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Autore: HonoSamurai    10/06/2007    0 recensioni
Più mi guardi più vedrai le lacrime degli angeli scendere dal cielo....
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I tavoli delle Sala Grande erano gremiti di studenti buovi che si guardavano intorno smarritti o eccitati, la professoressa p

Un piccolo villaggio formato da poche case di legno addossate al versante meridionale di una collina era illuminato dalla luce dei primi raggi del sole che sorgeva, in cima all’altura si poteva scorgere la bianca struttura di nove pilastri disposti a cerchio al cui centro si trovava un altare.

Alate creature si muovevano verso la piazzetta centrale di ciottolato del centro abitato, condotte lì per il desiderio di poter finalmente vedere l’erede del sangue nobile degli Hirake, Phoenix C. Woldfood, figlio di Nicolas e quindi angelo demoniaco; la figura del giovane si mostrava scura, chiusa nel nero abito come le ali, i rossi occhi fieri si guardavano inanzi, come rivolti a una meta che nessun altro poteva vedere oltre a lui; Lavre dietro a lui si trovava, serio e altero come sempre scrutava gli astanti con fredda aria che si opponeva al sorriso solare che dimorava sulle labbra di Phoenix, per tutti aveva una parola o una saluto, a nessuna negava una stretta di mano o un abbraccio, sapeva bene cosa rappresentava e sapeva benissimo di non dover tradire la fiducia che quella gente riponeva in lui:

- Mio signore, dobbiamo andare-

Proruppe la profonda voce del servo, il corvino si voltò verso di lui e dallo sguardo che gli fu lanciato capì che non ammetteva repliche:

- Va bene…-

 Accettò prima di rivolgersi ai presenti:

-…ora devo andare, mi devo preparare per il rito di iniziazione! Ma si assicuro che dopo di esso starò il più possibile con voi! Siete la mia gente e la mia famiglia…dobbiamo recuperare diversi anni in cui siamo stati separati a causa di fattori più alti di noi!-

Consenso ottenne dalla folla che si aprì per lasciarlo passare, Lavre gli fece strada, lo condusse per il sentiero che portava verso il luogo sacro in cima alla collina dove erano attesi da alcuni sacerdoti, che avevano il compito di effettuare il rito e legittimare i poteri del giovane re, silenzio circondò i due viaggiatori durante tragitto, non una parola fu detta:

- Salve a voi!-

Salutò uno dei due anziani che si trovavano all’ombra delle rocce, vestiva con una lunga tunica bianca chiusa in vita da un cordone di fili dorati, gli occhi erano di un azzurro più limpido delle acque dei fiumi, il volto era costellato di rughe che ne indicavano la veneranda età e i capelli color della neve erano raccolti in una coda che sulla spalla destra era posata, gioviale sorriso ne ornava le labbra chiare:

- Benvenuto nelle terre degli Hirake, principe Phoenix C.Woldfood…è un piacere poterla iniziare all’età adulta, ricordo ancora quando vostro padre subì il rito! Quelli si che erano anni di luce per noi Hirake, ancora molti eravamo e Voldemort con la sua oscura mano non aveva ancora lordato la nostra fama!-

Phoenix si inchinò profondamente davanti ai due funzionari della religione:

- L’onore è mio, voi avete iniziato il mio venerabile padre ed ora vi accollate la mia iniziazione…vi ringrazio…-

Le vermiglie iridi alza verso il sacerdote:

- Di voi ho letto e ho sentito parlare nei libri che mio padre mi permetteva di leggere, so quasi tutto di voi…tranne il motivo per cui persistete a parteggiare per noi….perché non siete con i vostri compagni maghi?-

- Giovane principe, siete troppo acerbo per poter comprendere le mie motivazioni, ma quando crescerete vi racconterò la mia storia…vi prometto che lo scoprirete, ma date tempo al tempo, non abbiate fretta…la pazienza è una virtù importante per un regnate!-

