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Autore: ImaPandaH    13/11/2012    2 recensioni
Endou, come Alice, si ritrova in Wonderland dove, una Regina Rossa, indice ogni anno un torneo di calcio.
La posta in gioco è alta, per Endou è un biglietto per risalire in superficie, per tutti gli abitanti del regno è un nuovo Re o una nuova Regina.
Prima long che spero di portare a termine ^W^
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axel/Shuuya, Jude/Yuuto, Mark/Mamoru, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il sentiero e cosa c’è fuori

 

“Chiunque entri qui deve avere un permesso della Regina per uscire, quindi, se non si batte, si rimane qua.”

Quella frase continuava a ronzare per la testa a Endou. La cosa lo preoccupava parecchio, infondo si trattava di una sfida, a un gioco che non conosceva, contro qualcuno che fin ora nessuno era riuscito a battere. Camminava a testa bassa assorto nei suoi pensieri, dietro al Bianconiglio e alla ragazza vestita da topo che stavano confabulando qualcosa.

-Per me ha l’aria da attaccante!- Diceva la ragazza vestita da topo.

-No Haruna, deve essere un difensore!- Ribatteva il biondo.

-Hai solo paura che sia un’attaccante più forte di te!-

La loro discussione animata smise quando Endou gli andò contro facendoli cadere. Si guardarono e dissero ad alta voce –Il Brucaliffo!-

-Il Brucheccosa?- Chiese curioso Endou alzandosi da sopra quei due

-Il Brucaliffo! È la persona più rispettabile qui a Sottomondo ed ha tutte le risposte.- Disse Gouenji togliendosi la polvere da dosso. Haruna invece si era già alzata e si stava sistemando il vestito.

Certo che erano un trio davvero assurdo, un coniglio, un topo e un ragazzo che era finito lì per caso.

-Comunque, cos’è il calcio? Non me l’avete ancora spiegato…-

I due si guardarono abbastanza preoccupati, non avevano la più pallida idea di come spiegare cosa fosse il calcio, ma soprattutto si dovevano sbrigare perché non potevano presentare al Brucaliffo un’incompetente in materia, si sarebbe infuriato, e non poco.

-Il calcio è… uno sport! Ecco, il calcio è uno sport che si gioca con una palla.- Iniziò titubante Haruna.

-Con una palla? Come il tennis?- Chiese Endou che si era seduto, lo prospettava una lunga lezione su cosa fosse il calcio.

-Ehm… non proprio. Il calcio si gioca calciando la palla, come dice il nome.-

-Lasci sempre le cose a metà!- La rimproverò il biondo.

-E poi ti scordi la cosa più importante, che il calcio è un gioco di squadra.- Aggiunse poi.

-Quindi, il calcio è un gioco di squadra e si gioca calciando una palla? E quando si vince?-

-Si vince… quando si segna più goal nella porta avversaria.- Rispose Haruna un po’ più sicura che sta volta non aveva omesso nulla.

-Goal? Che cosa sono?- Chiese curioso Endou.

-E quando la palla entra nella porta avversaria!- Disse Haruna prima che Gouenji possa rimproverarla e lanciandogli un’occhiataccia.

-Ma non hai detto ancora tutte le regole! E sono veramente tante!- Disse il ragazzo-coniglio ponendo l’accento alla parola tutte.

-Ma che fate? Volete dissuadermi dal giocare a calcio? Ma se siete stati voi a portarmi qua giù!- Esclamò sorpreso dal loro comportamento, prima lo portano in un mondo sconosciuto, lo costringono a giocare a un gioco sconosciuto per uscire da lì e ora sembra che non vogliano che lui giochi. –Siete strani…- Disse abbassando la testa.

Nessuno rispose e Haruna, sedutasi per terra, iniziò a disegnare un rettangolo, diviso al centro da una riga con un cerchio. Ai lati aveva disegnato due semi rettangoli e dentro due semi rettangoli più piccoli.

-Questo è un campo da calcio!- disse sorridendo, Gouenji si avvicinò e segnò sui semi rettangoli dei semicerchi.

-Questo, è un campo da calcio vero e proprio.- Disse Gouenji sedendosi per terra assieme a loro e, mentre

Haruna spiegava regole su regole il biondo si divertiva a riprenderla sulle sottigliezze mantenendo un tono distaccato.

-Sembrate fratello e sorella!- Esclamò Endou ignaro che quella frase potesse cambiare così radicalmente l’umore dell’amico, infatti, il Bianconiglio si alzò immediatamente da quell’allegra combriccola.

-Sbrighiamoci, la casa del Brucaliffo è distante. - Disse con tono secco e adirato mentre s’incamminava lungo il sentiero.

-Che ho detto di male?- Chiese a bassa voce Endou.

Haruna si guardò in torno con aria circospetta, come se avesse paura che qualcuno la sentisse, poi iniziò a parlare con voce sommessa.

-Devi sapere che Gouenji aveva una sorellina, vivevano assieme in un villaggio. Ma un giorno le Carte della Regina distrussero il villaggio e rapirono molta gente, tra cui sua sorella.-

Fece una pausa, si potevano notare i suoi occhi lucidi, si guardò ancora intorno e poi continuò.

