Benvenuti cari
lettori, sono davvero felice di vedere che questa
storia continua a piacere. Vorrei ringraziarvi per avermi letto. Credo
che farò
un seguito, su Bernard e Rosalie...ma, al momento, lasciamo Rosalie a
questo
vecchiaccio.
Stanno
così bene insieme...
ADELINE
Mi trovavo
effettivamente in una pessima
condizione, quando giunse a palazzo Polignac una lettera.
Ero nel salottino
della contessa,
immersa nel ricamo, mentre la contessa sfogliava uno dei suoi insulsi
romanzi,
quando giunse una lettera.
La Polignac
abbandonò la sua lettura e
dette uno sguardo attento al messaggio contenuto. Dopo qualche istante,
sorrise, in modo piuttosto beffardo.
-Smetti di ricamare-
mi disse- dobbiamo
prepararci.-
Feci come mi aveva
ordinato, limitandomi
a fissare ora il foglio, ora lei. Pareva stranamente presa da qualche
pensiero
particolarmente divertente.
Inarcai un
sopracciglio.
Per qualche bizzarro
motivo, tutto ciò
che piaceva alla Polignac dispiaceva a me.
Davvero curioso.
-E'arrivata una
lettera da mia cugina
Renée. Mi informa che Adeline ha appena dato alla luce una
bambina e che ora si
trova in una residenza di suo marito poco distante da qui...a Parigi,
tesoro!
Siete contenta? Tornerete nella città in cui siete
cresciuta!- disse,
pungolandomi.
Non risposi.
Non aveva richiesto
il mio parere ed io
non ero minimamente intenzionata a darglielo. Avevo compreso che
l'unico modo
che avevo per evitare ulteriori attriti era rimanere muta. Parlare
significava
solo darle spago...ed io non volevo essere causa del suo divertimento.
-Andremo nella
capitale a salutare
Adeline e a congratularci con questo inizio di matrimonio tanto
fausto.- disse,
prima di addolcire il tono-Posso immaginare il dolore del suo sposo.
Quella
giovane tanto promettente, non ha saputo darle il maschio che tanto
desiderava...ma c'è comunque tempo...per Adeline,
sicuramente.-
Alcune ore dopo,
mentre mi trovavo nella
camera assegnatami, ripensai alla figliastra della cugina della
Polignac. La
contessa pareva stranamente felice che fosse una bambina...e non era
certo per
gentilezza d'animo.
Il suo era mero
egoismo e, forse, dietro
a quella gioia si celava una qualche rivincita che io non comprendevo.
Con un gesto
automatico, presi una delle
spazzole e, lentamente, cominciai a far scivolare quello strumento sui
miei
capelli. Una carezza lenta e monotona...che aveva il potere di
calmarmi,
lasciandomi cullare nella nostalgia.
Mi ricordava quando
pettinavo la chioma
di madamigella...un singhiozzo sordo sfuggì dalla mia gola.
Mi mancavano.
Mi mancavano da
morire.
-Oscar...-mi ritrovai
a pensare,
fissando la mia sagoma- aiutami tu-
Il mattino seguente
partimmo alla volta
del palazzo dove ora viveva Adeline.
Eravamo in quattro:
io, la contessa, il
duca De Guiche ed un uomo vagamente somigliante al conte. Era
più giovane e
decisamente più volgare e grezzo...l'ideale per quella donna
falsamente
raffinata quale era la Polignac. Doveva essere l'amante a cui accennava
il
conte.
Venne a riceverci una
donna di colore.
Immagino che fosse un
recente acquisto
della casa ma confesso che non avevo mai visto delle persone con quella
carnagione tanto scura, che pareva mischiarsi al legno.
Non ero infatti
avvezza al triste tema
della schiavitù.
-Sono la contessa di
Polignac- disse
pomposamente, senza premurarsi di presentare gli altri.
La donna si fece da
parte, guardandola
in silenzio.
-Mia cara cugina-
fece la marchesa De
Florie, scendendo le scale- sono molto felice di vedervi.-
La Polignac sorrise,
mentre l'altra
congedava la serva.
-Appena ho ricevuto
la lettera non ho
potuto non raggiungerti. La nascita di una nuova vita è
sempre occasione di
gioia, non credete?- domandò retorica.
