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Autore: Agapanto Blu    19/11/2012    3 recensioni
Lucia e Mattew stanno per sposarsi, come avevano deciso, e, tra riappacificazioni con il passato, grandi ritorni e amici di sempre, vedranno infine il culmine del loro amore...
Però il Destino sembra avere altri programmi e i due amanti si ritroveranno separati da qualcosa che entrambi amano e da qualcosa che pare insormontabile...
Assieme a Miriam e Nick e ad un (come sempre) imprevedibile Andrea, i due si troveranno davanti a una domanda cruciale per entrambi:
Quanto si è disposti a sacrificare quando si arriva al limite?
***
Seguito della storia "Il cuore dell'Arcangelo" ma incentrato, appunto, sulla coppia Mattew/Lucia...
Posso solo anticiparvi tanti colpi di scena e un bel po' di sorprese...
A presto!
Ciao ciao!
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La saga degli Angeli di Victoria'
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Buongiornooooo!
Visto che, tanto per cambiare un po', sono di corsa ( :P ) direi che faccio un breve riassuntino con domanda finale e vi lascio al cap, ok?
Andrea, Mattew e Nick si sono sbarazzati dei Demoni, Lucia sta guarendo dalle ferite fattele da Zira, la quale sta lottando con Miriam... In tutto questo: dov'è Angelica?
Oh-oh!
A sotto!
(Ma quanto sono sadica?!)
Agapanto Blu





31.
 
