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Autore: B_SomebodyToldMe    01/12/2012    5 recensioni
"Stasera tu, Stefan ed Elena venite a cena a casa mia! Non ti puoi rifiutare!" dico sorridente al vampiro di fronte a me.
"Anche loro? Avanti, io non ti basto? E poi sai com'è Stefan, ha una dieta un po' particolare e.."
"Non è un problema! La vicina è fuori per il weekend e mi ha affidato il suo barboncino toy, inoltre stamattina al parco sono riuscita a catturare due gatti veramente ciccioni. Può andare? Sono abbastanza carini e morbidosi? In alternativa posso sempre andare a rubare il coniglietto d'angora di Bonnie.."
La sua risata cristallina mi riempie le orecchie.
"No, può bastare. Però devi promettermi che se Stefan ed Elena vorranno proseguire la serata in modo romantico a casa mia tu mi ospiterai per l'intera nottata." Risponde sorridendo malizioso.
...
..-A,E,I,O,U... YPSILOOOON!- Ecco, li avete sentiti? Sono i miei ormoni che stanno facendo il trenino. -BRIGITTE BARDOT, BARDOT!-
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SOFTEN MY HEART

 

 

‘IL GIORNO DEL RINGRAZIAMENTO’

 

Da quando sono entrata nella classe di storia fino a quando mi sono seduta al mio banco, i miei occhi non si sono staccati nemmeno per un secondo dal titolo scritto a grandi ed allungati caratteri sulla lavagna.

 

Il giorno del ringraziamento.

 

Solo sentire il nome di questa festività mi invade di felicità!

 

Certo, non l’ho mai festeggiato prima e, certo, non ho idea del motivo per cui lo si festeggi ma… il giorno del ringraziamento!

 

In quale telefilm non viene festeggiato almeno una volta?

 

E quando lo fanno sono tutti così felici, e le tavole così piene di cibo, e le decorazioni così autunnali!

E’ già da qualche settimana che i negozi in città brulicano di addobbi rossi, arancioni, marroni e verde scuro; gli alimentari di zucche, castagne, mirtilli e tacchini e le cartolerie di biglietti di.. ringraziamento?

 

In ogni caso ero troppo impegnata a litigare/scassinare abitazioni/farmi rapire per accorgermene.

E, mi duole ammetterlo, che anche se me ne fossi accorta non sarei riuscita a ricollegarli con questa festività.

 

Onestamente non so nemmeno quando cade.

 

“Domani è il Giorno del ringraziamento!”Annuncia Alaric entrando nella stanza. Tempismo perfetto direi. “Ed è l’argomento della lezione di oggi.”

 

Perfetto!

 

Tiro fuori dalla borsa l’astuccio ed un quaderno e spengo il cellulare per evitare distrazioni.

Voglio stare attenta e prendere tanti appunti.

 

Questa potrebbe diventare la mia nuova festa preferita!

 

Dopo Natale, ovviamente! Lì ci sono i regali.

 

E il mio compleanno.

Quello va al primo posto.

 

 

                       *               *                 *                *              *

 

 

“Ehi!” mi saluta Caroline affiancandomi, solo a lei ho confidato la mia fissazione per questa festa. Per ora. “Com’è andata?”

 

“Tutto quello che ho sentito è stato ‘padri pellegrini, bla bla bla… nativi americani, bla bla bla… tacchino e mais, bla bla bla’.” Rispondo sollevando le spalle e trattenendo uno sbadiglio. “In compenso ho battuto il mio record a Brick Breaker!” annuncio con rinnovato entusiasmo.

                                                                                                                                                                                

Lo ammetto: ho riacceso il telefono dopo appena un quarto d’ora di lezione.

 

“Tu cosa farai domani?” chiedo mentre ci avviamo alla prossima lezione.

 

“Lo passerò con mia madre. Sempre che lei non abbia un’urgenza dell’ultimo minuto a cui dare la priorità.” Conclude con un leggero tono risentito. “Tu?” mi chiede poi tornando a sorridere.

 

“Penso che cercherò di avvelenare Daniel ed Andrew. Ti mando una foto dei corpi senza vita.” Rispondo tranquilla mentre Car apre la porta e si affretta a prendere posto in fondo all’aula.

 

Sto per seguirla quando lo sguardo mi cade su Elena appoggiata accanto alla fontanella, intenta a.. mordicchiarsi? No. Divorarsi il labbro inferiore con lo sguardo di chi sta palesemente tentando di nascondere qualcosa.

 

Ed eccola.

La solita vocina nella mia testa che tiene legata ed imbavagliata la razionalità e mi incita a fregarmene del buon gusto di lasciarla a struggersi, senza immischiarmi e ficcare il naso nei suoi affari.

 

Ed eccola che, come sempre, ha la meglio sulla mia forza di volontà e mi costringe a richiudere la porta ed ad avvicinarmi inesorabilmente alla mia amica.