La mora
annuì.
-Ne sono
assolutamente convinta-disse
sicura.
-Il marito di Adeline
come ha preso la
notizia?- domandò curiosa la contessa.
Renée
sorrise pacata.
-Come ogni uomo alla
nascita di un
figlio. E'rimasto complessivamente soddisfatto della nascita di un
bambino. Le
precedenti mogli non erano nemmeno rimaste incinte...Adeline ha
compiuto
un'impresa, anche se l'arrivo di una bambina non lo ha rallegrato
molto.- la
informò, mentre gli altri si accomodavano in un salotto.
La contessa si
portò una mano alla
bocca, in una smorfia che aveva il solo scopo di celare un sorriso.
Inspiegabilmente,
alzai gli occhi al
cielo.
-Non è poi
una tragedia, Madame- disse
il duca- se è riuscito ad avere una figlia, significa che il
vigore del
marchese è ancora intatto. Occorre insistere in queste
faccende...-
-Come sta la madre?-
domandò la
Polignac, interrompendo le chiacchiere di quello che era, a suo dire,
il mio
fidanzato.
Il destinatario di
una simile curiosità
era un uomo che aveva l'età del padre di Adeline,
maledettamente simile al duca
De Guiche, con la differenza che mostrava spesso un'aria disinteressata
e
arrogante, quasi apatica. Pareva comunque infastidito da tutte quelle
persone,
tanto da preferir lasciare tutte le incombenze alla marchesa.
-La povera Adeline ha
avuto un parto
molto difficile...pensa, ha avuto delle convulsioni durante il
travaglio,
rischiando di perdere la vita lei stessa e la creatura. Ora
è molto debole e
ancora non del tutto fuori pericolo.- mormorò.
-Come è
accaduto a sua Maestà, quando ha
generato la principessa Marie Therese.- osservò curiosamente
la contessa.
Renée
annuì.
-Povera cara- disse-
era riuscita
miracolosamente a rimanere incinta, quando tutte le mogli che l'avevano
preceduta, avevano fallito.-
A quelle parole,
cadde il silenzio.
-Quello che conta
è che mia moglie sia
ancora in grado di procreare.- disse infine il marito della ragazzina-
Il
medico ha garantito che è ancora fertile. Questo
è ciò che conta.-
Lo guardai
inespressiva.
-Ma sicuro-
ciarlò la Polignac- è
importante però che il ventre di vostra moglie sia in ottima
forma. Questo
fatto garantirà anche una discendenza sana e duratura, lo
scopo di ogni
matrimonio che si rispetti.-
-Spero che sia come
dite- disse fremente,
prima di rivolgersi a Renée- vostro marito mi aveva
assicurato che quella
ragazza fosse adatta alle mi esigenze. Come da accordo, avete ricevuto
quel possedimento
nei pressi di Orleans...ma io cosa ho ottenuto? Una donnetta che non ha
saputo
fare altro che darmi una femmina...UNA FEMMINA! Una nuova piaga in
più per me.
Volevo un figlio a cui tramandare il mio nome, non una bambina da dare
al
miglior partito, per la quale dovrò procurarmi una dote...e
quindi spese...-
Le sue urla si
ripeterono nel
pianerottolo.
Aggrottai la fronte
ma quella fu l'unica
smorfia che mi concessi.
Mi pareva di sentire
addosso lo sguardo
pesante del duca...inevitabilmente, pensai alla sorte di Charlotte, con
un moto
di nausea che non ero certa di saper sopportare. Le chiacchiere del
salottino
cominciavano a starmi strette. Le parole dello sposo di Adeline mi
disgustavano
e non riuscivo a comprenderne la drammaticità.
Per quanto una dote
potesse spesso
rivelarsi una spesa cospicua, quell'uomo era un facoltoso nobile: che
ragione
aveva di lamentarsi quando possedeva risorse sufficienti per disporre
per
quella neonata sia un matrimonio che una monacazione?
Nicole non aveva mai
orchestrato in tale
modo il destino mio e di Jeanne. Per lei, era necessario innanzitutto
che
fossimo in grado di avere un mestiere dignitoso per sopravvivere, senza
degradarci.
