé malediceva mille volte l'orrenda progenie di sua
sorella e Rodolphus Lestrange - Che altro?-
- Chi vedi?- chiese invece
Andromeda.
- Rabastan Lestrange.- Potter richiuse le palpebre - Vanessa,
Rafeus...e...quel bastardo di Marcus Barnett.-
- C'è altro che posso
indicarci il luogo in cui lo tengono?- scattò Sirius nervoso - Potrebbe essere
tenuto ovunque, dai sotterranei di mia zia Jocelyn ai poderi dei Barnett nel
Devon!-
- C'è una lanterna.- mormorò il bambino sopravvissuto di colpo -
Sopra la sua testa. È di ottone. Rovinata, il vetro è arancione, con inserti
rossi. Formato dei disegni geometrici. Il portalanterna ha un ricciolo
contorto.-
- La porta?- continuò Andromeda.
- Girati...- Harry sentì il
contatto lenirsi. Doveva sbrigarsi. Lo pregò ancora di voltarsi, di girare
appena di poco il capo. E con gli occhi di Draco Lucius Malfoy vide una porta
imponente, di legno nero. Forse ebano.
Era...cosparsa di strani segni.
Appuntiti, irregolari. A coppie di tre o quattro.
Quando lo disse, i cugini
Black scattarono come molle.
- Unghie!- sbottò Narcissa Black Malfoy -
Unghie! Quella è la cantina sotterranea di zia Araminta! Ci torturava i babbani
lì dentro, dopo che il decreto sulla loro caccia fu bocciato dal
Wizengamot!-
- Dov'è questo posto?- chiese Harry, perdendo il contatto con
Draco e voltandosi verso di loro.
- Little Mitcham, nel Dorset. Poco lontano
dalla sede della Dama Nera.- Sirius lo guardò attentamente - Preparo la squadra.
Facciamo irruzione fra un'ora.-
- No.-
Harry cominciò a infilarsi i
guanti.
- Vado da solo.-
- Cosa?!- Tom e il suo padrino lo fissarono del
tutto atterriti.
- Sei impazzito Potter?- sbottò anche Lucius Malfoy - Vuoi
farti ammazzare insieme con mio figlio?-
- Non possono farmi niente.- sindacò
l'ex Auror, vedendo anche Ron sulla soglia - Non abbiamo più tempo. Io non ho
più i miei poteri di mago, ma ho quelli del Bracciale di Kentron. Basteranno.
Inoltre voi dovete prepararvi tutti per l'irruzione sull'Arca. Io vado nel
Dorset e riprendo Draco. È inutile attaccare domani se non potremo avere anche
lui. Ci è indispensabile. Le ragazze e i bambini sono al sicuro con Pansy ma
dovranno aspettare qualche ora. Fate preparare i Medimaghi, che siano pronti al
mio ritorno. Voi intanto organizzatevi perché domani mattina alle quattro si va
al Tower Bridge. Se non ci vedete tornare, non prendetevi la briga di venirci a
prendere.-
S'infilò il mantello e legò la spada alla cinta.
Istintivamente
portò la mano sul cuore, oltre la casacca dove aveva sempre tenuto la
bacchetta.
Scosse il capo.
Non ascoltò né Duncan, né le preoccupazioni
degli altri Auror.
Promise solo che sarebbe tornato presto.
E poi, non si
sa bene come, una luce dorata lo prese con sé e lo Smaterializzò
via.
L'elemento della vaghezza, della traccia lasciata appena
intuire, sembrava essere stato l'elemento essenziale nella vita di Augustus
Grimaldentis. Uomo che, dopo suo padre, aveva costruito la setta magica più
onnisciente nella storia della magia.
Hermione Jane Hargrave quella notte,
sdraiata su una sagoma di legno duro e dalle palle ricolma di schegge a causa
della rozzezza dell'intaglio, si ritrovò a pensare a quelle che un tempo erano
state le parole di Caesar, riguardo le sette segrete.
Quello che conta per la
setta è il vago, inquietante effetto indotto sia dai propagandisti che
diffondono voci allarmanti su cospirazioni di sette segrete, sia dai fanatici
esoterici che diffondono idee di miracoli e prodigi, dando l'impressione che il
cambiamento possa essere facilmente attuato tramite l'uso della forza e della
magia.
Già, il vago. Il nascosto. Il mistero.
