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Autore: Raven_Phoenix    15/11/2012    1 recensioni
Kira non é mai esistito... non é mai esistita nessuna organizzazione segreta di detectives...la wammy's house non é mai stata eretta... e allora... dove sono ora Mello, Near e tutti gli altri? *Rimasi per tutti i diciassette minuti di tragitto immobile, cercando di non dare peso alla puzza di sudore e di fumo attorno a me... come cavolo facevano a fumare dentro a una bolgia simile?! Non vedevo l'ora di poter rimettere i piedi saldamente contro all'asfalto, anche se questo significava l'arrivo all'inferno: Scuola.* Narrata direttamente da Mello, la sua vita e quella degli altri alle prese con i "normali" problemi di tutti i giorni... o forse non saranno tanto normali come si crede? (Yaoi... ma c'era bisogno di dirlo? XD MxM principalmente/ LxL)
Genere: Generale, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: L, Light/Raito, Matt, Mello, Near
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi quiiiiii ^^ mamma mia *___* mi mancava scrivere con la voglia di andare avanti per i miei lettori! Sono felicissima che alcuni di voi si siano accorti subito che la storia stava proseguendo! Spero che pian piano se ne rendano conto tutti >___< Ok, la smetto di compiacermi e vi lascio al nuovo capitolo ^^ Buona letturaaaaaaaaa <3
 
 
 
Capitolo 13:
 
 
-NO NO NO! LEVATI DALLE PALLE!- era tutto quello che era possibile sentir uscire dalla mia gola da circa una ventina di minuti.
-Ma perché?! Ti prego, ci vanno tutti! È per una buona causa!- piagnucolava Ryuk aggrappandosi ad ogni possibile sporgenza del mio corpo (non pensiamo male!), me lo stavo trascinando dietro da un’ora, facendo a cambio ogni tanto con Near o Ryuzaki, i signorimi Yagami e Ikimori se ne stavano in disparte con una sorta di ghigno spaventoso disegnato in volto.
-Ma… voi siete gli unici che possono darmi una mano e che ancora non hanno detto di sì!-
-Va bene, mi arrendo, vorrà dire che mi soffermerò sulla casualità dei numeri che verranno estratti.- disse Ryuzaki nel suo solito altro linguaggio non umano.
-Ah,  se ti arrendi tu lo faccio anch’io, ormai…- fece eco Near.
-COSA?! E mi lasciate solo?- sbraiati io mettendomi le mani nei capelli mentre sentivo tutta la potenza persuasiva di Ryuk posarsi sulle mie spalle.
-Ti preeeeeeego!- urlava mentre incespicava nel nulla per starmi dietro mentre mi incamminavo verso l’autobus.
-Mi volete dire cosa ci trovate di divertente nella TOMBOLA?!- tuonai incenerendoli tutti dal primo all’ultimo.
-Io sono già nel comitato studentesco, quindi per me è la prassi svolgere quello che estrae i numeri dal sacchetto.- disse Light lisciandosi il colletto della sua camicia mentre con sguardo fiero probabilmente già si immaginava sul palchetto dell’aula magna intento ad annunciare con voce impeccabile i numeri estratti.
-Io ci vado perché mi diverto un moooondo!- disse Matt saltellando ed appollaiandosi al mio braccio facendo quasi le fusa.
-Baaah! È un gioco per vecchietti e per chi vuole tentare di vincere le bottiglie di vino e sake per ubriacarsi alla faccia degli altri.- borbottai ora costretto a trascinarmi dietro Matt e Ryuk insieme, cercare di non inciampare nelle allucinati decorazioni sparse in ogni buco possibile della scuola e ora con nemmeno l’aiuto di Near e Ryuzaki.
