CAPITOLO 10
"Stanno partendo. Non vieni a salutarli?"
Scuoto la testa in segno di diniego, fingendo di continuare a leggere il
giornale.
Lupin si siede di fronte a me, appoggiando i gomiti sulle ginocchia. Mantengo lo
sguardo fisso sulla pagina, ma le parole che vi sono scritte sono
incomprensibili. La mia mente è troppo occupata da altri pensieri per riuscire a
concentrarsi su qualcosa che non riguardi mio fratello, l'appello di domani o
Draco.
"Hai litigato con Ron?"
"Chi ti ha eletto Grillo Parlante, Remus?" ribatto tagliente.
Lupin sorride, scuotendo il capo.
"Scusa" mormoro sinceramente.
"non importa"
"Le cose tra me e Ron si aggiusteranno. Lui… ha solo bisogno di tempo"
"e tu?"
"non lo so" ammetto, passandomi una mano sul viso. "domani ci sarà l'udienza per
il riesame del caso di Draco. Hermione ce lo ha detto questa mattina. Io so che
dovrei essere felice. Finalmente verrà prosciolto, il suo nome riabilitato, le
poche proprietà restanti della sua famiglia restituite, ma…"
"Hai paura che questo lo allontani da te?"
"Non è mai stato così lontano da me come in questo momento"ammetto, guardando un
punto indeterminato fuori dalla finestra. Sta piovendo e fa freddo. La bella
giornata di ieri sembra solo un ricordo lontano. Poso il giornale sul tavolo e
mi avvicino alla finestra. È quasi il tramonto.
"Forse non sono affari miei, ma credo che dovresti…"
"parlare con lui? stai diventando monotematico, Remus" lo interrompo. Il mio
tono non è offeso. Gli sorrido debolmente e lui mi risponde con un'espressione
benevola. Forse Draco non è l'unico che si sente solo…
"beh ora devo andare. Piton- sembra incredibile- ha bisogno di me per non so che
cosa…"
"Buona fortuna, allora"
"Anche a te".
"ne avrò bisogno" mormoro, mentre esco dalla stanza per dirigermi verso i
sotterranei di Serpeverde.
Capisco che si tratta di lei, prima ancora che bussi alla mia porta. Rimango
immobile, seduto davanti al caminetto acceso, sperando che se ne vada. Ma so che
non lo farà.
"Draco" mi chiama, entrando lentamente in camera mia. Non muovo un muscolo. Non
alzo neppure lo sguardo. Ginny si avvicina lentamente a me, richiudendo la porta
alle sue spalle. La pioggia picchietta sui vetri e i lampi rischiarano il cielo
ormai buio. La stanza è illuminata dalla debole luce delle candele e del fuoco.
Avverto la presenza di Ginny al mio fianco. Non serve che io la guardi per
sapere che è nervosa e che probabilmente si sta mordicchiando il labbro
inferiore, mettendosi una ciocca di capelli dietro all'orecchio. Dio, ma perché
dev'essere così bella? Così speciale? Da quando lei ha smesso di essere
semplicemente la sorella del Weasley dall'espressione vuota e la fidanzatina di
san Potter? Da quando lei occupa un ruolo così importante nella mia vita? Da
quando lei è diventata l'unica cosa che mi resti? Chiudo gli occhi e rilascio il
fiato lentamente.
"Tutto ok?"
"che cosa vuoi?"
"Ti ho portato qualcosa da mangiare, dato che non ti sei fatto vedere a cena"
"Non ho fame"
"Sei preoccupato per l'udienza di domani?"
"No" rispondo alzandomi. Lei abbassa lo sguardo, indecisa sul da farsi. "Puoi
anche andartene. Non ho bisogno di una balia" dico voltandomi verso la finestra.
Vedo il riflesso di Ginny nel vetro. I suoi occhi sono fissi nei miei attraverso
la superficie riflettente.
"Posso restare con te questa notte?" mi chiede a voce talmente bassa che fatico
a udirla.
"No, voglio dormire. Non sono in vena per certe cose" sogghigno, ma il mio
sorriso cattivo non la fa desistere. Si avvicina a me, compiendo ogni passo con
fermezza, incatenando i miei occhi con i suoi. Prima che mi possa toccare, mi
allontano verso il letto.
