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Autore: ValeAki    01/11/2012    3 recensioni
"Si narra, nel regno di Fiore, di una leggenda alquanto buffa che tratta le vicende di un cavaliere e di una principessa. I due si conoscevano sin da bambini, ma erano ignari di ciò. Quando il cavaliere riconobbe nel viso della principessa la ragazza che amava e che credeva perduta, le chiese di sposarsi. Allora s’intromise un messere ad impedire il matrimonio, ma fu dimenticato da tutti per i suoi loschi atti. Cavaliere e principessa guidarono il regno fino alla fine dei giorni e anche oltre. Essi vivono ancor oggi dopo i secoli passati."
P.S. Il rating è arancione, ma è messo solo per sicurezza... o forse no... xD
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aaah, finalmente ho capito come ti sei innamorata di quel ragazzo!” esclamò Layla, dopo la lunga chiacchierata con la cugina. “Non è molto normale essere salvati da chi ti getta nella battaglia!” la buttò sul ridere. “Hai ragione, ma che ci posso fare! Alla fin fine tutti hanno un cuore, e so che il suo è davvero nobile e gentile.” le sorrise la turchina, con fare dolce, mutando in un attimo la sua aria angelica. “Piuttosto, non è che anche tu hai trovato qualcuno?” chiese, con fare malizioso, facendo avvampare Layla. “Io... non lo so” sospirò la più piccola, abbassando lo sguardo. “Che significa amare, questo non lo so, e di certo non lo imparerò stando nel salone a leggere libri su libri di letteratura o storia con l'insegnante privato. Tra l'altro, se Gazil è un borghese, Igneel è un paesano...” disse, abbattuta. Lavy corrucciò le sopracciglia. 'Igneel', eh? Perché quel nome suonava familiare? “Un paesano, eh...?”spostò freneticamente lo sguardo da un capo all'altro della stanza, allarmandosi poi tutto ad un tratto. “Un paesano?!” Si alzò di scatto, prendendo le mani della cugina tra le sue. “Ma come, nemmeno tu approvi il fatto che a me piaccia qualcuno più povero di me?” sbottò Layla, con le lacrime agli occhi, esasperata. “No, non è questo, Layla! Se è un paesano, tienitelo stretto!” esclamò, in preda al panico. Layla rimase stranita: che cosa voleva dire? “Spiegati meglio, Lavy, non capisco...” La turchina respirò a fondo, calmandosi. “Forse i tuoi genitori non te lo hanno ancora riferito per non allarmarti, ma già da nord-est i fuochi sono incrociati! La battaglia presto raggiungerà il villaggio qua vicino e tutti gli uomini e i ragazzi saranno reclutati nell'esercito! Anche se ci saranno i nobili a guidare la battaglia, è sempre una guerra!” abbassò il tono di voce, avvicinandosi di più alla cugina. “I nobili non si curano dei paesani, pensano solo a loro nella guerra e gli altri li mandano a morire! Se non vuoi rinunciare al tuo amore, allora proteggilo!” esclamò, convinta. “Sì, Lavy, farò il possibile!


 

Cara, hai visto Layla? Ci sono alcuni nobili che hanno figli maschi, perfetti candidati per essere i futuri mariti di nostra figlia.” disse il padre di Layla, perfettamente tranquillo sorseggiando del vino rosso. “Ma caro, pensi sia giusto decidere così per nostra figlia? E se magari è già innamorata di qualcuno? O magari troverà un principe di un altro regno pronto a sposarla.” disse la bionda, prendendo la mano del marito. “Sai che del matrimonio combinato che hanno stabilito i nostri genitori non me ne sono mai pentita, ma non credo sia giusto nei confronti di Layla. Desidero che sia lei a costruirsi la sua vita.” esordì, decisa. “Ma cara...” “Niente ma!” la donna bloccò sul nascere i dubbi del marito. “Comunque credo che sia da Lavy a parlare di qualcuno...” il marito inarcò un sopracciglio. “E di chi mai dovrebbe parlare, di grazia?” domandò. “Mah, chi lo sa... ah, pensavo, potremmo comprarle qualche nuovo mobile rosso... ho scoperto che ama quel ...colore!”


