Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: sihu    02/11/2012    8 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 71

RICORDI DI MISSIONE - RITORNI E NUOVE METE.

 

Sirius e Harry restarono immobili, pietrificati. Di fronte a loro Regulus era bocconi sul terreno  e sembrava respirare a fatica mentre l’uomo, vinto dall’orrore scappava via lasciando ogni cosa. Le borse che portava e tutti i suoi effetti personali caddero a terra con un fragoroso boato senza che lui se ne curasse. 

Ancora incredulo, Harry si riscosse quanto bastava per seguirlo. Non poteva scappare. Quel tizio doveva sapere qualcosa e lui doveva scoprirlo. Sia per loro che per Regulus.

“Ehi, tu. Fermati.” aveva ordinato Harry, mettendo mano alla bacchetta. Lo avrebbe fermato a qualsiasi costo, doveva capire chi diamine era quel folle e cosa ci faceva lì. Non poteva essere un incontro casuale. Uno sconosciuto non colpisce un ragazzo per caso, senza una ragione precisa. La sua vita non poteva essere sfortunata e maledetta fino a quel punto. Era tornato nel passato per cambiarlo, non per vederlo ripetersi pari pari. Tutto quello in cui aveva creduto per quei mesi, tutto quello per cui aveva lottato stava sfumando. Era bastato un incontro casuale ed un incantesimo ben assestato. Il destino, o chiunque ne avesse il controllo, stava ridendo di lui. Si divertiva a prendere la sua vita, incasinarla per poi restituire quello che ne restava. Piccoli pezzi da rimettere insieme. Un enorme puzzle che non andava mai a posto ma che si spezzava in molti altri pezzi. Una lotta che a volte sembrava vana, inutile.

“Non volevo, non volevo. Era solo un ragazzo..” aveva biascicato l’uomo, in lacrime. Si avvicinò ad Harry, lo prese per spalle e iniziò a scuoterlo. Sembrava dispiaciuto, quasi terrorizzato come se gli eventi avessero preso una piega inattesa. Non sembrava pericolo, tanto meno malvagio ma solo preso alla sprovvista. Quasi l’incantesimo lanciato contro Regulus, per quanto sembrasse assurdo, fosse partito per caso.

“Non doveva essere lì, credevo fosse il demonio..” aveva continuato l’uomo, nella sua litania senza senso. Harry non capiva, né riusciva a mettere a fuoco la situazione. Regulus era morto e lui stava consolando il suo assassino in lacrime.

“Addirittura il demonio? Mi hanno chiamato in molti modi, ma demonio..” aveva mormorato una voce debole ma divertita. Harry si voltò di scatto, trovandosi di fronte un ammaccato Regulus Black alla spalle del quale scorgeva appena un alquanto preoccupato Sirius che sorvegliava il fratellino con aria vigile.

“Regulus, stai bene?” aveva chiesto Harry, ansioso. Il ragazzo aveva sorriso, lasciandosi sfuggire un gemito, ed aveva ripreso a togliersi la polvere dai vestiti come se nulla fosse successo ed essere colpiti da un perfetto sconosciuto nel bel mezzo di un bosco dimenticato dal mondo fosse altrettanto normale.

“Come ho detto al mio fratellone, mi delude la vostra incapacità di riconoscere un incantesimo innocuo da uno mortale.” aveva esclamato il ragazzo, tamponando con un fazzoletto un taglio sotto l’occhio che sanguinava appena. Harry tirò il fiato, sollevato. Qualunque cosa fossa accaduta poco prima grazie al cielo non era grave quanto lui aveva immaginato all’inizio. La sua paura di perdere persone che amava gli aveva fatto trarre conclusioni troppo affrettate e, grazie al cielo, errate.

L’uomo lasciò Harry, si voltò verso il nuovo arrivato e corse da lui guardandolo con le lacrime che gli solcavano il viso sporco di terra e fango.

“Mi dispiace, credevo fossi il demonio!” aveva esclamato, ricominciando di nuovo quella sua assurda litania. Regulus lo allontanò, delicatamente ma con fermezza. Più che alle scuse era interessato ai fatti. Quel tizio strambo sembrava avere parecchio da raccontare, e lui voleva sapere tutto. Ogni più piccolo ed apparentemente stupido dettaglio. Dopo tutto glielo doveva per averlo quasi ucciso poco prima.

“Questo lo hai già detto. Piuttosto, dicci chi diamine è questo tizio che temi tanto.” aveva sbottato Sirius, ancora furioso per l’incidente di poco prima. Suo fratello gli era quasi morto sotto gli occhi, senza che lui capisse il perchè o fosse in grado di impedirlo. Questa volta nemmeno per fare l’eroe o per salvare il mondo, ma solo per via di uno stupido cacciatore precipitoso e con evidenti problemi di vista.

