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Autore: Liberty89    28/11/2012    4 recensioni
Fan Fiction vincitrice del 3° Gold Fiction Contest, indetto dal Fan Fiction World Forum.
Questa storia è stata catalogata come un "must", ed è pertanto consigliata a tutti i lettori.

Il Regno massimo
Chiamerà l’ultimo cuore prescelto.
Un cuore in costante pericolo
Perché il confine che lo separa dal buio
È fragile,
Come il cristallo.
La Via del Tramonto
Sarà accompagnata da una chiave oscura,
Creata dal Regno supremo stesso,
Poiché il tramonto conduce alle tenebre.

-Dal capitolo 24-
Un nuovo nemico minaccia la pace dei mondi e i prescelti del keyblade partiranno per una nuova avventura, in compagnia di un nuovo custode, un personaggio inventato (o quasi) dalla mia pazza mente!In questa fic s'incroceranno le trame di alcuni noti anime e film d'animazione, per cui saranno presenti spoiler su di essi, in ogni caso avviserò quando verrà l'occasione. Come generi ho messo i principali, ma qui dentro ci sarà di tutto: dalla drammaticità alla demenza pura xD nonché alcuni cenni di vita reale ^^ Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sclero di una notte di mezza estate'
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*arriva in sella a un cavallo nero* La li ho!!!! Ben ritrovati fedeli lettori! *arriva il Banditore a dorso di mulo e suona la trombettina* Ora che ci siamo tutti, possiamo passare alle cose importanti ù.ù Ci ho messo solo tre mesi a scrivere il capitolo nuovo, viva me!!!! *la trombettina suona ancora* Anyway, non ho scritto un capitolo, ma un papiro, quindi non mi perdo troppo in ciarlume... *lei e l'omino si guardano* l'arte del neologismo signore e signori ù.ù Dicevo! Dato che il capitolo è lungo, vi lascio ù.ù Buona lettura na no da!!!


