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Autore: Yoshiko Fujisawa    24/11/2012    0 recensioni
Hikaru Matsuyama partirà alla volta del Nepal, pronto a far luce sul proprio futuro e alla ricerca di un nuovo io interiore. Durante il suo viaggio spirituale incontrerà la propria anima gemella, ma sarà in grado di tenerla stretta a sé senza lasciarsela sfuggire? Ecco a voi una fanfiction a capitoli sulla mia coppia preferita in assoluto [Hikaru/Yoshiko]
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci ritrovati con un nuovo capitolo, a dirla tutta con il primissimo capitolo, visto che quello precedente era più un'introduzioneIn questo capitolo Hikaru farà la conoscenza dei suoi nuovi coinquilini e non solo... Ma non sta a me spoilerarvi la storia, perciò armatevi di tanta pazienza e iniziate a leggere. Ne approfitto per ringraziare le persone che hanno già letto la parte introduttiva di “Mustang”.

 

17 Aprile – Nepal

 

Finalmente avevo preso la saggia decisione di lasciare tutto alle spalle e partire alla ricerca del mio nuovo io. Si prospettavano giornate poco soleggiate, burrascose direi, ma ero veramente pronto a tutto. Qualcosa dentro di me mi faceva pensare che durante questo viaggio sarebbe successo qualcosa di speciale ed io proprio non volevo perdermelo. O almeno lo speravo. Forse lo speravo talmente tanto che mi ero autoconvinto di ciò. Stava a me scorprirlo.

Appena arrivato in Nepal ne rimasi subito folgorato, quasi ammaliato. Più mi guardavo intorno e più i miei occhi catturavano immagini che fin'ora avevo visto solo nei documentari. I colori della natura circostante, la spettacolarità dei panorami, quelle vette alte che mi facevano sentire così piccolo, ogni minimo dettaglio completava un puzzle di magia pura.
Nei prossimi giorni avrei alloggiato presso una piccola casetta tipica del posto. Questa era abitata da un ragazzo che aveva solo qualche anno più di me, Nischal, e da sua sorella minore, Suhag. Entrambi aderivano ad un'iniziativa volta ad ospitare eventuali giovani volontari sbarcati dall'estero, come me per esempio. Inoltre, venivano pagati una miseria come guide turiste. Avevano, infatti, lo sgradevole compito di accompagnare vecchie carampane o anziani signori indolenziti lungo le vette dell'Himalaya. E credetemi, non era così semplice come sembrava, poiché certa gente non era in grado di camminare oltre i due metri di lunghezza, figuriamoci su sentieri stretti, pendii scoscesi e strade tutt'altro che asfaltate. Nonostante l'arduo compito a cui erano stati associati, Nischal e Suhag erano due ragazzi veramente solari, amanti indiscussi del loro patrimonio culturale.
Nischal era qualche cm più basso di me, portava i capelli lunghi fino alle spalle, legati perennemente in un codino che pendeva sempre a destra. Capelli e occhi castano scuro, la pelle color caffè e denti consumanti probabilmente da un'alimentazione non adatta ad un ragazzo della sua età. Suhag al contrario poteva vantare di un sorriso radioso e splendente. Anche lei aveva la pelle color caffè, ma più lucente e liscia di quella del fratello. I capelli castani rossicci le scendevano fino a metà schiena, incorniciando un viso dalla rara bellezza, con due occhi color pece che brillavano di luce propria.
I due fratelli mi portarono subito a fare un piccolo tour del loro villaggio.
-Siamo contenti che tu sia arrivato da noi- mi disse Nischal.
-Anche io sono contento di essere qui. Non ho mai fatto un'esperienza simile fin'ora- risposi al ragazzo.
-È la prima volta, quindi?- mi domandò Suhag con una voce soave.
-Ebbene sì- ma prima di dover dar spiegazioni ai due circa il mio viaggio spirituale decisi di chieder loro una cosa -Toglietemi una curiosità, i vostri nomi hanno qualche significato particolare?-.
Ai due ragazzi brillarono gli occhi e mi sorrisero.
-Sono felice che tu ce l'abbia chiesto- disse quindi Nischal.
-Nella nostra tradizione è quasi vitale attribuire ai nomi un significato importante- aggiunse Suhag -La vecchia del villaggio dice sempre che è con l'attribuzione del nostro nome che ha inizio la nostra storia-
Annuì interessato -Perciò Nischal e Suhag che significati hanno?-
-Grazie per avercelo chiesto- mi disse Nischal tutto orgoglioso -Il mio nome significa pace, mentre il suo- disse indicando la sorella -vuol dire fortunata-
Chissà se anche Hikaru avesse un qualche significato particolare nella tradizione giapponese.

