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Autore: _Elisewin_    31/10/2012    1 recensioni
"Nel frattempo, al tavolo dei Serpeverde, due occhi color del ghiaccio la stavano guardando girandosi tra le mani un coltello. Draco Malfoy era molto arrabbiato con Hermione. Non le aveva obbedito. (...)"
Affinchè un cuore smetta di sanguinare quanto tempo occorre? Quanto tempo occorre che le ferite dell'anima guariscono completamente? Cosa può essere successo a Draco&Hermione? Come regirà Draco al segreto di Hermione volutamente taciuto?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10

 

Ciò che non uccide fortifica”
 
“E se ritorni nella mente
basta pensare che non ci sei
che sto soffrendo inutilmente
perche' so, io lo so, io so che non tornerai.
Senza te, io senza te
solo continuero'
e dormiro', mi svegliero'
camminero', lavorero'
qualche cosa faro' qualche cosa faro'
si' qualche cosa di sicuro io faro',
piangero', io piangero'
Si' piangero', io, piangero'...”

 



Hermione si svegliò di colpo attenta e vigile.

Si trovò ancora avvinghiata alle braccia di Draco. Il suo corpo caldo era un tutt’uno con il suo. La leggera peluria bionda tracciava perfettamente il suo torace e lei incosciamente ne stava accarezzando i lineamenti.

Nella mente di Hermione ricordi confusi e sensazioni della notte passata insieme rivivevano: la sensazione della pelle della sua schiena sotto i polpastrelli delle dita bramose di un contatto in più, dita che venivano dolcemente baciate come se fossero un dono prezioso, quei ricci indomabili che venivano racchiusi nella sua mano.

Brividi al passaggio di ogni suo singolo tocco e del sapore dolce e invitante delle sue labbra.

Era stata una notte meravigliosa, ma come tutte le notti, Cenerentola doveva tornare alla dura realtà.

Nessun principe azzurro e nessun cavallo bianco a prenderla.

Cenerentola deve tornare a fare quello che ha sempre fatto.

La dura realtà faceva ribrezzo ad Hermione ed ancora di più, la consapevolezza, di aver commesso un atroce errore ancora una volta.

Di “Basta” ne aveva detti fin troppi.

Era meglio alzarsi e andarsene o aspettare il suo risveglio e la sentenza finale?

Hermione avrebbe voluto alzarsi e pensare che tutto sarebbe andato bene.

Ma conoscendo Draco niente sarebbe andato bene.

Decise di rivestirsi in silenzio.

Sciolse lievemente il suo abbraccio e si precipitò a trovare i vestiti sparsi per la stanza.

Li trovò e si sedette su di una sedia incurante del fatto, che Draco, aveva avvertito degli spostamenti ed era anche lui stesso vigile e attento ad ogni sua mossa.

Ne era quasi rapito.

Era il “quasi” che al ragazzo preoccupava.

Il non avere certezze era una cosa che lo faceva arrabbiare. In particolare dopo una notte passata insieme ad una donna.

Ma non era una donna qualsiasi era Hermione Granger la madre di sua figlia.

La gravidanza le aveva lasciato delle belle forme che al ragazzo la sera prima non si era dispiaciuto a toccare.

Ma Hermione era Hermione.

Era colei che amava, se l’amava, e odiava al tempo stesso. O meglio, tollerava e odiava al tempo stesso.

Gli faceva perdere la ragione.

Sapeva che non poteva tirare troppo a lungo la corda.

Gli accordi sono accordi, ma lei, era un qualcosa di proibito. Era un qualcosa che non gli era concesso tenere, e pur volendo, avrebbe dovuto continuare di nascosto a fare quello che aveva sempre fatto.

La voleva come sua compagna. Non di vita… ma di letto.

La voleva ancora? Bene, l’avrebbe avuta, come e quando più gli piaceva.

Era sua. Solo sua. L’avrebbe annientata ancora di più se fosse stato necessario.

 Ma lei doveva essere per gli altri un campo minato.

Aveva tante cose in mente.

Sì l’avrebbe avuta.

Con molta eleganza si alzò dal letto e si infilò I boxer.

Le si avvicinò piano piano quasi a sorprenderla e a sgridarla per una qualche marachella.

