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Autore: LadyRainbowCaos    14/11/2012    3 recensioni
Si legge dappertutto che Regina la si Shipperebbe(si lo so non esiste come verbo ma fa molto figo) con tutti e con tutto. Persino con un cucchiaino da te. Ed io concordo con questa teoria così ho voluto provare questo esperimento. Sarà una raccolta di One-shot con vari Ship tra Regina ed altri personaggi di Once Upon A Time. Vi avviso ci saranno ship di ogni tipo. E accetto suggerimenti. Il primo con cui partirò sarà lo Ship Regina/Archie. Buona Lettura e spero vi piaccia
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Regina Mills, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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REGINA&RUBY

Le notti di luna piena incominciavano a sortire il loro fascino su Regina.
Forse quel piccolo cumolo di peli che le dormiva accanto era la causa di tutto ciò.
O forse era la verità nascosta dietro a quel calore che la faceva sorridere, una volta al mese, di pura gioia.
Regina precisamente non lo sapeva da dove sgorgasse quella sensazione di benessere che la invadeva ogni volta che la luna piena spuntava brillante nel cielo.
La sua unica certezza era che, accarezzando quella creatura, si sarebbe addormentata senza incubi.
E dire che tutto era cominciato solo pochi mesi prima.
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In quel periodo Regina era un vero zombie, soprattutto dopo la “seconda morte” di Daniel.
Si era ripromessa di non usare più la magia, per Henry, così per occupare le sue giornate passava il tempo a sfogliare vecchi libri impolverati per poter aiutare David a far tornare indietro Emma e Biancaneve.
Non mangiava quasi niente se non i biscotti che Archie le offriva assieme al tè in ogni seduta.
Non dormiva perché appena chiudeva gli occhi, i sensi di colpa le provocavano incubi orrendi.
Così si ritrovava a sonnecchiare leggermente sul divano per poi svegliarsi di soprassalto spaventata.
Archie le voleva prescrivere dei farmaci ma lei non voleva far sapere in giro anche che non riuscisse a dormire.
Si sentiva già troppo esposta ogni volta che per andare alle sedute di Archie si doveva sorbire gli sguardi maligni della gente che incontrava per strada.
Così si limitava a nascondere le occhiaie con il trucco e a tentare di sonnecchiare per qualche minuto sul divano di casa.

Quella sera però fu diverso.
Regina aveva appena finito di risistemare i suoi vecchi libri posizionandoli sulla mensola in ordine alfabetico, tutto uno stratagemma per prolungare l’attesa prima di andare a letto.
Si stava guardando attorno cercando il telefonino e sperando in un messaggio di Henry o uno di David dove le chiedeva di badare al ragazzino per un po’.
Era capitato solo una volta e lei si era ritrovata a sopportare altri sensi di colpa per aver immischiato il figlio nella magia.
Regina prese in mano il cellulare schiacciando un tasto per illuminare il display, niente.
Lo poggiò stancamente sul tavolo della cucina per poi voltarsi a guardare l’enorme scala che portava ai piani superiori.

Non voleva dormire.
Dormire significava incubi e lei non ce la faceva proprio più.
Sognava di strappare il cuore ad Henry, sognava lo sguardo disgustato di Daniel, sognava la folla che la metteva al rogo e sognava i suoi occhi che ardenti la guardavano con rabbia.
Poi ogni volta che si svegliava quegli occhi la perseguitavano per tutta la giornata.

Si massaggiò le tempie per poi prendere coraggio e salire il primo gradino della enorme scala in legno.
Fu allora che quel piccolo rumore le arrivò all’orecchio.
Si girò di scatto verso la porta.
Il rumore in questione era un lento grattare verso il basso della porta.
Regina era preoccupata, non sembrava il rumore delle intemperie.
Si avvicinò lentamente all’ingresso strisciando i piedi e tentando di non fare rumore. Il pomello della maniglia era freddo, freddo come la sua vita vuota, in quel dannato periodo.

Apri lentamente la porta sentendosi subito investita da un venticello fresco.
Spalancò gli occhi quando vide ciò che le si presentava sull’uscio.

Un lupo.
Un enorme lupo dal manto nero dai riflessi chiari la guardava curioso.
Regina sapeva ma non disse nulla.
Si limitò a perdersi in quegli occhi chiari che sembravano riflettere l’animo buono del lupo.
Quest’ultimo era seduto composto, la testa leggermente storta e la lingua a penzoloni.
Un espressione buffa che fece intenerire subito Regina.

