Ok,
spero che non mi uccidete. So che ho fatto un ritardo assurdo. Ma da pochi
giorni è arrivato un mio amico francese quindi non ho potuto scrivere. Questo
capitolo non mi inspira, l’ ho scritto troppo di fretta. Spero comunque che un
po’ vi piaccia. Per l’altro credo che bisognerà aspettare fino a dopo il
23..quando il mio amico ritorna in Francia. Per oggi è tutto.
Ringraziamenti:
Argentlam:
Si è un passo avanti, che però porta ad una cosa non proprio bella! Spero che
questo capitolo ti piaccia, scusa per il ritardo!!
Giorgia:
É vero, il capitolo del bacio! Infatti le donne danno solo, difficilmente
ricevono. Ed Hermione non è in questi tipi di donne! Scusa per il ritardo, e
spero che questo ti piaccia!
emma:
Grazie per i complimenti. Comunque già bè succede facilmente che tutto si creda
sbagliato, anche se in verità è la cosa più giusta che si possa fare!! Spero
che questo capitolo ti piaccia, e scusa anche a te per il ritardo!
Dreamer1989:
Ti dico solo che puoi stare più che tranquilla. Comunque ho ricevuto la tua
e-mail. Grazie ancora. Spero che questo capitolo ti piaccia! Scusa per il
ritardo!
granger90:
Nel senso della “guerra”, che non avrebbe ceduto ai suoi sentimenti, per
esempio piangendo! Spero che questo capitolo ti piaccia. Scusa anche a te per
il ritardo!
Ora
vorrei ringraziare le persone che leggono e che non recensiscono! Spero che
prima o poi lascerete qualche segno del vostro passaggio..please!!
Nono
capitolo:
A
causa di quell’ “inconveniente” riuscirono solo più tardi a recuperare le
tracce di Lumacorno, il quale si trovava nella Torre di Astronomia.
Harry
e Hermione non avevano parlato dell’accaduto, erano rimasti in silenzio
lasciandosi trasportare dall’oscurità dei corridoi che ora occupava Hogwarts.
Il
moro continuava a pensare e ripensare a quel bacio. Ripercorreva, senza
volerlo, quei pochi secondi dove le sue labbra si erano posate su quelle di
Hermione. Era stato maledettamente stupido. Perché sparare quella grandissima
cavolata?
//Io,
non volevo. È stato uno sbaglio//
Si continuava a maledire. Sentiva però che
ora non poteva più tornare indietro. Lei aveva annuito, aveva accettato le sue
parole. Harry però aveva capito che il sentimento che provava non era univoco.
Lui l’amava, questo era certo. Aveva scorto nei suoi occhi tristezza, quasi
disperazione. Non era ancora sicuro dei suoi sentimenti, ma se c’era una cosa
che loro due erano tanto bravi a fare, era il fatto di capirsi subito.
Attraverso uno sguardo, loro potevano fare un intero discorso, potevano intuire
ed affermare tante cose. Per questo Harry l’aveva capito.
Era
stato contento di quella scoperta, ma si era sentito talmente stupido che
sarebbe tornato indietro nel tempo, per rimediare al tremendo errore fatto.
Comunque
ormai si trovavano davanti alla porta dell’Aula di Astronomia.
Hermione
si mosse verso il muro. Si accorse che la porta era stata lasciata aperta per
sbaglio. Harry non ne era ancora al corrente perché stava guardando in
tutt’altra direzione. Con difficoltà lo prese per un braccio e lo avvicinò a
sé. La loro vicinanza la fece star male. Dovette sforzarsi di non stringere la
presa perché se no, tanta era la sua rabbia, gli avrebbe sicuramente rotto il
braccio. Lui non poteva capire il male che Hermione provava. Era questo che si
continuava a ripetere la bruna.
Comunque
si sforzò di rimanere calma, lasciandogli l’arto. Gli indicò, alzando il
braccio, lo spiraglio della porta lasciata aperta. Harry sorrise, soddisfatto.
Almeno avrebbero scoperto cosa succedeva in quell’aula, la sera.
Aprirono
lentamente la porta. Ad ogni cigolio, il cuore di Hermione mancava un battito.
Erano sotto il Mantello dell’Invisibilità, ma aveva lo stesso paura. Senza
neanche accorgersene, prese una mano di Harry, facendolo sobbalzare. Lui fissò
la stretta e la guardò quasi sorpreso. Il contatto gli fece venire dei brividi.
La sua mano, nonostante facesse freddo, era calda e morbida. Aveva una stretta
debole. Lei lo fissò per capire cosa avesse da guardare. Poi volse lo sguardo
verso il punto che lui osservava con tanto interesse. Lasciò in fretta la mano
di Harry, scusandosi, imbarazzata. A quella mancanza il moro ebbe un tuffo al
cuore. Poi si riprese, continuando ad aprire lentamente la porta. Lo spettacolo
che i due ebbero davanti non si poteva proprio definire “spettacolare”.