"Vattene" dico, ma il tono della mia voce non è deciso come vorrei.
"No"
"Ti ho detto di andartene" insisto
"No. Non me ne andrò. Se tu non sei preoccupato per l'udienza di domani…beh buon
per te" mi risponde, stringendo i pugni lungo i fianchi e atteggiando le labbra
a quella smorfia che di solito usa con suo fratello Ron. "Non voglio andarmene"
"Ti butterò fuori con la forza, se necessario" ribatto, ma lei alza il mento in
segno di sfida gettando i capelli all'indietro.
"Va bene! Fallo"
Mi avvicino a lei con l'intenzione di cacciarla fuori dalla mia camera , ma non
riesco nemmeno a sfiorarla. Ma perché mi sento sempre così confuso, vulnerabile
quando sono con lei? La mia strafottenza, la mia arroganza, neppure la mia
cattiveria funzionano più. Ginny mi prende per mano e mi fa stendere sul letto.
Si corica al mio fianco e copre entrambi con una pesante coperta verde. Appoggia
il viso sul mio petto e intreccia le dita con le mie. Continuo a rimanere
immobile. Non ho la forza per mandarla via , ma non ce l'ho neanche per tenerla
stretta a me. Non posso farlo. E'…sbagliato. E ingiusto per lei. Che cosa ho da
offrirle? Che cosa ho da darle? Niente. Assolutamente niente. Mi sento vuoto e
inutile. Lei è troppo buona, troppo bella per meritarsi uno come me.
"Permettimi di stare con te" sussurra. Non rispondo. Lei si muove piano,
sollevandosi su un gomito e guardandomi negli occhi. In essi non scorgo paura,
solo forza e luce. Tanta luce.
"permettimi di stare con te" ripete e la sua voce è talmente dolce , che sento
incrinarsi qualcosa dentro di me. Mi giro sul fianco e l'abbraccio forte,
immergendo il viso nell'incavo tra il collo e la spalla e aspirando il buon
profumo dei suoi capelli. Avverto la tenue pressione delle sue mani rassicuranti
e leggere sulla mia schiena.
"Draco, che cosa c'è?" mi chiede e solo ora mi accorgo che sto tremando e non so
il perché. "Draco?"
"Resta con me questa notte" mormoro, stringendola ancora di più, quasi fosse il
mio unico e solo appiglio. "Sono preoccupato per l'udienza di domani. Potrebbero
emergere cose di cui ti ho tenuta all'oscuro. Cose che non dovresti sapere. Cose
che potrebbero metterti nei guai."
Lei si scosta leggermente da me e mi guarda negli occhi, prendendomi il viso tra
le mani. Sono tentato di ritrarmi, di fuggire ancora una volta da quello sguardo
così limpido e cristallino, che mi fa paura. Ma lei non me lo permette.
"Qualunque cosa accada, io sarò lì con te."
"resta con me, Virginia" sussurro, mentre il mio corpo viene attraversato da un
altro brivido.
"finché tu lo vorrai"
*******
Non ricordavo che il Ministero fosse così affollato e caotico. Io, Draco e
Silente raggiungiamo Hermione, che ci accoglie con un sorriso.
"avete fatto buon viaggio?" ci chiede
"Sì, peccato per questa pioggia" risponde Silente. Lancio un'occhiata a Draco,
ma dal suo viso non traspariscono emozioni. Vorrei prendergli la mano, ma non
oso farlo. Rimaniamo tutti e quattro in silenzio per qualche istante, prima che
un impiegato ci dica che dobbiamo seguirlo.
Sto per farlo, quando la voce di Draco mi blocca.
"Non voglio che lei entri"
Mi volto verso di lui sorpresa. Perché? Perché non vuole che io sia presente?
Perché vuole ancora una volta escludermi dalla sua vita?
"Non può farlo" esclamo girandomi verso Hermione, ma lei annuisce lentamente.
"E' un'udienza particolare , richiesta dalla difesa e se l'imputato lo chiede
può essere fatta a porte chiuse."
"Ma…"
"mi dispiace, Ginny"
"Non puoi farlo" sbraito rabbiosamente, ma Draco mi mette le mani sulle spalle,
chinandosi verso di me, in modo che solo io possa sentire quello che sta per
dire.