Era già bello che avessi accettato di venire a quella stupida festa natalizia, e avevo desiderato tornarmene a casa anche diretto a piedi quando vidi sbucare insieme a Matt una stragnocca Danielle in “tenuta natalizia”, con un vestito lolita rosso e bianco, i lunghi capelli acconciati in maniera impeccabile con il tocco di un mini cappellino da babbo natale. L’unica cosa di cui le ero grato era che ora non dovevo più sentire le ragazzine isteriche lanciare grida iper acute per me e Matt, erano tutte troppo pietrificate dalla vista di Danielle.
-Andiamo Mello, potrebbe essere divertente se vinciamo noi vino e sake.- mi disse lei esibendosi in un sorriso perfetto che mi fece venire il desiderio di sotterrarmi duemila metri sotto terra.
-Ecco! Digliene quattro Dani!- cantilenò Matt trotterellandogli intorno.
“Ti strappo i testicoli e te li cucio sulle orecchie!” imprecai dentro di me mentre lo fissavo e mi sforzavo di assumere una smorfia che potesse avvicinarsi il più possibile a un sorriso.
-Va bene.- mi arresi alla fine, solo e unicamente perché non volevo saperne di andarmene a casa e lasciare quei due da soli insieme alle ambiguità di Ryuk, chissà cosa sarebbe potuto succedere!
-Questo è lo spirito, vecchio mio!- urlò lo scheletro borchiato in menopausa iniziando ad esibirsi in una sorta di ballo improponibile.
-Come mai questo improvviso cambio di idea?- mi punzecchiò Ryuzaki con uno dei suoi sorrisi inquietanti da bambola assassina che non dormiva da tre giorni.
-P…perché… perché di sicuro ci saranno anche delle tavolette di cioccolato da vincere, dico bene?- dissi cercando di apparire disinvolto.
-Yayyyyy!- Matt mi volò addosso iniziando a sfregare la sua guancia con la mia.
-Matty, non lo voglio lo scrub con la tua barba in questo momento, grazie!- imprecai cercando di scrollarmelo di dosso prima che mi facesse collassare un polmone. –Eeehi! Guarda là! Sta nevicando tanissimo!- urlai improvvisamente per distrarlo puntando un dito verso la vetrata.
-Ooooooh! Neveeee!- mi lasciò andare di colpo facendomi spalmare sul pavimento lungo e tirato, da gran signore quale era, per andare a spiaccicare il naso contro ai vetri.
-Vi prego, ditemi che qualcuno l’ha drogato perché se resta così per tutto il periodo delle feste lo faccio diventare la punta del mio albero di Natale, non so se mi spiego.- ringhiai mentre cercavo di ridarmi un contegno rialzandomi.
-Potrebbe essere un’opportunità per te di passare del tempo con lui, siccome è iperattivo peggio del solito vorrà uscire invece di tapparsi in casa con i videogiochi.- disse Ryuzaki fissando anche lui di fuori dove i fiocchi di neve erano grandi come palle da ping pong.
-Oh certo, io, lui e LEI.- ammiccai a Danielle che dove passava faceva cadere la mascella a tutte le presenze maschili. –Uff… non è giusto però!-
Bene, mi ritrovavo a scuola nel weekend, ad una stupida festa natalizia, con la sorte imminente di giocare a tombola, con un cretino mozzafiato dai capelli rossicci, quattro esseri eccessivamente nerd e con problemi cerebrali ai limiti dell’umanità, e come ciliegina sulla torta una stangona mostruosamente allupante che alzava il livello di feromoni a chiunque tranne al sottoscritto. Poco male, mancava solo che Babbo Natale arrivasse sbronzo in sella alla renna Rudolf e tutto sarebbe rientrato nei parametri per un nuovo film di Tim Burton o uno di quegli horror splatter inguardabili. Cosa ci facevo IO li in mezzo? La mia unica ragione di presenza in quel momento era in piena crisi infantile con il naso spiaccicato contro alla vetrata per vedere la neve che cadeva in compagnia di Danielle (e dalla ventina di ragazzi che le sbavavano addosso come dei lama).
-Suvvia, non è grave come sembra secondo me.- mi si avvicinò Ryuk stortando la testa come al solito.
