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Autore: Role    15/11/2012    1 recensioni
C'era qualcosa però, si sentiva diverso.
Iniziò a tastarsi i capelli. Molto lunghi, troppo.
Questo gli fece sorgere un dubbio, e lentamente iniziò a toccare il suo petto.
Un seno, non grande, ma un seno si era aggiunto all'appello delle novità.
LEGGERISSIMI ACCENNI ALLA 7X05
Genere: Avventura, Generale, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Companion - Altro, Doctor - Altro, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. Prophecy my Yeppash.
 
Il Dottore fece atterrare il TARDIS e guardò l'espressione a metà tra il divertito e l'annoiato che buffamente ornava il viso di Erin. 
"Che dici Dottore, ci siamo?" Osservò ridendo. Va bene, forse aveva sbagliato pianeta e tempo per una o due volte, a dir la verità sei, ma non era cosi importante. In compenso però avevano avuto il tempo di conoscersi meglio. L'aliena aveva scoperto che Erin studiava la noiosissima legge e frequentava una noiossissima università. Inoltre aveva un ragazzo noiossissimo di nome Filby che contribuiva a creare una noiossissima esistenza. Ovviamente la ragazza non aveva utilizzato nemmeno una volta il termine "noiossissimo", ma per il Dottore solo quella parola poteva sintetizzare lo spreco che secondo lei stava compiendo della sua giovinezza. Ah umani! Non sarebbe mai riuscita a capirli! Più la loro vita era "sicura", più erano soddisfatti. Erin però era contenta di scappare dalla sua vita, anche se solo per quella "vacanza". 
Durante le due ore trascorse nel TARDIS Erin aveva provato a scoprire qualcosa di più su quella stramba ragazza che aveva deciso di seguire in giro per l' universo. Le chiese ulteriori delucidazioni sul suo conto, ma, naturalmente si vide rispondere che Dottore era il suo nome di battesimo e che non aveva nessun titolo di studio annesso ad esso. Provò anche a domandarle da quale pianeta venisse, ma l'aliena sviò la conversazione, in modo tutt' altro che abile, verso i carlini da compagnia. 
Fatto sta, che, ora il Dottore era sicurissima di aver fatto atterrare l'astronave nel luogo prescelto. Attivò lo scanner e esplorò l'esterno.
"Questa volta ci siamo, mia cara! Yeppash!" disse entusiasta. Erin non potè fare a meno di pensare che sembrava una bambina che aveva ottenuto il giocattolo tanto desiderato.
L'aliena corse verso la porta e la spalancò.
"Benvenuta su Kalandria! Il pianeta degli alberi di vetro. La mia sesta meta preferita nella terza dozzina catalogata secondo le lune Kleeten che..."
Erin aveva smesso di ascoltarla non appena aveva varcato la soglia del TARDIS.
Lo scenario più spettacolare che avesse mai visto le si stagliava davanti.
 
 Erano enormi, non sembravano alberi, ma giganti pronti a sfidare il cielo. 
Il Dottore aveva ragione, sembravano di vetro trasparente che sfiorava tutte le gradazioni di rosa e blu. Era incredibile. I sei soli che ornavano il cielo permettevano giochi di luce impossibili da descrivere. A giudicare dalla sua espressione, il Dottore capì di aver trovato la meta perfetta per Erin. Gli occhi della ragazza cercavano di capacitarsi di come tutto quello fosse possibile e l'aliena sorrise soddisfatta. Adorava mostrare l'universo a coloro che senza di lei non l'avrebbero mai visto.
"E non hai ancora visto tutto!". Come avrebbe detto River non voleva "Spoilerarle" nulla, però moriva dalla voglia di vedere la sua faccia ancora più stupita.
Le prese la mano e la condusse attraverso un sentiero stretto lastricato di sassi verdi. Quel pianeta era interamente formato di sabbia bianca coperta da sassi liscissimi e, gli abitanti, ricavavano nutrimento ed energia dagli alberi. 
Il Dottore improvvisamente si fermò per osservare una roccia e Erin inciampò dietro di lei.
La ragazza osservava l'aliena per capire cosa stesse facendo. 
Era un normalissimo masso bianco che, probabilmente, era semplice da trovare anche sulla terra e Erin non riusciva a capire cosa avesse di tanto interessante. Chissà, magari il Dottore si interessava di mineralogia. Forse avrebbe dovuto mostrarsi interessata, ma, dopo venti minuti in cui erano rimasti lì fermi, decise che non c' era nulla di male nel fare un giretto nei dintorni, tanto l'aliena non si sarebbe mossa da lì per un bel pò. Il Dottore nel frattempo era concentrata ad analizzare quella pietra. Era decisamente strana. Yeppash! Si sentiva frustrata perchè non era ancora riuscita a capire cosa fosse. Provò a analizzarla con il cacciavite sonico, ma non risultava essere nulla di più di una semplice pietra. Era pur sempre vero che si era rigenerata da meno di ventiquattr'ore, ma stava iniziando a perdere colpi! Decise di prelevarne un campione e di metterlo nella tasca dei jeans. L'avrebbe analizzato nel TARDIS più tardi.
Ora sarebbe stato meglio portare Erin a vedere quelle che venivano chiamate le cascate "dell' anima". Si guardò intorno e non vide la compagna. Oh! Fantastico! Era cosi complicato dire "Dottore, io vado." ? Le venne in mente che forse aveva avuto bisogno di andare in bagno. 
Beh, anche in quel caso non c'era da preoccuparsi, ora anche lei era una donna! 
Adesso avrebbe finalmente scoperto l'arcano mistero del perchè le donne umane vanno sempre in bagno in due...
 Yeppash! Non aveva tempo da perdere in pensieri sulla sua nuova femminilità! Era piuttosto ovvio che la ragazza si era allontanata per dare un occhiata in giro.
 La povera Erin era su un pianeta alieno e sconosciuto, tutta da sola!
Ok, doveva pensare come un' umana che non era mai andata via dalla terra ed era incuriosita da tutto. Yeppash! La foresta, che tra l'altro era disabitata, era il primo luogo in cui guardare.
 