 

“C’è qualcosa che non va?” chiedo con riluttanza e con un brutto presentimento, sperando in una convincente risposta negativa.

 

“Eh?” mi guarda risvegliandosi. “No.. No, no! E’ tutto ok.” Risponde deviando lo sguardo verso sinistra.

 

“Ne sei sicura?” chiedo più gentilmente sfiorandole la spalla.

 

“Si.” Risponde spostando nuovamente lo sguardo da me alla sua sinistra.

 

Maledetto CSI.

 

Maledetto, maledetto, maledetto.

 

‘Ha guardato a sinistra, mente. E’ il colpevole!’

 

La prendo per un braccio e la trascino, trovando scarsa resistenza, nel bagno femminile poco distante.

Una volta entrata chiudo la porta e con il piede sposto il centino adanti ad essa.

 

“Dai, sputa il rospo.” Dico appoggiandomi ad un lavandino.

 

“Io non-” inizia, ma viene subito interrotta da un mio sguardo eloquente.

 

“Per me possiamo passare qui l’intera giornata.”  Affermo tranquilla.

 

Quando la vedo sospirare ed abbassare lo sguardo, so di aver vinto.

 

“L’altra sera” inizia muovendo leggermente le mani. “quando sei sparita… poco dopo ho incontrato una persona.”

 

Un amante?

 

Naah. Elena non potrebbe mai tradire quel pollo di Stef.

Pollo.. in senso amichevole!

 

“E..?” la incito.

 

“Ha detto di chiamarsi Elijah.”

 

Elia.. Elijah..

Dove lo ho già sentito?

 

Un attore? No.

Stilista? Nemmeno.

Un profumo? ..No.

 

“E’ un vampiro e ha parlato di una maledizione.”

 

Vampiro..

In un libro! Non credo.

In un film? Neanche.

 

Allora dove l’ho sentito?

 

“Ed ha bisogno del mio sangue per spezzarla.”

 

Da Adelasia e Jaime! E’ uno di loro!

 

“BINGO!” gioisco, fiera di me per aver ricordato.

 

Poi incrocio lo sguardo interdetto di Elena. E vorrei sprofondare.

 

“No, cioè…!” balbetto.  “Mi stavo chiedendo dove avessi già sentito quel nome e mi sono ricordata che ne hanno parlato i vampiri che mi hanno rapita.”

 

“E cosa hanno detto?” mi chiede apprensiva.

 

“Non ho sentito molto, solo qualche parola sconnessa.. ma ricordo il suo nome.” Mento.

 

Adelasia e Jamie si sono ben raccomandati di non far parola di loro e di ciò che ci siamo detti.

 

Il fratello cattivo pensa che siano ancora morti e rinchiusi in delle bare ed è bene che continui a crederlo:

potrebbe darci un grande vantaggio in caso di scontro.

 

Torno a guardare Elena che si sta torturando le mani e un atroce presentimento mi fulmina la mente.

 

“Elena” inizio posandole le mani sulle spalle e cercando i suoi occhi. “Ti prego. Ti supplico. Ti scongiuro. Dimmi che non solo non hai intenzione di consegnarti, ma che l’idea non ti ha mai neppure sfiorata.”

 

“Stanno tutti rischiando troppo per me ed ho perso così tante persone… non sopporterei di perdere qualcun altro…”  argomenta convinta “se questo basterebbe per proteggervi tutti io..”

 

Io cosa?

 

E’ tanto difficile da capire che è meglio se stai buona e calma, chiusa in casa?

 

“Elena” la interrompo. “ A costo di sembrare rude e maleducata devo dirtelo.” Controllo che mi stia guardando e prendo fiato cercando di essere il più convincente possibile. “Non. Fare. Stronzate.”

 

“Ma se..” controbatte.

 

“Niente ma, Elena.” La zittisco. “So come vanno queste cose, credimi! E’ dimostrato! Quando qualcuno cerca di fare qualcosa per il bene di tutti, inevitabilmente innesca una catastrofe!”  dico scuotendola leggermente. “E soprattutto pensa! E’ un vampiro, uno! Noi abbiamo due vampiri, una strega, un cacciatore ed un potenziale licantropo… abbiamo vinto in partenza. A meno che tu non trovi un modo per ribaltare drasticamente la situazione ad esempio, che so… consegnandoti al nemico!” commento con enfasi. “E poi Stefan non te lo permetterà, lo sai.” Aggiungo dolcemente.

 

E io non mi faccio problemi a spifferargli tutto.

 

“Lui non può decidere il mio destino.” Contrattacca battagliera.

 

Respira, Lo’.

 

“No.” Convengo. “Ma può chiuderti in cantina. Ed io gli darei una mano.” Rispondo lasciando la presa sulle sue spalle e spostando il cestino dalla porta.

 

“Grazie.” Sussurra Elena alle mie spalle. “Avevo bisogno di qualcuno con cui parlarne ma gli altri sembravano non accorgersene…”

 

“Figurati!” le rispondo sorridendo. “Mi accompagni al bar? Tanto ormai la lezione è saltata!”