“Non lo so, ma viene spesso qui. Sembra un ragazzo, ma il suo sguardo fa paura.” aveva preso a raccontare il cacciatore, con lo sguardo perso di un bambino impaurito.

“Sembra quello di un serpente, vero?” aveva chiesto Harry, cercando di ricordare quale aspetto doveva avere Tom Riddle da giovane, prima che la sua natura demoniaca prendesse il sopravvento su di lui. Era un ragazzo affascinante, ma aveva un qualcosa di malato e spaventoso nello sguardo che lo faceva assomigliare ad un serpente. L’uomo venne scosso da brividi e prese ad annuire. I suoi gesti erano nervosi, spaventati.

“Si, è terrificante. I vecchi del paese dicono che era di queste parti e che torna perchè ha dei conti in sospeso con l’orfanotrofio.” aveva continuato a raccontare l’uomo. Ogni sua parola confermava sempre di più ai ragazzi che i racconti si riferissero all’uomo che stavano cercando loro. Il loro nemico era già stato alla grotta, sebbene non ne avesse ancora fatto il suo rifugio. Forse viveva da quelle parti ed in quel momento si stava persino divertendo a guardare quella scena. Quale soddisfazione doveva essere stata per lui vedere uno dei ragazzi che gli stava mettendo i bastoni tra le ruote rischiare di morire senza nemmeno che il suo intervento fosse necessario.

“Viveva lì?” Aveva chiesto Regulus, curioso. Anche lui doveva essere giunto alle stesse conclusioni di Harry. O meglio, pochi maghi erano in grado di instillare nelle persone tutta quella paura ed una vena di follia.

“In paese dicono così, ma io non so altro. Non sono di qui, sono solo un povero cacciatore.” aveva esclamato l’uomo, spaventato.

“Dimmi, conosci il suo nome?” Aveva chiesto Sirius, più duramente di quanto avrebbe dovuto fare. La sua pazienza, tuttavia, quel giorno era già stata messa sufficientemente alla prova. Non aveva tempo, né tanto meno voglia, dei convenevoli. Non dopo che quel pazzo aveva colpito Regulus senza una vera e propria spiegazione.

“Nessuno lo nomina, lui è il male.” aveva risposto il cacciatore, spaventato anche solo dall’idea di quell’uomo tanto misterioso quanto malvagio.

“Accidenti, sembra che abbiamo trovato qualcuno che conosce il nostro amico Tom.” aveva esclamato Harry, quasi soddisfatto. Finalmente avevano trovato una buona traccia che poteva portarli da qualche parte. Nel sentire il nome, il cacciatore prese a singhiozzare senza ritegno. Quali che fossero le intenzioni dei tre uomini, lui non voleva saperne nulla. Doveva andarsene, mettere le distanza tra loro e quel terribile demonio che infestava le sue notti con il suo ghigno malefico. Parlare di lui non altri non era una buona idea. Il vecchio Ted lo aveva fatto, ed ora dormiva beato parecchi metri sotto terra. Chiunque parlasse di lui prima o poi veniva punito. Non vere e proprie esecuzioni ma incidenti strani. Assurdi e senza una spiegazione. Ted era stato trovato morto nell’orto, tra i cavoli e le patate. Nessun segno di aggressioni, niente che facesse pensare ad un infarto o ad una malattia fulminante. Era morto e basta. Più o meno lo stesso era successo a Charlie mentre era a pesca. E poi a Roseline, Dana e Martin. Il destino puniva chi nominava il nome del demonio. 

“Puoi portarci in paese? Vogliamo saperne di più su questo demonio.” aveva chiesto Regulus, ancora sanguinante per via dell’aggressione di poco prima. L’uomo scosse la testa, frenetico e spaventato.
“Non vi diranno nulla, hanno tutti troppa paura. Quello che vi ho detto io è tutto.” aveva esclamato l’uomo, prima fuggire terrorizzato da quei tre sconosciuti che gli stavano facendo tutte quelle domande strane. 

Harry guardò allontanarsi l’uomo che avrebbe potuto condurli da qualche parte, senza poter fare nulla per fermarlo. Avrebbero potuto obbligarlo a parlare, forse persino a collaborare, ma non sarebbero stati migliori del nemico che stavano combattendo con tutte le loro forze. Si limitò quindi a voltarsi verso i compagni, sospirando.

“Pessima giornata. Regulus si è fatto quasi ammazzare e abbiamo fatto un buco nell’acqua.” aveva esclamato Sirius, esprimendo la stessa delusione che aveva percepito nei gesti del suo figlioccio Harry. La loro ricerca iniziava sotto quella che aveva decisamente l’impressione di essere una cattiva stella.

Il ragazzo annuiva piano, solo Regulus sembrava pensarla diversamente.