Ovviamente Erin era andata dalla parte esattamente opposta e, non riuscendo a ritrovare il punto il cui aveva lasciato il Dottore, aveva deciso di incamminarsi verso il centro abitato che riusciva a intravedere oltre una collina sormontata da arbusti viola prugna.
Durante il loro viaggio il Dottore aveva accennato più volte alla numerosa popolazione che abitava quel pianeta, eppure non c'era nessuno e la città non sembrava poter ospitare molta gente. Continuò a procedere senza smettere di guardarsi intorno per osservare la bellezza di quel luogo, e presto giunse in vista di un bellissimo oceano.
Non potè fare a meno di pensare che la costruzione di quelle abitazioni bianche vicino all' oceano turchese le ricordavano la Grecia. Magari come i romani anche questi alieni avevano deciso di copiare la Grecia per ammirazione. Ovviamente Erin non poteva sapere di avere perfettamente ragione. 
Ora che ci pensava, chissa come dovevano essere questi alieni.
Il Dottore era identica ad un' umana, ma magari questi sarebbero stati come quelli dei film di fantascienza. Si stava giusto chiedendo se per caso avrebbe avuto bisogno di procurarsi una spada laser prima o poi, quando sentì una voce che le intimava di fermarsi.
"Signorina, definisca il suo stato!" Era incredibile, il Dottore aveva ragione, riusciva a capire tutto perfettamente. Il TARDIS aveva fatto davvero un ottimo lavoro.
Un individuo assolutamente umano che, se non fosse stato per la coda saettante che faceva capolino dal retro della veste, sarebbe stato davvero normale le puntò contro in modo ostile una spada. Indossava degli abiti dai colori sgargianti, ma tutto sommato normali, e isscompigliava di continuo i lunghi capelli biondi.
Beh, in realtà si aspettava qualcosa di più.
Comunque era pur sempre vero che, non essendo lei armata, l'alieno non andava sottovalutato.
"Io sono..." Si interrogò su un nome alieno convincente "Trillian."
Bene, come in Guida galattica per gli autostoppisti! Davvero non poteva pensare a nulla di meglio?!
Fortunatamente il ragazzo, o avrebbe dovuto dire "l'alieno"?, non sembrò molto stranito.
In realtà quest'ultimo era molto impegnato a pensare al dafarsi.
Non era solito fermare le ragazze che si accingevano a entrare in città, anzi, solitamente sarebbe bastato un sorriso e l'avrebbe fatta entrare, però, era decisamente strana per appartenere a quel pianeta.
Non aveva la coda e soprattutto, nonostante parlasse un kalandriano perfetto, aveva un accento molto strano.
Valutò le varie possibilità.
Avrebbe dovuto portarla dal suo capo, cosi, se fosse stata potenzialmente pericolosa, lui sarebbe stato elogiato e in caso contrario, l'avrebbero rilasciata senza problemi.
Così le intimò di proseguire, e brandendo la spada la condusse verso la reggia.
 
