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Autore: Clahp    31/10/2012    5 recensioni
Il ragazzo non ricevette risposta; si girò e si allontanò, di nuovo. Dallo stadio davanti a loro risalivano le urla degli studenti e qualche coro: la partita sarebbe iniziata fra pochi minuti. Ma la ragazza sapeva benissimo che ci sarebbero voluti solamente pochi secondi…
Tre…
Due…
Uno.
«Ehi, Evans.»
Appunto.
«Esci con me oggi?»
Lily sorrise: probabilmente non si sarebbe mai arreso… ma era così divertente giocare a quel gioco, soprattutto ora che lui era una persona così –come dire?-… interessante…

[...Ovvero, la vera storia delLA coppia della saga.]
[Terza classificata al concorso "Science&Faith" di Ciara90]
[L'ultimo loro Halloween, il giorno di Halloween.]
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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31 Ottobre 1981

 

31 Ottobre 1981

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quel giorno era Halloween.

E per quell’Halloween, Lily e James Potter non avevano in programma nulla di particolare.

Era strano; a quanto essi stessi potevano ricordare, più o meno ogni Halloween avevano fatto qualcosa… dall’andare da Zonko allo studiare fino alla mattina dopo; dal compiere qualche noioso compito da Prefetti a cambiare frettolosamente casa perché un anziano mago aveva sconvolto le loro vite… E invece, quell’Halloween, non avevano davvero nulla da fare.

Quella giornata era iniziata con il buio più totale, come ogni giorno.

La mattina era stata buia, perché c’erano le nuvole; poi era piovuto, perciò verso il primo pomeriggio era stato buio; e il sole era tramontato presto, perciò era già buio…

Lily e James e Harry non avevano fatto niente di speciale: era stata davvero una giornata come tutte le altre. Lily, accanto a Harry, aveva fatto una torta di zucca e l’aveva magicamente animata mentre lui batteva le manine tutto contento; James aveva provveduto ad aggiustare i mobili e i vasi rotti dal gatto o dalla maledetta piccola scopa che Sirius aveva regalato a suo figlio qualche mese prima (mentre sorrideva, pensando che magari suo figlio sarebbe stato un Cacciatore come lui).

Come tutte le altre, era stata una giornata insulsa, banale, vuota e opprimente; l’avevano passata fra quelle quattro mura, come vivevano da due anni a quella parte; come ogni dannato giorno, erano stati aggrappati alla speranza, la folle speranza, che qualche buona notizia arrivasse finalmente e che potessero di nuovo vedere la luce del sole; e, come sempre, erano rimasti delusi. Eppure, come ogni giorno, erano arrivati alla sera stanchi e sfiniti, come se avessero corso tutto il giorno o fossero appena tornati da una vacanza mozzafiato; come sempre, prima di cena, dopo aver messo Harry a letto, i due si erano buttati sul piccolo divano dell’ingresso, e come ogni giorno avevano sospirato.

«Niente buone, buone nuove» mormorò Lily.

James non rispose; era così stanco che non aveva quasi fiato per parlare. Era buffo, essere così stanchi, lui che una volta sfrecciava da una parte all’altra di un enorme campo di Quidditch senza sentire il minimo sforzo, la minima fatica…

«Ehi, va tutto bene?»

Lily, come ogni giorno, gli strinse la mano e si accoccolò sulle sue spalle, oramai così ampie, e che in qualche modo combaciavano così bene con il profilo regolare e bello di lei, come se fossero fatte apposta perché lei ci si potesse appoggiare… Lui si riscosse leggermente, sorrise, e come ogni giorno le diede un bacio sulla fronte ampia.

Annuì.

«Magari durerà ancora per poco, insomma. Magari fra qualche giorno lui sarà sconfitto…»

Magari, sì. Come ogni giorno – come ogni ora – lo stesso nodo avvolse la gola di entrambi, pensando a quel fagottino al piano di sopra; per un po’ fu difficile persino respirare, figurarsi farsi forza l’un l’altra.

Non era facile; non lo era mai stato… ma ogni giorno che passava lo era sempre di meno. Ogni giorno, lentamente, una parte di Lily e James moriva, mentre passavano le ore, i giorni, le settimane fra quelle quattro mura… eppure, eppure, c’era Harry, la loro fonte di speranza, la loro gioia… Harry.

Sentirono uno strano rumore, al piano di sopra.

«Vado io» disse James, prima che la moglie potesse alzarsi; voleva risparmiarle anche quella fatica.