 

 

                                           *                       *                        *                   *                        *

 

No more trouble, 

In this town. 

Silent night, for a change. 

 

No more trouble, 

In this town. 

Silent night, for a change.

 

 

“Sedici minuti e ventiquattro secondi, a quest’ora potevo già essere su un aereo diretto a Dubai. O peggio: morta.”  Commento non appena il vampiro si affaccia nell’ingresso.

 

“Ma non lo sei.” Risponde quello avvicinandosi alla cucina. “E poi da quando siamo una coppia fissa in cui lei controlla ossessivamente gli orari di lui?”

 

“Ma dal primo giorno, tesoro!” rispondo ironica poggiando le mani sui fianchi. “Ehi! Giù le mani!” lo rimprovero  subito dopo notando la sua mano, furtiva, afferrare una manciata di mirtilli dalla ciotola sul tavolo.

 

Cerco di difendere i frutti con il mestolo ma i suoi maledetti riflessi vampireschi gli consentono di ritirare la mano velocemente e tutto ciò che riesco a colpire è la dura superficie del tavolo.

 

Alzo lo sguardo su di lui e trattengo un moto di esasperazione quando noto la luce dispettosa e vittoriosa di quegli incredibili occhi celesti.

 

Per non parlare di quel ghigno che si sta lentamente aprendo.

 

“Tornando a noi…” comincia portandosi una bacca alle labbra. “Qual è l’emergenza per cui mi hai fatto correre qui?”

 

“Giusto!” esclamo alzando l’indice.

 

Mi dimentico troppe cose ultimamente. Forse dovrei assumere più fosforo.

 

“Cosa va dentro il tacchino ripieno?” chiedo seria.

 

Mi guarda un istante, indeciso se prenderla o meno come una battuta.

 

“Cheriè, dal tuo messaggio sembrava stesse per scoppiare la terza guerra mondiale.”  Dice socchiudendo leggermente gli occhi e assumendo un tono leggermente aggressivo. “Ed invece mi hai fatto venire qui per il ripieno di un tacchino?”

 

“Se devo essere sincera il messaggio voleva assomigliare più ad un annuncio di invasione aliena, ma ho ottenuto ugualmente il risultato perciò non mi lamento.” Commento issandomi a sedere sul piano della cucina.

 

“Tutto per uno stupido uccello?!” esclama con voce acuta.

 

“E’ il tacchino del ringraziamento!” esclamo a mia volta per fargli comprendere l’importanza della questione. “Avanti, Damon! Puoi aiutarmi?”

 

“No!” risponde subito parando una mano avanti a sé. “Non spreco il mio tempo infilando la mia mano negli… orifizi dei volatili! Chiedi a Stefan, lui è piuttosto bravo in questo!”

 

“E’ già occupato.” Liquido la proposta mentre la mia mente viene invasa dall’immagine di Stefan che accarezza sensualmente il gozzo di un tacchino.

 

Scaccio il pensiero dalla testa con un moto di disgusto.

 

“Dai!” insisto saltando giù dalla mia postazione. “Tipregotipregotipreeego!” mi avvicino a lui e porto le mani intrecciate davanti a me. “Qualsiasi cosa per il tuo aiuto!” piagnucolo aggrappandomi alla sua maglia e storcendo la bocca in una finta smorfia di disperazione.

 

“Non si inizia mai una trattativa offrendo qualsiasi cosa.” Dice enfatizzando con un movimento dell’indice. “In ogni caso, accetto. Non si sa mai quando questo… bonus possa rivelarsi utile.” Conclude con un ghigno.

 

Lascio andare la presa sulla sua maglia e mi allontano con un verso soddisfatto.

 

Ho imparato a non dare troppo peso alle sue parole.

 

Ed in ogni caso non c’è nessun testimone che possa confermare  la trattativa avvenuta.

 

“Allora cominciamo!” esclamo lanciandogli un grembiule viola. “Se vuoi ce l’ho anche rosa.” Dico notando come guarda con disgusto il pezzo di stoffa.

 

Alza gli occhi al cielo e posa il mio bellissimo grembiule sul tavolo, sposta una sedia e si siede con il gomito appoggiato sul piano e sostenendosi la testa con una mano. “Step numero uno: ci serve un tacchino.” Biascica.

 

“Ta-daaan!” canticchio sollevando un telo che copriva il pennuto –ormai deceduto e spennato-  appollaiato su un tagliere.

 

“Lolita.”  Ahi, mi chiama per nome.

 

“Dimmi tutto!”

 

“Quanti chili è?”

 

“Quattro e mezzo!” esclamo orgogliosa.

 

“E’ in quanti lo mangerete?”

 

“Siamo in tre.”

 

“Un chilo e mezzo di tacchino a testa?”  chiede sconcertato.

 

“Credi sia poco?” domando preoccupata.