- Certo, Maestro Asofien..custodirò le vostre sagge parole -

- Bene, credo che sia ora di iniziare!-

Osservò infine l’anziano saggio notando che il sole si stava lentamente alzando, un cenno rivolse al suo compagno mentre il principe lasciava cadere la parte superiore della casacca rimanendo con addosso soltanto i neri pantaloni della divisa scolastica di Hgwarts, sull’altare si sdraiò rivolgendo gli occhi al cielo rosato, Lavre si posizionò poco lontano, contro una delle colonne della struttura, Asofien invece si portò sul lato destro della superficie marmorea, la mancina strinse intorno al pugnale dorato che gli veniva porto dal confratello:

- Siete nato sotto l’astro rosso, dei vincenti Hirake, consacrato alla fenice per mano di Nicolas Woldfood, padre diretto per linea di sangue, ora, in questo sacro luogo, richiedi di poter divenir adulto e che ti siano riconosciute le tue capacità, quindi di poter ereditare il titolo che giace senza possessore da anni, io Asofien Jekiria, sacerdote della Fenice, dichiaro che siete pronto per rinascere e per questo dispongo che la vostra infanzia muoia per esser sostituita dall’adulta età!-

Detto questo il pugnale abbassò, la lama precisa colpì il cuore del corvino che gli occhi spalancò per il dolore inaspettato prima di esalare l’ultimo respiro prima di spirare, le iridi spalancate rivolte al cielo, caldo il sangue zampillava dalla ferita aperta, il sacerdote tolse l’arma posando ora le mani sulla lacerazione:

-…Fenice, a te, o somma, lo spirito di questo hirake fu destinato a te, per questo, ti prego, donagli la nuova vita che gli promettesti appena ti vide e la tua causa abbracciò…-

In quel momento sulla collina, trafelati ed inseguiti da alcuni hirake armati giunsero Silente, Lucius, Narcissa e Piton che, vedendo Phoenix pallido e con le labbra ormai viola, capì subito cosa era successo:

- NO! NO, PERCHé?? PERCHéé…-

Urlò cadendo in ginocchio, non riuscendo più a stare in piedi, lacrime salate scorrevano dagli occhi neri rotolando lungo i chiari zigomi:

-…perché l’avete ucciso?-

Singhiozzò fissando stupito i due anziani:

-…lui era uno di voi, lui era…il vostro capo…-

Le mani si portò sul viso:

-….tutto questo non ha senso…-

Malfoy estrasse la bacchetta seguito dalla ragazza che esclamò:

- La pagherete cara! Assassini…-

I due vecchi interdetti fissarono il moro, stupiti dalle sue parole, quando però Asofien notò la presenza di Silente sorrise, comprendendo:

- Giovane umano, Phoenix non è morto….sta solo rinascendo…-

Spiegò, Albus posò una mano sulla spalla destra di Piton che spalancò gli occhi reprimendo un singhiozzo:

- Davvero?!-

- Mastro Asofien dice il vero…osserva…-

I due sacerdoti si allontanarono dall’altare, ad est comparve una rossa fiammella che man mano che si avvicinava prendeva la forma di una fenice, giunta sopra a Phoenix scoppiò in mille frammenti che si andarono a depositare sul giovane, lentamente riprese colore e la ferita si rimarginò, di colpo scattò seduto prendendo un respiro che riportò l’ossigeno all’interno dei polmoni, Severus scattò in piedi e corse ad abbracciare l’amato hirake:

- Phoenix!-

Disse solo, la testa nascose nell’incavo della sua sinistra spalle piangendo di felicità:

-..tu..tu sei un pazzo….-

Ben presto anche Lucius e Narcissa li raggiunsero, anche loro cinsero l’amico che stupito domandò

- Cosa…cosa ci fate qui?-

- Ti abbiamo raggiunto! Ci hai fatto preoccupare, lo sai?-

Lo rimproverò Malfoy scompigliandogli i capelli, la Black rincarò:

- Sparisci senza una parola, arriviamo e sei morto! Per caso ci vuoi uccidere??? Ci hai fatto preoccupare!-