"Non rendermi tutto più difficile. Restane fuori"
Sono tentata di ribattere, di combattere per rimanere con lui, ma alla fine
abbasso lo sguardo sospirando. Sta di nuovo scappando da me. Per quanto dovrò
rincorrerlo? Per quanto dovrò lottare contro di lui, per poterlo amare? Questo
pensiero mi colpisce come un pugno all'imboccatura dello stomaco. Perché non
vuole che io lo ami? Perché continua a fare del male a entrambi?
"Va bene" gemo "va bene. Io ti aspetterò qui"
Lui annuisce, prima di allontanarsi da me. Lo seguo con lo sguardo proseguire
per il corridoio ed entrare in una stanza. Il rumore della porta che si richiuda
sembra perforarmi le orecchie. Mi siedo su una panchina poco distante e comincio
a consultare l'orologio. I minuti passano lentamente…troppo lentamente e
un'inquietudine mi attanaglia lo stomaco. Cerco di capire che cosa possa
succedere nella sala dell'udienza, scrutando le facce degli impiegati del
Ministero, invano. Sto giocando distrattamente con la fibbia della mia borsa,
quando la porta della stanza viene aperta e ne esce mio fratello. Balzo in piedi
con il cuore che accelera improvvisamente i battiti. Ron si passa una mano sulla
nuca imbarazzato. Nemmeno io so che cosa dire.
"Ron" dico infine con un filo di voce.
"mi dispiace di essermi comportato come un animale" m'interrompe, mentre le sue
orecchie e le sue guance assumono un intenso color rosso "Non avrei dovuto…ma
tu…sei mia sorella e Malfoy…"
"lo so che è difficile per te"
"Ma voi…hm…state…"
"Non lo so. E'…complicato. E confuso"
Ron annuisce non del tutto convinto. S'inumidisce le labbra con la punta della
lingua e mi guarda per la prima volta negli occhi.
"Se tu però…ecco se tu…insomma se ci tieni a stare con lui…io posso cercare
di…sì insomma…fare uno sforzo per…"
"Grazie, lo apprezzo molto" dico, salvandolo dall'imbarazzo più totale. Ron si
passa ancora una volta la mano sulla nuca , massaggiandosi piano il collo e mi
sorride timidamente. Anch'io gli sorrido.
"Non sono stato molto comprensivo con te. Non devo essere il massimo come
fratello, m-ma tu…sei…"
"sei il fratello migliore che potessi desiderare". Le orecchie di Ron diventano
ancora più rosse, mentre il suo sorriso si allarga sulla sua faccia. Sta per
rispondermi quando la porta si apre nuovamente e questa volta ne esce un
impiegato che mi fa cenno di entrare. Io e Ron ci scambiamo un'occhiata prima di
seguirlo nella stanza. Vedo un paio di miei ex colleghi seduti al banco del
giudice, tra cui Neville ed Hannah Abbott. Non capisco se il verdetto sia
favorevole o meno. Sento solo un gran freddo che invade tutto il mio corpo. Ron
si è fermato in fondo alla sala, mentre io proseguo fino alla sbarra. Non ho il
tempo di guardare in direzione del banco della difesa, perché il giudice
comincia a parlare.
"Signorina Weasley, questo tribunale, alla luce delle nuove testimonianze, ha
deciso di lasciar cadere tutte le accuse contro il signor Malfoy. Lei, pertanto,
deve essere sciolta dall'essere sua garante. Il signor Malfoy è pregato di
avvicinarsi alla signorina Weasley per l'Incantesimo. Cancelliere proceda."
Draco mi raggiunge e scopre il polso. Faccio lo stesso. L'uomo che mi ha fatto
entrare punta la bacchetta prima verso il suo braccio e poi verso il mio
mormorando una formula. Un cerchio dorato avvolge il mio polso per un istante,
prima di dissolversi lentamente. È finita. Abbiamo vinto. Dovrei essere felice,
sollevata. Draco è libero. Io sono libera. Il terribile segreto di cui non
dovevo essere messa al corrente a quanto pare non è stato svelato. Eppure sento
ancora un gran freddo dentro di me. Ora anche l'unico vincolo che ci teneva
uniti si è dissolto. Niente lo lega a me. Non significo più nulla per lui.