Fra le diverse etnie che avevo incontrato fin'ora, quella che più mi aveva impressionato era la sherpa. Si trattava di ometti dalla statura piuttosto bassa, con i caratteristici tratti asiatici, nonostante il colore della loro pelle fosse piuttosto scuro. Nischal mi spiegava che gli sherpa sono abitanti delle regioni orientali e che lavorano nelle spedizioni sull'Himalaya. Non per niente li avevo visti viaggiare con carichi piuttosto importanti sulle spalle. Mi era, quindi, venuta una terribile idea: perchè non trasformare i miei compagni di calcio in piccoli sherpa? Camminare lungo i pendii dell'Himalaya con carichi eccessivi sulle spalle avrebbe sicuramente rafforzato le loro gambe ed i polpacci. Scoppiai a ridere tra me immaginando la scena.
Oltre agli sherpa conobbi anche i chhetri ed i bahun, i magar, i tharu, i tamang, i newa ed altre etnie. Insomma, il Nepal sicuramente non era affatto un paese razzista, visto che abbracciava diverse culture e religioni.
Al momento questo era il piccolo bagaglio culturale che mi ero fatto sul Nepal, ma ero pronto a superare me stesso e ad imparare molto altro. L'unica cosa che sapevo per certo è che se fossi rimasto lì fino a fine mese avrei potuto assistere al Chaitra Dasain, una tipica festività Nepalese, e personalmente non ne vedevo l'ora! Suhag mi aveva raccontato che questa festa era dedicata a Durga, una sorta di Madre Divina, raffigurata come una donna che cavalca una tigre mentre impugna diversi armi. La divinità Durga era considerata molto importante per la loro religione perchè incarnava l'energia creativa femminile e perchè possedeva in sé contemporaneamente il potere della creazione e della distruzione. La festa si svolgeva nella zona centrale di Kathmandu, capitale nepalese. Al termine di questa vi era il sacrificio di una capra e di un bufalo, in segno di adorazione della dea Durga. Sicuramente la teatralità non sarebbe venuta a mancare e neanche le danze tipiche del luogo, perciò non aspettavo altro che poter partecipare a quella festa.

La sera calò inesorabilmente sulle nostre teste. Quando tornai a casa con Nischal e Suhag ebbi una bella sorpresa: la cena era già servita a tavola. E che odorino!
-Bentornati!- sentii dire dal piccolo cucinino primitivo.
Mi voltai e il mio cuore si fermò all'improvviso. Quale eterea figura si era posta tra me e il nulla!
-Namaste, sorella- risposero i fratelli entrando in casa e salutando la giovane fanciulla.
Io li guardai perplessi, perciò Nischal si affrettò subito a darmi spiegazioni -Namaste è un saluto Indù, in Sanscrito significa ti riverisco-
-Anche se tra di noi prende più il significato di ciao e arrivederci- mi disse la sconosciuta.
Annuì senza parole.
-Sono Yoshiko, piacere di conoscerti- mi allungò una mano la ragazza.
La strinsi debolmente nella mia, rabbrividendo al contatto con la sua pelle liscia ma al contempo fredda.
-Ti chiedo scusa- mi disse lei notando che la mia mano era molto più calda della sua -Ho le mani freddissime-.
-Non ti preoccupare- le sorrisi dolcemente -Io sono Hikaru, Hikaru Matsuyama-
Sul suo volto si dipinse subito uno sguardo di sorpresa -Quell'Hikaru Matsuyama vuoi dire?-
-Beh, dipende a chi ti riferisci- ci scherzai sopra io.
-Il calciatore, quello famosissimo- spiegò subito lei.
-Beh, suvvia, “famosissimo” forse è eccessivo. Mi fa piacere che tu mi conosca- il suo sguardo si addolcì a dismisura ed io mi sentii sciogliere da tanto calore.
-Mi fa piacere saper che tu non abbia perso la testa per la fama, ma che sia rimasto ben attaccato a terra- questa volta arrossii leggermente.
-Bene, la cena è già pronta, forse è meglio mettersi a tavola- irruppè Suhag.
-Ben detto sorellina- le sorrise Nischal.