Miriam e Zira si staccarono per l’ennesima volta.
Nessuna delle due aveva idea di come fosse finito lo scontro che fino a un momento prima aveva imperversato attorno a loro, né di dove fossero Lucia o Angelica.
Si fissavano negli occhi con l’odio indicibile che solo le donne sanno provare.
Le femmine di ogni specie, si sa, sono in grado di amare con ogni fibra del proprio essere, ma sanno anche, all’occorrenza, trasformarsi in creature crudeli oltre ogni dire.
Miriam era furibonda e decisa a eliminare per sempre la rivale che aveva tentato di toglierle Nick prima e Lucia poi, ma era pienamente consapevole che anche la stessa Lucia aveva il diritto di chiedere la testa della Demone.
Dodici…
Lei e Zira si fissavano negli occhi durante una pausa. Erano entrambe a pezzi, stanche, indebolite da ferite e da mancanza di energie; ma sostenute dalla bramosia di sangue, l’una, e dal desiderio di pace, l’altra.
Undici…
Da sola, Miriam avrebbe anche potuto battere Zira, ma non ucciderla. Aveva bisogno di un’arma ma il pugnale era sparito con Lucia.
L’Arcangelo sperò con tutto il cuore che l’amica stesse bene, poi si chinò un po’ in avanti, in posizione di sfida rispetto all’avversaria.
Dieci…
Zira si piegò a sua volta, protendendo la testa verso l’avversaria e ringhiando mentre la bava le colava a terra.
Nove…
Uno scintillio, solo un lampo di luce nel buio, ma Miriam lo vide e, impercettibilmente, rispose al segnale annuendo.
Otto…
Doveva stare attenta, i tempi dovevano essere perfetti, altrimenti soltanto il Cielo poteva dire quando e come si sarebbe concluso quello scontro.
Sette…
Miriam vide Zira pronta ad attaccare e la sorprese lanciandosi in avanti, contro di lei.
La Demonesgranò gli occhi, colta alla sprovvista, ma poi riuscì a reagire afferrando l’avversaria.
Sei…
Le due donne si iniziarono a spintonare.
Miriam spalancò le sue quattro ali, che aveva tenuto ripiegate sulla schiena, e quelle, splendenti e forti, iniziarono ad agitarsi per dar più forza allo slancio.
Zira ringhiò poi, sorprendendo l’avversaria, il corsetto di pelle si squarciò sulla sua schiena.
Cinque…
Due enormi ali. Nere.
Miriam guardò sconvolta quelle opere del Male, quelle aberrazioni di natura: le ali di Zira sembravano ali di pipistrello, con artigli sulla parte alta e sporgenze ossee lungo la membrana, ma erano fatte di squame e coperte di pece.
Avevano un aspetto fatiscente, morente, e puzzavano di zolfo talmente tanto da far venire all’Arcangelo le lacrime agli occhi mentre tossiva.
Alcune scaglie e alcuni lembi di pelle nera e marcescente si staccavano da quelle sporgenze che sembravano essere state estratte dalle tombe di creature mistiche.
Quattro…
Zira ringhiò e mise all’opera le proprie ali per contrastare quelle di Miriam.
L’Arcangelo scoprì, con sorpresa, che, nonostante l’apparenza, la forza di quei muscoli consumati era notevole e si ritrovò ad ansimare nel rispondere alla spinta.
Tre…
Miriam fece un passo indietro sotto la forza di Zira ma poi strinse i denti e spinse ancora di più, riuscendo a recuperare terreno e a guadagnarne un po’.
Due…
Zira si ostinò a resistere all’avversaria ma, alla fine, si ritrovò ad ansimare e a rischiare di indietreggiare.
Miriam spostò un piede avanti, incrociando quasi le gambe con la Demone, e iniziò a premere contro il corpo della nemica con il bacino.
Avanti!, pensò rabbiosa cercando di spingere indietro Zira che, però, sembrava inamovibile, quasi fosse stata piantata in quel punto da tempo.
Uno…
Zira strinse i denti e non indietreggiò.
I corpi delle due donne finirono per aderire quasi completamente: gambe con gambe, fianchi con fianchi, ventre con ventre, seno con seno.
I visi l’uno a un soffio dall’altro.
“Muori!” ringhiò la Demone sputacchiando bava su Miriam.
“No, Zira!” dichiarò l’Arcangelo, seria e gelida, “Muori tu!”
Zero!
Zira sgranò gli occhi nel sentire l’assoluta certezza nella voce di Miriam e cercò di staccarsi da lei indietreggiando.
Con sua sorpresa, Miriam la strinse a sé impedendole di muoversi.
Quando sentì un tocco freddo al decoltè, l’Arcangelo si staccò da Zira che, con espressione sgomenta e confusa, abbassò gli occhi sul proprio petto guardando con assoluta sorpresa la punta d’argento che vi spuntava.
Miriam spostò lo sguardo alle spalle di Zira e incrociò lo sguardo esausto ma determinato di Lucia.
La Pietosa annuì alla Caduta per farle capire di essersi ripresa dalle ferite poi, con uno strattone, strappò la lama dalla schiena della Demone.
Zira cadde in ginocchio, poi sdraiata a terra, con uno sguardo confuso come se non si rendesse conto della situazione. All’apparenza morta.
Miriam si inginocchiò e la voltò pancia in su poi la tenne ferma a terra per impedirle di fuggire se anche si fosse ripresa.
“Ce la fai?” chiese a Lucia mentre questa si piegava, “Sai come va fatto?”
L’altra annuì poi alzò di nuovo l’arma.
“Prima la gola…” sussurrò ripetendosi le istruzioni mano a mano che le eseguiva.
Con un gesto rapido e pulito, tagliò la gola di Zira avendo cura di tranciare l’arteria che portava sangue al cervello.
“… poi i polsi…”
Miriam sollevò le braccia di Zira per aiutare Lucia a tagliare le vene di essi.
“… il retro delle ginocchia…”
Lucia e Miriam dovettero spostarsi e sollevare le gambe di quello che, ormai, era quasi un cadavere.
“… l’interno della cosce… ”
Anche le arterie femorali furono recise.
A ogni taglio, era un fiotto di sangue che usciva.
“… e… e…”
Lucia si sentì persa, confusa, di colpo non ricordava più cos’altro dovesse fare.
Il corpo di Zira era immerso in una pozza di sangue denso e vischioso e la cosa non aiutava la Pietosa a concentrarsi.
“Fa parte della tua natura…” le sussurrò Miriam all’orecchio.
Lucia si voltò di scatto a guardarla, sorpresa.
“Sei una Pietosa: voi aborrite la violenza e la morte.” le spiegò l’Arcangelo, “A dire il vero, siete l’antitesi stessa della morte: voi salvate le vite, non le stroncate. Per questo ti è così difficile…”
Lucia annuì, deglutì poi guardò il cadavere tra le sue mani.
“Cosa… cosa manca?” osò chiedere.
“La milza.” sussurrò Miriam, “Se non te la senti, faccio io…”
Lucia la guardò: Miriam era glaciale e imperscrutabile come al solito; nei suoi occhi non c’era più traccia della furia omicida che l’aveva animata contro la Demone.
Però Lucia stabilì che era meglio non rischiare di risvegliare quell’istinto primordiale: la difesa dei propri cari.
Scosse la testa.
“Faccio io.” sussurrò, “Dimmi solo se sbaglio…”
Miriam annuì e Lucia si avvicinò al ventre di Zira.
Guardò la sua pancia, piatta, e cercò di immaginarla rigonfia di una nuova vita.
Immaginò suo figlio, e si sentì disgustata dal gesto che quella donna aveva compiuto.
Pensò a sé stessa umana e incinta, e provò nostalgia per quello che lei le aveva strappato.
Pensò ad Angelica, e trovò il coraggio di fare ciò che andava fatto.
Per sé, per il figlio di Zira, per Angelica.
Alzò il pugnale e, prima di poter pensare davvero a ciò che stava per fare, lo piantò nel fianco della Demone.
Il sangue fuoriuscì subito e le macchiò le mani.
Lucia saltò in piedi e indietreggiò guardandosi le dita, rosse.
Deglutì più e più volte nel tentativo di trattenere i conati ma il sapore disgustoso le rimase in bocca.
Miriam le si accostò e, di slancio, l’abbracciò.
“Ci hai liberati tutti, Luci.” le sussurrò all’orecchio per calmarla, “Ora siamo tutti più al sicuro: staremo meglio senza di lei.”
Lucia annuì nonostante l’amarezza nel cuore.
“LUCIA!” urlò una voce all’improvviso.
Miriam e Lucia si voltarono.
Nick le guardava, sconvolto, con Andrea al suo fianco che non riusciva a staccare gli occhi da Mattew.
O meglio, da quello che Mattew aveva tra le mani.
“ANGELICA STA MALE!” urlò ancora il Caduto vedendo le due donne immobilizzate dalla confusione.
Tre parole, e Miriam e Lucia scattarono verso di lui.




Lo so che l'ho già detto ma lo ripeto: ma quanto sono sadica?!?!?! Muahahahahahah!
Alloooooora!
Angelica sta male: cos'avrà? Non ditemi raffreddore, lo sapete anche voi che non è così! ;)
Non so, potrei dirvi qualcos'altro ma...no.
Titolo del prossimo capitolo: Salvate Angelica!
Spoilerino: "
“Luci, non credo che un medico potrebbe salvarla…” sussurrò ma la Pietosa si divincolò dalla sua stretta e si ripiegò sulla figlia morente, in lacrime.
“NO!” urlò, “No! Lei non sta morendo! No!”"
Cattiva dentro, proprio...
Vabbé, a presto!
Ciao ciao!
Agapanto Blu
  
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