I miei pensieri si
fermarono.
Più
passava il tempo, più mi rendevo
conto del divario che c'era tra la contessa e Nicole. Istintivamente mi
fermai
a fissare il riflesso del mio viso alla finestra e, non vista, quello
della
Polignac. Il suo viso era spaventosamente simile al mio,
così come i capelli e
gli occhi...una somiglianza che, in qualche maniera, mi disturbava
perché era
la chiara dimostrazione che discendevo da quella femmina ignobile.
Durante
quell'orribile soggiorno, mi ero
spesso domandata se, oltre all'aspetto, vi fossero altri elementi che
mi
avvicinassero a lei. Per quanti sforzi avessi fatto, comunque, non
avevo saputo
trovare niente...e tutto ciò mi rasserenava.
-Rosalie, cara- fece
la contessa - ti
dispiacerebbe andare a vedere come sta la povera Adeline?
E'più piccola di te
ed ora avrà bisogno di compagnia...-
Annuii soltanto,
prima di salire al
piano superiore.
Per una volta,
ubbidire non mi
dispiaceva, giacché mi avrebbe allontanato da quel covo di
avvoltoi.
Bianca.
Adeline era bianca,
più del solito. I
capelli scuri creavano uno spettrale contrasto cromatico che sapeva
quasi di
morte. La balia era poco distante, intenta ad allattare la piccola.
-Come sta?- le
domandai, mentre fissavo
il suo viso dormiente.
La donna
alzò lo sguardo. -Madame ha
rischiato moltissimo. Era molto provata nei mesi precedenti e, dovendo
seguire
il consorte nelle sue occasioni mondane, si è trascurata
molto. Il medico ha
detto al marchese di non strapazzarla ma lui non ha sentito
ragioni...per
questioni di rappresentanza e per dimostrazione.- disse, facendomi
segno di
avvicinarsi a me.
-A cosa alludete?-
domandai.
La balia storse la
bocca, imponendomi
con un cenno il silenzio.
-I precedenti
matrimoni sono stati
annullati perché si riteneva che non fossero stati
consumati. Più volte,
Monsieur è stato costretto a dare pubblica dimostrazione
della propria
virilità...fallendo miseramente- disse, a voce bassa- Se
Madame non fosse
rimasta incinta, avrebbe dovuto tornare a casa e tutto quello
guadagnato dalla
famiglia di lei, avrebbe fatto ritorno al marito.-
Quelle parole si
conficcarono nella mia
testa.
-E dunque cosa
intendete dire?- chiesi
piano.
La balia
ghignò.
-Madame ha ricorso ad
ogni espediente
per rimanere gravida. Era chiaro a chiunque che lo sposo era impotente-
rispose
pettegola.
-Incredibile...-
mormorai, dopo essermi
passata una mano sulla testa.
Adeline riposava nel
letto, cerea in
viso.
-Ora come sta?-
chiesi.
La balia scosse il
capo.
-Il travaglio
è stato molto difficile.
Ha avuto delle perdite di sangue che, per poco, non l'hanno uccisa.
Adesso ha
la febbre e non sappiamo se si rimetterà...dipende tutto da
lei. Non è ancora
fuori pericolo, anche se la notizia è tenuta nascosta.
Monsieur non era molto
soddisfatto di questa nascita...a breve, farà ulteriori
pressioni a Madame, una
volta guarita. Non è un uomo paziente ma spero che permetta
alla moglie di
rimettersi...oppure dovrà cercarsi una nuova moglie.- disse
grave.
Quella notizia mi
colpì con violenza,
più di quanto io stessa potessi ammettere...e non potei che
aver compassione di
quella ragazzina che giaceva provata in quel letto immenso.
-Il marchese come ha
reagito?- chiesi,
senza guardarla.
La balia
sospirò.
-Come ogni marito che
ha appena saputo
di avere una femmina...- disse laconica- ha tirato una bestemmia e,
credetemi,
ho quasi temuto per la vita delle due. Se quel paggio non si fosse
messo in
mezzo...-
Inarcai la fronte.
-Un paggio?- chiesi.
La balia
annuì.