Yoshiko si accomodò affianco a me e indicando il mio piatto disse -Questo è il dal bhat un piatto a base di riso e lenticchie, accompagnato con un po' di tarkari, ovvero verdure a vapore-.
Le sorrisi grato della spiegazioni e assaggiai senza indugiar troppo.
Non avrei mai pensato che un piatto così povero potesse recar tanta gioia alle mie papille gustative. Quando spalancai gli occhi sorpreso da tanta bontà, Yoshiko abbassò gli occhi mesta e aggiunse -Purtroppo ho finito il curry, lo so, perciò non è venuto molto buono-.
Nischal le sfiorò una spalla con la mano e le sorrise -Kashvi, è tutto buonissimo come sempre-.
Suhag annuì dando ragione al fratello -Sorella Kashvi, stai migliorando sempre più ed i tuoi piatti sono sempre più buoni-.
Yoshiko tirò un sospiro di sollievo e mi fissò dolcemente aspettando un mio parere.
Preso in contro piede domandai -Kashvi? Pensavo ti chiamassi Yoshiko-.
La ragazza sorrise -Sono Yoshiko, infatti, ma per loro sono diventata Kashvi-.

Suhag sorrise -Kashvi vuol dire splendente. Un giorno pioveva fortissimo e Kashvi disse che presto sarebbe uscito il sole, perchè il nostro Paese era troppo bello per restar al buio e così fu, nel giro di una mezz'oretta il sole sbucò tra le nuvole-.

La cena trascorse più o meno velocemente, tra una chiacchiera e l'altra, almeno finché Nischal e Suhag dissero che domani dovevano partire per un'escursione, perciò necessitavano di qualche buona ora di sonno. Andarono a letto poco dopo il calar del sole, lasciando così me e Yoshiko soli.
Mi alzai da tavola e presi i piatti -Dove li laviamo?-.
Lei mi sorrise e con semplicità rispose -Nella lavastoviglie-