Capitolo 78: Lobelia x Voce x Not Alone


Divertito come un bambino al parco giochi, il Leggiadro Sicario fece scorrere le sue iridi su tutti i personaggi che gli stavano di fronte e il suo ghigno s’allargò a dismisura, quando vide il numero II che quasi ringhiava e che l’avrebbe incenerito con il solo sguardo se avesse potuto.
-Xigbar, stavolta non fuggi? Non hai altri pezzi di carta da portare in salvo?- chiese sfrontato, trattenendosi dall’esplodere in una nuova risata. -Dubito che Xaldin sarebbe sopravvissuto, anche con il tuo aiuto, però sarebbe stato senza dubbio più divertente se ti fossi fermato anche tu.-
-Taci bastardo!- tuonò il Tiratore Libero, furente. -Pagherai per averlo ammazzato!-
-Oh, ma non sono stato io.- replicò con voce falsamente dolce. -Non direttamente almeno, ma devi averlo capito anche tu, o sbaglio?-
-Allora che aspetti a far uscire il mostro che hai creato?!- lo sfidò, facendosi avanti di un passo. -Prima farò a pezzi lui, poi verrà il tuo turno!-
Marluxia ridacchiò. -Non c’è bisogno che la richiami: la mia Sophia era già qui, quando siete arrivati.-
A quella frase sibillina, tutti presero a guardarsi intorno con ansia.
I due Ritornanti per primi, consci delle capacità e del carattere subdolo dell’ex numero XI, evocarono nuovamente le armi: le pistole nelle mani del Tiratore Libero e un gruppo di cinque carte prese a vorticare attorno al biondo. Jessie, ora in piedi, con la Via del Tramonto fra le mani cercò di percepire una terza energia oscura, che indicasse la presenza dell’essere che aveva avuto la meglio sul Feroce lanciere ma nulla si rivelava alla sua mente attenta. Accanto a lei, il custode dell’Alba e Inuyasha facevano lo stesso, fallendo miseramente. L’aria era satura di puzza d’Oscurità e l’acido che gli avversari precedenti avevano riversato sul terreno, contribuiva a insozzare sempre di più la zona con il loro odore di marcio e putrefazione.
Incoccata una freccia, Kagome si era posta schiena contro schiena con Sango e Miroku, pronta a difendersi da qualsiasi attacco a sorpresa, mentre come i compagni falliva nella ricerca di un’ulteriore aura maligna, poiché il Ritornante traditore aveva espanso a dismisura la propria, avvolgendo qualsiasi cosa. La principessa del cuore, invece, aumentò la stretta sul corpo del Maestro del keyblade, che ancora non dava segno di ripresa, e cercò di tenere a freno la paura, per mantenersi lucida e non abbassare la guardia. Topolino, affiancato dai suoi fedeli compagni, si avvicinò ai due custodi per proteggerli da un possibile attacco a sorpresa, che poteva arrivare da qualsiasi direzione.
-È sottoterra!- gridò improvvisamente il mezzodemone, portando gli occhi ambrati sul terreno. -La sento muoversi!-
Ricevuta quell’informazione, il gruppo si allargò d’istinto, prendendo a scrutare il terreno con occhi frenetici e ansiosi. Di nuovo, la risata divertita del nemico dai capelli rosa spezzò l’etere e irritò gli animi dei guerrieri della Luce.
-Coraggio Sophia, non farti attendere oltre, non essere maleducata.- civettò poi, fissando l’ex compagno dai capelli bianchi e neri, che ricambiò lo sguardo con un ringhio a denti stretti.
Quando, poi, l’istante dopo la keyblader dai capelli rossi urlò, tutti si voltarono e videro la ragazza stretta al compagno svenuto, ma entrambi erano avvolti tra le spire di una grossa radice purpurea, che li aveva sollevati a un’altezza che andava ben oltre due metri da terra. Senza perdere tempo, il re dalle orecchie tonde saltò sulla compagine e la risalì per un tratto, per poi iniziare a colpirla con numerosi fendenti, che però non ottenevano nulla di più di semplici scalfitture. Pippo lo imitò, indietreggiando e lanciando il proprio scudo, conseguendo il medesimo risultato, come Paperino, che tentò di andare a segno con una magia di basso livello, per timore di ferire gli amici.
-Levatevi tutti!- avvertì Inuyasha, scagliandosi a sua volta con Tessaiga protesa e avvolta in piccoli vortici d’aria. -Cicatrice del Vento!- urlò, prima di menare un fendente devastante, che travolse la parte di radice vicina al suolo distruggendola.
I due custodi improvvisamente liberi dalla loro prigionia, caddero verso il suolo, ma non lo toccarono mai grazie al provvidenziale intervento del giovane demone volpe, che si era trasformato in una bizzarra e morbida sfera rosa, dotata di arti sottili come fili alle cui estremità pendevano delle sfere gialle, che prendevano il posto di mani e piedi.
-Kairi? Tutto bene?- chiese il bambino alla ragazza, risvegliandola dal suo breve momento di shock.
-Sì, nulla di rotto… ma Shippo? Sei tu?- domandò a sua volta, confusa.
-Sì!- rispose Shippo, prima di cominciare a sollevarsi. -Ora sarà meglio che ci allontaniamo, almeno finché Sora non si riprende!-
-Kirara vai con loro!- esclamò Sango, voltandosi verso il demone gatto che, però, non le obbedì perché intento a fissare qualcosa che si trovava alle sue spalle. -Kirara? Cosa…?-
La voce le si spense immediatamente, come agli astanti che si erano girati a loro volta per vedere cosa fosse accaduto. Lo Sfidante del Destino si era ritrovato in coda al gruppo, quando tutti erano stati attirati dall’urlo della principessa del cuore, e nessuno di loro si era accorto della presenza di un secondo viticcio violaceo. Neanche il numero X, finché non era stato trafitto alle spalle.
I tremanti occhi azzurri del Ritornante scrutarono tutt’attorno con incredulità, dopodiché, il capo si girò appena per costatare che quel ramo era ancora saldamente conficcato nel torace. Tornò a guardare avanti a sé, incontrando lo sguardo inorridito della custode del Tramonto e poi quello incredulo del Tiratore Libero, che infine, gli corse incontro. Spalancò la bocca in un grido senza voce e respiro, quando avvertì quella sorta di tentacolo muoversi attorno al suo cuore, per accarezzarlo come un tesoro prezioso, e poi stringerlo, facendogli provare un dolore intenso. Si sentì spezzato, come un rametto che viene calpestato senza riguardi, e poco dopo gli sembrò di essere trascinato via, risucchiato da un vortice impetuoso. Cadde in ginocchio, mentre la vista si faceva opaca e perdeva i contatti con ciò che lo circondava.
Giunto alle spalle del compagno, Xigbar sparò a ripetizione sulla radice, con l’intento di romperla o di farle mollare la presa. Tuttavia, l’unico effetto che ottenne, a parte qualche bruciatura superficiale, fu di far agitare la compagine e di conseguenza il corpo di Luxord, causandogli altri danni. Quando però, ai suoi proiettili si unirono una freccia di Kagome e un colpo del bastone del monaco, la porzione ferita s’illuminò per poi sbriciolarsi e diventare polvere.
Il numero II prese il compagno per le spalle, evitandogli di cadere disteso al suolo, purtroppo però, quando vide la sua pelle parzialmente coperta da alcune chiazze scure, capì che probabilmente era troppo tardi. Nemmeno tentò di rimuovere quel poco che restava del viticcio, ancora tenacemente attaccato al cuore dello Sfidante del Destino, il cui respiro si era ridotto a rantoli e colpi di tosse, che gettavano gocce di sangue.
-Luxord?- chiamò, posando delicatamente il biondo a terra, poggiato sul fianco. -Oi, non t’azzardare a crepare anche tu!- urlò con rabbia mista a paura.
Paura sì, perché il pensiero di perdere un altro dei suoi compagni lo gettava in un confusionale stato di timore. Il timore di non riuscire poi a vendicare il caduto. Una mano si strinse al suo braccio e sussultò, quando la sua unica iride incontrò quelle schiuse dell’altro.
-…andiamo occhio di falco… non dirmi che ti dispiace…- mormorò con fatica.
-Energiga!- esclamò Riku, fermandosi accanto ai Ritornanti.
L’aura verde smeraldo circondò il ferito solo per pochi istanti, poiché s’infranse quasi immediatamente. Segno inequivocabile del fatto che non si poteva fare nulla per salvare il numero X, che a sorpresa aprì la mano con cui aveva attirato l’attenzione dell’amico poco prima ed evocò una carta. Sul retro a sfondo composto di quadretti bianchi e grigi, si stagliava il dieci in caratteri romani di colore nero, mentre davanti sul candido bianco, era disegnato il quadrante di un orologio diviso in sei cerchi concentrici con altrettante lancette: tre per indicare l’ora, con minuti e secondi, con la terza in movimento, e le restanti per indicare una data, composta di giorno, mese e anno.
-…prendi questa e non fare lo schizzinoso come al solito…- disse Luxord, porgendo l’oggetto al Tiratore Libero con dita tremanti. -…ne avrai bisogno…-
Riluttante ad accettare ciò che stava accadendo, Xigbar prese la carta, studiandola con sguardo ansioso, finché non scomparve in una piccola scia di luci, che circondarono la sua mano, illuminandola per un momento.
-Maledizione… Tra te e Xaldin… non so chi si debba prendere più calci.- sussurrò, scatenando una piccola risata nell’altro.
-Gli riferirò il tuo… messaggio…- replicò, chiudendo le palpebre che si erano fatte improvvisamente pesanti. -…ehi… sconfiggilo… non voglio rivederti… prima…- soffiò, mentre il compagno si alzava in piedi, dandogli le spalle.
-Contaci ossigenato.- dichiarò il Tiratore Libero, incamminandosi a passo deciso per raggiungere Jessie, che si era posizionata davanti al gruppetto per difenderlo in caso di necessità, che stranamente non si era presentata.