Era sempre stato questo che
aveva avvolto gl'Illuminati.
Rinchiusa da sola in una cella, rise della
faccia del suo aguzzino quando questo le passò una lama arrugginita sul braccio
e lei non emise un suono.
Cosa non era riuscita a fare la cara Doll.
La
sua soglia del dolore, dopo mesi in cui era stata divorata viva, sembrava essere
sparita.
L'Illuminato gettò la lama a terra, disgustato.
Dopo ore
d'interrogatori inutili e una violenza che avrebbe piegato chiunque, quella
strega ne usciva del tutto indifferente.
- Crocker.- una voce dietro la porta
fermò l'Illuminato, che stava per colpirla ancora.
- Cosa?- sibilò
quello.
- Parla?-
- Presto urlerà questa schifosa gagia.- sibilò
l'aguzzino.
Hermione girò la testa, colpita da un potente ceffone.
E quasi
lo ringraziò, quando sentì il sangue in bocca.
Ora aveva tutto ciò che le
serviva.
Il sangue e la vendetta.
L'Incanto
Demonicus avrebbe fatto il resto.
Una volta per tutte.
- Crocker.-
richiamò di nuovo il tizio fuori - Il Maestro vuole che la porti da lui.-
-
D'accordo, d'accordo.-
L'Illuminato di nome Crocker usò la bacchetta per
liberarla dalle catene e dai morsi di metallo. L'afferrò per i capelli e
puntandole la bacchetta alla schiena la spinse rudemente fuori la cella.
Era
tutto come l'altra volta, quando erano finiti sull'Arca per errore.
Il
pavimento dava l'idea di dondolare.
Sembrava di stare in un tempio, con
arcate e colonne di marmo, affreschi alle pareti e mosaici che raffiguravano le
Crociate e o le Guerre Magiche.
Qualche minuto più tardi venne ricondotta
nella sala del Lazzaro.
L'azzurro di quell'enorme vasca collegata a cascate e
rigagnoli di vita eterna le sembrò così ridicolo.
Proprio lei che stava per
usare l'Incanto Demonicus.
Proprio lei che sputava sulla vita, quando ne
aveva così tanta di fronte.
- Mia cara.-
Grimaldentis si alzò da una
specie di trono di pietra.
Al suo fianco una donna dai lunghi capelli neri,
gli occhi coperti da una maschera che le nascondeva i lineamenti sono fini alla
linea del naso. Miranda Grimaldentis.
Mezzafaccia agitò la mano libera dal
Guanto di Minegon, facendo cenno gli Illuminati di disporsi attorno alle uscite
della sala. Alcuni fantocci vestiti di nero invece l'accerchiavano.
Rimase in
piedi, i vestiti strappati e laceri, il volto coperto di
lividi.
Istintivamente cercò le sue compagne e con sommo orrore vide Elettra
incatenata per i polsi a una colonna, a qualche metro alla sua sinistra. Di
pietra come sempre, la bionda le fece un cenno, per farle capire che stava
bene.
Sulla parte destra della sala il Lazzaro, in mezzo il trono, le colonne
e poi...dietro ad esse, delle arcate che dovevano fungere da prigioni.
Prigioni di lusso, con sbarre di rame.
Vide che Pansy stava bene dietro di
esse, esattamente come Ophelia a cui non era stato fatto un graffio.
Ma si
sentì venire meno quando vide che Pansy aveva in braccio solo Faith e che Jeremy
era nascosto fra le due donne. Dov'erano Lucas e Glory?
- Cerchi qualcosa
Hargrave?-
Era stata Miranda Grimaldentis ad apostrofarla, con tono pieno di
sprezzo.
- Probabilmente cerca i bambini della Profezia del Legimors.- ghignò
Crocker - Non è così?-
Quello la spinse rudemente. Si sbilanciò a cadde sulle
ginocchia, giusto in tempo perché Mezzafaccia le fosse arrivato di fronte.
E
rise il maledetto.
Rise nel vederla piegata.
Peccato che certi spiriti
non si possono piegare.
Né spezzare né piegare. Mai.
Hermione si
rimise in piedi.
- Dove sono i bambini?-
Grimaldentis sorrise dietro la
maschera. Gli occhi pieni di capillari rotti scintillarono.