-Lui crede che sia viva, chiese molte volte un’udienza ma nulla, non ebbe mai una risposta che lo soddisfi. Ora si è convinto che battendo la Regina possa avere una possibilità. Ti prego di non dire nulla, non vuole che si sappia in giro!-

Il racconto finì appena in tempo che Gouenji ritornò dove erano seduti quei due.

-Siete ancora qua? Sbrigatevi!- Il tono era sempre secco, però, meno agitato, segno che si era calmato.

I due si alzarono e lo seguirono per il sentiero che portava alla casa del Brucaliffo. Ogni tanto si scambiavano qualche parola ma nessuno accennava a ciò che era successo prima, dovevano essere passate alcune ore quando Endou stufo di camminare mormorò.

-Ma quando manca? Sono stanco!-

-Forse ore, ma anche minuti o forse arriveremo domani mattina!- Rispose Gouenji dato che Haruna era troppo impegnata a fischiettare una canzoncina.

-Come o minuti o domani mattina? Non sapete mica la strada?!- Esclamò stupefatto.

-Noi la conosciamo bene, è solo il sentiero. Può allungarsi o accorciarsi a suo piacere. L’importante è non allontanarsi mai da esso. -

Il sentiero aveva deciso di essere lungo, si addentrava nel cuore di quel paese strano, faceva vedere ai viaggiatori ciò che di meglio potesse offrire. Il cielo era terso, la natura rigogliosa e ai cigli del sentiero dei fiori multi colori crescevano lussureggianti.

-Hola Haruna, come va?- Una voce da dietro di loro li salutò.

Endou si girò e si stranì non vedendo nessuno, chi poteva aver parlato?

-Oh buongiorno cari! Tutto bene, e voi?- Rispose tranquillamente Haruna rivolgendosi ai fiori.

-Certo, comunque vi consiglio di accamparvi perché il sole è accinto a calarsi. –

Endou si strofinò gli occhi, erano davvero i fiori che stavano parlando o era solo la stanchezza che gli faceva brutti scherzi? Guardò il cielo, il sole era alto come se fosse mezzogiorno.

-Ehm, sicuri che stia tramontando?- Chiese dubbioso.

-Non si discute mica l’opinione dei fiori!-Disse una voce

-Giammai!- Disse un'altra

-Neanche per sogno!-

-Spero che tu stia scherzando!-

-Ma il…sole è ancora… alto!- Disse incerto Endou, tutti quei fiori che parlavano gli facevano venire il mal di testa, soprattutto che ora si erano divisi, chi dava ragione al Saggio Fiore chi invece a Endou.

-Zitti voi!- Esclamò una voce autoritaria –E tu, giovane, guarda meglio!-

Endou alzò la testa notando che il cielo si stava scurendo, cosa molto strana dato che poco prima il sole era alto.

-Mai discutere con chi è molto più vecchio di te, ragazzo mio!-

Dopo questa frase il mormorio finì e tutti i fiori si chiusero nelle loro corolle come se si fossero addormentati immediatamente. Il cielo ora era veramente scuro, buio come la pece, e qua e là piccole stelle facevano capolino in quell’immensa coperta blu. L’aria si fece fredda e la luna non si vedeva. Non era una buona idea continuare il cammino senza una luce che gli facesse da guida.

-Accampiamoci lì!- Disse il biondo indicando una radura poco distante da lì, sempre sul sentiero.

Si diedero dei turni di guardia, ma prima accesero un fuoco e mangiarono ciò che Haruna aveva preparato.

-Scufa, ma pefchè non ci allonfaniamo mai dal senfiero?- Domandò Endou con la bocca piena.

-Il sentiero cambia direzione, se ci allontaniamo potremmo perderci e non ritornare mai più sui nostri passi, nessuno l’ha mai fatto ed è tornato per raccontarlo.- Concluse in fretta il Bianconiglio che aveva già finito e stava attizzando il fuoco. Il resto della serata la impiegarono spiegandogli le ultime regole sul gioco del calcio.

Ormai la notta era avanzata e toccava a Endou fare il turno di guardia. Stava lì seduto su un masso guardando l’orizzonte e proprio non capiva cosa ci fosse di pericoloso fuori da quel sentiero, oltre alla coltre di fiori scarlatti si estendeva un intrico di alberi, rovi e strane piante che agli occhi del ragazzo parvero innocui. Un rumore metallico attirò la sua attenzione e coraggiosamente impugnò un bastone e infiammandolo uscì dal sentiero. Fece molta attenzione sul guardarsi di non svegliare gli altri e soprattutto quei fiori spettegoli.

Camminò prima vicino ai margini del sentiero poi decise di inoltrarsi nella boscaglia per capire cosa fosse quel rumore, forse doveva svegliare il Bianconiglio ma se era solo la sua immaginazione avrebbe scatenato un falso allarme.