Lo sguardo infuocato di rabbia e tristezza della castana lo divertiva sempre di più.
Aveva fermato di proposito l’attacco, dando ai guerrieri della Luce il tempo che serviva per riorganizzarsi, perché la sua vendetta voleva gustarsela un boccone alla volta e assaporarla con piacere. Per non parlare dell’ira che traboccava dall’occhio dorato dell’uomo accanto a lei, una vista semplicemente sublime per la sua mente distorta e per il baratro nero e vuoto che era diventato il suo cuore.
Inclinò di poco la testa sul lato sinistro, mentre il suo viso si deformava in un’espressione di pura pazzia.
-Vieni cara Sophia, mostrati ai nostri avversari.- chiamò con voce suadente.
Fu un attimo, la radice che aveva attaccato Kairi e Sora si ritirò e il terreno sul lato libero del Ritornante oscuro si riempì di crepe e da alcune sbucò una decina di viticci purpurei, che man mano s’ispessivano e allungavano, guadagnando spazio sul terreno e presentando delle foglie dai bordi seghettati. Infine, comparve l’undicesimo ramo, di una tonalità più cupa rispetto ai suoi fratelli, con il suo bocciolo di garofano rosso in cima, che poco dopo si schiuse per mostrare la creatura che celava al suo centro: il vero volto di Sophia era quello di una donna dalla carnagione scura, i capelli bianchi e due occhi rosso sangue.
-Cos’è quella cosa…?- domandò re Topolino, agghiacciato dalla visione di quell’essere, che gli soffiò contro, come un serpente.
-Bada a come parli. Sophia è molto permalosa, e Xaldin l’ha scoperto a sue spese.- rivelò il rosato con una leggera risata.
-Quell’abominio pagherà per le vite di Xaldin e Luxord. Puoi giurarci!- gridò furente il numero II.
-Oh no, Xigbar, stai fraintendendo. Sophia non c’entra niente col giocatore d’azzardo.- affermò Marluxia, gettando lo sconcerto nei suoi avversari.
-Non starai dicendo che…- mormorò Jessie, voltandosi verso Kagome e Miroku, ancora accanto al corpo privo di vita del biondo, per poi guardare con terrore la compagine recisa che sbucava dal terreno, ma che si ritrasse subito dopo.
-È così ovvio! Mostrati anche tu, Illvilja!-
L’ordine del Leggiadro Sicario fu eseguito immediatamente e cinque nuovi viticci purpurei fuoriuscirono dal suolo. Privi di foglie, si accomodarono accanto alla prima pianta, attorcigliandosi su loro stessi e si fermarono solo quando spuntò il sesto, più robusto, con il suo bocciolo che si aprì rapidamente, rivelando tre petali sul davanti e due dietro, tinti di un blu che sfociava nel violetto. Esattamente nel mezzo si ergeva un busto femminile dalla pelle chiara e le forme perfette, aveva dei corti capelli biondi, che le avvolgevano il viso candido come porcellana, su cui brillavano due terrificanti occhi scarlatti, come quelli di Sophia, e un ghigno diabolico dai canini lunghi e scintillanti.
-Illvilja è nata da poco e aveva bisogno di nutrirsi… una bellissima lobelia, non trovate?- domandò l’ex numero XI, oltremodo compiaciuto dell’effetto che aveva sortito l’entrata della seconda creatura.
Atterriti, i due gruppi di guerrieri non riuscivano a distogliere lo sguardo da quella coppia di esseri, che parevano essere usciti da una versione in apparenza più delicata dell’Inferno. Con le iridi tremanti, fissarono prima Sophia silenziosa e pronta a eseguire ogni ordine del suo padrone, poi passarono alla bionda accanto a lei, che ricambiava il loro esame con un’espressione piena di fame e un morboso desiderio di avventarsi sui loro cuori luminosi.
-Mh, temo che Illvilja non abbia mangiato abbastanza…- borbottò il rosato a un tratto, attorcigliando una ciocca di capelli sulla punta dell’indice destro.
-Ti rammento le mie richieste.- intervenne rapidamente il demone al suo fianco, nascosto nel cappuccio della sua pelliccia.
-Non preoccuparti Onigumo, le tue preziose pedine non verranno toccate.- rispose l’altro, senza neanche guardarlo. -Avete capito signorine?- domandò rivolto alle due piante, che annuirono a malincuore, agitando le loro compagini con evidente frustrazione. -Direi che vi siete riposati abbastanza.- concluse, richiamando la sua falce che dall’ultima volta aveva cambiato totalmente aspetto, modellandosi secondo le perverse inclinazioni della mente del suo possessore.
Il lungo manico, che superava di dieci centimetri buoni l’altezza del suo padrone, dal vecchio e luminoso blu s’era tinto di un nero cupo e stantio, che dall’estremità inferiore fino a una spanna dalla cima, era avvolto da uno strato di bende grigie e consunte. Sull’apice superiore prendeva posto un cilindro metallico da cui sorgevano ben due lame: quella principale che svettava in avanti come l’ala di un pipistrello e smagliante come uno specchio, su cui si rifletteva l’immagine del viso eccitato di Marluxia, e una seconda più piccola, somigliante a un macabro artiglio rivolta verso il lato opposto.
-Era ora.- dichiarò Naraku, sollevando il braccio sinistro.
A quel gesto, s’aprirono dieci varchi oscuri che liberarono altrettanti Heartless dalle sembianze di ragno, più grossi rispetto ai precedenti e di colore diverso: questi si presentarono con un pelo ispido ramato e un grugno su cui spuntavano quattro paia d’occhi d’un giallo offuscato.
-Ti credevo un tipo paziente.- replicò l’ex numero XI, posandosi l’arma su una spalla.
-Un conto è avere pazienza, un altro perdere tempo.- disse calmo. -Attaccate.- ordinò alle sue creature, che rapide partirono in direzione dei consueti avversari del loro padrone.
-Avanti Marluxia! Fatti sotto!- urlò il Tiratore Libero, strappandosi via la benda e rivelando l’occhio destro, composto da due iridi concentriche, una castana e quella attorno dorata, esattamente come quella sinistra.
Passarono pochi secondi e l’intero occhio brillò, iniziando a emettere una sorta di fiamma di un arancio intenso. Nel frattempo, tra le mani del Ritornante erano apparse le sue fedeli pistole, cariche e pronte a colpire il loro bersaglio.
-Quindi non sono l’unico ad avere nuovi assi nella manica…- sghignazzò il rosato. -Perché no, Xigbar? Per ora, possiamo intrattenerci. Sophia, il custode dell’Alba è il tuo obiettivo. Illvilja, piccola mia, tu resterai qui per adesso.- istruì, avanzando verso il suo avversario prima lentamente per poi intraprendere una lunga corsa.
Il numero II si voltò di scatto, donando un’occhiata decisa e indubbia alla custode dai capelli castani, che serrò la mascella e i pugni, ma annuì, dopodiché si gettò verso la sua lotta.