Woldfood strinse a sé il moro che ancora singhiozzava, la mancina gli passò tra i capelli scuri mentre abbassava i cobalto occhi ribattendo:

- Mi dispiace…ma dovevo…non volevo che mi vedeste morire…-  

- è stato peggio così, lo sai che mentre non c’eri Potter e i suoi amici hanno aggredito Severus?-

- Cosa??-

Preoccupato l’hirake alzò il volto del serperverde amato per constatarne le condizioni:

- Stai bene ora? Cosa ti hanno fatto?-

- Non è importante…l’importante è che ora sono con te…-

Rispose il moro arrossendo visibilmente, lasciandosi prendere sulle gambe dal corvino:

- Perdonami, sono stato uno stupido…pagheranno per ciò ti hanno fatto…lo giuro…-

- Hanno già pagato…Nicolas…cioè..tuo padre…li ha aggrediti per salvarmi…-

- Mio padre?? Ma è morto…-

Asserì meravigliato Phoenix, Piton scosse il capo:

- Ora non più…era lui….l’ha detto…e poi..aveva il tuo odore…-

A qualche metro di distanza Silente ascoltava sereno la conversazione, felice che il figlio si fosse riappacificato con i suoi amici:

- Albus…-

Ad un tratto una voce udì chiamarlo, una voce che gli sembrava di conoscere, eco di un’antica vita:

- Albus..-

Di nuovo, ora quasi con un tono stupito:

- Alby…-

Quel diminutivo, quell’inflessione dolce e allo stesso tempo spazientita poteva appartenere solo una persona, incredulo il mago si volto camminando verso il punto da cui aveva sentito giungere la voce, camminò per diversi minuti prima di scorgere una figura la cui identità era celata da un bianco mantello, le mani furono alzate e il cappuccio calato mostrando uno squadrato volto in cui azzurri occhi erano incastonati, avvolti da lisci capelli color del grano maturo:

- Alby, finalmente ci rivediamo…-

Di nuovo la figura parlò, di nuovo quelle sottili labbra sempre piegate in quel mezzo sorriso allegro articolarono una frase, Silente spalancò incredulo gli occhi rimanendo pietrificato sul posto, con quel poco di voce che gli era rimasto pronunciò quel nome che ormai da diversi anni non pronunciava:

- Nicolas -

Il biondo annuì:

- Sono proprio io -

Un passo fece verso il professore che ancora non si muoveva, la distanza colmò poi cingendolo a sé per la vita fissandolo dritto negli occhi:

- Sono tornato…sono tornato per te…-

Gli sussurrò sulle labbra sorridendogli ora solare, Silente di fronte all’amato che il tempo non aveva cambiato pianse lacrime di gioia e di dolore represso, rispose alla stretta con forza che Nicolas accettò aprendo le nere ali che in avanti si chiusero abbracciando anch’esse il mago:

- Nicolas…mi sei mancato…-

- Anche tu Alby, anche tu….-

- Tuo figlio è cresciuto…è..è diventato un uomo…-

- Lo so, Alby, lo so…sei stato bravo ad accudirlo al mio posto…hai saputo essere il padre che io non stato capace di essere…-

Disse serio Woldfood senior, Albus scosse il capo asciugandosi le lacrime con la mano destra:

- Saresti stato anche tu un buon padre…ne sono certo…-

Il biondo alzò le spalle:

- Non saprei…sono sempre molto sbadato….-

Silente sorrise ricordando i giorni in cui a scuola doveva sempre ricordare all’hirake ciò che doveva portare a lezione, una domanda gli sorse spontanea nella mente e le labbra la pronunciarono senza indugi:

- Come hai fatto a tornare?-

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Piton alzò felice la testa verso l’amato domandando:

- Come hai fatto a rinascere?-

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Nicolas ritornò a piegar le labbra in un sorriso a quella domanda che si aspettava, o meglio, attendeva.

                                    **********************************************

Phoenix posò una mano sul capo del serpeverde sapendo benissimo cosa rispondere e quali parole usare

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“Sei stato tu, ancora una volta…mi hai salvato”

   
 
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