-È anche peggio.- lo rimbeccai io mentre eruttavo come il Vesuvio mentre vedevo Matt ridere con quella espressione così… così… mmmmhhhhhhh!
-Forza, andiamo a prendere posto per la tombola!- strillò improvvisamente Ryuzaki, che fino a due minuti prima sembrava non potesse nemmeno sopportare di andare a fare un gioco del genere, invece ora pareva non stare più nella pelle, stava già trascinando per un braccio Light.
Sbuffai e li seguii dando le spalle alla tenera visione della “coppietta”, ormai mi stavo lentamente rassegnando… IN PARTE!
L’aula magna si stava riempiendo alla velocità della luce e assistei alla patetica scena di Ryuk che si spianava con tutto il suo corpo su un tavolo per tenerlo occupato. Perché il nostro gruppetto voleva sempre passare INOSSERVATO e DISCRETO, mi raccomando!
-Uh! Uh! Uh! Ecco, stanno passando a distribuire le prime schedine!- si agitò dopo che ci fummo seduti tutti a parte Light che si stava avviando in maniera altezzosa verso il palchetto, avevo il vago sentore che pensasse di potersi candidare alle prossime elezioni presidenziali della nazione solo prendendosi una carica di “estrai numeri”.
Presi in mano la schedina e mi misi a fissare tutti i numeri uno e uno per non dare occhio a Matt e Danielle che si stavano sedendo in faccia a me.
Non avrei mai immaginato che di li a poco sarebbe partito l’inferno.
Ad ogni cartellina della tombola se si faceva una piccola donazione regalavano un bicchierino di prosecco o vin brulé, tanto per tirare su un po’ l’animo. Sapevo che già la mia precedente esperienza di alcol in compagnia di quei degenerati era deviata in modo preoccupante ma ero talmente isterico che allungai direttamente venti dollari e ci lasciarono un fiaschetto intero di strepitoso, speziato e ancora caldo vin brulé fatto in casa. Intanto l’estrazione era già iniziata e la voce solenne di Light che annunciava scandendo quasi lettera per lettera i numeri mi fece iniziare a tracannare il prezioso nettare divino.
-Ventisette!-
-Wuuuuu! Ce l’ho!- esclamò Danielle, era già il quarto numero che azzeccava in meno di tre minuti mentre la mia schedina era ancora immacolata.
Stringevo la penna convulsamente tanto che avrei potuto annodarla come uno scoobydoo.
-Trentacinque!-
-Evvai!- ci si mise anche Matt gongolando.
-Cinquantatre!-
-AAAAAAAAAGH!- urlai alzandomi in piedi –CE L’HO! CE L’HO! BRUTTI BASTARDI!- mi resi conto dopo circa due secondi che fino a tre tavoli di distanza si erano girati a guardarmi ma non me ne importava un fico secco.
-Questo è lo spirito giusto, fratello!- si unì ai miei festeggiamenti Ryuk.
-Mel?- mi sussurrò Matt guardandomi abbastanza preoccupato.
-Siiiii? Invidioso Matty caro?- risposi con voce stridula e rasente allo psicopatico.
-N…non starai alzando un po’ il gomito?- chiesi ammiccando al fiaschetto che si stava abbassando pericolosamente di livello.
-Maccheddici! Non sono mica l’unico a berlo! E poi sotto Natale è bello essere tutti più allegri, no? FORZA LIGHT TIRA FUORI IL PROSSIMO NUMERO!-
Danielle scoppiò a ridere.
-Ragazzi, devo uscire con voi più spesso.- esclamò alzando in aria anche lei il bicchiere.
-Brava tesorino, bevi anche tu!- la incitai sentendomi un ghigno mostruoso stampato sulla bocca.
I seguenti venti minuti sfociarono nello scempio più indecente del mondo. Per poco non azzannammo quello che si aggiudicò la prima tombola, Matt doveva tenere a bada Ryuzaki e allo stesso tempo io che urlavo “DAMMI QUELLA TAVOLETTA DI CIOCCOLATO, STRONZONE!”