La guardai perplessa. Una lavastoviglie lì? Non potevo crederci.
Sicuramente il mio volto doveva aver assunto un'aria piuttosto buffa perchè la ragazza scoppiò in una silenziosa risata.
-Perdonami- disse semplicemente.
Capii in seduta stante che, ovviamente, non c'era una lavastoviglie, perciò mi feci contagiare dalla sua risata e arrossii lievemente.
Yoshiko raccolse i piatti in una bacinella e mi fece segno di seguirla. Arrivammo in una zona del paese che ancora non avevo visto. C'era una piccola cascata, alta non più di 3 metri, che confluiva in un piccolo laghetto. La ragazza appoggiò la bacinella sul margine del laghetto e si sedette a terra.
Sarà che la luce della luna la illuminava lievemente nei punti giusti, ma a parer mio non avevo mai visto una donna più bella di lei. Aveva gli occhi color oliva, capelli lisci castano chiari che le avanzavano lungo la schiena fino ad arrestarsi poco prima delle natiche. Il viso leggermente ovale, con un leggero rossore sulle gote. Le labbra carnose, schiuse perennemente in un sorriso radioso. Il fisico asciutto, snello, con le forme nei punti giusti.
La ragazza si accorse che la stavo fissando, perciò mi disse -Mi daresti una mano per cortesia?-.
Mi scossi dai miei pensieri e mi tirai una pacca sulla fronte -Perdonami, certo che ti aiuto-.
Lavammo velocemente i piatti, senza proferir alcuna parola, quasi godendo di tale silenzio.
-Visto che domani Nischal e Suhag sono impegnati con il loro lavoro, ti andrebbe di andar a visitare Mustang?-.
Alzai il sopracciglio destro, facendole ben capire che non sapevo assolutamente di che cosa stesse parlando.
-Il Mustang è un piccolo reame all'interno del Nepal, chiamato anche il Regno di Lo. È una zona di etnia tibetana e fino al secolo scorso faceva politicamente parte del Tibet- iniziò a spiegarmi la ragazza -Tutto il Mustang è percorribile solo a piedi o mediante gli zoo che sono una specie di incrocio tra jak e bue. Sai, non esistono strade asfaltate -ma già te ne sarai accorto- ma solo sentieri di montagna, talvolta impervi per via delle frane causate dalle piogge estive-.
-Ci sei già stata?- le domandai notando la sua preparazione.
-Sì, diverse volte. Anche se non c'è un libero accesso a chiunque- spiegò raccogliendo i piatti ormai lavati -Fino al 1992 è rimasto chiuso al turismo, e da allora l'accesso agli stranieri è regolamentato in modo da contenere l'impatto ambientale e culturale spesso devastante che il turismo ha portato con sé in Nepal-.
Le ultime sue parole risultarono taglienti e piuttosto dure.
-Molta gente viene in queste zone per ammirare la bellezza della cultura e della natura Nepalese, ma in molti lo fanno con violenza, senza rispettare l'ambiente, calpestando persino la popolazione locale alle volte- mi spiegò Yoshiko.
-Perdonami, non volevo annoiarti con le mie polemiche- disse lei scostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e alzando la bacinella colma di piatti.
Mi avvicinai a lei e presi la vaschetta tra le mani -Figurati, mi fa piacere avere una guida personale- dissi ammiccandole.
Lei subito trasalì e arrossì.
-Comunque mi piacerebbe molto visitare questo Mustang, sempre se è possibile- dissi infine prima di riprendere la via di casa.
Lei mi sorrise e si strinse al mio braccio. Io la guardai piuttosto sorpreso da quel gesto, ma feci finta di nulla.
Quando tornammo a casa, sistemammo velocemente i piatti e andammo a dormire anche noi.

Che scemo, in quei frangenti passati insieme non le avevo chiesto nulla della sua vita personale. Non sapevo il suo cognome, dove abitava, neanche quanti anni aveva, né se era fidanzata.....
Ma che cosa mi passava per la testa, era presto per quel genere di domande sentimentali. Meglio metter la testa sul cuscino e dormire. Non ero certo giunto in Nepal per trovar moglie, bensì per trovare me stesso.
Mi addormentai beato, quindi, tra i miei pensieri.

Ho scritto questo capitolo tutto d'un fiato.
Le notizie sul Nepal son state ricavate un po' da internet e un po' dal blog di un mio amico che seriamente ha fatto qualche mese di volontariato in queste zone.
Beh, tornando alla storia, spero di aver convinto quella piccola cerchia di voi che fin'ora aveva letto la parte introduttiva, a leggere anche questo capitolo. Fatemi anche sapere se la storia è di vostro gradimento!
Nel prossimo capitolo si prevede un'intensa escursione nel Regno del Lo. Per intensa intendo memorabile, romantica e sdruggevole. Vi ho messo un po' di curiosità? Speriamo di sì! Parallelamente alla visita nel regno di Mustang, Hikaru avrà modo di ricercare se stesso e di conoscere un po' meglio la bella Yoshiko.
Buona lettura e alla prossima!

  
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