- "Guai, guai ai figli degli eroi
e per colui
che ha dimenticato, morte sarà
perché solo il riso dei bambini, in nostro
aiuto verrà."- citò, veleggiando nel lungo mantello bianco -
Interessante profezia, specialmente se uscita dalla limpida bocca di un bambino
che vede cadaveri. Queste ultime frasi sono ancora più affascinanti, non credi?
Guai ai figli dei eroi...e come vedi...- allungò il braccio alle sue spalle,
verso il trono di pietra. Proprio quel momento Hermione sentì una vibrazione dal
pavimento.
Questo si aprì in una forma rettangolare e da quel buco nero si
sollevò una lastra di marmo.
Con vide i riccioli biondissimi, quasi bianchi,
di Glory si sentì come salvata sull'ultimo gradino dell'inferno.
Lucas era
con lei. I due piccoli erano seduti vicini e si guardavano attorno.
Quando
Lucas vide sua madre batté le manine, esattamente come Glory che sorrise
stentamente, rivolta ad Hermione. Questo parve eccitare moltissimo Mezzafaccia -
Come vedi i piccoli sono ancora vivi.- celiò, soffiandole addosso la sua voce
rauca e sibilante, come quella di un bambino folle - Almeno per ora. Vedi
Hargrave, quando ti conobbi anni fa e ti vidi liberare il figlio del Lord
Oscuro, capii subito che sarebbe stata un'estrema soddisfazione eliminare una
come te. Quando poi pochi giorni fa i Mangiamorte mi hanno offerto te in cambio
di Draco Malfoy...bhè, posso dire che la mia vendetta è stata decisamente
facilitata. Certo non credevo che avremmo avuto tanti problemi...- e fissò Pansy
con stizza - Ma come puoi notare abbiamo catturato comunque i due bambini della
profezia.-
- Perché non ci preghi di risparmiarli?- s'intromise con voce
gelida Miranda.
- Servirebbe a qualcosa?- replicò Hermione, senza neanche
guardarla.
Crocker, che le stava ancora dietro, le spinse la bacchetta in
mezzo alle costole.
- Cosa intende la profezia per il riso dei bambini?- le
sibilò - Parla!-
- Non lo sappiamo.- rispose Elettra per lei - La profezia è
sempre stata incomprensibile anche per noi.-
- E pensi che ci creda?- le
disse Miranda, avvicinandosi con passo felino.
La bionda distolse lo sguardo
azzurro - Credi a quello che ti pare.-
- Se una di voi non parla
cominceranno a rotolare teste.- le minacciò la Grimaldentis, afferrando Elettra
per la gola - Hai dieci secondo Hargrave! O comincio da lei!-
- Schifosa
lasciala!- urlò Pansy attaccandosi alle sbarre.
- Allora diteni cosa voglio
sapere!-
- Come deve dirtelo che non lo sappiamo?!-
Hermione imprecò fra i
denti. Elettra era capacissima di farsi ammazzare. La conosceva fin troppo bene,
per questo quando si fece avanti verso la lastra galleggiante su cui erano
seduti i piccoli, si prese un'occhiata di rabbia dalla sua amica.
- Vuoi
capire il potere del riso dei bambini?- sibilò la ex Grifondoro con un
ghigno di vittoria verso Grimaldentis - Allora preparati a perdere un po' di
galoppini, Augustus.- poi senza indugiare oltre fece una buffa smorfia a Lucas e
Glory.
Fu la cosa più semplice del mondo.
I due bimbi si misero a ridere,
quella risata gaia e luminosa che irradia anche i giorni di pioggia...che si
propagò nella sala del Lazzaro come un'onda magica.
In seguito a quelle
risate irruppero le grida dei fantocci in nero.
Pochi istanti e Grimaldentis
allibito e sconvolto, li vide accartocciarsi su loro stessi.
Ad ogni gemito,
ad ogni vagito divertito, uno a uno i suoi fantocci si dilaniarono.
Ne
rimasero solo cumuli di cenere, sparsi qua e là.
E il rombo bianco in cima ad
essi da bianco puro come neve divenne bianco sporco, quasi
giallognolo.
Perdendo ogni potere.
- Ecco la magia.- sussurrò Hermione,
mentre Grimaldentis fissava quello scempio, serrando la mano col Guanto in una
morsa assassina - I bambini sono esseri così puri che distruggono ogni Polo
Negativo finisca sulla loro strada. Chi non sa più ascoltare farà questa stessa
fine, Mezzafaccia. Lo dice la profezia.-
Quello scattò come un aspide.