 

“Oh no, tesoro. A meno che dietro quel faccino da bambina tu non nasconda le zanne e lo stomaco di un tirannosauro.” Risponde arricciando il naso e socchiudendo gli occhi. “In quel caso, forse, non ti sentiresti pienamente soddisfatta. Ma non ti preoccupare! Puoi sempre tirare un morso ad uno dei tuoi fratelli!”

 

“Oh, no. Per quello ci sono anche le patate e il dolce!” lo correggo sorridendo convita. “E no. Non sto affatto scherzando!”

 

Si passa la mano sul viso con fare teatrale e mi fa cenno di iniziare.

 

“Allora, è già pulito quindi non devi infilare la tua preziosa mano in nessun dubbio orifizio…” inizio.

 

“Frena, frena. Hai sbagliato già in partenza.” Mi interrompe. “Non dovremo amputare la tua mano per averla infilata in dubbi orifizi.”

 

Sollevo le spalle facendo finta di non aver sentito. “Cosa si mette nel ripieno?” Chiedo avvicinando a me una ciotola.

 

“Quello che vuoi.” Risponde pacato.

 

“I consigli del grande chef.” Commento ironica. “Hai studiato con Gordon Ramsay?”

 

“Se l’avessi fatto adesso starei a decantare la tua somiglianza con quel pennuto che, onestamente, non è poca. Parenti di terzo grado?” Risponde allargando gli occhi. “In ogni caso di solito la madre di famiglia ci mette quello che preferisce.”

 

“Ok… allora tua madre cosa ci metteva?” chiedo di getto.

 

Poi realizzo quello che ho detto.

 

Sua madre è morta.

 

Da quello che mi ha detto Stefan, li ha lasciati quando erano piccoli e Damon era molto legato a lei.

 

Sto scoprendo un lato un po’ pettegolo di Stefan.

 

In ogni caso, non penso sia stata un’ uscita poi così felice. Ho quasi paura a guardarlo per scoprire cosa mostrano i suoi occhi.

 

“Scusa.. io..” balbetto subito dopo.

 

“Devi smetterla di  scusarti per cose inutili.”  Sospira alzandosi ed avvicinandomi due contenitori che avevo precedentemente piazzato sul tavolo insieme a tutti gli ingredienti possibili.  “Castagne, salsicce e qualche verdura.”

 

“Grazie.” Sussurro raccattando ingredienti e tagliere e portandoli davanti a me. "Bene, direi di metterci un po' di salamino piccante ed è perfetta!"

 

"Cosa?" chiede sollevando un sopracciglio.

 

"Salamino piccante!" rispondo allegra. "E' buonissimo non trovi? Sarei capace di mangiare anche mia nonna se fosse ricoperta di salamino!"

 

"Tu vuoi mettere del salame piccante nel ripieno per il tacchino?" chiede alzandosi dalla sedia per sporgersi meglio verso di me. "E hai ancora il coraggio di spacciarti per italiana?!"

 

"Lo sono!" ribatto alzando il mento. "Forse un po' alternativa in fatto di cibo.. lo ammetto." concedo poi.

 

"Giusto un poco." commenta sarcastico mentre afferro un grosso coltello e posiziono le verdure sul tagliere. "Mi stupisco che siate sopravvissuti fino ad adesso."

 

"Guarda che non sono poi così male!" controbatto risentita. "E stasera te ne accorgerai!" esclamo scagliando con forza il coltello contro la povera carota che, nonostante tutto, riesce a sgusciare di lato.

 

Noto Damon trasalire mentre la recupera e mi spinge da parte borbottando qualcosa riguardo ad un tacchino ripieno di falangi.

 

Mil sfila il coltello dalle mani e inizia ad affettare velocemente gli ingredienti mentre io mi appoggio al tavolo di fianco a lui.

 

"Che volevi dire con 'stasera te ne accorgerai'?" chiede senza smettere di tagliare. "Qualcosa del tipo 'sentirai al TG di tre ragazzi avvelenati il giorno del Ringraziamento?" commenta acido.

 

"No, certo che no!" rispondo. "Volevo dire che mangerai con noi!" 

 

"Ha. Ha. Scordatelo."

 

"Dai! Che altro hai da fare?" piagnucolo infantilmente. 

 

"Non sono affari tuoi." ribatte subito. "E poi non hai nessun altro da importunare? Una famiglia? Qualche altro rapitore psicopatico?"

 

"No, ho solo un vampiro mal riuscito." rispondo con un sorriso falso.

 

"Un vampiro mal riuscito con un coltello in mano e facilmente irascibile, cheriè." rettifica. 

 

"Vergognati!" esclamo "I ninja conoscono ben ventitré modi di uccidere a mani nude e te, che sei un vampiro, hai bisogno di un coltello?"

 

"No. Penso di conoscere anch'io qualche metodo senza armi." risponde pensieroso posando il coltello. "Vogliamo provare?" conclude poi mostrando le zanne ed inchiodandomi tra il frigorifero  ed il suo corpo in un millesimo di secondo.

