Anime & Manga > Soul Eater
Segui la storia  |       
Autore: Elsa Maria    24/11/2012    3 recensioni
La moto rombava lungo il deserto mentre quello che era stata la falce più famosa della Shibusen se ne andava verso il tramonto lasciando così la sua "ex" meister senza un valido motivo per farle versare tante lacrime amare. Che quella fosse la vera fine della squadra Soul Eater e Maka Albarn? O, meglio dire, la fine di un amore neanche iniziato?
Buona lettura.
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Black Star, Death the Kid, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Tsubaki | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Dove ci fermiamo?" Chiese Tsubaki. 
Era quasi ora di pranzo e dopo quasi due ore di passeggiata era bene trovarsi un posto ben messo e all'aperto dove poter pranzare con calma.
"Lì!" Patty indicò un piccolo spazio di verde. 
Era un giardinetto con il Prato ricoperto di petali rosa caduti dagli alberi di pesco ormai quasi completamente spogli essendo autunno -anche se per quel periodo faceva caldo-. C'era solo un'altalena fatta con un'asta di legno quasi marcio oltre che consumato per l'utilizzo ed era tenuta sospesa da due corde sfilacciate legate ad un impalcatura -dello stesso legno dell'altalena- estremamente traballante. Ricordando il luogo a Maka ritornò alla mente un ricordo un po' vago, era stata portata dal padre nel giardinetto per giocare con gli altri bambini -con i quali alla fine non aveva fatto amicizia, anzi solo antipatie-, ma il fine dell'azione era un altro ed è facile intuire quale conoscendo il carattere di Spirit. Sotto l'albero più grande c'erano dei massi con la superficie quasi del tutto lisci e sopra di essi Patty posò il cesto aprendolo e tirandone fuori il contenuto. Le ragazze si accomodarono e iniziarono a mangiare gli squisiti panini che l’arma di Black Star aveva preparato.
“Ci sono anche i ravioli!?” Disse Liz tirandoli fuori dal cesto. Aprì la scatola dove erano contenuti e ne prese uno che addentò voracemente. “Ottimi.” Commentò gustandosi il buon sapore di ogni elemento che componeva la pietanza.
“Sei stata fantastica.” Si congratulò Maka.
“Thak you Tsubaki.” Disse Patty tutta contenta e con la bocca piena.
“Non è nulla di speciale, è un normale pranzo.” Disse modestamente come suo solito.
“Ti stai divertendo Maka?” Chiese la maggiore delle Thompson che si era alzata dalla pietra.
“Si, mi ci voleva proprio un attimo di distrazione.” Fece un sorriso.
In verità dentro le stava facendo male, talmente tanto che stava per scoppiare. La sua anima spezzata continuava a riversare sangue; si sentiva anche strana come se una forza nascosta nel suo subconscio stesse risalendo sulla superficie tanto per peggiorare la situazione, la sensazione era come una bomba che batteva il poco tempo rimasto con uno snervante ticchettio. Tutto questo, però non lo poteva dare a vedere, non per lo meno davanti le persone che stavano facendo di tutto per farla sorridere.
“Maka, posso una domanda?” Chiese Liz con un tono che non preannunciava una domanda con una risposta facile.
“Certo.”
“Stai così per Soul, perché non è più la tua arma o perché ha stroncato ogni contatto con te?”
“Non capisco cosa intendi precisamente.”
”Ti piace Soul, Maka?”
Maka arrossì di colpo e Patty scoppiò a ridere.
“Sei un peperone Maka!”
“Non è vero Patty!”
Le due iniziarono a fare un botta e risposta e Tsubaki si unì alle risate sempre più fragorose di Patty. Liz, invece, sospirò lievemente. Maka doveva capire subito cosa provava per Soul, se no altrimenti sarebbe caduta sempre più in basso, in un baratro senza fine, ingoiata dalla solitudine più nera che l’avrebbe fatta precipitare nella follia. Purtroppo Liz non si era accorta che questo procedimento era già iniziato, infatti dentro Maka la sua domanda riecheggiava come un eco infinito e straziante.
 
Ti piace Soul, Maka?
 