 

Non passarono che pochi giorni dalla festa di Lavy e tutto si era risolto. Layla aveva spiegato a Igneel il motivo per cui non si era presentata quel giorno e lui l'aveva perdonata. Ma ricordando ciò che le aveva detto la cugina, Layla cercò in tutti i modi di attirare Igneel il più possibile vicino a sé, allontanandolo dalla guerra.
“Igneel, perché non entri nella mia casata come servo? Se ti assumerò potresti stare più vicino a me e senza la paura di essere scoperto!” propose Layla, sorridente. “Non credo proprio.” rifiutò Igneel. “Poi i servi non possono fare certe cose...” sussurrò, parlando più a se stesso che alla bionda. “Di cosa parli?” chiese Layla, non capendo. “Sicura di volerlo sapere?” domando Igneel, una punta di ironia nella voce. “Sono sicuro che poi ti arrabbi.” sorrise, incatenando il suo sguardo a quello di Layla. “Non mi arrabbio, ma dimmi a cosa ti riferisci!” esclamò lei, sempre più curiosa. “Ok, ok...” s'arrese il ragazzo. “...però chiudi gli occhi.” Layla fece quanto chiesto e Igneel avvicinò il suo viso a quello di Layla. Le labbra sempre più vicine a quelle della bionda, rosee e morbide all'apparenza. Resistette al desiderio di baciarla e posò le labbra accanto a quelle di Layla, sfiorandone gli angoli. “C-c-cosa?” la bionda si portò le dita a sfiorare gli angoli delle labbra. Una tiepida sensazione era rimasta impressa nella sua pelle, in contrasto contro il vivo rossore che aveva sulle goti. “P-perché l'hai fatto?” domandò. Igneel sorrise tristemente, abbracciando la ragazza. “Promettimi che ti ricorderai di me.” le sussurrò all'orecchio, dolcemente, come Layla credeva che mai avrebbe fatto. “Igneel, ma che stai dicendo?” domandò Layla, con le lacrime agli occhi. “Promettimelo.” ripeté, stringendo ancor di più a sé la ragazza. “Te lo prometto, ma dimmi cosa ti prende... per favore.” supplicò la bionda. “Layla, la guerra è imminente, e sai bene che io dovrò andare a combattere. Ma io tornerò vivo, te lo giuro. E quando tornerò, verrò da te.” sussurrò, mentre la piccola scoppiò a piangere contro il suo petto. Igneel le alzò il viso, asciugandole dolcemente le lacrime. “Dai, non piangere... sei più bella quando sorridi.” disse, mentre le labbra erano a contatto con la fronte di lei. Layla sorrise teneramente, avvolgendo le braccia al collo del ragazzo. “Domani ci sarai?” domandò, con la paura di perderlo. “Certamente, principessa.”


 

Gregory, sei sicuro di voler andare? È pericoloso gettarsi nel campo di battaglia!” esclamò una donna, rivolta ad un ragazzo dai capelli blu scuro. “Certo madre, state tranquilla. Io vado là solo per avere meriti e riconoscimenti, per poter guidare sotto il mio nome la nostra famiglia. Essendo generale, impartirò solo ordini, saranno quei pezzenti dei popolari a combattere per me.” esclamò beffardo il ragazzo. “Gregory, hic... sono fiero che tu sia mio figlio, hic... vai e vinci!” esclamò un uomo, con una bottiglia di alcool in mano. “Padre... anche se vi chiamo con quest'appellativo non vi considero più tale da tempo ormai... beh, madre, io vado.” detto ciò varcò la porta del grande palazzo dove risiedeva, per andare a guidare fieramente il suo esercito. Nel grande giardino lo attendeva il cocchiere, già pronto a partire. “Cocchiere... al villaggio.” disse solo, sedendosi dentro la carrozza e aspettando impazientemente d'arrivare a destinazione. 

   °

   

Holà! Ecco il terzo capitolo! Un po' cortino, ma ho voluto fermarlo qua per poter fare il quarto più lunghetto e intricato. Ringrazio chi segue, recensisce o semplicemente legge questa fanfiction e alla prossima!

 

   
 
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