Ma, con sua grande sorpresa, Lily Potter non si alzò dal suo sterno, anzi, vi rimase più ferma che mai. Presa da un qualche impulso, anzi, alzò la testa e lo baciò appassionatamente, avvinghiandosi al suo collo e alle sue spalle. Per qualche secondo, nessuno di loro capì più molto; girava a entrambi la testa… e, be’, il pisolino disturbato di Harry poteva anche aspettare, almeno per quel giorno… si ritrovarono ben presto distesi l’uno sull’altra sul divano; una scintilla balenava nei loro occhi come se si incontrassero per la prima volta.

«Io ti amo, James, lo sai?» aveva sussurrato lei.

Il bambino aveva iniziato a piangere… ma nessuno dei due poteva sopportare quel suono per molto tempo. James sorrise; ancora una volta, aveva vinto Harry. Fece per alzarsi, ma la moglie, sopra di lui, ancora lo trattenne. Gli si mozzò il fiato; i capelli lunghi di lei scendevano sul petto di lui, i suoi occhi verdi lo scrutavano, la sua bocca carnosa sorrideva… Ebbe un improvviso lampo di una ragazzina tredicenne vestita di nero, ai Tre Manici di Scopa, e di lui che la osservava di nascosto… sembrava essere passato così poco e così tanto tempo…

«Ehi, signora Potter…» bisbigliò, piano.

Evidentemente Lily dovette pensare che questa era una parola d’ordine più che sufficiente, perché si alzò da sopra il suo petto e lo lasciò andare. Lui andò e tornò, con Harry fra le mani che rideva; Lily li osservò: erano identici. Lei, come ogni giorno, si alzò e lo prese fra le sue braccia e lo guardò… si dice che l’amore di una madre sia la cosa più potente al mondo, ben più potente della magia che loro erano in grado di fare; lei non stentò a crederlo, mentre gli occhi verdi incontravano gli occhi verdi… le sarebbe bastato guardarlo per sempre, passare la vita semplicemente a guardarlo, e sarebbe stata felice…

 

Era ora di cena, come ogni giorno. Lily Potter lasciò Harry sul divano e andò a preparare qualcosa da mangiare; James prese a giocare con il bambino, facendo uscire sbuffi di fumo colorato dalla sua bacchetta; il piccolo era in estasi.

Lei li osservò dalla porta della cucina, e in quello stesso istante sorrise… sarebbe andato tutto bene, dopotutto; lei, James e Harry sarebbero stati sempre insieme… perché ora erano loro tutta la sua famiglia. James, James… era la sua vita, era il suo uomo, era il suo grande amore. Insieme avrebbero sconfitto Voldemort, , e tutto sarebbe tornato com’era prima… alla normalità, sì, anche se per lei era quella la normalità oramai, lo stare ogni giorno chiusa in casa, ricevere qualche visita ogni tanto dalla Bath o da Silente o dalla McGranitt, scrivere qualche lettera firmandosi con appositi pseudonimi, restare aggrappati alla radio per sentire qualche notizia dal mondo esterno, giocare con Harry ma mai portarlo fuori in passeggino… chissà, forse un giorno, un bel giorno, avrebbero ricordato quei giorni, avrebbero magari ricordato proprio quell’Halloween, tirando un sospiro di sollievo pensando che quegli orribili giorni erano finiti… e quel giorno Lily e James sarebbero stati liberi, Harry avrebbe magari giocato con suo fratello (o sua sorella, come Lily avrebbe tanto voluto!) in un parco senza paura di strane profezie, lei magari avrebbe fatto pace con Petunia, e tutto sarebbe andato bene…

Il padre, mentre il figlio faceva una piroetta particolarmente difficile sulla sua piccola scopa che non riusciva a togliergli dalle mani, sorrideva… sarebbe andato tutto bene, dopotutto; lui, Lily e Harry sarebbero stati sempre insieme… perché ora erano loro tutta la sua famiglia. Sebbene tutti i pericoli, le ansie, le notti insonne piene di incubi, l’assenza totale dei suoi migliori amici… ne valeva la pena, ne valeva davvero la pena; e questo bastava. Chissà, forse, un giorno, quando lui e Sirius e Peter e Remus sarebbero ritornati a far casino insieme, quando lui e Lily sarebbero stati liberi, quando magari sarebbe stato un grande Cacciatore, avrebbe riguardato quei giorni con un sorriso, pensando quanto fosse stata inattiva la sua vita…

La cena era pronta; Harry sbadigliò. Non appena vide la madre che usciva dalla cucina le andò incontro sulle gambette instabili, ma nel farlo urtò il basso tavolino davanti ai piccoli divani. Fu un attimo: il vaso poggiato su di esso barcollò e, prima che uno dei due maghi potesse pronunciare un qualche incantesimo, s’infranse a terra; l’enorme fiore contenuto in esso crollò a terra, e i suoi petali furono sparsi sul pavimento.