Abbasso le palpebre, inspirando profondamente, mentre vengono sbrigate le ultime
formalità.
"la seduta è tolta" proclama il giudice e tutti i presenti si alzano. Neville mi
saluta impacciato. Scambio con lui qualche parola di circostanza, ma quello che
vorrei è parlare con Draco. Non mi interessano gli ultimi sviluppi delle
indagini, o quanti criminali sono stati arrestati, o la ripresa di Hannah, per
quanto io sia felice di vederla di nuovo in perfetta salute. Ho una gran voglia
di mettermi a urlare, ma in qualche modo riesco a trattenermi. Hermione arriva
in mio soccorso e mi strappa da quella tortura con una scusa.
"Stai bene?" mi chiede con voce preoccupata.
"Sì, sono felice che Draco sia stato prosciolto"
"Sembra che tu stia per crollare a terra da un secondo all'altro. Vieni con me"
mi dice, conducendomi attraverso una porta a vetri sul terrazzo. I rumori della
strada ci giungono ovattati e lontani, mentre le voci all'interno dell'edificio
si spengono alle nostre spalle. L'aria fresca mi asciuga il sudore che mi era
colato sul viso e mi fa sentire un po' meglio. Non mi ero accorta di quanto
avessi bisogno di una boccata d'aria fino a questo momento.
"Hai parlato con Ron?"
"Sì. Le cose tra di noi si sono aggiustate. O almeno credo. Devo pensare che tu
c'entri qualcosa?"
Hermione mi sorride, stringendosi nelle spalle.
"non proprio. Diciamo che io gli ho solo dato una spintarella nella direzione
giusta. Penso che avesse solo bisogno di…assorbire il colpo"
"Anch'io" affermo, appoggiandomi alla ringhiera. Il vento mi scompiglia i
capelli e fa ondeggiare la mia gonna.
"e così tu e Draco…"
"Non lo so" mormoro. Hermione mi mette una mano sul braccio, senza aggiungere
altro. Restiamo per qualche minuto a congelare all'aperto, ascoltando i suoni di
Londra e il rombo del tuono in lontananza. Il temporale di ieri sera si è
allontanato e l'azzurro sta sbucando tra le nuvole sempre più rade. Anche il
temporale della mia vita dovrebbe essersi allontanato, eppure non è così. Non ho
più obblighi. Draco può ricostruirsi una vita. La vita che più gli piace senza
essere vincolato da stupide limitazioni, ma io non ne sono del tutto felice.
Avverto come un senso di perdita. Solo poche ore fa proprio il vincolo che ora è
stato sciolto ci ha fatto sentire più uniti che mai. Io sapevo che aveva bisogno
di me. Lo avvertivo come una specie di spina conficcata sotto la mia pelle. Ora
il nostro legame si è rotto e non posso fare a meno di pensare che nulla lo
trattiene più al mio fianco. Se ne andrà. Lo conosco troppo bene per non sapere
che lo farà. Andrà via. Lontano dove non deve per forza vivere nel ricordo del
suo passato, dei suoi errori, di quella sciocca convinzione che mi deve qualcosa
e che in qualche modo lui non può essere a utile a nessuno qui. Perché non si
rende conto? Perché non capisce di quanto io sia in debito con lui? per quella
sera in riva al lago…per quella mattina sulla guferia…per la sua forza, per il
suo coraggio di cadere, di sbagliare e di rialzarsi…per il suo coraggio di
mandare tutto al diavolo e di proteggere le persone a cui vuole bene a costo
della sua libertà, della sua vita…
"Ginny, noi siamo pronti ad andare". La voce di Silente mi strappa dai miei
pensieri. Hermione è ancora di fianco a me. Ritornando nell'atrio, vedo mio
fratello e Neville parlare con Draco. Quando ci vedono, s'interrompono.
L'espressione di Draco è indecifrabile.
"anche se so che non l'hai fatto per me, penso di doverti almeno un
ringraziamento, Granger"
"anche se so che probabilmente è solo un'allucinazione uditiva, accetto i tuoi
ringraziamenti, Malfoy"
"ora che cosa hai intenzione di fare?" chiede Neville. Draco lo guarda come se
fosse in presenza di un insetto.
