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Autore: horangeJuicee    02/12/2012    1 recensioni
Vi è mai capitato di essere la sostituta di qualcuno?
Vi è mai capitato di sentirvi di essere usata soltanto come un rimpiazzo?
Vi è mai capitato di esservi innamorata del vostro migliore amico?
Vi è mai capitato di aver sofferto tanto da voler togliere la vostra stessa vita?
Vi è mai capitato di essere stata ingannata dalla persona che non avresti mai pensato di poterlo fare?
A me sì, tutto questo e altro, ma come si dice 'Non sempre c'è il lieto fine' o no?
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The bestfriends story.'
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Because I'm in love with you.


 

La ricerca della verità e della conoscenza  è una
delle più alte attività  umane,anche
se spesso ne menano più vanto
quelli che meno vi partecipano.

{Albert Einstein}







Nadine





-Mi dispiace Nad. Mi dispiace perché sono stato uno stupido. Mi dispiace perché non mi sono accorto prima di quello che provavo per te. Ti amo, Nadine Jane Boyce.-
-Oh, Liam non sai da quanto tempo aspettavo che tu mi dicesti queste parole e finalmente… Ti amo anch’io, Liam James Payne.- E ci baciammo, con foga, con passione, con tutte le nostre forze, con tutto noi stessi, con tutto l’amor…