Si abbassò e si portò dietro la schiena di lei.

La strinse subito a sè senza darle il tempo di fiatare e le baciò lentamente il collo.

Ancora e ancora baci languidi e pieni di desiderio.

Quella ragazza sapeva come accendere la passione violenta in lui.

Hermione al tempo stesso era tutto un fremito.

Avrebbe voluto ripetere l’esperienza della notte passata, ma non poteva, anzi, non doveva.

Cedere agli istinti non l’avrebbe portata da nessuna parte.

Draco ci sapeva maledettamente fare con le ragazze.

Lo sapeva.

Sapeva di essere una tacca in più da aggiungere ad una qualche sua lista,ma doveva conservare ancora, un minimo della dignità che quel ragazzo poco alla volta le stava portando via.

Con molta difficoltà si allontanò quasi violentamente da lui.

Tar i due corpi vi era una poltrona che simboleggiava il distacco, il confine al quale Draco, non avrebbe dovuto superare, o lei, non sarebbe più riuscita a parlargli.

Quella mattina non erano solo i capelli di Hermione ad essere indomabili, ma anche quelli di lui, non erano da meno.

La frangia bionda gli cadeva scomposta in avanti a coprirgli un occhio.

Il respiro affannoso inondava la stanza.

La voleva.

Eccome.

Hermione dal canto suo finiva di vestirsi.

Cercava di essere fredda e incurante che davanti a lei ci fosse un uomo pronto a un secondo round. Un uomo a cui non avrebbe dovuto dire di no.

Rabbia. La leggeva nei suoi occhi grigi. Erano tempestosi.

“Fuggire o rimanere?” Si domandava ancora.

Poi tutto a un tratto quasi Draco potesse leggerle dentro disse “Hermione lo sai che le cose tra di noi non cambieranno mai, vero?”

Una stilettata potente al cuore. Che fare?

Sarebbe stato meglio fuggire. Un’altra umiliazione la stava attendendo.

Il groppo in gola stava per farsi sentire. Nuovamente.

Perchè, si chiedeva Hermione, era così incurante dei sentimenti altrui?

Perchè?

Draco si girò per andare a recuperare pantaloni e camicia.

Anche mentre si rivestiva, Hermione, poteva notare l’estrema eleganza che aveva in ogni gesto, anche in quello più malevolo.

Masochista? Forse.

“Cosa intendi con “le cose tra di noi non cambieranno mai”? Il sesso? Intendi questo? Solo un rapporto fisico?”

Draco si alzò e la fronteggiò.

Le mani chiuse a pugno.

“Sentimi bene … non è possibile che ogni volta che ci troviamo da soli, devi sempre e dico sempre, non solo rovinare tutto, ma rendere, anche le cose più complicate del previsto!”

“Che cosa? Io?” urlò Hermione

“E per rispondere alla tua domanda: sì il sesso Hermione è la chiave di tutto” incrociò le braccia Draco, e si sedette, sulla morbida poltrona voltando lo sguardo verso la finestra.

“Ma ti senti quando parli? E ai miei sentimenti non ci pensi?”

“Hermione sentimenti o meno sarà sempre così” rispose Draco sbruffando

“E a Lizzie, quella dolce bambina che aspetta il padre che mi dici? Ti piace giocare con me? Va bene lo accetto, fa parte del tuo pacchetto e me ne faccio ogni giorno una ragione, ma per quanto riguarda quello che è successo stanotte no, perchè riguarda anche lei e non te lo permetto!”

Draco si alzò come una furia trovandosi poi a sfiorare quasi il suo naso con quello di Hermione

“Ti dimentichi cara che ho io il coltello dalla parte del manico!”

“E come dimenticarlo? Me lo ricordi ogni singolo giorno: la tua faccia disgustata, le tue battute acide e poco carine, le umiliazioni a cui tu mi rendi partecipe!”

Hermione ora stava urlando più di lui.

Per la prima volta il leone che c’era in lei stava salendo in superficie.

Draco era incredulo.

Le si stava ribellando.

No non doveva permetterlo.

O forse sì? Il gioco avrebbe reso la candela. E sarebbe stato molto più divertente.