James pronunciò un veloce reparo, e naturalmente il vaso tornò come prima; ma la rosa blu giaceva ancora a terra, enorme e meravigliosa… ma era come se si fosse rotta.

«Oh, James, la rosa!» mormorò Lily, prendendo piano Harry in braccio, che guardava quei petali così enormi con evidente stupore. Un nodo si formò alla gola della giovane donna: era davvero dispiaciuta… «Mi dispiace… è come se fosse appassita d’un colpo… non puoi aggiustarla con la magia?»

James era scosso; si ridestò non appena sua moglie parlò. Era pallido.

«Non credo che la magia possa applicarsi alle cose viventi, e… e comunque, Lily, era solo quella stupida rosa che ti avevo messo io addosso… è vissuta anche fin troppo.» disse, cambiando tono, e guardandola quasi con scherno.

Lei si accigliò e fece per replicare; ma Harry sbadigliò ancora.

«Be’, tu provaci… io ci tengo tanto…» disse solo, guardando il fiore ancora con tristezza.

Era tempo di andare a letto per Harry; perciò la madre mosse la manina del figlio ed entrambi salutarono il padre; uscirono dal piccolo e caldo salotto e si avviarono su per le scale.

James si buttò di nuovo sul divano e si stiracchiò, sbadigliando… era esausto, ma non voleva darlo a vedere a Lily; dovevano farsi coraggio l’un l’altra, e lui non poteva, non poteva proprio mollare… li avrebbe protetti, lei e Harry, li avrebbe protetti finchè non si fosse consumato dentro, finchè non fosse morto d’ansia o di amarezza, finchè avrebbe avuto respiro…

 E ora anche quella stupida rosa aveva deciso di creare problemi, magnifico… e lui per un attimo aveva pure creduto che volesse dire qualcos–

 

Il suo cuore saltò un battito. Aveva sentito un rumore… si alzò, svelto, lasciando la bacchetta sul divano.

La Morte, l’oscura presenza così tanto viva ultimamente nella sua vita, quel chiodo fisso che da tanto tempo gli riempiva i sogni e gli toglieva il respiro, gli si presentò in faccia. L’uomo sbiancò. Gridò a pieni polmoni a Lily qualcosa, qualunque cosa; cercò di sbarrargli il cammino per prendere tempo, perché nei suoi sogni in cui quella scena accadeva tanto spesso così aveva fatto, ma una luce verde illuminò il piccolo ingresso e la carrozzina e la panca su cui James Potter si buttava così tanto spesso, quando sua moglie non lo vedeva, e su cui tanto spesso piangeva.

La luce verde illuminò anche, inesorabilmente, la stanza e i giocattoli e il lettino del bambino che Lily Potter dondolava così tanto spesso mentre cantava una ninna nanna con la voce impastata, quando suo marito non la vedeva, e su cui tanto spesso piangeva.

E poi, fu di nuovo tutto buio, come ogni giorno.

 

 

 

 

 

 

 

*°*

 

 

 

 

Il locale era gremito di gente; c’era un gran baccano. Persone che andavano, venivano, urlavano, ridevano, schiamazzavano; ma la cosa più strana –oltre alla maleducazione della gente di quel luogo, s’intende- era che tutta quella folla era seduta ad un’enorme, immensa, lunghissima ed unica tavolata, formata da decine e decine di metri di un unico ed enorme blocco di legno.

«Ma insomma! Che casino!» urlò Lily, scandalizzata. James alzò gli occhi al cielo…

Era un posto strano. Era come un’enorme sala (lunga almeno quanto era lunga la tavolata) tutta interamente colorata di un soffice e rilassante blu; qualche lampadario pendeva dal soffitto, di tanto in tanto, e illuminava la scena.

James e Lily avevano entrambi una strana sensazione, come se mancasse loro qualcosa…

Si avvicinarono al tavolo. Notarono che mancavano i due posti a capotavola; c’erano le sedie, i piatti, i calici di cristallo e i bicchieri d’argento, ma non le due persone.

