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Autore: Ginevra Gwen White    28/11/2012    5 recensioni
ATTENZIONE, TRADUZIONE!
Un bel giorno, Persefone decise di divorziare. Tra battaglie legali, attacchi isterici, dei insopportabili e semidei esasperati, assisteremo a come si può trovare una semplice soluzione anche ai problemi più grandi ;)
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Gli Dèi, Quasi tutti, Tre Pezzi Grossi
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autrice: Ogni disclaimer... no, aspetta! Adesso possiedo Percy Jackson! POSSIEDO PERCY JACKSON! (... ho come la sensazione che nessuno mi crederà).
Avrei potuto censurare i dialoghi di Demetra... ma anche con gli asterischi, tutti avrebbero saputo cosa veniva detto, quindi a quale scopo? E Demetra sembra proprio il tipo di persona che avrebbe potuto bestemmiare a destra e a sinistra, se solo la serie di PJ  non fosse stata ideata per un pubblico di giovani... o sono solo io che la penso così? No? Solo io? Okay, allora...

Nota della traduttrice: Ecco quindi il nuovo capitolo, in cui entra in scena un nuovo personaggio... spero che vi soddisfi :) mi raccomando, lasciate una recensione cosicché io possa continuare a tradurre!
Ah, volevo suggerirvi una ff demenziale su Harry Potter che ho scritto da poco (da qualche ora in effetti), se vi va di leggerla, si chiama  A Nagini (A Silvia Remake)
Buona lettura e al prossimo capitolo ;)
Gwen.