Quella domanda era per lei un immenso fardello, un fardello senza risposta. Si, o no? Cos’era per lei Soul?
Nella sua anima Maka sentì un cigolio, quello che le vecchie porte producono quando vengono aperte con cautela.
-“Vuoi una risposta?”- Una piccola voce demoniaca coprì tutta l’anima di Maka. Chi era?
-“Chi sono? Un alter-ego, se preferisci demone; tutti ne abbiamo uno, te hai me, Soul il demonio nella Black Room.”- 
Come quello di Soul? Ma questo voleva dire contagio, cioè follia ... Che stava succedendo!?
-“Vuoi una risposta alla tua domanda? Soul è solo uno stronzo che ti ha abbandonato senza pensarci troppo, procurandoti così la ferita dalla quale ti aveva protetto, solo che la tua è anche più profonda della sua, la senti? Fa male. Il dolore è straziante, intrattenibile, lo senti? Si, si lo senti e soffri, vuoi sapere il perché? Non hai la forza, questa ti manca più di ogni cosa. Se mi segui, l’avrai.”- il demonio ghignò. -"Tra un po' sarai pronta."- aggiunse.
“Maka?” Una voce da fuori interruppe il dialogo fra i due. Le amiche la guardavano preoccupate.
“Si?” Chiese un po' intimidita dagli sguardi posati su di lei.
“Ti credevamo persa.” Disse Liz.
“Ci stavamo preoccupando” Aggiunse Tsubaki
“Soprattutto Tsubaki.” Concluse Patty
“Mi sono un attimo distratta, scusate.”
Sorrise. D’un tratto, però, sentì un forte mal di testa, come su un pazzo stesse usando il suo cervello come tamburo. Il sangue scorreva più impetuoso in tutto il corpo. Tutto il corpo le stava iniziando a fare male, i muscoli si contraevano, il respiro si fece affannoso. Era come se nel suo cuore ci fosse una guerra, le urla il dolore, la paura, l'odore di ferro, sangue e morte. Il paesaggio intorno a lei sembrò diventare tutto una macchia. Poi un esente esterno che viaggiava su un percorso immaginario, percettibile solo alle anime entrò in contatto con quella della maestra e riprodusse la nota del Sol con un pianoforte. Una note chiara e diretta; la nota da cui parte la chiave di violino. Quella fu in grado di placare tutto; quel semplice agente, quell'unico suono come un vento che soffia fortissimo trasporta via le nuvole piene di pioggia, aveva placato la situazione spazzandola via. Che cosa era?
Era accaduto tutto così velocemente che neanche se ne era realmente accorta, se non fosse stato per il dolore e l'angoscia. Lentamente gli occhi verdi smeraldo diventarono lucidi fino a riempirsi di lacrime.
"Scusatemi." Si alzò di scatto e iniziò a correre con il braccio davanti gli occhi sperando che così avrebbero smesso e gli avrebbero reso la vista migliore.
"Maka-chan." Tsubaki fece per seguirla, ma Liz la fermò.
"Finché non sentirà la voce del suo cuore e si limiterà a seguire la sua testa, non potrà mai cambiare ed essere più volubile ai cambiamenti sia in peggio che in meglio." Disse fredda.
"Quanto sei saggia sorellina." Disse Patty in adulazione. 
Tsubaki guardò Maka mentre scompariva dietro un vicolo con volto preoccupato; Liz aveva ragione, Maka doveva anche sbrigarsi a capirlo. 
Maka correva come una forsennata, sbattendo a volte contro delle persone. I loro volto sembravano deriderla della stupidità e lei ne soffriva sempre di più.
-"Dove vai?"- Disse la voce demoniaca dentro di se. Lei non rispose.
-"Non lo sai neanche tu, quindi vai da "nessun posto"."-
Non rispose.
-"Cosa farai li?"
Non rispose.
-"Non "farai niente" quindi. Però se non farai niente in "nessun posto" morirai; non hai paura?"-
Non rispose.
-"Non hai paura? Allora di cosa hai paura?"-
Non rispose.
-"Hai paura della paura?"- 
Non rispose.
-"Che paura è?"-
Non rispose.
-"Sai questo dialogo mi sembra molto a senso unico."-
Non rispose.
-"Vuoi rispondere diamine!"- Si irritò lui.
Maka scosse la testa chiudendo gli occhi per zittire la voce, per svegliati da quell'incubo sperando di sentire la voce di Soul chiamarla. In quel momento si scontrò frontalmente con una persona, così violentemente, che facendo un passo indietro, inciampò su se stessa e cadde a terra, battendo fortemente il fondo schiena. 
"Scusami..." Disse l'altro incidentato balbettando. "Non so come comportarmi con le persone cadute..."
"Crona?" Disse Maka rialzandosi da terra e sbattendo la giacca dalla polvere. Si asciugò per bene le lacrime prima di vederlo negli occhi per non dargli preoccupazioni. Quando i loro sguardi si incontrarono la ragazza vide i grandi occhi azzurri del ragazzo, si ricordava quanta tristezza emanavano, di tutto il carico di odio che portavano, non si era mai accorta, come in quel momento, come la sua vita fosse perfetta; aveva genitori che l'amavano (anche se poi avevano divorziato), amici sempre pronti a sostenerla, un'arma fantastica con la quale era in perfetta sintonia, anche se alcuni ne dubitavano, ora invece si trovava con un pugno di mosche, la sua vita sembrava essere stata troncata, come se lei in quel momento fosse uno zombie che vagava in cerca della sua vita. La felicità è donata ad ogni uomo e questo almeno per un momento della sua esistenza la prova; a volte è donata basandosi su quanto una persona ha sofferto e questo accade anche all'inverso viene data sofferenza quanta felicità è stata data. Una buona vita si ottiene solo se la sofferenza e la felicità sono un equilibrio. In quel momento Crona stava vivendo il momento di felicità tanto bramato.