~Drin Drin…~
La sveglia. Ho sognato di nuovo quel sogno, ormai e da 5 anni qui che sogno sempre quella scena, aspettando il momento in cui si avverasse sul serio.
Mi alzo controvoglia dal letto e mi dirigo al piano di sotto. È ormai passato tre settimane dall’ultimo incontro spiacevole con Liam, e da quella sera non avevo ancora ricevuto nessuna notizia su di lui.
Di solito le nostre litigate “serie” non duravano neanche più di due giorni ed ero sempre io ad abbassarmi di livello chiedendogli scusa anche se io, ero quella dalla parte giusta, ma questa volta era diverso non sarei andata da lui a chiedergli scusa.
Avevo finito di fare la parte dell’ipocrita, della masochista, avevo finito di soffrire.
Ero esausta, stanca, stanca di essere la migliore amica, la sua migliore amica.  Se vuole fare la pace, che sia lui a venire da me.
Mi verso il latte nel caffè, prima di chiamare Iris, la mia unica sorella.
Mi siedo sulla sedia, sorseggiando il mio caffè latte, e aspettando che quella ragazza si degnasse di rispondere.
-Pronto. Ehi sorellona, come stai?- alzo gli occhi al cielo, sapendo che lei sa che cosa avrei risposto.
-Come vuoi che stia? Male, come sempre.- Sbuffò scocciata.
-Uff, Nad ma quanto sei cocciuta. Ancora con questa storia. Ma vai avanti, di te a lui non importa niente più che come una sorella o migliore amica.-
-Si, sono cocciuta. Si, ancora con questa storia. E no, non riesco ad andare avanti. Scusami se io lo amo, scusa se mi importa di lui, e scusa se non riesco a fare solo la parte della sua migliore amica.- dico rischiando di esplodere.
-Senti, esci un po’ da quella casa. Respira aria nuova, che ti farà bene. Quindi vestiti, che ti aspetto da Starbucks tra mezz’ora. Va bene.- riattaccò.
Sospirai.
Forse aveva ragione, forse dovrei respirare aria nuova, forse dovrei andare avanti.
Mi alzo e salgo di sopra.
Aprii le ante dell’armadio e optai per un maglione alla nonna blu, una tutta e un paio di zeppe. Raccolsi i miei capelli biondi in un chignon accurato e mi misi gli occhiali.
Camminai nel vialetto e salii sulla mia macchina. Arrivai lì in 10 minuti e puntuale.
Vidi in lontananza Iris con i suoi capelli mogani e mossi.
Noi non eravamo sorelle di sangue, eravamo sorellastre, ma ci volevamo bene.
-Iris.- la chiamai.
Si girò verso di me, e ondulò la mano.-Nad, dai vieni.-
Cominciai ad avanzare, fino ad arrivare al suo tavolo.
-Ehi, ma che te sei messa?- chiese guardandomi un po’ schifata.
-Dei vestiti…- rispondo sarcastica.
-E quelle sarebbero vestiti?- domandò di rimando. Iris al contrario di me, era alla moda, si vestiva bene e non usciva mai fuori di casa senza trucco.
-Si, per me sono vestiti. Vestiti decenti.- rispondo tagliando corto.
-Non mi meraviglio perché Liam ti abbia detto che ti comporti come un maschio.- disse quelle parole con nonchalance.
Le mandai occhiate truce, sapeva quanto mi faceva male ricordare quella scena, quelle parole o qualunque cosa che ricollega quella notte. -Oh, Nad mi dispiace. Non volevo. Io…oddio, scusami.- si scusò preoccupata. Lo vedevo che era sincera e che non voleva davvero dire quelle cose.
-Scuse accettate.- sorrise.
-Bene. Non parliamo più di quella cosa. Come stai?- la guardai storta.
-Mi prendi in giro? Me lo hai chiesto stamattina.-
-Oh, già. Beh, non so di che cosa parlare. Non posso parlare di moda con te perché non ti interessa, neanche delle mie storie perché sei depressa, non so cosa fare con te.-
-Beh, per esempio potresti parlami di come stanno i nostri genitori visto che li hai visitati ieri.-
-Uhm, se la cavano come sempre. E anzi sono più sdolcinati che mai. Dovresti sentire le smancerie che si dicono, ti giuro che diventerai bulimica.- Risi a quelle parole.
-Che stupida che sei.-
-E perché?- mi chiede fingendosi offesa.
-Lascia stare va.-
-Sei strana, lo sai?- detto questo ordinammo.
Parlammo del più e del meno, e alla fine mi ha parlato comunque di moda e delle sue relazioni. Stavamo chiacchierando tranquillamente, quando lo vidi.
Lo vidi sedersi con una brunetta, in fondo alla sala, in situazioni intimi. Si stavano baciando, anzi si stavano mangiando a vicenda.
Non riuscivo a togliere lo sguardo da loro, anche se lo volevo tanto, e come se i miei occhi si fossero immobilizzati.
Avevo una fitta nel cuore, le lacrime mi stavano per solcare il viso.
E ancora una volta il dolore e la sofferenza si impossessarono di me. Ma non avevo detto basta? Allora perché sto ancora soffrendo? Perché fa così male?
Si staccarono ma i miei occhi non fecero lo stesso, e infatti incontrarono i suoi. Azzurro nel marrone, chiaro nel scuro.
Vidi il dolore, la tristezza e il pentimento nei suoi occhi, deglutii.
I miei occhi, anche se all’interno mostravano emozioni indefinibili, erano impassibili.
Ero brava a questo, ero brava a non far trasparire le mie emozioni, ero brava a nascondere le cose dalle persone.
Fece per alzarsi e dirigersi nel nostro tavolo.
-Nad. Possiamo parlare.- Alzai lo sguardo, che fino a quel momento era indirizzato verso ad un punto indefinito.
-E di cosa?- chiesi fredda ma stavo per esplodere.
-Nad. Andiamo sono io che dovrei avercela con te. E non tu. Ti perdono.- sorrisi amara.
-Mi perdoni?- mi avvicinai al suo viso -Non sono io quello che ha detto delle parole crudeli.- detto questo uscii da quel negozio.
Non sapevo da dove avevo presa tutta quella confidenza, tutta quella forza per fare quello che ho fatto. So solo che avevo un groppo alla gola come se quello che ho fatto non fosse abbastanza da far smettere la sofferenza e il dolore di impossessarsi di me.
-Nad.- sentii chiamarmi da dietro. -Fermati. Porca puzzola! E da un ora che ti sto rincorrendo.- mi voltai.
-Iris.- l’avevo dimenticata, l’avevo lasciata lì. Che stupida, ero troppo presa dalla situazione che è successo che non mi ero ricordata di lei.
-Oh, finalmente. Minchia, sei peggio di Alex Schwazer. Dovresti andare alle olimpiadi e fare la gara di marcia.- disse con la voce affannata -Comunque sei stata una grande prima, eh?- mi stuzzica appena ha preso fiato.
-Già, una grande.- taglio corto.
-E dai, ora cosa c’è?-
-Niente. Forse è meglio che torni a casa.-
-Guarda che a me non mi freghi, signorina. Ma ti capisco e hai bisogno di stare sola, anche se lo hai già fatto per troppo tempo.- disse comprensiva.
Mi limito a sorridere e ad abbracciarla, poi mi dirigo verso la mia macchina e partire per casa.
Altro che mi ha fatto bene questa nuova boccata d’aria, mi ha fatto solo star peggio a causa di quell’incontro.
Arrivo e apro la serratura della porta, dopodiché mi buttai a peso morto sul divano.
-AH!- urlai per sfogarmi. Ero davvero esausta e stanca.
 





Liam 
 




Sta mattina era il peggio di tutti. Insomma non mi bastava aver incontrato Danielle con il suo nuovo ragazzo al supermercato.