-Si trattava in
verità del cicisbeo. Un
giovane discretamente avvenente, molto diverso dal tipo di uomo che
solitamente
viene designato per lo scopo. Il padre della ragazza ha però
imposto questa
condizione ed il marchese, visti i precedenti, ha preferito non
obiettare.-
disse ambigua.
Feci per chiedere
altro ma un gemito,
proveniente da Adeline, richiamò la nostra attenzione.
-Madame!-
esclamò questa, avvicinandosi
al letto. Con fare pragmatico, afferrò il polso della
ragazza, tastando vari
punti con fare esperto.
-Forse è
meglio cambiare l'acqua-
suggerii.
La balia
annuì, lasciando la stanza,
insieme alla bambina.
Rimasi qualche
secondo immobile, prima
di voltarmi.
-Come vi sentite?-
domandai.
Adeline
aprì gli occhi.
-Questo non ha
importanza- disse- ho
saputo che la contessa ha combinato per voi un matrimonio d'interesse.-
Non risposi.
La voce debole di
Adeline mi inquietava.
-Non sarà
bello...io lo so...- disse,
con una smorfia- sarà
umiliante...anomalo...doloroso...squallido.-
Mi avvicinai.
-Mi dispiace- feci,
pensando a quello
che avevo visto sul pianerottolo.
Adeline scosse la
testa.
-Io...io ho voluto
questo matrimonio...-
rispose, afferrandomi con la sua mano, gelida come il ferro- io sono il
frutto
di un incontro clandestino e mia madre, una volta rimasta incinta, ha
ben
volentieri lasciato la mia vita nelle mani del suo seduttore. Io...io
volevo
andare via dai De Florie e questa era l'unica porta concessami.-
La luce penetrava
nella stanza, rendendo
il viso della puerpera ancora più pallido del solito. -Io so
di non aver reso
felice mio marito...ma non mi interessa perché nemmeno io lo
sono.- continuò
sempre più piano- Ho fatto di tutto per rimanere
incinta...ogni mezzo è buono,
se l'alternativa è rimanere con niente. Io...io non volevo
tornare da
quell'ipocrita della mia matrigna.-
Adeline
respirò affannosamente.
-Calmatevi, per
favore- la esortai.
Lei
gracchiò una risata.
-Non mi va...-
soffiò- giacere con quel
vecchio è stato il peggiore dei castighi...non mi importa
niente. Io non voglio
più.-
Mi morsi il labbro.
Quel tono non mi
piaceva.
-Non dovete
sforzarvi- continuai- avete
avuto la febbre alta e...-
Adeline scosse il
capo.
-Non mi interessa-
disse- io...io sono
stanca...tanto stanca...-
Le strinsi forte la
mano.
-Non potete lasciarvi
andare così.-
replicai- Avete vostra figlia!-
Adeline si
bloccò, prima di scoppiare in
una risata roca.
La sua voce,
leggermente gracchiante,
era intrisa di un delirio a stento tenuto sotto controllo. -Lui...lui
è
sterile...non è sua e lo sa...-rispose, preda della follia
dovuta a quella
debolezza.
-Non potete
lasciarla...-feci,
aumentando la presa- non in mano loro!-
Adeline
sospirò.
-Vorrei
ma-rantolò- sono stanca...stanca
davvero...se non altro, sarà costretto ad allevare una
bastarda come legittima
e questo mi consola...ora scusatemi ma...proprio non riesco a tenere
gli occhi
aperti...-
A quelle parole, la
presa, per un breve
attimo si intensificò, prima di perdere ogni forza. La
guardai interdetta.
Sul volto, l'ombra di
un sorriso
beffardo.
-Adeline- la chiamai-
Adeline!-
Ma Adeline non si
svegliò più.
E questo è
il nuovo capitolo. Triste anche questo e quasi
inevitabile. In verità, non avevo previsto che Adeline
dovesse rimanerci secca
ma, purtroppo, è andata così. Rosalie
è l'unica persona che la assiste in
quella occasione, mentre gli altri sono a chiacchierare al pianterreno.
Credo
che non andrò oltre con lo squallore di questa cosa. Non
voglio certo
esagerare...sarebbe troppo patetico, secondo me.
Innanzitutto
ringrazio tutti voi per avermi letto.
A presto, cicina.
ps. spero che sia
corretto ma non garantisco.