-"Sei gelosa della felicità di Crona?"- 
Ancora quella voce.
-"Non mi rispondi?"-
Il sangue si stava gelando nelle vene.
-"Quindi sei gelosa. Perché non lo picchi?"-
-"Non sono gelosa e non farò mai del male a Crona!"-
-"Finalmente hai risposto. Ora posso proporti l'accordo."-
-"Di che parli?"-
-"Diventa forte, dimentica tutto. Se mi dai retta, se ti lasci andare a me, passerai tutto questo."- La voce si fece più ammaliante. 
-"Ma ... Vorrebbe dire cedere alla ..."-
-"Alla forza, intendi?"-
-"Non lo so ..."-
-"Seguimi Maka-chan."- la voce sembrò addolcirsi e diventare familiare. La voce si mostrò; aveva l'aspetto della madre. Lei si sentiva bambina, piccolina, con i capelli legati in due cucci lunghissimi, gli occhi più dolci, il volto arrotondato, le guance più gonfie e con un colore più roseo. La madre le si avvicinò e l'abbracciò. 
-"La tua mamma ti darà la forza."- Disse accarezzandole i capelli
-"Mamma..."- Si abbandonò all'abbraccio. Sul volto della donna comparve un sorriso largo, con denti aguzzi, fino sugli occhi che erano diventati rossi. 
Intanto Crona vide gli occhi di Maka che perdevano luce, la bocca assunse il movimento di un ghigno.
"Maka-chan?" Chiese il ragazzo spaventato. 
"Scusami Crona, devo andare." 
"Dove?"
"La forza mi aspetta, fammi passare." La voce era priva di sentimento.
"Prima riprenditi."
"Crona levati una volta per tutte! Sei una piattola! Nessuno a chiesto il tuo consenso, ora spostati!" Disse urlando per poi ridacchiare.
"No! Non mi leverò! Maka perché stai così! Che ti è successo!"
"Soul se ne è andato ... La mia vita ha perso senso ... Ora ho bisogno della forza." L'espressione della ragazza era ben conosciuta dal ragazzo, la follia. Non era ancora esplosa però, mancava poco, molto poco.
"Maka riprenditi! Tu sei già forte! Cosa credi! Se Soul ti ha lasciato è un problema suo! Tu cosa c'entri? Maka non devi abbattersi così, sei migliore! Non hai bisogno della forza, tu la possiedi già, ne sono sicuro. Maka-chan, per favore, torna in te, torna la Maka che mi ha salvato, torna la Maka che mi ha donato la felicità, te ne prego!" Il ragazzo la supplicò tenendo la immobilizzata per le braccia.
"Crona ..." Maka sbatte le palpebre e si riprese. Guardò il ragazzo che stava tremando. "Grazie!" Lo strinse a se delicatamente, ma con una tale energia da calmarlo. "Sono stata stupida, perdonami." 
Lui timidamente tirò su le braccia e ricambio l'abbraccio. 
"Non preoccuparti ..." Balbettò. 
Si separarono e Maka di asciugò le lacrime per tornare a sorridere. 
"Allora, dove stavi andando?" 
"Tornavo alla Shibusen."
"Va bene. Io torno a casa. Grazie ancora e scusami se ti sono venuta addosso." Disse facendo un inchino con il busto. 
"Non è niente. Ciao Maka-chan." Salutò agitando la mano.
Crona si sentiva stranamente sereno, questa sensazione nuova l'aveva sollevato per un attimo, poi il pensiero che grazie a lui Maka stava meglio non faceva che migliorare il tutto.
"Sei patetico Crona." Gli disse Ragnarock da poco uscito allo scoperto.
"Perché?"
"Ora sai per caso come comportarti con l'amore?" 
Crona arrossì. Non sapeva come comportarsi con l'amore, lo sapeva, ma solo farne la conoscenza lo fece stare bene, questo bastò.
Maka intanto era tornata a casa, che per il pomeriggio precedente fino a quella mattina era stato il ritrovo di tutti i suoi tormenti ora era il posto in cui avrebbe continuato la sua vita. Passò il pomeriggio a leggere, rammendare qualche vestito, pulire e rivedere foto. La stanza di Soul venne appositamente chiusa a chiave. 
Arrivata la sera, dopo aver mangiato, andò nella sua stanza e si cambiò mettendosi il pigiama verde con la maglia a mo' di camicia con il taschino. Ripensò alla giornata e quanto Crona fosse stato sincero, di quanto l'avesse aiutata; quel fragile amico alla fine era più forte della follia. Si infilò sotto le coperte. Aveva superato quella giornata e così sarebbe stato per le altre, non aveva più domande o confusione, quelle avrebbero solo peggiorato; in realtà una sola cosa non capiva, il Sol. Da dove veniva? Chi l'aveva prodotto? Che voleva dire? Ci avrebbe pensato domani, la stanchezza era troppa per poter portare ad una conclusione, quindi, serenamente, chiuse gli occhi e si addormentò. 
 