Gli
occhi ora lampeggiavano di collera.
L'afferrò per il collo, quasi
sollevandola da terra.
- Allora basta che li elimini!- sibilò - Miranda,
Crocker!-
- Certo Maestro.- annuirono entrambi.
In un rapido movimento di
bacchette i due Illuminati cercarono di colpire sia Lucas che Glory.
Ma
Elettra, appena un secondo prima era riuscita a sollevare le mani
incatenate. Si era coperta la faccia con i palmi aperti, come le ante di una
finestra. E i due piccoli, che conoscevano quel segnale come quello dello scudo
quando Jeremy e Alex lanciavano oggetti con la magia, innalzarono una cupola
lucente ridacchiando e agitando le manine.
La pericolosa magia degli
Illuminati andò a vuoto e Mezzafaccia, fuori di sé, scaraventò Hermione contro
una colonna.
La strega sbatté con forza il capo e ricadde a terra, sentendo
il sangue colarle sul collo.
- Tu, maledetta!- tuonò Mezzafaccia, teso come
una corda di violino - Incarceramus!-
Hermione rise appena, quando le catene
salirono a schiacciarla alla fredda pietra. Stava perdendo la pazienza. Stava
perdendo la sua lucidità. Meglio per loro. Un nemico infuriato, è più facile da
eliminare.
- Miranda!- tuonò di nuovo Grimaldentis - Lascia perdere quei
mocciosi, ci penserò io dopo. Ora devi trovare il mio esercito. Sai come
chiedere le cose.-
- Certo maestro.- sorrise la strega, scoccando uno sguardo
melenso alla Grifoncina - Cosa serve gettare l'Imperius su un Ministro della
Magia se non puoi usarlo per entrare nelle stanze degli Auror e riprendermi il
nostro esercito di Pugna Laeta?-
Orloff?
Gli occhi dorati di
Hermione lampeggiarono.
Dannazione. Questo non l'aveva previsto.
Se si
fossero ripresi le pedine...Oddio, non voleva neanche pensarci.
- Non darti
pena gagia.- le disse Crocker, piegandosi sul suo orecchio - Fra poco non avrai
più niente per cui dannarti.-
Probabile.
Perché qualche ora ancora e poi
avrebbe potuto usare l'Incanto Demonicus.
E allora i guai sarebbero stati
loro.
Come un'eterna dannazione per lei...ma....poco
importava.
Per Draco, Glorya, Harry e gli altri...nulla sarebbe stato
mai abbastanza.
In fondo aveva sempre avuto ragione il Giocattolaio.
Forse
un'anima disperata come la sua poteva valere davvero
qualcosa.
Chissà.
Forse, dopo quella notte, la sua anima sarebbe finita
nella sua vetrina.
Se non altro l'avrebbe ceduta per la salvezza di tutti gli
altri.
E per la vendetta del suo cuore.
Paura dell'Inferno ormai non
ne aveva più.
Little Mitcham, Dorset.
Se si fosse chiesto a
un Black il numero di proprietà a disposizione di ogni membro della famiglia,
probabilmente nemmeno la madre di Bellatrix, Andromeda e Narcissa avrebbe saputo
rispondere.
Jocelyn Black infatti da tempo se ne infischiava dei vecchi
ruderi e poderi abbandonati dai suoi famigliari defunti, preferendo la vita
agita e mondana di Londra, ma non per questo i suoi nipoti avevano fatto lo
stesso.
La vecchia casa di campagna di Araminta Black, ottenuta dopo la morte
del marito per un infarto fulminante, era ormai disabitata da trentacinque anni.
Attorniata da vigne incolte, puzzava di putridume.
Le mura di cinta basse e
di mattoni pregiati di un tempo, ora crollavano a pezzi.
Per non parlare del
cancello d'ingresso, che scricchiolava sinistramente anche senza vento.
Le
finestre erano serrate, le porte sbarrate, nessuna luce.
Ma nelle
cantine...proprio come un tempo si erano sentite miriadi di grida, ora si
avvertivano voci ridenti e cattive.
In una delle celle che un tempo avevano
custodito, oltre che babbani, anche migliaia di bottiglie di vino pregiato, ora
vi aleggiava l'odore nauseabondo dell'Erba Draga.