-Ei, Liam. Che ne dici prendo questo per Perrie?- mi domanda Zayn per l’ennesima volta.
-Non lo so, ok? Insomma per me sono tutti uguali e poi non sono una femmina per sapere queste cose.- rispondo infastidito.
-Calmino, eh. Volevo solo un parere. Se solo ci fosse Nadine.- Sbuffo.
-Ma non c’è. Questo il punto.-
-Lee, ma perché non gli chiedi scusa. In fondo sappiamo tutti che l’ha fatto solo per il tuo bene.-
-Ma che cosa ne può sapere lei per il mio bene?- rispondo scocciato.
-Tutto Liam, tutto.- risponde con nonchalance.
-Senti, prendi quello e andiamocene.- taglio corto.
Mossa sbagliata.
Vedo Danielle alla cassa con un ragazzo sui 27 anni, dovrebbe essere quel Jeff.
Ma andiamo, quel ragazzo sembra un fattone, insomma cosa ci trova in lui che non ho io.
-Ei, ma quella è Danielle.- esclama il moro, prima di agitare la mano.
-Eh, abbassa questo braccio.- gli dico tirando con forza giù il suo braccio.
-Ahia!- si lamentò. -Ma ti è saltato il cervello? Ei, ma è con un ragazzo.-
-Appunto per questo.-
-Oh, ho capito è quel Jeff vero-
-Si è quel Jeff.- pronuncio il suo nome con tono schifato.
-Dai andiamo alla cassa per pagare.-
-NO! Oh, ma mi prendi in giro. Hai visto anche tu che c’è Danielle con il suo ragazzo o no?-
-Si e con questo?- Gli do una pacca sul collo.
-Ahia! Ma questa violenza.- Una smorfia di dolore comparve sulla sua faccia.
-Con questo voglio dire che non mi va di parlare e vederli fare smancerie davanti a me.-
-E dai Liam, prima o poi arriverà quel momento non credi? È meglio prevenire che curare.- detto questo mi trascinò verso la cassa. Tentai di nascondermi dietro a una rivista ma fu nullo.
-Ei, Zayn.- la richiamò Danielle.
-Ei, come stai?- risponde quest’ultimo, giuro che lo riempirai di botte.
-Bene e tu? Come va con Perrie? E ciao Liam.- mi saluta infine, ma io non proferisco parola spreando che pensasse non fosse io.
-Guarda che so che sei tu.- come non detto.
Abbasso lentamente la rivista e la rivedo con tutto il suo splendore.
Nonostante tutto non riesco a tenere rancore per lei, insomma come puoi dimenticarti di una ragazza così affascinante, elegante, sofisticante, semplicemente non puoi.
-Ciao.- le rispondo freddo.
-Ti prego, non essere così con me. Mi fa male.-
-Beh, avresti potuto pensarci prima di rifiutarmi.-
-Lee, ti ho detto che mi dispia…-
-Tutto bene, amore?- lo interrompe il fattone, volevo dire Jeff.
-Si. Tutto bene.- lo rassicura Danielle.
-Ok, beh, ho finito di pagare. Andiamo?-
-Si. Certo.- annui Danielle per poi voltarsi dalla nostra direzione. -È stato un piacere rivedervi.-
Si incamminò verso l’uscita con il suo nuovo ragazzo.
-Brutto colpo, fratello.- Zayn mi diede delle pacche lente sulla spalla.







 