La mora si fece piccola piccola facendo passare il lupo che come se fosse a casa sua aveva già imboccato le scale ed era salito al piano di sopra.
Regina era allibita, non solo perché il lupo sembrava così tanto a suo agio in casa sua , ma anche per la sua reazione fin troppo tranquilla alla vista di un enorme animale che sostava davanti a casa sua.
Anche se lei sapeva.
Ma giusto per quello avrebbe dovuto essere ancora più allibita eppure senza tanta difficoltà chiuse la porta e iniziò a salire le scale.

Trovò il lupo dove se lo aspettava, sebbene aveva perso più di un quarto d’ora a cercarlo nelle varie camere del secondo piano.
Era tranquillamente seduto sul palquet di camera sua, ai piedi del letto, con uno sguardo interrogativo sul volto come a chiederle “perché ci hai messo così tanto?”.
Regina un po’ timorosa si avvicinò al letto stando però alla larga dal lupo.
Si sdraiò e incominciò a contemplare il soffitto fino a quando un corpo caldo non le si accoccolò accanto.
Alzò lentamente la testa osservando il grande lupo nero fatto su a ciambella che già dormiva, il muso accanto alla sua mano.
Poteva sentire il suo respiro infrangersi sulle sue dita.
Poteva sentire un profumo di menta piperita provenire dal suo morbido pelo.
Fu quella leggera brezza a farla addormentare per una prima notte senza sogni.
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Due volte al mese così, Regina si ritrovava a dormire sonni tranquilli.
Una mano ad accarezzare il pelo folto del lupo.
Il muso di quest’ultimo poggiato sul suo ventre.

Ogni luna piena senza fare domande
Regina lasciava aperta la porta di casa e si infilava a letto aspettando il lupo.
Quest’ultimo ogni notte di luna piena grugniva allegro ogni volta che trovava una ciotola di acqua e gli avanzi della cena accanto alla porta aperta.
Mangiava e beveva per poi correre nella stanza di Regina, inebriarsi del suo profumo e accoccolarsi accanto.

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Quella sera il lupo era arrivato presto trovando così la porta chiusa.
Si fece sentire facendosi aprire da Regina che lo guardava divertita.

-Sei in anticipo!-

Il lupo sbuffò passando incurante tra le gambe di Regina che in tutta risposta gli diede una pacca sul sedere.
Non andarono direttamente a letto.
Regina aveva acceso il camino e vi si era posizionata accanto sul un cumulo di cuscini con un buon libro da leggere.

-Ehi quello è il mio posto-

Regina spinse leggermente il lupo, che si era posizionato proprio al centro dei cuscini.
Con quel gesto se lo ritrovò praticamente addosso, gli occhi chiari e curiosi di quest’ultimo che si perdevano nei riflessi del fuoco del camino.
Regina si incantò a guardare l’animale continuando a chiedersi perché proprio quel lupo aveva incominciato a farle visita.
Poi quest’ultimo intuendo i pensieri della donna si girò a guardarla per poi accucciarsi tra le sue gambe e sfregare il muso sul petto della mora.

-Perché?-

Era un flebile sussurro ma le orecchie del lupo si tesero recependolo.
Gli occhi chiari dell’animale si scontrarono con quelli cioccolato di Regina.
Rimasero per un lungo istante fermi a guardarsi.

Entrambi sapevano ma non ne avevano mai parlato.
Entrambi sentivano ma non lo avevano mai ammesso.

Il lupo scrollò le spalle nascondendo il muso tra i cuscini ed addormentandosi mentre Regina paralizzata da quello sguardo rimaneva ferma immobile.

In quegli occhi aveva visto qualcosa? Come se quel lupo aveva tentato di risponderle.
“Sono preoccupato per te”, “Tutti si meritano una seconda possibilità”.
Qualcosa di simile.
Si addormento al caldo del camino e di quell’enorme pelliccia che le dormiva tra le gambe.
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Il mese dopo Regina si era convinta di capirne di più.
La sera il lupo sarebbe tornato da lei.

Verso le cinque scese in città cercando di passare inosservata ed entrò nella locanda della signora Lucas per un caffè.
Sorrise sorpresa nel vedere Ruby che le si avvicinava con un caffè caldo in mano.

-Buongiorno Regina-

-Buongiorno Ruby-

Regina perplessa indicò il piccolo contenitore di cartone che teneva in mano la giovane.
Quest’ultima annuii porgendoglielo.