“Non direi. Abbiamo perquisito la grotta, sono ancora tutto intero e abbiamo scoperto che Tom gironzola da queste parti e che la gente ha troppa paura per parlarne.” aveva ribattuto Regulus, risoluto. Come prima esplorazione forse non era molto, ma almeno non era stato un completo buco nell’acqua. Gli indizi lasciavano pensare che stavano andando nella giusta direzione tutto sommato.

“Che consigli di fare?” Aveva chiesto Harry, guardando il fratello di Sirius nella speranza di trovare la via da seguire. Regulus ci pensò un po’ prima di rispondere.

“Un incantesimo di controllo alla grotta, e magari un controllo sugli incidenti avvenuti da queste parti negli ultimi anni. Morti sospette, incidenti inspiegabili.. Qualcosa mi dice che ne troveremo parecchi.” aveva risposto il ragazzo, indicando alcune pietre più sporgenti delle altre.

“Geniale, se lui si avvicina noi lo sappiamo.” aveva esclamato Harry mettendosi all’opera senza perdere altro tempo.

Dopo quel primo fallimento, i ragazzi pensarono accuratamente prima di fare la mossa successiva. Andare a caso e rischiare una seconda aggressione era fuori discussione.

I posti da visitare erano parecchi, ma nessuno sembrava davvero promettente. Secondo Harry valeva la pena fare un tentativo alla vecchia casa del nonno dove nel futuro Silente avrebbe recuperato l’anello. Hermione non escludeva che fosse una buona idea, ma era lo stesso reticente per via di quelle che avrebbero potuto essere le conseguenze. Come dalla parti della grotta, anche lì la gente del posto avrebbe potuto essere entrata in contatto con il giovane Tom ed essere reticente a parlarne. Nessuno dei ragazzi poteva far loro un torto per questo. Quell’uomo era il male puro, non c’era altro modo per definirlo.

“Non puoi andare solo, sarebbe un massacro.” aveva esclamato la ragazza, severa. Dopo il ritorno dalla prima missione erano stati tutti concordi nel dire che Harry era stato imprudente. Se fossero stati di più, forse Regulus si sarebbe risparmiato una aggressione da parte di uno sconosciuto.

“Quello è il primo che ha creato. Se sta pensando di posizionare il secondo nella grotta, il primo è già al sicuro.” aveva ribadito Harry, deciso. Prima di andare a caso, cercando posti sconosciuti dovevano verificare quelli che erano già noti. Hermione sospirò, cercando con lo sguardo l’aiuto degli amici.

“Può anche essere, ma ti ricordo che l’anello ha quasi ucciso Silente. Non puoi andare da solo.” aveva ricordato Ginny, cercando di scacciare dalla mente lo sguardo sofferente di Silente durante il suo ultimo anno di vita.

“Mi spiace dirlo, ma questa volta ha ragione lei.” aveva esclamato Ron, prendendo le parti della sorella. Tutti guardavano alternativamente Harry, Ron e la piccola Ginny. Quest’ultima era la più risoluta a non farsi mettere i piedi in testa da Harry. Avevano fatto come diceva lui la prima volta, e Regulus era quasi morto. Niente più eroismi o idee folli, questa volta si sarebbero mossi in gruppo.
“Non capite..” aveva mormorato Harry, frustrato. 

“Questo è davvero troppo Harry. Persino mio fratello ragiona, l’unico folle sei tu.” aveva esclamato Ginny uscendo e sbattendo la porta.

Harry rimase fermo, immobile. Anche gli altri non parlavano, il gelo sembrava essere sceso su quella stanza. 

“Forse dovresti seguirla.” aveva consigliato Lily, facendo l’occhiolino al figlio.

Il ragazzo non aveva risposto ma dopo averci pensato su decise di prendere la porta. Una lite era l’ultima cosa di cui avevano bisogno. Dovevano restare uniti se volevano davvero arrivare a qualcosa.

“Maledizione, Ginny fermati.” aveva urlato Harry, correndo dietro alla ragazza di cui era innamorato. Inaspettatamente Ginny decise di ascoltarlo, continuando tuttavia a voltargli le spalle. 

“Non intendo ascoltarti mentre dici le tue solite stupidaggini. Vuoi fare tutto da solo, lasci indietro le persone che ti amano. Lasci indietro me. Sei..” aveva ribattuto Ginny, più furente che mai. I suoi occhi lanciavano scintille tanto erano pericolosi.

“Il più grande degli egoisti ed il più colossale degli idioti.” aveva completato Harry per lei, tirandola dolcemente a sè prima di baciarla teneramente.

“Esatto.” Aveva annuito lei, per nulla intenerita da quella scena da romanzo rosa di infimo ordine per streghe casalinghe.