 

Cerco con tutta me stessa di non scoppiare a ridere per non offenderlo.

 

Penso volesse spaventarmi ma non ci è riuscito molto bene…

 

A dire la verità non ricordo se ci è mai riuscito.

 

Adelasia e Jaime sì, e pure Mason mi ha fatto paura. Ma lui…

 

"Non. In. Cucina." scandisce la voce di Daniel dietro al vampiro. 

 

Rossa come un pomodoro, sgattaiolo via dal frigorifero passando sotto al braccio di un vampiro sghignazzante.

 

No, forse non è mai riuscito a spaventarmi.

 

Ma ha una dannata abilità nel mettermi in imbarazzo.

 

Punto un indice verso mio fratello e apro la bocca pronta a giustificarmi.

 

"Non è come sembra. Sì, immagino." mi anticipa con il tono di chi la sa lunga. "Io vado da Bonnie: fidanzata isterica in piena crisi strego-esistenziale." continua sospirando.

 

"Auch." commenta Damon arricciando il naso.

 

"Se non mi vedete tornare probabilmente è perché sono in fondo al fiume con una pietra attaccata al collo." risponde annuendo in direzione del vampiro prima di avvicinarsi a me e lasciarmi un bacio sulla guancia. "Pensami mentre sei qui a divertirti." mi sussurra all'orecchio prima di scappare.

 

Spalanco gli occhi e prima che possa ribattere lui è già sparito dietro la porta. 

 

Perfetto.

 

Avevo davvero tanto bisogno di un fratello che crede io abbia un intrallazzo con un vampiro.

 

 

                     *                    *                    *                  *                    *

 

 

"Salsa di cocco in arrivo!" urlo scendendo i gradini a due a due e fiondandomi in cucina, cercando di non far cadere il piccolo Mac.

 

"Ossicocco" commenta stancamente Damon prendendo un sorso di Bourbon. 

 

Ok, diciamo che l'ho convinto a restare utilizzando il suo amore per il rum.

 

"Hai mai pensato di andare da un logopedista? Potrebbe rivelarsi utile." continua togliendomi il portatile di mano e sedendosi sull'unica sedia libera della cucina.

 

"Non ne ho bisogno! La mia postura è perfetta!" ribatto risentita fermandomi sulla porta.

 

"Hai ragione, cheriè. Non servirebbe." risponde con un sorriso maligno. "Il problema è al cervello." 

 

Gli tiro una piccola manata sulla testa prima di scansargli il braccio.

 

"Dai, fammi un po' di posto!" dico aspettando che si sposti leggermente per far sedere anche me.

 

Cosa che ovviamente non avviene.

 

"E va bene!" esclamo allora sedendomi sulla sua gamba sinistra ed accendendo lo schermo.

 

Solo ad azione compiuta mi ricordo che non è mio fratello e che rischio di essere catapultata fuori dalla finestra per questo mio slancio di confidenza.

 

Irrigidisco appena la schiena, preparandomi al lancio e sobbalzo leggermente quando Damon si appoggia alla mia schiena per premere l'icona di Facebook.

 

Non mi ha lanciato via?

 

Sono ancora in cucina?

 

Con tutte le ossa intere?

 

Oltre le mie più rosse previsioni!

 

"La password." chiede spazientito.

 

"Cioccolata." rispondo. Ha cento e passa anni, non è così infantile da usare la mia password per pubblicare stati imbarazzanti!

 

"Non c'è amore più sincero che per il cibo!" aggiungo dopo aver notato l'occhiata a metà fra l'esasperato ed il divertito che mi rivolge.

 

Una volta caricata la home, sposto le sue mani e cerco la pagina sulla quale avevo trovato tutte quelle meravigliose ricette.

 

"Feste americane che passione? Stiamo scherzando?!" esclama leggendo il titolo della pagina.

 

Ok, è un nome un po' imbarazzante e piuttosto scontato ma non si giudica un libro dalla copertina, giusto?

 

"Ok, piccioncini. Fate come se non ci fossi."

 

Per la seconda volta in meno di un ora mi sento gelare nel sentire la voce di mio fratello.

 

Dell'altro mio fratello.

 

Schizzo in piedi -rischiando di far cadere il computer a terra- e saluto il sangue del mio sangue con una risatina che sfiora l'isterico.

 

Perfetto.

 

Uno non bastava.

 

Adesso ho due adorabili fratelli che pensano che io me la faccia con un adorabile vampiro.

 

Andrew alza una mano fermando tutte le giustificazioni che stavo per sputare e cammina verso il frigorifero.

 

"Ero venuto solo a prendere da bere."  dice mostrando il cartone di latte.

 

Ma chi ci crede? Sei venuto solo per spiare vorrai dire!

 

"Ah, Damon! Che fortuna!" esclama poi come cadendo dalle nuvole.

 

"Noi siamo amici,no? Cioè.. sai che mi sei sempre stato simpatico e… sei il mio vampiro preferito! Più di Dracula. E lui e sempre stato il mio mito sai..." Dice tutto d'un fiato.