Ad ogni nuova imprecazione Danielle era sempre di più in preda alle risate il ché le dava un’aria ancora più carina, e la cosa non migliorava di certo il mio umore quando si appoggiava a Matt per cercare di riprendersi. L’apoteosi venne raggiunta quando Near riuscì ad aggiudicarsi un premio, a quel punto avevamo trasmesso a tutta la sala il nostro inveire tanto da sembrare di essere ad un’osteria e mi ritrovai in piedi sul tavolo a lanciare mandarini e noccioline appena vinte alla gente.
-Ecco miei cari! Lo ammetto, sono io il vero Babbo Natale!- mi sgolavo ricevendo applausi perfino dai docenti che normalmente mi avrebbero rinchiuso volentieri in qualche istituto per disadattati (mi sentivo potente!).
-Grazie, grazie! Siete stati meravigliosi!- dissi mentre varcavo i portoni della scuola. Ormai la festa stava finendo e tutti iniziavano ad avviarsi verso casa, tutti al sicuro nelle macchine dei loro genitori, a me toccava il freddo autobus, sempre ammesso che a quell’ora ne passassero ancora. Mia madre come sempre non ce l’aveva fatta a venire, era via per tre giorni ad una conferenza, e perlomeno si sarebbe risparmiata la scena del figlio sbronzo che metteva sottosopra la casa.
Mi buttai a terra in mezzo alla neve facendo l’angelo insieme a Ryuk e urlando a Near di non seguire il nostro esempio altrimenti si sarebbe mimetizzato troppo e avremmo dovuto aspettare la primavera per ritrovarlo. Matt intanto mi guardava sorridendo.
-Sono felice che anche tu una volta tanto ti sia lasciato andare Mel.- disse inginocchiandosi accanto a me, in risposta io gli feci la linguaccia.
-E io sono felice per VOI.- dissi additando prima lui e poi Danielle che era poco distante, stava parlando al telefono.
-Mh?- mi fissò lui accigliato.
-Oooooh coraggio Matty! Almeno adesso sono sicuro che quella che mi ha fottuto l’uomo è simpatica e il triplo più gnocca di me. Non sono arrabbiato, davvero!- già, più che arrabbiato ero furioso e rassegnato.
-Mel, si può sapere cosa stai dicendo? Non pensavo fossi così sbronzo da arrivare a straparlare. Vieni, ti do una mano.- disse tendendomi una mano che presi con riluttanza tra uno sbuffo e l’altro.
-Come sei tenero, e va bene. Mi accontenterò di questo tuo gesto come ultimo sprazzo affettuoso verso di me.- risposi in tono tragico, perché stavo facendo l’idiota in quel modo e non riuscivo a fermarmi? Sembrava avessi smarrito quel filtro che mi serviva a dividere il pensare le cose e dirle.
-Va tutto bene?- chiese Danielle avvicinandosi mentre metteva via il cellulare.
-Credo che qualcuno qui abbia bevuto un po’ troppo.- rispose Matt cercando di tirarmi su e sorreggendomi come meglio poteva.
-Nonévvero!- sbiascicai cercando di allontanarmi da lui ma dedussi che senza il suo appoggio sarei finito di nuovo con la faccia nella neve.
-Ehm… vi darei un passaggio ma Zack mi ha detto che ha i sedili posteriori intasati dagli strumenti.- disse lei guardandomi a metà tra il divertito e il preoccupato.
-Zack?- chiesi fissandola come un agente di polizia ad un interrogatorio.
-Già…- rispose lei guardandomi decisamente preoccupata a quel punto –Il mio ragazzo, e non vorrei che lo invitaste ad un party alcolico visto che vorrei tornare a casa incolume.-
Avete presente quelle scene in cui la musica di sottofondo si stoppa di colpo con imminente figura di merda in arrivo da parte del protagonista? Ecco, quello era uno di quei momenti.
-Ragazzo…- ripetei sentendo improvvisamente un gran caldo anche se dovevano esserci meno dieci gradi li fuori.
