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Autore: telesette    07/11/2012    2 recensioni
Dove celebreranno Harry e Ron la loro Festa di Addio al Celibato?
Ma al "Merlin Rouge", ovviamente!
Tuttavia qualcosa mi dice che Hermione e Ginny NON staranno buone e tranquille, con il pensiero di corna pre-matrimoniali...
Genere: Comico, Parodia, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Minerva McGranitt, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Frattanto Ginny aveva finalmente allentato la stretta sulla cravatta di Harry.
Non era il caso di "ammazzarlo", non ancora almeno.
Il mago tossì violentemente, sfilandosi via quella stramaledetta cravatta e staccando il primo bottone della camicia per massaggiarsi la gola e riprendere fiato. A Ginny dispiacque un po', forse perché temeva di stare in un certo senso esagerando, ma l'idea che lui potesse tradirla con una perfetta sconosciuta... solo al pensiero, si sentiva ribollire il sangue dal nervoso.
Fin da quando era bambina, prima ancora del suo primo anno ad Hogwarts, lei si era presa davvero una bella cotta per Harry.
Non era tanto più piccola di lui, ma era la "sorellina" del suo migliore amico ( e questo la faceva apparire come una piccola bambina da proteggere ); non era assolutamente stupida, e certo non si aspettava che Harry potesse guardarla allo stesso modo in cui invece guardava Cho Chang...
Quante cose erano cambiate da allora!
Harry non ricordava nemmeno più la prima volta in cui aveva visto Ginny con occhi diversi.
C'era una volta in cui vedeva lei, Ron e tutti gli altri Weasley come la dolce famiglia unita che aveva sempre desiderato e che non aveva mai avuto. Voleva bene ad ognuno di loro, indistintamente, e il suo affetto per Ginny era pari se non superiore a quello di Ron.
Entrambi erano inorriditi al pensiero che la piccola Ginny potesse morire nella Camera dei Segreti. Quella volta fu Harry ad affrontare la morte pur di salvarla, rischiando di finire divorato dalle micidiali fauci del Basilisco, ma non c'era dubbio che avrebbe fatto lo stesso se Ron, Hermione o qualunque altro dei suoi amici si fosse trovato al suo posto.
Solo qualche tempo dopo, riconoscendo in Ginny tutto il fascino che ogni altro ragazzo poteva vedere chiaramente, per la prima volta Harry si rese conto di provare ben più dell'affetto per lei... era innamorato!
Proprio così, era innamorato di una fanciulla che ricambiava i suoi stessi sentimenti.
All'inizio lo preoccupava un po' il fatto che, bene o male, era pur sempre la sorella di Ron ( e non fu facile nemmeno convincere questi ad accettare la situazione ). Tuttavia Ginny non era né una "cosa" né tantomeno un oggetto e, grazie al suo bel caratterino fiero e orgoglioso, fu lei per prima a schiarire le idee al suo ottuso fratello. Se lei amava Harry, e questi provava per lei lo stesso, Ron doveva solo e semplicemente starne fuori e a debita distanza.
Ora Ginny Weasley non era più una bambina persa dietro ai suoi sogni romantici.
Ben presto infatti si era resa conto di cosa voleva dire essere la fidanzata di Harry Potter: costui era un ragazzo davvero complicato, non solo per l'allora inspiegabile legame che lo univa a Voldemort, e per riuscire a sopportarlo era necessaria una forte dose di pazienza; che Harry fosse coraggioso, altruista e generoso era un dato di fatto, ma quando si metteva a "decidere" per gli altri ( come se solo lui avesse il diritto di sacrificarsi per qualcun altro ), sapeva rendersi incredibilmente odioso, arrogante e anche presuntuoso...
Più volte Ginny si era vista costretta a rimproverargli certi suoi atteggiamenti, certe cose di lui che non era assolutamente disposta a tollerare, facendogli intendere di volere un rapporto da pari a pari con lui. Più volte infatti, a causa dei suoi dubbi e delle sue paure, Harry aveva cercato di allontanarla da sé. Ciononostante ogni allontanamento era servito solo a confermare quanto fosse "cotto" di lei, al punto da non poterla più escludere dalla sua esistenza.
Adesso invece cosa stava combinando, solo con un'altra nelle sale del Merlin Rouge, a poche ore dal suo matrimonio con Ginny...
Questa non era una semplice bugia, o un inganno dettato dalla buona fede, bensì una carognata bella e buona.
Dopo avergliene fatte passare di ogni genere, soffrendo e temendo per lei, era così che intendeva dunque dimostrarle il suo amore?
Ginny era grata e riconoscente a Harry, non solo perché questi le aveva salvato la vita, ma non per questo era disposta a perdonargli un tradimento del genere. E lui stesso non si sarebbe mai perdonato di una simile porcheria nei suoi confronti.