 
Il Dottore, nonostante fosse ancora giorno, faticava ad avanzare nel buio della foresta. Non si udiva fiatare.
Di certo non si aspettava che gli alberi di vetro muovessero le "fronde" , ma almento qualche animaletto spaventato o lo scricchiolare della sabbia sotto i suoi piedi avrebbero dovuto produrre qualche rumore!
Si guardava intorno, ammirando la meraviglia di quel pianeta.
C'erano poche cose belle come quel pianeta cosi poco contaminato.
Riflettè sulla bellezza di quel pianeta cosi pacifico e di come gli abitanti per molti secoli avevano cercato di vivere nella tranquillità assoluta.
Persa nei suoi pensieri, finì per inciampare su qualcosa.
Era strano inciampare in un terreno fatto unicamente di sabbia, così decise di analizzare la zona con il cacciavite sonico, scoprendo cosi, che si trattava di una botola.
Una botola?su Kalandria? Era davvero strano e Yeppash! Era pronta a scommettere la sua carta psichica che qualcuno tramava qualcosa di losco.
Aprì la serratura ed entrò.
All'inizio era tutto buio e si respirava un forte odore di muffa, poi si accesero le luci, e il Dottore potè constatare che si trattava di un laboratorio molto tecnologico.
Decisamente troppo tecnologico per appartenere a quel secolo, e soprattutto troppo "scientifico" per appartenere a un Kalandriano.
La struttura del loro governo era di tipo teocratico e gli abitanti riponevano ancora troppa fede in dio per supportare qualsivoglia teoria sperimentale.
Con anni e anni di esperienza alle spalle, il Dottore decise di iniziare a premere qualche tasto per capire a cosa servissero tutti quei macchinari.
Iniziò da un grosso tasto verde, che implorava di essere premuto.
Lo schermo divenne improvvisamente bianco e iniziò a richiedere una password. Il Dottore, per nulla stupito, provò a hackerare il sistema con il cacciavite sonico, rimanendo poi sorpresa dal totale rifiuto del sistema di consentirgli l'accesso.
Il Computer che si trovava davanti a lei iniziò a far lampeggiare una scritta e a produrre un allarme assordante.
Tentativo di Hackeraggio in corso. Sicurezza in arrivo.
Yeppash! Non ci voleva proprio!
"Shhh! Stà buono!"
Fu in quel momento che qualcosa le colpì la testa.
Poi tutto divenne buio.
 