"Credo che me ne andrò da qualche parte all'estero" risponde in tono volutamente
cattivo. Mio fratello trasale, pronto a vendicare l'onore della sorella sedotta
e abbandonata-io- , ma un'occhiataccia di Hermione lo incenerisce. Io chiudo gli
occhi, impedendomi qualsiasi reazione. Lo sapevo. L'ho sempre saputo che questo
momento sarebbe arrivato. Tentavo di convincermi del contrario, di illudermi che
lui sarebbe rimasto- e rimasto poi per cosa? Per me? Per Virginia Weasley? Lui è
un Malfoy. E i Malfoy e i Weasley non sono fatti per amarsi. Per insultarsi,
giocarsi dei brutti scherzi, combattersi, ma non per amarsi. In qualche maniera
riesco a rigovernare il tremito del mio corpo e a rimanere impassibile. Ci
congediamo da Neville, Ron- le sue orecchie sono di nuovo rosse- e Hermione, che
mi fa promettere di scriverle al più presto e ci dirigiamo verso la vettura che
ci riporterà ad Hogwarts. Anche Silente non è rimasto per nulla sorpreso dalla
notizia della partenza di Draco.
Il viaggio verso Hogwarts è lungo ed estenuante. Non spiccico una sola parola,
abbandonandomi contro al sedile e guardando con occhi stanchi il paesaggio che
cambia attraverso il finestrino. Quando giungiamo alla scuola è ormai buio.
"E' stata una lunga giornata. Andate a riposare, ragazzi, vi farò portare la
cena in camera dagli elfi domestici" dice Silente. Non ho il coraggio di
affrontare il suo sguardo. Farebbe troppo male. Povera piccola Ginny Weasley ci
è cascata un'altra volta. Prima con Harry, che si è accorto della mia esistenza
con quasi un decennio di ritardo, e ora con Draco, che si è accorto della mia
presenza quando ho rischiato di andare ad Azkaban per lui e che , prosciolto da
tutte le accuse, mi abbandona per calde spiagge esotiche. Mi mordo il labbro
inferiore con forza e vado nella mia stanza. Evito di proposito Draco. Mi siedo
accanto alla finestra, vicino al caminetto acceso. Togliendomi il mantello mi
accorgo che c'è un biglietto nella tasca. Lo dispiego sulle mie ginocchia
riconoscendo la scrittura minuta e regolare di Hermione. Leggo i due fogli
velocemente. Parlano della madre di Draco, dei suoi tentativi di suicidio, del
fatto che sia stato lui a comprare la sua immunità, diventando una spia
dell'Ordine e del fatto che abbia usato una Maledizione senza Perdono su due
Mangiamorte per salvarla. Poteva tirarsene fuori in qualche modo e invece non
l'ha fatto. E' restato ad affrontare quell'inferno da solo.
"Draco mi ha fatto promettere di non dirtelo e io potrei essere cacciata
dall'albo per aver infranto l'etica professionale, ma non potevo semplicemente
rimanere zitta!Ginny, lui era pronto a finire in prigione per tenerti fuori da
questa storia. Non lo conosco molto bene e non so che cosa passi in quella testa
da Purosangue, ma quello che so è che è pronto a tutto per te e che non ti ha
parlato di tutto questo non perché non ha fiducia in te , ma perché non voleva
che tu venissi coinvolta per nessun motivo. Probabilmente non sta a me dirlo e
probabilmente tuo fratello mi ucciderebbe se sapesse che sto scrivendo queste
righe, ma non posso rimanere a guardare te e Draco che vi fate del male. Lui
sarà uno stupido egoista e arrogante, ma…ti vuole bene. Nemmeno io sapevo quanto
finché questa mattina non mi ha detto che preferisce lasciarti libera. Mi ha
detto che avrei dovuto rimanerti vicina e che avrei dovuto convincerti che era
stato meglio così. Ma non hai visto la sua faccia mentre me lo diceva. Non era
Malfoy. O almeno non era il Malfoy che noi avevamo conosciuto a scuola. Forse
siamo stati tutti troppo superficiali. Lui era il ragazzino antipatico e
sbruffone. Era più facile credere che fosse così, piuttosto che pensare a che
cosa doveva passare con i due genitori che si ritrovava. Ci abbiamo creduto
tutti, tranne te. Ginny, forse non sarà l'uomo della tua vita, forse commetterai
solo un grande errore e te ne pentirai per il resto dei tuoi giorni, ma…non puoi
permettergli di andarsene via così. Non dopo tutto quello che avete condiviso.