 

"Che vuoi?" lo interrompe Damon non staccando gli occhi dal pc.

 

"Il tuo sangue." pigola mio fratello. "Una goccina! Me ne basta poco! Ti scongiuro!"

 

"Abbiamo un aspirante vampiro?" chiede in mia direzione sollevando un sopracciglio.

 

"Non che io sappia." rispondo confusa aggrottando le sopracciglia.

 

"Ti prego! So cosa vuole fare! Vuole cucinare un tacchino del ringraziamento! E Dio solo sa cosa ci metterà dentro!" Esclama disperato indicandomi. "Sono giovane! Non voglio morire in un attacco di diarrea fulminante! Cosa scriveranno sul mio necrologio?!"

 

"Qui giace uno stronzo!" Ringhio lanciandogli contro la prima cosa che trovo e che si rivela essere un pomodoro.

 

Purtroppo riesce ad abbassarsi repentinamente e la mia arma va a spiaccicarsi malamente contro il muro.

 

"Non ti conviene starle intorno: è pazza." bisbiglia quell'infame all'indirizzo del vampiro.

 

Scatto verso di lui saltandogli addosso e sibilando:

 "Se non ti ammazza il tacchino lo faccio io. Lo giuro!"

 

"Ma non la fermi?" guaisce la mia vittima sempre verso Damon che ci sta guardando con interesse.

 

"No." risponde nel momento in cui finalmente riesco a colpire mio fratello sulla testa. "Penso che mi godrò lo spettacolo." dice bevendo un altro sorso di rum ed accavallando le gambe.

 

La faccia da cucciolo tradito che assume Drew non fa altro che aumentare la mia sete di violenza ma il suono del telefono blocca mi fa bloccare l'affondo che stavo per scagliare.

 

Guardo verso il ricevitore e trovo Damon già con la cornetta in mano che ci mima un 'continuate pure' mentre risponde al telefono.

 

Purtroppo quel momento di distrazione è bastato perché mio fratello riuscisse a scappare dalla mia presa e a portarsi a distanza di sicurezza.

 

"Te lo puoi scordare, Stefan." ruggisce Damon al telefono mentre io recupero la mia posizione di attacco. 

 

"Non se ne parla!" continua mentre Drew afferra un mestolo preparandosi a combattere.

 

"Quella è anche casa mia e io mi rifiuto!"  

 

Prendo il coltello sul tavolo ghignando e avvicinandomi di un passo.

 

"Non ti azzardare. Non-" sibila il vampiro al telefono.

 

Che bella smorfia di terrore si delinea sul volto di mio fratello!

 

Purtroppo viene subito oscurata dalla sagoma di Damon che mi afferra la mano ed ordina un perentorio "Mollalo."

 

Sospiro lasciando la presa e vedendo mio fratello farmi una linguaccia alle spalle del vampiro.

 

"Cerca di non dar fuoco alla casa mentre finisci di cucinare, io vado a caccia." sentenzia quasi ringhiando.

 

"Hanno rotto l'ultima bottiglia di Bourbon? O hanno comprato un gatto? O ti hanno rigato la macchina? chiedo cercando di indovinare il motivo del suo improvviso malumore.

 

"Peggio, cheriè." risponde posando il coltello sul tavolo. "Stefan ha invitato i piccoli Gilbert a cena da noi. Compresa zia e insegnante di storia."

 

Ghigno immaginandomi Damon tinto di verde a fare il Grinch del giorno del Ringraziamento.

 

"Alle otto alla pensione, sii puntuale." conclude avviandosi verso la porta.

 

O.M.G.

 

Non ci credo!

 

"Mi stai invitando?!" chiedo entusiasta trotterellandogli dietro.

 

Lo sapevo. Siamo amici. Siamo amici!

 

"No!" risponde aggrottando le sopracciglia. "Preferirei morire soffrendo le pene dell'inferno, piuttosto!"

 

Lo guardo sollevando un sopracciglio.

 

Quello era un invito. Non c'è ombra di dubbio.

 

"Ti è arrivato un messaggio di Elena mentre..  eri impegnata in quella simil-lotta nel fango con tuo fratello." Aggiunge notando che non gli credo. "E' stata Elena ad invitarvi." Conclude ed sparisce prima che possa dire qualsiasi cosa.

 

Chiudo la porta con uno sbuffo infastidito.

 

Può negare quanto vuole ma quello, quello era un invito.

 

                    *              *                *                *                *

 

 

 

 

I can see my mother in the kitchen. 

My father on the floor, 

Watching television. 

It's a wonderful life. 

 

Cinnamon candles burning. 

Snowball fights outside. 

Smile below each nose and above each chin. 

 

Stomp my boots before I go back in. 

 

 

Oltre ogni aspettativa, alle sette e quarantacinque siamo tutti pronti in salotto con il tacchino, la torta e le patate già caricate in macchina.