 
"Silenzio in aula! SILENZIO IN AULA!" Zeus provò così ad ottenere l'attenzione di tutti gli altri dei, ma fallì. Sospirò.
"Efesto, posso prendere in prestito il tuo martello?"
"Beh, tecnicamente è una mazza, ma aspetta un attimo, ti procurerò qualcosa di meglio..." Sembrava divertirsi immensamente mentre cercava qualcosa nella sua cintura degli attrezzi.
Finalmente, se ne uscì con una grossa clava ed un megafono, e passò entrambi a Zeus.
Il Signore del Cielo prese il megafono. "Posso avere SILENZIO in aula?! È già abbastanza brutto che io debba essere il giudice di questa causa! Mi vengono in mente un sacco di altri modi per trascorrere il mio prezioso tempo e NESSUNO di essi è schifoso come questo! Quindi, cerchiamo di farla finita, va bene?" Sbattè la clava sulla scrivania di fronte a lui, per dare maggiore enfasi. Sfortunatamente, sembrò che il martello datogli da Efesto, fosse un po' difettoso, dato che quando colpì il tavolo, ne uscì uno squittio
Beh, funzionò lo stesso, in un certo senso. Sentendo un piagnucoloso "SQUIIIIT", tutti gli dei si zittirono.
Zeus era viola in faccia. Quel poco del volto di Efesto che si poteva vedere, era viola alla stessa maniera, solo che nel suo caso, era dovuto allo sforzo di non ridere.
"Oh, scusa!" Efesto riuscì a soffocare le risa mentre prendeva la clava squittente e ne porgeva un'altra a Zeus. Il dio la guardò con sospetto, fino a che Efesto non la picchiettò sul proprio palmo per dimostrare che non aveva intenzione di esplodere o fare altro. Zeus prese il martello e provò a mantenere la (poca) dignità che gli era rimasta.
Non ci riuscì. Ma comunque...
Zeus si schiarì la gola. "Da questa parte, abbiamo il caso di Persefone contro Ade, in cui la prima vuole il divorzio. Ade, le tue opinioni?"
Il Signore dei Morti si strinse nelle spalle. Sembrava del tutto disinteressato alla causa. Zeus fece una pausa, incerto su cosa fare dopo, quando Atena disse, "Oh, perché non chiamiamo i testimoni di Persefone?"
"Uhm. Okay. Chiamo in causa i testimoni di Persefone."
"Ring, ring, why don't you give me a call..."  cantò Apollo, a bassa voce. Ehi, dopotutto non voleva tolta la paghetta. Artemide alzò gli occhi al cielo e mormorò qualcosa tra "i ragazzi sono così immaturi" e "i miei pupazzi cantano come canguri". Vada per la prima.
"È un classico degli ABBA," disse Apollo, visibilmente offeso. Fu ignorato, perciò si sedette sul suo seggio, imbronciato.
Demetra fece un passo avanti, "Questo piccolo bastardo ha rapito il mio dolce tesoro e l'ha portata negli Inferi. L'ha fottutamente rapita e l'ha ingannata per farla restare! È un tale idiota! Avete idea di quanto ho dovuto lottare per farlo acconsentire di lasciarmela vedere qualche volta? Che diamine di giustizia è questa? È un completo svitato, ve lo dico io!" si girò verso Ade, "Tu, stronzo colossale!"
Demetra si risedette sul suo trono pudicamente, mentre tutti gli altri la fissavano, traumatizzati.
"Le mie orecchie sanguinano." disse Poseidone, infine.
"Bene," Atena si schiarì la gola, "Credo che abbiamo messo in evidenza come Persefone sia stata sposata contro la sua volontà... Questo è un crimine in sé. E, uhm, Demetra ha sofferto molto di essere stata tenuta lontana dalla figlia per così tanto tempo..."
"Non ti dico quanto!" l'interruppe Demetra. "Quando lei è giù negli Inferi, non c'è più primavera o estate! Solo il fottuto inverno e l'autunno! Il suo posto è qui, con sua madre, non lì giù, in quell'infernale buco puzzolente! E l'autunno e l'inverno sono stagioni di merda! Niente cresce! Nemmeno un cereale! Nessun raccolto! Niente!" ancora una volta, si rivolse a Ade, "Fottiti!"
"Uhm, Demetra?" domandò Atena, con tono sconvolto "Forse se potessimo, uhm, evitare le imprecazioni?"
"Oh, d'accordo!" Demetra tirò su col naso, mentre Poseidone si copriva le orecchie.
"Sì. Okay. Ora che Demetra ha dato la sua testimonianza, possiamo..."
"Aspetta un attimo, Atena!" l'interruppe Era, "Vostro Onore, non si può non notare che Demetra è l'ultimo diavolo di suocera! Lei ha emotivamente torturato Ade, sin dalle nozze!"
"Alle quali Persefone fu costretta!" intervenne Atena a voce alta.
"E ALLORA? CON QUALI DIRITTI DEMETRA TORTURA EMOTIVAMENTE ADE?"
"SCUSA? LUI HA FOTT... RAPITO MIA FIGLIA! PENSO DI AVERE TUTTI I DIRITTI DI TORTURARLO EMOTIVAMENTE!"
Sembrava come se volesse ridurre a pugni qualcuno da un momento all'altro. Ares era piegato in avanti, in attesa. "Guerra! Guerra! Guerra!" incitò, cominciando ad applaudire.
"Silenzio in aula!" Questa voce, sorprendentemente, non apparteneva a Zeus ma ad Efesto. Zeus fissava il vuoto con un sorriso a malapena represso, ma all'udire Efesto, sembrò ritornare bruscamente sulla terra, o meglio, sull'Olimpo.
"Scusa, che hai detto? Non stavo ascoltando dopo che Era mi ha chiamato 'Vostro Onore'," disse con il suo solito stupido sorriso. Era sospirò.
"Vorrei fissare un punto" interruppe Ade, "Il rapimento di Persefone, eccetera eccetera e tutto il resto... ma nulla è paragonabile ai lamenti e brontolii di Demetra e ai suoi costanti ritornelli 'devi mangiare più cereali'..."
"Punto notevole. Ha!" Era sorrise. Zeus valutò quale cosa fosse peggiore: un sequestro di persona o i lamenti di Demetra? Prese una decisione abbastanza rapidamente; ovviamente la seconda.
"È una suocera infernale," disse Ade, scuotendo la testa, "Se avessi saputo che lei era in pacchetto con Persefone, non l'avrei mai rapita, in primo luogo."
Dioniso scosse il capo. "Non mi piacciono i cereali. Oh, sono abbastanza nutrienti... ma una volta ho ingoiato l'anello decodificatore che era al loro interno. Avete mai provato a inghiottire un anello decodificatore? Non è affatto buono per la salute. E poi dicono che l'alcol fa male."
Gli altri dei dell'Olimpo lo guardarono. Poseidone infilò un dito in bocca, mimando l'atto di vomitare.
"Quindi, finora Atena ha avuto la testimonianza di Demetra sul fatto che Ade ha rapito Persefone con la forza e contro la sua volontà. Era ha sottolineato che Ade ha sofferto molto a causa di Demetra. Hmm. Se sono solo questi gli argomenti principali, appoggio Era, al momento." rifletté Zeus.
"Oh, no, no, no. Non ancora... abbiamo un'altra carta da giocare" sorrise Atena.
Ci fu un rumore, come un fulmine a ciel sereno e d'un tratto un ragazzo sui quattordici anni apparve in piedi di fronte alla corte. Sbatté le palpebre come se si chiedesse dove fosse atterrato (comprensibile) e i suoi occhi neri si spalancarono quando apprese la scena attorno a lui. Distrattamente, spinse indietro i suoi lunghi capelli neri, dal nervosismo. La sua pelle olivastra sembrava un po' verde, probabilmente a causa degli effetti collaterali dell'oscuro potere che l'aveva portato fin lì.
"Nico Di Angelo," disse Atena trionfante, "Figlio di Ade, risultato della sua relazione extra-coniugale con Maria Di Angelo," sussurrò ad Era con l'angolo della sua bocca, "Battuta."
E con un conato, Nico rigurgitò.  

 
   
 
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