-Si è per lei. L’ho vista mentre parcheggiava e ho pensato di prepararglielo-

Regina sorrise mentre sfiorava le mani della ragazza per prendere il caffè

-Non è che si vuole liberare di me il prima possibile?-

Ruby strabuzzò gli occhi visibilmente arrossita

-Perché dovrei?-

-Beh non sono ben accetta qui. Non vorrei provocarle dei problemi con gli altri clienti-

-Che si fottano!-

Entrambe spalancarono la bocca.
Regina piacevolmente sorpresa per quella presa di posizione mentre Ruby imbarazzata per aver appena usato una parola abbastanza colorita.
Incominciò a balbettare mentre con una mano indicava un tavolino in disparte.

-S..Scusi. comunque se si vuole sedere le porto anche un cornetto alla crema. Che ne dice?-

Regina annuii prendendo posto e guardando la cameriera sparire in cucina.
Rimase li ad osservare il cielo dall’enorme vetrata della locanda.
Mancavano solo poche ore all’arrivo della luna piena e già nel cielo spuntava un piccolo quarto dell’enorme e brillante palla luminescente.
Regina sospirò per poi girarsi verso l’interno della locanda.
Non vi era molta gente per sua fortuna.
Brontolo stava cenando dandogli le spalle mentre poco più in la una coppietta, Cenerentola e il suo principe, stavano tentando di imboccare il loro bambino che , puntualmente, sputava tutto sul tavolino.

-Ecco qui-

Sussultò quando accanto a lei spuntò Ruby che le passava un piattino con la brioches.
Il profumo della cameriera le accarezzò le narici: Menta piperita.

-Grazie-

Regina tirò fuori il portafoglio dalla borsa per pagare per poi sentire una mano calda poggiata sul suo braccio

-No questa la offre la casa-

Ruby le sorrideva.
Sapeva che per logica doveva accettare i soldi, girare i tacchi e tornare a lavorare ma lei in fondo non era mai stata una persona logica.
Osservò la mora che rimetteva il portafoglio in borsa.
I capelli ormai lunghi le ricadevano sulla giacchetta blu mentre una piccola collana con un pendente a forma di chiave di sol poggiava sul suo petto prosperoso.

-Stasera c’è la luna piena-

Regina ammiccò verso la ragazza che non si era allontanata nemmeno un millimetro da lei.
Quest’ultima si perse a guardare il cielo

-Già!-

-Qualche programma stasera?-

Ruby schivò la frecciatina incominciando a giocare anch’essa con la mora che le sedeva davanti

-Mmm si. Credo proprio di si. E lei?-

-Spero di si. Anche se ..-

Ruby si avvicinò di più alla mora aspettando che finisse la frase

-Anche se?-

Regina si girò catturando lo sguardo di Ruby e sorridendo

-Mi dica, lei crede nelle seconde possibilità?-

Ruby si raddrizzò perplessa. Aveva cambiato discorso o quello che le stava chiedendo ne era direttamente collegato?

-Si, ci credo-

-E nell’amore?-

Ruby questa volta annuii con slancio continuando a sorridere a Regina che non aveva smesso un secondo di guardare la giovane cameriera

-E lei Regina?-

Regina sembrò pensarci su un momento portandosi un dito alle labbra e sorridendo mentalmente quando la giovane ragazza, osservandola, si morse un labbro.
Poi tornò seria

-Non lo so. Più che altro ci spero-

Ruby rimase perplessa a quella risposta

-Ci spera?-

-Quelli come me non si meritano l’amore non crede?-

Ruby scosse violentemente la testa come a rimarcare il suo essere totalmente contro a quello che Regina aveva appena sussurrato

-Tutti se lo meritano-

-Lei crede?-

-Io ne sono sicura. Magari lo sta già provando o qualcuno lo prova nei suoi confronti senza che lei se ne accorga-

Regina sorrise a quelle parole

-Non sono mai stata brava ad accorgermi delle cose-

Ruby annuii tornando a contemplare il cielo che piano piano si oscurava.
Regina si alzò dal tavolo recuperando la borsa e avvicinandosi all’ingresso. Non aveva nemmeno toccato, ne il cornetto, ne il caffè.
Ma in fondo entrambe sapevano che non era quello l’importante.

-Arrivederci Ruby e buona serata-

Ruby alzò la mano per salutarla

-Arrivederci e buona serata anche a lei-
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Quella sera il lupo non arrivò ma Regina dormii lo stesso beatamente stretta in un caloroso e nudo abbraccio.
Si girò scoccando un sonoro bacio sulle sue labbra piene e sorrise.

-Ci credi nell’amore?-

Sussurrò tra le lenzuola.

Un respiro profumato le solleticò l’orecchio

-Io? Sempre-

Il profumo sapeva di menta piperita.
   
 
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