La decisione, però, spetta a te. Io e Ron ti saremo accanto qualunque cosa tu
decida di fare.
Con affetto,
Hermione"
Sono svuotata. Affranta. Mi copro il viso con le mani, avvertendo l'amarezza
farsi strada dentro di me. Hermione ha ragione. Non posso rimanere qui seduta
senza far nulla. Draco…Se ne va…Non sarà più l'ultima persona con cui parlo la
sera davanti al fuoco, non potrò più correre da lui e sentire le sue battute
pungenti, non potrò più vederlo curvo su un calderone a preparare Dio solo sa
cosa, non potrò più litigare con lui e chiamarlo sporco Serpeverde…E
all'improvviso mi accorgo che non m'importa di apparire stupida o patetica. Non
m'importa nulla del passato, di essere un Grifondoro o un Auror. Non voglio che
se ne vada. Non voglio perderlo… Mi precipito fuori dalla stanza, giù dalle
scale, non badando di sbattere contro a altre persone. Oltrepasso l'ingresso ai
sotterranei, quando mi ritrovo davanti Lupin.
"Sulla torre di Astronomia" mi dice, puntando l'indice verso l'alto.
Non mi soffermo a domandargli come cavolo fa a essere sempre così ben informato
su quello che succede tra me e Draco e volo su dalle scale. Arrivo sulla
terrazza della Torre di Astronomia leggermente ansante. Draco è qui. Il suo
profilo alto e slanciato si staglia contro la sottile falce lunare e il suo
mantello nero è gonfiato dal vento.
"che cosa vuoi Weasley?" mi chiede senza voltarsi.
"e tu cosa vuoi?"
"non si risponde a una domanda con un'altra domanda"
"non si scappa via da quello che ci fa paura"
"io non sto scappando. E non ho paura"
"Oh sì che ne hai. Tu non hai solo paura: sei semplicemente terrorizzato" dico
convinta avanzando verso di lui di un passo. L'aria fredda della sera mi fa
rabbrividire. Il cielo è punteggiato da milioni e milioni di stelle, che si
riflettono sulla superficie del lago sotto di noi. "anch'io ho paura" aggiungo
con un filo di voce.
"tu, però, non scappi…"
"Non saprei dove andare"
"beh io sì. In qualsiasi posto che non sia questo" risponde, girandosi di scatto
e superandomi velocemente. Ha quasi raggiunto la porta, quando le mie parole lo
impietriscono.
"Non è così difficile". Guardo la sua schiena voltata verso di me e mi rendo
conto di quanto siano profondi i miei sentimenti per lui. Lo inseguirò ovunque
pur di riportarlo da me. "Non è così difficile amarti". Lui si gira lentamente
verso di me e il mio cuore sembra balzarmi fuori dal petto, artigliato dal
freddo. Ho paura che mi volti ancora le spalle, che mi rida in faccia e che mi
mortifichi con una delle sue cattiverie. "non andartene" mormoro sull'orlo delle
lacrime. "Non voglio che tu te ne vada. Non voglio stare senza di te. Lo so che
io ...che il mio sangue non è puro come il tuo…lo so che non sono perfetta, lo
so che probabilmente io non ti merito, lo so che devo apparirti stupida e
infantile e che probabilmente non riesco a capirti, ma io ti amo. Ti amo, Draco
Malfoy" dico tutto d'un fiato,mentre le lacrime cominciano a scendere sulle mie
guance. Gli artigli del freddo penetrano sempre più nella mia carne, ferendomi
in profondità. Ho bisogno di lui. ho un disperato bisogno di lui, così tanto che
mi fa male.
Draco rimane a osservarmi per qualche istante, prima di coprire la distanza che
ci separa e di prendermi tra le braccia.