L’argenteo si vide superare rapidamente dai ragni appena comparsi e li ignorò, puntando le iridi acquamarina sulla pianta che aveva attaccato i suoi amici, ottenendo uno sguardo sadico e famelico in risposta. Non gli cedette e strinse la presa sulla propria arma, lasciando intendere che non sarebbe caduto tanto facilmente. Avvertì la keyblader del Tramonto al suo fianco, ansante ed evidentemente stanca, ma pronta a battersi ancora.
-Sei sicura di farcela?- le chiese.
-Devo. Quella cosa può attaccarti da tutte le parti e senza Omi due occhi in più ti serviranno.- rispose Jessie, impugnando la Via del Tramonto con entrambe le mani.
-Ci aggiungo pure i miei e la mia magia.- dichiarò il mago di corte, fermandosi all’altro lato del ragazzo. -I miei incantesimi sono praticamente inutili contro quei ragni, ma la piantina non mi sfugge.-
-Sora e Kairi?- domandò il custode.
-Sono ancora sospesi in aria con Shippo, ci raggiungeranno.-
-Allora andiamo!- esclamò la ragazza, evocando una sfera infuocata e spedendola verso l’avversaria, che accusò il colpo riparandosi dietro una delle larghe radici.
Il fuoco prese subito il sopravvento sul corpo vegetale, inghiottendone una parte. Sophia soffiò e sbatté il viticcio sul terreno per spegnere il piccolo incendio, mentre ne allungava altri quattro sui nemici e tre li lasciava sparire nel sottosuolo.
Puntando in avanti il proprio scettro, Paperino scagliò un potente Firaga verso il busto della donna, per poi farsi indietro e scattare lateralmente per schivare un affondo avversario. Tuttavia, non fu abbastanza lesto da evitare il colpo della radice sbucata vicino al suo piede sinistro e si ritrovò a rotolare su ciò che restava del verde prato che avevano trovato al loro arrivo. Correndo l’uno parallelo all’altra a pochi passi di distanza, Riku e Jessie si diressero verso il corpo di Sophia, che sul fianco destro recava i segni dell’attacco appena subito. Scamparono velocemente ai tentativi d’offesa dei viticci visibili e per pura fortuna, riuscirono a restare in piedi dopo le violente frustate portate da quelli nascosti nel terreno.
Il Thundaga del pilota giunse in loro aiuto, stordendo le appendici purpuree del garofano rosso, che ringhiò e strillò, dando voce al suo disappunto per quelle interferenze per poi tornare a fissare i due ragazzi in avvicinamento.

-Quindi è questo che nascondevi sotto la benda da pirata?- domandò sprezzante il Leggiadro Sicario, intercettando l’ennesimo proiettile luminoso del numero II, che comparve in quell’unico istante per poi svanire nuovamente. -Una maggiore velocità nei tuoi spostamenti?- proseguì, menando un fendente alla sua sinistra. -Mi aspettavo qualcosa di più!-
Xigbar si materializzò a testa in giù, incrociando le sue pistole intorno all’asta della falce.
-Mi sto ancora scaldando!- ghignò il Tiratore Libero, allontanando l’arma avversaria e sparendo di nuovo nella luce di un varco.
Pochi attimi dopo, il rosato vide comparire attorno a sé tanti piccoli passaggi luminosi delle dimensioni di una mano aperta, infine di fronte a lui a pochi passi di distanza si materializzò l’avversario con una pistola indirizzata al suo petto e l’altra esternamente al proprio corpo, la punta di entrambe che svaniva in un alone bianco. Il numero II esibì un ghigno, che per un momento fece sudare freddo il Ritornante oscuro e gli riportò alla mente i giorni in cui ambedue erano Nessuno, i momenti in cui aveva visto quella stessa espressione: durante le missioni, quando davano la caccia ai cuori in maniera scellerata, colpendo a caso.
Nel medesimo istante in cui Xigbar premette le dita sui grilletti, Marluxia sgranò gli occhi blu evocando una barriera di petali neri, che prese a vorticare intorno al suo corpo. I proiettili di luce arancio partirono velocissimi, passando dalla canna delle pistole ai varchi. I primi si abbatterono sullo scudo nemico perforandolo e aprendo la strada ai successivi, che giunsero al bersaglio.
Ringhiando di rabbia con il viso nascosto tra le braccia sanguinanti, come altre parti esposte, per i colpi ricevuti, il Leggiadro Sicario reagì liberando un’onda di Oscurità e sferzando l’aria con la lunga falce, che sfiorò appena il petto dell’avversario. Il Tiratore Libero indietreggiò con uno scatto, preso alla sprovvista dalla reazione del rosato e lo fu ancora di più, quando vide la benda che avvolgeva il manico dell’arma sciogliersi e agitarsi per poi spingersi nella sua direzione. A quel punto, Xigbar scomparve velocemente per riapparire alla sinistra del nemico e sparare una serie di proiettili. Tuttavia, si accorse troppo tardi che i lembi bigi della falce l’avevano raggiunto per stringersi attorno ai suoi polsi.
-Ti ho preso, occhio di falco.- asserì l’ex numero XI, fissandolo con iridi intrise di follia.
-Che bravo, se avessi le mani libere applaudirei.- ribatté il numero II, divertito. -Adesso che mi hai preso…- iniziò. -…non posso di certo mancarti!- esclamò, puntando le pistole in avanti.
-Nemmeno io!- urlò di rimando Marluxia, correndo verso di lui con la falce pronta a colpire.

La freccia intrisa di potere sacro sibilò nell’aria per poi centrare in pieno il suo bersaglio che raschiò il terreno con le lunghe zampe e si accasciò con un gemito strozzato, dopodiché svanì in una scia di polvere e liberò il cuore che l’Oscurità aveva corrotto e trasformato secondo il suo volere. Kagome fece un passo indietro, mentre la mano tornava automaticamente alla faretra, ma si fermò, sentendo qualcosa di solido a contatto con il tallone e si voltò un istante per vedere contro cosa aveva sbattuto. Spostò immediatamente il piede senza distogliere lo sguardo dal corpo freddo e immobile dello Sfidante del Destino, deducendo in secondo luogo che gli aracnidi oscuri li stavano spingendo sempre più indietro, mostrandosi più resistenti e tenaci dei loro predecessori.
Davanti a lei, Miroku e Sango erano finalmente riusciti ad abbattere un altro avversario, però ne restavano ancora sei. Al suo fianco, Kirara ruggì mentre allontanava un nemico con una poderosa zampata, che rispose sputando uno spesso filo violaceo. La tela andò ad avvolgere l’arto del demone gatto, che si lamentò per il dolore e si dibatté per liberarsi dalla presa.
-Lux Sacra!-
La potente magia della principessa della Luce si abbatté sul ragno con ferocia, disintegrando lui e il suo malefico filo, per poi ridurre tutto a un ammasso di polvere luccicante, da cui fuggì il cuore che era stato ghermito. Il demone gatto si accucciò per dedicarsi con insuccesso alla zampa che era rimasta ferita: del morbido pelo bianco a tratti striato di nero, non rimaneva che uno strato di pelle bruciata.
-Mi dispiace Kirara, se avessi più energie ti curerei…- esordì la rossa, ricevendo un piccolo miagolio in risposta.
-Kairi!- chiamò la sacerdotessa andandole incontro. -Come sta Sora? E Shippo?-
-Sora è andato a dare una mano a Inuyasha, invece Shippo è rimasto sopra di noi, per lui è più sicuro stare lì.- spiegò la custode, rimettendosi in posizione di guardia per essere pronta all’assalto del nemico che si stava avvicinando. -Dobbiamo farli fuori in fretta, ormai siamo quasi tutti stanchi…-
-Hai ragione.- concordò la mora, incoccando un nuovo dardo e puntandolo sull’aracnide più vicino.