“Mi perdoni?” aveva chiesto Harry, deciso ad appianare le cose a darla vinta a lei per una volta. Ginny ci aveva pensato su, poi aveva annuito. Aveva ottenuto quello che voleva, non aveva senso tergiversare oltre. Inoltre, il tempo della “punizione” con il professore di Difesa Contro le Arti Oscure non era infinito. Se non si sbrigavano gli studenti, o peggio gli altri professori, si sarebbero accorti di qualcosa.

“Ti amo, torniamo dagli altri.” aveva detto alla fine la ragazza. Anche lei sapeva che il tempo era contro di loro e che non potevano perdersi in chiacchiere. 

La coppia di innamorati aprì piano la porta, cercando di evitare che cigolasse. I ragazzi stavano ancora parlando del modo migliore di agire. Durante la loro assenza, avevano definito un piano. 

“Pace fatta?” aveva chiesto Frank, mentre i due amici facevano il loro ingresso nella stanza mano nella mano come la più felice delle coppiette.

“Beh, si.” aveva annuito Harry, imbarazzato. Gli sguardi di tutti, compresi di quelli dei suoi genitori, erano puntati su loro due. James aprì la bocca per dire qualcosa, ma poi preferì richiuderla dopo una brutta occhiata di Remus. Non c’era tempo per gli scherzi o le prese in giro, dovevano passare all’azione prima che scendesse la sera. Dopo la prima, disastrosa, avventura alla grotta avevano capito che muoversi di giorno era più sicuro, soprattutto se dovevano esplorare boschi. Un altro cacciatore folle dalla bacchetta facile era l’ultima persona che volevano incontrare. 

“Fantastico, abbiamo un piano.” aveva esclamato Neville, più deciso che mai a prendere le redini della situazione. Harry poteva anche essere il Bambino Sopravvissuto, ma lui non era stato da me durante la guerra. Aveva lottato, difeso amici e compagni di casa e non si era mai tirato indietro. Aveva riscattato la memoria dei genitori e reso incredibilmente orgogliosa sua nonna. 

“Andremo tutti?” aveva chiesto Ginny, decisa a non farsi lasciare indietro per la seconda volta. Avrebbe seguito Harry, a qualsiasi costo.

“No Ginny, sarebbe inutile.” aveva risposto Alice dolcemente, cercando di non deluderla troppo. 

“Sentiamo la vostra idea.” aveva sbottato la ragazza, contrariata.

“Harry ha visto il ricordo di Silente, ed è l’unico che capisce il serpentese.” aveva iniziato Neville, con fare paziente.

“Non può andare da solo, voglio andare con lui.” aveva esclamato Ginny, decisa a mettere da subito le cose in chiaro.

“Certo, verremo anche io, Ron, Hermione e Lily.” aveva risposto Neville, pacato. Nell’ultimo anno aveva imparato che nelle situazioni di tensione non serve qualcuno che urla, ma qualcuno che resta calmo e gestisce con pazienza il gruppo. In questo, lui e Remus erano decisamente i migliori.

“Lily?” aveva chiesto Harry, incredulo.

“Non mi credi all’altezza?” aveva ribattuto la madre, incrociando le braccia con aria offesa.
“No, assolutamente ma non capisco..” aveva mormorato Harry, imbarazzato.

“L’anello è protetto da un grande veleno. Lily è un’abile pozionista.” aveva spiegato Remus, senza perdere la calma.

“Ma Regulus e Piton?” aveva chiesto Ginny, passando lo sguardo da Lily agli altri due ragazzi. 

“Resteremo qui al castello, pronti con antidoti nel caso facciate qualche sciocchezza.” aveva spiegato Piton, con il suo solito tono gelido e cinico. Sirius non aveva detto nulla, ma nel suo sguardo era evidente il sollievo dovuto al fatto che il fratello minore questa volta non avrebbe rischiato la pelle.

“Io e Remus verremo con voi, il professore resterà qui nel caso Minnie faccia un controllo come la scorsa volta. Ci è mancato davvero poco, comincia ad avere dei sospetti.” aveva concluso Sirius, incrociando le braccia. 

Harry capì che la discussione era conclusa. La decisione era stata presa e nessuno avrebbe potuto fare cambiare idea al gruppo. 

“Perfetto, e casa stregata sia.” aveva sospirato Harry, rassegnato ed insieme ansioso di trovare l’oggetto delle loro ricerche.

ANGOLO DELL'AUTRICE
Eccomi con un nuovo capitolo, sperando in questo modo di farmi perdonare i mesi di assenza.
Mi sembra superfluo dirlo, ma questi capitoli sono una sorta di flash back: prima che Remus vada con Harry a esplorare qualche posto i ragazzi ricordano quelli già visti. 

Graaaazie a tutti voi, spero che questo capitolo vi piaccia!

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: sihu