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Autore: Agapanto Blu    26/11/2012    3 recensioni
Lucia e Mattew stanno per sposarsi, come avevano deciso, e, tra riappacificazioni con il passato, grandi ritorni e amici di sempre, vedranno infine il culmine del loro amore...
Però il Destino sembra avere altri programmi e i due amanti si ritroveranno separati da qualcosa che entrambi amano e da qualcosa che pare insormontabile...
Assieme a Miriam e Nick e ad un (come sempre) imprevedibile Andrea, i due si troveranno davanti a una domanda cruciale per entrambi:
Quanto si è disposti a sacrificare quando si arriva al limite?
***
Seguito della storia "Il cuore dell'Arcangelo" ma incentrato, appunto, sulla coppia Mattew/Lucia...
Posso solo anticiparvi tanti colpi di scena e un bel po' di sorprese...
A presto!
Ciao ciao!
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La saga degli Angeli di Victoria'
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Buongiorno a tutti!
Ehm... Andiamo, non guardatemi così! Lo so che vi ho mollati un po' malamente però...
Adesso arrivano tutte le risposte!
Vi lascio a leggere!
A sotto!
Agapanto Blu





32.
 
Lucia spinse da parte Nick in malo modo per farsi strada e affiancarsi al marito.
Angelica, tra le braccia del padre, si contorceva con un’espressione di dolore sul visino arrossato e bagnato dal sudore.
“Ha la febbre alta!” sussurrò piano Mattew  stringendo più forte la figlia al petto.
Lucia posò una mano sulla fronte piccola di Angelica ma dovette ritrarla di scatto perché il calore era troppo forte.
“Molto alta.” continuò il Nephilim ma sia lui che la moglie sapevano bene che la temperatura della bambina era troppo alta per essere semplice febbre.
Angelica non piangeva e Lucia ci mise un po’ a capire che stava troppo male per farlo.
Quando realizzò la gravità della situazione, iniziò a piangere senza riuscire a smettere.
“Dobbiamo fare qualcosa!” implorò voltandosi verso Miriam, “Chiamate un medico!”
L’Arcangelo scambiò uno sguardo sofferente con il marito e con Andrea prima di avvicinarsi a Lucia e metterle le mani sulle spalle.
“Luci, non credo che un medico potrebbe salvarla…” sussurrò ma la Pietosa si divincolò dalla sua stretta e si ripiegò sulla figlia morente, in lacrime.
“NO!” urlò, “No! Lei non sta morendo! No!”
Mattew, al suo fianco, era immobile, pallido come un cencio e incapace di assecondare o far ragionare la moglie.
Nick si accostò a Lucia, cercando qualcosa da dirle, ma poi si accorse che non c’erano parole: Lucia era morta per far nascere Angelica, Mattew aveva sofferto come un cane per crescerla da solo fino a quel momento eppure adesso quella bambina stava per lasciarli.
“Luci…” sussurrò Andrea, incerto, ma la donna gli impedì anche solo di finire di parlare.
“NO!” urlò, “Samuel! SAMUEL!”
Fu un attimo, un lampo di luce alle spalle del gruppetto.
Si voltarono tutti: davanti a loro, splendente nell’abito bianco, di stoffa che sembrava Sangallo, a maniche lunghe che la fasciava da sotto il mento alle caviglie e con le quattro ali leggermente opalescenti spiegate sulla schiena, stava Maria.
La ragazza appariva totalmente diversa dalla prima volta in cui Lucia l’aveva vista: i capelli candidi erano liscissimi e le scendevano dritti fino a due dita sopra le spalle e gli occhi viola scuro erano finalmente privi di ogni traccia del dolore accecante che l’aveva tormentata sino a poco prima.
Maria levitava a due piedi da terra e fissava i ragazzi davanti a lei con espressione vacua.
Lucia, avendola già vista, fu la prima a riprendersi dalla sua apparizione e, nonostante lo sconvolgimento del momento, si voltò verso di lei e si chinò a terra fino ad appoggiare un ginocchio sul pavimento.
“Maria, Arcangelo dei Vendicatori, a cosa dobbiamo la tua presenza qui, ora?” chiese formalmente ma la voce roca tradiva il suo dolore come non facevano le lacrime che la ragazza nascondeva tenendo la testa piegata.
Maria ignorò la sorpresa degli altri presenti nel scoprire la sua carica e, con profonda umiltà, scese a terra, a piedi nudi sul pavimento sporco.
L’Arcangelo dei Vendicatori si accostò alla Pietosa, si piegò fino a terra e, ponendole una mano sotto il mento, le fece rialzare il capo.
“Sono venuta a fare il mio dovere.” dichiarò e Lucia si accorse di un gruppo d’Angeli dalle ali opalescenti che prendeva in consegna i Demoni prigionieri e il cadavere di Zira.
Maria prese la ragazza per mano e la fece rialzare in piedi.
Per la prima volta, sorrise.
“E per pagare il mio debito, ovviamente.” concluse.
Lucia la guardò tristemente.
“Tu non hai il potere di salvare mia figlia.” disse ed era solo una semplice constatazione della realtà.
Maria, nonostante non fosse una domanda, annuì.
“Non mi è stato dato questo dono.” sussurrò.
Lucia chinò la testa, sconfitta.
“Però so cosa sta uccidendo la bambina.” si affrettò a spiegare la Vendicatrice, “E sapere l’origine del male, spesso aiuta a trovare la cura…”