-Moccioso mi sei d’intralcio!- sbraitò il mezzo demone, levando la spada e gettandosi all’inseguimento del rapido avversario, sembrando un pazzo al seguito di una mosca fastidiosa.
-Se continui a corrergli dietro non lo ucciderai mai!- replicò il castano. -Vuoi capirlo o no?!- aggiunse, liberando un sottile raggio dalla Catena Regale che colpì in pieno il nemico in fuga, immobilizzandolo.
-Tessaiga!- urlò Inuyasha mentre piombava sul ragno per poi tagliarlo in due asimmetrici pezzi senza pietà. -Tsk! Potevo riuscirci benissimo da solo, sai?- disse, rialzandosi con fare spavaldo.
-Sì, sì…- mormorò Sora, troppo stanco per ribattere ancora. -Comunque prego, è stato un piacere darti una mano.-
-Invece di dar fastidio a me…- sottolineò l’altro. -…avresti fatto meglio ad andare subito dai tuoi strani compagni.- sentenziò, facendo voltare il ragazzo, che sgranò gli occhi e si diresse dagli amici.
A qualche metro di distanza da loro il custode della Catena Nobile e il suo fedele compagno cavaliere tenevano testa a un nemico dimostratosi incredibilmente caparbio e più rapido rispetto ai suoi simili. Il keyblader puntò la sua arma e generò un fascio di luce, che corse verso l’obiettivo divorando la distanza a tutta velocità. Tuttavia, la creatura fuggì prima indietreggiando e poi aggirando l’ostacolo, per avvicinarsi nuovamente alla preda e gettare un’ampia dose di acido dalla bocca.
Topolino si mosse per saltare, ma un dolore intenso e bruciante lo frenò, insieme ad una poderosa stretta. Abbassò lo sguardo sulle gambe e le vide avvolte in una ripugnante ragnatela violacea, sfuggita al suo sguardo perché distratto dal primo attacco.
-Attenzione!- gridò il capitano dei cavalieri, ponendosi a difesa del suo re e parando col proprio scudo la sostanza pericolosa. -Maestà, state bene?- domandò, senza voltarsi mentre scagliava la sua protezione, mutandola in un’offesa che prese di striscio l’avversario, obbligandolo a farsi indietro ancora una volta.
-Più o meno…- confessò a denti stretti, liberandosi con un gemito degli ultimi residui di tela con l’aiuto del keyblade. -Se riuscissi a lanciare…- disse, interrompendosi a causa dell’intervento di due voci.
-Sancta!-
-Cicatrice del Vento!-
Le candide sfere di luce accompagnarono le terribili sferzate di spada, che squarciarono la terra lungo il loro cammino, finché quel colpo di zanne purificato non raggiunse l’Heartless, travolgendolo e lasciandone solamente il ricordo.
-Ragazzi… tutto a posto?- chiese il Maestro del keyblade con affanno evidente.
Il sovrano del Castello Disney si liberò della propria arma e si sedette, stringendo i denti. -Se non era per Pippo, a quest’ora starei decisamente peggio di così… però non so tra quanto potrò muovermi…-
-Sempre pronto ad aiutarvi, Maestà!- esclamò il cavaliere, mettendosi sull’attenti.
-Io credo che per oggi tu abbia dato il tuo contributo.- intervenne il mezzodemone, osservando il custode della chiave gemella con serietà. -Lo sento dall’odore che in quelle ragnatele c’era il veleno di Naraku, probabilmente te ne sei liberato abbastanza velocemente per non perdere i sensi, ma fidati se ti dico che da lì ti alzerai solo a battaglia conclusa e aiutato da qualcuno.- spiegò. -Sempre che quel bastardo non ci ammazzi prima.- concluse, voltandosi verso la figura avvolta nella pelliccia di babbuino bianco, digrignando i denti.
Inuyasha strinse la prese sulla propria spada, per poi lanciarsi in una corsa sotto gli sguardi attoniti dei tre guerrieri della Luce. -Naraku!-
-Ma…!- esordì Pippo, allungando un braccio come se volesse tentare di fermarlo.
-Lascialo perdere.- fece Sora, scuotendo la testa. -Inuyasha è- s’interruppe all’improvviso a causa di un grido disperato, che squarciò l’aria e lo fece voltare in un’altra direzione, col sangue che si gelava nelle vene.
Correre fu la sola cosa che il cervello gli suggerì di fare.

