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Autore: Jill_BSAA    02/11/2012    1 recensioni
Jill Valentine è appena arrivata nella sede della STARS di Raccoon City e deve fare i conti con il nuovo ambiente, con i nuovi compagni e soprattutto con il nuovo capitano, un uomo glaciale e dalla personalità schiva ed arrogante ma dopotutto sono queste le caratteristiche che affascinano la giovane...
Genere: Azione, Horror, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Threesome, Triangolo, Violenza
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Jill era stanca.  Aveva scaricato tre caricatori interi della Berretta sulla figura sagomata davanti a lei, centrando quasi sempre un punto solo, molto vicino alla testa della figura, anche se non doveva montarsi la testa, il genio della mira nella squadra era Chris e lei non poteva che rimanere l’eterna seconda. Tutto quell’ affaticamento, però, le si era incollato alle membra rendendole pesanti come il marmo e perfino il cervello cominciava a lavorare più lentamente di quanto avrebbe dovuto. Pian piano, con le mani ancora doloranti per aver stretto troppo la pistola, si sedette su una panchina non troppo lontana e scivolò in un sonno quieto.
Il silenzio che la circondava era quasi innaturale, non c’era un solo suono che le sue orecchie catturassero, ne vicino ne lontano.

Tap…tap…tap..

 
“Non posso crederci.” Wesker apparve dall'oscurità creata dall'ombra del palazzo e rimase ritto a qualche metro di distanza con le mani sui fianchi, squadrando, con un pizzico di fastidio la ragazza che dormiva apparentemente tranquilla. L’espressione seccata gli durò solo qualche attimo sul suo viso abbronzato, dopotutto avrebbe dovuto aspettarselo, il profilo psicologico di quella ragazza diceva che era tenace e determinata fino all’inverosimile, e dunque non doveva sorprendersi si le mani le sanguinassero per aver sparato troppo. Per istinto si tolse il pezzo superiore della tuta e lo poggiò sul corpo della ragazza, ridendo di se stesso  e di quel gesto inutile, a volte dimenticava che era ancora capace di provare compassione, ma è compassione la parola adatta? Allontanò quei pensieri con una scrollata del capo, ma gli occhi finirono nuovamente per incrociare la figura della recluta che sembrava non essersi accorta di nulla.
“Sto perdendo tempo qui, piuttosto dovrei tornare a lavorare.”
Fece per andarsene muovendo qualche passo verso il cancello d’uscita ma non poté resistere all’impeto di voltarsi.
“Al diavolo”.
Biascicò sbuffando e tornando con passi veloci e decisi accanto a Jill. La contemplò ancora per qualche secondo, combattuto tra la decisione di lasciarla li o di portarla dentro, alla fine il lato buono che di solito rimaneva sopito all’interno del suo animo, di certo non gentile, lo spinse in avanti e con una facilità immane prese la ragazza tra le braccia, sorreggendola con una mano posata sotto le cosce e l’altra contro la schiena. In risposta, Jill reagì con un mugolio e si strinse contro il petto dell’uomo che poteva sentire il suo odore; sapeva di ammorbidente,  di saponetta e di polvere da sparo. Si trovò a sorridere, forse per una delle prime volte era un sorriso spontaneo senza doppi fini, non un ghigno, non un sorriso di scherno … un semplice sorriso. Non impiegò molto tempo a portare la ragazza di uovo all’interno del palazzo e la posò delicatamente su un materassino per le esercitazioni ginniche nella palestra vuota. Questa volta  Wesker si voltò, deciso ad andarsene a casa , quando qualcosa lo afferrò, trattenendolo. Lentamente voltò il capo e vide che la ragazza lo teneva per il pantalone e lo stava osservando con uno sguardo enigmatico. In realtà nella sua testa regnava una grande confusione data dall’essersi appena svegliata e soprattutto per aver percepito un odore sconosciuto sui vestiti, dopobarba..
“Ti eri addormentata fuori, ti ho portata in un posto dove non saresti morta di freddo…”
Spiegò velocemente come a discolparsi per il suo comportamento e per il suo gesto e rispondendo a tutti gli interrogativi che la recluta aveva in mente “Grazie”
Gli rispose a voce bassa Jill che aveva preso ad esaminare la giacca che le era caduta sulle gambe nel momento in cui si era aggrappata all’uomo
“Quella puoi tenerla, me la ridarai domani. Preferisco avere un agente vivo piuttosto che uno mezzo assiderato.”
Si fermò solo un istante prima di continuare.
“Piuttosto non ce l’hai una casa?” 
Ed eccolo di nuovo quel  tono di scherno che, prepotente, tornò a galla spezzando le speranze che la ragazza si era costruita nella mente, speranze che nemmeno lei sapeva bene da dove venissero, fosse davvero stava confondendo il gesto, dopotutto Wesker era pur sempre un suo superiore e come tale lei doveva imparare a rimanere al suo posto.
“Si”
Rispose solo abbassando gli occhi contrita e quando li rialzò l’uomo era scomparso nel nulla, inutile voltarsi a destra e a manca, era sparito con un velocità e in modo talmente silenzioso che Jill non si era minimamente accorta di nulla ed ora era rimasta a fissare il punto in cui prima c’era l’uomo. Deglutendo un fastidioso groppo di saliva che le era rimasto bloccato in gola si infilò il giaccone della tuta della STARS di Wesker, le stava grande eppure aveva un calore che non avrebbe mai e poi mai attributo al capitano.
“Ti stai sbagliando Valentine”
Mormorò stringendo le gambe contro il petto e circondandole con le braccia
“E' dovere tutto qui.. dopotutto perché dovrebbe importargli di te, sei solo una ragazza insignificante..”
  
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