 

Con mio grande dispiacere ho abbandonato le mie prospettive di un abito degno della serata degli oscar per indossare dei semplici e comodi jeans chiari abbinati ad un maglioncino beige .

 

Non mi sono saputa trattenere sulle scarpe che so già attireranno parecchi commenti da parte di Damon.

 

Sono dalla forma sportiva ma in velluto rosso e completamente ricoperte di piccole borchie e teschietti.

Diciamo che le ho abbianate alla sciarpa dello stesso colore e al fiocco che mi mantiene i capelli in una bassa coda laterale.

 

Dan e Drew sono tranquilli, camicia a quadri e maglietta bianca uno maglione blu l'altro..

Sì, normali ce non fosse per il cappello con le orecchie che Andrew si ostina ad indossare anche se siamo al chiuso.

 

"Ci porti a conoscere la famiglia del tuo nuovo ragazzino?" chiede Daniel imitando una voce infantile.

 

"Divertente, Daniel." rispondo pacata. "Le tue insinuazioni mi entrano da un orecchio e mi escono dall'altro."

 

"Non sono proprio insinuazioni." interviene Andrew. "Si vede come lo guardi così… con occhi da cerbiattina, che dicono 'mordimi, mordimi!'"

 

"E poi questo fatto che ti viene sempre a salvare… era partito a salvarti prima che noi sapessimo che eri sparita." rincara Dan.

 

"Questo è solo perché siete fratelli snaturati, fosse stato per voi non sarei qui adesso!" li accuso arrossendo leggermente. " E poi non è il mio tipo, lo sapete!"

 

"E qual'è esattamente il tuo tipo? Justin Bieber?" chiede portandosi l'indice al mento.

 

"No, Joe Manganiello." dico secca strappandogli le chiavi di mano ed uscendo dalla porta.

 

"Manganiello?" sento bisbigliare Andrew. "Non è quell'attore porno?"

 

Alzo gli occhi al cielo esasperata.

 

"La mia vita, a differenza della tua, non riverte tutta sulla pornografia!" strillo salendo in macchina. " Muovetevi o vi lascio qui!"

 

Tiro la borsa sui sedili posteriori quando il suono di una notifica attira la mia attenzione.

 

Prendo il cellulare e scorro velocemente fino a quando una catastrofe non attira la mia attenzione.

 

"Questa cena del Ringraziamento finirà in un bagno di sangue." ringhio prima di mettere in moto e partire.

 

 

 

Arriviamo alla pensione in tempo record.

 

Ci apre la porta un elegante e educatissimo Stefan che ci fa gli onori di casa nonostante non sia la prima volta che veniamo.

 

Dietro di lui Elena ci abbraccia e ci saluta presentando ai miei fratelli sua zia Jenna.

 

Il professore e Jeremy sono seduti sul divano aspettando la cena.

 

L'unico che manca è Damon.

 

"Dov'è tuo fratello?" chiedo sottovoce a Stefan.

 

"In cucina a prepararsi da bere." risponde aggrottando le sopracciglia. "C'è qualcosa che dovrei sapere?"

 

"Solo che tra poco sarai figlio unico." rispondo avviandomi a passo di marcia nella direzione indicatami da Stef.

 

"TU!" grido entrando nella stanza e puntando un dito contro quel vigliacco. "Tu, infima, meschina zanzara pusillanime!"

 

"E' sempre un piacere, cheriè." risponde pacato.

 

"Vuoi spiegarmi questo?!" ringhio raggiungendolo e mettendogli il cellulare con la schermata di facebook davanti agli occhi.

 

In primo piano, accanto al mio nome c'è una scritta con tanto di cuoricini sparsi che cita:

 

'Damon Salvatore è così sexy che me lo farei a tutte le ore del giorno!'

 

Con tanto di foto di lui mentre manda un bacio alla fotocamera.

 

Di sfondo la mia cucina.

 

"Solo 23 mi piace? Mi aspettavo di meglio!" commenta ghignando.

 

"Ma io ti ammazzo!" strillo solamente cercando di saltargli addosso.

 

"Aspetta, aspetta!" mi evita e continua a leggere sul telefono. "Chi è questa Nadiah che ha proposto di fare una cosa a tre?"

 

"MUORI!" con questo grido di battaglia riesco a saltargli sulla schiena e cercando di sbilanciarlo nel mentre recupero il telefono.

 

Purtroppo la mia tattica offensiva non va a lieto fine, visto che veniamo interrotti da Alaric che ci avverte di prendere posto a tavola.

 

Torno a terra e raggiungiamo il salone.

 

"Aspetta." mi fermo guardando un'ultima volta il post. "Hai messo mi piace al commento di quella lì? Mi hai fatto mettere 'mi piace'?!" sibilo verso il vampiro che per tutta risposta mi ghigna e si sposta accanto a Daniel.

 

"Ok, ok." Interviene Stefan prima che possa attaccare nuovamente. "Direi che è meglio sederci. E separali, se è possibile. Di molto anche. Tipo… agli estremi opposti del tavolo."