Due bacchette rosse erano
state poggiate su una cassettiera di legno umido e sporco, sotto una finestrella
chiusa e l'odore che emanavano era l'unico motivo per cui Vanessa, Rafeus,
Rabastan Lestrange, Theodor Nott e Marcus Barnett erano ancora in vita.
Dalla
porta aperta, essendo fuori in corridoio, Vanessa osservò con la lucente bocca
socchiusa suo cugino che veniva staccato dalle manette che l'avevano visto
appeso al soffitto, per venire poi rudemente buttato a terra da Rafeus e
Nott.
I Cruciatus incrociati fecero ghignare suo zio Rabastan.
- Povero
ragazzo.- soffiò ironicamente Lestrange.
- Già.- Vanessa fece una smorfia
fintamente pietosa - Ha anche la febbre alta. Fa quasi pena.-
- Spero non lo
ammazzi la febbre prima di noi.- disse Rafe Cohen, apparendo lungo l'alta
scalinata che conduceva alle cantine.
- Oh, sei qua. Sei venuto a goderti la
vittoria?- ironizzò la strega.
- Vengo a piangere sul genio.- replicò quello
teatralmente - In fondo è grazie a lui che ora ci siamo liberati di quella
sporca mezzosangue, di quella traditrice della Parkinson e, per quanto questo ci
attirerà delle grane, anche di Elettra Baley.- poi l'ex Serpeverde fischiò
divertito, a un urlo spaventoso - Dio, sentili come ci danno dentro.-
-
Finiranno per fargli esalare l'ultimo respiro senza che mi sia sollazzata con
lui per qualche minuto.- si lagnò Vanessa - Rafeus gliela starà facendo pagare
per mia madre, per il suo tradimento, per essere venuto al mondo...-
-
Insomma lo sta usando per scaricarsi i nervi.-
Rabastan roteò gli occhi in
aria, sentendo lo schiocco della frusta.
- Ora esagerano. L'ha picchiato per
ore, tuo fratello non ha il senso della misura, nipote.-
- Quale Lestrange
l'ha mai avuta.- ghignò Barnett, uscendo dalla cella e risalendo i gradini per
andarsene a Dark Hell Manor - Datevi una mossa con quel traditore. Ci aspetta la
battaglia sull'Arca.-
- Indubbiamente preferisco restare qua a gingillarmi
col Principe di Serpeverde.- replicò Vanessa sarcastica, fino a quando un
strillo, non di Draco stavolta, costrinse lei e suo zio a rientrare nella
cella.
Theodor Nott si teneva un braccio ustionato, Rafeus invece la
spalla.
Da terra, Draco Lucius Malfoy, nello stato peggiore in cui
probabilmente si era mia ritrovato in vita sua, sembrava agonizzare.
- Quel
bastardo ha sputato fuoco!- ringhiò Nott - Vanessa, per Dio, avevi detto che
avrebbe funzionato!-
La strega con un gesto della bacchetta fece apparire
altri tre bastoncini di Erba Draga, quindi fece sloggiare il fratello e Nott
visto che di guai ne avevano fatti anche troppi.
Restò in piedi con un ghigno
leggero, godendo nel vedergli la schiena ricolma di tagli, la pelle bianca
macchiata di lividi. E il Marchio Nero più denso che mai, sul braccio
sinistro.
Ma si, si disse. Basta catena per il momento.
Agitò di nuovo la
bacchetta e apparve un letto dopo di che ci scaraventò sopra l'Auror, usando la
telecinesi.
- Bene, bene, bene...- Vanessa rise, sapendo che fra tutti i
sicari lei era la migliore. Si sedette sulla sponda, tanto nelle condizioni in
cui era, suo cugino non sarebbe più riuscito ad alzare un dito - Guarda che mi
piomba nel letto dopo così tanti anni.-
Draco aveva le palpebre basse ma
sotto di esse l'argento era infiammato.
Ansava terribilmente ed ebbe la forza
di scostare la mano della cugina, quando questa gli sfiorò il torace.
-
Non...non toccarmi...- sibilò, quasi vomitando quel monito.
