For every laugh, there should
be a tear ~
#28
The Little
Mermaid, 1989
# Begging
Faceva male, più male di mille
punture di medusa, perché a questo
tipo di dolore non c’era rimedio possibile e, se anche ne fosse esistito uno,
qualcuno di certo ne avrebbe sofferto.
Il tempo
scorreva più immoto dell’acqua mentre al sale dell’oceano si mescolava quello
delle lacrime – nascoste, eppure più
fragorose delle tempeste di cui cantavano gli umani: quegli umani che il mare
lo guardavano dall’alto e non avevano idea di quanto dolore potesse contenere l’infinita distesa azzurra che a
loro parlava di pace e libertà.
A un tratto,
Ariel aveva smesso di supplicare. E aveva cominciato a fuggire.
Lui gliel’aveva permesso.
Se sua madre
fosse stata ancora lì, di certo avrebbe saputo cosa fare. Ma Re Tritone, signore
di tutti gli oceani, non era altro che un
padre, troppo vecchio e fiero per lasciarsi toccare il cuore da favole e
sogni e insieme troppo stanco di sentir piangere sua figlia.
[ 151 parole ]
Spazio dell’autrice
Con La sirenetta entriamo ufficialmente nel Rinascimento
Disney, ossia quella decade più o meno corrispondente agli anni Novanta che ci
ha regalato un capolavoro dopo l’altro. Non a caso è in questi film che i
protagonisti appaiono più reali, le storie più sentite e, volendo uscire dal
sentimentalismo, lo stile più efficace e ricercato.
Ho esitato a lungo nell’immaginare
questa flash. Era abbastanza scontato che la malinconia portante appartenesse
ad Ariel, che fin da bambina avrebbe voluto conoscere il mondo degli umani e
alla fine ha cominciato a spiarlo di nascosto nonostante l’espresso divieto;
così ho giocato sul fraintendimento e, pur muovendomi dal dolore di lei, in
realtà ho parlato di quello che secondo me è uno dei personaggi che nel corso
della storia soffrono di più: suo padre.
Credo che Tritone
non avrebbe avuto poi molti problemi a impedire seriamente quelle uscite in superficie – da Re, avrebbe potuto
mettere Ariel sotto sorveglianza (ben prima di affidarla a Sebastian!) o
qualcosa del genere. Il fatto che non
l’abbia fatto mi fa riflettere. Lui l’ama infinitamente, ed è solo per
proteggerla che passa per il ‘cattivo’ di turno. Ogni volta che mi soffermo sul
suo sguardo quando accetta di firmare il contratto con Ursula per salvare la
figlia, resto puntualmente colpita dall’immensa tristezza che trasmette con
quel suo lungo silenzio. E poi, «quanto
sentirò la sua mancanza, Sebastian».
E niente, spero che
le mie immancabili family!issues non vi facciano
sembrare i miei ragionamenti troppo patetici XD Un milione di grazie, come
sempre.
Aya ~