Ho dovuto anche subirmi l’odio di Nadine. Insomma dopo la chiacchierata con Zayn ho capito che avevo torto e appena la rivedevo le avrei chiesto scusa. E infatti lo fatto, ma lei non lo ha accettato, forse questa volta lo fatta veramente grossa.
Le sue parole mi rimbombavano la mente ormai per tutto il giorno. -Non sono io quello che ha detto delle parole crudeli.-  
Neanche la scopata che ho avuto dalla brunetta che ho conosciuto da stamattina mi ha distratto.
Per fortuna stiamo andando in discoteca, così almeno spero di distrarmi.
-Liam, sei pronto?- mi chiede Andy dall’altra stanza.
-Si. Mi sto solo sistemando la camicia e arrivo.- misi la camicia a quadri e lo lasciai sbottonato con sotto la canottiera.
Scesi e mi diressi verso la macchina.
-Bella. Oggi faremmo festa.- urlò Andy. Ridacchiai e misi in moto.
Arrivammo al Funky Buddha ed era strapiena. Vedevo solo gente ubriaca che si strusciava ovunque. Così decisi anch’io che mi abbandonerò all’alcool. Dopo un ora ero ubriaco marcio, riuscivo a malapena a reggermi in piedi.
-Ei, Lee c’è la fai a stare in piedi?- mi chiede uno che non riesco a riconoscere.
-Si, tutto bene. Va tutto alla grande. Sto benissimo.-
-E invece no.- esordisce una voce femminile. Anche se ero ubriaco marcio riuscivo a riconoscere quella voce.
La voce che mi era stata vicino nei mesi di sofferenza, quella con cui ho passato i ricordi più belli, quella che ho ferito.
-Sei ubriaco marcio. Andiamo a casa.- mi prende le spalle e lo avvolge nell’incavo del suo collo.
Non volevo andarmene, volevo ancora divertirmi. Cercai di dimenarmi ma non ci riuscii siccome ero sbronzo.
Appena varcata la soglia dell’uscita però riuscii a divincolarmi.
-Non voglio ancora andare. Voglio ancora divertirmi.-
-Lee, ma ti senti? Sei sbronzo fradicio. Riesci a malapena a reggerti in piedi. Quindi non fare il bambino e andiamo.- si avvicinò di nuovo per trascinarmi.
-No!- indietreggiai -Io non sto facendo il bambino, ti sto solo dicendo che non voglio ancora andare. E poi che cosa ci fai qui? Non eri arrabbiata con me? Allora perché sei qui?- gli chiedo infastidito da come mi ha definito.
-Lo sai, me lo chiedo anch’io. Che cosa caspita ci faccio qui? Io ero, io sono arrabbiata con te, ma sono qui a fare la figura dell’ipocrita di nuovo. Sai io sono stanca, sono esausta, sono davvero esausta. Non c’è la faccio più, le persone si stancano prima o poi, Liam. E io sono davvero stanca.- sputa quelle parole con le lacrime negli occhi.
-Allora perché non te ne vai? Perché non vai via come tutte le persone che voglio del bene fanno? Perché? PERCHÉ?- gli urlo contro.
-Perché sono INNAMORATA di te.- mi urla di rimando, rimango sorpreso -Sai avrei voluto andarmene, ma non riuscivo. Non riuscivo a lasciarti da solo, non riuscivo a dimenticarti. Ero diventata una masochista, ti aiutavo a conquistare le ragazze che volevi solo per vederti felice e non mi importava della mia. Le parole che mi hai sputato tre settimane fa, non era vero niente perché se c’è qualcuno qui che viene rifiutata continuamente sono io. Per tutti questi anni ho privato a reprimere questo stupido sentimento senza mai confessartelo perché avevo paura che ti perdessi come amico. Ma sai cosa dopo questa notte ho capito che di me a te non importa niente neanche come amica. Ho provato a svegliare me stessa, ogni mattina mi schiaffeggiavo la faccia e continuavo a dire a me stessa “Smettila Nad, Liam non proverà mai le cose che provi tu, sei solo un illusa, un ipocrita, una masochista.” Ogni santo giorno mi ripetevo queste cose. Ma adesso basta, non soffrirò più per te non verserò neanche una goccia di lacrima per te. Non farò più nulla per te.- le lacrime le bagnavano il viso, il suo candido viso, e i suoi occhi, i suoi meravigliosi occhi erano arrosati.
Non so se era colpa dell’alcool o dalle parole dette da lei o perché in fondo lo volevo anch’io, la baciai. La baciai con tutto me stesso, con tutto l’amore che potevo provare, con tutta la foga che avevo e con tutta la passione che possedevo.
Le sue labbra rosee e morbide erano mie.

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TheRebound Writer:



Wella, fellas! Amatemi ho aggiornato due
capitoli in un giorno. Cioè, quale miracolo divino mi
abbia colpito per farlo. Boh, sarà perchè la mia 
depressione è ancora qui. Va beh, dai parliamo del 
capitolo. AHHHHHHHHH! Ok Nad, si è dichiarata e ora?
Dai poi si sono baciati, vorrei essere io Nad. >.<
Va beh, poi si vedrà nel prossimo capitolo. Ora 
mi dileguo, che devo ancora studiare Economia, ma a voi che cosa vi importa 
scometto che non avete un tre in quella materia, sempre se c'è l'avete.
E un MASSIVE THANK YOU! a quelli che hanno recensito il 
capitolo precedente. Grazie anche a chi la legge, la segue, la ricorda e la messa tra
i preferiti. GRAZIE MILLE. E come sempre RECENSITE. (^3^)

Ciaoooooooooo, beddeeeeeeee! :*
-El xx

 

  
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