-Ehm… si. Eccolo là.- disse indicando un’auto che stava parcheggiando in quel momento fuori dai cancelli della scuola e una testa munita di lunghi capelli neri e qualche piercing sparso si sporse dal finestrino facendo cenno verso di noi.
-Oh…- ora ero seriamente convinto che avrei fissato solo i miei stivali fino alla soglia di casa pur di non guardare in faccia Matt.
-Beh, allora ci vediamo.- fece cenno lei a Matt che annuì tranquillo con il suo solito sorriso da idiota.
-CIAAAAOOO ZAAAAACK!- urlò poi in direzione della macchina e sentii l’eco di una risata tuonante e veder comparire anche un braccio tatuato dal finestrino che si agitava per salutare.
Ero talmente scioccato da quella scena che nemmeno mi accorsi di essere stato colpito da una palla di neve di Ryuk ed essere ricaduto a sacco i patate per terra.
-Oooops, dite che l’ho ucciso sul serio stavolta?- disse l’ammasso d’ossa semovente grattandosi la testa.
Ripresi appieno le mie facoltà dopo quel colpo (o quasi), e mi rialzai facendo in fretta a scrollarmi la neve di dosso.
-Bene, allora vado a casa anch’io. Ciao a tutti è stato bello favoloso incredibile e tutto il resto ora devo scappare o perdo l’autobus.- dissi senza darmi nemmeno il tempo di prendere una pausa tra una frase e l’altra, iniziai a camminare il più veloce possibile verso i cancelli evitando di correre a zig zag per tutto il prato.
-Mel, aspetta! Dove credi di andare conciato così da solo?- mi corse dietro Matt.
-No no NO! Vai via!- gli urlai contro mentre acceleravo il passo aumentando il rischio di ritrovarmi di nuovo con il sedere per terra.
D’un tratto mi venne un capogiro assurdo ed iniziando a maledire l’alcol fui costretto a rallentare.
-Posso sapere cosa ti sta succedendo? Voglio solo accompagnarti a casa, non voglio che tu finisca chissà dove in post sbronza.-
Mi impuntai come un bambino piccolo battendo i piedi.
-Ce la faccio benissimo da solo, cosa credi?- non avevo il coraggio di guardarlo in faccia, sentivo solo di essere diventato lentamente di tutte le sfumature possibili di rosso e violetto.
-Ma smettila.- lo sentivo chiaramente, stava ridacchiando, e io stavo per carbonizzarmi completamente da quanto stavo arrossendo. –L’ultima volta sei stato tu ad accompagnarmi a casa dopo una sbronza atomica, così almeno possiamo essere pari.-
Lo sentii avvicinarsi ma a costo di dire che avevo avuto un attacco di cervicale fulminante non avrei mai alzato la testa per nulla al mondo. Vidi solo la sua mano guantata a righe bianche e nere tesa davanti a me. Gliela strinsi riluttante e lasciai che mi conducesse verso la fermata dell’autobus.
-Così arriverai tardissimo a casa.- ci riprovai quando ci sedemmo sulla panchina della fermata.
Si strinse nelle spalle mentre guardava i fiocchi di neve turbinare intorno a noi.
-Ho avvertito i miei che avrei anche potuto non tornare, così avrebbero potuto godersi una seratina romantica senza di me tra i piedi. Più tardi arrivo meglio é.-
“Maledetti genitori libertini.” pensai mentre sbuffavo.
-Almeno posso farti un po’ di compagnia siccome sei a casa da solo. Non ti fa paura la casa vuota?- chiese poi voltandosi di nuovo verso di me.
Stavolta fui io ad alzare le spalle.
-Non mi cambia molto, con quel lavoro che si ritrova mia madre sono più le volte che sto da solo.-
-Mh… allora faremo un bel pigiama party!- salto su in piedi in posa epica.