“Senti ora calmiamoci ok?Cerchiamo di iniziare la giornata in un modo un pò più consono.” Draco cercò nuovamente di avvicinarsi a lei. Hermione capendo le sue intenzioni si spostò velocemente trovandosi quasi alla porta.

“Ovvero? Stare ore e ore a letto per calmare i tuoi pruriti? No grazie”

“E che ci sarebbe di male?”

“Cavolo Draco ma ci pensi alle parole che dici? Io non sono un oggetto. Sono una persona con dei sentimenti. Chiedo un pò di rispetto è tanto?”

“Sì, mi costa portarti del rispetto onestamente”

Le stava facendo male e lo sentiva.

Perchè si doveva comportare in quel modo orribile con lei? Perchè non provava almeno una volta ad essere gentile e presente nelle loro cose.

Loro… non esisteva niente al riguardo per quanto riguardava lui.

Hermione stava trattenendo a stento le lacrime.

Ancora parole dure e amare.

Perchè? Perchè il padre di sua figlia doveva essere Draco Malfoy?

Voleva essere di ghiaccio Hermione.

Voleva fargli del male.

Voleva possedere uno sguardo tagliente e duro. Uno di quelli che ti paralizzano e sai che non puoi fiatare dopo. Uno di quelli a cui sai che devi avere rispetto sempre, a prescindere, se hai torto o ragione. Voleva uno di quei sguardi che ti trapassano organi e anima.

Uno di quelli per cui non hai fiato dopo. E dopo questi sguardi, sarebbe stato, bello poter dire “Fa male eh? Ora capisci ciò che si prova…campione! “

E poi… e poi tanti saluti.

Draco uno di quei famosi e desiderati sguardi glaciali, se li sarebbe, meritati tutti.

Ma la rabbia, la vendetta, non portano da nessuna parte.

E lei lo sapeva bene.

Si sentiva male Hermione. Prese tutto il coraggio che aveva in corpo e cominciò a parlargli come non aveva mai fatto prima.

“Senti sai che ti dico spocchioso figlio purosangue? Ora sono io a dire basta ai tuoi sotterfugi e ai tuoi doppi sensi. Mi hai portato via tutto. La mia dignità, il rispetto per me stessa e poi mia figlia. Mia non tua. Darle il tuo cognome non fa di te suo padre.

Hai portato via ogni singola parte importante di me e l’hai calpestata senza pieta con la complicità di tuo padre. I padri…che grande complicazione sono per un figlio. Dio, non ti vergogni neanche un pò?”

“Non ti permetto di giudicarmi Hermione hai capito?” Draco la strattonò per un braccio facendole male. E lei lo sentiva tutto il dolore suo e la rabbia di lui. Devastante. Sapeva di aver toccato un tasto dolente ma doveva continuare. Doveva trovare una fuga per se stessa.

“Tu non vuoi essere giudicato perchè ti fa comodo credere di avere ragione, quando invece, sai che non è così! Venire a patti con la realtà è terribile e fa paura e questo lo so bene Draco. Ma non puoi sfogare su di me i tuoi istinti. Sono una persona come te e come tale voglio anche io un minimo di rispetto!”

“Sentimi bene. Non accadrà mai che io e te potremo avere qualcosa di più in futuro.”

“Mai dire mai. Ma almeno mi domando…  non vuoi il meglio per tua figlia, eh?”

“Ci sono cose che ancora non so e che non ti è dato sapere. Ma per quanto riguarda Elizabeth possiamo farlo anche da amici”

“Amici?” Hermione rise forzatamente “Io e te non saremo mai amici e lo sai bene. Tu stesso fino a pochi minuti fa non hai fatto altro che rimarcare quale fosse il mio ruolo: il Nulla.”

“Ora non esagerare. Anche tu hai le tue colpe.” Draco si passò nervosamente una mano tra i capelli mentre con l’altra teneva ancora per un polso Hermione. Aveva paura che se ne andasse e non doveva permetterlo.

“Non esagerare? Non mi piace che dai tutte a me le colpe. Anche tu hai delle responsabilità. Responsabilità che se ben ricordi non ti sei voluto prendere dal momento stesso in cui ne sei venuto a conoscenza”

“Me ne sono pulito le mani”

“E te ne vanti?”