- Quindi, se ho capito bene, domani ti sposi - esclamò Ginny ad un tratto, ponendo subito la questione senza mezzi termini. - E come si chiama la cornuta?
- Ehi - scattò subito Harry. - Io le voglio bene sul serio, e non la tradirei mai e poi mai...
- Ma certo, è chiaro - sottolineò lei sarcastica. - Già solo per il fatto che ti trovi qui, si capisce subito che sei un perfetto esempio di virtù!

Colpito.
Harry chinò il capo, con espressione chiaramente colpevole, senza nemmeno il coraggio di replicare.
Come poteva dire di voler bene a Ginny, stando in compagnia di una donna seminuda e chiuso con lei in una stanza?
Poteva solo vergognarsi di sé stesso, altroché.

- Tranquillo, tanto non lo saprà mai nessuno - proseguì poi Ginny, cercando di farlo cadere in trappola.

Oramai Ginny voleva soltanto portare a termine quella farsa prima possibile, non fosse altro che per mandarlo al diavolo con un cazzotto e frantumargli gli occhiali sotto le scarpe.
Subito dunque si avvicinò e, accarezzandolo per le guance, si accinse a sedurlo con maggiore insistenza.

- Cerca di rilassarti, tesoro - mormorò. - Non essere così teso, lasciati andar...

Senza alzare lo sguardo, Harry afferrò dolcemente il polso della ragazza così da trattenerla senza farle male.
Ginny parve sorpresa, ma quello che disse poi Harry la spiazzò completamente.

- Ho già rischiato di perdere una persona che mi è molto cara, facendo un sacco di stupidaggini e rimpiangendole poi a caro prezzo - esclamò il giovane, sollevando la testa e guardandola negli occhi. - Ho visto le lacrime nei suoi occhi, quando l'ho vista piangere per colpa mia... e non voglio che accada mai più!
- Da... Davvero ?!? - fece Ginny stupita. - E chi sarebbe, di grazia?
- Una ragazza speciale - rispose lui sinceramente. - Una che amo, e che intendo sposare, per questo non posso tradirla!

Sentendolo parlare così, Ginny si sentì mancare l'equilibrio per un istante.

 

***

 

- No... Non stiamo correndo u... un po' troppo? - balbettò Ron, gli occhi fissi in quelli della bionda china su di lui.
- Non lo so, dimmelo tu - rispose Hermione, con voce più sensuale possibile. - Al punto in cui siamo però, non mi sembra che ti occorrano i freni...
- Ve... Veramente non...
- Oh, al diavolo!

Con mossa aggraziata ed energica allo stesso tempo, Hermione afferrò il volto di Ron con entrambe le mani e lo costrinse ad annusarle il collo. Questi ansimò e, nonostante la situazione fosse dannatamente eccitante, il suo corpo era più irrigidito di un manico di scopa. Dal momento che non reagiva, Hermione lo afferrò dunque per i capelli e decise di cambiare sistema.

- Ehi, senti un po' - esclamò lei severa. - Se alla tua ragazza piace che la prendi in giro, a me invece non va affatto a genio perdere tempo... perciò datti da fare!