Il bosco non era per niente pericoloso come pensava, i fiori ciarlieri ormai erano lontani, gli alberi erano alti e intorno ad essi crescevano funghi dalle forme più buffe. Non c’era un sentiero da seguire così cercò di raccogliere molti particolari come punti di riferimento e soprattutto cercò di evitare di deviare il suo cammino.

Non voleva perdersi, specialmente perché i suoi compagni non sapevano che si era allontanato.

Ormai camminava da un bel po’,il rumore era cessato e il suo turno doveva essere finito e sarebbe stato opportuno ritornare all’accampamento prima che il biondo lo scoprisse.

Si girò e s’incamminò nella direzione da dove era venuto, ma il paesaggio non era come se lo ricordava, era tutto molto più cupo, gli alberi si facevano spogli e nuvole di fumo erano all’orizzonte.

Il suono era ripreso e ora era molto più chiaro si trattava di un tintinnare metallico attirò la sua attenzione ed egli si avvicinò al luogo dove esso proveniva. Si stupì quando vide un esercito di Carte di Cuori che marciavano all’unisono producendo quel rumore.

Esse erano capitanate da un Generale dagli occhi neri e da una cresta marrone. La divisa rossa, piena di medaglie, gli rendeva un aria autoritaria. Impartiva ordini alle Carte, che non erano altro che l’esercito della Regina.

Endou se ne stava rannicchiato dietro ad una roccia, e con il fiato sospeso osservava quelle strambe truppe.

“Non sembrano molto amichevoli.” Pensò mentre ragionava sul da farsi. Preferì rimanere accovacciato dietro al masso sperando che andassero via, lasciandogli la via libera ma non avvenne, anzi, una guardia si accorse di lui scatenando un putiferio. Le truppe iniziarono a inseguirlo e lui si ritrovò a scappare per il bosco dove di sicuro si sarebbe perso.

Non sapeva dove andare, continuava a sentire il rumore metallico delle Carte, segno che lo stavano cercando. Si appoggiò a un tronco stanco e con il respiro affannato, ormai era fatta, le guardie l’avrebbero preso di lì a breve quando sentì una voce, non era autoritaria, era distaccata quasi apatica.

-Dove stai andando di bello, my dear?-

Endou cercò il suo interlocutore e si stupì di vederlo appollaiato su un ramo sopra la sua testa, dai lunghi capelli verdi apparivano due orecchie da gatto e gli occhi scuri erano in contrasto con il suo sorriso, bianco e sornione.

-S-scappavo…- Ansimò Endou riprendendo fiato.

-Sai che questi territori sono pericolosi?- Disse con quell’aria annoiata che di sicuro era un suo classico.

-Non lo sapevo, prima che me lo dicessi tu!-

-Oh bene, almeno sono servito a qualcosa.- Disse iniziando a scomparire, e quando ormai era rimasta solo la testa esclamò con voce echeggiante. –Non è buono che rimani qui, è troppo pericoloso. My dear!-

Rimase soltanto il sorriso che poco a poco si fece più flebile fin quando si dissolse del tutto.

“Che tipo strano, nemmeno gli ho chiesto il nome!” Pensò Endou ma in quel momento fu come se il tempo, che si era fermato prima, riprese il suo corso. Le guardie erano arrivate, ormai non c’era più via di fuga, l’avevano circondato.

Un colpo alle spalle lo tramortì e cadde a terra, mentre era quasi svenuto vedeva, anche se in modo offuscato, un sorriso come quello dello strano gatto che si faceva sempre più vicino; quando ormai era all'incirca di fronte a lui Endou svenne. Si sentiva cadere, aveva la stessa sensazione di quando cadde nel pozzo, era passato solo un giorno ma gli era sembrato un’eternità. Continuava a cadere in un limbo nero e ogni tanto sentiva una voce flebile chiamarlo che via via si faceva più chiara.

-Endou! Endou, rispondi!-

Il moro aprì gli occhi, davanti a lui c’era la faccia preoccupata di Haruna e quella molto adirata di Gouenji.

Il sole era alto e lasciava libera la visuale.

-C-cosa è s-successo?- Chiese flebilmente. –Ricordo solo un rumore, metallico credo…-

-Niente, era solo un brutto sogno, ora mettiamoci in marcia!- Disse il biondo.

Durante il tragitto Haruna se ne era stata zitta con uno sguardo preoccupato e ansioso, spesso voleva dire qualcosa ma la parola le moriva sulle labbra, sapeva bene cosa fossero quel rumore che aveva sentito l’amico, e sapeva che dovevano fare in fretta. Le guardie reali non staranno con le mani in mano.

Quel giorno il sentiero aveva deciso di essere breve così in poco tempo si ritrovarono davanti alla casa del Brucaliffo che li accolse con molta impazienza.

-Pensavo che vi foste persi!- Disse quando arrivarono

-Il sentiero era lungo!- Rispose Haruna che di colpo parve che le era ritornata la lingua.

-Sempre a incolpare agli altri, tu!- La rimproverò. –Entrate, fate come se foste a casa vostra!-

 

Angolo di Laughing Out Loud

Dato che non ho forza per scrivere nulla
rigrazio Artellpinklove per aver recensito e
Si99 per aver messo la storia tra le seguite ^_^
  
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