“Non mi vanto di molte cose…cara”

Draco questa volta la abbracciò forte, con una mano le teneva fermo i capelli e all’improvviso, contro ogni previsione di Hermione in quel momento, la baciò.

All’inizio presa alla sprovvista Hermione contraccambiò poi pensò che non doveva lasciarsi trascinare dai suoi giochetti, gli morse il labbro inferiore facendogli uscire del sangue e poi gli mollò un sonoro schiaffo.

Minuti interminabili. La mano ancora per aria.

Draco la fissava incredulo.

C’era riuscita la maledetta a scalfirlo ma solo per poco.

Si asciugò con rabbia le labbra con la mano. E poi la prese violentemente sulle spalle buttandola sul letto ancora disfatto.

Hermione prese a gridare e a graffiare, dove poteva, qualsiasi parte del corpo di lui.

Draco nel frattempo la schiaffeggiò e lì smise di respirare.

Si allontanò dal corpo di lei quasi scottato. Non voleva arrivare a tanto ma odiava essere messo alle strette. Odiava il fatto che lei avesse centrato in qualche modo la questione.

Non sopportava niente in quel momento.

Perchè se l’era nuovamente portata a letto? Perchè maledizione?

Hermione intanto ancora con la camicia sbottonata si alzò lentamente dal letto.

Quel letto che ancora una notte l’aveva portata lontano e le aveva fatto sperare inutilmente qualcosa. Sperava di poterlo cambiare, Narcissa stessa le aveva chiesto fiducia al riguardo. Ma lei non ne poteva più.

Prese ancora una volta coraggio e si portò dietro di lui che incurante guardava fuori la finestra.

“Puoi picchiarmi, insultarmi, umiliarmi in tutte le lingue e i modi possibili che tu conosci… ma ogni qualvolta penserai di avermi distrutto, moralmente e fisicamente, io mi alzerò più forte di prima, perchè tra i due, io non ho mai perso niente, mentre tu hai perso molto fin dall’inizio. Io sono sicura di poche cose della mia vita, ma di una soltanto pensavo di esserne sicura, quella di farti entrare nella mia vita, ma mi sbagliavo ancora una volta.

Ho provato a capirti e a perdonarti, a darti anche una seconda possibilità, anche quando non te la meritavi. Ma sai perchè l’ho fatto? L’ho fatto per Lizzie, perchè voglio che abbia un padre presente e cosciente delle cose che fa a se stesso, e anche, agli altri. Non sono una santa o una martire ma non ti rendi conto di molte cose Draco… e mi dispiace. Non posso aspettare qualcosa o qualcuno che non arriverà mai, perchè mi sono seccata e perchè, credo, di essermi umiliata abbastanza per tutto questo tempo. Non posso salvare qualcuno che non vuole essere salvato, quindi ti chiedo, anzi, ti supplico di finirla qui. Io e te basta… come volevi fin da quando hai saputo di Lizzie. Forse hai vinto o forse no. Io ho la certezza di averci provato almeno a cambiare le cose, ma, non sono così potente e forte dal farlo.

Io salvo gli altri, ma , chi salva me? Ci sarà qualcuno che pensarà a me un domani?

Sai benissimo che non ho il ruolo solo di essere la madre di tua figlia, ma nel profondo del tuo cuore, so che sono anche altro. Sono solo una ragazza di 17 anni che forse da parte tua ne ha subite fin trope. Ora basta. Ti chiedo solo una cosa… non venire a trovare Lizzie se per te è un obbligo, preferisco sapere che vieni perchè lo senti, e non perchè un tribunale o qualcuno della tua famiglia te lo impone. Stammi bene… Draco”

Ancora con le lacrime agli occhi Hermione recuperò velocemente il suo mantello e corse fuori dalla stanza.

Si era liberata di lui.

E allora perchè sentiva ancora una volta un peso sullo stomaco? Perchè si sentiva mancare l’aria?

Draco era rimasto nella stessa posizione. Sguardo fisso nel vuoto.

Le parole di Hermione ancora nella mente. Dure e taglienti.

L’aveva persa. Le aveva perse.

E ora cosa doveva fare?

Davanti a lui il lago nero e una pioggia fitta.

  
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