"sei una stupida, Virginia" mormora e la sua voce è incrinata dall'emozione. Le
sue mani m'imprigionano il viso e i suoi occhi si fissano nei miei. Sono così
caldi, così profondi. Così pieni di disperazione.
"io non voglio farti del male"
"E allora non lasciarmi, Draco" singhiozzo, appoggiando la mia fronte contro
alla sua. Continuo a piangere. È come se una diga si fosse rotta dentro di me.
La paura, la speranza, la disperazione…è tutto confuso.
"non troverai mai la luce dentro di me. Sei tu…sei tu la mia luce, Ginny"
mormora scostandosi da me, per guardami negli occhi. Un altro eccesso di pianto
mi soffoca le parole in gola e non posso che aggrapparmi alle sue braccia,
singhiozzando.
"non piangere, Ginny. Ti prego…non piangere. Non piangere , amore mio. Non
piangere. Non sopporto vederti piangere" sussurra, baciandomi leggermente sulle
labbra e sul naso. Il suo tocco è così gentile, così pieno di amore."ci sono
cose che devo dirti….quello che ho fatto per mia madre…quello che…"
"Non m'importa. Non m'importa nulla. Voglio solo pensare al futuro. Ripartiamo
da zero. Basta con i sporco Serpeverde e i dannato Grifondoro. Io voglio solo
te. Quello che hai dovuto fare o sopportare per diventare come sei non ha più
importanza. Io ti amo per come sei ora…oggi…Io ti amo, Draco"
Lui mi bacia ancora. Sento la mia stessa disperazione dentro di lui. "Avevi
ragione, Draco. L'amore brucia e consuma…io non posso stare senza di te.". Lui
mi accarezza piano una guancia soffermandosi a giocare con una ciocca del miei
capelli.
"no, Ginny. L'amore non consuma. Non distrugge. E'…avvolgente e caldo. "
"O forse è entrambe le cose insieme, altrimenti perché mi sentirei così? Perché
mi sembra che il pensiero di perderti sembra annientarmi?"
"O forse è entrambe le cose insieme, altrimenti perché mi sembrerebbe di aver
trovato la mia luce quando sono con te? Permettiti di restare con te, Ginny".
Non posso smettere di piangere. Sto tentando di controllare i singhiozzi -
davvero- ma non ci riesco. Mi sporgo verso di lui e sfioro le sue labbra con le
mie. Lui mi stringe a sé, immergendo una mano nel miei capelli e baciandomi
lentamente, assaporando il contatto delle nostre labbra e il gusto salato delle
mie lacrime.
"Finchè lo vorrai" mormoro, mentre un'ultima lacrima scende dai miei occhi per
andare a morire nel vento.
"Finchè avrò vita".
FINE
NdEgle: TA DAAAAN! F-I-N-E!
Una veloce carrellata di saluti e ringraziamenti.
Innanzitutto ringrazio la sempre presente Eli -Lucky- che si è sorbita la trama
in anteprima, la stesura della fanfiction e tutte le mie fissazioni, e poi la
dolcissima Julie che mi ha spronato a finirla! Grazie ragazzeee! E naturalmente
grazie a Lory, per…vabbè tanto ormai lo sa che senza i suoi consigli, i suoi
incoraggiamenti e le sue critiche sarei perduta!!!
Grazie a tutte le canzoni che mi hanno fatto da colonna sonora. Sono veramente
troppe per elencarle tutte…ma un grazie particolare va a UNDER YOU SPELL cantata
da Amber Benson, che fa parte della colonna sonora della puntata del Musical di
Buffy e che da il titolo alla fanfiction, DON'T LET GO di Brian Adams e Sarah
McLachlan, CALLING ALL ANGEL dei Train…e ce ne sarebbero veramente moltissime,
che però, per mancanza di spazio devo lasciare nell'anonimato.
E infine grazie a tutti coloro che mi hanno scritto complimentandosi! Grazie
alle ragazze del forum. Grazie, grazie infinite! Non potete nemmeno immaginare
quanto mi abbiano fatto piacere i vostri commenti! Se vi è piaciuto leggere la
mia fanfiction almeno la metà di quanto è piaciuto a me scriverla posso dirmi
più che soddisfatta! ^___^
Alla prossima
Egle