Lucia la guardò, restia a concedersi una speranza, ma annuì e si fece da parte per permettere alla ragazza di avvicinarsi alla bambina.
Mattew si voltò in modo da esporre meglio Angelica allo sguardo di Maria, come se così l’Arcangelo potesse capire meglio come guarirla.
La piccola, intanto, si muoveva a scatti mentre il calore aumentava.
“Il Tentatore pretende la sua nuova creatura.” decretò Maria, “Sta cercando di prenderla facendo leva sulle fiamme dell’Inferno che Zira le ha messo dentro.”
“Quindi?” chiese Miriam accostandosi a lei, “Cosa faresti tu, Sorella?”
Lucia sgranò gli occhi a quel tono di confidenza poi ricordò che Miriam, in quanto Arcangelo dei Caduti, aveva il diritto di ritenersi ‘parigrado’ di Maria e poteva quindi chiamarla ‘Sorella’.
“Bisogna pareggiare l’energia Infernale con energia Celeste iniettando questa allo stesso modo della prima.” spiegò Maria facendo un passo indietro per far avvicinare la madre della bambina, “Angelica ha ‘contratto’ le tenebre tramite il cordone ombelicale che la legava a Lucia ma attraverso il cordone di solito passano cibo e aria…”
“Questo che vorrebbe dire?!” sbottò Nick, esasperato, dopo un istante di silenzio, “Che Angelica dovrebbe mangiarsi un Angelo?!”
Maria si concesse un sorriso.
“Più o meno.” commentò poi guardò Lucia, “Hai la maglia macchiata…”
Lucia portò una mano al seno in modo automatico ed era pronta a replicare che non era certo il momento per lamentarsi del suo aspetto quando Miriam le afferrò il polso e le spostò le dita per osservare la chiazza grigio chiaro sulla maglia bianca.
“Tu hai il latte?!” esclamò, sconvolta, “Ma, per il Cielo, quando cavolo pensavi di dirlo?!”
Lucia la guardò, ancora più confusa.
“Lucia: tu sei un Angelo.” spiegò Maria con calma precedendo Miriam prima che lei potesse dire la stessa cosa con termini più coloriti, “Il tuo latte è, per ovvietà di cose, ricco di energia Celeste perciò…”
“Basta allattarla!” esclamò Nick arrivando alla stessa conclusione della moglie.
Lucia si voltò verso Mattew e lui, prima ancora che lei potesse riprendersi dallo shock, le porse Angelica.
“Luci, questa è l’unica possibilità che abbiamo di salvarla.” sussurrò il Nephilim deponendo la bambina tra le braccia della madre.
Lucia annuì, riprendendosi: si abbassò una manica e appoggiò la mammella sulle labbra di Angelica.
La piccola aggrottò la fronte e posò le manine sulla pelle di Lucia, tentando dapprima di respingere quell’oggetto curioso, ma poi, riconoscendo il calore e la morbidezza della madre e sentendo sulle labbra gocce di latte, si rilassò e aprì la bocca per attaccarsi al seno.
Lucia guardò con ansia la figlia mangiare, all’inizio con fatica ma poi sempre più facilmente, e sorrise sentendola arrivare anche a mordicchiarla pur di avere ancora pappa.
Rise quando Angelica, tornata chiara e fresca come una rosa, si staccò da lei con un’espressione di disappunto per la fine del pasto.
“Hai ancora fame?!” chiese sorpresa ma poi si rialzò la spallina per abbassare l’altra e dare alla figlia il latte dell’altro seno.
La tensione si sciolse nel vedere Angelica mangiare voracemente e recuperare via via il carattere di sempre.
Quando fu sazia, la piccola si staccò dalla madre, gli occhietti sempre chiusi, e si strinse al suo petto poi, con un plateale sbadiglio, si addormentò.
Andrea sgranò gli occhi.
“Io ne ho viste di cosa strane” commentò, “ma questa bambina è peggio di me!”
“Il che è tutto dire!” commentò una voce.
Il gruppetto si voltò con sorpresa e si trovò davanti Samuel seguito a ruota da Valentina.
Il Pietoso sorrise.
“Come mai anche tu qui, Fratello?” chiese Miriam sorridendo.
“Semplice, Sorella: io sono venuto a controllare Lucia, in quanto Angelo della mia cerchia. E lei” continuò indicando con il pollice l’Arcangelo degli Angeli della Morte, “è qui per dire due paroline al suo protetto…”
Valentina lanciò un’occhiataccia a Mattew.
“…che avrebbe da imparare ad avere un po’ più di fede in chi cerca di salvargli la pelle!” bofonchiò.
A Mattew quasi cadde la mascella quando riconobbe nella donna la voce che lo consigliava.
“Oh, oh…” commentò.
Le risate soffocate non infastidirono affatto la piccola Angelica che, anzi, sorrise nel sonno e continuò a sognare pacificamente.




Et voilà!
Lo so, lo so, è un po' corto ma non potevo proprio allungarlo...
Vi avverto: il prossimo sarà l'ultimo capitolo prima dell'epilogo!
Cosa succederà?
E se io vi dicessi che il titolo del prossimo capitolo sarà 'Al proprio posto', cosa pensereste?
Spoiler: "
“Che significa?” chiese, preoccupato, poi si rivolse a Samuel, “Sei qui per assicurarti che Luci stia bene, no?”
L’Arcangelo dei Pietosi sospirò.
“Non solo per quello, Mattew…” sussurrò, “Sono venuto a prenderla.
"
Cosa ne dite? (Non uccidetemi, vi prego!)
Alla prossima!
Ciao ciao!
Agapanto Blu
  
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