Nota      dopo    nota
 
Battuta  dopo   battuta
 
Verso   dopo    verso
 
La dolce melodia si propagava nei sogni di Maka. Le mani lunghe e affusolate del pianista, con grazia, si posavano sui tasti bianchi e neri, alternando il suono degli uni e degli altri, seguendo il testo senza errori e con una sicurezza che univa tutte le note rendendole forte come una catena, non esisteva l’anello debole.
“Suona ancora Soul. Suona per me.” Lo implorava lei con il pensiero.
Ciò che desiderava di più al mondo era quella musica che sognava spesso, ma che solo in quel periodo era particolarmente legata ad essa. Questo forse voleva dire che Soul era tornato o forse i loro animi erano così vicini che cercavano disperatamente l’uno e l’altro. Qualunque fosse la risposta una cosa non sarebbe cambiata mai, l’unione delle loro anime cha andava persino oltre loro stessi.

Angolo dell'autrice:

Eccomi qua con il peggior capitolo che potessi scrivere. Maka non è OOC di più! Per non parlare poi dei discorsi senza un nesso tra di loro ... Insomma, non sapendo dove arrampicarmi, poichè gli specchi li avevo sorpassati, ho detto mettiamo questi, poi mi massacreranno i miei cari lettori; per questo faccio le scuse in anticipo, Perdono! Non ho notazioni particolari oltre che ringraziare recensionatori fissi e nuovi, che spero continueranno a seguirmi anche dopo "questo"! Siete tanto cari e io vi ripagò così, che vergogna che sono. Non so che dire ... Quello che dovevo dire l'ho detto è tutto ... Con granfe rammarico Here we Go!

Queste sono le nostre care amiche al parco. ( il soggetto di Liz è stato scelto proprio dall'espressione differente da quello delle altre, se notate Maka ha un volto imbarazzato, Tsubaki ride e  Patty ha uno sguardo come se dicesse."Allora è così?", mentre Liz sembra estremamente seria.)

Image and video hosting by TinyPic

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Soul Eater / Vai alla pagina dell'autore: Elsa Maria