- Oh, amore.-
rispose lei con dolcezza stucchevole - Non sei nella posizione di potermi dare
ordini, sai? Anzi...in queste condizioni puoi restarne solo in questa di
posizione.- e si chinò, afferrandogli violentemente i capelli per abbassarsi a
un dito dalla sua bocca - Il giorno stesso in cui hai consegnato il tuo
futuro nelle mani di Hermione Hargrave, hai firmato la tua condanna a
morte. Avevi una vita brillante che ti aspettava, onori e gloria dati dal Lord
Oscuro, avresti potuto scalare ogni vetta...e invece...-
-...e invece ho
ottenuto solo di stare lontano da voi idioti.- Draco riuscì a sogghignare,
facendole perdere quell'arroganza per qualche secondo - Fai quello che devi
cugina...e poi sparisci.-
La strega, rabbiosa, gli affondò le lunghe unghie
affilate alla base del collo, strappandogli l'ennesimo gemito.
- Ti farò
passare le voglia di scherzare a Cruciatus!- lo minacciò - La tua supponenza non
ha mai visto limiti cugino.-
Il biondo non rispose più.
La gola in fiamme
si era gonfiata e chiusa.
La vista appannata gli faceva lacrimare gli occhi,
come se stesse rischiando al cecità.
- Guarda come sei ridotto, ultima stella
dei Black.- Vanessa tornò a piegarsi su di lui, passandogli il pollice sulle
labbra spaccate - Saresti stato grande, crudele e spietato. Si sarebbe parlato
di te per secoli e secoli. E tu hai preferito il letto e le gambe di quella
sporca mezzosangue, mettendo al mondo una mezza Hargrave che fin dai nostri più
antichi progenitori noi abbiamo disprezzato. Cosa farai quando tua figlia
crescerà e nei suoi occhi vedrai tutto ciò che hai sempre odiato?-
Ancora non
le rispose.
E ancora rise. Un'ultima volta, sempre di più.
E quel sorriso
stranamente limpido, privo di ogni trucco, non era mai apparso su quel
volto.
Neanche nel cuore di Draco Lucius Malfoy.
Adesso dopo anni era
apparso.
Limpido, puro, senza macchia.
Il livore della strega
ormai era palpabile.
La Lestrange allora si fece apparire in mano qualcosa
che sembrava lo stick di un rossetto.
Il colore quasi nero diede a Draco un
bruttissimo presentimento.
- Veleno.- gli spiegò Vanessa, lucidandosi la
bocca carnosa - Più potente di quanto immagini. E' del mio Signore Oscuro. Ha
subito accettato quando gli ho detto che era il mio ultimo dono per te.-
richiuse lo stick, continuando a carezzare le labbra al cugino - Addio Draco.
Vivo per una mezzosangue, morto per un bacio.-
Il freddo che Draco Malfoy
provò a contatto di quelle labbra in seguito non se lo sarebbe mai più
scordato.
Come non avrebbe scordato che, nell'esatto istante in cui Vanessa
lo baciò, sentì una voce nella testa che non pensava avrebbe mai accolto con
gioia.
Una serie di esplosioni, quella notte, rase completamente al suolo la vecchia
casa di Araminta Black.
Morirono tre Mangiamorte. Vanessa Lestrange e i suoi
parenti invece sparirono appena in tempo.
Così come appena in tempo Harry
Potter raggiunse la sua parte mancante, trovandolo quasi in fin di vita.
Il
bambino sopravvissuto però non aveva dubbi, mentre lo trascinava
via.
Conoscendo il Principe di Serpeverde, sarebbe rimasto in vita solo per
fargli dispetto.
Ne era più che sicuro.
Signore e signori, due piccoli annunci. Artemisia89 parecchi mesi fa scrisse una one-shot geniale, su un tema duro e difficile come il suicidio. Il nome della fic è "I Corvi " e delinea i fatti precedenti al salto di Asteria nel vuoto. Ve la consiglio, perchè è delicata e densa di sfaccettature, come il personaggio protagonista. Gentilmente e facendomi un grande regalo, anche Yaona ha voluto scrivere un missing-moment sui Figli della Speranza, collegandosi però a questo capitolo. La sua shot si intitola "I Dieci Rintocchi" e lascio a voi scoprire di cosa parla, dicendovi già che mi ha regalato un bellissimo momento fra padre e figlio che io non ho avuto il tempo di approfondire durante la fiction. Vi lascio alla lettura. Alla prossima, signorine e messeri. Siamo in dirittura d'arrivo anche con questa storia che si chiude al capitolo 70!
Barbara
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