-Non esiste, Matty!- esclamai smorzando sul nascere il suo entusiasmo. In quel momento arrivò l’autobus e lo benedii; se avessi dovuto farmela a piedi fino a casa in quello stato avrei dubitato della mia incolumità.
Mi lasciai andare sui sedili congelati, fortunatamente c’erano poche persone che avrebbero potuto assistere a eventuali scene patetiche. Stranamente però non accadde nulla, Matt se ne stava tranquillo accanto a me canticchiando mentre io cercavo di guardare fuori dal finestrino per capire in mezzo a quella tormenta di neve quando saremmo arrivati alla fermata giusta.
-Matty…- ebbi il coraggio di aprire bocca quando fummo sul vialetto di casa mia –Perché mi stai aiutando ancora?-
-Mh? Cosa intendi?- chiese lui girandosi verso di me mentre io cercavo le chiavi nella mia tracolla, un modo in più per non dover incrociare il suo sguardo.
-Anche se… se… ho fatto una scenata pietosa e inutile tu sei ancora qui. Dovresti insultarmi o qualcosa del genere.-
Ero riuscito a trovare il mio immenso portachiavi ma mi tremavano talmente tanto le mani che dovetti concentrarmi al massimo per riuscire a centrare la serratura.
-Eeeeeh? Stai scherzando? Eri così tenero! Nessuno è mai stato geloso nei miei confronti.- disse lui con il tono sembrava quello di un bambino e mi strizzò da dietro in un abbraccio.
Mi irrigidii e sentii il mio fiato farsi corto, la testa mi girava tantissimo.
-Solo una cosa mi ha dato giusto un po’ fastidio.-
“Ecco, ci siamo.” Pensai preparandomi alla ramanzina.
-Che…che cosa?- chiesi con la voce che mi tremava.
Mi voltai e mi trovai inchiodato ai suoi smeraldi che luccicavano.
-Che tu abbia pensato anche solo per un momento che mi piacesse Danielle.- aveva un mezzo sorrisetto da capogiro, sembrava imbarazzato anche lui. Sentii la terra mancarmi sotto ai piedi ma c’era lui a sostenermi e sembrava non voler mollare la presa per nessun motivo al mondo.
-M…ma… I-io…i-i-io e t-te… n… non stiamo mica…in…in… insieme.- mi sembrava la frase più lunga e difficile che avessi mai pronunciato in vita mia.
Matt abbassò la testa per una breve risata.
-Pensavo non fosse necessaria la parte ufficiale, ma sono stato uno stupido io che non penso mai alle cose più semplici.- mi si avvicinò lentamente circondandomi la vita con le braccia.
-Ehm… non credere che per me sia la solita cosa che dico tranquillo come quando ordino le brioches alla mensa.- quando si appoggiò a me potei sentire che anche il suo cuore batteva forte insieme al mio.
Non capivo. O meglio… credevo di capire quello che stava per succedere ma non riuscivo a crederci.
-Mel, vorresti… stare con me?-
Al suono di quelle parole sentii qualcosa accendersi improvvisamente dentro di me. Fece sparire il mio mal di testa, la nausea, il tremore, l’imbarazzo… tutto. L’unica cosa che mi lasciò furono le farfalle nello stomaco e la forza di azzardare quello che pensavo non avrei mai potuto fare.
Gli gettai le braccia al collo e lo baciai con tutto l’impeto che il mio corpo poteva avere. Fino a quel momento non ero mai stato io a prendere l’iniziativa, avevo sempre avuto paura. Ma in quel momento l’unica cosa che mi importava era tenerlo il più stretto possibile a me.
 
 
 
Woooooohoooooh ci sono riuscitaaa *_* spero di aver reso felici molti di voi con questo capitolo! In realtà avrei voluto farlo prima ma non potevo saltare la parte di iper gelosia u.u scusami Melluccio! (NdMello: Dannata autrice masochista! è.é)
 
Grazie mille a MakaIndex, Ginny Uchiha (P.S: amo il tuo avatar *__*) e Mello sexy doll per le recensioniiiii *____*
  
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