 

Ed è così che facciamo tra le risatine dei presenti e i miei sbuffi profondi.

 

 

 

      *                *               *              *                 *

 

 

"Grazie mille ancora." dico sorridendo a Stef sul ciglio della porta.

 

Il tempo è passato senza che nemmeno me ne accorgessi ed è già note inoltrata.

 

E' stata veramente una bella serata e sono piena come un uovo! Ah.. e ovviamente il mio tacchino era ottimo!

 

"Di niente, cheriè." risponde Damon alle spalle del fratello con il suo tipico bicchiere in mano.

 

"Non stavo parlando con te, egocentrico." borbotto.

 

"E' stato un piacere." dice invece Stefan con la sua innata gentilezza.

 

"A domani!" li salutiamo prima di dirigerci verso la macchina seguiti da Elena e Jeremy.

 

Ho scoperto stasera della relazione tra il professore e la zia dei miei amici, esattamente quando lei ha detto loro che non tornava a casa a dormire.

 

So che è maleducato mostrarsi sorpresi ma non sono riuscita a trattenere la mia mandibola dal cadere a terra.

 

E non dico metaforicamente parlando.

 

Ho seriamente rischiato di lussarmela.

 

"Siete sicuri che non è un fastidio?" chiede per la trentesima volta Elena.

 

"Tranquilla, siete di strada." risponde Daniel. 

 

"Pensavo rimanessi a dormire dal Stefan, sai?" commenta Andrew ignorando completamente il concetto di 'fatti gli affari tuoi'.

 

"L'idea era quella." interviene Jeremy sghignazzando guadagnandosi un'occhiataccia da Elena. "Solo non avevamo previsto l'ammutinamento di zia Jenna."

 

Arriviamo a casa loro in pochi minuti e di nuovo Elena si perde in una marea di ringraziamenti fino a che suo fratello quasi non la trascina in casa.

 

Altri cinque minuti e siamo nel vialetto della nostra dolce dimora.

 

"Ho così tanto sonno che dormirei per giorni." ci informa Drew avviandosi verso la porta.

 

"Aspetta." lo fermo chiamo scendendo dal sedile posteriore. "E' tuo questo?" chiedo mostrandogli una specie di diario che ho trovato sul tappetino.

 

"No." risponde scuotendo le spalle.

 

"Dan?" chiedo all'altro che solleva le spalle e nega con un movimento della testa.

 

"Forse è di uno dei Gilbert." suggerisce poi.

 

Giusto.

 

Apro la prima pagina ed effettivamente, sul centro di essa, in un elegante calligrafia è scritto il nome completo di Elena.

 

"Si, è di Elena. Glielo porterò domani." informo i due che spariscono subito dentro casa.

 

Io non avrei mai la costanza di tenere un diario, penso osservandolo svogliatamente.

 

Sto per chiuderlo quando un segnalibro marrone attira la mia attenzione.

 

No, Lo'. Non si leggono i diari altrui.

 

Cosa sei? Una bambina delle elementari?

 

Ma solo una sbirciatina non può far male…

 

No!

 

Via, solo all'ultima pagina.

 

Reprimendo il senso di colpa con la curiosità, apro il libretto a livello del segnalibro e leggo le ultime frasi.

 

"…è stata gentile ad accorgersene e venire a parlarmi. E' un ottima amica ma per quanto le sue parole mi abbiano fatto piacere, non posso seguire il suo consiglio. Non posso condannare altre persone solo a causa della mia codardia. Se questo è l'unico modo, allora è quello che farò. Ho ancora una settimana di tempo, poi Elijah arriverà e pretenderà una risposta. Allora sarò pronta a consegnarmi."

 

"E che cazzo!" sbotto chiudendo malamente il diario e lanciandolo nella macchina.

 

E' veramente così impossibile riuscire a passare cinque giorni tranquilli in questa stramaledetta città?!

 

 

 

 

(…)

 

 

 

ALOHA EVERYBODY!

Come state?

Allora, capitolo un po' piatto in fatto di avvenimenti ma era da troppo che non facevo interagire D. e L. e perciò è più o meno tutto dedicato alla loro stupidità.

E penso lo sarà anche il prossimo.

E quello dopo.

E quello dopo ancora…

Fino alla fiiiiiine del moooondo.

Quindi il 21 dicembre :D

 

Comunque.. Grazie mille a tutti coloro che leggono e che mi seguono; a chi mette tra le seguite, tra le preferite o tra le ricordate la mia stupidastupida storia <3

GRAZIE soprattutto a chi recensisce così fedelmente e così gentilmente perciò GRAZIE MILLE DI CUORE a Suzy Lee, Abstract Fire e Martalapoffa_. 

Vi adoro BAO! (che non è una brutta parola ma solo un intercalare toscano ;))

 

Ho detto tutto, quindi…

A presto! <3 <3

 

XOXO -B.

 

 

 

 

 

   
 
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