Ormai era stufa marcia di proseguire con quella ridicola commedia da quattro soldi.
Tutto quello che desiderava era mollargli un calcio in quel posto, non appena si fosse deciso a fare il "maschio", e a quel punto avrebbe potuto fargliele pagare tutte in una volta. Ma per quanto sensuale e provocante lei fosse in quel momento, Ron si sentiva troppo a disagio per rispondere alle sue advances.
Di nuovo Hermione si avvicinò a lui, con tutta la sua sorprendente carica di femminilità ed erotismo, ma questa volta Ron la respinse e la fece cadere di lato sul letto.

- Ma si può sapere che ti prende - urlò Hermione. - Perché fai tutte queste storie ?!?
- Perché non voglio - rispose l'altro, quasi ruggendo. - Non posso farlo e soprattutto non voglio... Non è così difficile da capire!

Hermione cacciò un sospiro, facendo una smorfia incredula.

- Ma se non ne hai voglia allora, perché cavolo ci sei venuto?
- E' questo il punto: NON-LO-SO... Non lo so perché ci sono finito qui, né perché ho dato retta a quell'idiota di mio fratello! Come se non ne avessi già fatte abbastanza di cavolate...
- Ah, grazie, molto gentile - commentò lei, mettendosi a sedere. - Essere definita una "cavolata" è proprio ciò che sogna di sentirsi dire ogni donna... Complimenti, farai senza dubbio la felicità di qualche disgraziata!
- Sono io una cavolata - sottolineò Ron tristemente, sedendosi sul bordo del letto e giungendo le mani in grembo con espressione assente. - E se lei mi vedesse in questo momento...
- ... Direbbe che sei un idiota!
- Sì, precisamente - fece lui, drizzando tosto le orecchie. - E tu come fai a saperlo?

Subito Hermione si rese conto di essere pericolosamente uscita dal suo personaggio.
In men che non si dica dunque, ricomponendosi e passandosi un dito sulle labbra tinte di rossetto, recuperò la sua apparente indifferenza e proseguì con la recita.

- Non ti offendere - esclamò. - Ma qualunque donna se ne accorgerebbe, vedendo come ti comporti...
- E' vero - ammise l'altro. - Ogni volta che cerco di fare qualcosa di buono, per un motivo o per l'altro, finisco sempre per fare qualche fesserìa!
- Già - osservò Hermione sottovoce. - Certe volte si direbbe quasi che te le cerchi col lanternino...
- Come ?!?
- Ehm, intendevo dire che... che "prima di farle, magari, potresti rifletterci sopra un attimino!"

Ron annuì.

- La verità è che io la amo, la amo da impazzire, e quando me ne rendo conto... Beh, tanto varrebbe che mi schiantassi da solo, visto quello che sono capace di combinare!
- Se posso esprimere un'opinione, trascorrere la notte in questo locale NON mi sembra il modo migliore per dirle che ne sei innamorato!
- Ero in punto di morte, quando glielo dissi la prima volta - disse il giovane, tenendo lo sguardo fisso nel vuoto. - Allora non avevo il coraggio di ammetterlo, neppure con me stesso; lei stessa non mi chiese mai nulla, e io decisi di non ricordare nulla perché in stato di incoscienza... ma la verità era che me lo ricordavo benissimo, perché non ho mai più avuto altro pensiero che lei da quel giorno!

Hermione ammutolì di colpo.
Ronald "ricordava" di aver pronunciato il suo nome, nonostante fosse a malapena in grado di respirare quella volta, e soprattutto aveva appena ammesso di essere innamorato di lei già da allora.

 

( continua col prossimo capitolo )

 

ANGOLO AUTORE:
Innanzitutto devo scusarmi per l'attesa...
Purtroppo, a causa di problemi con l'Editor HTML, ho riscontrato ultimamente diverse difficoltà a caricare gli aggiornamenti.
Posso solo rassicurarvi che NON FINISCE QUI !!!
^__^ Al prossimo capitolo ( o alla prossima storia, se preferite ), a presto!

 

DADO

   
 
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