Within Temptation - It's the fear

-Maledizione!- pensò furente, mentre si piegava nuovamente in avanti per tossire.
Prese rapidamente ad armeggiare con la cerniera del cappotto per toglierlo, perché all’improvviso s’era tramutato in una camicia di forza che le opprimeva il petto, ma finché non era stata scagliata lontano da un viticcio violaceo non aveva minimamente pensato di fermarsi. Sputò altra saliva, poi riprese a respirare a fatica per la stanchezza dovuta allo scontro e ai colpi di tosse.
-Allora custode? Ti stai divertendo?- la gelida voce dell’Emissario risuonò nella sua mente ormai allo stremo.
-No… per favore, vattene.- ringhiò Jessie, stringendo la terra tra le mani. -Non posso dar retta pure a te, vattene!- esclamò, alzandosi.
L’Emissario rise. -Non ci sentiamo da tanto tempo, sono passata per ricordarti che ci sono sempre…-
-Altro?- domandò con sarcasmo la custode del Tramonto, facendo vagare lo sguardo alla ricerca dei due compagni.
-Mh… a pensarci bene, sì!- affermò divertita la ragazza dai capelli blu, manifestando la candida mano destra nella mente della castana e puntando il dito indice in avanti. -Se cerchi il custode dell’Alba è laggiù, insieme a quello strambo papero.-
Jessie seguì la rotta indicata da quella voce maledetta e la paura la scosse con la stessa intensità della magia Quake. Fece per muoversi, ma inaspettatamente le gambe s’erano fatte pesanti come macigni, il suo respiro era diventato veloce e il suo corpo aveva iniziato a scaldarsi. Digrignò i denti e si sforzò di fare un passo, ma si sentiva come schiacciata a terra.
-Finché non avrai ascoltato tutto ciò che ho da dirti, non andrai da nessuna parte… e non preoccuparti, quella bestiaccia risponde prima a me e poi al Leggiadro Sicario.- informò la voce.
-Allora dimmi quello che vuoi e poi lasciami andare!- pensò la keyblader, stringendo i pugni.
-Quanta inutile fretta… come vedi, ci troviamo quasi nella stessa situazione di quando eri con gli Alchimisti, e la mia proposta è sempre la stessa: sfrutta l’oscurità che scaturisce dai tuoi ricordi. Avrai una vittoria veloce e indolore, per i tuoi compagni, ovvio.-
-Te lo scordi!- replicò.
La ragazza sbuffò. -Se stai pensando di usare quell’attacco dovrai stare parecchio attenta, lo sai che rischi di incenerire anche il custode dell’Alba?-
-So quello che faccio.- disse Jessie, determinata a non cedere alla pericolosa proposta dell’Emissario. -E poi, non sono sola.-
-Allora ti propongo una sfida.- ghignò la ragazza. -Vediamo se sarete più veloci tu e i tuoi compagni, oppure io…-
-Che cosa…- la domanda che stava per porre le morì in gola, quando tutto attorno a lei si fece buio e davanti ai suoi occhi si fece vivo un ricordo lontano ma fresco come una ferita ancora aperta.

-Smettetela!- urlò la castana, tra le lacrime.
-Ehi struzzo, passa il tempo eppure continui a vestirti con tuta e scarpe da ginnastica uscite da chissà quale mercato, non ti vergogni?!- rise una ragazza dai capelli neri.
-Stai dicendo che si vestiva in questa maniera anche alle elementari?- domandò un ragazzo che portava un caschetto biondo, suo nuovo compagno di classe.
-Già! Poi da quella volta che si è rovinata il suo “bellissimo” vestito bianco, non l’abbiamo più vista con una gonna! Solo orribili tute!-

La custode cadde su un ginocchio, portandosi una mano alla tempia, mentre intorno a lei riprendeva forma il campo di battaglia, con i suoi rumori e odori.
-Maledetta…- sibilò, rialzandosi subito ed evocando la Via del Tramonto. -Riku!- gridò con disperazione, correndo verso l’avversaria e puntando lo sguardo sul punto da raggiungere, mentre l’Emissario continuava a bombardare la sua mente con piccoli flash del suo passato.

Si voltò e sorrise nel vedere il suo nemico lanciarsi contro di lui con il consueto fervore e la solita rabbia che facevano ribollire il suo sangue misto. Indietreggiò velocemente, scivolando sul corto manto erboso, come se il terreno fosse ghiacciato, e schivò il terribile fendente della zanna del demone cane. Inuyasha ringhiò, atterrando in ginocchio per risollevarsi subito dopo.
-Naraku! Questa volta sei morto!-
Il demone avvolto dalla pelliccia rise di gusto. -Puoi provarci Inuyasha!-
-Non sottovalutarmi! Cicatrice del Vento!- la lama di Tessaiga squarciò l’aria, dopodiché colpì il terreno, liberando il proprio potere in una serie di lacerazioni parallele che corsero fino a raggiungere il loro obiettivo, centrandolo in pieno.
Il mezzodemone esultò, osservando il corpo del suo avversario ridursi in brandelli ammantati di pelo bianco, tuttavia, la sua gioia ebbe una vita effimera: ciò che rimase di Naraku si ridusse presto in polvere invisibile e al suo posto comparve una specie di bambola di legno, stilizzata per raffigurare una persona, a cui era legato un capello nero. L’argenteo rinfoderò la spada e con rabbia si avvicinò alla bambolina, che nel frattempo s’era spezzata in due orizzontalmente.
-Tsk! Era un dannato simulacro! Di nuovo!- sputò, distruggendo i pezzi di legno sotto il proprio piede. -Che tu sia maledetto Naraku!-
In quel momento, la concentrazione ossessiva che l’aveva isolato dal resto del mondo svanì e i suoi sensi ripresero a registrare quanto gli stava accadendo intorno. In particolare, il suo olfatto e il suo udito lo allarmarono, costringendolo a voltarsi in direzione della custode del Tramonto.
-Merda! Che altro succede ora?!-

Fu un attimo e si ritrovò steso prono al suolo, confuso e con le tempie pulsanti. Scosse il capo, dopodiché spostò lo sguardo sui piedi e vide la caviglia destra stretta in una piccola spirale purpurea: alla fine, le radici avversarie l’avevano raggiunto. Cercò di rialzarsi, ma Sophia lo precedette dando più corda alla compagine, che sgusciò dal terreno e si sollevò come un cobra pronto ad attaccare, trascinandolo con sé e lasciandolo a penzolare a testa in giù. Serrò gli occhi, preso momentaneamente dalle vertigini, poi allungò il braccio destro per lanciare una magia contro l’appendice della pianta, ma si ritrovò senza fiato e stordito quando impattò violentemente col suolo di schiena, che cominciò a bruciare di dolore. Sotto di sé, la terra tremò lievemente, poi si sentì trascinare verso una meta sconosciuta per poi essere sollevato per la seconda volta.
-Thund- Ah!- il suo nuovo tentativo di reagire con un incantesimo fu infranto e boccheggiò, sentendo una presa attorno alla gola, a cui portò istintivamente le mani, graffiando la radice che lo teneva in scacco, nella vana speranza di liberarsi.
Avvertì vagamente un altro viticcio che si muoveva sul suo torace, desideroso di affondarvi per cibarsi della luce del suo cuore. Tuttavia, il garofano rosso, che ora lo fissava con le iridi illuminate da un’espressione indecifrabile, apparendo come un misto di perversione e qualcosa che non riuscì a comprendere, sembrava volersi godere il momento in cui l’avrebbe trafitto.
Cercò di volgere lo sguardo altrove, ma l’unica cosa che vide con la coda dell’occhio, fu il corpo immobile del mago di corte, privo del suo fedele scettro magico, riverso sul terreno e coperto qua e là di macchie scure. Senza che se ne accorgesse, le palpebre e le braccia si erano fatte pesanti, al contrario della testa che gli apparve sempre più leggera. Prima di cedere all’incoscienza, che bramava la sua mente come il più prezioso dei tesori, chiamò con un sussurro la fenice d’acqua, però il mondo divenne buio e il custode dell’Alba non seppe se v’era stata risposta al suo richiamo.