Lumacorno e la professoressa di Aritmanzia stavano, diciamo, giocando al medico
e il paziente. A quella visione Harry ed Hermione si ritrasse e quasi stettero
per cadere. Sentirono dei rumori quando si stavano accingendo a scappare via.
Presero un corridoio, senza pensare a dove andare. Risero di cuore per tutto il
tragitto. Si scordarono del precedente bacio. Harry le prese la mano, e
continuarono a correre. Arrivarono fino alla Sala Comune e ansimanti si
sedettero sulle poltrone, ridendo come pazzi. Quando i loro cuori ebbero
ripreso a battere regolarmente, si guardarono. Niente esisteva più. Nessuna
poltrona, nessun fuoco, nessun corridoio. Esistevano solo loro due. Harry
incapace di trattenersi si avvicinò al viso di Hermione. Erano sul punto di
baciarsi quando la bruna girò la testa da un’altra parte per evitare di fare lo
stesso errore.
“Harry,
non possiamo. Come hai detto te prima abbiamo fatto uno sbaglio, non
rifacciamolo adesso”
Si
alzò e si diresse con passo svelto verso il dormitorio femminile. Prima di
salire le scale, si voltò verso il moro e con lo sguardo gli diede la buona
notte.
Harry
rimase seduto sulla poltrona fino al mattino presto, a pensare.
Giunse
ad una conclusione: l’amava troppo per lasciarla andare via.
****
“Hermione, dobbiamo parlare”
Sala Grande. Harry era in
piedi davanti alla bruna, che attendeva una risposta da questa.
Sembrava agitato.
Lei era seduta sulla panca e
stava facendo colazione.
Lo guardò incerta, poi si
alzò e si diresse con lui verso il portone della Sala.
Il viso serio di Harry non
le diede una buona impressione.
Si incominciò ad agitare
anche lei.
“Cos’è successo?”
Quando ebbero varcato la
porta, il moro si fermò.
Non disse niente.
Hermione cercò di incalzarlo
a parlare.
“Cosa c’è? È successo
qualcosa?”
La guardò con uno sguardo
duro, quasi stesse imitando Draco.
Barcollò un po’, prima di
rispondere.
“Io..non è successo niente”
La tranquillizzò scotendo la
testa.
“E allora perché siamo qui?”
Non sembrava molto sicuro
della risposta da dare.
Rispose comunque.
“Vedi…io ieri ho pensato a
quello che è successo tra noi due”
Hermione trattenne poco un
“Ohh” di esclamazione.
“Quindi?”
Abbassò lo sguardo, non
aveva il coraggio.
“Io penso che..bè
insomma..non ci sia niente di male in quello che è successo..”
“Si..”
Fu più che un sospiro.
“E pensavo che noi potremmo
provare..a vederci”
Hermione capì dove voleva
arrivare, ma fece comunque la difficile.
“Ci vediamo tutti i giorni”
“Non intendevo questo..vedi
per me quel bacio è stato importante, anche per te?”
Hermione non rispose, ma si
girò e si andò a sedere su uno dei gradini delle scale che portavano alle varie
aule e Sale Comuni.
Harry la seguì.
“Non rispondi?”
“Io, vedi..non possiamo
farlo”
“C-come?”
La sua voce si fece più
sottile. Era convinto che avrebbe ricevuto una risposta positiva.
“Ieri hai detto che era
stato uno sbaglio, o no?”
Si riprese e si fregò le
mani sui pantaloni della divisa.
“Si, ma ci ho pensato tutta
la notte, e adesso credo che sia stato solo quello che ci diceva il cuore”
La sua voce era dolce.
Hermione non sapeva cosa rispondere.
“Per me è stata solo
attrazione fisica”
Quell’affermazione lasciò di
stucco Harry. Abbassò lo sguardo. Si irritò.
“Pensavo non fosse così”
“Invece lo è”
Si alzò.
“Non è vero, lo so,
Hermione. Ti conosco da troppo tempo per non capire una cosa così semplice.”
Lo disse con convizione.
“Mi dispiace Harry, ma è
così e basta. Ci sono mille altre ragazza, io non sarò né la prima né l’ultima”
“Ma cosa stai dicendo?”
Lo urlò, non lo fece
apposta.
“Calmati. Quando lo avrai
fatto allora potrai parlarmi”
Si girò e si diresse verso
la Sala Grande
.
Hermione si maledisse da
sola. L’aveva ferito, ma lei non poteva permettersi di innamorarsi e lui lo
stesso, sarebbe stato tutto uno sbaglio.
****