«Ma dove siamo?» chiese lei alla prima persona seduta a sinistra del capotavola, un uomo dai capelli neri ribelli; ma questi si alzò, sorrise, e abbracciò James. Lo stesso accadde con la donna seduta accanto al signore; ma Lily non poté obiettare e farsi valere perché altre due persone, uno con i capelli rossi, l’altra con gli occhi verdi, arrivarono da lei e la abbracciarono.

Tutto questo durò finchè una ragazza carina, bionda –forse, la cameriera di quel locale così grande e chiassoso?- non li prese entrambi per mano; stranamente, li fece sedere al capotavola, che era abbastanza largo perché ci entrassero due adulti. Fu solo allora che Lily notò, sempre con quella vaga sensazione di vuoto, a pochi metri da lei, un enorme vaso trasparente di cristallo.

Conteneva uno strano fiore blu, con un lungo stelo; a giudicare dalla forma, era una rosa… ma che idiozia, una rosa blu non s’era mai sentita, era un’invenzione dei Babbani! Ma era una rosa meravigliosa, che collimava magnificamente con l’arredamento e il colore e il luogo; i suoi petali erano enormi e rigogliosi, la sua forma magnifica, le sue –

«Harry!»

A urlare era stata Lily; si rivolse a James, alla sua sinistra, ed entrambi sbiancarono.

«James, James… dov’è Harry?»

L’uomo fece per alzarsi, ma la ragazza bionda, di nuovo, intervenne. Aveva un naso aquilino e occhi azzurri penetranti, dotati di quel particolare scintillio che tanto contraddistingueva proprio  

«Non c’è bisogno» disse lei. Sorrideva, sorrideva di puro cuore. «C’è chi si prenderà cura di lui, e so che lo farà».

Istantaneamente, per chissà quale motivo, i due furono tranquillizzati. Si presero per mano, e così rimasero, finchè non venne loro una gran fame e sete.

Mangiarono. Mai cibo fu più squisito di quello.

La ragazza bionda sorrise di nuovo, e parlò ad alta voce, superando perfino il baccano che tanto regnava in quel locale.

«Un brindisi, per favore!»

Tutti si zittirono e tutti –tutti, dal signore con i capelli neri ribelli all’ultimo invitato di quella lunga, lunghissima tavolata–  levarono i calici. James e Lily ne avevano uno in due, ma ciò bastava.

«A Harry Potter, il bambino che è sopravvissuto!» urlò distintamente la ragazza.

Dieci, cento, mille, un milione di voci ripeterono quelle singole parole; ma quelle dal capotavola erano le più vibranti.

E i due si sentirono subito pieni, soddisfatti, come se tutto fosse andato bene, finalmente

 

Perché Lily e James Potter non potevano saperlo, ma, in quello stesso istante, da un capo all’altro del paese sotto i loro piedi, c’era gente che si riuniva in segreto intorno a tavolate come quella e che levava i calici per brindare nel loro stesso identico modo; e queste parole riempivano ugualmente cielo e terra.

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte

 

 

FINE

 

 

 

 

[ And though time goes by,
I will always be
In a club with you
In 1973
Singing, “here we go again”… ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note.

 

 

-Il regalo fatto da Sirius a Harry è quello citato da Lily nella lettera a Sirius, HP 7 cap 10.

 

-Le ultime righe della fanfic sono prese (tali e quali) dalla fine del 1° capitolo di HP1.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*******************************

 

 

 

E dunque, ecco a voi l’ultimo Halloween! Aggiornato il giorno di Halloween, appunto.

 

Spero davvero, davvero, di aver reso giustizia a questi due magnifici personaggi creati da JKR. Vorrei veramente sentire i vostri commenti per capire se ho fatto un buon lavoro o no (soprattutto con 50 fra preferiti e seguiti, se qualcuno commentasse…)

 

Ho battuto molto, in questo ultimo capitolo, sulla parola giorno, che è il titolo della fanfic, e sul “bel” giorno che prima o poi sarebbe arrivato per loro… o almeno per Harry. E’ davvero triste pensare alla brutta fine che hanno fatto, ogni Halloween ci penso…!

 

 

Ringrazio, come al solito, Frasca94 e Lucy_LuiHP per i commenti! GENTE, COMMENTATE, FORZAAA! :D

 

 

 

 

 

 

Ci si vede in giro, magari su Naruto o ancora su HP (spero davvero!).

 

 

 

Clahp

 

 

 

 

 

 

 

 

Note alla terza parte.

 

 

 

  
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