 
L'uomo steso sullo strano triclinio, anche se probabilmente il termine più appropriato sarebbe stato "stravaccato", prese un' altro sorso dal calice dorato e squadrò di nuovo la ragazza. I piccoli occhi grigi infossati nella faccia grassoccia saettavano lungo la stanza. Si passò una mano sopra i radi capelli neri e poi prese parola:
"E quindi da quanto dici, Trillian, sei svenuta e ti sei ritrovata qui?".
A Erin non piaceva come la stava guardando, sembrava volesse mangiarsela.
"Si signore. Vengo dall'Ovest." Rischiava molto, poichè non  sapendo nulla di quel pianeta era facile sbagliare, e purtroppo un errore poteva essere fatale. Lo sguardo divertito che il sovrano (vivendo in un palazzo cosi sfarzoso doveva essere per forza il capo) aveva rivolto al suo consigliere non lasciava presagire nulla di buono.
"Portala da Wrodinger. Ragazza, nell'Ovest non esiste più nessun tipo di forma di vita. Non so cosa tu voglia dal mio popolo, ma ti assicuro che non lo otterrai".
Il soldato le intimò di camminare e la condusse fuori dalla reggia.
Provò più volte a tentare di parlare con il ragazzo, ma questi non rispose. Attraversando il villaggio potè rivedere il bellissimo panorama, ma non riuscì a goderselo.
Poteva essere stata cosi stupida? Allontanarsi dal Dottore era stata una delle cose più stupide che avesse fatto in vita sua
Il Ragazzo la condusse nella foresta ed infine la spinse in una botola.
"Buona fortuna" Le disse senza guardarla in faccia, anche se la sua voce sembrava sentitamente dispiaciuta. Chiuse lo sportello e Erin rimase intrappolata lì. Si guardò intorno. Era in un laboratorio pieno di cavi e computer.
Percorse la stanza con lo sguardo e incontrò gli occhi di un uomo seduto su una sedia girevole.
Aveva una lunga barba bianca e vestiva con degli abiti di pelle bizzarri.
Erin riusciva a intuire che era un Kalandriano, però occultava la coda con dei pantaloni aderenti .
"Tu devi essere Erin, è almeno mezz'ora che si preoccupa per te, posso vedere il suo pensiero immediato."
La ragazza per un attimo si chiese a chi si stesse riferendo, poi vide il Dottore, completamente immobile e avvolta da moltissimi fili che respirava piano.
Sbiancò. 
Senza di lei non sapeva cosa fare.
"Cosa le hai fatto?! Cosa fate agli abitanti di questo posto?!" disse aggressiva. Non era stupida, il Dottore aveva parlato di popolazione numerossisima, eppure non aveva visto nessuno e quanto detto dal sovrano non poteva essere ignorato
Non serviva a molto arrabiarsi, però non riusciva a controllarsi.
" Secondo te a cosa servono i tanto famosi "Alberi di vetro"? Non sono altro che involucri in cui si pone l'energia vitale di un essere, svuotandone il corpo. I residui di personalità vengono smaltiti nelle famose "Cascate dell'anima"! E con questo che produciamo l'energia che vendiamo e usiamo." 
A Erin venne da vomitare.
Poteva davvero esistere un essere cosi terribile?
"Però sta tutto per finire." Disse sorridendo.
La ragazza non capì.
"Lei è un Signore del Tempo, viene da Gallifrey. La sua energia vitale è talmente forte che basterà a fornire sostentamento per almeno quattro secoli."
Quello che Erin fece, pochi secondi dopo, stupì anche se stessa.
Corse in direzione del Dottore, ma ovviamente, venne respinta da un campo di forza.
"Giovane, non sono cosi stupido. La futura fonte di sostentamento del mio pianeta và protetta, e dopo di lei toccherà a te".
Erin non sapeva cosa fare.
Non poteva scappare e anche se avesse potuto non sarebbe mai riuscita a mettere in moto il TARDIS.
Iniziò a piangere e chiamare il Dottore.
E fu allora che sentì quei quattro battiti accelerare all'improvviso.
"Non è possibile..." Wrodinger non aveva mai visto una cosa del genere.
Il pianto della ragazza aveva fatto riattivare la sua volontà.
Però il suo pensiero risultava vuoto.
Accadde tutto molto in fretta.
Il Dottore aprì gli occhi e iniziò a sprigionare una luce dorata.
Iniziò a muoversi e sciolse i cavi che la immobilizzavano.
Si diresse verso Erin e al suo passaggio Wrodinger prese fuoco.
Urlò e maledisse i suoi Dei e poi divenne cenere.
La ragazza fece per scorstarsi, ma il dottore si fermò e la guardò inespressiva e con occhi vuoti.
" Diffida del Normale, e ricorda che l'universo nulla crea e nulla distrugge. La profezia dell'albero deviato si compirà e l'ultimo signore del tempo morirà, dopo aver dimenticato e visto l'orrore di se stesso. Tu, o albero deviato, non scappare dal destino. Proteggi quanto ti è caro e lotta per la salvezza.." Erin si ritrasse e il Dottore all'improvviso tornò normale e la fissò.
"Tu...stai bene?" Le chiese.
Il Dottore annuì.
Nonostante fosse rimasta cosciente per tutto il tempo finse di non ricordare nulla e si fece raccontare tutto da Erin, che però non la informò della profezia che lei stessa aveva annunciato. 
Meglio cosi. Ora doveva essere lei a riflettere sul suo significato.
 
 
Più tardi nel TARDIS il Dottore stava impostando delle coodinate, quando Erin lo fermò.
 
"Dottore...io credo che dovresti dirmi qualcos'altro su di te e sulle tue orgini...".
L'aliena fece un respiro profondo. Odiava raccontare la sua storia.
"Io sono un Signore del Tempo, e vengo dal pianeta Gallifrey nella costellazione di Kasterborus. Il mio popolo fu sterminato durante una orribile guerra e io sono l'ultimo sopravvissuto...". Disse tenendo lo sguardo basso. Era stata sintetica e, per la paura di essere giudicata non aveva aggiunto altro.
Erin non esitò un attimo e l' abbracciò.
"Se dopo tutto quello che è successo oggi...tu non volessi più viaggiare con me... io capirei..." Disse il Dottore esitando.
Erin si staccò, la guardò e disse la cosa migliore che avrebbe potuto dire.
"Yeppash!"
 
 
 
Angolo autrice.
Chiedo miseramente perdono per il ritardo, ma l'ispirazione tardava ad arrivare  e la vostra autrice è andata allegramente in giro per il Lucca Comics vestita da undici dimenticandosi di scrivere XDD. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi informo che il prossimo è già in lavorazione :D
Vi ringrazio tantissimo per le recensioni ** P.S. Non mi sono dimenticata della "roccia" raccolta dal Dottore, prima o poi scoprirete a cosa serve XDD EDIT: Dovrei aver sistemato gli errori che mi erano stati segnalati...speriamo XDD
                                                                                     Reika
  
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