Nell’esatto momento in cui la voce della custode del Tramonto esplose in un terribile grido di guerra, un’onda d’acqua rovente come lava, si liberò dall’orecchino di Riku per gettarsi sulle membra femminee di Sophia, che si agitò con rabbia, sollevando le braccia al cielo accompagnate da un urlo di dolore. Combattiva come una leonessa in difesa del proprio territorio, Jessie strinse la presa sulla sua chiave, che s’incendiò di fiamme rosse, e balzò sul garofano rosso, puntando alla radice che imprigionava il suo compagno. Quando la lama del keyblade scalfì l’appendice purpurea, vischioso sangue scuro schizzò tutt’attorno, imbrattando il viso della castana, che non mollò la presa e aggrappandosi a una delle ampie foglie, cercò di affondare ancora di più con l’arma, mentre le lingue di fuoco intaccavano la superficie vegetale per poi spingersi in profondità.
Sophia espresse in un ruggito tutta la sua sofferenza, voltandosi imbestialita verso la keyblader, che ricambiò lo sguardo, mostrando gli occhi color nocciola sgranati all’inverosimile con la pupilla ridotta a un puntino smarrito. Sollevò di nuovo la Via del Tramonto per colpire la compagine nel medesimo punto, riuscendo a tagliarla fino a metà, dopodiché l’aggredì con il fuoco che terminò il lavoro, mentre lei saltava in avanti e atterrava con una capriola sul terreno, per sfuggire agli altri arti della pianta umana.

Si portò il cuscino al viso, per nascondere le lacrime e soffocare i singhiozzi che le scuotevano il petto fino a farle male.
-Perché piangi?-
L’imponente voce di suo padre risuonò tremenda come un tuono alle sue orecchie, spaventandola e spingendola a piangere ancora di più.
Debole. Non era altro che una debole.
-Allora?!-
Abbassò il cuscino, rivelando gli occhi arrossati dal pianto. -A scuola… non fanno altro che… prendermi in giro…-
-Chi?-
-Tutti! Non voglio più andarci!- urlò la ragazza non più bambina.
-Non dire stupidaggini, tu a scuola ci vai eccome!-
-No!-
-Piantala e vedi di fare la cartella, è quasi ora di andare a letto.- replicò l’uomo, voltandosi per uscire dalla stanza.
-Io non voglio andare a letto e nemmeno a scuola! Non mi serve a niente!-
-Ti ho detto di smetterla e smetti anche di piangere! È fastidioso e inutile!-
-No, no e poi no!- urlò alla porta ormai chiusa.
Riprese il cuscino e vi affondò la testa. Neanche piangere le era più concesso.
Era un fastidio. Una cosa inutile.

-Jessie! Attenta!-
La voce del Maestro del keyblade la risvegliò dal ricordo con cui l’Emissario la stava bombardando e schivò appena in tempo un colpo di Sophia.
-Portalo via!- ordinò al ragazzo, mentre tornava all’attacco.
Sora rimase immobile per un istante, prima di tornare a dedicarsi al suo migliore amico, per liberarlo dalla radice che ancora gli serrava la gola. Riconobbe i passi in arrivo alle sue spalle e non perse tempo a voltarsi.
-Kairi! Prendi Paperino, dobbiamo allontanarci!- gridò alla compagna, che deviò immediatamente il percorso e si fermò al fianco del mago di corte, spaventandosi nel vedere le condizioni in cui versava.
Il cielo, sgombro di nubi in quella notte luminosa, le permise di contare fin troppe macchie di sangue scuro sulle candide piume, ma le concesse anche di scorgere i movimenti decisi e regolari del petto del papero. Lo raccolse e lo strinse a sé con estrema delicatezza, per evitargli altro dolore, poi si guardò in giro alla ricerca del suo scettro. Tuttavia, riuscì a individuarne solamente la sommità a un paio di metri di distanza, il resto del magico bastone non lo vide nei dintorni, quindi si girò, chiamando il castano, che reggeva il custode dell’Alba.
-Andiamo!- rispose lui, cercando di correre il più velocemente possibile nonostante il peso sulle spalle.
-Jessie cosa farà? Non possiamo…-
-Credo che abbia qualcosa in mente.- disse, interrompendola. -Forse…- le parole gli morirono in gola, quando si vide sfrecciare accanto una macchia rossa e argentea. -Inuyasha!-

Si portò la mano sinistra sul fianco opposto, che leso da una ferita poco profonda gettava sangue a ogni suo movimento. Liberò la dritta dal keyblade e se la passò sulla fronte per asciugare il sudore che minacciava di caderle sugli occhi.
-Energia…- mormorò, curando meglio che poté il fianco, dopodiché strinse i denti e le dita di entrambe le mani, che si armarono istantaneamente, e intraprese una nuova corsa.
-Ehi tu!- chiamò il mezzodemone affiancandola. -Che intenzioni hai?-
-Distruggere quell’abominio, ma devi allontanarti o rischi di restare coinvolto!- lo ammonì Jessie, scartando di lato per evitare una sferzata.
-Tsk! E cosa mai vorresti fare? Bruciarla come volevi fare con Miroku?-
-L’idea è proprio quella, solo più devastante.- buttò schietta, senza guardare l’altro. -Se non vuoi finire in cenere, ti consiglio di andartene.-
-E lasciarti da sola, per poi essere accusato di vigliaccheria? Neanche per sogno! E non dimentichiamoci del tuo compagno, sarei costretto a picchiarlo per levarmelo di torno!- spiegò, saltando.
-Tu non…-
-Non preoccuparti, la mia veste mi proteggerà dalle fiamme, fai quello che devi.- concluse, guardandola di sfuggita.
Con un sospiro, la castana capitolò. -D’accordo. Coprimi, devo avvicinarmi il più possibile.- disse, scattando in avanti seguita a ruota dal ragazzo, che aumentata la presa sulla spada cominciò a menare fendenti per allontanare le radici che osavano avvicinarsi.

Dopotutto, anche lei non era forse inutile?
Era debole. Una ragazzina debole che non sapeva far altro che piangere, perché di difendersi da sola non era capace. Ci aveva provato, ma i suoi sforzi l’avevano ripagata nel peggiore dei modi: aveva ottenuto il doppio delle offese e delle prese in giro. Nulla di positivo.
Debole e inutile.
Fastidiosa e non voluta.
Se fosse sparita, non avrebbe più dato problemi. Nessuno di loro l’avrebbe rimpianta. Nemmeno chi affermava di volerle bene.

Scosse la testa e compì un lungo salto, trasformandolo in un breve e rapido volo, che la portò esattamente di fronte alle iridi sanguigne di Sophia. Il garofano rosso gridò e soffiò all’avversaria, esprimendo tutto il suo desiderio di farla a pezzi. Desiderio che le era stato negato da chi l’aveva creata.
Jessie ghignò e con gesto repentino e inaspettato, trafisse la pianta nel punto in cui le sembianze umane incontravano quelle vegetali.
-Barriera magica inversa!-
In pochi istanti, una leggera ma resistente barriera rosata comparve sul campo di battaglia, chiudendo al suo interno i due guerrieri e la loro avversaria, che ululò di dolore: i suoi rami purpurei erano stati recisi dalle mura evocate dalla custode.
-Chiave che conduce al buio…- mormorò Jessie, interrompendosi a causa delle unghie che l’avevano appena trafitta sulle braccia.
Ignorò con difficoltà il dolore, il sangue e le immagini e i pensieri che l’Emissario continuava a farle scorrere nella testa. -…sigilla questo luogo, così che nulla potrà interferire e sfuggire alla tua lama…- proseguì, sapendo di aver dimenticato qualcosa della formula di sigillo, ma si augurò che quanto avesse detto fosse bastato.
Non aspettò di scoprirlo, chiuse gli occhi e lasciò svanire la chiave della notte. Sia che avesse fallito, sia che avesse vinto quella battaglia, sapeva di non essere sola.
-Esplodi fiamma del crepuscolo!-






Rieccoci alla fine.
Anche Luxord è caduto, ma prima di andarsene ha lasciato i suoi poteri al suo compagno brontolone, speriamo che ne faccia buon uso ù.ù A proposito di Xigbar, rendiamo a Cesare quel che è di Cesare e confessiamo: per il suo occhio sbarluccicante e fiammeggioso (?) mi sono ispirata a Zaraki di Bleach e a Black Rock Shooter. Marluxia ha cambiato falce, mi sembrava il momento adatto, visto che ci avviciniamo a io-so-cosa. Se volete vedere la falce di Marly-chan andate qui, perché probabilmente con la mia descrizione non ho reso al meglio la sua figaggine.
Illvilja mi è venuta spontanea come idea, come quella di eliminare Sophia, lo so che l'avevo appena creata, ma abbiate pietà del mio cervello macchinoso. Illvilja è una Lobelia Siphilitica, che nel linguaggio dei fiori indica la malevolenza, da qui il suo nome in svedese. Ad Inuyasha e compagni ho dedicato veramente poco spazio, mi auguro almeno di aver rispettato l'IC. Nella prossima puntata, invece, inquadrerò maggiormente lo scontro tra i due Ritornanti. Topolino e altri della banda sono stati messi ko senza pietà, ma ho bisogno di spazio e tutto ha un suo perché ù.ù Probabilmente non vi sareste aspettati Riku, ma amputargli un arto mi sembrava eccessivo -per adesso-, quindi ho dovuto ridurlo ad uno schifo guaribile.
I ricordi di Jessie ho voluto spostarli sulla destra, per allontanarli dal narrato regolare senza ricorrere ogni volta ad asterischi o altri segni grafici.
L'ultima parte vede contrapporsi l'idea attuale di Jessie con i suoi ricordi che tentano di convincerla dell'esatto contrario... conviene abituarsi al casino perché d'ora in poi sarà questa l'atmosfera ù.ù
Dovrei aver detto tutto, credo... Quindi mi auguro che 'sto papiro vi sia piaciuto!
Alla prossima!
See ya!!!!





L'angolino dedicato a voi ù.ù

little_drawing: Carissima :3 avevo fotocoso... si è impallato e non vuole saperne di fungere come prima ç___ç Per fortuna la mia sister lo usa per scuola, quindi c'è comunque un pc in casa che lo possiede ù.ù Quindi eccoti l'autografo del Banditore!!!! Click! Spero che sia di tuo gradimento ù.ù Come questo lunghissimo capitolo! xD A presto!!!! Ciauuu!!!

Lizzie Sora: Gemellina mia adoratissima <3 Hai ragione, i nostri eroi non partiranno tanto presto... purtroppo sono tutti ridotti a uno schifo inguardabile ù.ù Purtroppo Sesshomaru e gli altri non compariranno, mi spiace ç___ç Avrei voluto inserire una gag comica con Koga, ma non ci sto con l'evoluzione della storia e poi entrerebbero in gioco altri personaggi e sono già troppi quelli che ho xD Come vedi sto facendo "pulizia", ma non posso mettermi ad eliminare anche personaggi non "miei" ù.ù  I miei ragni hanno riscosso successo, spero che la loro versione potenziata non sia da meno xD Spero che questo capitolo ti piaccia come il precedente :3 A presto bellissima!!! Ciauuu <3




Ora passo agli ultimi ringraziamenti della giornata! Ringrazio tantissimo chi ha messo la fic tra le preferite, chi l'ha messa tra le seguite e chi tra le ricordate. Ogni giorno compare qualcuno di nuovo e io sono così felice!!! :D *va in brodo di giuggiole e il Banditore lo assaggia* Ma! °-° *gli tira un ceffone* 'Gnorante! Era una metafora! *se ne va mogio mogio* Dicevo... ah, ecco! Poi ringrazio anche chi legge soltanto, siete tantissimi pure voi :3 e io vi adoVo tutti quanti tanto tanto <3<3 Ci vediamo al prossimo capitolo!!! See ya!!! *schiocca le dita e il Banditore cade nella botola, mentre lei sparisce in una nuvola di fumo like a ninja*
  
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